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giovedì 13 ottobre 2016
lunedì 10 ottobre 2016
venerdì 30 settembre 2016
domenica 28 agosto 2016
mercoledì 24 agosto 2016
IL MARINAIO - Conclusione.
Poi...
il Marinaio sparisce!
Anziché starsene rintanato... esce e
sparisce!
E' una cosa proprio da lui!
Chiedo alla sua donna
cosa ha fatto, dice che è fuori dalla sera prima e non è più
rientrato, il cellulare è spento o distrutto.
E' preoccupata, mi
chiede cosa ne penso.
Niente di bene.
Dobbiamo far partire la
cosa in anticipo.
Per riuscire a salvarlo.
Il Cileno è sposato
ed ha una figlia, ambedue… moglie e figlia partecipano alla sfilata
a cavallo degli Hidalgos lungo l’Avenida 1.
Hidalgos?
Loro?
Figurarsi se sono Hidalgos, se sono discendenti dei
Castigliani!
Il Cileno che è un meticcio e queste due? Puttane
mestize!
Potenza del denaro! Tramuta dei delinquenti in
nobili!
Tengono i cavalli, dei purosangue arabi, in una finca
appena fuori città.
Il vecchio mi avvisa appena partono dalla
villa, sono scortate da due guardie del corpo.
Aspetto... sono
piazzato su una collinetta a duecento metri.
Imbraccio un Beretta
munito di mirino telescopico.
Arrivano... le due donne scendono,
entrano e si cambiano, prendono i cavalli già sellati e lasciano il
posto, uno stalliere le scorta... armato.
I due uomini fumano
nella macchina, sono annoiati.
Tocca a Maria Conception.
Le do
il via libera con il cellulare.
Arriva sola... in macchina, i due
prima si agitano un po', poi tranquillizzati dal suo aspetto
riprendono a fumare.
Lei scende, apre la borsa... tira fuori le
sigarette cerca l'accendino, non lo trova. fa un cenno di
disappunto... si rivolge verso i due uomini e mostra la
sigaretta.
Abbassano il finestrino, quello alla guida si prepara
per darle da accendere, lei si avvicina ancheggiando.
A mezzo
metro dal finestrino porta la mano nella borsa, estrae la Colt Phyton
357 Magnum munita di silenziatore e la scarica sul primo uomo, il mio
colpo sfascia la testa del secondo come un melone marcio.
Non
hanno scampo.
Faccio intervenire gli uomini... il furgone.
Lo
stalliere...?
Il mozzo di stalla...?
Che colpa
hanno?
Nessuna... è solo il loro malo destino.
Al rientro
delle donne, eliminato anche il secondo stalliere, vengono
immobilizzate, bendate... caricate sul furgone e portate al covo.
Uso
uno dei molti cellulari che ho recuperato dai tossici.
E’ un
locale del Cileno, gli lascio un messaggio... e il numero, deve
richiamarmi lì a un ora.
Arrogante...
Minaccioso...
Ma si
smonta subito...
Gli dico... 2 milioni entro domani... in
banconote da 100... usate.
Gli rammento che saranno controllate,
niente scherzi con vernici invisibili o ai raggi infrarossi, ne andrà
della vita delle sue donne.
E... il Marinaio... gli dico, voglio
il Marinaio vivo!
Il Marinaio?
Sembra cadere dalle nuvole.
Non
ne sa nulla.
Mente?
No... solo che il Marinaio non c'è più,
non può più renderlo.
Lo capisco.
Cambio il programma, ora il
denaro dovrà portarlo lui personalmente e da solo.
Domani...
dalle tre pomeridiane in poi deve stare a disposizione.
La
notte…
Sesilia... Sesilia!
Aiutami… donna!
Il Marinaio
non c'è più!
Un'altra parte della mia vita, qualcosa come carne
mia... che viene strappata a morsi, dolore... dolore!
Taci
Sesilia... taci... e ascolta... e subito dopo devi dimenticare.
E'
buio quando inizio... ed è l’alba quando finisco.
Racconto
degli ingaggi.
Il trasporto sugli elicotteri dal Sud Africa...
dallo Zimbabwe, lo sbarco... gli attacchi sempre di notte... le
stragi...!
Le donne urlanti.... trasformate in torce umane!
Le
bombe al fosforo!
Bambini!
Il loro pianto...!
Il fuoco!
Le
esplosioni!
Gli uomini evirati... torturati... uccisi!
Io
e il Marinaio!
Io e lui nel bene e nel male.
Nel
male... nel male!
L'Africa!
Il
ventre dell'umanità!
La caccia ai cubani... in Angola e in
Mozambico!
La taglia… tanto a morto!
Poi?
Il
Nicaragua!
Panama!
Venezuela!
Ovunque ci fosse
ingaggio!
Ovunque ci fosse da assassinare... da
distruggere!
Poi... i contratti!
Le uccisioni a pagamento...
tante Sesilia... tante!
Piange Sesilia.
Mi abbraccia...
tenera... e piange.
Sussurra...
-Pobre... pobre hombre...
Le
sue labbra sanno delle sue lacrime.
Le sue lacrime si confondono
con le mie.
Mi da conforto come può... come sa fare.
Mi prende
nella sua mano.
Lo accarezza.
Lo bacia... la sua lingua lo
titilla.
Quando e' pronto... lo tiene dritto mentre lo
accoglie.
Le sue mani sul mio petto, i suoi movimenti lenti...
circolari, strofina forte il suo ventre contro il mio.
Sesilia.
Occhi
d'indaco.
Stella del tropico... sei un giglio, un giglio
immacolato.
Un giglio bianco... puro, nato nel putrido di questo
mondo.
Non e' vero che non ci sia speranza fin che c'è qualcuno
come te.
Sento il tuo amore, Sesilia.
Lo sento mentre mi doni
piacere, mentre mi doni un attimo di pace.
Stai ancora
piangendo... sento le tue lacrime cadermi sul corpo.
Sesilia.
Sesilia.
Supero
anche queste ore.
Poi... gli uomini prendono posizione.
E
inizio a far trottare il Cileno.
Deve prendere il primo taxi
disponibile a Plaza de Colon.
Prima destinazione il Golf Club del
Cariari.
Si fa seguire... una macchina piena di suoi uomini.
Ha
un rilevatore? Un microfono?
Non ha capito con chi ha che fare.
La
macchina e' minata, preparata nella notte scorsa, come tutte le sue
vetture, imbottite di C4, un detonatore con radiocomando, voglio che
veda quello che succede a non seguire le mie istruzioni.
Ti
avevo detto… solo!
Nel parcheggio, deve esplodere! Nel
parcheggio mentre lui scende dal taxi.
Un globo di fuoco!
Un
lampo accecante!
Un tuono!
Giochiamo...
Cileno?
Vuoi giocare ancora?
O… fai sul serio... ora?
Prendi
il primo taxi... subito!
Destinazione... Museo Nacional de
Antropologia!
Ok... sei pulito Cileno.
Ora... altro taxi...
Aerodrome de Irrazu'.
Ora... altro taxi...
Man
mano i miei uomini mi danno conferma del suo arrivo e della sua
successiva partenza.
Destinazione
finale…
La torre osservatorio del Parco Ornitologico, li'...
aspetta li', nel parcheggio.
Ora
siamo... io e te.
E il vecchio e la donna nel furgone.
Cammina
Cileno... cammina, entra nel bosco, ti dico io quando fermarti.
Fermati!
Lascia
il borsone... girati, torna indietro di una ventina di passi e
aspetta.
Faccio uscire la donna dal bosco.
Raccoglie il
borsone... va a controllare nel furgone con il vecchio.
Io
e te aspettiamo Cileno... tranquillo.
Maria
Conception torna nella piccola radura, mi fa segno che va tutto
bene.
Girati Cileno... svelto!
Il Cileno vede la donna e una
espressione di stupore gli trasfigura il viso!
Visto...
Cileno?
La vita e' merda!
La sua faccia esplode... colpita
fra gli occhi dal proiettile dum dum che gli ho sparato.
Il
cerchio si chiude... o forse no.
Riunione... divisione del denaro,
Maria Conception reclama anche la parte del Marinaio.
Gliela
rifiuto... non ne ha diritto.
Le
due donne?
La mattina seguente le troviamo sgozzate, un lago di
sangue rappreso sul pavimento di terra battuta della cantina dove
erano rinchiuse.
Maria
Conception e' sparita.
Vieni Sesilia.
Partiamo... io e
te... subito... ora.
Dimmi dei tuoi sogni.
Hai mai
sognato?
No.. vero?
La tua vita non te lo ha permesso
mai.
Inizia Sesilia... inizia a sognare.
Da questo momento in
avanti... potrai sognare…
E
inizierò anch'io...
Sognerò...
Dimenticherò...
Vivrò...
L'epilogo
brevissimo.
Vivo in Belize ora... assieme a Sesilia.
Dovreste
vederla!
Immaginatela!
Allegra...
felice da mattina a sera.
Il
giorno parliamo... ridiamo molto, nuotiamo... cuciniamo, la sera
andiamo a ballare alla pousada, facciamo l’amore.
Ora vivrei per
questo.
Per renderla felice...
Il
Marinaio?
Tornai una volta... per chiudere davvero il cerchio.
Chi
lo uccise?
Il Cileno?
No... fu Maria Conception!
Era
stata l'ultima amante del Cileno e odiava enormemente sua moglie,
gelosia femminile... e voleva utilizzare il Marinaio, usare la sua
ingenuità, per vendicarsi e prendere il posto del Cileno al comando
della sua organizzazione.
Organizza
la truffa degli AK 47 e tutto il seguito, un piano diabolico per
eliminare il suo antico amante tramite noi, ma il Marinaio se ne
accorge e lei lo uccide.
Ma…
non sa che il vecchio venditore di biglietti della lotteria Nacional
la conosce, sa chi è… e sa chi era prima.
Tornai...
e fra il volo d'andata e quello del ritorno... chiusi definitivamente
il cerchio.
Per
sempre.
T.
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giovedì 18 febbraio 2016
martedì 2 febbraio 2016
FAMILY DAY E ADOZIONI.
Perché affidare un bambino a una coppia omosessuale quando c'è sempre qualche prete o una suora pronti a prendersi cura di lui?
Da... RHINO...
...Rhino non è il suo vero nome.
Da... RHINO...
...Rhino non è il suo vero nome.
E'
un figlio di nessuno, un neonato abbandonato e dato che è stato
trovato il giorno di san Martino, lo hanno battezzato con quel nome.
E'
sempre stato in istituti religiosi, prima in quello per bambini
piccoli diretto dalla “suora” e poi, da adolescente, in quello
diretto dal “prete”.
Non
ha dimenticato...
La
“suora” correggeva i suoi sbagli, le sue piccole innocue
mancanze, con lunghe sedute di penitenza, lui... bambino costretto
inginocchiato sul riso.
Dolorante,
piangente.
Oppure
rinchiuso nella sala di punizione al buio senza cibo.
La
“suora” girava con una lunga canna e la usava molto spesso sui
suoi piccoli ospiti.
Diceva
loro che doveva correggere la loro natura malvagia di trovatelli.
Che
Dio non li amava.
Quando
adolescente cambiò istituto e andò in quello del “prete” era un
ragazzo alto ma magro e denutrito.
Il
nuovo istituto era diretto diversamente.
Il
“prete” era un omone di un metro e ottanta e novanta chili ed era
fanatico della boxe. In palestra aveva impiantato un vero ring e lì
ci stava per tutto il tempo.
Quando
arrivò Martino, il “prete” lo studiò con attenzione, gli misurò
l'altezza, il peso, gli osservò con attenzione le mani, la
consistenza delle ossa e sentenziò che Martino sarebbe diventato un
pugile.
Un
vero pugile professionista.
Quindi
allenamento.
Vero
cibo.
Proteine.
Tante proteine.
Integratori
alimentari.
Non
gli voleva male... il “prete” a Martino.
Lo
voleva sul ring come sparring partner, lo addestrava, gli insegnava i
rudimenti del combattimento.
Solo
che... lui grande e grosso e esperto, nel corso degli allenamenti gli
ruppe due volte il naso e più volte le arcate sopraccigliari, ferite
che poi riparava lui stesso cucendole sommariamente con dei punti
chirurgici.
Gli
cambiò anche il nome, quello di Martino non era adatto per un vero
campione.
Divenne...
Rhino!
Il
“prete” già immaginava il boato della folla quando Rhino sarebbe
entrato nell'arena!
...Rhinooooo...
Rhinooooo...
Solo
che... a Martino o Rhino che dir si voglia, mancava ancora qualcosa,
quel quid che fa il campione, insomma qualcosa di indefinito... ma
qualcosa mancava.
Era
veloce, potente, ma...
Oh
si...!
Gli
mancava la cattiveria...! L'istinto di distruggere!
Comunque
cresceva, di peso e di statura, il continuo allenamento gli formava
muscoli d'acciaio.
E
la cattiveria?
Gliela
insegnava il “prete”!
Ma
almeno non lo insidiava come i preti o frati del primo istituto, veri
e propri pedofili sempre con le mani nei suo calzoncini di bambino.
No...!
Il “prete” non lo aveva mai toccato se non per massaggiarlo dopo
le lunghe pratiche sportive.
Lo
portava agli incontri di boxe, lo curava fisicamente.
Ma
era comunque crudele, voleva che Rhino imparasse a sopportare il
dolore, a essere “cattivo”.
Lo
costringeva all'angolo e qui lo colpiva ripetutamente fino a farlo
cadere a terra senza sensi. Diceva che era per il suo bene.
Doveva
imparare.
“Non
devi dar tregua al tuo avversario”, gli diceva! “Devi colpirlo e
colpirlo fino a quando non crolla distrutto!”
E
così faceva con lui.
Lo
colpiva fino a farlo crollare, incurante del suo dolore, del sangue
copioso che scorreva e gli ricopriva il volto.
giovedì 28 gennaio 2016
venerdì 15 gennaio 2016
giovedì 7 gennaio 2016
lunedì 4 gennaio 2016
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