mercoledì 24 agosto 2016

IL MARINAIO - Conclusione.


Poi... il Marinaio sparisce! 

Anziché starsene rintanato... esce e sparisce!
E' una cosa proprio da lui!
Chiedo alla sua donna cosa ha fatto, dice che è fuori dalla sera prima e non è più rientrato, il cellulare è spento o distrutto.
E' preoccupata, mi chiede cosa ne penso.
Niente di bene.
Dobbiamo far partire la cosa in anticipo.
Per riuscire a salvarlo.
Il Cileno è sposato ed ha una figlia, ambedue… moglie e figlia partecipano alla sfilata a cavallo degli Hidalgos lungo l’Avenida 1. 
Hidalgos? 
Loro?
Figurarsi se sono Hidalgos, se sono discendenti dei Castigliani! 
Il Cileno che è un meticcio e queste due? Puttane mestize! 
Potenza del denaro! Tramuta dei delinquenti in nobili!
Tengono i cavalli, dei purosangue arabi, in una finca appena fuori città.
Il vecchio mi avvisa appena partono dalla villa, sono scortate da due guardie del corpo.
Aspetto... sono piazzato su una collinetta a duecento metri.
Imbraccio un Beretta munito di mirino telescopico. 
Arrivano... le due donne scendono, entrano e si cambiano, prendono i cavalli già sellati e lasciano il posto, uno stalliere le scorta... armato.
I due uomini fumano nella macchina, sono annoiati.
Tocca a Maria Conception.
Le do il via libera con il cellulare. 
Arriva sola... in macchina, i due prima si agitano un po', poi tranquillizzati dal suo aspetto riprendono a fumare.
Lei scende, apre la borsa... tira fuori le sigarette cerca l'accendino, non lo trova. fa un cenno di disappunto... si rivolge verso i due uomini e mostra la sigaretta.
Abbassano il finestrino, quello alla guida si prepara per darle da accendere, lei si avvicina ancheggiando.
A mezzo metro dal finestrino porta la mano nella borsa, estrae la Colt Phyton 357 Magnum munita di silenziatore e la scarica sul primo uomo, il mio colpo sfascia la testa del secondo come un melone marcio.
Non hanno scampo.
Faccio intervenire gli uomini... il furgone. 
Lo stalliere...?
Il mozzo di stalla...?
Che colpa hanno?
Nessuna... è solo il loro malo destino.
Al rientro delle donne, eliminato anche il secondo stalliere, vengono immobilizzate, bendate... caricate sul furgone e portate al covo.
Uso uno dei molti cellulari che ho recuperato dai tossici.
E’ un locale del Cileno, gli lascio un messaggio... e il numero, deve richiamarmi lì a un ora.
Arrogante...
Minaccioso...
Ma si smonta subito...
Gli dico... 2 milioni entro domani... in banconote da 100... usate. 
Gli rammento che saranno controllate, niente scherzi con vernici invisibili o ai raggi infrarossi, ne andrà della vita delle sue donne.
E... il Marinaio... gli dico, voglio il Marinaio vivo!
Il Marinaio?
Sembra cadere dalle nuvole.
Non ne sa nulla.
Mente?
No... solo che il Marinaio non c'è più, non può più renderlo.
Lo capisco.
Cambio il programma, ora il denaro dovrà portarlo lui personalmente e da solo.
Domani... dalle tre pomeridiane in poi deve stare a disposizione.



La notte…
Sesilia... Sesilia! 
Aiutami… donna!
Il Marinaio non c'è più!
Un'altra parte della mia vita, qualcosa come carne mia... che viene strappata a morsi, dolore... dolore!
Taci Sesilia... taci... e ascolta... e subito dopo devi dimenticare.
E' buio quando inizio... ed è l’alba quando finisco.
Racconto degli ingaggi.
Il trasporto sugli elicotteri dal Sud Africa... dallo Zimbabwe, lo sbarco... gli attacchi sempre di notte... le stragi...! 
Le donne urlanti.... trasformate in torce umane!
Le bombe al fosforo!
Bambini!
Il loro pianto...!
Il fuoco!
Le esplosioni!
Gli uomini evirati... torturati... uccisi!



Io e il Marinaio!
Io e lui nel bene e nel male.

Nel male... nel male!


L'Africa!
Il ventre dell'umanità!
La caccia ai cubani... in Angola e in Mozambico!
La taglia… tanto a morto!
Poi?
Il Nicaragua!
Panama!
Venezuela!
Ovunque ci fosse ingaggio!
Ovunque ci fosse da assassinare... da distruggere!
Poi... i contratti!
Le uccisioni a pagamento... tante Sesilia... tante!
Piange Sesilia.
Mi abbraccia... tenera... e piange.
Sussurra...
-Pobre... pobre hombre...
Le sue labbra sanno delle sue lacrime.
Le sue lacrime si confondono con le mie.
Mi da conforto come può... come sa fare.
Mi prende nella sua mano.
Lo accarezza.
Lo bacia... la sua lingua lo titilla. 
Quando e' pronto... lo tiene dritto mentre lo accoglie.
Le sue mani sul mio petto, i suoi movimenti lenti... circolari, strofina forte il suo ventre contro il mio.



Sesilia.
Occhi d'indaco.
Stella del tropico... sei un giglio, un giglio immacolato.
Un giglio bianco... puro, nato nel putrido di questo mondo.
Non e' vero che non ci sia speranza fin che c'è qualcuno come te.
Sento il tuo amore, Sesilia.
Lo sento mentre mi doni piacere, mentre mi doni un attimo di pace.
Stai ancora piangendo... sento le tue lacrime cadermi sul corpo.



Sesilia.
Sesilia.



Supero anche queste ore. 
Poi... gli uomini prendono posizione.
E inizio a far trottare il Cileno.
Deve prendere il primo taxi disponibile a Plaza de Colon.
Prima destinazione il Golf Club del Cariari.
Si fa seguire... una macchina piena di suoi uomini.
Ha un rilevatore? Un microfono?
Non ha capito con chi ha che fare.
La macchina e' minata, preparata nella notte scorsa, come tutte le sue vetture, imbottite di C4, un detonatore con radiocomando, voglio che veda quello che succede a non seguire le mie istruzioni.

Ti avevo detto… solo!

Nel parcheggio, deve esplodere! Nel parcheggio mentre lui scende dal taxi.
Un globo di fuoco!
Un lampo accecante!
Un tuono!



Giochiamo... Cileno?
Vuoi giocare ancora?
O… fai sul serio... ora?
Prendi il primo taxi... subito!
Destinazione... Museo Nacional de Antropologia!
Ok... sei pulito Cileno.
Ora... altro taxi... Aerodrome de Irrazu'.
Ora... altro taxi...

Man mano i miei uomini mi danno conferma del suo arrivo e della sua successiva partenza.
Destinazione finale…

La torre osservatorio del Parco Ornitologico, li'... aspetta li', nel parcheggio.



Ora siamo... io e te.
E il vecchio e la donna nel furgone.



Cammina Cileno... cammina, entra nel bosco, ti dico io quando fermarti.


Fermati!


Lascia il borsone... girati, torna indietro di una ventina di passi e aspetta.
Faccio uscire la donna dal bosco.
Raccoglie il borsone... va a controllare nel furgone con il vecchio.



Io e te aspettiamo Cileno... tranquillo.



Maria Conception torna nella piccola radura, mi fa segno che va tutto bene.
Girati Cileno... svelto!
Il Cileno vede la donna e una espressione di stupore gli trasfigura il viso!



Visto... Cileno? 
La vita e' merda! 
La sua faccia esplode... colpita fra gli occhi dal proiettile dum dum che gli ho sparato.



Il cerchio si chiude... o forse no.
Riunione... divisione del denaro, Maria Conception reclama anche la parte del Marinaio.
Gliela rifiuto... non ne ha diritto.



Le due donne?
La mattina seguente le troviamo sgozzate, un lago di sangue rappreso sul pavimento di terra battuta della cantina dove erano rinchiuse.



Maria Conception e' sparita.

Vieni Sesilia.
Partiamo... io e te... subito... ora.
Dimmi dei tuoi sogni. 
Hai mai sognato?
No.. vero?
La tua vita non te lo ha permesso mai.
Inizia Sesilia... inizia a sognare.
Da questo momento in avanti... potrai sognare…



E inizierò anch'io...
Sognerò...
Dimenticherò...
Vivrò...





L'epilogo brevissimo.

Vivo in Belize ora... assieme a Sesilia.
Dovreste vederla!

Immaginatela!

Allegra... felice da mattina a sera.

Il giorno parliamo... ridiamo molto, nuotiamo... cuciniamo, la sera andiamo a ballare alla pousada, facciamo l’amore.

Ora vivrei per questo.
Per renderla felice...



Il Marinaio?
Tornai una volta... per chiudere davvero il cerchio.
Chi lo uccise?
Il Cileno? 
No... fu Maria Conception!

Era stata l'ultima amante del Cileno e odiava enormemente sua moglie, gelosia femminile... e voleva utilizzare il Marinaio, usare la sua ingenuità, per vendicarsi e prendere il posto del Cileno al comando della sua organizzazione.
Organizza la truffa degli AK 47 e tutto il seguito, un piano diabolico per eliminare il suo antico amante tramite noi, ma il Marinaio se ne accorge e lei lo uccide.
Ma… non sa che il vecchio venditore di biglietti della lotteria Nacional la conosce, sa chi è… e sa chi era prima.


Tornai... e fra il volo d'andata e quello del ritorno... chiusi definitivamente il cerchio.



Per sempre.


T.

martedì 2 febbraio 2016

FAMILY DAY E ADOZIONI.

Perché affidare un bambino a una coppia omosessuale quando c'è sempre qualche prete o una suora pronti a prendersi cura di lui?

Da... RHINO...


...Rhino non è il suo vero nome.
E' un figlio di nessuno, un neonato abbandonato e dato che è stato trovato il giorno di san Martino, lo hanno battezzato con quel nome.
E' sempre stato in istituti religiosi, prima in quello per bambini piccoli diretto dalla “suora” e poi, da adolescente, in quello diretto dal “prete”.

Non ha dimenticato...
La “suora” correggeva i suoi sbagli, le sue piccole innocue mancanze, con lunghe sedute di penitenza, lui... bambino costretto inginocchiato sul riso.
Dolorante, piangente.
Oppure rinchiuso nella sala di punizione al buio senza cibo.
La “suora” girava con una lunga canna e la usava molto spesso sui suoi piccoli ospiti.
Diceva loro che doveva correggere la loro natura malvagia di trovatelli.
Che Dio non li amava.
Quando adolescente cambiò istituto e andò in quello del “prete” era un ragazzo alto ma magro e denutrito.
Il nuovo istituto era diretto diversamente.
Il “prete” era un omone di un metro e ottanta e novanta chili ed era fanatico della boxe. In palestra aveva impiantato un vero ring e lì ci stava per tutto il tempo.
Quando arrivò Martino, il “prete” lo studiò con attenzione, gli misurò l'altezza, il peso, gli osservò con attenzione le mani, la consistenza delle ossa e sentenziò che Martino sarebbe diventato un pugile.
Un vero pugile professionista.
Quindi allenamento.
Vero cibo.
Proteine. Tante proteine.
Integratori alimentari.
Non gli voleva male... il “prete” a Martino.
Lo voleva sul ring come sparring partner, lo addestrava, gli insegnava i rudimenti del combattimento.
Solo che... lui grande e grosso e esperto, nel corso degli allenamenti gli ruppe due volte il naso e più volte le arcate sopraccigliari, ferite che poi riparava lui stesso cucendole sommariamente con dei punti chirurgici.
Gli cambiò anche il nome, quello di Martino non era adatto per un vero campione.
Divenne... Rhino!
Il “prete” già immaginava il boato della folla quando Rhino sarebbe entrato nell'arena!

...Rhinooooo... Rhinooooo...

Solo che... a Martino o Rhino che dir si voglia, mancava ancora qualcosa, quel quid che fa il campione, insomma qualcosa di indefinito... ma qualcosa mancava.
Era veloce, potente, ma...
Oh si...!
Gli mancava la cattiveria...! L'istinto di distruggere!
Comunque cresceva, di peso e di statura, il continuo allenamento gli formava muscoli d'acciaio.
E la cattiveria?
Gliela insegnava il “prete”!
Ma almeno non lo insidiava come i preti o frati del primo istituto, veri e propri pedofili sempre con le mani nei suo calzoncini di bambino.
No...! Il “prete” non lo aveva mai toccato se non per massaggiarlo dopo le lunghe pratiche sportive.
Lo portava agli incontri di boxe, lo curava fisicamente.
Ma era comunque crudele, voleva che Rhino imparasse a sopportare il dolore, a essere “cattivo”.
Lo costringeva all'angolo e qui lo colpiva ripetutamente fino a farlo cadere a terra senza sensi. Diceva che era per il suo bene.
Doveva imparare.
“Non devi dar tregua al tuo avversario”, gli diceva! “Devi colpirlo e colpirlo fino a quando non crolla distrutto!”
E così faceva con lui.
Lo colpiva fino a farlo crollare, incurante del suo dolore, del sangue copioso che scorreva e gli ricopriva il volto.