Il
maresciallo dalla logorroica figlia del titolare del porto d’armi
venne a sapere:
Che
la chiave dell’armadio delle armi era nascosta da qualche parte,
ma in un luogo che lei ignorava.
A
domanda specifica: che a prima vista non mancava nulla.
Ancora:
che il pomeriggio dell’omicidio del sindaco c’era stata la visita
del parroco alla madre, lei assente fino a sera. Non sapeva quanto si
fosse trattenuto, la madre non era in grado di dirlo.
Il
parroco aveva familiarità con le armi del padre,
che lei sapesse?
Si...
avevano avuto modo di sparare assieme in una riserva di caccia con i
fucili del padre. Il padre aveva affermato che il parroco era un
ottimo tiratore con una discreta conoscenza delle armi. Lei li aveva
sentiti discutere spesso di cose relative alla caccia.
Ora
il maresciallo sapeva di certe voci che circolavano in paese, di un
rapporto affettivo fra il parroco e la figlia stessa, sembrava che
questa fosse stata abbandonata proprio per la moglie del sindaco; ciò
lo faceva dubitare di quanto lei affermava, non sapeva quanto fosse
attendibile. Esaminò le molteplici armi contenute nell'armadio,
c’era il fucile interessato, c’erano dei fucili da caccia grossa,
ricordò allora che il defunto Sig.X aveva partecipato ad alcuni
safari in Africa.
Notò
anche una cosa, che al momento non ritenne importante.
Si
accomiatò dalla figlia pregandola di passare in caserma per la
deposizione.
L’assassino
non volle correre rischi e si liberò dei restanti proiettili da lui
stesso modificati in pallottole tipo dum dum ed anche del bossolo
sparato. Lo fece in un lungo giro in moto, buttandole una ad una in
vari corsi d’acqua della provincia.
L’amante
del sindaco morto non si dava pace. Gli mancava troppo. Pensava a lui
in ogni attimo della giornata. Si caricava sempre più di un livore
vendicativo. Si mise sul tavolo di cucina e scrisse una lettera
anonima, poi la imbucò.
Al
prete bello non bastò l’incontro. Appena fuori dell’uscio della
casa del sindaco morto la voglia di lei lo riprese. Ora la libidine
lo mordeva, ma non solo, voleva dividere con lei ogni attimo del
giorno, affrontare ogni problema quotidiano assieme, da molto si era
reso conto di essere innamorato. Pazzamente innamorato e che per lei
sarebbe stato disposto ad ogni gesto, anche il più inconsulto.
Ricordò mentre tornava in chiesa il colloquio avuto con il
sindaco... il marito... qualche giorno prima della sua morte. Le sue
minacce, il suo atteggiamento ultimativo. Era presto detto: non
sapeva se fosse vera o meno la cosa, ma doveva far cessare le molte
chiacchiere che circolavano in paese sulla relazione con sua moglie o
avrebbe avvertito il Vescovo di quanto accadeva.
Ciò
avrebbe causato il suo allontanamento e lui non poteva più concepire
la vita senza di lei.
Il
maresciallo dubitava delle cose troppo semplici. Spesse volte si
prendono delle cantonate enormi a dar credito alle prime convinzioni.
Per dovere d’ufficio scrisse un rapporto per il Giudice per le
indagini preliminari,
presentandogli i fatti rilevati fino al momento attuale.
E
andò a parlare con il parroco.
Il
prete bello accolse il maresciallo in sagrestia.
Il
maresciallo si rendeva conto che era una cosa inconsueta sospettare
un prete di un omicidio e partì da lontano con le domande. Presto
dovette arrivare al dunque. Intanto doveva convenire che poche volte
aveva visto un uomo così bello. Gli occhi verdi contrastavano con i
capelli corvini. Il fisico sembrava quello di un atleta e la tonaca
non faceva altro che evidenziare il tutto.
Ecco
le domande e le risposte del prete bello.
-Risponde
al vero che ha una relazione intima con la moglie del defunto?
Sono
solo il suo assistente spirituale, nulla di più, lei è una donna
sposata e con figli, una buona cristiana.
-Dove
era il pomeriggio del delitto?
Ero
impegnato in una visita pastorale ad un’inferma.
-La
signora X.?
Si,
proprio lei.
-Per
quanto tempo?
Non
ricordo esattamente, so che era nel pomeriggio.
-Ritornò
in paese dopo che il delitto era avvenuto?
Si...
al ritorno seppi del fatto, intervenni sul luogo per dare l’estrema
unzione.
-Cosa
aveva usato per raggiungere il luogo della visita?
La
moto, la mia moto.
-Non
aveva avuto una relazione sessuale con la figlia del sig. X?
No,
solo contatti di tipo parrocchiale.
-Questo
non collima con quanto afferma l’interessata, che parla di una
relazione sessuale, da lei interrotta causa la nuova relazione con la
moglie del sindaco.
L’interessata
lavora troppo di fantasia. Lei ha provato delle avance e io le ho
respinte.
-Sapeva
che il sig. X. aveva diverse armi? E fra le tante anche un fucile
carabina Remington 40xB tactical?
Ho
visto l’armadio delle armi, ma non conosco i vari tipi di fucile.
-Non
lo ha mai usato?
Una
volta ho partecipato ad una partita di caccia con il sig X. Ma non
ricordo l’arma che ho usato.
-Il
sig X, a detta della figlia, ha affermato che lei è un ottimo
tiratore e che ha una buona conoscenza delle armi, conferma?
Solo
una coincidenza fortunata in quell'occasione e no, non conosco bene
le armi.
-Sa
dove il Sig. X teneva la chiave dell’armadio delle armi?
Non
lo so.
-Il
sindaco defunto sospettava di una relazione intima fra lei e sua
moglie? Non gliene ha mai chiesto spiegazioni?
No,
mai è accaduto qualcosa del genere.
-Risulta
che lei, come parroco o come subordinato, sia stato allontanato
diverse volte dai luoghi dove esercitava il suo compito, si parla
sempre di cose sessuali, cosa c’è di vero?-
Sono
solo chiacchiere e maldicenze. Nulla di vero.
Finì
così il loro colloquio.
Il
maresciallo mentre tornava alla stazione dei carabinieri si chiedeva
quanto e in cosa il prete bello avesse mentito. Scrisse il rapporto e
lo mandò al magistrato, chiedeva un mandato per acquisire il fucile,
una perquisizione per l’alloggio del parroco e l’autorizzazione
ad interrogare il religioso in caserma. Di poterlo torchiare un po’.
A breve gli pervenne la risposta da parte del Giudice per le indagini
preliminari. No alla perquisizione in parrocchia. Si all'interrogatorio e all'acquisizione dell’arma, all'interrogatorio voleva partecipare anche il magistrato.
Il maresciallo continuava a provare una strana
sensazione sentiva che qualcosa non quadrava, che gli sfuggiva.
Il
prete bello aveva un solo ed unico interesse, tenere fuori da questa
brutta storia lei. Il resto era sopportabile. Era disposto a
sopportare anche un calvario pur di salvare la sua immagine. Avrebbe
negato tutto... anche davanti ad un crocefisso.
Il
maresciallo non mancò di verificare anche le altre armi compatibili
con l’omicidio. La carabina TIKKA T3 Tactical apparteneva ad un
commerciante, l’altra la carabina Savage 12 ad un membro del
consiglio comunale dello stesso gruppo politico del morto, nonché
assessore al bilancio del comune. C’era in tutto questo qualcosa
che non andava, lo sentiva a pelle. Si recò dal commerciante, il
quale aveva un alibi senza possibilità di dubbio. Il pomeriggio del
delitto era distante un centinaio di km, presente ad un convegno di
settore, esistevano decine di testimoni che potevano provarlo. Gli fu
chiesto se qualcuno avesse la pratica possibilità di poter accedere
alle armi, gli fu assicurato di no. Aveva un’unica chiave e lui la
custodiva personalmente. Con l’assessore sentiva che doveva andarci
con cautela, quelli come lui, arroganti e presuntuosi, ci mettevano
poco a protestare con i propri notabili di partito e questi pezzi
grossi, a loro volta, con i comandi dell’arma. Sapeva che in un
attimo potevano rilevargli la conduzione delle indagini.
Eppure,
cosa cos'era che non quadrava? Era un tarlo che gli stava rodendo
il cervello. In casa rispondeva a monosillabi alla moglie. Lei...
conoscendolo evitava di insistere.
Cosa
c’era che non andava in tutto questo? Più ci pensava, più la
conclusione si allontanava.
Il
prete bello fu convocato alla stazione dei carabinieri. Un milite
attese e lo accompagnò. Dietro ad un tavolo c’era un giovane uomo
che si presentò come il magistrato inquirente, di lato sedeva il
maresciallo, un altro militare vicino alla parete scriveva. Le
domande fattegli erano più o meno quelle alle quali aveva risposto
in precedenza.
Si
rendeva conto che non riusciva a convincere chi lo ascoltava.
Non
era più il rispetto per lui persona che ancora tratteneva gli
inquirenti da usare metodi più persuasivi, no.. solo il timore del
suo abito talare e di quello che rappresentava, la reazione che
poteva far suscitare. A volte toccare un prete è come mettere le
mani in un vespaio. Presto i giornalisti presenti permanentemente nel
paese seppero dell’interrogatorio e presero a parlarne nei loro
giornali, nei notiziari. La cosa fece molto rumore e presto
l’attenzione sul delitto divenne nazionale.
Il
GIP scambiò con il maresciallo alcune considerazioni, fuori
dell’ufficio, in una sosta dell’interrogatorio mentre bevevano un
caffè. Il magistrato era ormai convinto che il prete bello fosse
l’autore dell’omicidio. L’acquisizione del fucile custodito nell'armeria del Sig. X era cosa fatta, ora andava esaminato dai
periti balistici per controllare se aveva sparato di recente. Aveva
inoltre la deposizione firmata dalla figlia che confermava ogni
parola di quanto detto in precedenza. Il maresciallo molto
pacatamente gli fece osservare che avevano il movente, avevano anche
il modus operandi possibile ma una vera e propria prova schiacciante
non c’era.
E
poi.. quella maledetta sensazione di star prendendo un granchio
colossale? Certamente non poteva esternarla al giudice che non
l’avrebbe mai accettata, cercò di consigliargli allora di
proseguire con prudenza. Il magistrato rispose che voleva consultarsi
con il capo della procura, sentire la sua opinione e se questa era
favorevole procedere al fermo ed all'incriminazione. Intanto si
doveva trattenere il parroco, non lo si poteva certo lasciarlo
andare, c’era il pericolo di fuga.