venerdì 31 gennaio 2020
STORIE DI VAMPIRI - BUDAPEST.
La stazione Kéleti di Budapest sembra un manicomio sotto la pioggia battente.
L’acciottolato dei marciapiedi pare sgretolarsi da tanta acqua che cade.
La gente si accalca per prendere i treni per l’ovest, verso L’Austria, la Germania e i ricchi paesi europei, impegnati tutti in una nuova corsa verso la speranza. Anche i binari da dove partono i treni verso l’est sono pieni di gente.
E’ in questo settore che la cerca, fra la gente rassegnata che va a casa con riluttanza perché il vero desiderio generale è fuggire da questo paese, andare lontano.
L’est rappresenta il vuoto, la povertà e il fallimento.
La fauna umana che va verso est, verso la Romania e Bucarest, è eterogenea eppur simile nel suo aspetto miserevole. Ubriaconi, vagabondi, predicatori dallo sguardo di ghiaccio in cerca di peccatori, ragazzi svegli con l’aria furtiva, donne tristi mal vestite e poi… la maggior parte, pendolari che terminata la giornata di lavoro tornano ai loro paesi.
E’ qui che può mettersi in caccia. Qui cerca la sua preda.
E’ una cosa urgente.
Le rughe che gli circondano gli occhi si fanno più profonde di attimo in attimo, ora sono quasi cicatrici, cicatrici di vecchiezza. Lo ha constatato guardandosi nello specchio lurido della toelette per uomini.
La sceglie con cura fra tutte.
Deve essere bella e giovane, magari adolescente.
Una creatura non ancora rassegnata al fallimento, con il sangue vivo nelle vene e con desideri e sogni.
La vede in disparte accanto al muro, in attesa del suo treno.
Le si avvicina ignorando gli inviti di una puttana in cerca clienti, riparatasi nella stazione per evitare la pioggia.
E’ bionda, magra e molto carina. Giovanissima.
Il suo approccio è in tedesco, spera di essere capito. E’ una lingua che i giovani magiari imparano a scuola. Lo studiano con profitto perché ne capiscono l’utilità.
Usa qualcosa di banale giusto per rompere il ghiaccio, lei per tutta risposta gli chiede da dove viene.
Italia, dice lui.
Le si accendono gli occhi e lui sa di averla presa.
Portami in Italia… dice con aria di sogno.
Chissà cosa credono ci sia in Italia si chiede lui, ma perché dirle di più?
Potere della suggestione, potere dei soldi.
In breve la convince a seguirlo in un ristorante. Gode del suo appetito, la vuole soddisfatta, vuole alimentarne i desideri.
E’ bravo in questo… è esperto.
Non le propone soldi per portarla in una camera di albergo ma ne provoca e ne lievita le speranze.
Sa esattamente cosa pensa.
Lei pensa che se riesce ad interessarlo, ad accontentarlo in tutto, esiste la possibilità che lui le faccia cambiare vita.
A lei come è successo a migliaia di altre ragazze.
Lui?
Lui sa che una volta per averle bastava una confezione di calze e davvero poca fatica, ora tutto è cambiato.
Ogni volta deve mentire, impegnarsi nel sotterfugio. La caccia non gli da più il piacere di una volta, forse perché ora non è più un gioco e uno svago ma una necessità?
La porta non nell'albergo dove dimora ma in un altro vicino.
Una stanza per una notte, chiede.
Nei paesi rimasti a lungo sotto l’ombrello dell’Unione Sovietica la caduta del muro ha di fatto liberalizzato forme di comportamento prima impensabili. Comportamenti allora considerati antisociali.
Ora pornografia, prostituzione e tutto il collegato sono evidenti agli occhi di tutti.
Cosa è questa ragazza se non una puttana?
E’ in vendita, disponibile a tutto.
Pronta a seguire le sue connazionali nel sogno comune, quello di diventare una star del circuito porno, per questo sono quindi pronte a farsi riprendere mentre si scopano uomini, donne e persino bestie.
Lui contribuisce?
Si, ma non ha rimorso.
Esiste il carnefice perché esistono le vittime.
Questi sono i pensieri mentre la conduce in camera.
Si chiede come sarà il suo corpo nascosto dal pesante indumento che le fa da cappotto.
Spera fortemente che l’epidermide sia candida, senza segni di abbronzatura.
E così lo riscontra quando la spoglia. Un corpo snello, un seno ben formato con le areole rosee e piccoli capezzoli puntuti. I fianchi che si allargano sinuosi dalla vita sottile. Il sedere tondo e leggermente sporgente, sodo e liscio.
Meglio di quanto sperasse, è una vera bellezza.
La stende sul letto e passa le labbra in un lungo interminabile bacio su tutto il suo corpo. Le alza i capelli sulla nuca e scende lungo la colonna vertebrale, le mani accarezzano senza sosta.
Lui si sofferma lungamente sulle sue natiche, le impasta come fossero una forma lievitata di pane. Poi lungo le gambe fino ai piedi. La fa girare ora e torna a risalire. Di nuovo le gambe, ignora al momento il pube e risale fino ad incontrare l’ombelico, lo bacia. La sua prossima tappa è il seno, lo palpa e inizia a baciarlo, passa la lingua sulle areole e sui capezzoli, questi ultimi hanno un trattamento particolare, li succhia, li morde prima piano e sempre con maggiore forza fino a provocarle un gemito di dolore.
Lascia il seno e arriva alla gola…
Cerca un particolare punto dove sente battere con forza l’arteria iugulare. Qui incolla la sua bocca. Ne sente la vita.
Ora la lascia.
Si spoglia.
Nudo… mostrando il grosso pene eretto le si accosta nuovamente. Le prende la testa e la costringe a prenderlo in bocca. La tiene forte per i capelli mentre spinge la sua verga fino in fondo. Ora il movimento è continuo, forti colpi che smuovono la testa della ragazza.
Lo toglie e le si mette a cavalcioni sul torace magro. Scivola in giù passando con il pene nel solco fra le mammelle.
Le stringe contro la verga dura.
E scende ancora.
La costringe ad aprire le gambe.
E strofina il glande contro il suo solco. A lungo, fino a far aprire le valve della vagina. La penetra con un colpo e lei lo riceve con un sospiro.
Lo sente entrare, potente e senza riguardi.
Forti colpi la fanno sobbalzare.
Lei non gode, i suoi umori vaginali hanno si agevolato la penetrazione ma non sente partire lo stimolo del piacere, per far cosa gradita al suo occasionale compagno geme e si comporta come se godesse.
A lui non interessa.
E’ solo un preliminare quello che sta facendo ora. Spinge ancora con forza, a tratti rallenta il ritmo e lavora con il bacino o si toglie per rimetterlo dentro con un colpo secco.
Dentro, dentro fino allo scroto.
Ora le fa male da tanta violenza che usa.
La costringe a piegare le ginocchia contro il torace e seguita a penetrarla con potenti colpi.
Le mani torturano il seno… forti dita strizzano con ferocia i capezzoli.
Vuole farle male.
Per quanto la penetri, violento e a lungo, fa fatica a godere. Accentua il movimento ancora di più e finalmente viene, riempie la ragazza del suo sperma.
Si leva e la manda a lavarsi.
Rientra, la mette distesa con le gambe aperte.
Con le dita l’accarezza, cerca il minuscolo clitoride, la fa sobbalzare.
Poi incolla lì la sua bocca mentre con le mani le artiglia le natiche e la tira verso di se.
La sua bocca è vorace e la lingua si muove veloce. Passa lungo la fessura aperta e cerca il piccolo punto sensibile.
E la morde…
Lei ora si sente riscaldare.
E’ sudata, fremente e spinge il proprio ventre contro la bocca vorace.
Gode.
Prova un piacere mai incontrato prima.
Una lunga, lunghissima serie di orgasmi mentre la bocca di lui è instancabile.
Ora è incollata alla vagina e succhia.
Succhia come per estrarle la vita e lei si sente via via svuotarsi, perdere volontà e forza, diventare sempre più debole mentre gli orgasmi si susseguono sempre più vicini e squassanti.
E’ abbandonata con le braccia sopra la testa, con gli occhi chiusi e la bocca aperta ansimante, senza più forze.
Dura a lungo il bacio, dura ore, lui non da tregua neanche per un istante.
Sembra una belva che placa una fame atavica.
Non smette fino a che non la sente abbandonarsi e perdere i sensi, schiantata dalla estrema debolezza.
Ora si alza.
Non ha nessun riguardo per la ragazza.
Non lo preoccupa, pensa solo a se stesso.
Va in bagno e si esamina. Il volto, le rughe si sono distese e la pelle ha ripreso la tonicità della gioventù. L’epidermide lucida del corpo fascia perfettamente la sua muscolatura.
Ha vinto i danni del tempo.
Ha ripreso vita.
Si è rigenerato.
Ha rubato le forze e la gioventù alla ragazza, gliele ha carpite in quel lungo intimo bacio.
Lei si sveglia verso mattina, si sente stanchissima e non si capacita della sua pelle raggrinzita e ingrigita, dei capelli diventati opachi e di tutti i segni premonitori dell’età che avanza.
A neanche vent'anni?
Escono assieme dall'albergo.
Fanno colazione e lei raggiunge il suo posto di lavoro, stanchissima ma contenta, perché lui le ha promesso che si troveranno in serata.
Ma non sarà così.
Lui torna al suo albergo, fa chiamare un taxi e si fa portare all'aeroporto dove ha un volo in partenza.
Non ha rimorso.
Non può averne, dato che è assolutamente senza sentimenti.
Fra qualche tempo dovrà cercare ancora ma non si da pensiero, le prede sono numerose e disponibili.
giovedì 30 gennaio 2020
SCONOSCIUTI NELLA NEBBIA.
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Egon Schiele.
‘’Nessuna opera d'arte erotica è una porcheria, quand'è artisticamente rilevante, diventa una porcheria solo tramite l'osservatore, se costui è un porco’’
mercoledì 29 gennaio 2020
martedì 28 gennaio 2020
IL MARINAIO. L'INIZIO.
Il cellulare suona, suona, suona... maledetto aggeggio!
E' il Marinaio...
-Vieni... vieni subito... al Pueblito... entrata sud... ti aspetto... dai veloce...
Alle solite!
Lei è sul letto, sfatta, scosciata, il seno pesante, un grosso culo, il trucco le imbratta il viso, è una da una scopata e via, più puttana di quelle che battono per fame.
La scuoto.
-Devo andare... tu alzati e vattene.
Non so mai cosa aspettarmi dal Marinaio ma so che sono sempre guai.
Appena fermo la macchina sale veloce e riparto.
-Che cazzo hai combinato stavolta...?
Guarda dietro dallo specchietto e sbotta.
-Stavolta sono nei guai... ma grossi....
Continuo ad andare.
Mi racconta questo grosso bastardo.
Ha fatto da tramite in un giro di armi, una partita di AK 47 provenienza Kosovo o Albania e destinazione Nicaragua, tappe intermedie l'Italia e la Colombia, lui... il Marinaio che tratta, lui che fa la cresta, prossimo acquirente il clan del Cileno.
Solo che quando arriva al destinatario la merce è avariata, buona parte della partita sono vecchi ferri usati dai russi in Afganistan, del tutto inutilizzabili e il serpente si srotola... dal Nicaragua al Cileno, dal Cileno al Marinaio e qui si ferma.
-Devi sparire... startene buono per qualche tempo, cazzo... ma mi stai ad ascoltare quando parlo...?
Mi guarda... a volte lo prenderei a botte, capisce quello che dico?
-Hai un rifugio... qualcosa del genere...?
-Si... una donna...
-Ok... ora ti porto da lei... e butta il telefonino, se si organizzano possono localizzarti, comprane uno riciclato... meglio se rubato...
-Che puoi fare...?
Ho un aggancio ma non glielo dico.
Lo lascio a La Sabana, all'inizio della Calle 36, siamo d'accordo che si rintana fino a che non glielo dico io.
Cerco uno, è un vecchio che vende biglietti della lotteria sulla Avenida 8, la Simon Bolivar, vecchio si ma è tutto occhi e orecchi e se vuoi sapere qualcosa lui è il tipo giusto, per cento dollari ti fa sapere vita, morte e miracoli. E sembra che non dorma mai.
Gli spiego cosa voglio, ora devo solo aspettare.
Torno a casa, lei è sparita, ma cazzo!
Poteva almeno rifare il letto! Queste borghesi dei quartieri alti hanno sempre il naso alto. Puttane sempre, ma sdegnosamente snob.
Do un'occhiata, magari si è fregata l'argenteria, i quadri d’autore, la mia collezione d’uova di Fabergè!
In questa stamberga?
Magari si è fottuta le cimici e portato via le cacche dei topi!
Faccio i bagagli, non possiedo molto, dei vestiti, un rasoio, lo spazzolino da denti, da domani lascio sto' merdaio perché se le cose sono come temo dovrò trovarmi qualcosa di sicuro anch'io.
Esco... il vecchio è ancora al lavoro, non si muove dal suo panchetto eppure sa cose di mezzo mondo, ora chiude, rinserra il suo business in una specie di grossa valigia e andiamo al bar.
-Brutta storia... proprio brutta...
Dice che il Cileno è incazzatissimo!
Ha perso la faccia con i Contras e sembra un fer de lance, si... un serpente che si morde la coda da tanto è velenoso e cattivo, vuole la testa del Marinaio e mandarla in un pacco postale a Managua.
Chi ha? Chi ha chi? Gli chiedo.
Non si sa chi ha fatto il pacco, dicono sia opera del Marinaio ma centrano i napoli, i kosovari, i narcos, un vero casino!
Gli allungo le duecento cocuzze.
Proviamo.
Proviamo con Carmine.
Aspetto fuori dalla porta della cucina, la pizzeria è ancora piena di gente, ma a volte esce a fumare o a buttare le immondizie.
Sono nell'ombra, aspetto... so aspettare.
Esce... accende la sigaretta, guarda il cielo.
-Carmine...
Si irrigidisce.
-Tranquillo Carmine... stai tranquillo... voglio solo parlare.
-Chi sei...?
-Io...
Mi faccio scorgere.
-Cazzo... mi hai spaventato! Potevi entrare... un piatto di spaghetti italiani con le vongole...
-Che ne sai... del pacco degli AK 47...?
-Per quello che ne so... avuti dai serbi e mandati in Colombia e poi persi di vista, erano a posto, garantiti! Lo sai che in certe cose non possiamo permetterci di fregare nessuno...
Certo... armi in cambio della coca!
-Chi è stato, Carmine? Hai una idea?
-Tutti pensano che sia stato il Marinaio...
Eccolo... fottuto e strafottuto!
Penso a come salvargli la testa a quel cazzone, a come togliere il veleno al Cileno.
Devo pensare e devo togliermi questa tensione che mi strizza le interiora.
Devo farmi una donna!
Subito... adesso!
Ne trovo una, bella! La pelle ambrata, una mistique, i capelli lunghi sulle spalle, cazzo... la guardo stupito! Ha gli occhi di un celeste impossibile! Poi realizzo, le lenti a contatto! Macché! E' così di natura!
Una camera lercia, il letto ha lenzuola che rigirano ad ogni scopata, ma chi se frega!
Le prendo i capelli fra le dita, sono gonfi, setosi, le piego la testa all'indietro e le mordo la bocca.
Le sfugge un gemito, qualcosa la inquieta, ha paura... sente la mia tensione.
-Niente baci sulla bocca... hombre...-
Zitta, zitta... stai zitta!
Non la lascio spogliare, la giro, appoggia la testa al bordo del letto, le alzo la gonna, metto alla luce il suo gran culo.
Sposto quella specie di filo interdentale che ha fra le natiche e la cerco.
Si... sei bella! Sei calda... sei umida.
Sei umida? Cosa è?
Un olio?
Certo ti lubrifichi fica e culo... o no?
E' il tuo lavoro.
Non certo per me!
La prendo, l'ho tirato fuori, duro, rigido... un bastone!
Lo infilo!
Forte.
A fondo.
Un secondo suo gemito.
-Piano... tranquillo hombre... non scappo!
Zitta... stai zitta... puttana!
La punisco!
Non deve parlare! E prendo i capelli e glieli tiro forte e aumento ancora la forza delle penetrazioni, sbatto violentemente con i lombi su quei glutei morbidi, sento la punta della verga percuotere il fondo della sua vagina!
-Mi fai male.
Si... lo so!
Ho qualcosa che mi tormenta, una lama incandescente che fruga nel mio cervello.
Un presentimento, brutto, doloroso.
Ti pagherò di più ma ora lasciami fare!
Sento che si apre, sento che ora è bagnata per me, lo sento dalla languidezza dei suoi movimenti, dal suo viso girato ora verso di me.
-Matame... matame hombre... mata tu vaca.
Si... si... come no!
Stai zitta... cazzo!
Zitta...!
Torno a casa e mi butto sul letto sfatto... vestito.
Non riesco a dormire, penso al Marinaio, al rapporto che mi lega a lui, rivedo gli anni passati insieme, i pericoli condivisi, i lunghi momenti che valgono una vita.
L'amicizia, l'obbligo fra uomini che hanno rischiato la vita assieme è qualcosa di difficilmente spiegabile, è una catena.
C'è una via d'uscita?
Si, ma sarà un percorso pericoloso.
La mattina sbaracco, trasferisco tutto in un residence in periferia, vado a trovare il vecchio, gli chiedo alcune cose.
Si, farà una cosa per me.
Poi cerco delle persone.
Sono vecchi compagni, gente sicura.
Gente dei vecchi tempi.
Dell’Africa... Africa, la nostra dannazione!
Quello, quello per il quale meritiamo di morire mille volte!
Tranquilli ora, ma sempre a corto di soldi e quando si hanno pochi soldi si hanno anche pochi scrupoli.
E' un affare grosso, ma una cosa breve, di alcuni giorni.
Da 200 testoni a cranio.
Sono quattro più il Marinaio e la sua donna sempre se sarà all'altezza, poi il vecchio e io.
Un colpo da 2 milioni di dollari.
IL MARINAIO. LA FINE
La sera raggiungo il Marinaio a casa della sua donna, ha sempre delle gran fighe, avrà 28 forse 30 anni, bruna, pelle da mulatta, gran seno, belle gambe, un gran culone!
Ci serve una donna, una tosta.
Gli dico del piano, gli chiedo di lei... Maria Conception, se è all'altezza, se è disposta.
Lui dice di si... si, senza problemi, è una dura.
Ok... partenza!
Riunione fra i componenti, assegno compiti e mansioni.
Ci serve una casa isolata, con almeno due vie di fuga, delle pistole, fucili a pompa, un fucile di precisione, esplosivo, detonatori, inneschi comandati a distanza.
E poi un furgone, due macchine, cellulari.
I soldi li anticipo e la cosa parte.
Le notti le passo da Sesilia, la puttana dagli occhi color dell'indaco.
Mi calma.
Calma la tensione che si sviluppa dentro di me man mano che il piano prende forma.
Non parla.
Mi accoglie.
Mi si dona.
Dona il suo corpo, dona se stessa.
Quando dopo averla presa sto disteso, occhi aperti nella notte, sento lei appoggiata su un gomito guardarmi.
Sesilia... che fai?
Ti innamori?
Sei pazza!
Ti andrebbe meglio se cadendo... ti spaccassi tutte due le gambe!
Mi piaci, Sesilia.
Mi piace il tuo silenzio.
Il tuo adattamento.
Ti porterò con me... dopo.
Ma non durerà in eterno Sesilia.
Lo so.
Lo so io e lo sai tu.
Ma ti porterò con me.
Te lo prometto.
Poi... il Marinaio sparisce!
Anziché starsene rintanato esce e sparisce!
E' una cosa proprio da lui!
Chiedo alla sua donna cosa ha fatto, dice che è fuori dalla sera prima e non è più rientrato, il cellulare è spento o distrutto.
E' preoccupata, mi chiede cosa ne penso.
Niente bene.
Dobbiamo far partire la cosa in anticipo.
Per riuscire a salvarlo.
Il Cileno è sposato ed ha una figlia, ambedue... moglie e figlia partecipano alla sfilata a cavallo degli Hidalgos lungo l’Avenida 1.
Hidalgos?
Loro?
Figurarsi se sono discendenti dei Castigliani!
Il Cileno che è un meticcio e queste due? Puttane mestize!
Potenza del denaro!
Tengono i cavalli, dei purosangue arabi, in una finca appena fuori città.
Il vecchio mi avvisa appena partono dalla villa, sono scortate da due guardie del corpo.
Aspetto. Sono piazzato su una collinetta a duecento metri.
Imbraccio un Beretta di precisione munito di mirino telescopico.
Arrivano, le due donne scendono, entrano e si cambiano, prendono i cavalli già sellati e lasciano il posto, uno stalliere le scorta, armato.
I due uomini fumano nella macchina, sono annoiati.
Tocca a Maria Conception.
Le do il via libera con il cellulare.
Arriva sola, in macchina, i due prima si agitano un po', poi tranquillizzati dal suo aspetto riprendono a fumare.
Lei scende, apre la borsa, tira fuori le sigarette cerca l'accendino, non lo trova, fa un cenno di disappunto, si rivolge verso i due uomini e mostra la sigaretta.
Abbassano il finestrino, quello alla guida si prepara per darle da accendere, lei si avvicina ancheggiando.
A mezzo metro dal finestrino porta la mano nella borsa, estrae la Colt Phyton 357 Magnum munita di silenziatore e la scarica sul primo uomo, il mio colpo sfascia la testa del secondo come un melone marcio.
Non hanno scampo.
Faccio intervenire gli uomini, il furgone.
Lo stalliere?
Il mozzo di stalla?
Che colpa hanno?
Nessuna, solo un malo destino.
Al rientro delle donne, eliminato anche il secondo stalliere, vengono immobilizzate, bendate, caricate sul furgone e portate al covo.
Uso uno dei molti cellulari che ho recuperato dai tossici.
E’ un locale del Cileno, gli lascio un messaggio e il numero, deve richiamarmi lì a un'ora.
Arrogante.
Minaccioso.
Ma si smonta subito.
Gli dico... 2 milioni entro domani, in banconote da 100 usate.
Gli rammento che saranno controllate, niente scherzi con vernici invisibili o ai raggi infrarossi, ne andrà della vita delle sue donne.
E... il Marinaio, gli dico, voglio il Marinaio vivo!
Il Marinaio?
Sembra cadere dalle nuvole.
Non ne sa nulla.
Mente?
No, solo che il Marinaio non c'è più, non può più renderlo.
Lo capisco.
Cambio il programma, ora il denaro dovrà portarlo lui personalmente e da solo.
Domani, dalle tre pomeridiane in poi deve stare a disposizione.
La notte…
Sesilia... Sesilia... Sesilia!
Aiutami... donna!
Il Marinaio non c'è più!
Un'altra parte della mia vita, qualcosa come carne mia che viene strappata a morsi, dolore... dolore!
Taci Sesilia, taci... e ascolta e subito dopo devi dimenticare.
E' buio quando inizio ed è l’alba quando finisco.
Racconto degli ingaggi.
Il trasporto sugli elicotteri dal Sud Africa, dallo Zimbabwe, lo sbarco... gli attacchi sempre di notte, le stragi!
Le donne urlanti.... trasformate in torce umane!
Le bombe al fosforo!
Bambini!
Il loro pianto!
Il fuoco!
Le esplosioni!
Gli uomini evirati, torturati, uccisi!
Io e il Marinaio!
Io e lui nel bene e nel male.
Nel male... nel male!
L'Africa!
Il ventre dell'umanità!
La caccia ai cubani in Angola e in Mozambico!
La taglia, tanto a morto!
Poi?
Il Nicaragua!
Panama!
Venezuela!
Ovunque ci fosse ingaggio!
Ovunque ci fosse da assassinare, da distruggere!
Poi... i contratti!
Le uccisioni a pagamento, tante Sesilia... tante!
Piange Sesilia.
Mi abbraccia tenera... e piange.
Sussurra...
-Pobre... pobre hombre...
Le sue labbra sanno delle sue lacrime.
Le sue lacrime si confondono con le mie.
Mi da conforto come può, come sa fare.
Mi prende nella sua mano.
Lo accarezza.
Lo bacia... la sua lingua lo lecca.
Quando è pronto lo tiene dritto mentre lo accoglie.
Le sue mani sul mio petto, i suoi movimenti lenti, circolari, strofina forte il suo ventre contro il mio.
Sesilia.
Occhi d'indaco.
Stella del tropico, sei un giglio, un giglio immacolato.
Un giglio bianco, puro, nato nel putrido di questo mondo.
Non è vero che non ci sia speranza fin che c'è qualcuno come te.
Sento il tuo amore, Sesilia.
Lo sento mentre mi doni piacere, mentre mi doni un attimo di pace.
Stai ancora piangendo, sento le tue lacrime cadermi sul corpo.
Sesilia.
Sesilia.
Supero anche queste ore.
Poi gli uomini prendono posizione.
E inizio a far trottare il Cileno.
Deve prendere il primo taxi disponibile a Plaza de Colon.
Prima destinazione il Golf Club del Cariari.
Si fa seguire da una macchina piena di suoi uomini.
Ha un rilevatore? Un microfono?
Non ha capito con chi ha che fare.
La macchina è minata, preparata nella notte scorsa, come tutte le sue vetture, imbottite di C4, un detonatore con radiocomando, voglio che veda quello che succede a non seguire le mie istruzioni.
Ti avevo detto... solo!
Nel parcheggio, deve esplodere! Nel parcheggio mentre lui scende dal taxi.
Un globo di fuoco!
Un lampo accecante!
Un tuono!
Giochiamo... Cileno?
Vuoi giocare ancora?
O fai sul serio... ora?
Prendi il primo taxi... subito!
Destinazione... Museo Nacional de Antropologia!
Ok... sei pulito Cileno.
Ora altro taxi... Aerodrome de Irrazu'.
Ora... altro taxi.
Man mano i miei uomini mi danno conferma del suo arrivo e della sua successiva partenza.
Destinazione finale.
La torre osservatorio del Parco Ornitologico, lì... aspetta lì, nel parcheggio.
Ora siamo... io e te.
E il vecchio e la donna nel furgone.
Cammina Cileno... cammina, entra nel bosco, ti dico io quando fermarti. Fermati!
Lascia il borsone... girati, torna indietro di una ventina di passi e aspetta.
Faccio uscire la donna dal bosco.
Raccoglie il borsone, va a controllare nel furgone con il vecchio.
Io e te aspettiamo Cileno... tranquillo.
Maria Conception torna nella piccola radura, mi fa segno che va tutto bene.
Girati Cileno... svelto!
Il Cileno vede la donna e una espressione di stupore gli trasfigura il viso!
Visto... Cileno?
La vita è merda!
La sua faccia esplode, colpita fra gli occhi dal proiettile a punta cava che gli ho sparato.
Il cerchio si chiude... o forse no.
Riunione, divisione del denaro, Maria Conception reclama anche la parte del Marinaio.
Gliela rifiuto, non ne ha diritto.
Le due donne?
La mattina seguente le troviamo sgozzate, un lago di sangue rappreso sul pavimento di terra battuta della cantina dove erano rinchiuse.
Maria Conception è sparita.
Vieni Sesilia.
Partiamo... io e te... subito.. ora.
Dimmi dei tuoi sogni.
Hai mai sognato?
No.. vero?
La tua vita non te lo ha permesso mai.
Inizia Sesilia, inizia a sognare.
Da questo momento in avanti potrai sognare…
E inizierò anch'io.
Sognerò.
Dimenticherò.
Vivrò.
L'epilogo brevissimo.
Vivo in Belize ora... assieme a Sesilia.
Dovreste vederla!
Immaginatela!
Allegra... felice da mattina a sera.
Il giorno parliamo, ridiamo molto, nuotiamo, cuciniamo, la sera andiamo a ballare alla pousada, facciamo l’amore.
Ora vivrei per questo.
Per renderla felice.
Il Marinaio?
Tornai una volta per chiudere davvero il cerchio.
Chi lo uccise?
Il Cileno?
No... fu Maria Conception!
Era stata l'ultima amante del Cileno e odiava enormemente sua moglie, gelosia femminile e voleva utilizzare il Marinaio, usare la sua ingenuità, per vendicarsi e prendere il posto del Cileno al comando della sua organizzazione.
Organizza la truffa degli AK 47 e tutto il seguito, un piano diabolico per eliminare il suo antico amante tramite noi, ma il Marinaio se ne accorge e lei lo uccide.
Ma il vecchio venditore di biglietti della lotteria Nacional, che nonostante i duecentomila dollari guadagnati continua a vendere speranza ai disperati, la riconosce, si ricorda di lei.
E quando lei torna alla luce a capo di una organizzazione che è subentrata a quella del Cileno mi avvisa.
Tornai e fra il volo d'andata e quello del ritorno chiusi definitivamente il cerchio.
Per sempre.
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