sabato 30 giugno 2018

AHAH... ESTATE!

IL TAVOLO IN VENDITA SU EBAY.



Da tempo c'è questo tavolo in vendita su ebay. 
Mi sapete dire perchè il venditore è sicuramente un uomo?


E' facile!!!

 

BIANCANEVE

VADEMECUM PER DEPRAVATI ESPERTI.


L'autore del manuale per depravati/e pubblicato poco tempo fa e' stato accusato, giustamente... (lo riconosce), di essere stato piuttosto approssimativo nelle istruzioni.
Indi per cui... si ritiene opportuno tornare sull'argomento con questo vademecum, che pur essendo più' dettagliato mancherà comunque delle novità più recenti, datosi il campo della depravazione in continua evoluzione.
Volendo far opera gradita ai/alle suoi/sue due o tre lettori/lettrici ha chiesto la collaborazione della LAD, acronimo della Libera Associazione Depravati.
Quest'associazione riunitasi in seduta plenaria ha esaminato e sviscerato con molta determinazione il problema e dopo una discussione, a volte pacata e a volte accesa, e' arrivata a delle conclusioni unanimemente riconosciute.

Questo che segue e' il verbale della riunione.
Sono presenti tutti gli iscritti maschi del LAD, richiamati dal loro alto senso del dovere, mentre risulta assente l'unica componente femminile del gruppo in quanto sofferente di disturbi generici (infiammazione alla vagina e all'ano), la quale ben consapevole che tutto sarebbe finito con la sua inchiappettatura generale, ha preferito restare a casa e fare dei salutari bagni freddi alle zone interessate.

Aperta la discussione e data lettura del manuale testè mrichiamato, chiede la parola Tonino il segaiolo...

-Quello che a volte ci frega e' l'osservanza ortodossa della quarta regola, (Il/la depravato/a non si negherà' mai a nessuna esperienza sessuale), a volte credo che si dovrebbe essere più' elastici e meno categorici... a questo proposito presento una mozione...-

Interviene Giacomo il fighetto..
-Quello che frega me.. e' che non capisco un cazzo di inglese. Tutti questi termini nuovi mi confondono. Per esempio qualche sera fa.. bazzicavo il bar di Nino il carciofaro, ero rifinito alla grande.. eh? Facevo la mia porca figura. Pantaloni in latex, scarpine da ballo, canotta e criniera cotonata quando mi avvicinano due pezzi di fica che non vi dico.
Una mi fa..
-Ah bello.. che fai? Come stai a cazzo? Noi siamo ingrippate come pantere nere, che ci stai a fare un po' di BBB? Brutalballbusting..?-
-Non ci ho capito un cazzo di cosa intendono ma rispondo entusiasta...

-Si che ci sto..! Avete scelto il meglio della piazza..-
-Insomma.. ste due grandissime zoccole, puttane e figlie di puttane, mi portano a casa loro... mi sa che darò fuoco a quella casa! Si spogliano nude e sono davvero due fiche infinite, hanno dei zoccoloni con la zeppa che le slancia in una maniera incredibile, spogliano me e vedono come sto combinato. Mi tira che sembra il pistone di un autocarro Scania e cominciano con sto cazzo di gioco. Ste troie mi tirano dei calcioni nei coglioni che non vi dico! Io mi piego dal male ma loro mica smettono! Una mi tira via le mani che tengo a protezione delle mie palle e l'altra tira dei calci che sembrano tirati da un mulo. Insomma un male boia! Mi hanno fatto nero.. credo che non scoperò per mesi dal male che ho! Poi alle mie vibranti proteste mi spiegano cosa significa brutalballbusting, e oltre al male faccio la figura del cretino! Propongo quindi la frequenza di un corso d'inglese accelerato e conforme alla nostra particolare situazione...-

-Chiedo all'illuminata assemblea -dice il presidente (e tesoriere)- maggior attenzione all'oggetto della riunione. Spiegare al volgo le più frequenti forme di depravazione e come approcciare la cosa... Ecco... la parola a te, Vale...-

Vale (Valerio) lo sverginatore (detto... ma non lo è) si alza in piedi...
-Carissimi amici, spieghiamo al popolo tutto cosa è lo "crusching o squishing"?
Ho appena partecipato a una serata nella quale non abbiamo fatto altro che cruschingare e squischingare... piccoli topi, rane... una vera goduria...-

Lo interrompe Giuseppe (Peppino) detto Pumping, il quale avvalendosi del fatto che e' avvocato rompe i coglioni a tutti con i suoi continui riferimenti a leggi e cazzate varie...
-Tu finirai in galera... pezzo di delinquente! Sono pratiche proibite dalla Legge! Da una legge federale americana... (legge federale (106-152) (Title 18, Section 48) del 2005 , fammi capire che piacere si può provare a calpestare con dei tacchi delle povere bestiole fino ad ucciderle! Tu non sei solo depravato... tu sei malato!-

Risponde Vale alquanto alterato!

-Proprio tu parli! E che piacere provate tu e gli altri estimatori del pumping?-

Ora i due si fronteggiano uno contro l'altro...

Peppino l'avvocato..
-E allora? E' una pratica sessuale non invasiva, mi piace, non tanto riguardo il pene ma i testicoli. Mi faccio ingrossare lo scroto attraverso un apparecchio costituito da un tubo, nel quale si crea il vuoto con una pompa manuale, ignorante!
Recentemente ho avuto un problema d'infiammazione a livello dell'epididimo, con produzione di sperma color marrone, ma la cura con Ciproxin ha funzionato egregiamente...-

Risulta dal verbale che il Presidente s'inserisce fra loro e li invita a riprendere il loro posto, li richiama a una forma verbale più consona alla loro condizione sociale.

Il presidente..
-Ehm.. ricordo che l'uso del vacuum pump e' stato consigliato da eminenti andrologi che in qualche caso hanno verificato un allungamento e ingrossamento del pene, viene usato anche da utilizzatrici femminili che lo usano prettamente su... seno, clitoride e labbra della ehm... fica... se fosse presente la nostra consocia, assente per malessere, darebbe una esaustiva dimostrazione pratica della cosa... lei afferma... e noi non abbiamo ragione di dubitare... che prova orgasmi incredibili!

Ma passiamo oltre. Vorrei prima fare una considerazione generale... Lo spazio in cui queste nostre pratiche trova la propria dimensione non è nient'altro che "un grande parco giochi per adulti liberi e consenzienti e non, come a volta ci considerano, un vicolo cieco per maniaci e frustrati. Quindi è una via d'auto-conoscenza da esplorare senza preconcetti e pregiudizi". La libertà che ogni individuo si concede nel rispetto di se stessi e degli altri e' strettamente collegata al concetto di estremo, inteso come quel desiderio di sperimentare i propri limiti, e di amplificare i propri confini... quest'ultimo concetto riferito alle parole dell'Illustrissimo Reverendo W. Cooper...-

Un forte applauso scuote la sala.

Aldo.. detto "culo rotto" chiede la parola...
-Vorrei parlare di fisting anale...-
Ma viene interrotto da una protesta generale.
Urla Giacomo il fighetto...
-Ma ancora...? Basta con sto fisting nel tuo culo... conosciamo ormai ogni particolare del tuo culo...!

 Parliamo invece di altro...-

Chiede la parola Marcantonio detto marchetta...
-Io vorrei portare la mia testimonianza... ho goduto molto in occasione di una seduta di... "trampling", ho avuto non so quanti orgasmi mentre quelle valchirie mi calpestavano con i loro tacchi a spillo, cosi' tante sborrate sul tappeto del soggiorno che ho dovuto mandarlo in lavanderia...-

-Anch'io vorrei portare la mia testimonianza -si inserisce Leopoldo (poldo) il bevitore...- tempo fa ho aderito ad un annuncio su un sito... per una cosa di "Squirt bukkake where girls cover him", non ho mai goduto così tanto! Una intera squadra di femmine mi ha spogliato, messo in una vasca da bagno e pisciato addosso! E come hanno goduto anche loro! Si masturbavano e pisciavano! O forse era squirt..?-


Torna la parola a Peppino l'avvocato (pumping)...
-Davvero non so come si faccia a godere delle varie cose giapponesi... lo shibari? O lo Nyotaimori? O l'altro che usano il corpo nudo delle donne come forma di arredamento, la Furniphilia? Il BDSM? Puahh...! Io cerco emozioni più forti... come il Dirty Bukkake, o una cosa di MAW, Messy and Wet, ma che sia davvero Dirty! Che mi ricoprano tutto di MERDA!
Oh.. che piacere..-

-Anch'io.. anch'io..!- Interviene Aldo "culo rotto".. questa ve la voglio proprio raccontare.. l'altra notte ero in palestra e ho rimorchiato un animalone che non vi dico! Enorme e peloso come un Furry... beh... mentre m'incula a pecora con il suo enormeeee attrezzo.. non mi ammazza quasi con un colpo di Donkey punch? Questo selvaggio mi da un pugno sulla nuca mentre sta per godere e sborrarmi nel culo e solo per stimolare la mia muscolatura dell'ano e godere di piu'! Che aborigeno! Ma quanto ho goduto anch'io! Poi ha voluto farmi il Dirty Sanchez... sapete si...? Ehmm... il suo pennello si era tutto sporcato di merda e ha voluto disegnarmi sul viso un paio di baffi... alla messicana, capite? Oh... come mi sono divertito!-

Mestamente chiede di parlare Giacomo il fighetto...
-Io devo proprio imparare l'inglese... e presto anche. Una volta mi hanno chiesto di partecipare ad una serata di "2G1C", ho chiesto di cosa si trattasse e loro mi hanno risposto... -" una cosina alla Two girls, on cup"-, beh... che ne sapevo? Tutte queste hanno cacato in una coppa e poi mi hanno costretto a mangiarla assieme a loro! Non so se mi sono divertito...-

Il presidente decide di chiudere la sessione e passare il restante della serata in bagordi da Nino il carciofaro, ma prima vuole concludere con questa dotta considerazione...

-Ecco che ad oggi... infatti... e' preferibile rapportarsi a quelle pratiche sessuali che sembrano uscire dai comportamenti comunemente e socialmente legittimati... con il termine "parafilia". Noi siamo dei "parafili".
Vi ricordo che tale termine deriva dal greco ed è composto dalla particella "para" che può avere molteplici accezioni del tipo: "presso", "accanto", "oltre" e dal sostantivo "filia" che significa "amore", "affinità'". Indica quindi, l'eccitamento sessuale provocato da situazioni o oggetti sessuali che possono interferire con la capacità d'avere relazioni sessuali basate sullo scambio reciproco d'affettuosità.
Tale terminologia viene introdotta nel 1980 nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Third Edition (DSM III) con il tentativo di "sanare" il termine perversione, in quanto più scientifico e meno penalizzante sul piano morale.
A tale riguardo è utile ricordare quanto probabilmente il contesto sociale di riferimento indirizza le società e gli individui che la compongono verso l'utilizzo di certe terminologie. Infatti, come non ricordare l'importanza che poteva avere il parlare di "perversione" ai tempi di Freud...

-Bastaaaaaaaaa..!!- Urla il consesso tutto come un sol uomo!

Chissà quanto avrebbe ancora parlato e disquisito se non lo avessero interrotto a forza e trascinato da Nino il carciofaro, dove è serata di riffa...

OMAGGIO A UN MITO DEL PASSATO - JAYNE MANSFIELD

jobavacciulone: ​​"Jayne Mansfield"

AH... IL TRASCORRERE DEL TEMPO!


venerdì 29 giugno 2018

COME PASSARE IL TEMPO IN VIAGGIO...

una variazione del Club Mile High ...

BACIO

STRIP

CAMPANELLINI.

L'INIZIAZIONE.




(Boulton. Artist)


Arriviamo al momento delle confidenze...
Siamo stesi una accanto all'altro, ma non siamo niente, siamo solo persone da una scopata, aspettiamo di ricominciare...

Che tipo di uomo ti fa perdere la testa?
Lei...
Mi piacciono i ragazzi... giovani, far loro da insegnante... come si dice? Da “Nave scuola”... vuoi sapere dell'ultimo?
Si...

Racconta... si tocca pigramente...

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...Prendiamo qualche giorno di vacanza da passare nella casa sulla costiera, ma e' una tale noia!
(parla del marito...)
Capisco la sua passione per la pesca, per lo snorkeling, ma tutto ha un limite, lasciarmi tutto il tempo sola... sulla barca o in spiaggia!
Per fortuna trovo un modo per passare convenientemente il tempo!
Mia sorella ha approfittato per accollarmi suo figlio, è un ragazzo meraviglioso, ha l'aspetto di un giovane Adone, giovane... si, ma completamente formato, un viso da efebo con una testa ricciuta, alto e magro, tutto fa presupporre che sarà un magnifico uomo.
Ho un debole... per i ragazzi della sua età, specialmente se sono vergini, grezzi da plasmare... voglio che si ricordino di me, della loro prima donna...
di quella che li ha svezzati sessualmente,
mi piace stuzzicarli... farglielo tirare e toccarli, farli godere, farli venire.
Da subito mi si accoda come un cagnolino, sempre servizievole... carino... disponibile.
Io, per la verità... ne approfitto in una maniera indecente, mi porta la borsa da spiaggia, mi sistema la sdraio, un vero giovane cavaliere servente.
Mi attizza non poco e spesso a guardarlo... a immaginare... mi ritrovo bagnata ed eccitata.
Che me lo voglio fare è fuori da ogni dubbio, sto aspettando il momento propizio.
Oggi, al solito, sono sola e sto per recarmi in spiaggia, il ragazzo mi sta aspettando.
Voglio fare un giro con il pattino gli dico e lui disponibile corre dal bagnino e ne prende uno, si mette ai remi mentre io mi distendo sul prendisole.
Portami al largo, gli dico, voglio prendere un po’ di sole senza costume... non è che ti scandalizzi?
Sei un giovanotto...chissà quante donne nude avrai visto.
Diventa rosso come un peperone... e già noto un bozzo sotto il costume, e' notevole!
Abbassa gli occhi mentre mi slaccio la parte superiore del costume, che tenero!
Poi alza gli occhi e mi guarda, spero che apprezzi ciò che vede, due splendide cupole, fiere, superbe, senza cedimenti e due capezzoli ritti contornati da due areole leggermente più scure.
Poverino, mi fa pena, ha gli occhi incollati alle mie tette e non riesce a staccarli...
Porto le mani alla parte sotto del costume e me lo tolgo, ora il suo sguardo e' calamitato sul mio ventre, sulla riga di pelo nero, mi stendo sulla pancia e mostro il mio didietro, sento ora il suo sguardo lì... mi sta accarezzando con gli occhi, io da troia quale sono... ne godo, quanto sono bagnata!
Mi piace che mi stia guardando, ho voglia di portarmi la mano fra le cosce e toccarmi, toccarmi e poi leccare le dita, sentire il mio sapore, il mio odore…
"Dai...per favore prendi la crema solare... si, nel borsone e spargimela sulla schiena... hai le mani lisce? fammele sentire...".
Mi alzo a sedere e gli prendo le mani... che dita lunghe ha, me le immagino dentro di me, che mi fruga e mi viene un capogiro dal desiderio...
Mi distendo nuovamente e sento le sue mani passare la crema sul mio corpo... scende lungo la schiena... quando arriva vicino alle natiche si ferma, e' titubante...
"continua...", lo sprono, "mettimela dappertutto...".
Ora passa le mani sui glutei, sente come sono sodi e lisci? Si... le sue mani indugiano... impastano le natiche come fossero forme di pasta lievitata, passa oltre, e' ora sulle cosce, apro le gambe e gli faccio scorgere la fica, sento le sue mani tremare....
Mi giro distesa sulla schiena e lo incito...
"Anche davanti... dai... sei bravissimo...".
Le sue mani vibrano quando affrontano le mie tette, ha paura, ma no... non ti mordono, vai tranquillo...
Passano e ripassano... quando mi tocca i capezzoli ho degli scatti nervosi di reazione da quanto sono sensibili.
E' inginocchiato al mio fianco... chinato sul mio corpo, il suo cazzo sporge in maniera più che evidente nel costume... allungo la mano e lo stringo e lui salta come tarantolato, il pattino a momenti si rovescia, stringo e constato la sua dimensione... però... a questa età... se cresce ancora... da adulto avrà un cannone fra le gambe, gli abbasso il bordo del costume e la sua verga scatta in fuori... diritta, si... mi piace... è largo, una bella cappella gli orna la cima, comincio a segarlo... piano, lui sempre in ginocchio raddrizza il busto, porta la testa indietro e chiude gli occhi, gli piace e piace a me menarglielo, essere la prima, mi piace averlo fatto eccitare e mi piace toccarlo, dai... lo incito… vienimi nella mano, dai... che e' bello, certo... dura pochi minuti, sento l'asta indurirsi ancora di più... e lo sperma schizzarmi addosso, sulla pancia...sullo stomaco, il ragazzo geme... e io continuo, smetto solo quando spremo da lui anche l'ultima goccia...
Sono talmente eccitata che se mi tocco vengo, ora ho fretta... guardo l'orologio... si... e' presto... faccio a tempo, mi rivesto e lo sprono a tornare a riva.
Qui... lo trascino quasi fino a casa, entriamo e lo tiro in camera da letto, e' frastornato... ma dai... mica ti mangio... vieni...
Lo libero dal costume e riprendo a toccarlo..., quanto mi piace, riprende subito vigore nella mia mano, e' bello... giovane... spudorato, dai... lasciatelo menare, ti scopro la cappella tirando sull'asta la pelle del prepuzio, si... a fondo, ti soppeso lo scroto... piccolo e rugoso, ti palpo le natiche muscolose e raccolte....
Lo lascio e mi distendo sul letto, lo tiro a me... ma prima voglio che mi tocchi, che senta la mia natura, che conosca la mia fica, la fica della sua prima donna, della donna che lo ha sverginato, gli prendo una mano e lo guido, le dita lunghe sottili mi toccano, faccio un salto dall'eccitazione... le sue dita sul clitoride, le passo e ripasso sopra, dai... ancora... senti come mi fai bagnare... ormai sono un lago, lo tiro fra le mie gambe e lo prendo nuovamente in mano... come mi piace! E' lungo abbastanza da arrivare a toccarmi dentro... in fondo...
Lo guido, lo passo sulla fica fino a farlo bagnare completamente e poi gli mostro l'entrata... e lo tiro a me, si dai... prendimi, spingilo fino in fondo e poi ritiralo... fino quasi ad uscire e ancora... ancora... ancora, dio che godimento! Alzo le gambe per sentirlo meglio e lo incito a sbattermi con maggior forza, dai... ancora, dai... che vengo... vengo... e' bellissimo, ora ha preso un buon ritmo e ha resistenza...
Dai... continua... continua!
Ora lo freno e gli faccio cambiare ritmo, lente penetrazioni profonde, spingo il bacino ad incontrarlo, si lo sento fino in fondo, dai... sono lì per venire ancora una volta, quanto sono bagnata, a rivoli esce il mio nettare e mi bagna le cosce, si... vengo ancora...
vengo... vengo...
Lo tengo per le natiche e lo tiro dentro di me, ha resistenza... molta, ora... sono caldissima, non mi importa più di nulla voglio solo che continui a sbattermi...
Si inarca, dai vienimi dentro, riempimi con il tuo sperma... schizzami dentro, ecco... lo sento, e' caldo, dai... vengo anch'io... ancora una volta, si... e' bellissimo... bellissimo...
Si abbatte sul mio corpo e lo abbraccio, la sua prima volta, e' bravo... ma ha bisogno di essere svezzato veramente, ha bisogno di una maestra... capace e volenterosa...
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Torna nel presente... gli occhi persi nel ricordo...
si sta toccando.
Le chiedo...
Quanto giovane...?
Molto... troppo... pericoloso...

Ho di nuovo voglia di scoparla.


SHIBARI KIMBAKU

BALL BUSTING.




SPANKING

giovedì 28 giugno 2018

SILAHDAR.


E’ il quarto racconto che ho dedicato all'India. Questo e “la Signora di Shabling”, a differenza dei primi due, parlano di un’India immaginaria anche se i luoghi dove sono ambientati sono reali.

Buona lettura a chi leggerà.

La natura l’ha dotata di due occhi davvero strani.

Chiarissimi.
Quasi senza colore.
Trasparenti.
A chi li guarda danno l’impressione come di caderci dentro… di un vuoto assoluto.
Contrastano fortemente con il colore scuro della pelle e mettono a disagio.
Sarebbero considerati solamente strani e magari anche belli in altre parti del mondo ma non dove vive lei.
Lì… dove vive sono un cattivo segno.
Un segno maligno. Di sfortuna.
Vive nel Bengala, sul delta del Grande Fiume.
Quando raggiunge l’età dei dodici anni la sua famiglia ha quasi perso la speranza di poterla maritare convenientemente, troppi i rifiuti dopo aver visto quegli strani occhi e diventa un peso per la famiglia in una società dove le spose novelle hanno dieci anni.
Insperatamente arriva un pretendente.
Un amico del fratello. Un suo compagno d'arma dato che ambedue hanno servito nell'esercito inglese.
E’ il periodo coloniale.
Il contratto del matrimonio viene discusso a lungo fra le due famiglie. Poi si raggiunge l’accordo, le condizioni per i genitori di Silahdar sono relativamente favorevoli, forse oltre ogni loro speranza. La famiglia dello sposo rinuncia a parte della dote inizialmente richiesta.
Le nozze vengono stabilite. Come d’uso sono una grande festa. Dura giorni e partecipano una moltitudine di parenti.
Silahdar la vive in un stato di assoluta estraneità. Viene sospinta di qua, tirata di là, risponde a monosillabi alle facezie degli invitati. Ogni tanto ferma gli occhi sul marito. Lo vede per la prima volta. Lo esamina. Spera in cuor suo che sia amorevole nei suoi confronti. La madre le ha parlato della prima notte, di quello che accadrà. Lei ha timore. Non le sembra di essere adeguata.
Finalmente tutto finisce. E loro… i due sposi si ritirano nel loro alloggio, nella casa della famiglia di lui. Lei è timidamente in apprensione… guarda sottecchi il marito.
Si prepara.
Toglie gli indumenti di cerimonia e rimane vestita solo di un leggero velo semi trasparente.
Vorrebbe essere ammirata! Vorrebbe che il marito le rivolgesse frasi tenere… di appassionata approvazione.
E’ una giovane donna. Una donna-bambina. Un fiore pronto per essere colto.
Invece l’uomo è quasi disinteressato.
Ha passato la sua gioventù e parte della vita nell'esercito in una lunga ferma. Ha combattuto sulle pendici del Kashmir contro gli Afgani, sofferto il freddo delle montagne e il caldo umido degli acquitrini. Ora è tornato al paese natio e gode di una piccola rendita.
Si prepara una pipa di oppio e mentre la giovane sul letto attende… lui fuma. Prima di cadere nel torpore dello stupefacente la tranquillizza, nota la sua inquietudine e la invita a prendere qualche boccata… la forza quasi. Lei subisce… l’odore e sapore dolciastro la stordiscono e presto si addormenta.
Un lungo sonno agitato, il mattino la trova nuda sul letto, cerca con lo sguardo l’uomo che è suo marito, lo ritrova dove era la sera prima… addormentato su di una stuoia con accanto la pipa.
Solo ora lei sente il dolore… lì… fra le gambe.
Si esamina e con timore vede del sangue rappreso sulle cosce, non solo… nota anche i capezzoli indolenziti da violente carezze, il seno morsicato ferocemente, così come i glutei, le spalle, il collo.
Si rende conto che ha perso la sua verginità. In un atto feroce… privo di amore e piange amaramente. Sperava ben altro dal matrimonio, dall’uomo che è ora suo marito.
Poi altre disillusioni nei giorni successivi… l’uomo è apatico. Trascura lei. Trascura la cura della campagna della propria famiglia. Si dedica solo alla coltivazione dell’oppio, dei papaveri, ne incide il bulbo e ne raccoglie il lattice. Parte lo vende alla fabbrica dell’oppio dove presta saltuariamente la sua opera, parte lo tiene e lo trasforma per uso personale.
Nel frattempo le sere e le notti non cambiano. Lui la fa fumare. Lei si stordisce e ritorna se stessa solo all’alba.
E ogni mattina ritrova i segni del possesso sul suo corpo. Morsi… la sua vagina dolente, ora teme anche che l’abbia posseduta anche dietro. Nel suo fiore nascosto fra le natiche. Lo sente infiammato, dolorante al tatto… all'evacuazione. Riconosce il seme maschile. Lo ritrova rappreso sul proprio corpo. Sul seno. Sul viso. Sempre presente nella vagina, lo nota nelle abluzioni mattutine fatte nel Gange.
Le sue notti sono agitate. Sogni strani. Le pare di provare piacere anche. Dolore e piacere. Orgasmi ripetuti.
Il suo sposo ha due fratelli. Giovani. Dai discorsi fatti sarebbero in età di matrimonio ma la famiglia manca dei mezzi economici per acquisire le spose e per far fronte alle spese delle cerimonie.
Poi una notte il riscontro della realtà, probabile che quella notte l’oppio non faccia il solito effetto.
Non subito realizza.
Vive tutto come una visione, nella quale lei si vede come fosse una spettatrice che assiste a tutto da un lato della stanza ma ne vive anche le sensazioni.
Si vede sdraiata…
Vede suo marito abbandonato sulla stoia in preda all’oppio, stordito.
Vede aprirsi la porta ed entrare nella stanza la madre, il padre del suo uomo e i due fratelli.
Vede la suocera approssimarsi a lei, toglierle la leggera veste da notte, la vede ridere mentre la mostra nuda ai tre uomini… la vede allargarle le gambe e la sente… toccarla…!
Lo sente…!
Sente un brivido percorrerle il corpo abbandonato. Mentre le dita della vecchia la aprono… mentre la mostrano agli uomini.
Vede la bocca della suocera aprirsi e parlare, ma non ne sente la voce.
Chiama uno dei giovani… il quale si avvicina e si scopre.
Lei vede una grossa verga turgida. Dura.
Lo vede posizionarsi fra le sue gambe e lo sente…
Lo sente sforzare… entrare a fatica fino a esserle tutto dentro e poi… muoversi in maniera forsennata, spingere a fondo… lo sente toccarla in cima, mentre la sua bocca le succhia e morde i capezzoli e le mani la stringono forte.
E gode.
Sente partire l’orgasmo… non desiderato, non voluto ma forse per questo più forte. Lungo. Sente il suo corpo inarcarsi nel godimento, si vede… la bocca aperta in uno spasimo di piacere, le sue mani artigliate alle spalle del ragazzo.
Vede la vecchia ridere… capisce che la sta chiamando piccola puttana, le dà della prostituta.
Poi si sente svuotare mentre lui esce da lei… è venuto, l’ha riempita con il suo seme caldo.
La vecchia la pulisce… ridendo usa per farlo un indumento del marito sdraiato incosciente.
La pulisce fra le cosce, pulisce la sua natura di donna.
Lei sente lo strofinare e si contorce dal piacere causando le risa della vecchia megera.
Poi tocca al fratello rimasto… il più giovane e bello. Ha gli occhi colore dello scisto. La pelle ambrata ed è aggraziato.
E… è… formidabilmente munito!
Ha il lingam del Dio Shiva. Un vero obelisco di carne fremente. Lei incosciente lo segue con gli occhi, lo desidera e nello tempo ne ha paura.
Si sente sventrare quando entra.
Ed è tutto godimento sentire lo strofinio interno del grosso palo di carne. Muove il bacino… spinge ad incontrarlo per essere riempita ancora di più! Sente sbattere il grosso sacco dello scroto contro il suo tratto perineo… e gode!!
Gode!
Lo sente tutto dentro!
Tutto!
Il pelo pubico suo congiungersi con quello del ragazzo.
E stavolta sente il grido con il quale si svuota dentro lei, lei che si sente inondata da un fiume di sperma.
Poi il vecchio…
La moglie gli impedisce di possederla. la sente discutere, dirgli che lei… Silahdar… deve restare gravida di uno dei fratelli e non da lui.
Il vecchio che protesta… litigano. Lui infuriato che lascia la stanza.
E ancora il seguito.
I due ragazzi… non sazi.
E gode ancora…
Le loro bocche… le mani… su di lei.
La crudeltà della vecchia che le sevizia ferocemente le carni e che le causa inconsapevolmente altro piacere.
La lasciano sola.
E dopo… nella nebbia dell’incoscienza vede rientrare il suocero, sente le sue mani sul suo corpo… la sua bocca… i suoi denti morderla dappertutto.
Poi.. lui che la prende, la pone su di un fianco e le alza una gamba, bagna il suo membro e la cerca dietro…
Senta una stilettata di dolore quando la penetra fra le natiche, dolore… forte e poi… mentre lui le percuote i lombi contro le natiche… sente il sorgere di uno strano e diverso piacere.
La mattina realizza…
Da un senso ai dolori. Allo sperma che ha per tutto il corpo, alla spossatezza causata dal oppio e dal ripetuto piacere.
Nascono desideri e nasce l’odio e l’antagonismo.
Odio…! Capisce il perché dell’essere stata scelta, nasce l’odio verso chi ha pensato a questo, verso chi ne tira le fila.
Passano giorni e passano notti.
Lei non fuma più l’oppio.
Lei ora è cosciente e prende piacere da tutto.
Dai due giovani e dal vecchio che la prende di nascosto dalla moglie, la prende ferocemente e sempre nel suo fiore nascosto.
A volte il marito sembra guardarla con il suo sorriso ebete stampato sul volto.
Gode anche di questo, nell’essere osservata, strana la cosa che prova, un piacere nel pensare che lui soffra di questo.
Ma il suo odio cresce. Diventa insopprimibile. Una cosa forte come la sua passione per il piacere.
La suocera muore improvvisamente, si addormenta per non svegliarsi più.
Eh si…!
L’oppio unito ad un erba chiamata lattuga virosa, succedaneo dell’oppio stesso, può essere un formidabile strumento di morte.
Silahdar prende coscienza di se, diventa la padrona della casa, usa il suo corpo, la sua passione per asservire tutti gli uomini.
Ora è la donna di tutti loro.
Le modalità sono le medesime. La notte destinata ai piaceri. Il giorno lei comanda, dispone per i vari lavori. Mostra via via grande competenza per gli affari, gestisce la coltivazione e la vendita dell’oppio e la sua opera crea benessere alla famiglia.
Ma ha le sue regole.
E’ cresciuta in fretta. Ha lasciato la sua condizione di quasi bambina ed ha assunto quella piena di donna.
Si innamora del cognato più giovane, non gli permetterà mai di sposarsi. Ma non trascura comunque gli altri uomini di casa ai quali seguita a concedersi.
E al vecchio, fino a che lui conserverà il desiderio, non concederà solo il suo fiore fra le natiche ma anche la sua splendida conchiglia. Anzi lo stimolerà a competere con i figli nel darle piacere.
Suo marito?
Quasi impotente… poco virile, ha ora solo sprazzi di una tiepida sessualità verso Silahdar, lei non lo rifiuta ma lo disprezza, lo sopporta appena. Lo relega nel ruolo di servo, servo suo e dei suoi fratelli… lo spinge al consumo dell’oppio fino a diventarne completamente schiavo. A perdere ogni forma di lucidità.


Nascono molti figli…
Figli di padri diversi…


Felice?
No.
Determinata?
Si.
Gli occhi?
I suoi occhi?
Sono la sua diversità.
Lei sa… è sempre consapevole che la sua vita è un tratto di strada da percorrere. Questa è la vita che le è riservata, il suo matrimonio, i figli… tutto per qualcosa di strano e di grande.
Non sa cosa.

Vede a volte in un sogno un lungo viaggio….


Avrà un pro-pro-pronipote… un suo discendente con i suoi occhi, sarà lui a fare quel viaggio.
Avrà questo nome… Ayertiam.
Non si sa il perché gli daranno questo nome… ma una ragione c’è.

E’ il nome Maitreya capovolto.


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…ll Bodhisattva Maitreya è il nome del prossimo Buddha nella soteriologia buddhista, un bodhisattva che molti buddhisti credono comparirà sulla Terra, otterrà l'illuminazione completa, e insegnerà il puro Dharma. Il Bodhisattva Maitreya sarà il futuro Buddha, successore di Gautama Buddha, ed è destinato ad essere "Re del mondo", unendo tutti i fedeli delle varie scuole. La profezia della venuta di Maitreya è accettata dai buddhisti come un dato di fatto, un evento che prima o poi avverrà.
Prima o poi avverrà…

LUSTRA SCARPE.

flensburgpaar: "http://flensburgpaar.tumblr.com/archive/"

SITUAZIONE CONFUSA

Questo è piuttosto confusa, ma lei mi ha fatto guardare ...

PENE?

Chi non sarebbe fissando questo pene?

mercoledì 27 giugno 2018

Marcel VERDE, The Shadow 1921

LA COLAZIONE DELLA BARONESSA IRMA VON VOGELFAENGERIN.




Questo raccontino è importante per me, perchè è il prologo alle avventure dello Sciupafemmine che vi proporrò più avanti. 
Si... infatti lo Sciupafemmine e la Baronessa si incontreranno...

Hotel La Scogliera Grande, Positano.
La baronessa Irma Von Vogelfaengerin (*) allarga le braccia soddisfatta mentre ammira lo splendido panorama del Golfo di Positano.
E' una splendida mattina di luglio.
Indossa un negligé trasparente legato al collo da nastri di seta e aperto sotto, sa d'essere ancora una femmina appetibile nonostante la sua non più giovanissima età. Ciò' anche grazie all'opera del miglior chirurgo estetico del mondo, il professor Vargas di Recife, il migliore e il più pagato.
E' il suo primo giorno di permanenza nel lussuoso albergo, costituito da diverse villette arroccate sulla scogliera e servite da una funicolare collegata al corpo centrale.
Lei occupa la miglior suite, le costa oltre 1000 euro al giorno, si gode il meglio del meglio grazie a suo marito, il Barone Hans Otto chiamato, fortunatamente per lei, a miglior vita. Il suo "Snackele"(**) abbondantemente riempito di corna da vivo.
Non vuole ricordare i tempi della sua gioventù, lei una bella e procace commessa, lui il proprietario della catena di grandi magazzini.
Telefona per la sua colazione.
Ha dato disposizioni particolari...
Desidera pasticcini gallesi sfornati freschi appositamente per lei, pasta sfoglia alta 3 cm con formaggio Cheddar appena colorato, pasticcini serviti caldi sui quali metterà della marmellata inglese d'arancia marca Duerr's, da lei fornita alla cucina dell'albergo.
Tè... solo tipo Oolong confezionato da Mark T. Wendell e un frullato inglese, mezzo bicchiere di succo di mela fresco, mezzo di latte e un cucchiaio di succo di menta.
Per finire manca ancora una cosa a lei essenziale per mantenere splendente la sua carnagione.
Sente bussare mentre è in bagno a visionare il suo aspetto, si piace ancora.
Sente la voce del cameriere.
-Buon giorno baronessa... posso servire la colazione?-
Esce sul terrazzo, il cameriere è un gran bel ragazzo, bruno, due occhi che sembrano braci, lei si siede al tavolo.
-Wie ist dein Name... liebling?-
Poi nel suo stentato italiano.
-Komo tu kiamare... morettino?-
-Gennarino... signora Baronessa-
-Ghennarino! Schoener Name! Bellissimo... avvicinare tu me, servire a me Fruehstueck... dare colazione...-
Gennarino si avvicina rispettoso, prende la teiera e inizia a versare il tè, lei gli mette la mano proprio sull'inguine e palpa, lui versa parte della bevanda sul tavolo.
-Ma... signora Baronessa...-
-Sei still...! Tu ora zitto...! Tu... fermo e io fare... poi... buona mancia...-
Veloce e pratica abbassa lo zip dei calzoni, poi lo slip e soppesa il pene, si passa la lingua sulle labbra, le piace quello che sta tastando, un aggeggio che promette bene, lo tira a se, si piega sulla sedia e inizia a baciarlo, lecca la cappella mentre lo masturba lentamente scoprendola, quanto gode della sensazione di sentirlo crescere nella sua bocca, sentirlo indurire, vederlo diventare sempre più grosso e rigido! Gli sputa sulla cappella, lo lecca, passa la lunga lingua sotto, sul frenulo. Sente il risultato, è duro ora, un grosso cazzo, lei gli spinge il prepuzio indietro sull'asta e lo inghiotte, lo sucçhia, se lo inserisce fino in gola, sente il pelo strofinare contro la sua bocca, gli tiene la borsa dello scroto con la mano, gli stringe forte i coglioni poi il dito raggiunge l'ano dell'uomo e lo penetra e lui le viene in bocca...
Non è durato quello che sperava ma è stato soddisfacente, lo lascia e si gusta il sapore dello sperma, ne ha ancora in bocca, poi deglutisce e beve con soddisfazione il tè, si sciacqua la bocca.
Ecco! Ora la sua colazione è completa!
Gli allunga 200 euro e un buffetto sulla guancia.
-Tu... Ghennarino venire ogni mattina...-


(*)tradotto: (cacciatrice d'uccelli, ma non ridete! E il suo vero nome!)
(**)(lumachina).

Arrivederci.

T.

LEO KROLL - ARTIST

cath-ddu:
“ Leon Kroll
”

LIGHT

TE LO FACCIO VEDERE!

La mamma mi ha mostrato che stava seguendo il codice di abbigliamento prescritto prima di avermi ricordato che era tempo per la mia 10:00 relax in uno dei suoi buchi.  Migliore.  (Casa). Segretario.  MAI.

martedì 26 giugno 2018

IL SENSO DELLA FAMIGLIA - Erich Von Gotha

Il senso della famiglia

MASSIMA DEL GIORNO

drzap:
“http://www.drzap.it (oltre 102.800 battute e barzellette)
http://drzap.tumblr.com/ (oltre 5.400 vignette umoristiche)
”

rebeccalawrence: Me by Craig White

craigmac1000:
“rebeccalawrence:
“Me by Craig White
NY, NY
”
Re-blogging an old favorite
”

UN MARITO... LA SUA GIOVANE MOGLIE E I TRADIMENTI.

Dissertazioni sul tradimento:
Definizione: Infedeltà. Inganno. (Frode. Fellonia. Slealtà.)

Oggi come allora.
Il tradimento nella sfera sessuale è sempre un’arte… e un gioco appassionante. Serve freddezza e astuzia e voi lo sapete o almeno dovreste saperlo. Niente falsi pudori… una coppia su due tradisce. E dovreste sapere anche il piacere che si prova a percorrere questa strada… vivere tutto il tempo della tentazione… poi superare le resistenze e cedervi… il brivido… il piacere…
E poi… il torbido… la corruzione dell’anima…


Ieri…: (tratto e modificato liberamente da una antica farsa spagnola… El Viejo celoso)
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Allora riassumo… abbiamo un vecchio marito geloso, la sua giovane moglie e la sua altrettanto giovane nipote che vive con loro. Le due giovani donne stanche della tirannica gelosia del rispettivo marito e zio decidono di avere un amante e chiedono ad Ortensia, una parente vedova, di trovarne uno a loro adatto…
Sono Lorenza la moglie, Cristina la nipote e Ortensia la parente.

Cr. – In verità io preferirei andare in giro con uno straccetto davanti e uno dietro piuttosto di vedermi sposata e insozzata insieme con il vecchio putrefatto che hai preso per sposo…
Lo. – Io l’ho preso? Me l’ha dato chi aveva l’autorità di darmelo e io fui più pronta all'obbedire che a contraddire, se avessi avuto l’esperienza che ho adesso…
Cr. – Tu dici il vero…
Lo. – Magari fosse falso!
Or. (la parente) – fate quello che vi ho consigliato e vedrete come vi troverete bene, il giovanotto è bello come un giuggiolo verde, sa amare, tacere e gradire quello che farete per lui.
Cr. – Bada Ortensia che ce lo devi portare galante, pulito, disinvolto, ardito e… soprattutto giovane…
Or. – Tutto questo… e in più… resistente e fornito come uno stallone…
Cr. - Garantito Ortensia?
Or. - Mmm… si. Dura tutta una notte e vedrai come è il suo corredo…
Ridacchiano…
Lo. – Siccome è la prima volta… abbiamo timore e non vorremmo, in cambio del nostro piacere, mettere a repentaglio il nostro onore.
Cr. – assomiglia a quella canzonetta…
"Prendetemi…
Ma doletevi di me;
Sono pura e verginella,
non l’ho fatto mai!"
Lo. – Qualche spirito cattivo deve parlare per bocca tua, Cristina.
Cr. - Chi parli non so; ma so che farei ben volentieri, senza omettere nulla, quello che ha detto e fatto Ortensia.
Lo. – E l’onore, Cristina?
Cr. – E lo spassarsela, Lorenza?
Lo. – E… se si viene a saperlo?
Cr. - E… se non si viene a saperlo?
Lo. – Chi mi garantisce che non lo si saprà?
Or. – Chi? La sagacia… la furbizia e soprattutto il coraggio…
Lo. – Bada Ortensia… garantisci che è giovane…
Or. – Si.
Cr. - E dopo di lui… fammi il piacere di procurarmi un fraticello piccolino, un novizio… con cui possiamo divertirci…
Or. – Lo cercherò e lo porterò…
Cr. – Senti Lorenza, se Ortensia ci porta l’innamorato e poi il fraticello e mio zio se ne accorge, non abbiamo altro da fare che acchiapparlo, strozzarlo e poi gettarlo nel pozzo o sotterrarlo nella stalla.
Lo. – Che lui non sia tanto geloso e ci lasci vivere in pace; e noi non gli facciamo nessun male e viviamo come delle sante…
Or. – E… avvelenarlo…?

“El viejo celoso se muere de repente...”
Il vecchio geloso muore improvvisamente qualche tempo dopo…

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Ma se il tradimento è inteso diversamente?
Se è accettato…?
Che dire se non che l’attrazione che possiamo definire “amore” ha mille e mille sfaccettature? Come un diamante. Sfaccettature tutte perfette e riflettenti la luce e i mille colori… la luce che passa attraverso un prisma, si scinde e diventa uno dei colori base, poi si mescola… diventa un colore secondario e ancora un colore terziario e via così.
Partiamo da un principio, da condividere certo, non è assoluto. Che la sofferenza dovuta alla gelosia faccia parte integrante del piacere. Di un certo tipo di piacere. Piacere non comune ma… per intenditori. Per palati forti. Per caratteri forti. Per coloro che tengono sotto controllo il proprio istinto possessivo.

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Oggi… (…sempre liberamente da un fatto di cronaca…)

…ora... abbiamo un vecchio miliardario di settantacinque anni che sposa una donna giovanissima… appena ventenne, la loro unione è particolare. Lui la possiede come gli altri oggetti del suo lusso.
E le permette di tradirlo.
A certe condizioni...
Ha posto delle regole e dei paletti. Niente lunghe relazioni, solo incontri occasionali.
Rispetto delle convenienze. Niente ostentazione.
E partecipazione…
Vuole che lei al ritorno dei suoi raid sessuali… gli racconti quanto è successo, vuole i particolari. Questo lo eccita e sente rivivere la sua spenta sessualità.
Lei… un viso d’angelo e per contrasto una torbida personalità.
Una lunga lista di amanti occasionali. Di validi e molto più spesso di inetti, incapaci di muovere la sua libidine…
L’altro… quest’ultimo sa come sollecitare le leve giuste… basta che la sfiori, con le mani e con le parole e lei vola…
E’ un giovane uomo… senza molti scrupoli. Oltre al suo corpo vuole qualcosa d’altro… il denaro… e il potere che il denaro dona.
Ora la loro è una relazione…
E lei mente al marito… inventa ora degli incontri sessuali mai avvenuti… e salta i paletti che lui ha posto.
Come oggi…
Lo riceve in casa… e lo vuole nel suo letto matrimoniale, lo vuole nel letto ancora caldo del marito, questo le da una carica di libidine inusuale e vuole soddisfarla…
Ora è nuda… in ginocchio sul bordo letto e con la testa sulle lenzuola… e lui dietro ancora vestito che affonda violento il suo grosso cazzo… forti colpi… lei che lo incita a scoparla ancora più forte…
E gode… gode di essere chiamata puttana… di sentirsi puttana… di essere trattata da puttana. Di tradire suo marito nel suo letto…
Gode ancora mille volte… mentre lui passa il suo viso non rasato fra le sue cosce e la fa morire… mentre lui si fa cavalcare e le fa perdere ogni lucidità… e infine… mentre la possiede nel suo culo… sopra di lei in ginocchio… la prende come un animale…

Qualche minuto per riprendere fiato…
Parlano ora… seriamente…
Lei. – dio… quanto lo odio quell'uomo. Ho il vomito a raggiungerlo… qui… nel suo letto e raccontargli… e poi farmi insozzare… e ho timore che prima o poi si accorga di te… di te che non voglio perdere…
Lui. - Non mi perderai…
Lei. - Mi sono sacrificata per lui… lo sai… per quello che ha. Voglio i suoi soldi… li voglio… non ha figli… e io sono la sua unica erede…
Lui. - Dimmi… dimmi cosa intendi fare…
Lei. - Vorrei che morisse… che io e te potessimo avere tutto… tutto quello che ha lui…
Lui. – Si, ma come? Come possiamo fare?
Lei. – Ascoltami… ma avrai il coraggio di fare quanto ti chiedo?

Giorni dopo…

Il marito guarda la città dalla vetrata del suo ufficio… sta ascoltando una registrazione, il suo aspetto è invecchiato improvvisamente.
Con lui c’è la sua guardia del corpo. Un vecchio compagno di quando non era un imprenditore miliardario come ora… prima che riciclasse i proventi dei suoi crimini e diventasse quello che è.
Si rivolge a lui…
- Devo fare una cosa che non vorrei fare…-
Guarda negli occhi l’uomo…
- Provvedi tu… tutti e due. Io parto oggi… e starò via fino a cose avvenute… -
Il cenno di assenso dell’uomo…

Una settimana più tardi… la cronaca…

…Una coppia che si era appartata in un luogo isolato viene trovata morta nella macchina di lei, dalle indagini sembra che l’uomo abbia ucciso la donna dopo un diverbio, forse per gelosia e poi abbia rivolto l’arma verso di se, uccidendosi…

Conclusione morale?
No… niente morale.
E poi il fatto dei mariti vecchi? E chi tradisce i mariti giovani con dei maturi amanti? Sono mille gli aspetti del tradimento.
Però… permettetemi una banalità, richiamo le parole di una canzone, stucchevole ma che contiene una verità…


“se un uomo tradisce… tradisce a metà…”.

Una donna…?

No.








picnic by Jonathan Charles x 1974.

classypics:
“picnic by Jonathan Charles x 1974.
”

MIRACOLO!

lunedì 25 giugno 2018

PREDATORI... PREDE E DINTORNI.






Ho sempre pensato che il destino riservi ad ognuno di noi la sua parte da interpretare nella vita, la vita che io vedo come una commedia da mettere in scena, tutti noi attori, tutti protagonisti... 

Lui...
è certamente predatore, oltre ad averne il Physique du Ròle, ne ha l'egocentrismo sfrenato, l'egoismo assoluto, la grande carnalità.
Lo chiameremo Albatros...

Ora è seduto allo stesso tavolo di un anno prima, stesso tavolo, stesso bar e una vecchia canzone di Lucio Battisti trasmessa dalla radio, che il barista tiene a tutto volume, gli apre il libro dei ricordi.

-Mi ritorni in mente... bella come sei... forse ancor di più...- .

Oggi legge il giornale.
Allora stava sfogliando un libro appena acquistato in Piazza Maggiore da un banchetto di libri usati.
Una copia vecchissima del Piccolo Campo di Erskine Caldwell.
Lo sfogliava cercando di rivivere le emozioni che aveva provato nella prima lettura avvenuta anni prima, molti anni prima.

Lei...
Dovrebbe essere preda.
Carinissima, giovane, forse un 25anni, due occhioni innocenti color turchino, bruna.
Uhm... alta forse un... 1,65?
Snella.
Un seno sviluppato, pieno, che stona quasi sul torace magro.
La chiameremo Aurora...

Aurora entra e cerca con lo sguardo.
Nota Albatros.
Si avvicina... e...
-Ciao...-
Lui alza lo sguardo, non la conosce, ne è sicuro, mai vista prima, la ricorderebbe certo.
-Ciao...-
Lei tituba un attimo...
-Sei Albatros... vero? Sei tu...-
Lui non lo è, non è quello che lei pensa, ma per lei è disposto a farsi crescere le piume, le ali e poi ad imparare a volare. 
Si sente Albatros.

Immagina subito un appuntamento al buio e si butta, è nella sua natura non avere nessuna forma di inibizione, né scrupoli.
-E... tu sei...?-.
-Aurora... sono Aurora...-
-Sei bellissima Aurora! Siediti prego, scusami... mi ero distratto...-
Si alza, le da la mano, le stringe la sua.
Puo' guardarla con comodo ora, ma capisce che deve portarla via da lì, non sia mai che il vero Albatros trovi il coraggio e la strada giusta e si faccia vivo.
Non sa niente del rapporto esistente fra i due e sta sul vago.
Cinque minuti... nei quali cerca di interessarla e che durante i quali sta sulle spine, poi propone di andare da qualche parte.
Lei...
-Eravamo d’accordo di andare da me... non ti va più...?-.
-Certo che mi va...-.
-Ho la macchina giù nel parcheggio... dai vieni...-.
Salgono in macchina e partono, ora sono nel traffico della città.
Lei porta la mano sulla sua coscia.
-Dai... fallo...! Fai come me lo hai descritto... tiralo fuori... qui... mentre andiamo e fammelo vedere...-
Lui esita ma solo un attimo, queste cose gli piacciono.
Apre la patta completamente, tira lo slip sotto lo scroto e glielo mostra, è ancora a riposo e sembra un innocuo salsicciotto, coperto, scuro, grinzoso, poi mentre lo manipola prende vita, si ingrossa, si allunga, la pelle del prepuzio piano piano mostra il glande, lo libera completamente fino ad arrotolarsi sotto la corona, è in piena erezione ora, un grosso cazzo!
Lei allunga la mano, lo stringe, lo accarezza per tutta la sua lunghezza, passa le dita sulla cappella, sulla corona, sul piccolo orifizio.
-Sei bello... bello, molto di più che in foto... che grosso sei...-
Poi improvvisamente accosta, accosta la macchina al bordo strada ignorando le proteste degli altri automobilisti e si abbassa sul cazzo.
Lo tiene forte con le due mani mentre lascia cadere un filo di saliva sulla cappella e poi lecca, sparge la saliva e lo prende in bocca, lo ingoia per quanto le è possibile e poi ritorna a leccarlo e a riprenderlo ancora.
Si rialza e riparte, si rimette nel traffico, con la mano destra lo mena.
-Dio...! Se sono bagnata... senti dai...!-
Lei stessa si alza la gonna fino alle cosce, le scopre e allarga le gambe, scosta il fondo dei slip.
Lui porta la sua mano fra le sue gambe, sente il suo afrore, sente l'odore forte della sua fica eccitata, le accarezza il gonfiore dello spacco, preme e ha sulle dita il suo umidore, passa forte le dita, a lungo, sente il turgido del clitoride e lo stuzzica, preme, lo strizza, poi si porta le dita alla bocca, le lecca, le annusa.
Le avvicina al viso di lei.
-Dai... bagnami bene le dita che ti faccio venire dai... dai... mentre guidi...-
Il vedere la sua bocca leccare e bagnare le dita lo eccita, porta la mano giù e la apre, passa le dita, cerca e entra per quanto è possibile data la posizione, la penetra e poi si dedica al clitoride, lo lavora, lo sente grosso, lo sente turgido dal desiderio, lo spinge ora di qua ora dall'altra parte, lo stringe forte fra pollice e indice, lo strofina.
L'orgasmo la prende mentre la macchina è ferma ad un semaforo.
Urla il suo piacere mentre sono spettatori allibiti gli altri guidatori fermi di fianco.
Ora per lui è tutto chiaro e non ha nessun problema a gestire la cosa.
Quando riprendono la marcia avvicina la sua bocca al collo di lei e le sussurra...
-Voglio leccartela... dai... fermati...-
Lei accosta bruscamente di nuovo mentre i guidatori delle altre vetture indirizzano loro una caterva di maledizioni varie.
Si appoggia alla portiera con la schiena, porta una gamba sullo schienale del sedile di lui, l'altra sul ripiano del cruscotto, lui la prende per i glutei e la alza, la mangia, le sposta completamente gli slip, glieli tira a lato e le libera la fica depilata, con la bocca l'apre e infila la lingua fra le labbra esterne, suççhia, lecca, passa la lingua forte e cerca il clito, lo sente corposo, duro, liscio, lo stuzzica, lo titilla, lo stringe fra le labbra, lo tira, lo morde dolcemente e poi più deciso, la sente inarcarsi mentre con una mano le stringe i seni, l'altra le accarezza il buchino, spinge, per poi penetrarla forte in fica, fino a farla godere ancora, lì sulla strada a grande traffico, incuranti dei colpi di clacson.
Lui... ha sempre il cazzo fuori, il glande paonazzo viola dalla eccitazione, tanto teso che sembra dover scoppiare come un palloncino, vorrebbe sc0parla lì, vorrebbe che lei gli si sedesse sopra.
Ma lei si rimette al volante,- manca poco gli dice..
Infatti all'uscita per Pontevecchio esce, si infila in una entrata di garage, parcheggia.
Lui scende, lei gli si avvicina.
-Fammi sentire il sapore della mia fica... dai... dammi la bocca...-.
Le morde le labbra, lei sugge la sua lingua.
E' eccitato... deve trovare sollievo.
La fa appoggiare al cofano caldo della macchina e tenendo il cazzo in mano la cerca, lei sta appoggiata con i gomiti, gambe larghe, lui la sta montando da dietro, i suoi colpi sono poderosi, ogni volta che affonda l'alza, continua così fino a godere, gode urlando, grugnendo, si svuota dentro lei, la inonda del suo seme.
Gode anche lei, tanto, tanto, sentire quel grosso cazzo riempirla, sbatterla, la fa partire, chiude gli occhi e si lascia andare e quando l'orgasmo la prende... geme, si lamenta.
-Dai... saliamo in casa...-
Salgono così, lui con il cazzo bagnato di sperma e lei con lo sperma che scende a rivoli lungo le cosce.
Entrano.
Lei sbatte la porta, si inginocchia davanti a lui e lo prende in bocca, lo pulisce, lo netta a forza di leccate, di succhiate.
Lo guida e mentre cammina verso quello che è il soggiorno si spoglia, butta i vestiti.
Nuda si gira e lui la ammira.
La guarda, mentre lei, quasi senza dare importanza alla cosa, si porta la mano fra le cosce raccoglie lo sperma e lo porta alla bocca.
E' bella!
Bella tutta, ma quello che la fa speciale è il seno.
Un seno grosso sostenuto, due grosse mammelle che si appoggiano appena allo stomaco, che stanno ritte, che si notano di più confrontandole alla esilità del busto.
Lo raggiunge e lo spoglia, mentre gli toglie la camicia gli morde forte i capezzoli, lui la prende per i capelli e le fa alzare il viso verso il suo, la bacia, le passa la lingua sulle labbra, gliele morde piano e poi vuole sentire il profumo della sua bocca, la mano la stringe forte per la nuca, mentre l'altra accarezza il grosso seno, lo palpa, sente fra le dita la consistenza del capezzolo, lo strizza.
Le fa alzare la testa e le bacia il collo per poi lasciare scendere la bocca fino alle mammelle, bacia, succhia, lecca, morde.
Sente rinascere il desiderio.
Si stacca, le fa vedere come rinasce, vuole essere visto.
Il suo cazzo sembra avere vita propria, con dei movimenti sussultori vibra e si alza, si irrigidisce, si muove e ridiventa una colonna di carne, dura, calda, ritta.
Vuole essere montato da lei, ora.
Si stende, lei lo scavalca con una gamba, si abbassa sulle ginocchia lo prende in mano e se lo infila mentre scende ancora, poi... poi inizia a montarlo, il busto teso, le mani sui seni sopra alle sue di mani o le tiene sul suo petto o distesa mentre gode gli morde forte le labbra, si alza e si gira, ora gli da la schiena e lui le cerca il buchino, le infila il pollice, glielo allarga.
-Porco...! Che fai...? Mi stai inculando con il dito! Dai chiedimelo... dai... dai.... chiedi alla tua puttana cosa vuoi...-
-Voglio il tuo culo... puttana! Ora... così...-.
-Porco! Porco... quanto sei porco...-
Si stacca, lo riprende in mano e si abbassa, ma stavolta lo punta sul suo garofano e si siede, lui si sente entrare piano ma decisamente, lentamente si sente dentro, sente l'anello del suo sfintere stringerlo forte, ancora, ancora un attimo ed è dentro, a fondo, sente le sue natiche sul ventre.
-Ti piace... porco? Ti piace il mio culo vero...? Dimmelo dimmelo... porco...-
-Mi piace! cazzo se mi piace! Da morire... hai un culo meraviglioso... puttana...!-
-Farai dopo quello che sai... vero? Vero porco che lo farai...?-
-Si, puttana! Si... tutto quello che vuoi...-
Lui non sa di cosa parla, ma qualsiasi cosa pur di continuare ad avere quel culo magnifico, caldo, liscio, stretto! 


Dura a lungo mentre aiuta lei ad alzarsi per poi lasciarla cadere, mentre le strofina forte la fica, mentre la sente godere e godere, per poi arrivare al punto finale e le gode dentro, sente gli spasmi della eiaculazione, sente i getti uscire e il piacere prenderlo. 
Stanno fianco a fianco, riprendono fiato e le forze.
Lui ha sete, fame, lei lo porta in cucina, gli da mangiare, da bere, nudi seduti accanto, lei lo imbocca, gli porta il bicchiere colmo di vino alla bocca, gli pulisce le labbra, gli fa il caffè.
Poi gli chiede se è pronto.
Pronto a cosa... chiede.
Lo sai... risponde lei, vieni ti faccio vedere.
Lo prende per mano e lo conduce nella camera da letto.
Qui oltre al letto, all'armadio, c'è una strana cosa, sembra un cavalletto,
un cavalletto ricoperto da panno rosso, sulle gambe del cavalletto dei legacci.
Dai stenditi... gli chiede.
Ma perchè? Chiede lui... perché...
Lo sai... risponde lei, voglio leccarti il culo mentre sei così, me lo hai promesso, fammi contenta.
Lui è predatore, sicuro di se stesso, non può' immaginare una cosa diversa, è lui che ha sempre fatto la musica e imposto cosa ballare.
Vuole compiacerla, vuole godere ancora questa donna splendida.
Si lascia legare, le mani e le gambe ed è completamente alla sua mercé, senza difesa. La cosa comunque lo eccita.
Lei ora appoggia il suo busto alla schiena di lui, strofina le grosse tette, lo bacia, lui sente la lingua scivolare lungo la spina dorsale fino a raggiungere lo spacco fra le natiche, sente le sue mani aprirlo e la lingua continuare il suo viaggio, fermarsi sul suo buco e iniziare ad inumidirlo, leccarlo, baciarlo, toccarlo con le dita, spingere fino a penetrarlo. Il suo cazzo ricomincia ad erigersi.
Sente la sua bocca fermarsi a lungo, la sente sputargli proprio ìì, spalmare la saliva, gli piace, gli piace sentire quelle dita.
Lei lo lascia e...
Lui la cerca con lo sguardo.
Va all'armadio e ne trae un oggetto.
E' un grosso cazzo di lattice armato di cintura, lei lo indossa, l'affare che ha davanti è davvero impressionante.
-No.... no... senti, slegami, sta cosa non mi va...-.
-Me l'hai promesso Albatros... non dire di no...-
-Ma non sono quell'Albatros... non so chi sia...-
-Non ha più importanza ormai... ora sei Albatros...-
Si avvicina, lo tiene forte con una mano, con l'altra glielo punta e inizia a spingere.
Ora… per quanto lui si divincoli lei riesce a spingere forte, lo ritira e lo riempie di saliva e lo rimette e spinge.
Lui, ora incazzato, la minaccia, ma lei non cede e continua a spingere fino a violentarlo, fino a ficcare tutto lo strap-on nel culo dell'uomo.
E mentre lo penetra con violenza gli dice che lei gli uomini li vuole possedere così, vuole avere il loro culo, violentarli. Prenderli a forza! Usarli per il suo piacere!
Per quanto senta dolore e si senta umiliato, l'uomo è eccitato e tanto, lei lo sta scopando e sente nascere una sensazione strana di un piacere sconosciuto che parte dallo strofinamento della sua prostata. E inoltre lei lo sta masturbando mentre lo monta, glielo mena, glielo scappella piano e a fondo, gli strizza i grossi coglioni duri. 




E quando gli chiede se gli piace...
...lui sospira un flebile... si!
E poi più convinto urla...
che si... si... si... cazzo! Gli piace...! Gli piace essere inculato!
Lei gode, un godimento più di cervello che sessuale, ma tanto forte da lasciarla stordita, gode lui a sentire quel grosso arnese strofinargli dentro e la mano di lei che lo masturba.
Lei poi lo studia e tranquillizzata dal suo atteggiamento lo slega e si stendono sul letto.
Faranno ancora sesso fino alla mattina seguente, lei lo prenderà ancora.

E lui la subirà compiacente.


Ora... un anno dopo...
Il predatore/predato la ricorda, ricorda quella splendida ragazza, non ha più ripetuto l'esperienza della penetrazione anale, anzi la vuole dimenticare, la cosa fra loro non ha avuto seguito, è finita lì.
Lei avrà poi davvero incontrato Albatros, il vero Albatros? 
Ma esiste veramente un Albatros?
Chissà quanti altri Albatros avrà predato...

“””Mi ritorni in mente... bella come sei... forse ancor di più...- “”””


T.