(breve
racconto ispirato da uno spunto trovato in rete… lei è una donna,
come capirete.)
Il
mio uomo potrebbe entrare nella speciale classifica riservata ai
porci.
Mi
usa per la sua libidine. Mi da ai suoi amici. Mi fa scopare da loro.
No…
sbaglio, sono impropri i termini “ mi usa”, dato che io sono
consenziente, non mi sottraggo al gioco come potrei, forse come
dovrei, ma partecipo, anzi sono parte attiva.
No,
forse sono io che uso lui, per la mia di libidine.
Per
il mio di piacere.
Forse
dovrei entrare io nella speciale classifica delle puttane.
Sono
puttana.
Godo
di ciò. Mi piace esserlo, non vorrei nulla di diverso da quello che
vivo.
Qualche
giorno fa eravamo ospiti di una coppia a casa loro. Loro due, il mio
uomo e il nostro ospite evidentemente volevano la stessa cosa,
dovevano essere già parlati, avevano definito le loro posizioni dato
che appena seduti al tavolo per l’aperitivo ho sentito una mano
accarezzarmi la coscia, risalire dal ginocchio, arrivare all’inguine,
premere insistente.
Ho
aperto le gambe, ho mostrato la mia disponibilità mentre tenevo gli
occhi incollati a quelli del mio uomo che sorrideva, il porco sapeva
cosa l’altro mi stava facendo.
Era
lui l’artefice di tutto.
Il
mio regista… lo amo di più quando è così.
Ho
lasciato fare, la mano era calda e sapiente, accarezzava nel punto
giusto e faceva scattare gli stimoli giusti.
Appena
sua moglie ha preso temporaneamente congedo per recarsi in cucina, ho
chiesto di potermi lavare le mani.
Il
mio uomo, il mio porco ha invitato il nostro ospite a mostrarmi la
strada.
Il
bagno è grande, bianco, molto convenzionale, non mi piace, rilevo
mentre entro con lui a seguito.
Lui
entra con me e chiude la porta.
Sono
davanti al lavabo e mi insapono le mani e sento le sue di mani su di
me. Il mio cervello gode e coinvolge la mia figa.
Apro
le gambe quel che basta.
Lui
mi sposta il fondo degli slip, sente il mio bagnato.
Sono
oscena quando sono in queste condizioni, non ho difesa. Non voglio
averne.
E’
esperto, non tituba, non perde tempo, la sua mano mi apre, mi strizza
il clito e poi inserisce due dita e spinge forte, strofina, il suo
pollice mi tocca l’ano, prepotente, entra.
Un
cascata di piacere mi sconvolge, mi mordo le labbra per non gridare,
gemo solo, silenziosamente, mi accorgo che sono aggrappata con le
mani al bordo del lavabo.
Ho
gli occhi chiusi, l’orgasmo è stato traditore, mi ha preso senza
preavviso.
Lui
mi lascia, lascia il bagno, io mi ricompongo e li raggiungo.
Noto
l’atteggiamento soddisfatto del mio uomo.
Gli
faccio la lingua, non voglio essere così prevedibile. Cazzo!
Sa
già in anticipo come reagirò ad ogni sua provocazione.
Sul
tardi al rientro a casa, in macchina, mi tocca, lì dove mi aveva
toccato l’altro.
Mi
chiede come è stato.
Soddisfacente
rispondo… odio dar troppo piacere al suo ego smisurato.
Scopami
tu… penso… sbattimi.
Scopami…
fammi godere come sai fare tu.
Lo
fa.
Pienamente.
E’
eccitato, il suo cazzo è una sbarra di carne calda e trepidante di
desiderio.
Prima
di abbandonarci al sonno mi informa.
Domani
domenica, lui… quello che mi ha messo la mano in figa, domani sarà
solo per tre ore.
Lei
porta i bambini ad una festa di compleanno. Noi lo raggiungiamo.
Scopiamo con lui.
Mi
addormento pensando a come sarà…
Entriamo,
mi bacia. Non voglio il bacio in bocca, lo dirotto vicino sulla
guancia.
La
bocca è solo sua. In bocca posso e voglio avere solo il tuo cazzo.
Non
usiamo il letto coniugale come mi sarebbe piaciuto. Ma il semplice
divano. Sono fra loro quando mi spogliano.
Sento
le loro verghe divenute dure.
Io
fra di voi… penso…
Vi
voglio ambedue… penso…
Il
cazzo del mio ospite è largo, non molto lungo. Largo, scoperto…
scuro.
La
mia figa è stretta e lui fa fatica a trovare il modo di penetrarmi.
Soffro ma tutto quello sfregare mi fa godere, poi entra e da questo
momento è tutto facile, tutto soddisfacente.
Il
mio uomo è seduto e mi guarda.
Mi
sorride.
Adora
il mio modo di godere.
Poi…
proprio mentre l’altro mi sta sbattendo da animale, con colpi forti
che mi alzano, si spoglia e ci raggiunge.
Ora
ho due cazzi che mi fottono.
Cercano
ogni mio buco, bocca, figa e culo.
Io
non mi rifiuto nulla.
Voglio
troppo quello che vogliono loro.
Mi
scopano assieme e a turno.
Mi
scopano la figa e il culo.
La
bocca.
Mi
fanno male.
Lasciamo
la casa un po’ prima del ritorno della moglie.
Mentre
ci accomiatiamo il nostro ospite mi bacia ed ha modo di bisbigliarmi:
-Voglio
vederti da solo…-
Uomini…
ma quanto siete prevedibili…!
E
il tuo accordo con lui? Con il mio uomo? Non siete amici? Complici?
Porci!
Siete sempre pronti a fottervi le donne.
La
mia risposta è lapidaria.
E’
un no secco.
Io
sono sua. Sono un suo strumento.
Lui
mi usa.
Io
lo uso.
Non
voglio altro per il mio presente.
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