Il Marinaio.
il
cellulare suona, suona, suona... maledetto aggeggio!
E'
il Marinaio...
-Vieni... vieni subito... al Pueblito... entrata
sud... ti aspetto... dai veloce!
Alle
solite!
Lei è sul letto, sfatta... scosciata, il seno pesante,
un grosso culo, il trucco le imbratta il viso, è una da una scopata
e via, più puttana di quelle che battono per fame.
La
scuoto.
-Devo andare... tu alzati e vattene.
Non
so mai cosa aspettarmi dal Marinaio ma so che sono sempre
guai.
Appena fermo la macchina sale veloce e riparto.
-Che
cazzo hai combinato stavolta...?
Guarda dietro dallo specchietto
laterale e sbotta.
-Stavolta sono nei guai... ma
grossi....
Continuo ad andare.
Mi racconta questo grosso
bastardo.
Ha fatto da tramite in un giro di armi, una partita di
AK 47 provenienza Kosovo o Albania... e destinazione Nicaragua,
tappe intermedie l'Italia e la Colombia, lui... il Marinaio che
tratta, lui che fa la cresta al conto... il successivo acquirente?
Il
clan del Cileno.
Solo che quando arriva al destinatario la merce è
avariata, parte della partita sono vecchi ferri usati dai russi in
Afganistan, del tutto inutilizzabili e il serpente si srotola... e
torna strisciando indietro... dal Nicaragua al Cileno, dal Cileno al
Marinaio e qui si ferma.
-Devi sparire... startene buono per
qualche tempo, cazzo... ma mi stai ad ascoltare quando parlo...?
Mi
guarda, a volte lo prenderei a botte, capisce quello che dico?
-Hai
un rifugio... qualcosa del genere...?
-Si... una donna...
-Ok...
ora ti porto da lei... e butta il telefonino, se si organizzano
possono localizzarti, comprane uno riciclato... meglio se
rubato...
-Che puoi fare...?
Ho un aggancio ma non glielo dico.
Ci
tento... no? I miracoli non so farli!
Lo lascio a La Sabana,
all'inizio della Calle 36, siamo d'accordo che si rintana fino a che
non glielo dico io.
Cerco uno... e' un vecchio che vende
biglietti della lotteria sulla Avenida 8, la Simon Bolivar, vecchio
si ma è tutto occhi e orecchi e se vuoi sapere qualcosa… lui è il
tipo giusto, per cento dollari ti fa sapere vita, morte e miracoli di
mezzo mondo.
E
sembra che non dorma mai.
Gli spiego cosa voglio, ora devo solo
aspettare.
Torno a casa, lei e' sparita... cazzo!
Poteva
almeno rifare il letto!
Queste
borghesi dei quartieri alti hanno sempre il naso alto. Puttane
sempre, ma sdegnosamente snob e non sanno scopare!
Do
un'occhiata... magari si e' fregata l'argenteria, i quadri
d’autore... la mia collezione d’uova di Fabergè!
In
questa stamberga?
Magari si è fottuta le cimici e portato via le
cacche dei topi!
Faccio i bagagli, non possiedo molto, dei
vestiti, un rasoio, lo spazzolino da denti, da domani lascio sto'
merdaio... perché se le cose sono come temo dovrò trovarmi qualcosa
di sicuro anch'io.
Esco... il vecchio e' ancora al lavoro, non si
muove dal suo panchetto eppure sa cose di mezzo mondo, ora chiude,
rinserra il suo business in una specie di grossa valigia e andiamo al
bar.
-Brutta storia... proprio brutta...
Dice che il Cileno e'
incazzatissimo!
Ha
perso la faccia con i Contras e sembra un fer de lance, si... un
serpente che si morde la coda da tanto e' velenoso e cattivo, vuole
la testa del Marinaio e mandarla in un pacco postale a Managua.
Chi
ha ... chi ha chi... gli chiedo.
Non si sa chi ha fatto il pacco,
dicono sia opera del Marinaio ma centrano i napoli, i kosovari, i
narcos... un vero casino!
Gli allungo le duecento cocuzze
pattuite.
Proviamo.
Proviamo con Carmine.
Aspetto fuori
dalla porta della cucina, la pizzeria è ancora piena di gente, ma a
volte esce a fumare o a buttare le immondizie.
Sono nell'ombra,
aspetto… so aspettare.
Esce... accende la sigaretta, guarda il
cielo.
-Carmine...
Si irrigidisce.
-Tranquillo Carmine...
stai tranquillo... voglio solo parlare...
-Chi sei...?
-Io...
Mi faccio scorgere.
-Cazzo... mi hai spaventato! Potevi
entrare... un piatto di spaghetti italiani con le vongole...
-Che
ne sai... del pacco degli AK 47...?
-Per quello che ne so... avuti
dai serbi e mandati in Colombia e poi persi di vista, erano a
posto... garantiti! Lo sai che in certe cose non possiamo permetterci
di fregare nessuno...
Certo... armi in cambio della coca!
-Chi
e' stato, Carmine? Hai una idea?
-Tutti pensano che sia stato il
Marinaio...
Eccolo... fottuto e strafottuto...
Penso a come
salvargli la testa a quel cazzone, a come togliere il veleno al
Cileno.
Devo pensare... devo togliermi questa tensione che mi
strizza le interiora.
Devo farmi una donna!
Subito... adesso!
Se
sono in tensione devo scaricarla e niente vale quanto fottere!
Ne
trovo una, ...bella! La pelle ambrata, una mistique, i capelli lunghi
sulle spalle, cazzo... la guardo stupito! Ha gli occhi di un celeste
impossibile! Poi realizzo... le lenti a contatto! Macché… è così
di natura!
Una camera lercia, il letto ha lenzuola che rigirano ad
ogni scopata, ma chi se frega!
Le prendo i capelli fra le dita,
sono gonfi, setosi, le piego la testa all'indietro e le mordo la
bocca...
Le sfugge un gemito, qualcosa la inquieta, ha paura...
sente la mia tensione.
-Niente
baci sulla bocca… hombre…-
Zitta,
zitta… stai zitta!
Non
la lascio spogliare, la giro... appoggia la testa al bordo del letto,
le alzo la gonna... metto alla luce il suo gran culo.
Sposto
quella specie di filo interdentale che ha fra le natiche e la
cerco.
Si... sei bella... sei calda... sei umida.
Sei umida?
Cosa è?
Un olio?
Certo ti lubrifichi fica e culo... o no?
E
il tuo lavoro.
Non certo per me!
La prendo... l'ho tirato
fuori... duro... rigido... un bastone!
Lo infilo!
Forte...
A
fondo...
Un secondo suo gemito.
-Piano... tranquillo hombre...
non scappo...!
Zitta...
stai zitta... puttana...
La
punisco!
Non
deve parlare! E prendo i capelli e glieli tiro forte e aumento ancora
la forza delle penetrazioni, sbatto violentemente con i lombi su quei
glutei morbidi, sento la punta della verga percuotere il fondo della
sua vagina!
-Mi fai male…
Si... lo so!
Ho qualcosa che mi
tormenta, una lama incandescente che fruga nel mio cervello.
Un
presentimento, brutto, doloroso.
Ti pagherò di più ma ora
lasciami fare!
Sento che si apre... sento che ora è bagnata per
me, lo sento dalla languidezza dei suoi movimenti, dal suo viso
girato ora verso di me.
-Matame... matame hombre... mata tu
vaca...
Si...
si... come no!
Stai
zitta... cazzo!
Zitta...!
Torno
a casa e mi butto sul letto sfatto... vestito.
Non riesco a
dormire... penso al Marinaio, al rapporto che mi lega a lui, rivedo
gli anni passati insieme, i pericoli condivisi, i lunghi momenti che
valgono una vita.
L'amicizia... l'obbligo fra uomini che hanno
rischiato la vita assieme è qualcosa di difficilmente spiegabile, è
una catena.
C'è una via d'uscita?
Si... ma sarà un percorso
pericoloso.
La
mattina sbaracco, trasferisco tutto in un residence anonimo in
periferia, vado a trovare il vecchio, gli chiedo alcune cose.
Si,
farà una cosa per me.
Poi cerco delle persone.
Sono vecchi
compagni d'armi... gente sicura.
Gente
dei vecchi tempi.
Dell’Africa... Africa... la nostra
dannazione!
Quello... quello... per il quale meritiamo di morire
mille volte!
Tranquilli ora, ma sempre a corto di soldi e quando
si hanno pochi soldi si hanno anche pochi scrupoli.
E' un affare
grosso... ma una cosa breve, di alcuni giorni.
Da 200 testoni a
cranio.
Sono quattro... più il Marinaio e la sua donna sempre se
sarà all'altezza, poi il vecchio e io.
Un colpo da 2 milioni di
dollari.
La sera raggiungo il Marinaio a casa della sua donna, ha
sempre delle gran fighe, avrà 28 forse 30 anni, bruna, pelle da
mulatta, gran seno, belle gambe, un gran culone!
Ci serve una
donna... una tosta.
Gli dico del piano, gli chiedo di lei... Maria
Conception, se è all'altezza, se è disposta.
Lui dice di si....
si, senza problemi, è una dura.
Ok... partenza!
Riunione fra
i componenti, assegno compiti e mansioni.
Ci serve una casa
isolata, con almeno due vie di fuga, delle pistole, fucili a pompa,
un fucile di precisione, esplosivo, detonatori, inneschi.
E poi un
furgone, due macchine, cellulari.
I soldi li anticipo io e la cosa
parte.
Le notti le passo da Sesilia, la puttana dagli occhi color
dell'indaco.
Mi calma.
Calma la tensione che si sviluppa dentro
me man mano che il piano prende forma.
Non parla.
Mi
accoglie.
Mi si dona.
Dona il suo corpo... dona se
stessa.
Quando dopo averla presa sto disteso, occhi aperti nella
notte, sento lei appoggiata su un gomito guardarmi.
Sesilia...
che fai?
Ti innamori?
Sei pazza!
Ti andrebbe meglio se…
cadendo... ti spaccassi tutte due le gambe.
Mi
piaci, Sesilia.
Mi piace il tuo silenzio.
Il tuo
adattamento.
Ti porterò con me... dopo.
Ma non durerà in
eterno... Sesilia.
Lo so.
Lo so io... e lo sai tu.
Ma ti
porterò con me.
Te
lo prometto.
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