Sono solo fantasie.
L’invito arriva a lei dopo esattamente tre anni, otto mesi e tredici giorni che mi ha sbattuto fuori.
Da casa sua, per essere precisi.
-Vuoi andarci…?
-E tu?-
-Perché no? Li vedrei volentieri, poi… un matrimonio! Bello vedere ancora qualcuno che ci crede…-
-Fai tu? Il regalo? L’aereo e l’hotel?-
-Uhuu… ecco! Ora ti riconosco! L’uomo che delega tutto alla sua donna! Non sei cambiato…! Il maschio assorto nella ammirata contemplazione di se stesso! L’artista!-
Non rispondo.
Rivederla non mi causerà nessuna sofferenza, alla fine è solo una delle tante donne che mi hanno lasciato nella vita.
-Guardi che sono state prenotate due stanze…-.
Il portiere interroga il computer.
-Mi dispiace… la prenotazione iniziale era di due stanze, poi ne è stata disdetta una. Purtroppo non abbiamo altra possibilità, l’albergo è al completo…-.
Guardo Clelia, alza le spalle.
-Va bene anche la doppia…-.
Andiamo all’ascensore.
Qual’è il problema?
Clelia e io siamo stati infelicemente assieme per un po' e adesso felicemente separati e distanti fortunatamente anni luce così non possiamo sbranarci a vicenda, lei veramente si è trovata un altro subito dopo aver sopportato me per un periodo che considera ancora come il suo martirio in terra e siamo qui per un matrimonio di amici, il compagno di Clelia non li conosce e non vuole intervenire. Abbiamo deciso di venirci assieme.
Appoggio la mia valigia sul sostegno.
-Clelia, se sei a disagio, provo a trovare un'altra sistemazione-.
Spero proprio che dica di si, vado a dormire alla stazione degli autobus, tutto pur di non rivivere i tempi passati.
-Ma no! Non è la fine del mondo! siamo stati assieme per due anni. Su da bravo aspettami al bar, scendo fra una mezz’ora per cenare-
-E Alberto?-
-Naturalmente questo sarà un nostro piccolo segreto.-
Quando scende è splendida, mi ha fatto disperare per gli anni che siamo stati assieme, ma devo riconoscere che è un gran bel pezzo di donna. Si è cambiata d’abito, truccata ed è persino di buon umore!
Un vero miracolo!
Ma le sorprese non finiscono, durante la cena fa la carina, possibile? Non la riconosco, ma sto al gioco.
Facciamo due passi dopo cena, la serata è tiepida, la brezza accarezza come il respiro di Cupido. Fottuto il momento.
Sono a disagio.
Colgo la sua disponibilità.
Che faccio?
Niente, fa tutto lei.
-Dammi un quarto d’ora… e mi raggiungi in camera-.
Ora ho voglia di lei e dimentico il tempo passato insieme, la sua frigidità, i rapporti sempre più rari e insoddisfacenti, la sua continua indisponibilità ad ogni dialogo.
Poi la sorpresa!
Da tempo ha un relazione!
Mi confessa queste cose quando mi annuncia che devo andarmene! Subito! Fare le valigie e smammare oppure mi butta tutto lei in strada!
Un trauma per la sorpresa.
Un trauma che supero scopandomi qualsiasi cosa respiri.
E ora?
Salgo, busso, è in piedi vicino al letto, si è spogliata e indossa solo un perizoma nero e le scarpe con il tacco alto, con la mano mi fa segno di avvicinarmi, mi tira a sé, mi morde e mi passa la lingua sulle labbra, ci perdiamo in un bacio infuocato che mi lascia stordito.
Mi toglie la giacca, strappa la camicia, mi leva pantaloni e slip, scarpe e calze, tutto con una sensualità assolutamente inconsueta e mai conosciuta negli anni del nostro rapporto!
Mi si inginocchia davanti e bacia il glande paonazzo e poi la sua lingua corre sull’asta dura come un manico di badile, lecca lo scroto e ritorna, apre la bocca e prova a inserirlo tutto.
Poi è tutto un parossismo di passione!
Mi fa venire nella sua bocca e ingoia tutto! S’impegna e mi fa risuscitare, la cavalco, mi cavalca, a pecora, di fianco, fra i grossi seni, siamo impegnati in una performance del sesso, è addirittura infoiata! Sento che passa da un orgasmo all’altro, e quando sente che sto per venire mi riprende in bocca e mi succhia anche il midollo spinale!
L’invito arriva a lei dopo esattamente tre anni, otto mesi e tredici giorni che mi ha sbattuto fuori.
Da casa sua, per essere precisi.
-Vuoi andarci…?
-E tu?-
-Perché no? Li vedrei volentieri, poi… un matrimonio! Bello vedere ancora qualcuno che ci crede…-
-Fai tu? Il regalo? L’aereo e l’hotel?-
-Uhuu… ecco! Ora ti riconosco! L’uomo che delega tutto alla sua donna! Non sei cambiato…! Il maschio assorto nella ammirata contemplazione di se stesso! L’artista!-
Non rispondo.
Rivederla non mi causerà nessuna sofferenza, alla fine è solo una delle tante donne che mi hanno lasciato nella vita.
-Guardi che sono state prenotate due stanze…-.
Il portiere interroga il computer.
-Mi dispiace… la prenotazione iniziale era di due stanze, poi ne è stata disdetta una. Purtroppo non abbiamo altra possibilità, l’albergo è al completo…-.
Guardo Clelia, alza le spalle.
-Va bene anche la doppia…-.
Andiamo all’ascensore.
Qual’è il problema?
Clelia e io siamo stati infelicemente assieme per un po' e adesso felicemente separati e distanti fortunatamente anni luce così non possiamo sbranarci a vicenda, lei veramente si è trovata un altro subito dopo aver sopportato me per un periodo che considera ancora come il suo martirio in terra e siamo qui per un matrimonio di amici, il compagno di Clelia non li conosce e non vuole intervenire. Abbiamo deciso di venirci assieme.
Appoggio la mia valigia sul sostegno.
-Clelia, se sei a disagio, provo a trovare un'altra sistemazione-.
Spero proprio che dica di si, vado a dormire alla stazione degli autobus, tutto pur di non rivivere i tempi passati.
-Ma no! Non è la fine del mondo! siamo stati assieme per due anni. Su da bravo aspettami al bar, scendo fra una mezz’ora per cenare-
-E Alberto?-
-Naturalmente questo sarà un nostro piccolo segreto.-
Quando scende è splendida, mi ha fatto disperare per gli anni che siamo stati assieme, ma devo riconoscere che è un gran bel pezzo di donna. Si è cambiata d’abito, truccata ed è persino di buon umore!
Un vero miracolo!
Ma le sorprese non finiscono, durante la cena fa la carina, possibile? Non la riconosco, ma sto al gioco.
Facciamo due passi dopo cena, la serata è tiepida, la brezza accarezza come il respiro di Cupido. Fottuto il momento.
Sono a disagio.
Colgo la sua disponibilità.
Che faccio?
Niente, fa tutto lei.
-Dammi un quarto d’ora… e mi raggiungi in camera-.
Ora ho voglia di lei e dimentico il tempo passato insieme, la sua frigidità, i rapporti sempre più rari e insoddisfacenti, la sua continua indisponibilità ad ogni dialogo.
Poi la sorpresa!
Da tempo ha un relazione!
Mi confessa queste cose quando mi annuncia che devo andarmene! Subito! Fare le valigie e smammare oppure mi butta tutto lei in strada!
Un trauma per la sorpresa.
Un trauma che supero scopandomi qualsiasi cosa respiri.
E ora?
Salgo, busso, è in piedi vicino al letto, si è spogliata e indossa solo un perizoma nero e le scarpe con il tacco alto, con la mano mi fa segno di avvicinarmi, mi tira a sé, mi morde e mi passa la lingua sulle labbra, ci perdiamo in un bacio infuocato che mi lascia stordito.
Mi toglie la giacca, strappa la camicia, mi leva pantaloni e slip, scarpe e calze, tutto con una sensualità assolutamente inconsueta e mai conosciuta negli anni del nostro rapporto!
Mi si inginocchia davanti e bacia il glande paonazzo e poi la sua lingua corre sull’asta dura come un manico di badile, lecca lo scroto e ritorna, apre la bocca e prova a inserirlo tutto.
Poi è tutto un parossismo di passione!
Mi fa venire nella sua bocca e ingoia tutto! S’impegna e mi fa risuscitare, la cavalco, mi cavalca, a pecora, di fianco, fra i grossi seni, siamo impegnati in una performance del sesso, è addirittura infoiata! Sento che passa da un orgasmo all’altro, e quando sente che sto per venire mi riprende in bocca e mi succhia anche il midollo spinale!
Esausto mi sdraio con lei accanto,
qualche minuto per riprendere la respirazione normale, lei mi passa
il braccio attorno al petto e ci lasciamo prendere dal sonno.
Quanto passa?
Qualche minuto? Un ora?
Mi sveglia la sua mano sul mio ventre che prova la mia virilità, porta la sua testa in basso e mi prende in bocca, mi succhia, mi lavora, mi alza la gamba costringendomi sul fianco e mi lecca lo scroto, il tratto perineo e persino l’ano, tutto per riuscire a farmi rialzare la testa.
Ci riesce…?
Si… i suoi sforzi ottengono il miglior risultato, si siede sul cazzo e s’impala, e continua, nella poca luce che c’è, con i capelli che le cadono sul viso… i gemiti… i movimenti scomposti e violenti, sembra una strega a cavallo della sua scopa che si sta recando al sabba.
La sua sessualità, la sua carica erotica mi impressiona, non è questa la donna che ho conosciuto!
Prima mi volge la schiena, le palpo le formose, consistenti natiche, raggiungo la valle profonda fra loro e le violento il suo fiore, sforzo l’anello bagnato fradicio e insisto con il dito fino a introdurlo tutto.
-Cosa fai… porcone? Mi stai inculando…-.
Mai sentita parlare così!
Muove il suo fondo schiena dimenandolo, cercando di farsi penetrare ancora di più dal cazzo davanti e dal dito dietro.
Geme….
-Sto venendo… sto venendo…-.
Si agita ancora e poi si ferma in attesa di riprendere forza e respiro!
Tolgo il dito che le violenta il culo.
Si alza sulle ginocchia, estromette il cazzo dalla sua vagina, lo prende con la mano e posiziona il glande in corrispondenza del suo ano, si abbassa e… spinge, senza lubrificazione sforza lo sfintere e il cazzo comincia ad entrare, trattengo un gemito di dolore, è stretta…!
La faccio alzare in modo di far uscire in parte la verga, facendole forza sulle natiche con le mani, poi la lascio cadere verso il basso, poi ancora, finché la penetrazione diventa meno dolorosa.
-Sei un porco, un vero porco… mi stai rompendo il culo…-.
Io…?
Si, ora riprende la sua cavalcata delle Valchirie, le sue natiche colpiscono il mio ventre con forza, con forti schiocchi rumorosi, la sua respirazione diventa rumorosa, emette con forza il fiato quando si abbassa con tutta la sua forza sulla mia verga dolorante, si… il rapporto ora è diventato doloroso, il suo buco stretto, i suoi movimenti frenetici!
E’ come se mi stesse violentando!!
Sto sperando che venga presto, che si tolga o che mi dia sollievo, io non riesco a venire nonostante la verga abbia la consistenza di ramo d’albero, lei continua… ancora e ancora, poi si inarca, freme… e urla il suo piacere, mi trovo a sperare che nelle camere vicine gli ospiti siano profondamente addormentati, altrimenti domani sai i reclami!
Si ferma, completamente esausta con la verga completamente inserita, poi a fatica si alza, mi libera, si distende sul letto.
-Non sei venuto…-
Mi tasto con prudenza, mi fa male… non ho alcuna voglia di continuare.
-No… ma è stato magnifico lo stesso…-.
-Sono esausta, mi è venuto un sonno… lasciami dormire…-.
Io?
Si gira dall’altra parte mostrandomi la schiena e in attimo si addormenta, almeno a sentire il suo respiro.
Mi alzo e vado in bagno, il pene è ancora eretto, dolorante, lo immergo nell’acqua fredda e sospiro di sollievo.
Lo esamino, ahi… lentamente si ritira, ricopro il glande con la pelle del prepuzio, mi asciugo e torno a letto.
Ormai dormo raramente con una donna, vivo da single.
Mi sveglio, dove sono…?
Si, ok, torno nel mondo dei vivi, la guardo, perdiana se è bella!
E’ ancora distesa sul fianco dandomi la schiena, apprezzo la curva sinuosa del suo fianco, le gambe leggermente aperte fanno intravedere la vagina.
Mi tenta, vinco la tentazione e vado in bagno, doccia, barba e tutta la routine necessaria, torno in camera e lei dorme ancora, sarebbe ora… in silenzio mi vesto per il matrimonio, sono pronto, la scuoto leggermente.
Si lamenta, ha sonno, protesta.
-Clelia… devi prepararti, io scendo, ti aspetto per la colazione…-.
Un mormorio d’assenso ma si gira dall’altra.
Caffè, sigaretta, giornale.
Aspetto, che altro puoi fare con una donna?
Scende un ora più tardi, sono le undici passate ormai, accidenti a lei! E’ splendida! E io mi sento uno straccio!
Mi raggiunge al tavolo e ordina la colazione e mangia! Quanto mangia!
-Che fame…!-
Esclama…
-E come ho dormito bene, potevano portarmi via che non mi sarei svegliata-.
Mi guarda.
-Tu non hai un bellissimo aspetto, cosa hai combinato stanotte…?-
Se la ride di gusto.
Taxi in chiesa, la cerimonia, il pranzo e tutto quello che segue, la rivedo a tratti, quando tutto quanto termina è mezzanotte, un amico si offre di ricondurci all’albergo.
Saliamo in stanza, titubo, ma lei toglie ogni possibilità di equivoco, si toglie e butta gli abiti in giro mentre si sposta per la stanza, scarpe, giacchino, gonna, top, calze, slip e reggiseno, poi entra in bagno.
-Faccio presto, tu aspettami a letto…-
Il suo “faccio presto” dura la bellezza di mezz’ora! Faccio tempo a spogliarmi entrare a letto e potrei, volendo, fare un paio di cruciverba, poi… bontà sua, mi raggiunge, si distende accanto e da subito fuoco alle polveri, è incandescente e più che collaborare… io subisco!
Dopo venti minuti di lavoro, mi prendo il permesso di raggiungere il bagno. Libero la vescica e ispeziono il mio attrezzo, mostra qualche segno della battaglia precedente, ma sembra attivo e gagliardo, lo sprono a superare anche questa dura prova!
Ritorno e la trovo che si tocca a gambe larghe, approfitto… mi inginocchio fra le sue gambe e le mie mani sostituiscono le sue, prima di far intervenire la lingua ho modo di verificare che anche lei è arrossata per bene!
Mi esibisco nell’esercizio che mi piace di più e per il quale penso di meritare una lode, la faccio fremere, gridare, tremare, pregare, sospirare, gemere, finché non la conduco agli orgasmi! Si. Più di uno!
La lascio prender fiato?
Certo che no!
Nei minuti successivi, quanti… non lo so, ripassiamo buona parte delle posizioni che conosco, però devo riconoscere che con il passare dei tempo è lei che prende l’iniziativa, che diventa protagonista assoluta, rimettendomi nuovamente al mio posto, quello del comprimario.
Il meglio di sé… lo dà quando mi cavalca freneticamente, si alza sulle ginocchia fino a quasi fare uscire la verga per poi lasciarsi ricadere di peso sui miei lombi, accompagnando i movimenti con gemiti ansimanti, nuovamente il mio compagno di giochi chiede pietà o …un po’ di tenerezza che gli viene negata!
Quando sento che è pronta, che sta iniziando a godere… autorizzo il suddetto compagno ad accodarsi, e lui… ben contento di esaudire la mia richiesta, si svuota completamente in lei, che muove il bacino per ricevere anche l’ultima goccia.
Per me, ci si potrebbe ognuno girare dalla sua parte e… buonanotte!
Ma… purtroppo non le basta, non va neanche a lavarsi, mi concede cinque minuti e la sua bocca riprende a parlare con l’amico del piano di sotto.
I suoi argomenti sono talmente convincenti che nel giro di un paio di minuti lui è di nuovo ringalluzzito, stanco… dolorante… ma ancora affamato!
Costringo il cervello a seguirlo nell’impresa e non solo per fare la mia bella figura, prendo a toccarla.
Ma dove corrono le mie dita?
No… non sul culo!
Non stuzzicatela lì! Non scostate le natiche e non forzate l’entrata!
Niente…!
Sono animate da vita propria!
Lei si mette carponi sul bordo del letto, mi invita e le gambe mi portano alla giusta distanza, la prendo davanti, bagno per bene la cappella con i suoi umori e poi sforzo la sua rosellina anale….
-Fai piano, mi fai male…-.
Lei…?
Quanto passa?
Qualche minuto? Un ora?
Mi sveglia la sua mano sul mio ventre che prova la mia virilità, porta la sua testa in basso e mi prende in bocca, mi succhia, mi lavora, mi alza la gamba costringendomi sul fianco e mi lecca lo scroto, il tratto perineo e persino l’ano, tutto per riuscire a farmi rialzare la testa.
Ci riesce…?
Si… i suoi sforzi ottengono il miglior risultato, si siede sul cazzo e s’impala, e continua, nella poca luce che c’è, con i capelli che le cadono sul viso… i gemiti… i movimenti scomposti e violenti, sembra una strega a cavallo della sua scopa che si sta recando al sabba.
La sua sessualità, la sua carica erotica mi impressiona, non è questa la donna che ho conosciuto!
Prima mi volge la schiena, le palpo le formose, consistenti natiche, raggiungo la valle profonda fra loro e le violento il suo fiore, sforzo l’anello bagnato fradicio e insisto con il dito fino a introdurlo tutto.
-Cosa fai… porcone? Mi stai inculando…-.
Mai sentita parlare così!
Muove il suo fondo schiena dimenandolo, cercando di farsi penetrare ancora di più dal cazzo davanti e dal dito dietro.
Geme….
-Sto venendo… sto venendo…-.
Si agita ancora e poi si ferma in attesa di riprendere forza e respiro!
Tolgo il dito che le violenta il culo.
Si alza sulle ginocchia, estromette il cazzo dalla sua vagina, lo prende con la mano e posiziona il glande in corrispondenza del suo ano, si abbassa e… spinge, senza lubrificazione sforza lo sfintere e il cazzo comincia ad entrare, trattengo un gemito di dolore, è stretta…!
La faccio alzare in modo di far uscire in parte la verga, facendole forza sulle natiche con le mani, poi la lascio cadere verso il basso, poi ancora, finché la penetrazione diventa meno dolorosa.
-Sei un porco, un vero porco… mi stai rompendo il culo…-.
Io…?
Si, ora riprende la sua cavalcata delle Valchirie, le sue natiche colpiscono il mio ventre con forza, con forti schiocchi rumorosi, la sua respirazione diventa rumorosa, emette con forza il fiato quando si abbassa con tutta la sua forza sulla mia verga dolorante, si… il rapporto ora è diventato doloroso, il suo buco stretto, i suoi movimenti frenetici!
E’ come se mi stesse violentando!!
Sto sperando che venga presto, che si tolga o che mi dia sollievo, io non riesco a venire nonostante la verga abbia la consistenza di ramo d’albero, lei continua… ancora e ancora, poi si inarca, freme… e urla il suo piacere, mi trovo a sperare che nelle camere vicine gli ospiti siano profondamente addormentati, altrimenti domani sai i reclami!
Si ferma, completamente esausta con la verga completamente inserita, poi a fatica si alza, mi libera, si distende sul letto.
-Non sei venuto…-
Mi tasto con prudenza, mi fa male… non ho alcuna voglia di continuare.
-No… ma è stato magnifico lo stesso…-.
-Sono esausta, mi è venuto un sonno… lasciami dormire…-.
Io?
Si gira dall’altra parte mostrandomi la schiena e in attimo si addormenta, almeno a sentire il suo respiro.
Mi alzo e vado in bagno, il pene è ancora eretto, dolorante, lo immergo nell’acqua fredda e sospiro di sollievo.
Lo esamino, ahi… lentamente si ritira, ricopro il glande con la pelle del prepuzio, mi asciugo e torno a letto.
Ormai dormo raramente con una donna, vivo da single.
Mi sveglio, dove sono…?
Si, ok, torno nel mondo dei vivi, la guardo, perdiana se è bella!
E’ ancora distesa sul fianco dandomi la schiena, apprezzo la curva sinuosa del suo fianco, le gambe leggermente aperte fanno intravedere la vagina.
Mi tenta, vinco la tentazione e vado in bagno, doccia, barba e tutta la routine necessaria, torno in camera e lei dorme ancora, sarebbe ora… in silenzio mi vesto per il matrimonio, sono pronto, la scuoto leggermente.
Si lamenta, ha sonno, protesta.
-Clelia… devi prepararti, io scendo, ti aspetto per la colazione…-.
Un mormorio d’assenso ma si gira dall’altra.
Caffè, sigaretta, giornale.
Aspetto, che altro puoi fare con una donna?
Scende un ora più tardi, sono le undici passate ormai, accidenti a lei! E’ splendida! E io mi sento uno straccio!
Mi raggiunge al tavolo e ordina la colazione e mangia! Quanto mangia!
-Che fame…!-
Esclama…
-E come ho dormito bene, potevano portarmi via che non mi sarei svegliata-.
Mi guarda.
-Tu non hai un bellissimo aspetto, cosa hai combinato stanotte…?-
Se la ride di gusto.
Taxi in chiesa, la cerimonia, il pranzo e tutto quello che segue, la rivedo a tratti, quando tutto quanto termina è mezzanotte, un amico si offre di ricondurci all’albergo.
Saliamo in stanza, titubo, ma lei toglie ogni possibilità di equivoco, si toglie e butta gli abiti in giro mentre si sposta per la stanza, scarpe, giacchino, gonna, top, calze, slip e reggiseno, poi entra in bagno.
-Faccio presto, tu aspettami a letto…-
Il suo “faccio presto” dura la bellezza di mezz’ora! Faccio tempo a spogliarmi entrare a letto e potrei, volendo, fare un paio di cruciverba, poi… bontà sua, mi raggiunge, si distende accanto e da subito fuoco alle polveri, è incandescente e più che collaborare… io subisco!
Dopo venti minuti di lavoro, mi prendo il permesso di raggiungere il bagno. Libero la vescica e ispeziono il mio attrezzo, mostra qualche segno della battaglia precedente, ma sembra attivo e gagliardo, lo sprono a superare anche questa dura prova!
Ritorno e la trovo che si tocca a gambe larghe, approfitto… mi inginocchio fra le sue gambe e le mie mani sostituiscono le sue, prima di far intervenire la lingua ho modo di verificare che anche lei è arrossata per bene!
Mi esibisco nell’esercizio che mi piace di più e per il quale penso di meritare una lode, la faccio fremere, gridare, tremare, pregare, sospirare, gemere, finché non la conduco agli orgasmi! Si. Più di uno!
La lascio prender fiato?
Certo che no!
Nei minuti successivi, quanti… non lo so, ripassiamo buona parte delle posizioni che conosco, però devo riconoscere che con il passare dei tempo è lei che prende l’iniziativa, che diventa protagonista assoluta, rimettendomi nuovamente al mio posto, quello del comprimario.
Il meglio di sé… lo dà quando mi cavalca freneticamente, si alza sulle ginocchia fino a quasi fare uscire la verga per poi lasciarsi ricadere di peso sui miei lombi, accompagnando i movimenti con gemiti ansimanti, nuovamente il mio compagno di giochi chiede pietà o …un po’ di tenerezza che gli viene negata!
Quando sento che è pronta, che sta iniziando a godere… autorizzo il suddetto compagno ad accodarsi, e lui… ben contento di esaudire la mia richiesta, si svuota completamente in lei, che muove il bacino per ricevere anche l’ultima goccia.
Per me, ci si potrebbe ognuno girare dalla sua parte e… buonanotte!
Ma… purtroppo non le basta, non va neanche a lavarsi, mi concede cinque minuti e la sua bocca riprende a parlare con l’amico del piano di sotto.
I suoi argomenti sono talmente convincenti che nel giro di un paio di minuti lui è di nuovo ringalluzzito, stanco… dolorante… ma ancora affamato!
Costringo il cervello a seguirlo nell’impresa e non solo per fare la mia bella figura, prendo a toccarla.
Ma dove corrono le mie dita?
No… non sul culo!
Non stuzzicatela lì! Non scostate le natiche e non forzate l’entrata!
Niente…!
Sono animate da vita propria!
Lei si mette carponi sul bordo del letto, mi invita e le gambe mi portano alla giusta distanza, la prendo davanti, bagno per bene la cappella con i suoi umori e poi sforzo la sua rosellina anale….
-Fai piano, mi fai male…-.
Lei…?
Eh no…!
Stanotte mi hai violentato e ora chiedi pietà! Non esiste!
Spingo… esco… e spingo ancora, più e più volte, ora le sono dentro per tutta la mia lunghezza e sempre senza delicatezza comincio a vangarla, l’unica attenzione che le offro è quella che le pratico sul clitoride mentre la monto.
Geme ora, dal male…?
O dal piacere…?
Io continuo imperterrito, oltre al piacere fisico, sessuale, dell’atto in sè, godo del piacere di sottomettere la femmina, questa femmina! Un piacere tutto mentale, quello di goderla nel culo! Sodomizzarla! Torturarla proprio! Vendicarmi!
Sono in un bagno di sudore, stanco, ma non demordo un attimo da entrare e uscire con veemenza, so che me ne pentirò, ma ormai anch’io sono preda ad un parossismo erotico, dolore e piacere si mescolano e contribuiscono ad aumentare il raptus al quale sono soggetto.
Finalmente… sto per venire! Sento lo sperma correre verso l’uretra, sento la prima spinta dell’eiaculazione, ma… Dio…! Che dolore! I successivi spasmi eiaculatori sono altrettanto dolorosi, poi con sollievo tutto finisce.
Lei si lascia andare sul letto, fra le natiche le sta uscendo un rivolo di sperma e sangue, il mio…? Il suo?
Mi trascino in bagno e poi mi corico al suo fianco, lei dorme ronfando come un gatto che fa le fusa, neanche buonanotte!
Quando mi sveglio sono solo, la sua valigia è pronta vicino alla porta, doccia e barba, poi faccio anch’io il bagaglio.
Il letto mostra tutti i segni della battaglia della notte, tracce di sperma colorato, di sangue e quant’altro macchiano il lenzuolo, lascio una banconota da venti euro per chi dovrà rifare la stanza.
Faccio colazione e lei mi raggiunge, è splendida!
-Ho già pagato il conto, tengo io la ricevuta, ti spiace? E Alberto non ha bisogno di sapere quello che è successo in queste due notti, vero?-
Faccio un cenno di assenso, lei continua.
-La metà comunque è di centocinquanta euro, più mi devi metà del regalo e l’aereo, grazie…-.
Glieli conto.
-Mi viene a prendere all’aeroporto, vuoi un passaggio fino in centro?-.
-Si… grazie.-
La interrogo.
-Clelia…?-.
-No… Ascoltami. Tutto questo non avrà seguito, si… ho architettato tutto, ho disdetto io la seconda camera. Il perché…? Perché ora il rapporto con Alberto mi ingrigisce, mi appiattisce, così come era anche il nostro rapporto e quando c’è l’occasione ne approfitto per lasciarmi andare, altre spiegazioni non ci sono…-
Poi mentre si alza.
-Su da bravo, dobbiamo andare, ho già fatto portare giù le valigie e chiamato un taxi…-.
Poi mentre andiamo verso l’uscita mi guarda e con un sorriso.
-…Però… sei forte, ho male dappertutto, non posso neanche sedere senza stringere i denti, penso che per una settimana almeno non potrò far avvicinare Alberto…-.
Donne.
T.
Stanotte mi hai violentato e ora chiedi pietà! Non esiste!
Spingo… esco… e spingo ancora, più e più volte, ora le sono dentro per tutta la mia lunghezza e sempre senza delicatezza comincio a vangarla, l’unica attenzione che le offro è quella che le pratico sul clitoride mentre la monto.
Geme ora, dal male…?
O dal piacere…?
Io continuo imperterrito, oltre al piacere fisico, sessuale, dell’atto in sè, godo del piacere di sottomettere la femmina, questa femmina! Un piacere tutto mentale, quello di goderla nel culo! Sodomizzarla! Torturarla proprio! Vendicarmi!
Sono in un bagno di sudore, stanco, ma non demordo un attimo da entrare e uscire con veemenza, so che me ne pentirò, ma ormai anch’io sono preda ad un parossismo erotico, dolore e piacere si mescolano e contribuiscono ad aumentare il raptus al quale sono soggetto.
Finalmente… sto per venire! Sento lo sperma correre verso l’uretra, sento la prima spinta dell’eiaculazione, ma… Dio…! Che dolore! I successivi spasmi eiaculatori sono altrettanto dolorosi, poi con sollievo tutto finisce.
Lei si lascia andare sul letto, fra le natiche le sta uscendo un rivolo di sperma e sangue, il mio…? Il suo?
Mi trascino in bagno e poi mi corico al suo fianco, lei dorme ronfando come un gatto che fa le fusa, neanche buonanotte!
Quando mi sveglio sono solo, la sua valigia è pronta vicino alla porta, doccia e barba, poi faccio anch’io il bagaglio.
Il letto mostra tutti i segni della battaglia della notte, tracce di sperma colorato, di sangue e quant’altro macchiano il lenzuolo, lascio una banconota da venti euro per chi dovrà rifare la stanza.
Faccio colazione e lei mi raggiunge, è splendida!
-Ho già pagato il conto, tengo io la ricevuta, ti spiace? E Alberto non ha bisogno di sapere quello che è successo in queste due notti, vero?-
Faccio un cenno di assenso, lei continua.
-La metà comunque è di centocinquanta euro, più mi devi metà del regalo e l’aereo, grazie…-.
Glieli conto.
-Mi viene a prendere all’aeroporto, vuoi un passaggio fino in centro?-.
-Si… grazie.-
La interrogo.
-Clelia…?-.
-No… Ascoltami. Tutto questo non avrà seguito, si… ho architettato tutto, ho disdetto io la seconda camera. Il perché…? Perché ora il rapporto con Alberto mi ingrigisce, mi appiattisce, così come era anche il nostro rapporto e quando c’è l’occasione ne approfitto per lasciarmi andare, altre spiegazioni non ci sono…-
Poi mentre si alza.
-Su da bravo, dobbiamo andare, ho già fatto portare giù le valigie e chiamato un taxi…-.
Poi mentre andiamo verso l’uscita mi guarda e con un sorriso.
-…Però… sei forte, ho male dappertutto, non posso neanche sedere senza stringere i denti, penso che per una settimana almeno non potrò far avvicinare Alberto…-.
Donne.
T.
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