L'Inquisitore sta camminando nervosamente da una parete all'altra del suo studio come se dovesse misurarne le dimensioni a passi.
Mostra tutta la sua agitazione, sono notti che non riposa, che non dorme bene da quando è iniziata questa cosa dei “Diavoli della Notte”, termine che hanno prontamente utilizzato gli abitanti impauriti della città per chiamare gli autori degli orribili episodi.
I Diavoli della Notte!
Vero che esiste il coprifuoco, il divieto di uscire dopo la mezzanotte e che esistono le ronde di controllo ma questi episodi accadono nonostante questo e ora si ripetono con una frequenza sempre più allarmante, tre... nel solo ultimo mese, sette nel complessivo.
Deve prendere lui in mano l'inchiesta, ancora non è certo che sia opera del demonio, peraltro sempre pronto a far danno e a tormentare la gente.
Deve parlare con il Conte urgentemente e reclamare a sé la conduzione delle indagini e quindi ordina al suo segretario di inviare una richiesta urgente di un colloquio al Conte che sa in città, al castello.
E' nervoso da tempo anche per un'altra cosa, quella notte con Beatrice gli ha lasciato uno strascico di sensazioni che fa fatica a gestire. Quel forte piacere sessuale, la pazzia erotica, gli orgasmi provati! Oh si... è consapevole che deve essere dedito alla castità, ma come fa a comandare il pensiero? Che torna sempre a quella notte? Deve distrarsi, pensare solo al suo dovere di Inquisitore.
E ormai tardo pomeriggio che si presenta al castello e viene accompagnato nella grande sala di rappresentanza.
-I miei omaggi... vostra Altezza Reale...-
Il Conte di Amiens vanta una lontana appartenenza alla famiglia regnante e questo giustifica il titolo.
-Vi vedo con piacere, Inquisitore... Monsignore, cosa vi porta a castello?-
-Quanto accade in città nella notte, Vostra Altezza, il popolo già ha denominato i fatti incresciosi come opera del demonio, sono qui per chiedere alla Vostra Altezza la conduzione delle indagini e il poter avere il supporto delle guardie della città...-
-Ma cosa è successo in particolare? Ho sentito solo vaghe voci mentre ero fuori città...-
-Altezza... a notte fonda, ben dopo il rintocco del coprifuoco, è avvenuto che qualcuno ha sfondato con la forza il portone delle abitazioni di donne giovani che in quella particolare notte erano sole, il marito assente per motivi vari e questo qualcuno abbia violentato lungamente queste donne, picchiate, abusate...-
-Ma perché pensa all'opera del demonio? Il motivo, Inquisitore...-
-Questi... coloro che demoliscono il portone e poi fanno violenza hanno aspetto demoniaco e la gente si chiede come facciano a sapere quando le donne sono sole. E come fanno a demolire il portone. Sembra... a parere del popolo, opera del demonio, è una cosa che dobbiamo debellare urgentemente.-
-Va bene... Inquisitore, conduca le indagine del caso con la piena disponibilità dei miei armati e delle guardie di città, ora... posso approfittare della sua presenza? Voglio presentarle la mia famiglia...-
-Ne sarò grandemente onorato, Vostra Altezza Reale...-
Il Conte si alza a fatica dalla sedia, è un uomo abbastanza avanti con gli anni, lo conduce nelle stanze della sua dimora privata e qui... ci sono due donne ad attenderli. La Contessa e la loro figlia, L'Inquisitore ne rimane colpito, ha sentito parlare della bellezza delle due donne ma mai immaginava che fossero belle in questo modo! La contessa... una bellezza in piena maturazione, forme giunoniche, la figlia, la Contessina... una bellezza in fiore, appena sbocciata. Bellissime ambedue.
Evidente l'interesse delle due donne per l'uomo. Alto e prestante, l'atteggiamento altero e vigile, iniziano a conversare, curiose gli chiedono della sua vita e lui si racconta, non tutto... dice delle sue missioni come religioso, non rivela che ha anche combattuto nelle fila dei Guerrieri di Cristo, parla delle sue origini e la sua voce affascina le donne.
-Monsignore... si ferma a cena con noi? La sua presenza è oltremodo gradita...-
Accetta... ora gode di quel piacere che gli da la presenza delle due belle donne, quanto gli è mancato il parlare, il discorrere piacevolmente? Da quanto non lo fa? Forse è stata l'esperienza con Beatrice a cambiare l'uomo tetro e austero che era?
La serata passa piacevolmente e solo al momento del commiato la Contessa lo avvicina.
-Monsignore... avrei bisogno di parlarle, può venire domani pomeriggio?-
L'Inquisitore è stupito, cosa avrà mai la nobildonna da dirgli? Ma accetta, conferma che verrà il giorno seguente e da solo.
Nell'atrio del corpo di guardia trova il suo segretario e i due suoi armati di scorta ad attenderlo, comanda che venga condotto negli ultimi posti dove i “Diavoli della Notte” hanno colpito. Non è ancora mezzanotte ma la città è completamente al buio, precauzione contro il pericolo d'incendio proibisce l'uso del fuoco come illuminazione, solo alcuni punti sensibili e controllati sono illuminati.
Raggiungono le abitazioni oggetto della violenza, L'Inquisitore esamina i portoni alla luce di una lanterna, poi comanda.
-Torniamo alla Residenza, domani mattina voglio che mi conduci le donne oggetto di stupro... quelle di questi ultimi tre casi e i loro mariti, voglio la loro versione dell'accaduto.-
Nella sua camera, prima di spogliarsi per coricarsi, si trova suo malgrado a pensare alla Contessa o meglio... al suo seno esposto dalla scollatura dell'abito. Si ritrova a desiderarla e deve vincere a forza il pensiero e rivolgere la sua attenzione ad altro, ai Diavoli.
Anche questa notte dorme male, sogni confusi fra diavoli e seni scoperti, si sveglia eccitato, se ne dispiace, aspetta mattina in un agitato dormiveglia.
Poco dopo l'alba si alza, si chiede quale sia il problema della Contessa, sente una forte attrazione nei suoi confronti, quel seno prepotente che cercava di sfuggire dalla scollatura l'ha colpito, si meraviglia di non riuscire più a controllare questi stimoli, da quando ha avuto Beatrice è in preda al desiderio.
Più tardi fa introdurre la prima delle donne violentate, è accompagnata dal marito, sono ambedue in preda alla paura, non è un bene aver a che fare con L'Inquisizione.
Inizia l'interrogatorio, per primo interpella il marito.
-Dimmi... perché hai lasciato tua moglie sola quella notte? E successo ancora?-
-Si... Monsignore, a volte... due o tre volte al mese mi reco fuori Amiens e ritorno il giorno successivo con un carico vario, sono un carrettiere...-
-Chi può sapere della tua assenza? Ne parli in giro?-
-I commercianti per i quali lavoro... Monsignore. Poi... forse altra gente...-
-Aspetta fuori. Voglio parlare con tua moglie.-
-Il tuo nome...?-
-Greta... Monsignore.-
-Non temere Greta, ora raccontami l'accaduto, da quando tuo marito è partito... cerca di non dimenticare nulla, tutto ha importanza, anche i particolari... non aver vergogna dell'accaduto...-
-Monsignore... abbastanza spesso mio marito parte e resto sola per uno o due giorni, quel giorno particolare? Non ricordo nulla di strano, so di non essere uscita nel pomeriggio, di aver chiuso bene il portone con il catenaccio e di essere andata a coricarmi... poi...-
-Continua!-
-A notte fonda... dormivo e mi ha svegliato un rumore fortissimo di legno infranto, che non ho collegato subito al portone... in breve ero attorniata da diverse figure che portavano delle maschere demoniache... e... -
-E... ? Continua... senza timore.-
-Monsignore... mi hanno presa, io ho cercato di ribellarmi... non potevo urlare perché mi tenevano le mani sulla bocca, mi hanno ... presa...-
-E' necessario che mi racconti tutto! Quanti? Come? Ti sono sembrati diavoli o erano uomini? Sforzati... non devi vergognarti! E' come essere in confessione...-
-Monsignore... credo cinque... cinque o forse sei, poi... forse qualcuno ha ripetuto la violenza. So che erano diversi... come dimensioni... e il loro odore di uomo anche diverso. Hanno abusato di me... in ogni modo... -
-Cosa intendi? Parla?-
-Mi vergogno molto a dirlo... nella vagina, in bocca... e anche...-
-Anche?-
-Dietro...-
-Potevi vederli?-
-Solo alla piccola candela che tenevo accesa la notte... Monsignore, ma la paura mi faceva confondere tutto...-
-E poi?-
-Mi lasciarono... li sentii ridere mentre uscivano e tutto era finito, ma non venne nessuno ad aiutarmi se non quando era mattina. Io stessa mi era alzata e fra le lacrime e nel dolore mi ero pulita sommariamente... mi sento sporca... Monsignore.-
-Non hai colpa, devi dimenticare, non c'è altra possibilità e non temere... non erano diavoli ma uomini malvagi che saranno duramente puniti. Vai in pace.-
Tocca poi alla seconda donna anche accompagnata dal marito, che conferma salvo particolari davvero minimi quanto capitatele, il marito assente per lavoro, lei sola, lo sfondamento della porta, lo stupro ripetuto.
Nessun indizio per riconoscere gli artefici e poi l'ultima donna, lei è sola, non è sposata.
Ha un commercio in centro città e vive da sola, questo non è molto comune ma appare una donna di forte personalità, volitiva e molto coraggiosa. l'Inquisitore la trova molto attraente. Bruna... capelli lunghi e mossi alle spalle, Melania. Ha la carnagione scura e da piena ragione all'origine del suo nome, Melan... scuro, nero in greco antico. La trova molto sensuale.
-Oh... Monsignore, se li ho riconosciuti? Questo no... assolutamente ma ci sono diversi giovani che mi hanno importunata e poi offesa perché non ho aderito alle loro richieste...-
-Quanti erano quelli della notte?-
-Cinque o sei... puzzavano di vino e credo che fossero anche ubriachi, si sono sollazzati con me, quei porci... e per diverso tempo!
-Puoi riferirmi qualche particolare che possa farmi arrivare a loro? Qualcosa delle loro sembianze, del fisico...-
-Hanno tutti la barba tenuta corta, molto ruvida, passavano la faccia... ehm... Monsignore, sulla mia pelle e poi ero tutta arrossata e dolente.-
-C'è altro... Melania?-
-Non ricordo altro, Monsignore...-
Poi... mentre sta per varcare la soglia della porta...
-Ah si... Monsignore! Quello che pareva essere il capo della masnada uscendo ha detto... che mi aveva goduto tanto... e che che sarebbero tornati presto! Molto presto!-
Poco dopo assieme al suo segretario riporta su una pergamena le date delle violenze, nei due mesi... sette. Quasi a scadenza fissa, ogni sette, otto... dieci giorni. Un rapido calcolo e il prossimo episodio dovrebbe essere imminente. Stanotte? La prossima notte?
Deve agire.
-Richiamami l'ultima donna, subito.-
-Melania... può essere che intendano tornare da te! Hai riparato il portone? Credo che vogliano tener fede la loro promessa. Devo dirti quello che intendo fare al riguardo... tendere una trappola a quei malvagi, ascoltami...-
Nel pomeriggio si reca a castello e la Contessa lo porta nella sua stanza privata, appare molto agitata, il bel seno che si muove nel respiro affannoso, si siede... lo invita a sedere accanto a lei, gli prende la mano...
-Monsignor Fornieres, abbiamo un grave problema e vorremmo, io e sua Altezza Reale mio marito, il vostro prezioso aiuto a risolverlo, è una cosa che deve essere trattata con la massima riservatezza... e vi saremo molto grati se accetterete di aiutarci...-
-Certamente Altezza... può contare sul mio aiuto e sulla mia completa disponibilità e segretezza...-
-Monsignore... temiamo che nostra figlia... la Contessina Cristina sia... posseduta!-
-Posseduta, Altezza? Cosa vi da questa certezza? Può essere anche qualsiasi altra cosa, turbe mentali passeggere, un caso di isteria... può capitare a delle giovani creature senza sfogo del desiderio fisico dell'amore...-
-Non lo so... Monsignore, per questo chiediamo il suo aiuto... saprà senz'altro giudicare e trattare il caso...-
-Quando hanno luogo? Sono crisi periodiche? Hanno segni premonitori?-
-Difficile prevederle... succedono di solito nel tardo pomeriggio ma non sempre, non tutti i giorni... vorrebbe... le sarei molto grata se volesse essere presente...-
-Può contare su di me... Altezza. Compatibilmente con i miei impegni del momento, sono preso da questo caso dei Diavoli della Notte... ma cercherò di essere a castello ogni pomeriggio...-
La contessa si alza e gli porge la mano da baciare, un gesto di grande riconoscenza e... sembra all'Inquisitore di grande disponibilità. Le prende la mano e la bacia lungamente, lei non la ritira e lui osa... le bacia il palmo della mano e il bacio diventa sensuale.
Lui in ginocchio che non stacca gli occhi dal suo viso... lei in piedi e in affanno.
La lascia, è eccitato, con nella mente quel seno pieno, candido, non riesce più a staccarne il pensiero.
Arriva nel suo palazzo, chiama il segretario e il capitano delle guardie e da loro le sue disposizioni, appena buio... si veste con abiti comuni, copre i capelli con un berretto ed esce senza essere visto.
Si reca rapidamente nel quartiere malfamato della città, il rione più povero, dove la miseria la fa da padrona, gira per le strade fino a che trova quello che cerca. Un uomo macilento che seduto appoggiato con la schiena al muro chiede la carità.
Gli si ferma davanti e gli getta una moneta d'argento...
-Cerco chi possiede gli occhi nella notte...-
Ottiene la sua attenzione, l'uomo prende la moneta e la esamina.
-Puoi pagarne altre?-
-Si...-
-Seguimi a distanza di dieci passi...-
L'uomo macilento si muove ora rapido, nonostante abbia bisogno dell'aiuto della stampella, lo guida nei vicoli e nei cortili fino ad arrivare ad una corte dove brucia un grande falò.
La Corte dei Miracoli!
Aspetta mentre chi l'ha guidato parla con un uomo seduto, questi gli fa cenno di avvicinarsi.
-E' un grande onore per noi, poveri pezzenti e lebbrosi avere la visita di vostra Eccellenza...-
-Vi pago... voglio delle informazioni...-
-Oh no! Gradiremmo solo qualcosa per festeggiare questa sera la vostra visita, due altre monete d'argento... compreremo vino e pane e vinceremo la fame, ma l'informazione ve la daremo senza compenso... sicuri che un domani vostra Eccellenza ci ricambierà il favore con un atto di clemenza, chieda Monsignore.-
-Chi sono i Diavoli della Notte?-
-Oh... i Diavoli della Notte! Brutta gente, cattiva gente... e ricca, sono sei giovani... Monsignore, figli di ricchi mercanti, potenti esponenti della Gilda, dovrà usare molta astuzia nello stanarli... Monsignore.. e nel riuscire a punirli come meritano.-
-Da dove partono per fare le loro malefatte?-
-Dalla casa dove vive il loro capo banda, un giovane con la barba e i capelli rossi, un pessimo uomo, hanno una specie di ariete che portano con loro e con questo demoliscono il portone di quelle sciagurate donne...-
-I loro nomi...?-
-Il loro capo... Adelm, figlio di Gautiers, lavora nel fondaco del padre sulla Somme, Monsignore, ricchissimo e avaro... e malvagio. Gli altri? Figure minori ma tutti figli di mercanti... se vuole vederli si riuniscono tutte le sere a gozzovigliare alla locanda del Postillon... desidera essere accompagnato?-
-No... ci andrò solo...-
-Monsignore è un uomo giusto, che Iddio l'accompagni...-
-E che sia con voi, popolo della Corte dei Miracoli...-
Si reca nel buio della città alla locanda indicatogli, vuole vederli questi giovani malvagi. Entra, appoggia le mani al bancone, chiede un boccale di vino, beve lentamente. Prima ancora di vederli li individua dal loro vociare, urlano e bestemmiano, ridono fragorosamente.
Si volta appena, occupano un grande tavolo pieno di boccali, nota il più esagitato, un giovane uomo robusto con una barba rossa.
Sa che deve fermarli e punirli senza pietà, certe persone vanno schiacciate come serpi velenose.
Rientra e chiama il Capitano delle guardie, gli chiede se ha già provveduto ad eseguire quanto gli ha ordinato.
-Tutto come ordinato, Inquisitore. Dieci guardie nella casa prospiciente a quella della donna, pronti ad intervenire appena i Diavoli faranno irruzione.-
-Bene... speriamo che funzioni, altrimenti dovremo ripetere ogni notte a meno che non colpiscano altrove e dovremo trovare un altro modo per stanarli, buona fortuna Capitano, buona caccia... io li attenderò all'interno...-
Ben oltre mezzanotte si reca alla casa, entra dalla porta tenuta aperta dalla donna e la rinchiudono.
-Dovremo attendere... Melania, sperando che vengano. E' l'unica possibilità che abbiamo di prenderli e punirli... Tu vai a dormire, veglierò io...-
-Monsignore se vuole gradire, è poca cosa...-
Sul tavolo un boccale di peltro, una bottiglia con del vino, pane e del formaggio, si accorge allora di aver fame, non mangia dal mattino. Gradisce il gesto della donna, la quale si appresta a coricarsi, dorme nella stessa stanza e come uso del tempo... si dorme nudi, coperti da pesanti coperte o pellicce.
Nel poco chiarore della sola minuscola candela nota la bellezza piena del suo corpo, la curva dei fianchi, il sedere largo e leggermente prominente, il florido seno. Ne rimane colpito... cerca di allontanare il pensiero pensando ai Diavoli.
Sono familiari di ricchi mercanti e nonostante i ripetuti stupri rischiano di cavarsela con poco. In quel periodo al più vengono puniti con multe e risarcimenti che possono essere consistenti ma non con altro. I furti sono castigati con maggior rigore... ma in questi casi non hanno rubato nulla, quindi? Non può permettere loro di cavarsela così, già ha una idea precisa di come agire.
Gli sembra di sentire il profumo della pelle della donna, un profumo speziato che trova stimolante per il suo appetito sessuale, quanto l'ha cambiato quella notte con Beatrice? Possibile? La sa nuda sotto le coltri, quel suo corpo seducente e maturo, il pensiero si trasforma in desiderio, si eccita.
Sussurra.
-Melania... dormi?-
-No, Monsignore... non riesco, sono molto agitata...-
-Capisco... volevo chiederti... dopo lo stupro ti è nata avversione verso gli uomini? O conseguenze fisiche?-
-Monsignore... no. So di essere criticata in città perché sono una donna libera, non soggetta alle regole esistenti, tipo donna e famiglia, donna e figli, ma ho superato la cosa con molta fermezza e serenità... si avvicini Monsignore, voglio confessare una cosa, non è una colpa ma... è qualcosa che mi ha colpito...-
Lui si avvicina al giaciglio e lei gli fa cenno di sedersi vicino a lei.
-Dimmi Melania...-
-Monsignore... è una cosa che non direi mai a nessuno, ma vostra Eccellenza ha mostrato una grande umanità e mi saprà confortare e comprendere, durante quel lungo stupro, alla fine... ho goduto, ho ceduto e ho goduto e loro se ne sono accorti... e hanno riso di me, mi hanno disprezzato e insultato con i nomi più volgari, per questo motivo credo che torneranno, sono richiamati dal mio essere, del mio godere nonostante la violenza, nonostante non abbia volontà di farlo...-
Il sentire questo fa si che ogni forma di resistenza scompaia e che il desiderio deflagri improvvisamente, la donna gli ha corroso ogni suo intendimento, ora è preda della passione e vuole soddisfarla.
La scopre... vede il biancore del suo corpo, sa che lei lo vuole, che condivide il suo stesso desiderio, sfamare questa assurda fame di godimento. L'abbraccia, passa le mani sulla pelle liscia e calda, si libera velocemente degli abiti e nudo quanto lei, la possiede. A lungo continua il coinvolgimento carnale, lei che gli pianta nella schiena le unghie, lui che mentre la penetra le morde forte il seno. Infine si svuota dentro di lei in un orgasmo esplosivo, lungo e forte ma che lo lascia dopo poco con mille rincrescimenti.
-Perdonami Melania, non ho saputo resistere, mi sono comportato come le bestie dei Diavoli...-
-Posso sapere il tuo nome... per favore...-
-Jacques....-
-L'ho voluto anch'io, fortemente... Jacques ed è stato molto bello, gratificante, non vederci del male ma ti ho desiderato da subito... tanto...-
Si ricompone, ora ha un altro cruccio, si è comportato come un animale, ma questa donna in un certo senso l'affascina, sente la sua diversità, quasi che sia un qualcosa di speciale che la fa emergere nella massa. Vuole sapere la sua storia.
Poi... infine e finalmente sente un brusio nella strada, sa che sono loro, si ritira in un angolo della stanza nascosto. Non deve attendere molto... il frastuono della rottura del portone e i Diavoli entrano! Uomini con la testa coperta da maschere che rappresentano il demonio. Sciamano nella stanza e vanno verso il letto... ma questa volta non riescono nel loro intento. Pochi attimi e fanno irruzione le guardie e ora i Diavoli cercano di nascondersi come sorci, sono in trappola!
L'Inquisitore ordina...
-Tutti in catene, che siano rinchiusi in celle separate e che mantengano indossate le maschere diaboliche, nel caso di qualunque tipo di resistenza anche verbale, non devono parlare, siano bastonati.-
Presenzia la loro partenza, si complimenta con il Capitano per il successo della operazione. Lui si ferma brevemente.
-E' andata a buon fine, Melania. Aspetta... e dopodomani mattina vieni alla mia residenza e chiedi un colloquio. Dobbiamo parlare noi due-
La guarda lungamente e lo sguardo è significativo, lei capisce e gli sorride.
Vuole chiudere rapidamente il caso dei Diavoli, rassicurare la città e se lui andrà oltre l'ordinaria giustizia, se applicherà la propria idea del giusto castigo... se ne prenderà pienamente la responsabilità, ne risponderà davanti a Dio il giorno del Giudizio.
Uno a uno li interroga, li vuole in catene e con la maschera indossata, non chiede loro nome e casata, li considera figure del diavolo senza nome, li accusa di combutta con il demonio, di avergli venduto l'anima, di esserne diventate creature e ne constata la pochezza di carattere, crudeli con il debole, pavidi altrimenti, ora piangono, chiedono pietà, ma non ne ottengono, ha già decisa la loro sorte.
Li consegna alla camera della tortura, vuole confessioni complete che non lascino nessun dubbio sulla loro appartenenza al demonio, non gli importa se saranno confessioni fittizie estorte con il dolore. Dovranno indossare le diaboliche maschere fino all'attimo finale, alla morte.
Sarà una gran festa il rogo di sei diavoli nella piazza di Amiens, richiamerà migliaia e migliaia di curiosi. E servirà da monito, colpirne uno per correggerne molti, chi deve capire... capirà.
Non dorme da giorni, ma il pomeriggio va a castello, ha da risolvere il caso della possessione. E c'è la Contessa...
Nota dell'autore.
Il racconto appartiene alla serie... L'Inquisitore.
Mostra tutta la sua agitazione, sono notti che non riposa, che non dorme bene da quando è iniziata questa cosa dei “Diavoli della Notte”, termine che hanno prontamente utilizzato gli abitanti impauriti della città per chiamare gli autori degli orribili episodi.
I Diavoli della Notte!
Vero che esiste il coprifuoco, il divieto di uscire dopo la mezzanotte e che esistono le ronde di controllo ma questi episodi accadono nonostante questo e ora si ripetono con una frequenza sempre più allarmante, tre... nel solo ultimo mese, sette nel complessivo.
Deve prendere lui in mano l'inchiesta, ancora non è certo che sia opera del demonio, peraltro sempre pronto a far danno e a tormentare la gente.
Deve parlare con il Conte urgentemente e reclamare a sé la conduzione delle indagini e quindi ordina al suo segretario di inviare una richiesta urgente di un colloquio al Conte che sa in città, al castello.
E' nervoso da tempo anche per un'altra cosa, quella notte con Beatrice gli ha lasciato uno strascico di sensazioni che fa fatica a gestire. Quel forte piacere sessuale, la pazzia erotica, gli orgasmi provati! Oh si... è consapevole che deve essere dedito alla castità, ma come fa a comandare il pensiero? Che torna sempre a quella notte? Deve distrarsi, pensare solo al suo dovere di Inquisitore.
E ormai tardo pomeriggio che si presenta al castello e viene accompagnato nella grande sala di rappresentanza.
-I miei omaggi... vostra Altezza Reale...-
Il Conte di Amiens vanta una lontana appartenenza alla famiglia regnante e questo giustifica il titolo.
-Vi vedo con piacere, Inquisitore... Monsignore, cosa vi porta a castello?-
-Quanto accade in città nella notte, Vostra Altezza, il popolo già ha denominato i fatti incresciosi come opera del demonio, sono qui per chiedere alla Vostra Altezza la conduzione delle indagini e il poter avere il supporto delle guardie della città...-
-Ma cosa è successo in particolare? Ho sentito solo vaghe voci mentre ero fuori città...-
-Altezza... a notte fonda, ben dopo il rintocco del coprifuoco, è avvenuto che qualcuno ha sfondato con la forza il portone delle abitazioni di donne giovani che in quella particolare notte erano sole, il marito assente per motivi vari e questo qualcuno abbia violentato lungamente queste donne, picchiate, abusate...-
-Ma perché pensa all'opera del demonio? Il motivo, Inquisitore...-
-Questi... coloro che demoliscono il portone e poi fanno violenza hanno aspetto demoniaco e la gente si chiede come facciano a sapere quando le donne sono sole. E come fanno a demolire il portone. Sembra... a parere del popolo, opera del demonio, è una cosa che dobbiamo debellare urgentemente.-
-Va bene... Inquisitore, conduca le indagine del caso con la piena disponibilità dei miei armati e delle guardie di città, ora... posso approfittare della sua presenza? Voglio presentarle la mia famiglia...-
-Ne sarò grandemente onorato, Vostra Altezza Reale...-
Il Conte si alza a fatica dalla sedia, è un uomo abbastanza avanti con gli anni, lo conduce nelle stanze della sua dimora privata e qui... ci sono due donne ad attenderli. La Contessa e la loro figlia, L'Inquisitore ne rimane colpito, ha sentito parlare della bellezza delle due donne ma mai immaginava che fossero belle in questo modo! La contessa... una bellezza in piena maturazione, forme giunoniche, la figlia, la Contessina... una bellezza in fiore, appena sbocciata. Bellissime ambedue.
Evidente l'interesse delle due donne per l'uomo. Alto e prestante, l'atteggiamento altero e vigile, iniziano a conversare, curiose gli chiedono della sua vita e lui si racconta, non tutto... dice delle sue missioni come religioso, non rivela che ha anche combattuto nelle fila dei Guerrieri di Cristo, parla delle sue origini e la sua voce affascina le donne.
-Monsignore... si ferma a cena con noi? La sua presenza è oltremodo gradita...-
Accetta... ora gode di quel piacere che gli da la presenza delle due belle donne, quanto gli è mancato il parlare, il discorrere piacevolmente? Da quanto non lo fa? Forse è stata l'esperienza con Beatrice a cambiare l'uomo tetro e austero che era?
La serata passa piacevolmente e solo al momento del commiato la Contessa lo avvicina.
-Monsignore... avrei bisogno di parlarle, può venire domani pomeriggio?-
L'Inquisitore è stupito, cosa avrà mai la nobildonna da dirgli? Ma accetta, conferma che verrà il giorno seguente e da solo.
Nell'atrio del corpo di guardia trova il suo segretario e i due suoi armati di scorta ad attenderlo, comanda che venga condotto negli ultimi posti dove i “Diavoli della Notte” hanno colpito. Non è ancora mezzanotte ma la città è completamente al buio, precauzione contro il pericolo d'incendio proibisce l'uso del fuoco come illuminazione, solo alcuni punti sensibili e controllati sono illuminati.
Raggiungono le abitazioni oggetto della violenza, L'Inquisitore esamina i portoni alla luce di una lanterna, poi comanda.
-Torniamo alla Residenza, domani mattina voglio che mi conduci le donne oggetto di stupro... quelle di questi ultimi tre casi e i loro mariti, voglio la loro versione dell'accaduto.-
Nella sua camera, prima di spogliarsi per coricarsi, si trova suo malgrado a pensare alla Contessa o meglio... al suo seno esposto dalla scollatura dell'abito. Si ritrova a desiderarla e deve vincere a forza il pensiero e rivolgere la sua attenzione ad altro, ai Diavoli.
Anche questa notte dorme male, sogni confusi fra diavoli e seni scoperti, si sveglia eccitato, se ne dispiace, aspetta mattina in un agitato dormiveglia.
Poco dopo l'alba si alza, si chiede quale sia il problema della Contessa, sente una forte attrazione nei suoi confronti, quel seno prepotente che cercava di sfuggire dalla scollatura l'ha colpito, si meraviglia di non riuscire più a controllare questi stimoli, da quando ha avuto Beatrice è in preda al desiderio.
Più tardi fa introdurre la prima delle donne violentate, è accompagnata dal marito, sono ambedue in preda alla paura, non è un bene aver a che fare con L'Inquisizione.
Inizia l'interrogatorio, per primo interpella il marito.
-Dimmi... perché hai lasciato tua moglie sola quella notte? E successo ancora?-
-Si... Monsignore, a volte... due o tre volte al mese mi reco fuori Amiens e ritorno il giorno successivo con un carico vario, sono un carrettiere...-
-Chi può sapere della tua assenza? Ne parli in giro?-
-I commercianti per i quali lavoro... Monsignore. Poi... forse altra gente...-
-Aspetta fuori. Voglio parlare con tua moglie.-
-Il tuo nome...?-
-Greta... Monsignore.-
-Non temere Greta, ora raccontami l'accaduto, da quando tuo marito è partito... cerca di non dimenticare nulla, tutto ha importanza, anche i particolari... non aver vergogna dell'accaduto...-
-Monsignore... abbastanza spesso mio marito parte e resto sola per uno o due giorni, quel giorno particolare? Non ricordo nulla di strano, so di non essere uscita nel pomeriggio, di aver chiuso bene il portone con il catenaccio e di essere andata a coricarmi... poi...-
-Continua!-
-A notte fonda... dormivo e mi ha svegliato un rumore fortissimo di legno infranto, che non ho collegato subito al portone... in breve ero attorniata da diverse figure che portavano delle maschere demoniache... e... -
-E... ? Continua... senza timore.-
-Monsignore... mi hanno presa, io ho cercato di ribellarmi... non potevo urlare perché mi tenevano le mani sulla bocca, mi hanno ... presa...-
-E' necessario che mi racconti tutto! Quanti? Come? Ti sono sembrati diavoli o erano uomini? Sforzati... non devi vergognarti! E' come essere in confessione...-
-Monsignore... credo cinque... cinque o forse sei, poi... forse qualcuno ha ripetuto la violenza. So che erano diversi... come dimensioni... e il loro odore di uomo anche diverso. Hanno abusato di me... in ogni modo... -
-Cosa intendi? Parla?-
-Mi vergogno molto a dirlo... nella vagina, in bocca... e anche...-
-Anche?-
-Dietro...-
-Potevi vederli?-
-Solo alla piccola candela che tenevo accesa la notte... Monsignore, ma la paura mi faceva confondere tutto...-
-E poi?-
-Mi lasciarono... li sentii ridere mentre uscivano e tutto era finito, ma non venne nessuno ad aiutarmi se non quando era mattina. Io stessa mi era alzata e fra le lacrime e nel dolore mi ero pulita sommariamente... mi sento sporca... Monsignore.-
-Non hai colpa, devi dimenticare, non c'è altra possibilità e non temere... non erano diavoli ma uomini malvagi che saranno duramente puniti. Vai in pace.-
Tocca poi alla seconda donna anche accompagnata dal marito, che conferma salvo particolari davvero minimi quanto capitatele, il marito assente per lavoro, lei sola, lo sfondamento della porta, lo stupro ripetuto.
Nessun indizio per riconoscere gli artefici e poi l'ultima donna, lei è sola, non è sposata.
Ha un commercio in centro città e vive da sola, questo non è molto comune ma appare una donna di forte personalità, volitiva e molto coraggiosa. l'Inquisitore la trova molto attraente. Bruna... capelli lunghi e mossi alle spalle, Melania. Ha la carnagione scura e da piena ragione all'origine del suo nome, Melan... scuro, nero in greco antico. La trova molto sensuale.
-Oh... Monsignore, se li ho riconosciuti? Questo no... assolutamente ma ci sono diversi giovani che mi hanno importunata e poi offesa perché non ho aderito alle loro richieste...-
-Quanti erano quelli della notte?-
-Cinque o sei... puzzavano di vino e credo che fossero anche ubriachi, si sono sollazzati con me, quei porci... e per diverso tempo!
-Puoi riferirmi qualche particolare che possa farmi arrivare a loro? Qualcosa delle loro sembianze, del fisico...-
-Hanno tutti la barba tenuta corta, molto ruvida, passavano la faccia... ehm... Monsignore, sulla mia pelle e poi ero tutta arrossata e dolente.-
-C'è altro... Melania?-
-Non ricordo altro, Monsignore...-
Poi... mentre sta per varcare la soglia della porta...
-Ah si... Monsignore! Quello che pareva essere il capo della masnada uscendo ha detto... che mi aveva goduto tanto... e che che sarebbero tornati presto! Molto presto!-
Poco dopo assieme al suo segretario riporta su una pergamena le date delle violenze, nei due mesi... sette. Quasi a scadenza fissa, ogni sette, otto... dieci giorni. Un rapido calcolo e il prossimo episodio dovrebbe essere imminente. Stanotte? La prossima notte?
Deve agire.
-Richiamami l'ultima donna, subito.-
-Melania... può essere che intendano tornare da te! Hai riparato il portone? Credo che vogliano tener fede la loro promessa. Devo dirti quello che intendo fare al riguardo... tendere una trappola a quei malvagi, ascoltami...-
Nel pomeriggio si reca a castello e la Contessa lo porta nella sua stanza privata, appare molto agitata, il bel seno che si muove nel respiro affannoso, si siede... lo invita a sedere accanto a lei, gli prende la mano...
-Monsignor Fornieres, abbiamo un grave problema e vorremmo, io e sua Altezza Reale mio marito, il vostro prezioso aiuto a risolverlo, è una cosa che deve essere trattata con la massima riservatezza... e vi saremo molto grati se accetterete di aiutarci...-
-Certamente Altezza... può contare sul mio aiuto e sulla mia completa disponibilità e segretezza...-
-Monsignore... temiamo che nostra figlia... la Contessina Cristina sia... posseduta!-
-Posseduta, Altezza? Cosa vi da questa certezza? Può essere anche qualsiasi altra cosa, turbe mentali passeggere, un caso di isteria... può capitare a delle giovani creature senza sfogo del desiderio fisico dell'amore...-
-Non lo so... Monsignore, per questo chiediamo il suo aiuto... saprà senz'altro giudicare e trattare il caso...-
-Quando hanno luogo? Sono crisi periodiche? Hanno segni premonitori?-
-Difficile prevederle... succedono di solito nel tardo pomeriggio ma non sempre, non tutti i giorni... vorrebbe... le sarei molto grata se volesse essere presente...-
-Può contare su di me... Altezza. Compatibilmente con i miei impegni del momento, sono preso da questo caso dei Diavoli della Notte... ma cercherò di essere a castello ogni pomeriggio...-
La contessa si alza e gli porge la mano da baciare, un gesto di grande riconoscenza e... sembra all'Inquisitore di grande disponibilità. Le prende la mano e la bacia lungamente, lei non la ritira e lui osa... le bacia il palmo della mano e il bacio diventa sensuale.
Lui in ginocchio che non stacca gli occhi dal suo viso... lei in piedi e in affanno.
La lascia, è eccitato, con nella mente quel seno pieno, candido, non riesce più a staccarne il pensiero.
Arriva nel suo palazzo, chiama il segretario e il capitano delle guardie e da loro le sue disposizioni, appena buio... si veste con abiti comuni, copre i capelli con un berretto ed esce senza essere visto.
Si reca rapidamente nel quartiere malfamato della città, il rione più povero, dove la miseria la fa da padrona, gira per le strade fino a che trova quello che cerca. Un uomo macilento che seduto appoggiato con la schiena al muro chiede la carità.
Gli si ferma davanti e gli getta una moneta d'argento...
-Cerco chi possiede gli occhi nella notte...-
Ottiene la sua attenzione, l'uomo prende la moneta e la esamina.
-Puoi pagarne altre?-
-Si...-
-Seguimi a distanza di dieci passi...-
L'uomo macilento si muove ora rapido, nonostante abbia bisogno dell'aiuto della stampella, lo guida nei vicoli e nei cortili fino ad arrivare ad una corte dove brucia un grande falò.
La Corte dei Miracoli!
Aspetta mentre chi l'ha guidato parla con un uomo seduto, questi gli fa cenno di avvicinarsi.
-E' un grande onore per noi, poveri pezzenti e lebbrosi avere la visita di vostra Eccellenza...-
-Vi pago... voglio delle informazioni...-
-Oh no! Gradiremmo solo qualcosa per festeggiare questa sera la vostra visita, due altre monete d'argento... compreremo vino e pane e vinceremo la fame, ma l'informazione ve la daremo senza compenso... sicuri che un domani vostra Eccellenza ci ricambierà il favore con un atto di clemenza, chieda Monsignore.-
-Chi sono i Diavoli della Notte?-
-Oh... i Diavoli della Notte! Brutta gente, cattiva gente... e ricca, sono sei giovani... Monsignore, figli di ricchi mercanti, potenti esponenti della Gilda, dovrà usare molta astuzia nello stanarli... Monsignore.. e nel riuscire a punirli come meritano.-
-Da dove partono per fare le loro malefatte?-
-Dalla casa dove vive il loro capo banda, un giovane con la barba e i capelli rossi, un pessimo uomo, hanno una specie di ariete che portano con loro e con questo demoliscono il portone di quelle sciagurate donne...-
-I loro nomi...?-
-Il loro capo... Adelm, figlio di Gautiers, lavora nel fondaco del padre sulla Somme, Monsignore, ricchissimo e avaro... e malvagio. Gli altri? Figure minori ma tutti figli di mercanti... se vuole vederli si riuniscono tutte le sere a gozzovigliare alla locanda del Postillon... desidera essere accompagnato?-
-No... ci andrò solo...-
-Monsignore è un uomo giusto, che Iddio l'accompagni...-
-E che sia con voi, popolo della Corte dei Miracoli...-
Si reca nel buio della città alla locanda indicatogli, vuole vederli questi giovani malvagi. Entra, appoggia le mani al bancone, chiede un boccale di vino, beve lentamente. Prima ancora di vederli li individua dal loro vociare, urlano e bestemmiano, ridono fragorosamente.
Si volta appena, occupano un grande tavolo pieno di boccali, nota il più esagitato, un giovane uomo robusto con una barba rossa.
Sa che deve fermarli e punirli senza pietà, certe persone vanno schiacciate come serpi velenose.
Rientra e chiama il Capitano delle guardie, gli chiede se ha già provveduto ad eseguire quanto gli ha ordinato.
-Tutto come ordinato, Inquisitore. Dieci guardie nella casa prospiciente a quella della donna, pronti ad intervenire appena i Diavoli faranno irruzione.-
-Bene... speriamo che funzioni, altrimenti dovremo ripetere ogni notte a meno che non colpiscano altrove e dovremo trovare un altro modo per stanarli, buona fortuna Capitano, buona caccia... io li attenderò all'interno...-
Ben oltre mezzanotte si reca alla casa, entra dalla porta tenuta aperta dalla donna e la rinchiudono.
-Dovremo attendere... Melania, sperando che vengano. E' l'unica possibilità che abbiamo di prenderli e punirli... Tu vai a dormire, veglierò io...-
-Monsignore se vuole gradire, è poca cosa...-
Sul tavolo un boccale di peltro, una bottiglia con del vino, pane e del formaggio, si accorge allora di aver fame, non mangia dal mattino. Gradisce il gesto della donna, la quale si appresta a coricarsi, dorme nella stessa stanza e come uso del tempo... si dorme nudi, coperti da pesanti coperte o pellicce.
Nel poco chiarore della sola minuscola candela nota la bellezza piena del suo corpo, la curva dei fianchi, il sedere largo e leggermente prominente, il florido seno. Ne rimane colpito... cerca di allontanare il pensiero pensando ai Diavoli.
Sono familiari di ricchi mercanti e nonostante i ripetuti stupri rischiano di cavarsela con poco. In quel periodo al più vengono puniti con multe e risarcimenti che possono essere consistenti ma non con altro. I furti sono castigati con maggior rigore... ma in questi casi non hanno rubato nulla, quindi? Non può permettere loro di cavarsela così, già ha una idea precisa di come agire.
Gli sembra di sentire il profumo della pelle della donna, un profumo speziato che trova stimolante per il suo appetito sessuale, quanto l'ha cambiato quella notte con Beatrice? Possibile? La sa nuda sotto le coltri, quel suo corpo seducente e maturo, il pensiero si trasforma in desiderio, si eccita.
Sussurra.
-Melania... dormi?-
-No, Monsignore... non riesco, sono molto agitata...-
-Capisco... volevo chiederti... dopo lo stupro ti è nata avversione verso gli uomini? O conseguenze fisiche?-
-Monsignore... no. So di essere criticata in città perché sono una donna libera, non soggetta alle regole esistenti, tipo donna e famiglia, donna e figli, ma ho superato la cosa con molta fermezza e serenità... si avvicini Monsignore, voglio confessare una cosa, non è una colpa ma... è qualcosa che mi ha colpito...-
Lui si avvicina al giaciglio e lei gli fa cenno di sedersi vicino a lei.
-Dimmi Melania...-
-Monsignore... è una cosa che non direi mai a nessuno, ma vostra Eccellenza ha mostrato una grande umanità e mi saprà confortare e comprendere, durante quel lungo stupro, alla fine... ho goduto, ho ceduto e ho goduto e loro se ne sono accorti... e hanno riso di me, mi hanno disprezzato e insultato con i nomi più volgari, per questo motivo credo che torneranno, sono richiamati dal mio essere, del mio godere nonostante la violenza, nonostante non abbia volontà di farlo...-
Il sentire questo fa si che ogni forma di resistenza scompaia e che il desiderio deflagri improvvisamente, la donna gli ha corroso ogni suo intendimento, ora è preda della passione e vuole soddisfarla.
La scopre... vede il biancore del suo corpo, sa che lei lo vuole, che condivide il suo stesso desiderio, sfamare questa assurda fame di godimento. L'abbraccia, passa le mani sulla pelle liscia e calda, si libera velocemente degli abiti e nudo quanto lei, la possiede. A lungo continua il coinvolgimento carnale, lei che gli pianta nella schiena le unghie, lui che mentre la penetra le morde forte il seno. Infine si svuota dentro di lei in un orgasmo esplosivo, lungo e forte ma che lo lascia dopo poco con mille rincrescimenti.
-Perdonami Melania, non ho saputo resistere, mi sono comportato come le bestie dei Diavoli...-
-Posso sapere il tuo nome... per favore...-
-Jacques....-
-L'ho voluto anch'io, fortemente... Jacques ed è stato molto bello, gratificante, non vederci del male ma ti ho desiderato da subito... tanto...-
Si ricompone, ora ha un altro cruccio, si è comportato come un animale, ma questa donna in un certo senso l'affascina, sente la sua diversità, quasi che sia un qualcosa di speciale che la fa emergere nella massa. Vuole sapere la sua storia.
Poi... infine e finalmente sente un brusio nella strada, sa che sono loro, si ritira in un angolo della stanza nascosto. Non deve attendere molto... il frastuono della rottura del portone e i Diavoli entrano! Uomini con la testa coperta da maschere che rappresentano il demonio. Sciamano nella stanza e vanno verso il letto... ma questa volta non riescono nel loro intento. Pochi attimi e fanno irruzione le guardie e ora i Diavoli cercano di nascondersi come sorci, sono in trappola!
L'Inquisitore ordina...
-Tutti in catene, che siano rinchiusi in celle separate e che mantengano indossate le maschere diaboliche, nel caso di qualunque tipo di resistenza anche verbale, non devono parlare, siano bastonati.-
Presenzia la loro partenza, si complimenta con il Capitano per il successo della operazione. Lui si ferma brevemente.
-E' andata a buon fine, Melania. Aspetta... e dopodomani mattina vieni alla mia residenza e chiedi un colloquio. Dobbiamo parlare noi due-
La guarda lungamente e lo sguardo è significativo, lei capisce e gli sorride.
Vuole chiudere rapidamente il caso dei Diavoli, rassicurare la città e se lui andrà oltre l'ordinaria giustizia, se applicherà la propria idea del giusto castigo... se ne prenderà pienamente la responsabilità, ne risponderà davanti a Dio il giorno del Giudizio.
Uno a uno li interroga, li vuole in catene e con la maschera indossata, non chiede loro nome e casata, li considera figure del diavolo senza nome, li accusa di combutta con il demonio, di avergli venduto l'anima, di esserne diventate creature e ne constata la pochezza di carattere, crudeli con il debole, pavidi altrimenti, ora piangono, chiedono pietà, ma non ne ottengono, ha già decisa la loro sorte.
Li consegna alla camera della tortura, vuole confessioni complete che non lascino nessun dubbio sulla loro appartenenza al demonio, non gli importa se saranno confessioni fittizie estorte con il dolore. Dovranno indossare le diaboliche maschere fino all'attimo finale, alla morte.
Sarà una gran festa il rogo di sei diavoli nella piazza di Amiens, richiamerà migliaia e migliaia di curiosi. E servirà da monito, colpirne uno per correggerne molti, chi deve capire... capirà.
Non dorme da giorni, ma il pomeriggio va a castello, ha da risolvere il caso della possessione. E c'è la Contessa...
Nota dell'autore.
Il racconto appartiene alla serie... L'Inquisitore.
Il primo racconto è stato pubblicato con il titolo: Il primo caso dell'Inquisitore Fornieres. Beatrice e i suoi molti amanti.
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