e quindi non
occorre che vi ripeta che lavoro faccio. Mi piace immaginarmi e
vendermi, tout court, come una specie d’assistente spirituale più
che di un mago, è vero che opero solo con donne ma è perché le
trovo molto più bisognose del mio aiuto che gli uomini. Non è vero
che sia perché sono più credulone e perché, a volte, le scopo.
Quest’ultima cosa è una volgare calunnia. Io le aiuto a
ritrovarsi!
Comunque
sia ho incrociato la mia strada con diversi casi curiosi e qualcuno
vorrei raccontarvelo.
Quello
della donna che crede di essere Catalina Lasa inizia in un pomeriggio
di pieno ozio, quando lei mi chiama al cellulare e senza neanche
salutare m’interpella…
-Maestro…
se ne intende di metempsicosi?-
Si…
Maestro! Mi chiamano così ora! E’ inutile che facciate quei
sorrisini di supponenza voi che leggete! Che non sia mai che abbiate
bisogno di me!
Mah…
dico fra me e me, intendermene di metempsicosi proprio no. Non credo
d’essere padrone della materia, ma se poi mi chiedo se sono in
grado di imbrogliare un po’ sul fenomeno… la risposta è si.
Quindi
rispondo…
-Certo…
è uno dei miei vari campi di specializzazione…-
-Posso
venire…?-
-Ora…?
Ho degli impegni. Sono molto richiesto…-
-Vengo
alle sei…-
Tento
di interromperla ma ha già staccato.
Cazzo!
E’ il caso di saperne un po’ di più su questa metempsicosi prima
che questa venga! Allora… vediamo, per metempsicosi detta anche in
maniera spiccia reincarnazione, s’intende la trasmigrazione dopo la
morte dell’anima e dello spirito vitale in un altro corpo vivente.
Credenza diffusa negli ambienti legati all’Induismo,
al Giainismo,
al Sikhismo
e al Buddhismo.
Inserisco in memoria altri piccoli aneddoti e l’aspetto.
Lo
conoscete, per esempio, l’aneddoto che riguarda Pitagora, il grande
filosofo e matematico?
Senz'altro no… allora si racconta che il
filosofo passando vicino a qualcuno che maltrattava un cane, colmo di
compassione, dicesse… ”smettila di colpirlo! La sua anima la
sento, è quella di un mio amico che ho riconosciuto dal timbro di
voce…”.
L'uomo
secondo i pitagorici è precipitato sulla terra a causa di una colpa
originaria, per via della quale è costretto a trasmigrare da un
corpo a un altro, non solo di umani ma anche di piante e animali. Per
liberarsi da questa catena di morti e rinascite occorre ritornare
allo stadio di purezza originaria dedicandosi alla contemplazione
disinteressata.
Però!
Alle
sei la faccio entrare.
Ve
la descrivo? Lo so che siete curiosi e poi fa parte del mio mestiere
raccontare le persone. Bella. Non giovanissima, forse più vicina ai
quaranta che ai trenta, bruna e con gli occhi neri, formosetta, bel
culo, belle tette e belle gambe. La faccio sedere e spero che
accavalli le gambe così le possa vedere le cosce. Lo fa… devo fare
un lungo respiro per controllare l’eccitazione!
-Mi
dica… sono a sua disposizione. Mi parlava di trasmigrazione dello
spirito… ma prima vuole dirmi il suo nome?-
-Sono
Catalina Lasa… o meglio… ora sono Catalina Lasa, quello che ero
prima non ha alcuna importanza…-
-Interessante…
prego continui…-
Mi
sto godendo gli scorci delle sue lunghissime gambe inguainate in
leggere e trasparenti calze, a tratti mi sembra di intravedere la
bianca e liscia carne delle cosce, uhm… faccio davvero fatica a
mantenere l’aspetto professionale!
-Le
va di dirmi dall'inizio? Catalina?-
-Non
credo conosca la mia storia… Maestro…-
-Mi
sembra di vedere… aspetti! Ecco… vedo Cuba, un grande amore
contrastato…-
-Si…
Maestro! Si…! Bravissimo! La sua fama è davvero meritata! Ha visto
tutto questo in un attimo-
Bugia…?!
Ok…
ma perché negare? Mi sono solo ricordato del palazzo (art decò o
liberty?) dove aveva veramente vissuto Catalina Lasa, una residenza
che visitai anni fa all'Avana… e ho buttato là! Visto quanto
sono intelligente?
-Si…
Catalina… ho avuto questo squarcio illuminante sulla sua vita, ma
prego mi racconti… vuole distendersi sul divano? –
L’aiuto
a stendersi e mi metto in modo da poterla ammirare. Che cosce! Che
tette! Il suo profumo mi annebbia i sensi.
-Maestro…
il mio cambiamento è recente. Due mesi fa ho fatto un viaggio a
Cuba… e lì… sono diventata Catalina Lasa. Ora faccio fatica a
ricordare la mia precedente vita, chi ero e cosa facevo. Utilizzo la
mia vecchia identità per i motivi pratici della vita, i soldi… i
conti da pagare, ma ho staccato con tutti i rapporti personali che
avevo prima. Sono compiutamente Catalina Lasa…-
Mi
avvicino al divano e le prendo la mano, ha un bellissimo anello in
platino con un solitario, lo stimo un diamante River Top Wesselton di
almeno TRE carati… valore? Quindicimila euro non meno, mi
rassicuro… la signora Catalina ha soldi, che sollievo! Non voglio
sprecare il mio tempo in opere di carità!
-Sa…
Maestro? In gioventù ho partecipato a concorsi di bellezza in Avana,
mi considevano allora la più bella ragazza dell’isola… e facevo
parte dell’alta società, balli, ricevimenti…-
-Catalina…
è bellissima anche ora. Il suo tipo di bellezza non tramonta mai. E’
una donna splendida…! Lo sarà sempre!-
Tenete
immancabilmente presente che i complimenti sono sempre graditi alle
donne. Nessuna esclusa, verità assoluta!
-Adulatore…!
I miei genitori mi fecero sposare il figlio del vice primo ministro…
Pedro Estevez Abreu, ma non fu un matrimonio d’amore, lui era
tiepido e non riusciva minimamente a soddisfare la mia sete di
sensazioni, d’amore e di piacere. Incontrai Juan… che uomo! Era
vedovo e ricchissimo… Juan Pedro Baro. Bello e maschio. Come lo
vidi me ne innamorai perdutamente e lui altrettanto di me. Fece di me
la sua amante, la sua donna. Ma non ci bastavano più i primi
incontri fugaci e clandestini. Io lo volevo sempre per me e con me.
Ormai le voci sul nostro amore circolavano per la città e solo mio
marito Pedro ne sembrava ignaro. Che uomo Juan… molto dotato sa…?
E bravo a far l’amore. Guardi…! Anche ora a pensarci ho le
caldane! Vuole vedere?-
Si
mette seduta e abbassa la scollatura, ah… che seno! Bello, pieno…
liscio… e che sodo deve essere al tatto!
Mi
fa osservare la sua pelle arrossata, mi prende la mano e la posa sul
petto, è davvero sodo, plastico e soffice.
-Senta
senta… che calore..! Che effetto mi fa pensare a lui che mi
accarezza, che mi spoglia e poi mi fa sua…!-
La
mia mano sembra che abbia una vita sua, si intrufola sotto la coppa
del reggiseno e ora sta stringendo un capezzolo duro e puntuto!
Lei
si ridistende e la mia mano la segue, continuo a strizzarle il
capezzolo. E’ scomodo ma resisto.
-Ormai
non sopportavo più la vita che facevo, ne parlai con Pedro, mio
marito, lo implorai di darmi la mia libertà, di consentirmi
finalmente d’essere felice ma me lo negò. Troppi erano i nostri
vincoli nella società. Allora con Juan decidemmo di fuggire e
riparammo a Parigi. Lo scandalo travolse Pedro, le sue ambizioni
politiche furono minate dall'evento. Io e Juan fummo finalmente
felici. Assieme giorno e notte, ogni attimo della giornata e potemmo
finalmente far l’amore ad ogni ora e in ogni dove… ah il piacere
che mi dava…!-
-Continua
Catalina… dimmi di lui… come era. Come ti faceva godere…-
La
mia mano ora è fra le sue cosce, sto gustando quell'epidermide liscia come raso fra il bordo delle calze e l’inguine. E’ una
parte del corpo di una donna che mi fa impazzire. L’accarezzo
lungamente sopra il leggero velo dei suoi slip, stuzzico il suo
clito.
-Juan
era un vero uomo! Sapeva cavalcarmi per l’intera notte, non mi dava
tregua… il mio piacere era continuo, gli orgasmi erano talmente
tanti e forti che tutto diventava una frenesia erotica, non mi
bastava mai! Ah… quel suo membro…! Grosso… grosso e come mi
martellava, allargava, strofinava e spingeva…! Lo sentivo fino
all’utero!-
Sposto
il bordo degli slip e passo le dita sullo spacco, stringo forte il
clito per poi strofinarlo lungamente, bagno le dita inserendole a
forza… un dito, due dita… tre… spingo forte! Voglio il suo
orgasmo! Torno sul clito. Voglio farla godere!
-Ahaaaaa…! La nostra vita si svolgeva nell'alta società di Parigi… uhuuuu… si…! Ma non disdegnavamo di vivere delle
trasgressioni, ci piaceva portarci a casa una delle ballerine del
Cafè Chantant o del Lidò, la portavamo a casa e la godevamo
assieme… ah che piacere! Lo guardavo mentre montava quelle ragazze,
come riusciva sempre a farle godere e poi lui guardava me mentre le
baciavo dove lui le aveva prima penetrate con il suo grosso membro,
leccavo e le facevo godere ancora e ancora… a volte Juan mi
prendeva così… da dietro e mi sbatteva come un animale… mentre
io continuavo a leccare… ahaaaa…!-
E’
enormemente eccitata e ora sta godendo della mia mano! Uhm… il suo
inarcarsi! Ecco… il suo orgasmo! Magnifico… quanto mi piace far
godere! Mi alzo… apro la cerniera dei pantaloni e lo faccio uscire…
la tiro a me. La prendo così… lei vestita, io vestito. Le lascio
gli slip… li sposto solo, non duro poi molto vista l’eccitazione
che mi ha causato ma abbastanza per farle provare diversi orgasmi, la
tengo contro di me sostenendola con le mani sotto le natiche, con le
sue gambe che dondolano o si allacciano alla mia vita. Mi svuoto
finalmente in lei con un grido da belva soddisfatta!
Riprendiamo
fiato. Siamo ambedue ansanti… il piacere è stato tanto.
Mi
siedo… lei si distende nuovamente. Rimane scoperta… che libidine
guardare il mio seme tracimare lentamente dalla vagina aperta!
-Poi
che successe…?-
-Con
Pedro… avevo avuto due figli da lui durante il matrimonio e mi
mancavano. D’accordo con Juan decidemmo di tornare a Cuba e fare
istanza alle supreme autorità per ottenere il divorzio da Pedro, non
era previsto allora nel paese… e la nostra lotta per ottenerlo fu
dura e lunga… ma alla fine l’ottenni e potei sposare Juan e
vivere con lui e i miei figli, fui la prima donna in Centro America e
Sud America ad ottenere il divorzio, fummo felici per qualche anno e
poi… io morii improvvisamente e Juan… disperato… restò solo. La
mia anima e il mio spirito vagarono per la casa dove eravamo stati
felici fino a che trasmigrarono in un altro corpo… questo che ora
vedi davanti a te…-
-Poi…
Catalina…?-
-Juan
morì… non sopportò mai la mia dipartita, morì di crepacuore e si
fece seppellire in piedi… rivolto verso di me così che possa
guardarmi per l’eternità, un gran gesto d’amore…-
-Davvero
bello…! Toccante! Continua a raccontare…-
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