CONVIVENZA.
BOULTON - ARTIST
Sorpreso.
Inserisco
il DVD, chiudo la porta a chiave, mi abbasso i pantaloni e boxer
fino alle caviglie e mi distendo sul letto, quanto mi tira!
Inizio
a menarmi con calma, scopro lentamente il glande per poi ritornare a
coprirlo, faccio partire il film. Poche scene d’apertura e già due
maialine si stanno leccando a vicenda, le tette sono rifatte ma le
fighe, depilate, sono bellissime, qualche minuto di maialate ed entra
un palestrato naturalmente ben dotato e comincia entusiasta il suo
compito, in figa, poi in culo, prima una e poi all’altra, sono
vicino, sto per venire, la mano corre veloce sull’asta, con l’altra
mi massaggio lo scroto, i coglioni sono duri come due noci, mi tocco
il tratto perineo e poi l’ano.
Accidenti!
Sono senza fazzolettini! Fermo il DVD, mi alzo i pantaloni, riapro la
porta e vado in bagno a prenderne un pacchetto, ritorno, mi abbasso
nuovamente i pantaloni, mi sdraio, faccio ripartire il film e
riprendo a menarmi, è sempre duro come un pezzo di legno, me lo
guardo, è bello lungo e grosso, sinceramente non sfigura rispetto a
quello del protagonista del film.
Poi
ad un tratto, la porta si apre e mia sorella entra nella stanza.
Cretino!
Hai
dimenticato di rinchiudere a chiave!
Passa
un lungo attimo, io guardo lei in preda al panico più totale, lei
guarda me, il suo sguardo corre dal mio cazzo con la mano ancora
attiva, allo schermo del televisore dove scorrono le immagini del
film.
Cerco
di tirare su i pantaloni, mentre cerco il telecomando per fermare il
film, risultato? I pantaloni mi restano a metà gamba, il telecomando
mi cade per terra.
Mi
arrendo, sento il viso scottarmi da tanto sono arrossito, la guardo
cercando di trovare qualche parola per giustificare.
Mi
aspetto una scenata… tipo:
Cosa
stai facendo? Non ti vergogni?, O roba del genere invece sento la sua
voce calma:
“Tranquillo…”.
La
guardo, non è incazzata, mi sorride serafica.
Cerco
comunque di giustificarmi:
“Mi
dispiace…”.
“Di
cosa? La colpa è mia, sono entrata senza bussare e ho infranto la
tua privacy. Ti stai masturbando e allora? E’ una cosa naturale,
hai diciassette anni, tutti si masturbano a diciassette anni e anche
dopo…”.
E’
in piedi vicino al letto, guarda il televisore dove continuano a
scorrere le immagini, in questo momento lui… l’attore sta
pompando alla grande una delle donne.
“Però…”
dice.
Recupero
il telecomando e faccio per fermare la visione.
“No,
no, me ne vado subito”.
La
guardo stupefatto, lei sistema la biancheria nei vari cassetti,
mentre il suo sguardo corre verso il televisore, poi guarda me.
Io
sto coprendo le mie parti basse con le mani, lei si dirige verso la
porta.
“Quando
hai finito… guarda un po’ di studiare…”.
Prende
e se ne va.
Che
faccio? Il cazzo mi si è ammosciato di colpo al suo ingresso, ma con
solerzia riprendo a menarlo e in breve ritorna la colonna di prima,
guardo il film che continua a scorrere sullo schermo ma il pensiero
continua a correre a mia madre…, in breve raggiungo l’orgasmo,
tampono la cospicua sborra che mi esce con un paio di fazzolettini e
mi distendo ansante sul letto.
La
sorella.
Entro
in camera senza pensare, giuro che rispetto la sua privacy, ma
tant'è, succede e quando vedo quello che sta facendo mi salta il
cuore in gola, il mio fratellino! Dio… quanto è cresciuto!
Certo
che immaginavo che si masturbasse, ma una cosa è immaginare,
un’altra trovare che lo fa!
Un
colpaccio per me, vedova da sette anni, e senza rapporti con un uomo
da allora.
La
vita in un piccolo paese non è facile, tutti sanno, vedono e
sparlano e così sono passati gli anni, un impiego presso la
cooperativa vinicola, dalle otto alle una dal lunedì al venerdì e
poi in casa, in attesa di Vic, studente pendolare, i pomeriggi
trascorsi nei lavori domestici, qualche visita alle poche amiche e
nient’altro.
Anche
per Vic non è facile, poche distrazioni e poco svago.
Le
condizioni economiche sono buone, l’eredità e le assicurazioni ci
consentono un buon tenore di vita, ma passano gli anni e sto
invecchiando e quanto mi manca un uomo!
Spesso…
spessissimo, mi sveglio di notte in un bagno di sudore e quanto
desidero un grosso cazzo che mi fotta, che mi dia quello che mi manca
dalla morte di mio marito.
Quel
pomeriggio quando esco dalla sua stanza, mi chiudo in camera, mi
siedo sul letto e cerco di rivedere con la memoria la situazione di
poco prima, il ragazzo sdraiato sul letto, i pantaloni alle caviglie,
la sua mano che mena un grosso cazzo, una cappellona violacea e
lucida, una grossa e lunga asta, lui che va in confusione e le
immagini che scorrono sul video, un uomo che scopa con forza una
ragazza, un'altra che collabora, allargo le cosce, quanto sono
bagnata, mi tocco, sposto le mutandine e libero la mia figa eccitata,
l’allargo, tocco il clitoride, è fortemente inturgidito…
insisto, si… ancora… ancora… e arriva il piacere…!
La
sera non faccio cenno a quanto è successo, lui è dapprima
imbarazzato, poi il mio atteggiamento lo tranquillizza e tutto
ritorna nella normalità.
La
mattina successiva, sabato, è a scuola e io riassetto la sua stanza,
la tentazione è forte e non resisto, in breve sto cercando il DVD
del giorno precedente, non devo cercare per molto, lo ha lasciato nel
lettore, mi siedo per guardare, poi mi sdraio, alzo la gonna alla
vita, via le slip e prendo a masturbarmi, le scene che si susseguono,
dopo quella dell’uomo con le due fanciulle, due uomini scopano una
donna formosa, mi immedesimo in lei, uno in figa, l’altro glielo
mette in bocca, poi si scambiano e infine la prendono assieme, uno in
figa e l’altro nel culo!
Vengo…
vengo… e grido il mio piacere.
Basta…
basta così… rimetto in ordine.
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