Vic.
Rientro
alle undici, lei è ancora alzata, mi attende come al solito,
scambiamo qualche parola, buonanotte e mi ritiro in camera, i fogli
di carta della stampante sono scomposti, che abbia stampato? Che
abbia letto quanto ho scritto nel pomeriggio?
Che
l’abbia fatto mi eccita da morire….
La
mattina successiva, domenica, esco per trovarmi con i soliti amici e
rientro per pranzo, lei si è tirata a lucido, è stata a messa ed è
appena rientrata, aspetto per il pranzo, alle due mi chiama,
mangiamo, poi vado in camera, è troppo caldo per uscire, mi spoglio
completamente… mi sdraio sul letto… il cazzo mi tira… penso a
lei che legge il mio racconto….
Ho
lasciato volontariamente completamente aperta la porta, desidero con
tutto me stesso che lei entri e che mi veda, sento i suoi passi nel
corridoio… si ferma davanti alla porta e guarda dentro, mi meno
lentamente, coprendo e scoprendo lentamente il glande paonazzo… poi
la vedo ritirarsi….
Sono
deluso… perché non entra?.
Prendo
l’iniziativa ed esco nel corridoio.
Passo
davanti alla sua porta.
E’
socchiusa.
Guardo
dentro.
Accidenti…!
E’
completamente nuda sul letto, sta leggendo qualcosa, apro un po’ di
più l’uscio, mi fermo sulla soglia e la guardo… è splendida…!
“Vic…”.
“Si…”.
“Entra…”.
Mi
fermo ai piedi del letto.
“E’
così caldo che non riesco a tenere niente addosso…”.
Beh,
anch’io sono nudo e con il cazzo che ballonzola….
La
camera è in penombra, lei è sul letto, sul soffitto gira il
ventilatore a pale, qui è più fresco che nella mia camera.
“Ho
stampato quel racconto che avevi in computer…”.
Non
parlo.
“L’ho
letto, lo hai scritto pensando a noi due…”.
“Si…”.
“Vieni,
siediti… ti devo parlare, assomigli molto al mio povero marito, sei
tale e quale a lui quando aveva la tua età, di quando ci siamo
innamorati, ma non solo nel fisico, ma anche come… mentalità…
inclinazioni… per esempio anche lui scriveva racconti erotici …sei
stupito?”
Effettivamente
dovevo aver fatto una faccia…!
“Era
la sua sessualità che esigeva anche quella forma di soddisfazione e
per me andava bene, l’accettavo e condividevo anche… non farmi
dire altro, anche lui era dotato nello scrivere… poi voleva che ci
mettessi mano, per correggere eventuali imperfezioni, dato il mio
breve passato di maestra, ma era molto bravo. Volle anche che
tenessimo una specie di diario, un diario nostro, della nostra vita…
intima, con inserite tutte le nostre fantasie sessuali, ma messe come
se le avessimo veramente vissute, alla fine non distinguevamo più la
realtà dalla finzione… capisci cosa dico?”.
Pendevo
letteralmente dalle sue labbra… il mio sguardo era calamitato dal
suo viso, ed ero eccitato… tremendamente, il cazzo tirava da far
male… e aspettavo il seguito….
“Ora
per tornare al tuo lavoro… è scritto bene, ma quante imprecisioni…
ti manca l’esperienza, si nota che scrivi di cose che non conosci…
che non conosci la psicologia delle donne, di come godono… di
quello che vogliono dal sesso…”.
“Mettici
mano tu… come con quelli di tuo marito…”.
“No…
come ho detto… c’è un difetto d’origine, cioè che tu scrivi
di cose che non conosci… o che conosci solo attraverso i film
porno, intendiamoci… può essere sufficiente se ti accontenti, ma
se vuoi creare qualcosa di veramente valido… non ci siamo…!”.
“C’è
una soluzione…?”.
“Devi
fare esperienza…”.
La
sta fissando… guardo le sue labbra mentre parla….
“Presumo
che tu sia… vergine o sbaglio…?”.
Faccio
un mesto cenno di assenso….
“Mai
un qualche cosa… con le amiche… con le compagne di scuola?”.
Faccio
un gesto di diniego….
“Allora
se vuoi, possiamo fare solo una cosa… per migliorare il tuo
lavoro…. Ma devi essere consenziente… disponibile e discreto…
perché faremo una cosa che va contro la morale dei tempi in cui
viviamo… è vero che la considero una falsa morale… e così se
vorrai… io ti farò conoscere l’amore… l’amore fisico… e
poi tu potrai scrivere i tuoi racconti… dimmi se vuoi questo…”.
“Si…”.
“Dillo
più forte… e promettimi che tutto resterà fra di noi… che non
ne farai parola con nessuno”.
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