L'Alice
di Wonderland, Danae e una conversazione con Freud.
Immagine
di apertura.
Freud
è seduto sulla sua poltrona con il taccuino in mano, mentre
Bianconiglio è disteso sul lettino d'analisi.
-Allora...
il suo nome era Alice...-
“”””
-Ma
tu mi ami?- chiese Alice
No,
non ti amo- rispose il Bianconiglio.
Alice
corrugò la fronte e iniziò a sfregarsi nervosamente le mani, come
faceva sempre quando si sentiva ferita.
-ecco
vedi, disse il Bianconiglio, ora ti starai chiedendo quale sia la tua
colpa, perché non riesca a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti
renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso
amarti perché ci saranno giorni in cui sarò stanco, adirato e con
la testa tra le nuvole e ti ferirò. Ogni giorno accade di calpestare
i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione. Ma se tu non ti
ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al
tuo cuore i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno.
“”””
Chiese
allora Freud.
-Perchè
hai mentito... Bianconiglio? Tu l'amavi Alice... la desideravi
sessualmente.-
Il
perché era evidente.
Solo
a Freud era nascosto.
Dietro
alla preoccupazione che mostrava che Alice non fosse forte abbastanza
per amare, Bianconiglio era insicuro, il suo coito durava pochi
istanti... era un coniglio, come poteva competere con il Cappellaio
Matto? Che era inesauribile? Preferiva così negarsi argomentando
come sopra.
Freud
scrisse dopo una lunga meditazione sul suo blocco di appunti:
… è
un evidente caso di rifiuto etico di copulare con la madre, la tana
che è il passaggio nel mondo immaginario è la vagina della madre...
Ma
quando mai?
Mentre
insegue il Bianconiglio, Alice finisce in una tana profonda. Questa
caduta è da interpretare come una caduta nell’inconscio e ricorda
la sensazione di cadere che si ha durante il sonno e che porta molti
soggetti a risvegliarsi bruscamente.
Nessuno
è tanto complessato quanto te, Sigmund.
Credimi.
Vedi Edipo e Elettra dappertutto. Tutto un dramma familiare di
connubi sessuali.
In
una delle mie vite passate (a Vienna) ebbi rapporti sessuali
contemporaneamente con due donne che erano madre e figlia, oh...
separatamente, non assieme.
Quando
ne parlai con lui, il Luminare, il genio della psicoanalisi definì
la cosa:
Incesto
di secondo grado.
Ma
si... il gran cervello ipersessuato di Freud lo definì così, se hai
rapporti sessuali con due persone consanguinee fra loro è un incesto
di secondo grado.
Mah...
incesto? Dove lo vede? Mi sembra una cazzata.
Comunque
per pura curiosità nel mio viaggio lo volli incontrare e vedere cosa
ne pensasse del mio amore senza tempo per Danae, per la modella di
Klimt e del mio viaggio ripetuto per viverla.
Questo
volevo, un giudizio su questo innamoramento e lui invece?
Siamo
quindi al Cafe Landtmann, ci doveva essere anche Klimt ma è stato
trattenuto e gli racconto del mio amore per Danae, cioè per la
modella che ha donato la sua figura per immortalarla. Del mio venire
in questa epoca, del mio ritorno a quella di partenza e così per il
tempo infinito, gli parlo dell'amore.
Lui...
mentre mangia a gran bocconi la fetta di Mozarttorte e trangugia
sorsi di Franzinskaner, il caffè eh? Leggero e con panna. Odia
l'alcol. Io no, l'adoro.
-Hai
mai avuto rapporti sessuali con tua madre?-
Che
c'entra? Vi sembra pertinente? Ma per farlo contento inizio a
inventare, solo per farlo contento, eh? Maledetta la mia sindrome di
voler compiacere tutti! Vuole incesto? E io gliene do!
-Oh
si... Sigmund! Una lunga relazione sessuale che iniziò con me
giovinetto e lei, mia madre, una splendida donna, sai? Molto calda
sessualmente e disponibile.-
-Caro
mio... tutto deriva da lì, dalla nostra infanzia e adolescenza,
raccontami nel dettaglio il vostro coitare, inteso sessualmente non
come sinonimo di cogitare.-
Mentre
gli illustro con tanti particolari a caso e ne invento di
assolutamente assurdi, lui prende nota.
-Interessante.
Avvenivano anche analmente?-
-Oh
si... ne godevamo particolarmente!-
E
lui inizia una dotta e lunga dissertazione sulle varie fasi dello
sviluppo psico-sessuale.
Mi
illustra la fase orale, poi la fase anale, la fase fallica, la fase
di latenza e la fase genitale. Le famose cinque fasi freudiane.
Poi...
-Quanto
durarono i rapporti? Ci furono crisi psichiche? -
-Sigmund...
veramente volevo sapere del mio amore per Danae, la cosa con mia
madre è finita da tempo.-
-Eh
no, caro mio! Il rapporto con la madre è eterno! Tu vedi nella Danae
la tua cara madre e ogni volta che la possiedi e in tua madre che
penetri!-
Mi
rendo conto che nulla può insidiare la sua convinzione e allora
cerco di portare il discorso su Alice.
“”””
Alice
ormai ragazzina, sogna continuamente un luogo, un suo lontano ricordo
che le provoca incubi durante la notte.
Sogna
questo luogo in cui niente ha senso. Un bruco blu? Uno stregatto?
Animali e piante che parlano? E' un mondo di pazzi!
Quando
sogniamo, tutte queste realtà assurde sembra abbiano un senso, ma
quando ci svegliamo, la realtà in cui viviamo, fatta di regole, di
limiti, di condizionamenti, di certezze, si scontra con la mancanza
di senso dei sogni.
Alice
ne è turbata e chiede al padre ed a se stessa se sta impazzendo.
“La
follia” le risponde il padre “e’ una virtù che solo i migliori
posseggono”.
Perché
andare contro i condizionamenti e le regole che fanno parte di
un’intera cultura richiede coraggio e follia: una pazzia che non è
tale, ma è unicamente il confronto fra il normale ed il diverso.
Il
diverso fa paura, viene visto dai nostri occhi condizionati, come
qualcosa che si scontra con la nostra mente e quest'ultima riesce a
leggere solo ciò che conosce.
Quello
che non conosce, non riuscendo a leggerlo, lo cataloga subito come
pericoloso: ciò che non conosciamo mette subito in atto l’istinto
di conservazione che ha permesso l’evoluzione della nostra società.
“”””
Torno
a dar retta a Freud quando richiama nervosamente la mia attenzione.
-Mi
dici se ancora ti masturbi?-
-Eh
si... Sigmund, sia nel reale che nell'immaginario.-
-Quante
volte al giorno?-
-Beh...
da ragazzo raggiunsi il notevole record di nove volte in un giorno.
Battei ogni altro mio coetaneo in questa gara! Ma non persi né la
vista, né mi vennero i porri sulla mano! Adesso? Mah,
saltuariamente, ma sai... Sigmund? Preferisco definirlo: “far
l'amore con me stesso”.-
-Interessante
concetto, lo userò nei miei testi.-
E
prende nota.
-Hai
avuto sorelle? Hai fatto sesso con loro?-
Che
posso fare se non accontentarlo? Ho questa sindrome e inizio a
raccontare cose assurde con sorelle che non ho, né mai ho avuto.
-Erano
più grandi di te? Le consideravi come tua madre?-
Quale
era la risposta che desiderava ottenere? Certamente quella
affermativa.
-Oh
si... tutte, come tante mia madre, le assomigliavano molto!-
Credo
che stia riempiendo pagine su pagine di annotazioni che ritiene
geniali e invece sono mie panzane che un bambino sveglio sgamerebbe
facilmente.
“”””
Il Bianconiglio.
E’
sicuramente uno dei personaggi più fortemente umanizzati della
storia e, in un certo senso, potremmo dire che è il corrispettivo e
contrario di Alice, in rappresentazione del mondo adulto. Va sempre
di fretta, sempre impegnato – e non si capisce mai, all’effettivo,
quali possano essere i suoi impegni ed è sempre stressato.
Esattamente come ogni adulto che si rispetti. E molto spesso tende
anche a non capire quello che Alice gli dice.
“”””
Riesco
a tornare a Freud, mi parla di cose che non capisco, cosa vorrei? Che
mi parlasse lui della sua infanzia, in Moravia... quante cose di te
ci nascondi, Sigmund? Del tuo vero essere e perché ti sei rifugiato
nella psicoanalisi.
Tu...
personaggio degli “Spettri” di Ibsen.
Ma
mi interessa davvero la tua vita? No.
Vorrei
che parlassimo di Danae, la mia Danae, ma non ho risposta.
E
allora lascio correre il pensiero al Cappellaio, la vera figura
geniale del racconto.
“”””
“Cos’hanno
in comune un corvo ed uno scrittoio?”
“Beh,
hai risolto l’indovinello?” disse il Cappellaio, rivolto
nuovamente ad Alice.
“No, mi arrendo” rispose Alice. “Qual è la soluzione?”
“Non ne ho la minima idea” disse il Cappellaio.
“Nemmeno io” disse la Lepre Marzolina.
Alice sospirò, stanca. “Secondo me potreste impiegare meglio il vostro tempo” disse “invece di sprecarlo con indovinelli senza risposta”.
“No, mi arrendo” rispose Alice. “Qual è la soluzione?”
“Non ne ho la minima idea” disse il Cappellaio.
“Nemmeno io” disse la Lepre Marzolina.
Alice sospirò, stanca. “Secondo me potreste impiegare meglio il vostro tempo” disse “invece di sprecarlo con indovinelli senza risposta”.
“”””
A
me viene in mente “Il Corvo” di Poe, gli ultimi versi:
-E
l'anima mia dall'ombra che galleggia sul pavimento
Non si solleverà "Mai più" mai più.-
Non si solleverà "Mai più" mai più.-
Il
riferimento?
Non
esiste, non esiste il corvo, non esiste lo scrittoio... non esistiamo
noi, tutto è un fuoco fatuo.
“”””
Cappellaio
Matto:”Perché i tramonti son pupazzi da levare?”
Alice:”Un indovinello? Vediamo un po’… Perché i tramonti son pupazzi da levare?”
Cappellaio Matto:”Ti dispiace ripetere?”
Alice:”Perché i tramonti son pupazzi da levare?”
Cappellaio Matto:”(urlando) Sono che cosa?”Lepre Marzolina:”(urlando) Attento! È lei pu-pazza da legare!!”
Alice:”Un indovinello? Vediamo un po’… Perché i tramonti son pupazzi da levare?”
Cappellaio Matto:”Ti dispiace ripetere?”
Alice:”Perché i tramonti son pupazzi da levare?”
Cappellaio Matto:”(urlando) Sono che cosa?”Lepre Marzolina:”(urlando) Attento! È lei pu-pazza da legare!!”
“”””
Faccio
finire qui il mio incontro con Freud, inevitabilmente non ci siamo
capiti, lui pazzo ma razionale e io pazzo ma irrazionale.
Lui
nel reale e io nell'irreale, nel nonsense.
Nell'atto
del nostro commiato insiste per darmi un biglietto da visita, cosa
che io non posso contraccambiare. Non ne ho. E' un'usanza del suo
tempo non del mio.
Lo
guardo:
Dott.
Sigmund Freud.
Psicoanalista.
Io
cosa avrei potuto scrivere?
Cosa
sono?
Tibet.
L'uomo
che viaggia nel passato.
Torno
nel mio mondo immaginario con Klimt, Kokoschka, con Schiele e le
modelle. E Danae.
Mi
nascondo fra e dietro di loro.
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