venerdì 18 settembre 2020

VITA DI FATTORIA. ESPERIENZE BUCOLICHE.

 


 

Avevo circa tredici anni quando l'orfanotrofio di St. George mi vendette al fattore Jorgens, mi "vendette" proprio, come era in uso all'epoca. Tredici anni di allora? Era una età di pieno utilizzo lavorativo, ragazzini mandati in miniere, cave e fabbriche a svolgere qual si voglia mestiere.

D'altra parte? C'era una tale multitudine di orfani o altri piccoli disgraziati che venivano sostenuti a fatica negli istituti religiosi, utilizzati in ogni modo, mantenuti analfabeti e poi venduti appena possibile per poche monete di rame, ma si sa… era il gran numero a disposizione a suscitare interesse economico. Ancora più crudele era il futuro delle ragazzine, se appena passabili, subito… al primo mestruo, venivano barattate come serve o puttane, puntando sul loro maggior valore materiale.

La vita nell'istituto?
Immaginatela. Non di certo facile.

Quando arrivai alla fattoria, trovai il padrone Jorgens, un omaccione violento e aggressivo, che viveva insieme alla moglie Janja, una donna grassa e sui quarant'anni, e la figlia Babette, ventenne e grassa anche lei come la madre.

Oltre me, c'erano altri ragazzi nella tenuta, comprati anche loro all'orfanotrofio... in tutto eravamo sei.

La vita era dura, ma non certo peggio che in istituto. Avevamo molte mansioni, tra cui un turno di servizio fisso… un giorno alla settimana a testa, ci spettava la pulizia a fondo della stalla, a me toccava il giovedì. Dovevo portare fuori le bestie, togliere il letame, cambiare il foraggio, l'acqua… e altro. Poi? Il resto del lavoro variava a seconda del periodo e della necessità, e comprendeva di tutto.

Era così che il tempo trascorreva.

Soltanto in piena estate avevamo, io e i miei compagni, un attimo di rilassatezza. A tarda sera il sabato, alla fine di lunghe ed estenuanti giornate di lavoro, ci era concesso di bagnarci nella pozza che il torrente creava appena fuori dalla fattoria.

Era puro divertimento per noi! Ma non solo il bagno, quanto ciò che lo precedeva prima, era quello l'avvenimento davvero più atteso e desiderato!

La masturbazione collettiva!

Ci stendevamo l'uno di fianco all'altro e davamo il via! Vero che a volte usavamo menarci vicendevolmente, io? Se potevo mi facevo masturbare da Martino, era il più giovane del gruppo e aveva una mano delicata, quasi da fanciulla e soprattutto non aveva mai fretta. Sembrava avesse piacere a strofinarmi il cazzo e poi mi faceva durare a lungo.

Una sera eravamo rimasti noi due soli, gli altri ragazzi, esaudito il compito di soddisfarsi, se ne erano andati.

Martino mi scopriva piano il glande dal prepuzio, accarezzava… se sentiva che mi si approssimava la sborrata fermava la mano.

Insomma lo stavo godendo, godevo della sua mano, quando... un improvviso latrato del bastardo di cane della fattoria ruppe il silenzio.

Maledetto cagnaccio schifoso! Lo odiavo quell'animale!

- Quel maledetto! Prima o poi la bastono quella bestiaccia! Sai? Il giovedì? Quando è il mio turno nella stalla? Quello mi abbranca la gamba con le sue zampacce e cerca di montarmi! Porco! -

Martino?

- Ma è solo perché è infoiato! Tu non puoi saperlo ma la bestia si monta la padrona, ogni martedì quando il padrone e la figlia vanno al mercato! Lo so… li vedo durante il mio turno di pulizia della stalla. E sai? La porca fa durare la monta due o tre ore. Dovresti vedere che roba! E come godono! -

- Non dire cazzate! Impossibile che un cane monti una donna, non ci credo… stronzo che sei, vuoi solo farmi sborrare! -

Infatti una intensa sborrata aveva appena ricoperto la mano del ragazzo e l'unica cosa che ambedue volevamo, era lasciare la pozza.

- Non mi credi? Allora martedì vieni alla stalla e vedrai se racconto frottole! Vedrai tu stesso… tutto vero, il cane monta la padrona e lei gode! E urla, smania… -

- Fanculo Martino! Mi prendi in giro! Non può essere vero, impossibile! -

Fra quel sabato e il martedì successivo? Ci fu qualche accenno malizioso alla cosa da parte di Martino, ma senza che io ne venissi eccitato, incuriosito sì che lo ero, ma rimanevo sempre convinto che non fosse assolutamente una cosa possibile un contatto fra donna e animale. Invece mi dovetti ricredere. Martino? Il più giovane di noi, eppure il più informato di tutti a proposito degli affari della fattoria.

Il martedì assistemmo alla partenza del padrone e della figlia per il mercato settimanale e ricevemmo gli ordini della giornata. Poco più tardi riuscii a lasciare il gruppo e mi arrampicai sul piano superiore della stalla fra le balle di fieno. Guardai Martino portare a termine il suo lavoro e poco dopo mi raggiunse, rimanendo entrambi in attesa.

Una mezz'ora dopo vedemmo arrivare la padrona Janja seguita dallo schifoso cane, si portarono in un angolo nascosto e la donna prese ad accarezzare l'animale, addirittura arrivò a baciargli la bocca mentre gli accarezzava l'inguine per stimolarlo, non che questi ne avesse bisogno di essere stimolato! Già si notava la punta del suo cazzo sporgere!

Infine lei si alzò il gonnellone e si mise in ginocchio sul fieno, mostrò un immenso culo e fra le chiappe si notava una grossa fica pelosa oltre al suo buco del culo.

Il cane non aspettava altro, portò le zampe su quel corpo e iniziò a… tentare l'inserimento, pochi colpi maldestri, poi il cazzo… enorme e tutto scoperto, trovò l'entrata. Era dentro e i suoi colpi erano forti e determinati, spingeva… sbatteva! Cosa voleva? Me lo disse Martino mentre il piccolo porco mi aveva già preso il cazzo in mano e mi stava masturbando…

- Vuole inserirle il groppo del suo cazzone, vedrai… le farà da tappo mentre svuoterà in lei la sua sborra… -

La cosa riuscì! Incredibilmente il cane riuscì ad inserirle dentro qualcosa di enorme, grossa... non meno di una patata! Non certo piccola insomma e poi… si bloccò!

Martino…

- Guarda... Ora le si svuota dentro, vuole ingravidarla come una cagna la puttana… ma lei gode sai? I continui stimoli della sborrata? Lei li sente in fica e gode la maiala, e lo fanno durare almeno venti minuti... -

Ad un certo punto il cane si girò…  tentò anche di uscire ma lei, culo a culo con lui, lo trattenne per una zampa e lo tirò a sé. Quando davvero si staccarono? Una cascata di sperma canino sgorgò dalla grossa fica spalancata! La donna crollò esausta mentre il cane iniziò a leccarla!

La donna? Il suo riposo? Forse dieci minuti ma dopo riprese ad eccitare il cane, gli leccò il cazzo… glielo fece diventare duro e ricominciò tutto da capo.

Introduzione e…  solita sosta, lei che gode! Si notava il godimento dal tremolare dei grossi glutei e dai gemiti. Infine… avvenne il distacco definitivo e lei si allontanò.

Io? Eccitato? Ebbene no e nonostante la mano di Martino non mi riuscì di sborrare, no… lo spettacolo mi era parso strano, disgustoso.

Martino...

- Sai? Ci sono padrone di fattoria che scopano con asini e cavalli ma sembra che sia il cazzo del cane il più adatto, è grosso e lungo il giusto… -

- Ma restano gravide? -

- Ma no, stupido! Lo sperma non è compatibile! Lo fanno solo per godere, sono troie! -

- E padron Jorgens? Lo sa? -

- Non ne sa nulla, d'altra parte lui ha il suo da fare... si scopa la figlia… sì sì... Babette da quando lei era giovanissima e sai? Vedrai che prima o poi lei ci resterà gravida e allora? Lui la fará sposare da uno dei lavoranti, così avrá serva, troia, un lavoratore e un mucchio di bastardi da usare! Ah… una cosa! Attento al padrone quando beve! Se ti fai prendere ti violenta! A me l'ha fatto!  Mi ha preso, scopato, violentato, davvero rotto il culo mi ha quel porco! -

Davvero non so se fosse nelle intenzioni di Martino di essere preso anche da me, insomma inculato, goduto così ma era un'altra cosa che non mi attirava, anzi… nonostante il suo menarmi il cazzo, non riuscì a godere.

Poi? Passò un pò di tempo e venne il momento di Esterine, questa era una capretta, ma non di quelle da lavoro! Piccola e carina era una specie di regalo del padre a Babette, forse per una concessione speciale? Il suo culo?

Ma no… figurarsi! Il padre se voleva un culo lo prendeva!

Ma tant'è!

Cosa successe? I ragazzi sorpresero Martino mentre possedeva la capretta! Lui dietro che le metteva il suo cazzo nella fica animale e subito, i ragazzi, ne pretesero l'uso. Insomma la capretta, per il resto gratificata da una carota o barbabietola, veniva usata come la puttana di tutti.

La sua fica non era affatto male, la usavo anch'io, stretta e liscia il giusto, mi dava dei bei orgasmi.

Ma nessuno arrivò a capire, in effetti… Martino il suo primo, ehm…  amante si era innamorato di lei, le parlava e la trattava da fidanzata e mal vedeva il continuo suo possesso da parte dei cazzi degli altri ragazzi.

E un giorno accadde che Martino e Esterine sparirono, una fuga d'amore!

Probabile che si volessero stabilire sulle montagne e dar vita a qualche comunità? Possibile.

Non ne sapemmo mai più nulla.

Del resto della vita di fattoria?

Non lo so, io inconsapevole, una notte d'inverno, venni rapito da una febbre petecchiale, dal tifo dei pidocchi insomma… venni portato via e tutto finì, ma sinceramente ho sperato in una specie di felicità della bella coppia, perché stavano proprio bene insieme.
 

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