La stazione Kéleti di Budapest sembra un manicomio sotto la pioggia battente.
L’acciottolato dei marciapiedi pare sgretolarsi da tanta acqua che cade.
La gente si accalca per prendere i treni per l’ovest, verso L’Austria, la Germania e i ricchi paesi europei, impegnati tutti in una nuova corsa verso la speranza. Anche i binari da dove partono i treni verso l’est sono pieni di gente.
E’ in questo settore che la cerca, fra la gente rassegnata che va a casa con riluttanza perché il vero desiderio generale è fuggire da questo paese, andare lontano.
L’est rappresenta il vuoto, la povertà e il fallimento.
La fauna umana che va verso est, verso la Romania e Bucarest, è eterogenea eppur simile nel suo aspetto miserevole. Ubriaconi, vagabondi, predicatori dallo sguardo di ghiaccio in cerca di peccatori, ragazzi svegli con l’aria furtiva, donne tristi mal vestite e poi… la maggior parte, pendolari che terminata la giornata di lavoro tornano ai loro paesi.
E’ qui che può mettersi in caccia. Qui cerca la sua preda.
E’ una cosa urgente.
Le rughe che gli circondano gli occhi si fanno più profonde di attimo in attimo, ora sono quasi cicatrici, cicatrici di vecchiezza. Lo ha constatato guardandosi nello specchio lurido della toelette per uomini.
La sceglie con cura fra tutte.
Deve essere bella e giovane, magari adolescente.
Una creatura non ancora rassegnata al fallimento, con il sangue vivo nelle vene e con desideri e sogni.
La vede in disparte accanto al muro, in attesa del suo treno.
Le si avvicina ignorando gli inviti di una puttana in cerca clienti, riparatasi nella stazione per evitare la pioggia.
E’ bionda, magra e molto carina. Giovanissima.
Il suo approccio è in tedesco, spera di essere capito. E’ una lingua che i giovani magiari imparano a scuola. Lo studiano con profitto perché ne capiscono l’utilità.
Usa qualcosa di banale giusto per rompere il ghiaccio, lei per tutta risposta gli chiede da dove viene.
Italia, dice lui.
Le si accendono gli occhi e lui sa di averla presa.
Portami in Italia… dice con aria di sogno.
Chissà cosa credono ci sia in Italia si chiede lui, ma perché dirle di più?
Potere della suggestione, potere dei soldi.
In breve la convince a seguirlo in un ristorante. Gode del suo appetito, la vuole soddisfatta, vuole alimentarne i desideri.
E’ bravo in questo… è esperto.
Non le propone soldi per portarla in una camera di albergo ma ne provoca e ne lievita le speranze.
Sa esattamente cosa pensa.
Lei pensa che se riesce ad interessarlo, ad accontentarlo in tutto, esiste la possibilità che lui le faccia cambiare vita.
A lei come è successo a migliaia di altre ragazze.
Lui?
Lui sa che una volta per averle bastava una confezione di calze e davvero poca fatica, ora tutto è cambiato.
Ogni volta deve mentire, impegnarsi nel sotterfugio. La caccia non gli da più il piacere di una volta, forse perché ora non è più un gioco e uno svago ma una necessità?
La porta non nell'albergo dove dimora ma in un altro vicino.
Una stanza per una notte, chiede.
Nei paesi rimasti a lungo sotto l’ombrello dell’Unione Sovietica la caduta del muro ha di fatto liberalizzato forme di comportamento prima impensabili. Comportamenti allora considerati antisociali.
Ora pornografia, prostituzione e tutto il collegato sono evidenti agli occhi di tutti.
Cosa è questa ragazza se non una puttana?
E’ in vendita, disponibile a tutto.
Pronta a seguire le sue connazionali nel sogno comune, quello di diventare una star del circuito porno, per questo sono quindi pronte a farsi riprendere mentre si scopano uomini, donne e persino bestie.
Lui contribuisce?
Si, ma non ha rimorso.
Esiste il carnefice perché esistono le vittime.
Questi sono i pensieri mentre la conduce in camera.
Si chiede come sarà il suo corpo nascosto dal pesante indumento che le fa da cappotto.
Spera fortemente che l’epidermide sia candida, senza segni di abbronzatura.
E così lo riscontra quando la spoglia. Un corpo snello, un seno ben formato con le areole rosee e piccoli capezzoli puntuti. I fianchi che si allargano sinuosi dalla vita sottile. Il sedere tondo e leggermente sporgente, sodo e liscio.
Meglio di quanto sperasse, è una vera bellezza.
La stende sul letto e passa le labbra in un lungo interminabile bacio su tutto il suo corpo. Le alza i capelli sulla nuca e scende lungo la colonna vertebrale, le mani accarezzano senza sosta.
Lui si sofferma lungamente sulle sue natiche, le impasta come fossero una forma lievitata di pane. Poi lungo le gambe fino ai piedi. La fa girare ora e torna a risalire. Di nuovo le gambe, ignora al momento il pube e risale fino ad incontrare l’ombelico, lo bacia. La sua prossima tappa è il seno, lo palpa e inizia a baciarlo, passa la lingua sulle areole e sui capezzoli, questi ultimi hanno un trattamento particolare, li succhia, li morde prima piano e sempre con maggiore forza fino a provocarle un gemito di dolore.
Lascia il seno e arriva alla gola…
Cerca un particolare punto dove sente battere con forza l’arteria iugulare. Qui incolla la sua bocca. Ne sente la vita.
Ora la lascia.
Si spoglia.
Nudo… mostrando il grosso pene eretto le si accosta nuovamente. Le prende la testa e la costringe a prenderlo in bocca. La tiene forte per i capelli mentre spinge la sua verga fino in fondo. Ora il movimento è continuo, forti colpi che smuovono la testa della ragazza.
Lo toglie e le si mette a cavalcioni sul torace magro. Scivola in giù passando con il pene nel solco fra le mammelle.
Le stringe contro la verga dura.
E scende ancora.
La costringe ad aprire le gambe.
E strofina il glande contro il suo solco. A lungo, fino a far aprire le valve della vagina. La penetra con un colpo e lei lo riceve con un sospiro.
Lo sente entrare, potente e senza riguardi.
Forti colpi la fanno sobbalzare.
Lei non gode, i suoi umori vaginali hanno si agevolato la penetrazione ma non sente partire lo stimolo del piacere, per far cosa gradita al suo occasionale compagno geme e si comporta come se godesse.
A lui non interessa.
E’ solo un preliminare quello che sta facendo ora. Spinge ancora con forza, a tratti rallenta il ritmo e lavora con il bacino o si toglie per rimetterlo dentro con un colpo secco.
Dentro, dentro fino allo scroto.
Ora le fa male da tanta violenza che usa.
La costringe a piegare le ginocchia contro il torace e seguita a penetrarla con potenti colpi.
Le mani torturano il seno… forti dita strizzano con ferocia i capezzoli.
Vuole farle male.
Per quanto la penetri, violento e a lungo, fa fatica a godere. Accentua il movimento ancora di più e finalmente viene, riempie la ragazza del suo sperma.
Si leva e la manda a lavarsi.
Rientra, la mette distesa con le gambe aperte.
Con le dita l’accarezza, cerca il minuscolo clitoride, la fa sobbalzare.
Poi incolla lì la sua bocca mentre con le mani le artiglia le natiche e la tira verso di se.
La sua bocca è vorace e la lingua si muove veloce. Passa lungo la fessura aperta e cerca il piccolo punto sensibile.
E la morde…
Lei ora si sente riscaldare.
E’ sudata, fremente e spinge il proprio ventre contro la bocca vorace.
Gode.
Prova un piacere mai incontrato prima.
Una lunga, lunghissima serie di orgasmi mentre la bocca di lui è instancabile.
Ora è incollata alla vagina e succhia.
Succhia come per estrarle la vita e lei si sente via via svuotarsi, perdere volontà e forza, diventare sempre più debole mentre gli orgasmi si susseguono sempre più vicini e squassanti.
E’ abbandonata con le braccia sopra la testa, con gli occhi chiusi e la bocca aperta ansimante, senza più forze.
Dura a lungo il bacio, dura ore, lui non da tregua neanche per un istante.
Sembra una belva che placa una fame atavica.
Non smette fino a che non la sente abbandonarsi e perdere i sensi, schiantata dalla estrema debolezza.
Ora si alza.
Non ha nessun riguardo per la ragazza.
Non lo preoccupa, pensa solo a se stesso.
Va in bagno e si esamina. Il volto, le rughe si sono distese e la pelle ha ripreso la tonicità della gioventù. L’epidermide lucida del corpo fascia perfettamente la sua muscolatura.
Ha vinto i danni del tempo.
Ha ripreso vita.
Si è rigenerato.
Ha rubato le forze e la gioventù alla ragazza, gliele ha carpite in quel lungo intimo bacio.
Lei si sveglia verso mattina, si sente stanchissima e non si capacita della sua pelle raggrinzita e ingrigita, dei capelli diventati opachi e di tutti i segni premonitori dell’età che avanza.
A neanche vent'anni?
Escono assieme dall'albergo.
Fanno colazione e lei raggiunge il suo posto di lavoro, stanchissima ma contenta, perché lui le ha promesso che si troveranno in serata.
Ma non sarà così.
Lui torna al suo albergo, fa chiamare un taxi e si fa portare all'aeroporto dove ha un volo in partenza.
Non ha rimorso.
Non può averne, dato che è assolutamente senza sentimenti.
Fra qualche tempo dovrà cercare ancora ma non si da pensiero, le prede sono numerose e disponibili.
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