lunedì 27 maggio 2019

LE DISAVVENTURE GIOVANILI DI GENA. (11.)


Gena e il convento di suore...

La giornata di viaggio e' pesante, non per il percorso in sé ma per l'atmosfera carica di tensione che corre fra Gena e il padre, questi la insulta, la colpevolizza, la percuote ripetutamente.
Gena sopporta, cammina a testa bassa ma solo per evitare di peggiorare la situazione, non si sente in colpa, non si sente sporca.
A parte il mestruo...
A pomeriggio inoltrato arrivano a Bourg Saint Pierre.
La notizia di quanto è accaduto all'Ospizio è già arrivata, si sa... quanto sono veloci le ali delle brutte notizie!
Non le permettono di entrare nel Monastero, il padre di Gena, Bernardo chiede che siano chiamati Fra Rocco e Fra Pietro.
Anche costoro sono già a conoscenza dell'accaduto ma dietro l'espressione dei visi arcigni e severi negli occhi brilla una luce diversa, malizia e lussuria.
Propongono di far ospitare Gena nel monastero femminile poco distante, l'accompagnano, Fra Pietro conosce la Madre badessa.
Appena fuori vista i due frati iniziano ad accarezzare Gena sopra gli abiti e appena giungono in prossimità di un bosco si appartano.
La premono fra loro, le fanno sentire la loro virilità eccitata, le quattro mani la brancicano, le abbassano i calzonacci e la toccano...
Rocco... allontana la mano!
Ha sentito il bagnato, sente ora l'odore forte del mestruo, la lascia come inorridito!
Il mestruo? 
A quei tempi non era permesso alle donne mestruate di avvicinarsi ai sacramenti. 
Non poter nemmeno entrare in chiesa.
E che... chi si congiungeva con una donna in queste condizioni commetteva un gravissimo peccato!
Ignoranza... certo, ma realtà.
Rocco pur eccitato, pur infoiato, rinuncia...
Non così Fra Pietro che lo deride, deride la sua credulità, gli dice che prendere una donna nel suo mestruo è un atto di vera libidine, che la trasgressione è già piacere.
Alza la tonaca e mette in mostra il suo gran cazzo, fa sdraiare Gena e le si inginocchia fra le gambe, gliele alza e se le mette sulle spalle, la penetra.
E inizia...
Dentro... forte, spinge a fondo.
Dentro nello sguazzo, dentro con quel rumore di bagnato, di sciabordio.
Gena?
Non è passiva.
Ha le mani poste sul seno, se lo tormenta mentre gode.
Il periodo del mestruo ha incrementato il suo desiderio, si sente puttana, vuole essere puttana, vuole essere la puttana di tutti...!
Gode a ripetizione sotto i colpi formidabili di Fra Pietro.
Questi si toglie momentaneamente e mostra a Rocco la sua verga bagnata, colorata di mestruo.
E mentre ride lo sprona ad almeno prenderla dietro, nel culo!
Rocco è eccitato, ma rifiuta.
Pietro fa mettere Gena in ginocchio e la copre da dietro, sbatte fortemente contro le sue natiche, Gena sente la grossa borsa dei coglioni colpirla e questo la fa godere ulteriormente.
Le viene dentro e il suo seme si confonde con il liquido mestruale.
Pietro vuole che Rocco abbia sollievo, Rocco che è eccitato, Rocco con un bastone di carne rigida fra le gambe.
E mentre Gena distesa, gambe spalancate li guarda stupita, Pietro prende il grosso cazzo di Rocco in mano, lo mena, lo scappella e poi abbassa la testa e inizia a succhiarlo..
Si inginocchia Pietro, pone la testa a terra e Rocco gli si approssima, gli si avvicina menandosi, lo sovrasta, piega le ginocchia e gli cerca il buco fra le natiche pelose.
Movimenti, spinte e poi è dentro, lo monta, lo tiene forte per i fianchi e lo prende, gli fa entrare tutta la verga e inizia a penetrarlo ritmicamente.
Gena è eccitata, guarda la scena e ne è impressionata, porta la mano fra le cosce e segue i due uomini nel loro godere.
Quando Rocco soddisfatto leva la verga di carne, lei eccitata vorrebbe leccargliela, suggerla, pulirla ma Rocco non ne vuole sapere.
Si affrettano verso il monastero femminile.
Mentre Gena e Fra Rocco attendono, Fra Pietro ottiene un colloquio con la Madre Badessa.
La Madre Superiora, nome assunto nell'ordine Cecilia, come la santa, martire e morta vergine, sembra... forse.
Nella sua breve vita temporale, prima di prendere i voti Suor Cecilia è stata una nobile di antico lignaggio, al secolo Dona Martina de Ibanez Y Martinguez, figlia del Duca di Oviedo.
Lei come la martire?
No...
Vergine?
Neanche...
Santa?
Macché santa, figurarsi!
O puttana...?
Si... puttana... gran puttana... una grandissima puttana!
Parla con Fra Pietro, parlano di Gena, discutono, prendono accordi.
E' lei che riceve Gena, che la porta nella sua cella.
La spoglia dei vestiti sporchi, lentamente, mentre con la voce l'accarezza tenera, insinuante, sensuale.
Nuda la fa girare per ammirarla, le passa le mani sui glutei segue con le dita la curva dei fianchi, la schiena, il petto, il collo, la nuca.
Ha ordinato che venga approntato un bagno per Gena, una grossa tinozza, delle suore l'hanno riempita, allontana tutte e fa immergere Gena e inizia a lavarla, le sue mani l'accarezzano si fermano sul seno le dita strizzano i capezzoli turgidi.
Si sta bagnando la veste Suor Cecilia e la toglie, toglie la veste e le numerose sottovesti, la fascia sul seno, le mutande bianche di cotone e rimane con il solo copricapo, il velo da suora.
E' formosa, ha due grosse tette, un grosso culo, una foresta di pelo all'inguine.
Entra anche lei nella tinozza e abbraccia Gena, le cerca la bocca e la bacia, le mani la palpano ora la carezza è diversa, è intesa a farla godere, le cerca la fica, la strofina... le dita entrano, frugano, sanno stimolare il piacere...



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