lunedì 20 maggio 2019

LE DISAVVENTURE GIOVANILI DI GENA. (5).)

La cella e' spoglia, ma ha comodità sconosciute ai laici, una finestrella che da aria e anche luce grazie al vetro a fondo di bottiglia, delle candele di sego, due giacigli e delle spesse coperte di lana grezza, un recipiente con dell'acqua, un'inginocchiatoio... una cassa...
I due uomini sono loquaci, parlano... le chiedono ripetutamente perdono, dicono che loro tre sono sotto l'influenza malefica del maligno... che vanamente hanno cercato tutti di opporvisi, che devono affrontarlo assieme il demonio, una sequela di sciocchezze che ha lo scopo di stordirla, poi quasi subito mentre la guarda, mentre si perde nei suoi occhi innocenti... Fra Pietro va in confusione, le sue parole si accavallano, perdono coerenza, appaiono scomposte, discontinue, sfasate e si trasforma, gli occhi diventano braci, balbetta ora, lei guarda Rocco... cerca sostegno ma il giovane è nelle stesse condizioni, il diavolo tanto richiamato nelle loro parole li ha ripresi fra le sue grinfie, li trasforma ancora una volta nei suoi burattini.
Ambedue i frati le si precipitano addosso!
Tutti e due ora la stanno liberando dai suoi indumenti, freneticamente, con versi gutturali più da bestie che da uomini i religiosi si trasformano, uno... il suo Rocco le morde la bocca, le tiene la testa forte fra le mani, l'altro... lei consenziente, lei che aiuta i movimenti, la libera dai calzoni, le si inginocchia davanti e prende a baciarle il ventre, lei apre le cosce...
Risponde al bacio profondo, succhia la lingua avida che le esplora la bocca, le mani tengono la testa del giovane, ora loro la piegano a terra, nuda, due bocche la mangiano, una fra le sue gambe che la fa impazzire, sente le leccate lunghe... da cane affamato, sente le quattro mani che la accarezzano, che premono forte, le strizzano il seno, le palpano le natiche, la esplorano avide.
Si spogliano i due frati, snello, muscoloso, glabro, Rocco. 
Tarchiato, robusto, peloso, Pietro e anche il loro sesso è dissimile. 
Lungo, bello, diritto, proporzionato quello del giovane, grosso, storto, quello del più anziano.
I due uomini sembrano cani, cani che si dividono una cagna in calore, uno la prende e l'altro aspetta il turno, chi aspetta le cerca la bocca con la sua asta, le passa la cappella fremente sul viso, la percuote con essa, mentre la bocca di Gena la rincorre con la lingua e quando la raggiunge inghiotte la verga intera nella sua bocca, la bagna, la succhia.
E' Pietro che con la sua larga verga la sta penetrando ora e i suoi grugniti bestiali la eccitano, si sente colare, si sta sciogliendo e inizia il suo godimento che sara' una cosa continua, sarà infinito il suo piacere.
Poi tocca ad Rocco e ora il suo abbandonarsi diventa sublimazione, inizia a muovere il bacino, a spingerlo contro il movimento di lui, lo vuole tutto... tutto fino in fondo al suo più intimo recesso.
Pietro li sta guardando ora e si masturba lentamente, sta riprendendo le forze, guarda i corpi dei due giovani, ammira la loro bellezza, si, si... pensa, è vero... che la nudità dei giovani e anche il loro far sesso è bellezza, bellezza pura, chissà perché ricorda gli antichi studi filosofici e i testi letti nella grande biblioteca del convento, ricorda gli esteti... il culto del bello, l'usare il piacere come raggiungimento della felicità e gli epicurei... e il piacere senza traumi, ed è conscio che i suoi eccessi sono invece solo angoscia, che alla fine gli causano solo infelicità, sconforto, rimorso, proprio come constatavano gli antichi filosofi e sono eccessi così in contrasto con il retto comportamento di un religioso.
Mentre osserva il gioco dei muscoli dei glutei del giovane e lo ammira mentre questi monta infaticabile la giovane donna, con la mano lo accarezza, la passa lungo la sua schiena, sente sotto le dita il guizzare della sua muscolatura e ha rimpianto della sua gioventù, dei suoi ideali.
Poi ancora lui, violento, instancabile, la pone in ginocchio e la prende così, i suoi lombi che percuotono forte, ritmati, le natiche sode, lei che si sostiene con le braccia tese, la testa inarcata, occhi chiusi, persa in un piacere senza fine.
E ancora Rocco che inizia come il confratello ma poi la alza e la fa appoggiare al muro con le mani, la fa chinare e la penetra da dietro, i colpi lunghi, cadenzati, via via sempre più' frequenti la fanno urlare.
Finisce, è piena di loro, il loro sperma le scivola lungo le cosce in lunghi rivoli, si pulisce.
Rocco la accompagna all'uscita, non parla più d'amore. 
E Gena non sogna più...


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