sabato 25 maggio 2019

LE DISAVVENTURE GIOVANILI DI GENA. (10.)



Gena e la dura punizione.

Poi le cose si complicano, Sidan è innamorato, è giovane, immaturo rispetto a Gena e le dice che non vuole più sposarsi che ora vuole lei... Gena.
Lei cerca di minimizzare, le piace il ragazzo, le da piacere ma è solo un episodio, con molta dolcezza cerca di sviarne i propositi.
Non ci riesce perché Sidan ne parla poco dopo con il padre, gli dice che non vuole più sposare la ragazza zingara, che ama Gena... facendo così infuriare il calderaio, lo zingaro lo picchia duramente, lo rinchiude proibendogli di uscire e di rivedere Gena e si precipita dal Priore dell'Ospizio e gli dice che quello che pensavano fosse un ragazzo è una donna, una donna che ha sedotto suo figlio, vuole che sia cacciata immediatamente!
Il Priore, Arnoldino da Sapri, era a quel tempo Abate pro-tempore, dirigeva l'Ospizio in attesa che l'Ordine nominasse l'Abate vero e proprio, era un uomo corpulento, sanguigno, crapulone, chiama il frate Guardiano suo collaboratore e ne discutono, decidono che Gena deve essere punita... e duramente.
Dopo il pasto serale la convocano.
Come entra chiudono la porta e l'aggrediscono a parole, la chiamano meretrice, pozzo di lussuria, la strattonano, la minacciano, Gena è spaventata, i due uomini, grossi, alterati, la terrorizzano, intuisce di cosa la incolpano ma non prova nemmeno a giustificarsi, a spiegare il perché, il come.
Le strappano gli abiti di dosso, lei cerca di coprirsi con le mani ma viene presa, buttata a terra e poi legata a pancia sotto su di un cavalletto, le braccia allungate quasi a terra, il busto chinato, le gambe allargate, il culo in evidenza.
E' bello il culo di Gena, ha quella particolare forma a cuore, la bella curva delle anche che si staccano dalla vita sottile, la pienezza delle natiche sode, la posizione lo valorizza in pieno, è una opera d'arte il sedere femminile, quanto di più bello esista, quello di Gena è così, poi il solco fra le natiche, stretto e una sottilissima piega alla congiunzione con le cosce, ha i segni di Venere... le due fossette sopra le reni.
I due religiosi ne sono impressionati, iniziano a colpirla forte con le mani ruvide, callose, fanno male, molto e non si risparmiano, si alternano a colpire con forza il culo di Gena ormai arrossato, infiammato, dolente.
Lo guardano mentre lo fanno mentre la colpiscono, il bel taglio fra le cosce contornato dal vello inguinale.
Gena non può muoversi, non può gridare, le hanno tappato la bocca con un straccio, piange, grosse lacrime le rigano le guance, spera che il supplizio finisca presto.
Farebbe qualsiasi cosa per farli smettere. 
Qualsiasi.
Che fa allora?
La sua naturale malizia, la sua naturale troiaggine le fa fare la mossa giusta, indovinata.
Muove il culo, lo dimena, invitante...
I due frati si guardano, ognuno di loro due si alzerebbe il saio, prenderebbe in mano la verga dura, eccitata e penetrerebbe Gena, ma ognuno ha timore dell'altro, di cosa possa fare e dire.
Si studiano, sono compagni di bevute, di grandi mangiate, libidinosi anche ma mai fino ad ora hanno condiviso una cosa del genere... mai.
Decide tutto una mossa di Fra Patrizio, il frate Guardiano si tocca nervosamente il cazzo duro da sopra il saio, una mossa involontaria ma che fa capire al suo confratello che è eccitato, quanto e più di lui, si tocca da sopra la veste anche Fra Arnoldino, mostra la sua eccitazione, si guardano, si capiscono e cedono alla loro lussuria.
Lo fanno per ordine gerarchico.
Si alza il saio Fra Arnodino e lo ferma sotto il cordiglio, è nudo sotto, ha delle grosse gambe pelose, tozze e fra le gambe un batacchio di campana, si... tanto è grosso il suo cazzo, lo prende in mano e mentre lo scappella si avvicina a Gena.
Gena lo vede avvicinarsi, lo vede attraverso le proprie gambe dischiuse, le fa paura quel grosso arnese ma tutto e' meglio delle percosse, del dolore...
Attende trepidante...
Sente strofinare lungo lo spacco, si sente aprire e poi un qualcosa di grosso, di enormemente grosso e duro entrare in lei, è asciutta, le fa male, si sente riempire il ventre di carne pulsante.
Sente le mani prenderla forte ai fianchi.
Lo sente grugnire mentre inizia ad affondare nella sua femminilità... le arriva fino in fondo, grosso, duro, sente che lo ritira fino quasi a uscire e poi lo rimette forte... violento.
Ancora... ancora... ancora.
E succede...
Sente prenderla un languore, si sente sciogliere sotto l'opera di quel cazzo instancabile, sente il calore irradiarsi dal suo ventre dolorante, sente che sta secernendo il suo miele e che questo favorisce la crudele penetrazione.
E gode... ne ha piacere, sente lo sbattere, il rumore contro i suoi glutei, il grugnire e ne gode.
Con un urlo belluino il frate le viene dentro, si svuota, la riempie e quando si toglie parte dello sperma tracima sulle cosce.
Tocca a Fra Patrizio ora, questi si e' menato mentre guardava, anche lui con il saio raccolto alla vita, anche lui nudo sotto.
Gena lo sente entrare in lei, la monta forte... veloce, ma è bagnata ora... troppo, un torrente... fra il suo miele e lo sperma.
Fra Patrizio non ne ha soddisfazione, è stretta Gena ma e' troppo bagnata.
Lo toglie.
Lo toglie e cerca il suo fiore fra le natiche.
Lo cerca con le dita, appoggia la cappella e spinge.
Urlerebbe Gena se potesse dal dolore, le fa male quel palo di carne pulsante che la sta aprendo, che le sta allargando il suo garofano, glielo sta sfrangiando, le allarga i petali, le sta rompendo il culo!
I movimenti dell'uomo sono scomposti, spinge... spinge e entra, la grossa cappella entra e poi segue il tronco fino ad appoggiare il ventre alle natiche.
La monta ora.... forte.
Che può fare Gena?
Oltre a subire?
Mentre la verga le violenta il culo... pensa, si distacca e pensa di essere inculata da Rocco, da Pietro, da Sidan, da questi due frati, dal carrettiere... e infine anche dal grosso animale del recinto.
E incredibilmente. riesce a godere, a godere anche della violenta penetrazione anale, un orgasmo potente, strano, diverso, più mentale che fisico, ora sa che è schiava anche di un altro crudele padrone, il piacere/ dolore, il godimento perverso, irresistibile, derivante dal soffrire.
Le riempie l'intestino Fra Patrizio e poi la cosa finisce.
La slegano, le ingiungono di non rivelare a nessuno quanto e' successo, domattina dovrà andarsene all'alba.
Quando torna nella cella trova il padre ad aspettarla, è stravolta da quanto ha subito e deve affrontare anche i rimproveri, le offese e le percosse del padre, questi è stato informato dal padre di Sidan e sa che all'alba dovranno lasciare l'Ospizio.
Mentre la colpisce sul viso... forte, le urla...
"Sei una puttana... sei una puttana come lo era tua madre...".
La picchia duramente a due mani, la getta sul giacigli, poi preso da un raptus di violenta libidine le strappa i vestiti e la violenta.
La penetra nello sperma dei due frati.
La monta, la tiene per le braccia, Gena tenta una difesa, non vuole ora... lo subisce.
Sente ancora e ancora la frase che il padre urla mentre la prende a lungo e ripetutamente.
"Sei come tua madre tale e quale... una puttana... una puttana senza limiti..."
La mattina all'alba lasciano l'Ospizio.
A sera saranno a Bourg Saint Pierre.
Gena entra nei giorni del mestruo, nel monastero ritrova Fra Rocco e Fra Pietro.

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