venerdì 31 maggio 2019

giovedì 30 maggio 2019

CARNEY MALONE- AHAHAH...

FEMDOM

AHAH

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ANNUNCIO.

scarligamerluss:

via http://goo.gl/OOErcC

LE DISAVVENTURE GIOVANILI DI GENA. (13.)


Gena e i Lanzichenecchi...

Pesante l'atmosfera fra i componenti della piccola compagnia in marcia alla partenza della ulteriore tappa del loro cammino, Gena che ancora deve metabolizzare il pericolo corso nel monastero femminile, le torture subite, la morte atroce alla quale ha assistito e ha paura della strana attrazione che prova per il dolore, per la sua sottomissione alla violenza.
I due frati stranamente silenziosi, consci della gravità dell'atto compiuto, per quanto possa essere stato legittimo un assassinio non è compatibile per due frati, uomini dediti alla pace e carità.
Bernardo che nulla sa di quanto occorso a Gena, ma le imputa ancora il vergognoso allontanamento dal Gran San Bernardo, non pensa comunque a come ha violentato la figlia, commettendo il grave peccato di incesto, anzi anche questo lo imputa alla figlia.
La prima tappa li vede a Orsieres dove prendono alloggio nell'ospizio.
Si addormenta sfinita da quanto ha vissuto, ma viene svegliata da due mani che le stanno palpando il sedere, le stanno allentando la cinta e cercano di abbassarle i pantaloni, le scoprono il culo... sente premere una verga dura.
E Bernardo, il padre, che sta cercando di prenderla da dietro.
E lei si allontana, lo rifiuta, lui cerca di tirarla a se, insiste, vuole possederla.
Lei che sussurra.
“No no... è peccato...”
Lui che le dice.
“Sei una puttana, ti sei fatta possedere anche dai frati...”
Gena riesce a farlo allontanare e Bernardo desiste, dopo un po' lo sente addormentare profondamente.
Ripartono la mattina presto.

Altre soste...
Martigny.
Le Bains de Lavey.

Il cammino è faticoso e pericoloso, attraversano torrenti e forre boschive e si sa che è un territorio infestato da ogni tipo di malfattori.
Durante una sosta Fra Pietro le si avvicina, approfitta del fatto che sono distanti dal resto del gruppo.
“Gena... figliola... potresti essermi figlia e nonostante ti abbia concupita, presa e goduta e sapendo che cadrei nuovamente nel peccato della lussuria con te, ti porto affetto e voglio darti una cosa che ti sarà molto utile. Con la tua debolezza verso il peccato della carne non passerà molto tempo che ti ritroverai gravida, ti do questo unguento che ho composto per te al monastero, l'ho composto seguendo una ricetta greca, un composto di miele, cera e una infinità di piante medicinali miracolose. Serve a evitare le maternità non volute, renderà innocuo il seme maschile che ti riempirà la vagina, ma attenta... non farne cenno con nessuno, neanche in confessione perché è peccato da rogo...”
E continua...
“Ne prendi un po' sulla punta del dito e lo spalmi internamente e profondamente, devi farlo ogni tre o quattro giorni durante il periodo fertile e ti proteggerà...”
E ancora...
“Te lo metto io la prima volta, tu guardami come faccio, su... scopri la tua natura...”
Guarda il frate immergere il dito nell'unguento, e poi... si sente aprire e immergersi profondamente dentro, sente spalmare l'unguento e involontariamente si contrae e si bagna...
E Fra Pietro se ne accorge.
“Che splendida puttana sei! Sempre pronta a godere... su... vieni... nascondiamoci un attimo...”
La fa alzare, raggiungono un tratto fuori vista, qui la fa appoggiare con le mani ad un tronco di albero, la fa piegare, si alza la tonaca... prende il duro bastone di carne e la penetra forte. I suoi colpi l'alzano da terra, la tiene forte per i fianchi e la colpisce sonoramente con i propri lombi. Gena spinge ad incontrarlo, sente in sé crescere la febbre, la voglia di godere... e si lascia andare, mugola, geme...
“Zitta! O tuo padre se ne accorge... zitta...!”
Gena mentre gode a lungo si morde le labbra. 
Fra Pietro la riempie del suo seme.

Poi a Monthey arriva il momento del distacco. Loro proseguiranno per il lago, i due frati verso Saint Jean d'Aulps, sede del loro convento.
Gena li guarda allontanare e si sente smarrita. Guarda Rocco e vede svanire il suo sogno d'amore. Ma lo ha veramente amato? E per quanto? Se si, è durato solo poche ore.
Discendono ora la Dranse, lo faranno fino a quando si immette nel lago.
Mentre riposano fra alcuni alberi nelle ore più calde della giornata, alcuni uomini si precipitano su loro.
I loro colorati costumi, le lunghe picche li fanno riconoscere come Lanzichenecchi, la terribile fanteria svizzera mercenaria che gira per l'Europa combattendo ogni tipo di guerra.
Sono un gruppetto di sette che tornano dalla Fiandra, tornano nei loro paesi sperduti sulle montagne svizzere. 
Selvaggi come pochi, sono crudeli e sanguinari come lupi affamati.
Con urla belluine si precipitano su Bernardo, lo colpiscono, vogliono depredarlo di ogni suo avere, lo spogliano e ben conoscendo i nascondigli nei quali vengono riposte le monete, aprono con i coltelli le cuciture dei vestiti, trovano i fiorini d'oro, le monete d'argento. Dalla sacca levano anche la lettere di credito presso la Banca Fuggen ma essendo completamente analfabeti e ignoranti la buttano da parte, non ne conoscono il valore.
Colpiscono ancora duramente Bernardo e uno del gruppo, il più selvaggio, brandisce il pugnale per colpirlo a morte...
Lei... Gena, al momento non viene considerata, vedono un ragazzetto e non gli danno importanza alcuna.
Gena sta per assistere alla morte del padre, vede il coltellaccio alzarsi... e che sta per colpire.
E da donna, sapendo come reagirà il gruppo della soldataglia, si alza e grida...
“No... guardatemi...”
E si strappa il camisaccio e la fascia che le nasconde il seno.
Ora l'attenzione degli uomini è su di lei, vedono il seno che affannosamente palpita di paura...
E famelici, ora di sesso, le si precipitano addosso!

Tutti...

BACIO GRECO.

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martedì 28 maggio 2019

SISSY MAID

HA LA SUA PARTICOLARITA'

Roberto Ferri

elpasha-71:
“Roberto Ferri”

Pam Grier (Hit Man - 1972)

cheetohface:
“Pam Grier (Hit Man - 1972)
”

Un exemple à suivre mesdames! Parfaite!

kenimido:
“sale-cochonne:
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“ sale-cochonne:
“ Pour les vacances
SC 🐷 16
”
Un exemple à suivre mesdames! Parfaite!
”
Merci pour le compliment 💋
SC 🐷 16
”
A emporter ou à manger sur place ?
”

jai-envie-detoi: *** Photographer: Leonid Mochulski

jardinierterrien:
“jai-envie-detoi:
“ ***
Photographer: Leonid Mochulski
”
Mmm
”

LE DISAVVENTURE GIOVANILI DI GENA. (12.)



Gena e la grande paura...

Una idea della vita in un monastero nel medioevo?
No, vero?
Chi conduceva il monastero era il padrone assoluto, nulla trapelava all'esterno di quello che vi succedeva, crudeltà, nefandezze, ogni sorta di abominio poteva esservi compiuto ma tutto veniva trattenuto all'interno e chi si ribellava veniva duramente punito fino a essere minato nella propria volontà se non peggio.
L'unica possibilita' di intervento esterno era il controllo vescovile, infatti ogni un qual tanto avveniva la visita dell'alto prelato ma era una cosa più di prammatica che altro, c'era anche il confessore che poteva intervenire se avesse avuto la coscienza di farlo.
Il confessore.
Il confessore del monastero e' un domenicano, spagnolo come la Badessa, non è dato di sapere storicamente se si conoscessero da prima, Padre Javier è un uomo magrissimo, alto, allampanato, con due freddi occhi di ghiaccio.
Ama far soffrire.
Quanto la Badessa ama godere e cambiare spesso compagna.
La Badessa Madre Cecilia e' una donna giunonica, grosse tette, un grosso culo e una fica perennemente bagnata dal desiderio carnale, adora i giovani corpi delle novizie, le prende, le seduce e le istruisce su come farla godere, devono essere brave con la lingua, con le dita e essere disposte a tutto.
Gena ha una predisposizione del tutto naturale per queste cose, ci arriva d'istinto, ora è impegnata, la sua bocca e' incollata alla fica di Madre Cecilia, sono ambedue nude, Gena è in ginocchio, prona fra le gambe aperte di Cecilia, le sta mordendo le labbra esterne causandole un fremito, succhia il grosso clito inturgidito, lo prende fra le labbra e lo stringe, lo lecca, lo morde, con due dita spinge all'indietro il cappuccetto che lo copre e rivela così il lucido piccolo glande, lo tormenta con la lingua causando i sussulti di piacere della suora.
Mette due dita nella fica allagata dal miele del piacere e mena forte, strofina forte dentro proprio in corrispondenza del clito, all'esterno la lavora con la bocca, all'interno con le dita.
Cecilia si sente prendere, l'orgasmo è talmente forte, dirompente, che perde ogni contatto con il presente, non si accorge di espellere del liquido, un forte getto consistente, un liquido che irrora Gena e che Gena stupita lecca, che beve, per la prima volta Cecilia ha sprizzato, Gena e' riuscita a farla godere cosi' fortemente da provocarlo.
Giocano poi, a Cecilia piace penetrare lungamente. profondamente con le dita nel culo di Gena per poi ritirarle e fargliele leccare, per poi reinserirle, giocano fino a sera inoltrata, godono a lungo, prendono piacere vicendevolmente.

113..érotique
Per alcuni giorni dura l'infatuazione della badessa per Gena, non smettono di godere vicendevolmente di loro, perse in una libidine assurda.
Suor Cecilia le dice che ci sarà, appena farà buio, una cerimonia speciale, riservata a Gena, ci saranno loro, il confessore, alcune suore e i due frati.
Quella sera c'è un ordine tassativo nel convento, nessuna potrà uscire dalla propria cella per nessuna ragione.
La Badessa si veste, mette la tonaca e sotto nulla, a Gena fa indossare una tunichetta bianca, trasparente, sembra una martire cristiana.
Quando entrano nella chiesa del monastero gli altri convenuti sono schierati al bordo dell'unica navata, ci sono i tre religiosi e tre monache.
L'altare è stato ricoperto da un drappo nero come nero è il drappo che ricopre una specie di ara sacrificale, sopra la quale c'e' un fascio sparso di gigli neri.
Il giglio nero! Il fiore del male!
Nasce solamente nel luoghi dedicati al demonio!
Lì vi nasce spontaneamente!
Senza esservi seminato!
In questo monastero vi nasceva così, spontaneamente 
belli, rigogliosi, come se fossero curati dal diavolo in persona!
Tutti i presenti si accodano alla Badessa che sta sorreggendo una croce spoglia e tenuta al rovescio, al rovescio... è un segno di dispregio a dio e si muovono in processione lungo la chiesa fino ad arrivare al piano sacrificale.
Gena?
Possibile che non abbia paura?
Che non desideri fuggire?
Che non veda la perversione assoluta di questa cosa?
Ma Gena è unica e ne gode! 

Gena è speciale, sa, immagina, che soffrirà e sa che godrà di questo.
Viene denudata.
E lei si mostra senza pudore.
Si spogliano anche i religiosi e le suore.
I due frati, dediti più alla copula che alle preghiere sono già visibilmente eccitati, i grossi cazzi ritti e duri come mezzi manici di piccone a differenza del domenicano magro allampanato con un cazzo moscio senza vita.
Le religiose?
Tutte con indosso solo il copricapo monacale, la madre badessa esibisce il suo corpo generoso e le tre altre suore sono belle.
Prendono Gena e la alzano posandola sul piano coperto dai gigli neri e le loro mani la palpano, premono, penetrano forte, violentemente, si trova ad essere riempita da una molteplicità di dita crudeli, la pizzicano, la mordono forte, lasciandola coperta dai segni dei denti, poi le donne le baciano la fica.
Padre Javier la fa girare mettendola pancia sotto, la lega ad appositi anelli e prende un lungo scudiscio di cuoio e inizia a percuoterla, forte, sulle natiche, lasciandole presto i segni dei colpi mentre le suore le impediscono di gridare baciandole eccitate la bocca.
Fra Pietro e Rocco non vanno per il sottile, costringono due delle suore a terra, culo all'aria e le prendono con una violenza estrema senza alcuna preparazione, le violentano, vogliono che anche loro soffrano e le prendono nel culo senza nessun riguardo.
Il domenicano sale sul piano, ora è visibilmente eccitato dall'atto di violenza compiuto, dall'uso della frusta ed è pronto e mentre urla la sua libidine la prende, ma la sua verga è piccola e molliccia e appena la penetra, viene con un gemito.
Si svuota il domenicano nel culo di Gena, viene subito e la insulta pesantemente per questo, la percuote forte con le mani nodose provocandole dei gemiti di dolore.
Ha perso la testa Javier.
Odia profondamente le donne Javier, le odia per la sua poca prestanza, per la sua incapacità di farle godere e per mille altri motivi.
Prende una croce, una croce nuda, è di legno scurito dai secoli, con una punta e con questa si appresta a violare Gena, vuole violentarla con la grossa asta squadrata, appuntita, si avvicina urlando frasi sconnesse, parla del demonio, della dannazione e altre frasi farneticanti del genere.
Gena vede la morte ora! 


Quel palo la ucciderebbe o la rovinerebbe per sempre quanto meno!
Urla ora...
Urla e richiama l'attenzione dei frati, Madre Cecilia riprende severamente il domenicano, gli dice di calmarsi, che non è ancora il momento, che deve aspettare.
Pietà?
E' questo che muove Madre Cecilia?
No... vuole solo godere ancora di Gena, poi la lascerà a Javier, è tutto deciso.
I due frati si guardano, sanno delle voci che circolano, delle novizie che spariscono e ora capiscono il perché, il come e chi ne è responsabile.
Non lo sanno ma il luogo dove crescono i gigli neri nasconde i corpi di innumerevoli innocenti e il fiore del diavolo se ne nutre.
Li implora Gena, chiama Pietro e Rocco, chiede la loro pietà, il loro aiuto.
E... e avviene che la loro coscienza di uomini li fa intervenire.
Rocco guarda Pietro, loro sono peccatori, lussuriosi, copulatori, bestemmiatori, ma non vogliono essere complici di una cosa tanto atroce e poi a loro modo sono affezionati a Gena, sanno che se l'abbandonano questa non uscirà più dal convento.
Spingono le suore contro la parete della chiesa minacciandole, liberano Gena e la fanno vestire con una tonaca da suora e si dedicano al domenicano.
Vogliono punire duramente questo uomo crudele con un castigo altrettanto crudele, definitivo.
Lo prendono. lo trattengono a forza, sono due uomini nel pieno della loro forza fisica, nulla può Javier contro loro, lo legano allo stesso posto dove era legata Gena.
E Pietro prende la croce, passa la mano lungo il bordo appuntito...
Javier urla, urla quanto le sue vittime, urla da donna, mentre il grosso palo gli sfonda l'intestino perforandolo!
Lo lasciano lì, nel tormento dell'agonia, lo lasciano morire mentre un fiume di sangue scorre dal suo ano.
Sarà seppellito nel posto dei gigli neri e nulla trapelerà, nulla.
Gena, il padre Bernardo e i due frati ripartono, riprendono il loro cammino, destinazione Martigny e poi il lago di Ginevra, allora conosciuto come "lacus lemanus" o "lacus lausonnius"...

lunedì 27 maggio 2019

Zvaal, Candace Nirvana.

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“ Zvaal, Candace Nirvana.
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Helmut Newton, Playing WD Paris, 1980.

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“Helmut Newton, Playing WD Paris, 1980.
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“Pulp” Seattle, Wa 2016 Corwin Prescott

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Seattle, Wa 2016
Corwin Prescott - Feryn - Full series on Patreon
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*The Dutch erotic movie, starring Ruther Hauer and Monique van de Ven*

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“*The Dutch erotic movie,
starring Ruther Hauer and
Monique van de Ven*
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Mona Khun

Mona Khun

AUTOEROTISMO.

Frivolites Parisiennes

Frivolites Parisiennes

LE DISAVVENTURE GIOVANILI DI GENA. (11.)


Gena e il convento di suore...

La giornata di viaggio e' pesante, non per il percorso in sé ma per l'atmosfera carica di tensione che corre fra Gena e il padre, questi la insulta, la colpevolizza, la percuote ripetutamente.
Gena sopporta, cammina a testa bassa ma solo per evitare di peggiorare la situazione, non si sente in colpa, non si sente sporca.
A parte il mestruo...
A pomeriggio inoltrato arrivano a Bourg Saint Pierre.
La notizia di quanto è accaduto all'Ospizio è già arrivata, si sa... quanto sono veloci le ali delle brutte notizie!
Non le permettono di entrare nel Monastero, il padre di Gena, Bernardo chiede che siano chiamati Fra Rocco e Fra Pietro.
Anche costoro sono già a conoscenza dell'accaduto ma dietro l'espressione dei visi arcigni e severi negli occhi brilla una luce diversa, malizia e lussuria.
Propongono di far ospitare Gena nel monastero femminile poco distante, l'accompagnano, Fra Pietro conosce la Madre badessa.
Appena fuori vista i due frati iniziano ad accarezzare Gena sopra gli abiti e appena giungono in prossimità di un bosco si appartano.
La premono fra loro, le fanno sentire la loro virilità eccitata, le quattro mani la brancicano, le abbassano i calzonacci e la toccano...
Rocco... allontana la mano!
Ha sentito il bagnato, sente ora l'odore forte del mestruo, la lascia come inorridito!
Il mestruo? 
A quei tempi non era permesso alle donne mestruate di avvicinarsi ai sacramenti. 
Non poter nemmeno entrare in chiesa.
E che... chi si congiungeva con una donna in queste condizioni commetteva un gravissimo peccato!
Ignoranza... certo, ma realtà.
Rocco pur eccitato, pur infoiato, rinuncia...
Non così Fra Pietro che lo deride, deride la sua credulità, gli dice che prendere una donna nel suo mestruo è un atto di vera libidine, che la trasgressione è già piacere.
Alza la tonaca e mette in mostra il suo gran cazzo, fa sdraiare Gena e le si inginocchia fra le gambe, gliele alza e se le mette sulle spalle, la penetra.
E inizia...
Dentro... forte, spinge a fondo.
Dentro nello sguazzo, dentro con quel rumore di bagnato, di sciabordio.
Gena?
Non è passiva.
Ha le mani poste sul seno, se lo tormenta mentre gode.
Il periodo del mestruo ha incrementato il suo desiderio, si sente puttana, vuole essere puttana, vuole essere la puttana di tutti...!
Gode a ripetizione sotto i colpi formidabili di Fra Pietro.
Questi si toglie momentaneamente e mostra a Rocco la sua verga bagnata, colorata di mestruo.
E mentre ride lo sprona ad almeno prenderla dietro, nel culo!
Rocco è eccitato, ma rifiuta.
Pietro fa mettere Gena in ginocchio e la copre da dietro, sbatte fortemente contro le sue natiche, Gena sente la grossa borsa dei coglioni colpirla e questo la fa godere ulteriormente.
Le viene dentro e il suo seme si confonde con il liquido mestruale.
Pietro vuole che Rocco abbia sollievo, Rocco che è eccitato, Rocco con un bastone di carne rigida fra le gambe.
E mentre Gena distesa, gambe spalancate li guarda stupita, Pietro prende il grosso cazzo di Rocco in mano, lo mena, lo scappella e poi abbassa la testa e inizia a succhiarlo..
Si inginocchia Pietro, pone la testa a terra e Rocco gli si approssima, gli si avvicina menandosi, lo sovrasta, piega le ginocchia e gli cerca il buco fra le natiche pelose.
Movimenti, spinte e poi è dentro, lo monta, lo tiene forte per i fianchi e lo prende, gli fa entrare tutta la verga e inizia a penetrarlo ritmicamente.
Gena è eccitata, guarda la scena e ne è impressionata, porta la mano fra le cosce e segue i due uomini nel loro godere.
Quando Rocco soddisfatto leva la verga di carne, lei eccitata vorrebbe leccargliela, suggerla, pulirla ma Rocco non ne vuole sapere.
Si affrettano verso il monastero femminile.
Mentre Gena e Fra Rocco attendono, Fra Pietro ottiene un colloquio con la Madre Badessa.
La Madre Superiora, nome assunto nell'ordine Cecilia, come la santa, martire e morta vergine, sembra... forse.
Nella sua breve vita temporale, prima di prendere i voti Suor Cecilia è stata una nobile di antico lignaggio, al secolo Dona Martina de Ibanez Y Martinguez, figlia del Duca di Oviedo.
Lei come la martire?
No...
Vergine?
Neanche...
Santa?
Macché santa, figurarsi!
O puttana...?
Si... puttana... gran puttana... una grandissima puttana!
Parla con Fra Pietro, parlano di Gena, discutono, prendono accordi.
E' lei che riceve Gena, che la porta nella sua cella.
La spoglia dei vestiti sporchi, lentamente, mentre con la voce l'accarezza tenera, insinuante, sensuale.
Nuda la fa girare per ammirarla, le passa le mani sui glutei segue con le dita la curva dei fianchi, la schiena, il petto, il collo, la nuca.
Ha ordinato che venga approntato un bagno per Gena, una grossa tinozza, delle suore l'hanno riempita, allontana tutte e fa immergere Gena e inizia a lavarla, le sue mani l'accarezzano si fermano sul seno le dita strizzano i capezzoli turgidi.
Si sta bagnando la veste Suor Cecilia e la toglie, toglie la veste e le numerose sottovesti, la fascia sul seno, le mutande bianche di cotone e rimane con il solo copricapo, il velo da suora.
E' formosa, ha due grosse tette, un grosso culo, una foresta di pelo all'inguine.
Entra anche lei nella tinozza e abbraccia Gena, le cerca la bocca e la bacia, le mani la palpano ora la carezza è diversa, è intesa a farla godere, le cerca la fica, la strofina... le dita entrano, frugano, sanno stimolare il piacere...



The Three Graces - Penthouse May 1994, photos by Philip Mond

the-prussian-officer:
“The Three Graces - Penthouse May 1994, photos by Philip Mond
”

sabato 25 maggio 2019

Ahah

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Under a BLUE Cover Manuel Laval

Under a BLUE Cover
Manuel Laval

Vania Zouravliov

vania zuravliov 

Vania-Zouravliov: vieni sulla terra

Takato Yamamoto

Takato Yamamoto

LATEX

JEAN MORISOT - ARTIST

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ATTILA SASSY . ARTIST



LE DISAVVENTURE GIOVANILI DI GENA. (10.)



Gena e la dura punizione.

Poi le cose si complicano, Sidan è innamorato, è giovane, immaturo rispetto a Gena e le dice che non vuole più sposarsi che ora vuole lei... Gena.
Lei cerca di minimizzare, le piace il ragazzo, le da piacere ma è solo un episodio, con molta dolcezza cerca di sviarne i propositi.
Non ci riesce perché Sidan ne parla poco dopo con il padre, gli dice che non vuole più sposare la ragazza zingara, che ama Gena... facendo così infuriare il calderaio, lo zingaro lo picchia duramente, lo rinchiude proibendogli di uscire e di rivedere Gena e si precipita dal Priore dell'Ospizio e gli dice che quello che pensavano fosse un ragazzo è una donna, una donna che ha sedotto suo figlio, vuole che sia cacciata immediatamente!
Il Priore, Arnoldino da Sapri, era a quel tempo Abate pro-tempore, dirigeva l'Ospizio in attesa che l'Ordine nominasse l'Abate vero e proprio, era un uomo corpulento, sanguigno, crapulone, chiama il frate Guardiano suo collaboratore e ne discutono, decidono che Gena deve essere punita... e duramente.
Dopo il pasto serale la convocano.
Come entra chiudono la porta e l'aggrediscono a parole, la chiamano meretrice, pozzo di lussuria, la strattonano, la minacciano, Gena è spaventata, i due uomini, grossi, alterati, la terrorizzano, intuisce di cosa la incolpano ma non prova nemmeno a giustificarsi, a spiegare il perché, il come.
Le strappano gli abiti di dosso, lei cerca di coprirsi con le mani ma viene presa, buttata a terra e poi legata a pancia sotto su di un cavalletto, le braccia allungate quasi a terra, il busto chinato, le gambe allargate, il culo in evidenza.
E' bello il culo di Gena, ha quella particolare forma a cuore, la bella curva delle anche che si staccano dalla vita sottile, la pienezza delle natiche sode, la posizione lo valorizza in pieno, è una opera d'arte il sedere femminile, quanto di più bello esista, quello di Gena è così, poi il solco fra le natiche, stretto e una sottilissima piega alla congiunzione con le cosce, ha i segni di Venere... le due fossette sopra le reni.
I due religiosi ne sono impressionati, iniziano a colpirla forte con le mani ruvide, callose, fanno male, molto e non si risparmiano, si alternano a colpire con forza il culo di Gena ormai arrossato, infiammato, dolente.
Lo guardano mentre lo fanno mentre la colpiscono, il bel taglio fra le cosce contornato dal vello inguinale.
Gena non può muoversi, non può gridare, le hanno tappato la bocca con un straccio, piange, grosse lacrime le rigano le guance, spera che il supplizio finisca presto.
Farebbe qualsiasi cosa per farli smettere. 
Qualsiasi.
Che fa allora?
La sua naturale malizia, la sua naturale troiaggine le fa fare la mossa giusta, indovinata.
Muove il culo, lo dimena, invitante...
I due frati si guardano, ognuno di loro due si alzerebbe il saio, prenderebbe in mano la verga dura, eccitata e penetrerebbe Gena, ma ognuno ha timore dell'altro, di cosa possa fare e dire.
Si studiano, sono compagni di bevute, di grandi mangiate, libidinosi anche ma mai fino ad ora hanno condiviso una cosa del genere... mai.
Decide tutto una mossa di Fra Patrizio, il frate Guardiano si tocca nervosamente il cazzo duro da sopra il saio, una mossa involontaria ma che fa capire al suo confratello che è eccitato, quanto e più di lui, si tocca da sopra la veste anche Fra Arnoldino, mostra la sua eccitazione, si guardano, si capiscono e cedono alla loro lussuria.
Lo fanno per ordine gerarchico.
Si alza il saio Fra Arnodino e lo ferma sotto il cordiglio, è nudo sotto, ha delle grosse gambe pelose, tozze e fra le gambe un batacchio di campana, si... tanto è grosso il suo cazzo, lo prende in mano e mentre lo scappella si avvicina a Gena.
Gena lo vede avvicinarsi, lo vede attraverso le proprie gambe dischiuse, le fa paura quel grosso arnese ma tutto e' meglio delle percosse, del dolore...
Attende trepidante...
Sente strofinare lungo lo spacco, si sente aprire e poi un qualcosa di grosso, di enormemente grosso e duro entrare in lei, è asciutta, le fa male, si sente riempire il ventre di carne pulsante.
Sente le mani prenderla forte ai fianchi.
Lo sente grugnire mentre inizia ad affondare nella sua femminilità... le arriva fino in fondo, grosso, duro, sente che lo ritira fino quasi a uscire e poi lo rimette forte... violento.
Ancora... ancora... ancora.
E succede...
Sente prenderla un languore, si sente sciogliere sotto l'opera di quel cazzo instancabile, sente il calore irradiarsi dal suo ventre dolorante, sente che sta secernendo il suo miele e che questo favorisce la crudele penetrazione.
E gode... ne ha piacere, sente lo sbattere, il rumore contro i suoi glutei, il grugnire e ne gode.
Con un urlo belluino il frate le viene dentro, si svuota, la riempie e quando si toglie parte dello sperma tracima sulle cosce.
Tocca a Fra Patrizio ora, questi si e' menato mentre guardava, anche lui con il saio raccolto alla vita, anche lui nudo sotto.
Gena lo sente entrare in lei, la monta forte... veloce, ma è bagnata ora... troppo, un torrente... fra il suo miele e lo sperma.
Fra Patrizio non ne ha soddisfazione, è stretta Gena ma e' troppo bagnata.
Lo toglie.
Lo toglie e cerca il suo fiore fra le natiche.
Lo cerca con le dita, appoggia la cappella e spinge.
Urlerebbe Gena se potesse dal dolore, le fa male quel palo di carne pulsante che la sta aprendo, che le sta allargando il suo garofano, glielo sta sfrangiando, le allarga i petali, le sta rompendo il culo!
I movimenti dell'uomo sono scomposti, spinge... spinge e entra, la grossa cappella entra e poi segue il tronco fino ad appoggiare il ventre alle natiche.
La monta ora.... forte.
Che può fare Gena?
Oltre a subire?
Mentre la verga le violenta il culo... pensa, si distacca e pensa di essere inculata da Rocco, da Pietro, da Sidan, da questi due frati, dal carrettiere... e infine anche dal grosso animale del recinto.
E incredibilmente. riesce a godere, a godere anche della violenta penetrazione anale, un orgasmo potente, strano, diverso, più mentale che fisico, ora sa che è schiava anche di un altro crudele padrone, il piacere/ dolore, il godimento perverso, irresistibile, derivante dal soffrire.
Le riempie l'intestino Fra Patrizio e poi la cosa finisce.
La slegano, le ingiungono di non rivelare a nessuno quanto e' successo, domattina dovrà andarsene all'alba.
Quando torna nella cella trova il padre ad aspettarla, è stravolta da quanto ha subito e deve affrontare anche i rimproveri, le offese e le percosse del padre, questi è stato informato dal padre di Sidan e sa che all'alba dovranno lasciare l'Ospizio.
Mentre la colpisce sul viso... forte, le urla...
"Sei una puttana... sei una puttana come lo era tua madre...".
La picchia duramente a due mani, la getta sul giacigli, poi preso da un raptus di violenta libidine le strappa i vestiti e la violenta.
La penetra nello sperma dei due frati.
La monta, la tiene per le braccia, Gena tenta una difesa, non vuole ora... lo subisce.
Sente ancora e ancora la frase che il padre urla mentre la prende a lungo e ripetutamente.
"Sei come tua madre tale e quale... una puttana... una puttana senza limiti..."
La mattina all'alba lasciano l'Ospizio.
A sera saranno a Bourg Saint Pierre.
Gena entra nei giorni del mestruo, nel monastero ritrova Fra Rocco e Fra Pietro.

SISSY