L'albergo
che ora conduco è di proprietà della mia famiglia da generazioni.
Io e tutti i miei avi siamo stati albergatori, senza eccezioni.
Ma
non voglio certo parlare di questo, voglio raccontare le mie vicende
dell'adolescenza. Ricorderò i fatti magari non con continuità,
magari saltando di vicenda in vicenda e comunque ne parlerò man mano
che usciranno vividi dalla mia memoria.
Figlio
unico, la mia fanciullezza e adolescenza sono state felici.
Un
padre e una madre affettuosi mi colmavano di attenzioni, ma poi…
L'albergo,
adesso come allora, è fuori dal paese più vicino e una strada
panoramica lo collega. Ho frequentato la scuola elementare e la
scuola media nel paese; qualcuno, papà o mamma o più spesso un
dipendente, mi portavano a scuola e mi venivano a riprendere.
Questo
fino alla fine delle medie. Poi, per poter frequentare l'istituto
superiore alberghiero, mi sono trasferito in città e, approfittando
del fatto che la sorella di mamma ci abitasse, trovai da sistemarmi
in casa sua.
Tra
la mamma e sua sorella correvano ottimi rapporti: la zia, lo zio e la
loro figlia, di due anni maggiore di me, passavano parte dell'estate
nostri ospiti presso l'albergo.
Devo
dire che non mi spiacque troppo lasciare la famiglia, un po'
certamente, ma comunque il distacco avvenne con un senso di
liberazione, come capirete dal mio racconto.
Era
da tempo che qualcosa di strano correva nell'aria, lo sentivo. Forse
perché verso i quattordici anni mi era nata una strana curiosità di
vita, oh... più che altro sessuale! E usavo masturbarmi con feroce
dedizione, non mancando mai di spiare cameriere e personale femminile
in ogni occasione e specialmente quando stavano nelle loro camere in
soffitta.
Le
cameriere godevano nel prendermi in giro, mi stuzzicavano ma vista la
mia età non mi prendevano sul serio. Si lasciavano toccare,
stringere, ma nulla di più.
Tutto
questo mi teneva in una continua tensione erotica e i miei sensi
erano permanentemente allertati e fu così, in queste mie condizioni
di alterazione erotica, che sorpresi mio padre mentre possedeva una
delle giovani cameriere. Loro non mi videro ma assistetti al coito.
Lui vestito... che spingeva forte contro di lei chinata in avanti.
Vedevo il biancore delle cosce e qualcosa del culo mentre stavano
godendo. Fu una cosa rapida... dei gemiti e grugniti e poi un veloce
riassetto dei vestiti.
Io
mi ero già ritirato con il cuore in affanno.
Mio
padre che tradiva la mamma!
Allora
non mi era concepibile, ancora non conoscevo la debolezza della
carne. Ero arrabbiato con lui e non sapevo cosa fare... però ricordo
che dovetti masturbarmi a lungo desiderando di essere al suo posto
nel possedere Giusi, la bella cameriera.
Comunque
da quel momento controllai i movimenti di papà e presto mi accorsi
che il contatto fra lui e Giusi si ripeteva con una certa frequenza.
Li
guardavo con prudenza, mi eccitavo, mi masturbavo.
La
mamma era impegnata nelle pratiche amministrative, non aveva molte
distrazioni, stava tutto il giorno in ufficio ed usciva solo per
controlli in magazzino o in cucina. Trovava molta soddisfazione nella
religione, era infatti molto religiosa e il parroco, Don Sergio,
passava spesso a trovarla e lei andava in oratorio per dare il suo
apporto alla parrocchia. A volte assistevo ai loro incontri ma alla
maggior parte di essi... mi allontanavo. Mi annoiavo e preferivo
guardare le cameriere.
A
volte per i miei genitori, presi dal lavoro, era loro impossibile
venirmi a riprendere immediatamente dopo scuola. Dovevo quindi
trattenermi in paese fino a sera e la mamma mi diceva di recarmi
all'oratorio che sarebbe passata lei a prendermi, cosa che
puntualmente facevo.
Qui
trovavo a volte Don Sergio che si intratteneva con me in attesa di
mamma, era un tipo allegro, gioviale e sportivo e... anche un
bell'uomo.
Ed
era un amico di famiglia.
Anche
troppo... amico!
Ancora
la mia maledetta curiosità mi tolse l'ultimo barlume di fiducia nel
prossimo e nei miei genitori.
Ero
sempre eccitato e giravo per l'hotel come una mosca impazzita.
Spesso, in maniera goffa, mi appoggiavo al culo di una delle
cameriere e venivo allontanato con una risata... mi davano del
giovane maiale oppure le più spudorate se ne uscivano con la
frase...
“Ha
proprio dentro di sé l'istinto di famiglia...!”
E
pensavo che si riferissero a papà, che sapessero della sua attività
amatoria.
Finché
un giorno, passando davanti alla porta dell'ufficio di mamma, sentii
degli strani rumori che mi incuriosirono, dei colpi sordi e dei
gemiti.
Subito
la mia mente sempre piena di sesso immaginò la scena all'interno...!
Papà
e mamma che facevano l'amore!
I
colpi erano quelli di lombi maschili contro delle natiche piene di
donna e i gemiti erano certo di mamma che provava piacere!
Cercai...
lo confesso, di poter vedere qualcosa dal buco della serratura ma
inutilmente.
Ora
i colpi erano più forti e serrati e i gemiti più forti.
Inoltre
mamma continuava a dire parole senza senso... tipo:
-Si...
oh si... ancora.-
oppure:
-Nooo...
no non così... si dai... fammi fammi...-
poi...
-Dai...
fai presto... fammi godere... dai... vieni dentro...-
Quando
i gemiti si moltiplicarono e diventarono come lamenti compresi che
avevano raggiunto assieme il piacere!
E
questo mi tranquillizzò, quanta paura avevo che papà ci lasciasse
per Giusi!
Mi
nascosi dietro l'angolo del corridoio e attesi la loro uscita.
Solo
che... quando si aprì la porta non usci il babbo ma Don Sergio!
Il
quale prese velocemente l'uscita che portava al cortile interno, salì
sulla sua vettura e lasciò rapidamente l'albergo.
Ero
esterrefatto, senza parole, la mente assolutamente in subbuglio!
Mi
chiusi in camera mia e non scesi per cena.
Fu
mamma che venne a vedere cosa avevo e trovai la scusa che avevo mal
di testa, la vedevo ora con altri occhi.
Papà
con le cameriere e lei con Don Sergio... ma che succedeva nella mia
famiglia?
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