domenica 12 maggio 2019

MEMORIE ADOLESCENZIALI DI UN HOTELIER.


L'albergo che ora conduco è di proprietà della mia famiglia da generazioni. Io e tutti i miei avi siamo stati albergatori, senza eccezioni.

Ma non voglio certo parlare di questo, voglio raccontare le mie vicende dell'adolescenza. Ricorderò i fatti magari non con continuità, magari saltando di vicenda in vicenda e comunque ne parlerò man mano che usciranno vividi dalla mia memoria.

Figlio unico, la mia fanciullezza e adolescenza sono state felici.
Un padre e una madre affettuosi mi colmavano di attenzioni, ma poi…

L'albergo, adesso come allora, è fuori dal paese più vicino e una strada panoramica lo collega. Ho frequentato la scuola elementare e la scuola media nel paese; qualcuno, papà o mamma o più spesso un dipendente, mi portavano a scuola e mi venivano a riprendere.
Questo fino alla fine delle medie. Poi, per poter frequentare l'istituto superiore alberghiero, mi sono trasferito in città e, approfittando del fatto che la sorella di mamma ci abitasse, trovai da sistemarmi in casa sua.

Tra la mamma e sua sorella correvano ottimi rapporti: la zia, lo zio e la loro figlia, di due anni maggiore di me, passavano parte dell'estate nostri ospiti presso l'albergo.
Devo dire che non mi spiacque troppo lasciare la famiglia, un po' certamente, ma comunque il distacco avvenne con un senso di liberazione, come capirete dal mio racconto.

Era da tempo che qualcosa di strano correva nell'aria, lo sentivo. Forse perché verso i quattordici anni mi era nata una strana curiosità di vita, oh... più che altro sessuale! E usavo masturbarmi con feroce dedizione, non mancando mai di spiare cameriere e personale femminile in ogni occasione e specialmente quando stavano nelle loro camere in soffitta.

Le cameriere godevano nel prendermi in giro, mi stuzzicavano ma vista la mia età non mi prendevano sul serio. Si lasciavano toccare, stringere, ma nulla di più.
Tutto questo mi teneva in una continua tensione erotica e i miei sensi erano permanentemente allertati e fu così, in queste mie condizioni di alterazione erotica, che sorpresi mio padre mentre possedeva una delle giovani cameriere. Loro non mi videro ma assistetti al coito. Lui vestito... che spingeva forte contro di lei chinata in avanti. Vedevo il biancore delle cosce e qualcosa del culo mentre stavano godendo. Fu una cosa rapida... dei gemiti e grugniti e poi un veloce riassetto dei vestiti.
Io mi ero già ritirato con il cuore in affanno.
Mio padre che tradiva la mamma!

Allora non mi era concepibile, ancora non conoscevo la debolezza della carne. Ero arrabbiato con lui e non sapevo cosa fare... però ricordo che dovetti masturbarmi a lungo desiderando di essere al suo posto nel possedere Giusi, la bella cameriera.
Comunque da quel momento controllai i movimenti di papà e presto mi accorsi che il contatto fra lui e Giusi si ripeteva con una certa frequenza.
Li guardavo con prudenza, mi eccitavo, mi masturbavo.

La mamma era impegnata nelle pratiche amministrative, non aveva molte distrazioni, stava tutto il giorno in ufficio ed usciva solo per controlli in magazzino o in cucina. Trovava molta soddisfazione nella religione, era infatti molto religiosa e il parroco, Don Sergio, passava spesso a trovarla e lei andava in oratorio per dare il suo apporto alla parrocchia. A volte assistevo ai loro incontri ma alla maggior parte di essi... mi allontanavo. Mi annoiavo e preferivo guardare le cameriere.
A volte per i miei genitori, presi dal lavoro, era loro impossibile venirmi a riprendere immediatamente dopo scuola. Dovevo quindi trattenermi in paese fino a sera e la mamma mi diceva di recarmi all'oratorio che sarebbe passata lei a prendermi, cosa che puntualmente facevo.
Qui trovavo a volte Don Sergio che si intratteneva con me in attesa di mamma, era un tipo allegro, gioviale e sportivo e... anche un bell'uomo.
Ed era un amico di famiglia.
Anche troppo... amico!

Ancora la mia maledetta curiosità mi tolse l'ultimo barlume di fiducia nel prossimo e nei miei genitori.
Ero sempre eccitato e giravo per l'hotel come una mosca impazzita. Spesso, in maniera goffa, mi appoggiavo al culo di una delle cameriere e venivo allontanato con una risata... mi davano del giovane maiale oppure le più spudorate se ne uscivano con la frase...
“Ha proprio dentro di sé l'istinto di famiglia...!”
E pensavo che si riferissero a papà, che sapessero della sua attività amatoria.
Finché un giorno, passando davanti alla porta dell'ufficio di mamma, sentii degli strani rumori che mi incuriosirono, dei colpi sordi e dei gemiti.
Subito la mia mente sempre piena di sesso immaginò la scena all'interno...!
Papà e mamma che facevano l'amore!
I colpi erano quelli di lombi maschili contro delle natiche piene di donna e i gemiti erano certo di mamma che provava piacere!
Cercai... lo confesso, di poter vedere qualcosa dal buco della serratura ma inutilmente.
Ora i colpi erano più forti e serrati e i gemiti più forti.
Inoltre mamma continuava a dire parole senza senso... tipo:

-Si... oh si... ancora.-
oppure:
-Nooo... no non così... si dai... fammi fammi...-
poi...
-Dai... fai presto... fammi godere... dai... vieni dentro...-

Quando i gemiti si moltiplicarono e diventarono come lamenti compresi che avevano raggiunto assieme il piacere!
E questo mi tranquillizzò, quanta paura avevo che papà ci lasciasse per Giusi!
Mi nascosi dietro l'angolo del corridoio e attesi la loro uscita.
Solo che... quando si aprì la porta non usci il babbo ma Don Sergio!
Il quale prese velocemente l'uscita che portava al cortile interno, salì sulla sua vettura e lasciò rapidamente l'albergo.
Ero esterrefatto, senza parole, la mente assolutamente in subbuglio!
Mi chiusi in camera mia e non scesi per cena.
Fu mamma che venne a vedere cosa avevo e trovai la scusa che avevo mal di testa, la vedevo ora con altri occhi.

Papà con le cameriere e lei con Don Sergio... ma che succedeva nella mia famiglia?

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