E’ dietro di lei, appoggiato al suo dorso.
Ambedue in piedi,
le sta passando sul corpo l’olio profumato che lei adora usare dopo
la doccia.
La sta massaggiando, si sta dedicando al seno, glielo
alza con le mani, le passa l’olio sulla piega che questo fa
appoggiandosi allo sterno.
Insiste.
La bocca è sulla sua
nuca, le sta respirando addosso, sussurra al suo orecchio.
Hanno
appena fatto l’amore.
No, più che l’amore… sesso!
Sesso!
Si sono mangiati a vicenda, divorati.
Prima davanti al grande
specchio a parete, lei appoggiata con le mani, lui dietro che la
prende violentemente, che l’alza dai colpi, colpi che continuano
fino a farla godere, una… due… tre volte!
Poi nella doccia,
sotto l’acqua lui la spinge contro la parete, le mangia la bocca,
le morde le labbra e l’alza… le tiene alta con le proprie braccia
e la riprende, è nuovamente dentro di lei, le sue gambe intorno alla
vita, nuovamente ridiventa … l’animale.
Nuovamente la fa
godere… mille volte!
Fino a godere anche lui.
Emette un
urlo infinito, un urlo liberatorio, causato da un orgasmo
incredibilmente forte, incredibilmente lungo, che lo fa inarcare,
sente i suoi muscoli irrigidirsi e vibrare sotto sforzo.
Non è
sazio.
Le si inginocchia davanti e la beve, succhia il suo
seme.
Sono sempre affamati, si prendono di continuo.
Vive
gli orgasmi di lei come fossero i suoi.
Ama i suoi lunghi gemiti,
i suoi mugolii, la sua lunga, lunghissima esclamazione quando gode.
Il suo infinito, sussurrato…
gemito!
-Oddioooooooooooooooooooooooooooooo…!-
E… quando
lei gode nella sua bocca?
Mentre la bacia, la lecca, la morde?
Mentre le scappuccia con forza il clitoride, lo scopre e lo
tortura con la punta della lingua, lo succhia, lo morde forte, lo
stritola fra i denti fino a farla venire, una due… altre mille
volte?
Adora sentirsi chiedere… con la voce resa roca dalla
passione…
-Inculami…-
-Usciamo…-
Le
dice all’orecchio…
-Preparati. Vestiti… truccati…-
Lei
non è affatto la sua bambolina da orgasmi.
Ha una forte
personalità, ma spesso lo subisce senza discutere quando lui gioca
con la sua sensualità, sa come prenderla, sa scansare i suoi
artigli, smussa il suo carattere ribelle.
-Preferenze…
bell’uomo…?-
-Metti il vestito verde, quello stretto.
Niente reggiseno, uhmmm… i tuoi capezzoli devono essere visibili,
in evidenza, spingere il tessuto come se lo volessero bucare. Mi
piace che ti guardino… che ti ammirano, anche se… li brucio con
lo sguardo.-
-Intimo? Lo metto? Colore?-
-Un perizoma.
Di pizzo. Verde…-
-Scarpe? Come mi devo truccare? E i
capelli?-
-Capelli raccolti sulla nuca. Hai un collo
bellissimo… non lo copriamo. Trucco? Forte… pesante. Anche
intorno agli occhi. La bocca? Il rossetto? Rosso… rosso vivo.
Scarpe? Uhmmm… andiamo a comprarne un paio di nuovo, sai? Rosse.
Metti quelle bianche… borsa eguale…-
Escono.
Lui ha
jeans, camicia bianca. Una giacca leggera blu è buttata sui sedili
posteriori della macchina.
-Dove andiamo…?-
-Facciamo
un giro prima… poi nuovi negozi…-
La mano di lui
l’accarezza, ha alzato sulle cosce l’orlo del vestito, la dita si
muovono lentamente, pigramente… preme sull’inguine, sul
perizoma.
-Sei bagnata…-
-Impossibile non esserlo
con te… cerco di immaginare che programmi hai…-
-Uhmm…
vedrai… lo vedrai molto presto…-
Si ferma davanti ad un
locale. La prega di aspettarlo un momento, scende…
vi entra…
dopo un attimo riesce, scuote la testa. Risale in macchina.
-Non
va bene per noi…-
-Non va bene? E perché?-
-Mezzo
vuoto…-
-Ma quali intenzioni hai? Si può sapere…?-
Lui
non risponde, si ferma di nuovo, scende entra in questo locale e poi
riesce.
Le fa segno di raggiungerlo.
-E questo va bene? Ma
sai che sei strano…?-
Si siedono ad un tavolo, nel locale ci
sono diverse persone che hanno ancorato i loro occhi su di loro, su
di lei. Lui sembra soddisfatto. Ordina un caffè per entrambi.
Bevono. Paga.
-Ti stanno mangiando con gli occhi, hai notato?
Ora… daremo loro un piccolo spettacolo…. Vai in gabinetto… sai
cosa devi fare? Si… quello! Proprio quello. Ti tocchi fino a
godere… fai pipì… ti levi il perizoma e me lo porti… Capito
tutto…?-
-Dio… -
-E non sculettare troppo…-
La
voglia di ribellarsi?
Si… esiste!
Ma c’è anche l’immensa
pressione della libidine che le fa fare quello che lui le chiede. Lei
è solo sua. Si alza e si reca alla toilette e qui fa esattamente
quanto le ha chiesto, mette un piede sul wc, alza il vestito alla
vita, sposta il perizoma ormai zuppo e si tocca. Passa le dita sul
suo solco, strizza forte il clitoride turgido, grosso, sensibile e
gode trattenendo il gemito mordendosi il labbro inferiore. Leva il
perizoma. Fa pipì. Esce. Tiene il minuscolo indumento nel pugno
chiuso. Cerca di non sculettare.
Al tavolo vuole passargli il
perizoma sotto il piano del tavolo ma lui sporge la mano per averlo
sopra il tavolo e lei è costretta a darglielo.
E… mentre tutti
li guardano lui lo prende, poi porta la mano alla bocca. Lo annusa
lungamente. Lo mette in tasca.
Lei…? Si sente avvampare! Il
viso le scotta e sotto?
Al pube?
Un colpo secco! Di assoluta
libidine!
Si alzano, lui la conduce tenendola per un braccio.
Escono seguiti sempre dallo
sguardo degli uomini che si guardano e
commentano.
-Ma cosa mi fai fare? Che figura! Penseranno che
sono una puttana!-
-E non lo sei, forse? Non sei la mia
puttana? E non ti sei eccitata? Sai che hai del sangue sul labbro da
tanto ti sei morsa mentre godevi?-
E la bacia.
Le succhia
quella minuscola goccia di sangue.
E lei spera, desidera, di
essere spinta contro qualcosa e che la prenda! Che la prenda
violentemente!
Niente… riprendono il viaggio.
-E tu…
ti sei eccitato? A farmi fare la figura della puttana? Scommetto di
si… ma quanto?-
-Prova…-
Lei porta la mano al suo
inguine, sente quanto è duro. Vorrebbe aprire la zip, estrarlo…
accarezzarlo un po’, succhiarlo. Quando ci prova la mano di lui la
ferma.
-Ho di meglio da farti fare…-
E’ sera quando
ferma la vettura davanti ad un negozio di calzature. Manca poco
all’ora di chiusura.
-Entriamo… -
Il negozio è
vasto, due commessi attendono eventuali clienti. Uno di loro, il più
giovane si avvicina e chiede cosa desiderano.
-Ha presente le
scarpe Kalika di Sergio Rossi? Rosse… rosse fuoco, tacco a
stiletto.-
-Numero di piede…?-
-Trentasei… vero
cara?-
Il giovane si allontana per prendere le scarpe e lui le
sussurra…
-Alza il vestito sulle cosce… quando lui si
inginocchierà davanti a te per farti calzare le scarpe… apri le
cosce!-
-Tu sei pazzo! Non lo farò mai!-
-Davvero? Lo
farai invece…! Aprirai le cosce e gli farai vedere il tuo pube, la
tua conchiglia depilata, le tue labbra gonfie… forse sentirà il
profumo del tuo miele… e dopo…-
-Dopo… cosa…?-
-Appena
fuori… ti scopo… se lo fai…-
-Non mi darai mai a
nessuno, vero?-
-Tu sei solo mia…-
Lei alza il
vestito sulle cosce che ora sono abbondantemente scoperte, il ragazzo
torna con una serie di scatole, si siede su un sgabello davanti a
lei, prende una scarpa, chiede se va bene il colore e fa per
calzargliela.
E lei apre le gambe…
Il giovane fissa lo
sguardo, allibito dalla visione. Ha una piena visuale della vagina,
aperta, sulle labbra gonfie appena umide, lucide. Si è bloccato, poi
guarda lui, l’uomo che accompagna la donna che appare distratto,
che guarda altro. Poi, impacciato fatica a calzare la scarpa al
piede. Lei mantiene la gambe aperte, le cosce ampiamente scoperte.
Lei si sente sciogliere, ha un fremito al ventre, sa che è un
gioco che conduce il suo uomo per eccitarla, per eccitarsi e lo
accetta.
Chiede al ragazzo di calzarle anche l’altra scarpa. Le
gambe sono aperte pienamente. Il commesso è visibilmente emozionato,
si chiede come comportarsi, cosa deve fare, questo gli sembra un
invito, una disponibilità completa a un proseguimento imprevisto.
Lei è bella, ha visto le cosce candide. La sua conchiglia
dischiusa.
Lei con ambedue le scarpe calzate si alza, fa alcuni
passi per il negozio.
Torna a sedersi, apre di nuovo le gambe.
-Vorrei provarne altre, colore diverso…-
Il ragazzo
suda, le mani gli tremano mentre le toglie le scarpe che ha provato e
le mette le altre da provare, guarda di sottecchi l’uomo in piedi
che appare distratto, fissa di nuovo lo sguardo in mezzo le gambe.
Guarda la donna in viso cerca un gesto, una conferma. Il gioco dura a
lungo, lei si scopre tirando l’orlo del vestito quasi all’inguine.
Sente vivo il desiderio del commesso, sa che questi vorrebbe baciarla
fra le cosce, leccarla, scoparla, ma non è questo che la eccita, che
la fa bagnare fino all’attaccatura delle cosce. E’ il dover far
quanto il suo uomo le chiede, ha ragione lui quando le dice che solo
lui sa darle quello che desidera, che ha bisogno.
Lo guarda e gli
chiede…
-Ti piacciono…?-
-Quelle rosse, le prime
che hai provato, le prendiamo, tienile su…-
Paga ed escono,
anziché andare verso la macchina la conduce verso una stradina a
lato del negozio. Qualcosa poco più di un vicolo e deserto. La
spinge al muro, le alza il vestito sulle cosce e la tocca! Trova la
conferma che è eccitata! Le si inginocchia davanti, le alza una
gamba e se la mette sulla spalla, la apre con le dita e inizia a
leccarla. Lei poggia le mani sulla sua testa, le dita fra i capelli,
lui incolla la bocca e inizia a leccarla. La lingua passa
ripetutamente sul solco, si ferma sul clitoride e passa la punta come
spazzolandola fino a farla godere! Lei si inarca, geme, mugola. Gode.
Gli gode sulla bocca. Gli bagna il viso con il suo miele denso e
profumato.
Si alza, la prende e tenendola sotto le cosce la
appoggia al muro. Le sue gambe intorno alla vita, riesce a liberare
la verga dura, cerca e gliela infila in una feroce penetrazione. La
scopa forte, violento, colpi secchi che la fanno sciogliere. Le gambe
e le scarpe rosse oscillano nei movimenti. Lui lo ritira, lo rimette.
Più volte. Lei gode ancora. Lui continua.
Le sussurra…
-Quanto
ti piacerebbe che… uhmmm… venisse qui a guardarci il ragazzo del
negozio…? Dillo… dillo… puttana…-
-La tua… la tua
puttana…! Guardarmi godere? Siiiii! Ma tu non mi daresti mai a
nessuno! Lo sai… mi vuoi per te…-
Lui spinge ancora più
violento, più rapido.
Lei dopo… l’ennesimo orgasmo… gli
sussurra…
-Nel culo… nel culo… sono stata brava…no? Lo
merito nel culo…!-
A fatica riescono. L’alza di più,
l’appoggia al muro, la cerca tenendo la verga con la mano! Spinge
con forza. Insiste. Ancora! Più forza ancora!
E ora lui la sta
penetrando lì! Nel suo culo!
E’ stretto, l’anello lo stringe
come una mano. I suoi colpi sono sempre violenti! Lei è appoggiata
con le spalle al muro… si muove sotto i colpi, ad ogni colpo
corrisponde un grugnito di lui e un gemito di lei! Infine… l’attimo
esplosivo dell’orgasmo! Il suo urlo incurante della situazione,
della posizione. Dell’ora serale non tarda.
Ansimanti si
staccano. Si sistemano. Tornano alla macchina, partono per andare a
cena.
Lei si ammira le scarpe. Si stende e lo bacia.
-Grazie
delle scarpe, amore…-
T.
Nessun commento:
Posta un commento