Guaisce proprio Anais, diventa davvero la femmina del dio Anubi impersonato dal grosso molosso nero che la sta bestialmente e ferocemente montando!! Il loro coito animalesco dura delle ore!
Inizio a conoscere altre sacerdotesse che sono ospiti nei nostri convegni sessuali, queste orge diventano quanto di più depravato è possibile, tutti prendono tutti, ma mi curano... sento le loro menti entrare nella mia, devio i loro pensieri nell'angolo dove i miei pensieri sono coerenti con il loro volere.
Le prendo in mille modi, mi danno tutto, bocca, mani, culo ma mi fanno sborrare sempre loro in figa, evidente che vogliono essere fecondate per far nascere una nuova generazione di sacerdotesse.
Leggo nelle ore che passo nella stanza protetta che i feti maschi vengono soppressi, solo quelli femminili vengono mantenuti in vita.
Rivedo così donne del mio passato, che hanno condiviso parte della mia vita, le sevizio con rabbia, rancoroso come sono di essere stato da loro sempre usato!
Le orge avvengono con regolarità, ho bisogno di scansare i loro residui sospetti!
E continuo a comperare del vino pregiato in quelle occasioni che vado a Roma con il pretesto di ricerche in qualche biblioteca, poi... quando sono solo porto prima le casse a casa mia e raggiungo la maremma, dispongo le casse in cantina.
Ora sono quasi pronto per l’atto finale.
Non manca molto, voglio solo finire finalmente la mia opera di catalogazione delle opere, imbastire il saggio che voglio scrivere.
Sono angosciato pensando alla perdita dei volumi, farei di tutto per risparmiarli e un po' avventatamente decido quindi di salvarne qualcuno.
Li porto a Roma.
Finalmente è tutto pronto, è ormai autunno, il colore degli alberi cambia e le giornate sono più corte.
I tomi della biblioteca sono catalogati, il mio lavoro è finito, posso procedere e do il via alla…
Grande Festa delle Sacerdotesse!
Da questo momento non posso più tornare indietro!
Dovessi fallire il mio futuro sarebbe segnato, o la gabbia in cantina o la mia soppressione. So che qualcuna delle sacerdotesse è gravida. Porta nel proprio grembo la nuova leva delle Adepte di Iside.
Invito tutte le sacerdotesse che trovo in elenco. Insisto con Sole... per poterle avere proprio tutte, la convinco che voglio ingravidarle tutte, che voglio essere il Maestro che genererà il maggior sciame di sacerdotesse!
La festa ha inizio, iniziano gli accoppiamenti, sento le loro menti stimolarmi.
Mi vogliono tutte!
Tutte vogliono essere ingravidate, tutte vogliono essere prese e fecondate, vogliono mettere al mondo le altre future sacerdotesse per perpetuare la loro genia.
So… ormai conosco che eventuali gestazioni di maschi saranno interrotte, loro nel caso abortiranno, vogliono solo femmine.
Io mi sento vigoroso, stimolato, sborro a ripetizione, il mio cazzo non ha un momento di tregua, scopo una dopo l’altra le sacerdotesse ospiti e anche Sole, Rula e Anais.
I corpi sono avvinti in mille e mille coiti articolati, so che passo da una donna all'altra, fighe e culi che si susseguono in una azione unica.
Poi… molto più tardi, approfittando di un momento di pausa, della loro stanchezza e mentre loro stanno mangiando e parlando, lascio non visto la grande sala.
Chiudo a chiave la robusta porta di quercia, mi reco in cantina e porto su il contenuto delle varie casse di vino che ho comprato.
Ma non è vino… no…!
Ho sostituito le bottiglie con lattine di benzina o di solventi chimici molto infiammabili che spargo su tutta la casa.
Sulle scale, in biblioteca… sui libri, nella stanza segreta, poi vado in cucina e apro il gas.
La casa dovrà diventare un immenso rogo dove loro, coloro che hanno abusato della mia vita, moriranno fra le fiamme!
E io le guarderò dal giardino!
Sentirò le loro urla, poi i lamenti e le voci farsi man mano più fievoli… fino a spegnersi!
Mi spiace per Giuseppe, mi spiace per Anita… ma era necessario sacrificare anche loro.
Vedo le lingue di fuoco propagarsi e sento loro urlare, affannarsi alla porta, sporgersi alle inferriate delle finestre… urlare… pregare!
E poi…
E poi… la fine.
Il gas che esplode.
La casa che mostra le finestre vuote illuminate dal fuoco come gli occhi di un mostro.
E poi… la fine…!
Sono angosciato. Ho la mente piena di disgusto e di paura.
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Ora… che vi scrivo, a distanza di alcuni anni, ancora ho paura.
Non avvicino più le donne, so… sono consapevole che mi cercano, che le sopravvissute vogliono la vendetta e che ognuna di loro potrebbe essere la loro emissaria e l'artefice della mia morte.
La protezione del dio Thoht è scaduta.
Sono indifeso.
Ho terminato il saggio relativo ai libri della biblioteca, è valido ma non posso pubblicarlo, sarei immediatamente riconosciuto.
I tomi che ho portato via mi ricordano quello che è successo e la necessità di restare nascosto.
Temo… più di tutte le donne giovani, quelle dell’età di Anais.
Victor Vinci.
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