Georges Picard - artist
Dopo Rula tocca ad Anais.
Ormai il culo di Anita è devastato. Rosso fiamma e con dei segni profondi.
Mentre viene colpita accosto la mia bocca al suo orecchio.
-Dimmelo… dimmelo... la tua promessa non ha più alcun valore, il Maestro Mistral è morto. Ora tu devi fedeltà a me...-
Urla ancora sotto i colpi ma riesce a sussurrare...
-Basta... basta... lo dico... vi faccio vedere cosa ho visto, cosa ho dovuto promettere di non dire mai, in nessun caso... slegatemi!-
-Slegarti? Ora avrai la punizione... ti inculeremo tutti a turno, tutti... noi uomini con i nostri cazzi e Anais e Rula con quello che troveranno di più grosso qui in cucina-
-Inizia tu Milo... fotti questa puttana. Mettiglielo nel culo.-
Mentre il ragazzo tira fuori il cazzo già rigido e lo accosta, dico a Rula e Anais di cercarsi qualcosa di veramente grosso. Anais dice che hanno degli strap-on, ancora più grossi del cazzo di Giuseppe e altri articoli davvero enormi!
Corre a prenderli.
Dopo di Milo che viene nel culo di Anita, tocca a me. Spingo contro quelle natiche arrossate, dolenti. Giusto per provocarle dolore.
Entro nel buco pieno dello sperma di Milo.
Ma sento che ora reagisce in un altro modo, sta iniziando a godere del trattamento.
Che puttana!
Ora spingo con maggior forza. La fotto da animale, da toro. Mi svuoto in lei, completamente, mentre insisto con delle penetrazioni frenetiche.
Poi... Poi tocca a Anais, ha indossato un grosso strap-on.
Senz'altro lo ha già usato su Anita.
Il grossissimo arnese spinge, allarga e il fiore del culo di Anita perde completamente forma, diventa solo una striscia di muscolo rosso.
Ma dato che è il dolore il componente principale non ha importanza cosa inculi Anita che continua a godere.
Ora gode del dolore che prova.
Dolore e piacere si sono fusi in una sensazione estrema di godimento!
Anais...
-Victor... posso toccarla? Masturbarla...? Voglio strizzarle il clito...-
Un mio cenno di assenso.
Infine Rula.
La sua opera è feroce. Davvero intesa a far male. Anche lei strizza forte il clito mentre spinge dentro il culo di Anita un fallo di lattice enorme.
Lo spinge tanto da farlo arrivare diritto nello stomaco e la tortura davanti e davvero le urla di Anita sono un mix di dolore e piacere!
Poi barcollante ci guida in biblioteca.
Qui... racconta.
-Una volta sono entrata e ho visto il Maestro Mistral che riponeva la chiave in un volume, non so quale. Forse qui... in queste ante centrali. Aveva vicino a se la scaletta come se dovesse salirci...-
-Davvero non so altro... il Maestro mi ha fatto promettere di non dire mai quello che avevo visto... mai... e io ho mantenuto la promessa. Mi dispiace Victor...-
-Va bene... va bene. Ora fuori... lasciatemi solo, fuori tutti!-
Li spingo fuori e accosto la scaletta alla libreria... Frenesia pura quella che mi spinge a cercare la maledetta chiave. Come se fosse in gioco il destino del mondo!
Il mondo? Ma chi se ne frega del mondo.
So che in ballo c'è la mia vita.
Mi impongo di essere razionale, calmo.
Di usare metodo.
Anita ha detto che secondo lei il Maestro Mistral era davanti alle ante centrali e quindi di queste sono solo i ripiani più alti ad essere interessanti, quelli raggiungibili con la scaletta.
Non so certo come sia celata la chiave nei libri, forse nel costone della rilegatura o fra le pagine? Devo esaminarli con cura uno ad uno.
E cosi' faccio, prendo un volume e lo sfoglio.
Esamino la rilegatura e lo ripongo.
Così facendo trovo delle vere rarità.
Come questo "Hermaphroditus" di Antonio Beccadelli, una edizione del tardo 800 dell'opera del poeta vissuto a cavallo del 1500, splendidamente corredato da incisioni in acquaforte, la curiosità dello studioso vince l'ansia della ricerca e lo esamino.
Scorro i suoi sonetti e penso che la traduzione dal latino non renda loro merito. CORVINO, ZELANTE CUSTODE DEL VINO E NON DELLA MOGLIE Corvino la cantina la difende con serratura e chiave, ma non usa la stessa serratura per la fica della consorte. Lui della cantina è custode geloso, è generoso invece della fica, infatti se la botte la bevi, si consuma, la fica no. LODE DI ALDA Venere con le Grazie hanno scelto per casa gli occhi di Alda, e Cupido in persona ride nelle sue labbra.
Alda non piscia: oppure, se piscia, lei piscia profumi. Alda non caca: oppure, se caca, lei caca viole.
Questo mi fa ricordare che voglio berla la piscia delle mie donne. Di Rula... di Anais e anche di Anita.
Voglio che mi si accostino con il ventre mentre sto in ginocchio davanti a loro, che mettano la fica proprio a contatto con la mia bocca e voglio che mi piscino dentro, voglio berlo il loro piscio salato e odoroso. Loro sono mie ora e io delle mie donne voglio tutto.
Ogni loro umore viscerale.
Il loro mestruo...
Rimetto il libro al suo posto e continuo. Poi mi incuriosisce un'altro volume. I personaggi, il tempo, l'epoca che descrive. Quanto vorrei con le mie caratteristiche, quanto vorrei aver vissuto nell'ottocento. Ai tempi di Alfred De Musset, di George Sand. George Sand, scrittrice e poetessa, era una donna lo sapete senz'altro, femminista primo tempo, uno spirito libero, trasgressiva, si vestiva da uomo e avrà una sfilza di amanti che non termina più, uomini e donne.
Il libro in questione?
Gamiani... scritto da loro assieme, delirante testo di sesso. Tragico, torrido, esagitato romanzo lesbico. I tratti più scottanti? La seduzione di Fanny, innocente creatura e poi via via una caduta verticale verso il piacere, verso il bisogno assoluto di godere senza darsi limiti. Gamiani è la ninfomane storica. Una donna che non può aver sollievo, mai.
E fra le due donne un uomo... Alcide, eccolo all'opera...
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Tu, bionda dagli occhi azzurri, tocca a te. Sarai la mia regina! Vieni a metterti a cavallo del trono. Prendi con una mano lo scettro in fiamme, nascondilo tutto nel tuo impero... Ouf! Non cosi' svelta! Aspetta... sii lenta, cadenzata, come un cavaliere al piccolo trotto. Prolunga il piacere. E tu, cosi' grande, cosi' bella, dalle forme stupende, mettiti di traverso sopra la mia testa... A meraviglia! Tu mi sai capire. Divarica per bene le cosce... ancora! Che i miei occhi possano guardarti bene, la mia bocca divorarti, la mia lingua penetrarti a piacere! Cosa fai, dunque, tutta dritta? Chinati, offri i tuoi seni ai miei baci! "A me! A me!" disse la bruna mostrandole la lingua sottile, acuta come un pugnale veneziano. "Vieni! Che io ti possa mangiare gli occhi e la bocca! Mi piaci in questo modo. Oh! Metti la mano qui...su! Adagio, adagio! Ed ecco che ognuna si muove, si agita, si eccita al piacere. E poi... la frenesia della libidine... Medoro... GAMIANI: Medoro! Medoro! Prendimi! Prendi! A quel grido un cane enorme esce da un nascondiglio, si slancia sulla contessa e comincia a leccare un clitoride la cui punta sporgeva rossa e infiammata. La contessa gridò ad alta voce: "Ahi! Ahi! Ahi!" aumentando sempre il tono a seconda dell'intensità del piacere. Si sarebbero potute calcolare le gradazioni dell'eccitamento che provava quella sfrenata calimantide.
GAMIANI: Latte, il latte! Oh, del latte! Non ebbi la possibilità di capire quella esclamazione, vero grido di disperazione e di angoscia, fintanto che Julie non riapparve, armata di un enorme fallo riempito di un latte caldo, che a piacere una molla faceva sprizzare a dieci passi di distanza. Servendosi di alcune cinghie, ella sistemò l'ingegnoso strumento nel posto voluto. Il più generoso degli stalloni non si sarebbe rivelato, almeno in grossezza, più favorito. Non potevo credere che ci sarebbe stata penetrazione, fino a che, con mia grande sorpresa, cinque o sei attacchi forsennati, tra grida acute e deliranti, bastarono per far sparire e inghiottire quell'enorme marchingegno: la si sarebbe detta la Cassandra di Casani. Il va-e-vieni veniva eseguito con consumata esperienza, quando Medoro, spodestato ma sempre docile agli insegnamenti, si slancia sulla maschia Julie, le cui cosce, semi divaricate e in movimento mettevano in vista l'offerta più deliziosa. Medoro fece tanto e cosi' bene che Julie rapidamente si fermò e svenne, sopraffatta dal piacere. Un godimento di quel tipo deve essere molto intenso, poiché niente e' simile all'espressione che esso da' ad una donna. Irritata dal ritardo che prolungava il suo dolore e differiva il piacere, la sventurata contessa bestemmiava, imprecando come una dannata. ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Ora stavo leggendo sui gradini della scaletta, quasi dimentico del mio compito... quello di ricercare la maledetta chiave. Leggo ancora cosa racconta la contessa della sua vita in convento...
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FANNY: Un asino, misericordia! GAMIANI: Sì, cara mia, un asino! Ne avevamo due, ben ammaestrati, molto docili. In niente volevamo essere da meno delle matrone romane, che ne facevano uso nei loro saturnali. La prima volta che fui messa alla prova, ero nel delirio del vino. Mi precipitai con violenza sullo sgabello, sfidando tutte le monache. Subito l'asino fu rizzato davanti a me con l'aiuto di una correggia. La sua terribile daga, infocata dalle mani delle monache, mi colpiva pesantemente sul deretano. Lo presi con due mani, lo appoggiai all'orifizio, e dopo averlo strofinato per alcuni secondi, cercai di introdurlo. Aiutandomi con i movimenti, con le dita e con una pomata rilassante, ben presto ne fui padrona per almeno cinque pollici. Volli spingere ancora, ma le forze mi vennero meno. Ricaddi. Mi sembrava che la pelle mi si lacerasse, di essere squarciata, squartata! Era un dolore sordo, massacrante, misto tuttavia a una irritazione che mi riscaldava, stimolante e sensuale. La bestia, continuamente in movimento, produceva uno sfregamento cosi' vigoroso da scrollarmi per intero la colonna vertebrale. I canali spermatici mi si aprirono e straboccarono. La mia ciprina bruciante per un istante mi sobbollì nelle reni. Oh, che godimento! La sentivo correre a getti infiammati e scendere, una goccia alla volta, in fondo alla mia matrice. Tutto in me grondava d'amore. Emisi un grido prolungato di sfinimento e provai sollievo… Nei miei impeti lubrici avevo guadagnato due pollici.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Splendide le immagini a corredo del testo. Poi la folgorazione! Ancora prima di esaminare il successivo volume so di avere la soluzione del mio problema, ho la chiave in mano!
Lo so dal titolo!
LA BIBBIA!
Mi riconosco in te, Maestro Mistral! Porco, blasfemo, irriverente, ma forse per uno eguale a te... prevedibile.
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