giovedì 29 novembre 2018

ERA UNO DI QUEI GIORNI NEI QUALI IL DIAVOLO SI ANNOIAVA... (ed. completa)




ERA UNO DI QUEI GIORNI NEI QUALI 

IL DIAVOLO

SI ANNOIAVA...






Un episodio della continua partita
fra il diavolo e la sua controparte.


RACCONTO COMPLETO
di
TIBET LIBERO

IL SOGNO. LA CARRETERA.

Il sogno. La carretera.



...el viento viene y el viento se va por la carretera...


A quel tempo faceva un sogno.

Sempre lo stesso.
Ogni notte.
E’ su di una corriera, una vecchia scassatissima colorata corriera.
Si sistema all'ultima fila, inizia a guardarsi in giro e si accorge che è l'unico passeggero.
Sbircia fuori e riconosce la strada.
E’ un tratto della carretera panamericana che attraversa la dorsale della cordigliera e passa dal lato atlantico a quello pacifico.
Pericolosa, ma non tanto per la strada comunque bruttissima in sè o per la sua situazione disastrata di manutenzione, ma per chi la percorre.
Gente strafatta di erba o ubriaca di pulque o di chissà quale diavoleria che distillano di straforo nelle loro baracche del cazzo.

Nel sogno poco a poco aumentano gli scossoni, tanto da essere spinto da una parte all'altra del sedile.
Ogni notte nel sogno... si alza e aggrappandosi ai sedili a fatica si avvicina al guidatore.
Fino ad accorgersi che il posto di guida e’ vuoto..
...e le curve aumentano, sono una serie infinita...
una dopo l'altra...
come aumenta la velocità con la quale il mezzo le affronta.

Un attimo dopo che la vecchia corriera in una curva oltrepassa il limite della strada e precipitava nel vuoto...
...cerca disperatamente di svegliarsi.
Lotta per svegliarsi.
Vive la sensazione di panico assoluto della caduta nel vuoto.

Ogni notte... si trova madido di sudore e ansimante, i denti digrignanti, doloranti per essere stati stretti a forza, sfinito come dopo un attacco di malaria.

Per poter dormire senza cadere nell'incubo cerca rimedio con l'alcol e dopo, verificatene l'inutilità.. via a pasticcarsi di brutto ma nulla gli da sollievo, nulla.
Finchè non si decide di andare da Mamacita, un donnone enorme, nera come la pece.

E’ notte quando la incontra e gli occhi di lei rilucono a lampi riflettendo i bagliori del fuoco.
Lui le chiede qualcosa che gli annebbi i sensi. Un rimedio per i sintomi.
Lei.. è famosa per i suoi beveroni a base di foglie di coca e chissà cosa.
Lui le racconta del sogno.
Lei lo fa inginocchiare davanti a se e gli pone le mani sulla testa.
Le sue mani scottano.. bruciano.
Sei malato.. e' il suo responso. Sei malato, uomo.
Lui chiede un rimedio. Vuole dormire. Non vuole più salire su quel bus maledetto.
Lei.. devo saturarle queste ferite.. altrimenti spurgheranno all'infinito.
Apriti uomo.. vedo sesso.. tanto sesso.
Ti vedo nella tua infanzia. Sei infelice. Vedo angoscia.
Lui cerca di chiudere quel varco che lei sta aprendo. Autodifesa. Sono cose che lui ha rimosso. Lei non glielo permette e entra in lui. Lui la sente.. ha l'impressione assurda di vederla, la vede come una lunga lingua sottile di camaleonte. La vede toccare... sollecitare i suoi terminali nervosi. La sente frugare.
E rivive... rivive quei momenti.
Ne rivive la tensione. L'assurda attesa del martirio. L'eccitazione del dolore bramato e temuto. La paura. E poi... l'odio. Il rimorso. Il cadere. Il mai risorgere. E il piacere. Il piacere... il maledetto piacere.
Il sesso.
Sente caldo nella testa. Bruciare. E poi... come il cauterizzarsi di una piaga. Dolore che va a diminuire... come un balsamo lenitivo. Prova leggerezza. Sollievo.
Lei... stanca, sottovoce...
Il sesso distruttivo ti ha ammalato... uomo. Ho rimosso tutto, la causa, il perché, il come...e il ricordo. Ora il sesso... quello vitale, quello gioioso... ti riporterà alla vita. Ho tre figlie e tu andrai da loro... ti fermerai fino a che non ti sentirai di ripartire. Ma non sarai mai felice, avrai altri vortici dai quali tentare di riemergere.
Bevi quello che ti daranno... mangia quello che ti daranno. Fai quello che ti chiederanno.
Le figlie assomigliavano alla madre. 
Solo giovani. Grasse e vitali e benefiche come un raggio di sole. Il sorriso perpetuo. Gli occhi lucenti.
Lui che si sente senza limiti. 
Quello che gli danno da bere gli fa avere un desiderio inestinguibile. Si meraviglia di sè. 
Si sente possente. Un toro. Una erezione continua. 
Un vero e proprio tronco di carne pulsante. Grosso.. pesante. Grosse vene in rilievo che segnano l'asta. Sotto una innervatura dura come ferro. Grossi coglioni. Una cappella a cuneo. Viola. Lucida. La corona che si stacca decisa dall'asta. Prepotente.
Si sente maschio. Il maschio.
Il possedere per ore... per mezze giornate. Grosse tette sudate. Grosse e sode. Grossi capezzoli turgidi. Gonfie fiche bagnate. Grossi culi. Da sole. Assieme. Godere del loro strofinarsi sul suo viso. Godere nel distinguere il loro diverso odore e sapore di fica e culo. Svuotarsi... fino a sborrare sangue. E ricominciare. Essere montato. Loro che a turno lo cavalcano. Che lo guariscono.
Giorni e notti.
Sesso che è gioia. 
Sesso che è vita.
Lui che assorbe parte della loro linfa vitale.
Lui che si nutre di loro. 
Che si sazia.
Che le usa.
La donna come panacea di tutti i mali del mondo.
Eterna e valida soluzione del dolore.
E' rientrare nel grembo accogliente.
Protetto.
Sicuro.

Poi... e' il momento, arriva il momento che si sente pronto.
Guarito.
Le lascia e se ne va, torna ad affrontare la vita.


FEMDOM

La memoria è una barchetta di carta
 su cui è 
possibile salvare una balena. 

ECCO... PADRONE.

mercoledì 28 novembre 2018

PLUG

Immagine

FEMDOM

sensualhumiliation:
“ she is scared, having not idea what will be the next step of her captor (her own room-mate)
”

SLAVE

FEMDOM





SLAVE

IL MONDO DI TESS.





Le cose precipitano…

Comincio a raccontare del rapporto con Giacomo e Gabriella.
Vi ho detto come prima era si… un rapporto sessuale, incestuoso e anche depravato, ma aveva una caratteristica bellissima di sincerità, di condivisione, era un inno sensuale alla vita!


Ora l’abbiamo contagiato, sporcato, e' malato, malato di falsità.


Ora Giacomo mi viene a trovare in camera, la notte, nella casa silenziosa.
Mio nipote è diventato il mio amante.
Viene spesso e facciamo sesso, un sesso violento. Senza altro scopo se non quello di sedare il desiderio immane di godere! Mi prende dove voglio essere presa… mi toglie per un attimo quella smania di essere aperta, sfasciata, smania che appena dopo mi ritorna ancora più prepotente.
E Gabriella non ne e' a conoscenza. Non glielo diciamo, l'abbiamo esclusa.
E' questa la cosa che inquina tutto, la menzogna.


Inizia così.
Succede al mio ritorno da uno di quei incontri con i tre del capanno di pesca. Rientro, non voglio essere vista e mi ritiro frettolosamente in camera, mi butto sul letto. Piango… mi odio al solito per la mia debolezza, per la mia libidine assurda. Ho male… l'ano violentemente penetrato mi brucia come se fosse stato usato un ferro incandescente ma non sono sazia, la fame di essere straziata mi divora.
Quando…


-Tess… sono io. Lasciami entrare…-
Giacomo.
Gli apro la porto e mi ributto sul letto. Vede che piango.
-Ancora quello…? Sempre lui?-
-Lui…? Giacomo… ma non sai che puttana e' tua zia? Non sai che mi trovo con lui e altri due… e mi faccio inculare fino ad essere rotta? Sono malata… Giacomo… sono ninfomane…-
-Tess… non dire cose così…-


Mi abbraccia, mi tiene forte fra le sue braccia e io gli racconto tutto… tutto.., ogni cosa. 

I tre… l'umiliazione che provo, quanto la cosa mi fa star male ma come godo… come godo innaturalmente. 
Poi il rapporto con Sandro… il prete. 
Gli dico dei nostri incontri sempre più bestiali. 
Di come mi prende e del mio piacere di essere sfondata da lui.
Ora gli racconto con la bocca accanto al suo orecchio, sottovoce… il mio fiato gli solletica il collo. Lo sento irrigidirsi…


-Basta Tess… smettila di denigrarti così. Sei una donna splendida… e poi basta perché mi stai eccitando…-


Lo sento… sento il suo bastone di carne che preme contro di me.


-Hai voglia Giacomo? Di tua zia puttana? Vuoi scoparla dopo quei tre porci? Mentre e' ancora piena della loro sborra?-
-Si… lo voglio! Voglio fotterti come loro… voglio mescolare la mia sborra alla loro…-
-Loro mi inculano… godono a rompermi il culo! Vuoi farlo anche tu? Adesso? Mentre ancora mi fa male? Vuoi farmi piangere dal dolore e contemporaneamente farmi morire di piacere e di libidine?-
-Si… si… mille volte SI…-
-Fallo allora…!! Dai… scopami… inculami… riempimi di sborra… fai il porco come loro!-


Mi alzo… mi denudo strappandomi da addosso gli indumenti e mi metto a sua disposizione a pecora sul bordo letto. Appoggio la testa alle coltri e con le mani mi apro le natiche.


-Fallo… Dammi il tuo cazzo prepotente e fottimi con forza e a lungo… fammi godere… saziami!-
-Che buco hai! Sei gonfia…-
-Fottimi… fottimi nel culo… daiiii!-


E' caduta tutta la sua commiserazione. 

Ora e' solo un animale come gli altri. 
Vuole fottere. Vuole godere. Ogni altra cosa e' stata messa da parte. Vuole fottere e non gli importa se sono sua zia.
Lo sento entrare… mi fa male. Un dolore atroce ma provo altrettanto piacere ad essere usata. Il godimento è mentale? Forse, ma presto diventa fisico e gli orgasmi si susseguano senza soluzione di continuità.
Il ragazzo ha resistenza e mi fotte a lungo… molto a lungo, mi schiaffeggia le natiche, mi strizza i capezzoli e mi tira i capelli mentre mi monta e mi dice le cose che voglio sentirmi dire…


…che sono una puttana, una troia… un culo rotto... una vera ninfomane affamata di cazzi…


Siiiiiiiiiiiiiii… si… lo sono!


Infine gode… si trattiene dall'urlare, ma gode tantissimo. Mi viene dentro, mi riempie.
Poi nel corso della notte lo rifà altre due volte.
Dice che vuole farlo spesso, ogni volta che possiamo. Ogni notte. E comunque sempre ogni volta dopo i tre o dopo Don Sandro.
Gli chiedo...


-E Gabriella…?-
-Gabriella non deve sapere nulla… deve restarne fuori…-


Ecco il momento dove inizia il mio malessere, dover accogliere Gabriella... il mio angelo biondo… con il sorriso di Giuda…

Tess chiede di respirare e
 poi racconta di Don Sandro e dei tre...

Sandro peggiora di volta in volta. 

Che brutta bestia la libidine! 
Ti afferra fra le fauci e non ti molla più. Non ha resistito con la ragazzina. Mi dice piangendo di come ha subito la tentazione senza potersi opporre… di come ha approfittato di lei rubandole non solo la verginità ma anche l'innocenza. 
Lei… e' come succube, una vittima presa nel vortice delle cose. 
Lo cerca… lo stuzzica… lo tenta, non sa quanto lui e' facile alle cadute. 
La prende ogni volta che può… così… senza nessuna precauzione, da pazzo completo. Crede che i suoi superiori subodorino qualcosa… ma tacciono. Ma questo scandalo, se scoppierà… sarà la sua fine. Ben che vada lo manderanno in qualche missione in Africa o chissà dove, in un posto dove le vittime eventuali non hanno mai voce, sono mute perenni.

Ora vuole essere punito più duramente. 

Il pazzo ha trovato un flagello medievale fra i reperti del museo diocesano e lo ha preso. 
E' un manico di legno con diverse corde di cuoio sulle quali sono come appese delle sfere con aculei in piombo. Veniva usato dai flagellanti per punirsi dei mali del mondo durante le loro processioni fanatiche.

Pazzi tutti. Siamo tutti pazzi.


Vuole che lo frusti con quello, ho resistito… ho fatto presente che avrebbe avuto la schiena completamente scorticata e sanguinante ma non c'e' stato verso di convincerlo.
Quando lo frusto e' un massacro. 

Urla e sangue. 
Dolore che dovrebbe essere castigo e diventa godimento. 
La sua schiena e' orribile a vedersi, eppure non gli basta… io credo che prima o poi cercherà un incontro definitivo con la morte. 
E' come predestinato.
Pur con la nausea non posso negarmi il mio di martirio… le solite sonore e forti sculacciate con la sua manona ruvida e poi il violento possesso. 

Più lui e' violento più aumenta il mio piacere dissoluto.
Poi il rientro e nuovamente Giacomo… vuole vedere, esaminarmi. Mi fa mettere nuda a pecora e guarda quanto sono stata penetrata. Prova con le dita e mi fa raccontare per poi prendermi violentemente e io provo altro godimento. 

E altra angoscia…

Poi… il rapporto con i tre…
Lui… il mio vecchio amante mi telefona per dirmi l'ora e il giorno del prossimo incontro e io… sciocca puttana affamata lancio per provocazione questa frase assurda…


-Siete sempre solo in tre…?-
-Quanto sei puttana…! Quanti ne vorresti per essere finalmente soddisfatta? Sei? Sette? Di più…?-
-Di più!! Io mi fotterei nel culo il mondo intero…!-
-Cominci a darmi la nausea… mi sa che ti mando a fanculo… puttana...!-


All'appuntamento si presenta solo.


-Dove sono gli altri?-
-Ti stanno aspettando… ti avviso che e' l'ultima volta per me, mi fai schifo!-


Perché la cosa mi deprime? 

Invece di darmi sollievo? Perché mi verrà a mancare questa occasione di sentirmi umiliata e di godere? Di liberarmi almeno temporaneamente della mia febbre?

-E loro… gli altri…?-
-Prendi tu accordi se ti va… non sanno nulla di te. Dai loro il tuo numero e arrangiati… non azzardarti a chiamare me!-


Poi la sorpresa.
Entro nello chalet… e trovo una folla. Ma quanti sono? Vedo un insieme di facce e figure indistinte.
Uomini e tanti cazzi duri. Larghi… stretti, lunghi e corti, scappellati o coperti. 

Devo prenderli a turno tutti in bocca mentre sento infinite mani tastarmi, palpare le mie carni, penetrarmi con le dita fica e culo… 
Dita prepotenti che mi allargano come se volessero entrare con la mano intera! Faccio scatenare la loro furia eccitandoli ancora di più, li stimolo ad essere delle bestie e di scopare la loro puttana nel culo!
Urlo loro che li voglio tutti nel culo! 

Uno dopo l'altro o se riescono anche due alla volta nel buco! Urlo come una invasata di fottermi! Di incularmi forte!
Primo e' lui… mi dice che e' l'ultima volta e che mi farà davvero male! Il porco vuole mettere la mano dentro di me oltre al suo cazzo! Spinge dentro le dita… ora davvero il buco e' sfasciato… sento l'ano perdere la sua elasticità… e' dentro con la verga e con tre dita... il porco! E quanto spinge…! E quanto io godo di questo! Mi fotte a lungo mentre altri cazzi cercano la mia bocca. Poi gode… viene dentro e mi lascia. Ora è un seguito di cazzi che si propone. Uno dopo l'altro. Cercano davvero di usarmi in due. Mi devo impalare su uno disteso mentre un altro cerca di entrare da dietro… ora la mia mente e' confusa. Non realizzo più il singolo momento. 

So… di una serie di penetrazioni… di sborrate, di urla e risa di scherno. So alla fine che la cosa dura ore. So di godere e godere. So di essere costretta a bere quantità assurde di sperma.
Riprendo me stessa quando mi lascia al parcheggio.
Mi rendo conto di cosa ho fatto… subìto… voluto!


Mi chiedo se sono ancora una donna o solo un buco. Una specie di orinatoio.
Vorrei non esistere… vorrei non vivere…
____________________
Qui finisce la storia dell’estate di Tess. 

So che non è stato tranquillizzante leggerla. 
Ma questa è la vita… non sempre sono rose e fiori. 
E' questa.
Non so altro… quello che sapevo ve l’ho raccontato. Lei sparì e non la sentii più.

SADISMO

martedì 27 novembre 2018

INFINE... DOPO LE VISITE MEDICHE...


la donazione del seme...


CONSIDERAZIONE.




SECONDA VISITA MEDICA.



il dottore.

PRIMA VISITA MEDICA.


la dottoressa

SLAVE

Sexo Selvagem

IL MONDO DI TESS.





Tess racconta ancora…

L'estate volgeva alla fine e anche il periodo di vacanza. Presto sarei dovuta tornare ad insegnare. Ma mi frullava in testa l'idea di partire, di allontanarmi dall'ambiente dove vivevo una vita non mia, non voluta ma imposta, volevo trovare una scusa per andare all'estero… lontano. E andarci davvero. Volevo riprendere me stessa, i miei valori, quelli che sapevo ancora esistere, domare la bestia cruenta che avevo dentro...



Ma le cose precipitano... intanto è cambiato il rapporto con Giacomo e Gabriella...


____________________
Oggi e' caldo, sono sdraiata sullo sdraio all'ombra e sento che mi saluta.

-Ciao Tess…-.
-Gabriella… che ci fai qui…?-.


Si siede.


-Sono passata a salutarti e a fare due chiacchiere…-.
-E Giacomo?-.
-Penso che sia in giro con gli amici…-.
-Questi uomini! Non dirmi che già ti trascura..".
-Ma no… non e' che mi trascura, sono anch'io contenta di avere un po' di tempo per me, sai ho appena avuto le mie cose…-.


La guardo… e' bellissima, la sua pelle abbronzata risplende.
Da tempo ho una curiosità… hanno un posto dove far l'amore? Glielo domando.


Mi dice che utilizzano una baita nei prati di ****, Giacomo ha la chiave e il permesso di usarla e l'hanno attrezzata per benino.
Voglio vederla?

Ma si… facciamo una passeggiata attraverso i prati.
Partiamo mano nella mano come due sorelle… due amiche.
Lei cinguetta felice, mi racconta di mille cose, fra il resto che la madre ha intuito qualcosa e dopo rimproveri e brontolamenti, l'ha accompagnata dal loro ginecologo, questi le ha prescritto l'anticoncezionale e ora si... che va alla grande!
Poi si fa titubante e mi chiede…


-Sai… quando non possiamo fare sesso in modo completo, si… insomma quando ho il ciclo… Giacomo vorrebbe qualcosa di più di un pompino, vorrebbe mettermelo nel… si… di dietro, ma io ho paura, lui e' così grosso… lo sai anche tu… (!)-.


Poi si accorge di quello che ha detto, si mette la mano sulla bocca e diventa rossa come un peperone.


-Scusami Tess… sono una vera cretina, avevo promesso a Giacomo di non parlartene mai…-.
-Ormai e' fatta… non doveva parlarne con nessuno, ma non sei gelosa di me…? E sa anche di te e me?-.
-Si... gli ho detto di quando me l'hai leccata. No… di te non sono gelosa, ci hai aiutato e so anche che non l'avete fatto più…-.


E' da baciare… voglio un po' stuzzicarla.


-Dimmi Gabriella… sei brava a fare i pompini…?-.
-Non molto, temo…-.
-Ti insegno una cosa importante… quando gli fai un pompino non e' veramente necessario che tu sia bravissima con la bocca… con la lingua, ma fai così… ti metti fra le sue gambe e mentre lo lecchi continui a guardarlo adorante negli occhi, con una mano gli stringi l'asta alla base e lo meni, lavoralo con la tua bocca e devi guardarlo! Stacca la bocca e digli che ha un cazzo meraviglioso. Poi una altra cosa… gli uomini ci leccano la vulva, ci leccano i nostri umori, sentono il nostro odore e quindi anche noi dobbiamo fare loro altrettanto, quantomeno dobbiamo farli venire nella nostra bocca, quindi… quando sta per venire… apri la bocca, gli appoggi la lingua sul filetto sotto la cappella e lo meni forte e lasci che i getti dello sperma ti entrino in bocca e ti colpiscano sul viso, senza inghiottirla aspetti che lui abbia finito di eiaculare e lo riprendi in bocca con il suo liquido che ti cola dalla bocca e continui a lavorarlo fino a che perde l'erezione, se lo fai bene hai conquistato un uomo per la vita.-


Intanto camminiamo mano nella mano verso la baita, mentre parlo mi sono scaldata parecchio e non vedo l'ora di arrivare per assaggiare nuovamente la sua fica.


-Tess… mi hai fatto venire una voglia…-.
-L'ho anch'io! Cosa ti ha detto Giacomo di quella sera? Di me…?-
-Se non fosse tuo nipote… sarei gelosa, ma non lo sono. Mi ha raccontato tutto e non solo una volta e sai che ogni volta ci eccitiamo? Ha detto che hai un corpo bellissimo e… sai far l'amore come una vera dea… l'hai fatto godere tantissimo! E ci hai aiutato molto…-


Ci affrettiamo e raggiungiamo alla svelta la baita, e' un vero nido d'amore, subito… appena entrate la spoglio e immergo il viso fra le sue cosce, la mia lingua raggiunge il suo centro del piacere e mi do da fare, mi bagno le dita e la penetro… una e poi due dita, strofino velocemente e con forza, cercando la zona erogena che gli dia il massimo del piacere, si agita… e' investita dall'orgasmo, geme e mi tiene la testa tirata contro il suo ventre.
Si riprende.


-Tess…?-.
-Si… ho capito cosa vuoi…-.
Mi spoglio e lascio che guardi, che mi esamini tutta, mi palpeggia le tette, me le strizza, me le bacia… si abbassa e incolla la bocca alla mia fica, ha fatto lezione del mio insegnamento, e' brava e in breve mi porta al piacere, la lascio lavorare… godo ancora.
Ci abbracciamo.


-Tess...?-.
-Si… piccola…-.
-Ti voglio bene…! Non vedo l'ora di provare a fare un pompino a Giacomo come mi hai insegnato… e una altra cosa, posso chiedertela?-.
-Dimmi…-
-Non voglio rifiutare niente a Giacomo… no… non voglio. E lui mi chiede sempre più spesso di prendermi dietro… che devo fare? Aiutami… devo negarglielo? Non so che fare. E se mi fa male? E se poi questo mi condiziona?-


Giacomo vuole incularla?

Ma se appena qualche settimana fa non riusciva neanche a scoparla!
E cosa devo dirle?
Sono la persona meno adatta a parlare di questo dato che sono schiava di quel tipo di penetrazione!

-Deve essere molto delicato, prepararti bene, certo che lui dovrebbe essere più esperto di quanto e', comunque male fa male… ma appena un pochino. Poi… scommetterei che una puttanella come te ne godrebbe eccome…!-.
-Tess… aiutami… insegnami…-
-Che dici? Aiutarti? E come?-
-Facci vedere… dirigi tu la cosa… dai… per favore…!-


Questi ragazzi!

Vuoi vedere che hanno organizzato tutto?

-Faccio vedere… a te? Posso penetrarti con le dita… spiegarti a voce…-
-Nooo… con Giacomo. Dai dimmi di si e gli telefono! E arriva in un attimo!-


La cosa mi eccita, il cazzo di Giacomo nel culo? Mio nipote? Quel grosso cazzo che ha? Si… si… mille volte SI. La cosa prende anche me.


-Va bene… vi aiuto… chiamalo…-


La bacio e la tocco sotto mentre lei prende il telefonino e lo chiama, solo pochi attimi dopo e arriva Giacomo, trafelato, il mascalzone era proprio lì vicino che aspettava… questo mi eccita proprio, sapere che hanno organizzato tutto.
Un sguardo fra loro e l'intesa è perfetta.


-Spogliati Giacomo… nudo…! Nudo come noi…-.


In un attimo toglie i vestiti, il suo cazzo svetta rivolto verso l'alto, il grosso glande violaceo completamente scappellato, con Gabriella vicino sembrano due figure di una scultura greca.

Lui… alto e atletico, il grosso cazzo, lei snella… il seno non grosso ma splendidamente formato, i capezzoli rivolti spavaldamente all'insù, la curva dei fianchi che si allarga dalla vita stretta, bellissimi… sono bellissimi!

-Stenditi Giacomo..- prima facciamo una altra cosa…-.


Lui prontamente esegue.


-Gabriella… fammi vedere come gli fai un pompino… fallo venire, fallo sborrare così dopo dura di più e non corriamo il pericolo che venga troppo presto… prima di entrarti dentro.-


Lei gli si mette fra le gambe e lo prende saldamente in mano, gli palpa il grosso scroto e accarezza con voluttà l'asta… infine porta la sua bocca a contatto, lascia cadere un filo di saliva dalla sua bocca direttamente sulla cappella liscia e poi la stende con la punta della lingua. Inizia a prenderlo in bocca… lo tiene per la base dell'asta e lo inghiotte. Lo guarda in viso adorante.
Sono dietro di lei e guardo.

Mi piace come e' messa… in ginocchio e mostra in tutta la sua bellezza il suo giovane culo, sodo… liscio.
Lo accarezzo… passo le dita sul buchino.
Le bagno nella sua fica grondante e poi cerco di penetrarla, voglio vedere quanto e' recettiva, quanta fatica farà a ricevere il grosso cazzo del suo ragazzo.
E' tenace… dovremo lavorarla a lungo io e Giacomo.
La guardo mentre inghiotte l'asta, ora voglio aiutarla a far venire mio nipote, voglio vederla bere la sua sborra.

No… voglio condividerla con lei!
Mi metto a lato e avvicino anch'io la bocca al cazzo ritto.
Lei capisce e me lo cede e inizio a lavorarlo.
Voglio far vedere a Gabriella come fare a prenderlo tutto, bisogna allineare il tratto tracheale in modo che la verga possa entrare tutta!
Tutta fino al pelo!
Ora ce lo scambiamo da perfette sorelle.
Un po' a me e un po' a lei.
Sentiamo che Giacomo si inarca… sta per venire e la costringo a tenerlo in bocca, voglio che riceva tutto! Che libidine vederla con la bocca piena, che mentre lo tiene ancora in bocca dei rivoli di sperma scivolano dalle labbra fino a cadere dal mento!
Lecco per rubargliela, mi riempio la bocca e poi gliela ripasso in un lungo bacio… poi bevo con lei.


-Giacomo… menatelo mentre gioco con Gabriella, fattelo ridiventare duro in fretta, guarda che bel culo ha! Non ti ci immagini già dentro?-


Mi tiro addosso Gabriella e iniziamo un 69 lungo e appassionato, non manco di metterle un dito nel suo bell'ano, devo prepararla… no?

Intanto tengo d'occhio il membro che sta ridiventando duro, deve essere duro come il ferro, tanto da entrare senza piegarsi.
Riusciamo a godere qualche volta mentre Giacomo si mena guardandoci, dobbiamo essere un bel guardare, sua zia e la sua ragazza che si danno piacere.
Basta… lui e' pronto!
Glielo prendo in mano e mi convinco.


-Cominciamo Gabriella… non aver paura tesoro… vedrai che ti piacerà! Ora ti faccio vedere…-


E mi metto a pecora… offro il culo a Giacomo.


-L'importante preparare il buco… farlo diventare malleabile…arrendevole… così possa ricevere il cazzo senza traumi… ora Giacomo… leccamelo. Bagnalo bene con la tua saliva… così bravo… leccalo a lungo… sputaci su...! Vuoi provare tu--- Gabriella? Leccami dai… passa la tua lingua… così brava! Ritocca te… Giacomo… prova con il dito… vedi come entra? Spingilo a fondo… giralo dentro. Ora due… dai forza… scopami così con le dita. Gabriella… uhm… guarda… sto godendo! Guardami…! Sapere che mi guardi mi da ancora maggior libidine! Giacomo… mettimelo in fica… e scopami… bagnalo bene del mio miele… lubrificalo così… fallo uscire e appoggialo al buco del culo… si così… torna in fica e scopami… dai… così… fammi venire!!

Cosìììììììììì… bravo!!!!
Uhmmm… toglilo… appoggialo al buco e spingi!!
Spingi… e levalo… spingi di nuovo e levalo!
Spingiiii…! Siii lo sento entrare!!
Ficcalo dentro… dai… dentro fino ai coglioni devi mettermelo!
Si… ti sento! Come sei grosso… fottimi forte! Prendimi per i capelli e fottimi più forte che puoi… rompimi! Rompimi il culooooooo!-

Che fatica risalire dalla profondità dell'orgasmo che il cazzo di mio nipote mi fa provare! Faccio mente locale… c'è Gabriella che aspetta!
Faccio uscire con molto dispiacere Giacomo e invito Gabriella a prepararsi.
Lei esegue… dio!

Quanto e' bella! Come vorrei avere io il cazzo di Giacomo per poterla avere… per poterla inculare!
Che splendore il suo buchino! Un vero garofano scuro! E l'alone che ha intorno? Magnifico!
Ci alterniamo io e Giacomo a leccarglielo, a mettere le dita nella sua fica stra-bagnata e a provare a penetrarla. E' ora di iniziare… prendo in mano il cazzo del ragazzo e lo metto nella sua fica… gli dico di scoparla forte… di fotterla! Deve farla godere! Così si rilassa… e cresce la voglia. Passo alternativamente da Giacomo a Gabriella… bacio uno e poi l'altra. Lo faccio staccare e appoggio la cappella al buchetto scuro… spingo… spingo… con le dita strofino forte il clitoride per farla godere.


-Spingi… Giacomo! Deciso! Dai… hai dentro mezza cappella ora… insisti… prendila bene per i fianchi e tirala a te. Dai… ! Gabriella… ancora un pochino e lo avrai dentro! E' quasi dentro…!-
-Mi da fastidio Tess…! E' così grosso! Sicura che riesce ad entrare? Ora mi fa maleeeeee… mi sento rompereeee!-
-Ritiralo Giacomo! Falla respirare… uhmm… sai che hai il buco largo Gabriella? Adesso entra…-


Mi metto sotto di lei in modo di poterla leccare, le tengo le natiche con le mani, le allargo per Giacomo.


-Dai Giacomo… dai porco… spingi di nuovo. Fallo con maggior determinazione! Spingilo dentroooo!-


Da come sono messa vedo l'asta che cerca di entrare, una grossa canna di carne bagnata e lucida di umori e d'un tratto la cappella e' dentro! Giacomo toglie e rimette e stavolta va a fondo! Le entra dentro fino al pelo! E sento il brivido e il singulto di Gabriella e la puttanella inizia a godere, lo desidera, desidera essere spaccata, rotta, demolita!
E lo incita…


-Uhhhh… si amore… dai più forte! Mettimelo dentro tutto!! Oh… come ti sento! Il tuo cazzo mi arriva fino allo stomaco! Dai sbattimi… incula la tua puttana… fottimi!-


Giacomo ora la penetra violentemente, forti colpi contro le sue natiche e i suoi coglioni sbattono contro il mio viso mentre mordo il suo clitoride. E Gabriella continua a godere fino al momento che Giacomo con un urlo belluino si svuota dentro di lei! Gode… gode… e poi si accascia stremato sul suo dorso.
Quando si stacca incollo la mia bocca al buco largo e succhio quanto esce.


Anche questa puttanella gode ad essere inculata… eccome gode!

lunedì 26 novembre 2018

IL MONDO DI TESS.




Don Sandro.

Per la festa del patrono del paese dove trascorrevo l'estate era tradizione partire nel pomeriggio del giorno precedente per la cima del monte Tondo, qui trascorrere la notte attorno ai falò con canti e balli, assistere al sorgere del sole e poi dopo la messa passare la giornata in giochi e altre piacevolezze del genere.

Non ne ho molta di voglia di andarci, ma Giacomo e Gabriella insistono e così accetto e il pomeriggio partiamo, lungo il sentiero e' un serpentone di paesani e turisti. Il percorso e' abbastanza lungo e faticoso, ma aiuta a dimenticare i propri problemi, i due ragazzi amoreggiano anche mentre camminano, e' un piacere vederli così felici.
-Tess, sai chi dirà messa?-.


E' Gabriella che mi fa la domanda, la guardo interrogativa.


-Don Sandro… e' qui in vacanza e vuole celebrarla lui…-.


Don Sandro… Sandrino! 

E’ da quando eravamo ragazzi che non ci vediamo, uno dei miei compagni di giochi dell'infanzia, so che si era fatto prete e avevo sentito certe voci.

-Ma è vero che…-.


Gabriella mi anticipa.


-Si, e' tutto vero… sembra che abbia avuto diversi problemi, gli piace un po' troppo mettere le mani sotto le gonne delle sue parrocchiane…-.


Certo che tutto avrei pensato di Sandrino meno che si facesse prete, già da bambino aveva una particolare predisposizione per il gioco del "dottore", mi viene in mente come mi visitava fra le gambe con molta solerzia.
Arriviamo in cima, un cupolone tondo e erboso dove l'organizzazione ha già predisposto per i falò, a notte ci saranno anche i fuochi d'artificio, ci sistemiamo e passiamo in allegria le prime ore della notte.
Poi a mezzanotte i fuochi pirotecnici e tutti ad applaudire, mi raggiunge Gabriella e con lei porta Sandrino, cioè Don Sandro.


-Tess… come sono felice di vederti…-.
-Ciao Sandrino… cioè Don Sandro…-.


Si guarda in giro e riprende.


-Senti… vorrei parlare un po' con te dei vecchi tempi, ora faccio il giro dei falò e saluto tutti, aspettami lì vicino a quel pino mugo, non ci metto molto…-.


Sandrino… anzi Sandrone ora… visto che e' un pezzo di marcantonio alto e grosso… mi lascia per il momento.
Raggiungo il mugo e mi sdraio sopra la giacca a vento, guardo le stelle, e' una notte bellissima buia senza luna.
Lui mi raggiunge e mi siede accanto.


-Tess… non sai quanto mi fa piacere vederti! La mia cara compagna d'infanzia… quanto e' passato? Una quindicina d'anni senz'altro…-.


Poi dove sei… cosa fai e via così… lui sta a *** in un ufficio della diocesi, così non puoi fare scandali… penso maliziosamente, e io? Racconto dove insegno e prendiamo a parlare dei giorni felici, ci vengono in mente degli episodi che pensavo dimenticati per sempre e mi trovo a ridere spensieratamente, mi fa piacere stare con lui.


-Quando ti ho vista questa sera… mi sei sembrata turbata… ora sei raggiante e la tua pelle risplende alla luce dei falò, ma prima eri come spenta…-


E' un prete, un vecchio amico e mi ritrovo a raccontargli tutto, senza nascondere nulla, anzi non lesino i particolari.
Lui ascolta con attenzione.


-Come e' complicato vivere… non è vero? Siamo delle foglie in balia del vento, come genere siamo destinati a dominare il mondo e poi siamo così schiavi delle nostre debolezze! No… Tess, non ti angustiare… siamo tutti peccatori e tutti degni del perdono e poi… chi può permettersi di scagliare la prima pietra…?-.


Mi piace il tono della sua voce, non fa prediche, lo sento partecipe e che soffre per me.


-Mi fa piacere parlare con te, Sandro, questa notte sono serena come non mi capita da quando vivo questa storia…-.
-Anche a me fa piacere, senti… telefonami… cosi' possiamo continuare…-.


Scrive il suo numero su un foglietto e me lo dà.


-Ora devo andare…-.

Quando gli telefono sento che gli fa piacere sentirmi, mi dà appuntamento in un bar vicino alla stazione.
Arriva, è vestito casual e mai lo prenderebbero per un prete, sembra piuttosto un giocatore di rugby, beviamo qualcosa e poi…


-Senti… andiamo a parlare in un posto tranquillo, qui è troppo rumoroso e c'è troppa gente…-.


Ha la macchina, mi porta verso la periferia, un palazzetto anonimo, saliamo e entriamo in un piccolo appartamento.
Mi fa accomodare e mi offre della aranciata.


-Ho pensato molto a te da quella notte, a quanto ti succede… a quella tua inclinazione, ma ora… voglio che sia tu a ascoltare. Ci sono delle storie che circolano che mi riguardano e purtroppo sono tutte vere, sono schiavo del sesso, ne ho combinate di tutti i colori e forse dovrò lasciare la tonaca. Io mi pento, mi danno il perdono ma poi… quando e' il momento ci ricasco e soffro della mia debolezza, un po' come te…-.


Si torce le mani, mi fa compassione.


-Ma perché hai preso i voti? Da quello che ricordo anche da bambino avevi una predisposizione per il sesso piuttosto marcata, volevi sempre giocare con me al dottore!-.


Mi guarda, cosa c'è ora? Cosa ho detto? Si avvicina, mi siede accanto e mi abbraccia, cosa faccio?


-Aiutami Tess, anche tu sei una peccatrice e conosci il tormento del… dopo, del rimorso, tu mi devi punire…-.
-Punire… io? Ma cosa stai dicendo…-.
-Prometti che lo farai… che mi aiuterai…-.


Mi stringe, ha il viso congestionato, è alterato e trema tutto.
Cerco di assecondarlo.


-Va bene… ti aiuterò, ma non so come…-.
-Mi devi punire, duramente… così non ci ricasco, tu non sai che cloaca di perversione sono, anche adesso… c'e' una ragazzina… io non riesco a resistere, ieri l'ho masturbata e se non mi controllo va a finire che la violento, ti prego… dammi il giusto castigo…-.


Mi preoccupa e mi fa paura, certo che solo io sono capace di cacciarmi in questi casini.
Si alza raggiunge l'armadio e torna con una verga di legno.


-Mi devi frustare forte… fino a farmi andar via questi pensieri peccaminosi che mi riempiono il cervello… fammi dimenticare quella ragazzina… la sua vagina stretta e vergine… il suo odore…-.


Mi dà in mano il listello, si strappa i vestiti di dosso, è incredibilmente peloso, il torace, la schiena, il ventre e le gambe sono coperti da un vello nero, è possente! Massiccio come un orso… ho modo di scorgere il suo membro… accidenti!
Si inginocchia sul tappeto, mette la testa a terra e mi presenta il suo grosso deretano, anche le natiche sono pelose, fra le cosce muscolose s'intravede un grosso scroto e la banana di carne che pende.
Sono inquieta, se potessi prenderei la porta per fuggire lontano ma ho paura di una sua reazione e comunque sono calamitata sul posto.


-Dai picchia forte…!-.


Alzo la verga e l'abbasso con forza sul suo deretano.
più forte… più forte…!.
Di nuovo, ora con tutte le mie forze.


-Si… si! Più forte… puniscimi…-.


Che mi succede? Mi sto eccitando, mi fa piacere colpire questo grosso sedere peloso.
Ebbene… si!
Vuoi essere frustato?
Ne avrai fino ad avere il culo scorticato!
Sto sudando, mi fermo un attimo, mi spoglio velocemente e rimango in reggiseno e slip, poi riprendo a colpirlo.
Fra un colpo e l’altro dimena il sedere, vedo che si è eccitato e il pene gli si è rizzato, io sono bagnata e non solo dal sudore… alzo il braccio e giù con forza, e ancora… e ancora… il suo sedere è rosso sangue sotto il pelo che lo ricopre, ora sono in preda a un raptus di violenza.
Le tette mi ballano per la forza dei colpi e sono per buona parte fuoriuscite dalla costrizione del reggiseno.
Ora voglio anch'io essere punita, anch'io sono una cloaca di perversione!


-Ora tocca a me ! Anch'io devo essere punita!-.


Si rialza… è enorme!
Voglio essere legata, gli dico, mi devi legare gambe e braccia ad un tavolo a pancia in giù. Mi porta in cucina… il tavolo c'è, cerca qualcosa per legarmi, alla fine fa a strisce dei strofinacci da cucina, mi spoglio completamente, mi sistemo e mi lega alle gambe del tavolo.
Poi i colpi sul sedere con la mano, forti… dolorosi e insieme di immensa libidine, quanti…? Forse una ventina, poi smette.
Guardando sopra la spalla lo vedo chinarsi su di me, si inginocchia e prende a leccarmi.


-Che culone hai… Tess! Bianco, burroso… mi fai perdere la testa…-.


Mi apre le natiche e sento la sua lingua sul buco, passa e ripassa, prova con un dito, è un ditone! Mi penetra e inizia… fuori e dentro. Poi prova con due… riesce ad entrare, ancora fuori e dentro.
Passa la mano anche fra le gambe e sente tutto il mio bagnato, anche qui mette dentro il suo ditone.
Si rialza, lo osservo sempre da sopra la spalla, si mena il grosso pene, accidenti se è largo! Sfrega la grossa cappella contro il clitoride e infine me lo infila in vagina, mi tiene per i fianchi e comincia a martellarmi, il suo ventre sbatte contro le mie natiche con rumore di schiaffi, si, mi piace… mi fai anche venire, una… due… molte volte! Ma non è questo che voglio da te, sono nata per soffrire, mi devi aprire il culo con quel bastone di carne che hai!
L'ha capito? Lo toglie, ora è bagnato fradicio degli umori della mia vulva, lo mette fra le natiche, si… così…! Dai… adesso… dacci dentro! Mi brucia l'ano, mi brucia il buco violentato da questo mostruoso pene, lo spinge fino in fondo e il dolore che provo mi porta al settimo cielo, prima mi fa volare e poi precipitare in un orgasmo senza fine, lui continua e continua, è instancabile, poi viene e scarica nel mio intestino getti di sperma, urla e si inarca.
Prima si appoggia sulla mia schiena, poi si toglie.
Si riprende e si dispera.


-Ancora…! Ancora…! E' successo ancora! Il peccato è il mio padrone, sono indegno di ogni perdono!-


Si lamenta così a voce alta che i vicini, se ne ha, non possono non sentire.
Si disinteressa di me e mi lascia legata al tavolo, lo chiamo… niente, comincio ad avere paura, e se questo mi lascia qui?
Torna in cucina.


-Sandro… slegami…-.


Niente…


-Voi donne… mi avete ridotto a un vostro zimbello, mi mostrate le vostre tette e il vostro culo e io sono in vostra balia…-.


Questo è pazzo! Se riesco ad uscirne sana metto la testa a posto, promesso!
Mi scappa da orinare, glielo dico, lo prego di liberarmi, lui continua a girare per l'appartamento lamentandosi, mi passa anche davanti con il grosso batacchio di carne che gli penzola, lo prego ancora inutilmente di liberarmi, non c'è la faccio a tenerla e la lascio andare, il getto esce e scende a rivoli per le cosce.
Lui mi vede e smette di lamentarsi, che fa? Si inginocchia e lecca la pioggia calda che mi scende lungo le gambe.
Mi presenta davanti il suo bastone mi fa aprire la bocca, appoggia la cappella alle mie labbra.
E mi urla…


-Dai puttana… troia… succhia… succhia…!-


Accidenti a me! E io mi eccito, parto nuovamente per la tangente.
Il suo cazzo si sta indurendo con dei sussulti, è nuovamente largo e lungo come prima, me lo spinge in bocca e mi scopa così, lo spinge talmente in fondo da causarmi dei conati di vomito, mi fanno male le mascelle da tanto è grosso.
Va avanti per un bel po', mi gira intorno e nuovamente prima mi scopa davanti a lungo e poi nel culo, profondamente e con forza, così come piace a me! Mi sento aprire, mi sento piena… e sfasciata!
E ancora quel orgasmo speciale.
Poi la fine, lui è dispiaciuto, sembra un grosso cucciolo in angustie, mi libera, mi chiede perdono ripetutamente. Di cosa? Non hai visto come ho goduto?
Mi sistemo e lo lascio, no… non voglio essere accompagnata, prendo l'autobus.


Ma ci rivedremo? Mi chiede lui…
Si… accidenti a me!  

AMICI.


AMICI.
PRONTI AL SACRIFICIO.
COSA NON SI FA PER UN AMICO NEL BISOGNO!

Jayne Mansfield

loutigergirl99:
“ pokeyinak:
“ 20th-century-man:
“ Jayne Mansfield
”
@loutigergirl99 what a photo!
”
Oh yes @pokeyinak !
”

SISSY MAID.


Jan Mlcoch

sabato 24 novembre 2018

CHRISTINA HENDRICHS - ARTIST

erotiscopic:

christina hendricks :: closed set
Daz 3d render + photo composite
(Effects: Topaz DeNoise, Paint Pro 3, Topaz Glow, Topaz Impression and Photoshop)

MANIGLIA DELLA PORTA DELLA STANZA DEL PIACERE.


PETER FENDI. ARTIST.



MORSETTI.

SHHH...!

theunicornkittenkween:
“ Shhh, the Roomie’s Home!
“ I know I shouldn’t. I know it’s naughty and a bit dangerous. But that’s why it’s fun! So let me show off my naughty naked body in the living room while I hope that the roommate doesn’t come out of...

GIOCHI DI LUCE NELL'ACQUA.

POVERA BIANCANEVE

ALEX SZEKELY - ARTIST

IL MONDO DI TESS.


Nota dell’autore.
Ed ecco un delle parti che ho dovuto interpretare su delle lacunose ammissioni…)


Circa un decina di giorni prima… Inizio luglio.

Terminati gli impegni scolastici, raggiunse le sue sorelle e le loro famiglie nella loro casa di montagna vicino a Cortina.
La casa era chiamata dai valligiani la "casa delle professoresse", perché tutte loro erano insegnanti, compresa la madre ormai a riposo.
Restavano lì per tutta l’estate salvo impegni.
C'erano le sue sorelle maggiori, i loro mariti e naturalmente suo nipote.
La madre no, era assente.
Era reduce da una relazione disastrosa, aveva frequentato per qualche mese un uomo sposato, una cosa fatta di sotterfugi, bugie, un uomo bello, bellissimo ma ipocrita, falso e sadico come nessuno.
Sperava in quell'ambiente tranquillo di recuperare la sua allegria e tranquillità.
Era la più giovane delle sorelle, ventotto anni, single, piuttosto belloccia e propensa, purtroppo per lei, alle relazioni con uomini sbagliati!
Passarono alcuni giorni, le sue sorelle, come loro solito, non mancarono di farle la predica, lei le ascoltava con aria compunta e contrita e le mandava al diavolo...
Andava molto d'accordo con Giacomo, il suo nipote adorato, avevano passato la maggior parte delle estati precedenti assieme, loro due soli.
Era diventato un bel ragazzo, alto, bruno, occhi verdi.
Ma non era del solito umore… il ragazzo.

E' un venerdì, le sorelle e i mariti pernottano in città per uno spettacolo teatrale.
Lei non esce, ciondola in casa, verso le undici fa una doccia e si avvolge nell'accappatoio e si stende sul divano guardando la TV.
Un po' piange... un po' ride.
Si odia... ha ancora voglia di quell'uomo.
Sente nascere dentro di se... quella fame che solo lui, solo lui riusciva a saziare.
Piu' tardi sente rientrare il nipote.


-Che guardi?-.
-E' appena finito un film...-.
-Bello?-.
-Così... così... fammi un po' di compagnia… sono triste…-.
-Gia'... l'ho notato, problemi con un uomo se non ho capito male, le tue sorelle non parlano d'altro...-.
-Proprio così..., sono proprio sfortunata con gli uomini però anche tu non sei proprio di buon umore...-.
-Hai ragione...-.
-Hai voglia di sentire le mie disgrazie? Giacomo...?-


E così passa a raccontare della sua relazione, degli incontri di sesso rubati alla famiglia di lui, il suo senso di colpa, l'ipocrisia dell'uomo.
Il ragazzo ha posato il capo sul divano all'altezza del suo corpo, condivide la sua sofferenza e lei, intenerita, prende ad accarezzargli i capelli.


-Poi ho avuto il coraggio di troncare tutto, ha minacciato anche di uccidersi, figurarsi! Ma ho resistito e ne sono uscita, un po' malconcia ma tutta intera...-.
-Mi dispiace, veramente...-.
-Sono felice di averne potuto parlarne... sto meglio ora...-.
Giacomo alza il capo, la guarda, pensa e ripensa, poi... a voce bassa le dice…


-Ho anch'io un problema... e' imbarazzante parlarne ma visto che siamo in vena di confidenze...-.
-Si...? dimmi...-.
-E' un problema... penso... sessuale...-.
-Forse posso aiutarti...-.
-Vado con Gabriella, sono innamorato di lei, ma sul piano sessuale sono un disastro, la bacio, la tocco, mi eccito e... mi vergogno a dirlo... vengo nei pantaloni prima ancora di... poterlo tirarlo fuori, e' successo varie volte, da allora ho paura di toccarla, lei soffre e io ancora di più...-.
La sua carezza sui suoi capelli del ragazzo si e' fatta tenera, le fa compassione, vuole proprio poterlo aiutare.


-Ti faccio una domanda... un po' delicata... posso...?-.
-Si...-.
-Ti masturbi?-.
-No, non molto spesso...-.
-Forse e' quello il problema, alla tua età è naturale masturbarsi con una certa frequenza, il non farlo comporta, quando ti ecciti, di venire troppo presto o addirittura improvvidamente come nel tuo caso...-
-Forse è così...-


Ma non sembra molto convinto.


-E poi e' sbagliato rinunciare anche nel caso che tu venga subito, con un po' di buona volontà dopo un po' dovresti essere nuovamente pronto...-.


Lo vede ancora scettico.
Intanto le ha preso un languore, sente che il clitoride le si e' inturgidito e si sta bagnando, sente le labbra della vagina ingrossarsi e i capezzoli spingere contro l'accappatoio.
Continua ad accarezzarlo sui capelli, ora i suoi movimenti si sono fatti più lenti, più sensuali.


-Giacomo...-.
-Si...-.
-Se mi prometti che non ne farai parola con nessuno... io...-.


Si ferma intimorita per quanto sta dicendo... poi prosegue...


-Io... ti insegno a far l'amore e risolviamo questo tuo problema...-.
Lui... con il viso rivolto verso lei.
-Veramente lo farai? Si... si... ti prometto... neanche una parola...-.


Si abbassa su di lui e lo bacia, la lingua accarezza le sue labbra, le sugge, poi gioca dentro la sua bocca, sa di buono.
Una mano tiene la sua testa avvinta alla propria, con l'altra apre la camicia e gli accarezza il petto, gli stringe leggermente i capezzoli e poi va in profondità.
Lo raggiunge sul tappeto, l'accappatoio le si e' completamente aperto.
Lui pone le sue mani sulle sue belle tette... piene, sode, le stringe.
Lo lascia fare... anche se è un po' maldestro.
La accarezza fra le gambe.
Ma ora è lei che prende l'iniziativa, lo costringe disteso, gli toglie la camicia e gli apre i pantaloni, libera il suo cazzo che appena prende in mano...

...erutta il suo seme con lunghi getti! 
Lo prende svelta in bocca mentre ancora eiacula e cerca di inghiottire il suo sperma, e' così abbondante che in parte le cola lungo il mento.
Sente che è demoralizzato, ma quanta tenerezza le fa!
Continua a tenerlo in bocca, inizialmente lo sente ritirarsi ma lei lo bacia, lo lecca, con la mano gli stringe lo scroto e poi va a stuzzicargli l'ano.
E qui avviene il solito miracolo, rinviene, s'inturgidisce, ritorna una colonna!
Ha un cazzo portentoso, lungo e grosso, lo guarda mentre lo mena lentamente, una grossa cappella poggia su un'asta ricoperta da turgide vene, magnifico!
E' disteso sul tappeto.
Lo scavalca e a gambe larghe scende su lui, prende la grossa verga e la posiziona sulla fessura, si accarezza con il glande il clitoride e poi si lascia penetrare, lentamente... fino al pelo.
Un sospiro sfugge ad entrambi.
Prende ad alzarsi... e poi giù... a fondo.
Quando scende sul suo ventre... si sente toccare l'utero e questo... causarle come una leggera scossa elettrica, le piace sentirsi piena... riempita.
Si alza fino quasi a farlo uscire, e ricade su lui con forza.
e ancora...
e ancora...
Ora i suoi movimenti si sono fatti scomposti, muove anche il bacino mentre scende su di lui.
Il suo ventre e' fradicio e i suoi umori che scorrono cospicui hanno bagnato l'asta che e' lucida, lucida del suo miele.
Sente arrivare... un treno in corsa, un orgasmo prepotente, che sale... sale fino ad prenderle il cervello e allora... urla il suo piacere, urla... urla!
E' potente l’orgasmo... e dura a lungo.
Si accascia sul suo corpo, con lui, con il suo cazzo sempre dentro.
Le accarezza il corpo... paziente, in attesa.
Lei... riprende cognizione, le rinasce il desiderio.
Ora vuole che la prenda da dietro.
Lo fa alzare, si inginocchia sul divano e allarga le gambe, allunga le mani dietro di se, lo trova e lo posiziona, lui spinge... ed e' nuovamente dentro!


Dentro... dentro...!


Ora la sbatte, la sbatte da animale, con violenza!
il suo ventre colpisce i suoi glutei con forza!
Il rumore?
Quel rumore dei colpi!
Il rumore della penetrazione nella sua figa fradicia, bagnata all'inverosimile!
Uhm...!
Sente il cazzo strofinare... forte, sul suo punto più sensibile.
Questo la fa partire.
Geme... urla... e lo implora di continuare, di darci dentro con maggior forza,
Presto e' di nuovo preda di un orgasmo travolgente, e' senza peso, galleggia su di una nuvola di voluttà.
Si stende sul divano... esausta, lui segue il suo movimento senza uscire, il suo cazzo duro, rigido come un tronco è ancora dentro, ora e' fermo... in attesa,
Le bacia la nuca... la schiena, le accarezza i seni compressi sul divano.
Le serve un attimo di riposo e si libera dalla sua asta... e' un lago, bagnata fino a mezza coscia.
Lo guarda e sorride.


-Visto? Altro che eiaculazione precoce... mi hai fatto venire due volte! Devi solo fare più sesso, prima di andare con una donna devi masturbarti poi le farai morire.-


Si gira e lo tira a se, alza le gambe fino a poggiargliele sulle spalle e si fa penetrare, di nuovo... ancora.
Il cazzo entra come in un secchiello di panna per quanto lei e' bagnata.
Comincia a montarla... forte, violento, lei risponde con spinte altrettanto violente.
Questa volta dura a lungo.
Sudore... sudore! 

L'odore di sudore e quello del sesso di lei riempie la stanza.
Lei gode a ripetizione.
Lo prega, lo implora di venire, di riempirla!
L'orgasmo li prende assieme! Infinito... lungo, potente, come il cazzo che la riempie fino in fondo, lo sente venirle dentro.
Ha degli spasmi che accentuano il suo piacere.
Urla... e lui grugnisce!
Dopo... lei sul divano e lui sul tappeto riprendono le forze.
L’ansito si calma e poco dopo il respiro si fa normale, lo guarda... e' bello, bello, il nipote suo.
E' contenta di aver risolto il suo problema.
Non c'e' voluto molto.
Si guarda... il suo sperma le riga le cosce.
Va in bagno e si da una lavata, ritorna con un asciugamano bagnato e comincia a pulirlo, lo netta fra le cosce poi l'inguine e infine il cazzo, che ora è a riposo.
Gli si stende vicino, con la mano inizia a giocare, lo palpa... gli passa le dita sulla cappella.


-Gabriella è vergine...?-.
-Si...-
-T’insegno... come prendere la sua verginità...-


La mano scopre e ricopre la cappella, piano, lentamente ma con continuità, la verga inizia a tendersi, ad ingrossarsi di nuovo.


-Dovrai avere molta tenerezza e insieme essere determinato, ti faccio vedere come fare...-.

Accarezza il bastone di carne, le dita corrono lievi lungo l’asta, con la lingua si bagna le labbra, cerca i suoi occhi.
-Ora fai come se io fossi Gabri…-.


Esegue obbediente ogni suo ordine.


-Baciami… baciala, mettici passione, gioca con la sua lingua, mordile le labbra…-


Ci mette davvero passione!
Gliele morde le labbra!
Gliela succhia la lingua!


-Palpami le tette, strizzami forte i capezzoli, ora baciameli, mordili, un po’ più forte, si… così, bravo, ora con una mano toccami, toccami la figa, allarga le labbra esterne, toccami il clitoride, bravo…! Strofinalo… così, sei bravo sai? Bravissimo… mettimi dentro le dita, ora baciamela… dai fallo, così… bravo! Ti piace… vero? Bagnami bene, bagnami con la saliva, sputami sulla figa, fammi vedere come sputi, lascia cadere la saliva… così in un filo, ancora, mettiti… così, bene… così lei potrà toccartelo… come sto facendo io, ora toccami il buchino, a lei accarezzalo solo… non insistere troppo, a me invece… penetrami… mettimi un dito! Ora un altro! Dai… fallo… fallo…! Spingi… più forte… e dai…! Fallo… forte…! Senza paura… aprimi…!-.

Che le succede?
La sua mente vola, torna a quell'episodio!
Sta desiderando quel grosso cazzo nel culo! Che le faccia male e sta rivivendo la scena della sodomizzazione, lui e un amico che la costringono chinata a pancia sotto su di un tavolo, che le legano le mani e le gambe, le gambe allargate… con il culo offerto alle loro voglie, poi… uno alla volta la scopano senza alcuna preparazione, le riempiono l’intestino del loro sperma e la lasciano lì, legata e con rivoli che le colano per le gambe. Poi ricominciano, prima uno poi l’altro, il buco le brucia, sembra in fiamme, ma il dolore ad un certo momento si confonde con il piacere, vuole che la facciano soffrire, desidera che continuino e che siano ancora più violenti! Li vorrebbe ancora più grossi e… e… infine prova un orgasmo! Diverso da quello vaginale ma non meno violento e si trova a gridare! Li implora di scoparla ancora! Loro ridono di lei, la chiamano puttana, rotta in culo, dicono che nel suo culo ci potrebbe entrare un treno e altro ancora! Lei gode anche di questo. Poi tutto finisce, la slegano, lei si riprende e scopre la vergogna, il rimorso di aver goduto della violenza e di aver dato loro ragione del loro comportamento.
Tutto questo lo rivive come realtà, ma si accorge che è passato un attimo, ritorna al momento attuale…

-Ora appoggia la punta sull'apertura, così, passalo su e giù, strofinalo sul clitoride, quando è ben bagnato… comincia a spingere leggermente ma con determinazione, ora incontri il suo imene, spingi … spingi! Così…! Ora l’hai deflorata, spingilo fino in fondo e fermati, dalle il tempo di abituarsi al tuo cazzo, quanto è grosso! Lo sento quanto sei largo! Ora comincia… lentamente lo ritiri e poi lo affondi, ma piano… lentamente, uhm… mi fai godere, ora comincia a rispondere con le sue spinte, le senti? Ora puoi aumentare il ritmo, forte… dai ancora, dai… scopala… scopami forte! Forte… hai capito? Forte! Io rispondo con delle spinte pelviche, dai… dai… dai…! Scopami… sbattimi…! Chiavami…! Coprimi…! Montami…! Mi fai venireeee…! Vengo…, vengo…! Oh… come godo…! Si è bello…! Come godo…! Dai ancora…! Ora vieni anche tu…! Così…! Così….!-.


Sentirla parlare, urlare… godere… lo ha eccitato, la sta montando come un toro, affonda il cazzo e urla.. urla…! Non resiste più di tanto stavolta, la riempie.

Poi si distende al suo fianco, esausto quanto lei.
Qualche minuto e lo manda a letto…
Fa ordine.
Pulisce il tappeto e il divano, una rapida doccia e poi un lungo sonno.

venerdì 23 novembre 2018

C. Bukowski


“Ordinai un altro giro di drink. Alzò il bicchiere e mi fissò mentre beveva un sorso. Aveva gli occhi blu e quel blu mi entrò nel profondo e lì restò. Ero ipnotizzato. Uscii da me stesso e mi tuffai in quel blu.“