Un episodio della
continua partita fra il diavolo e la sua controparte.
Prima parte... la tentazione.
Invece era un giorno
particolarmente importante per il giovane prete, finalmente dopo gli
anni di seminario minore, del successivo corso di seminario di
teologia, dell’anno di tirocinio, del suo ordinamento e degli
ulteriori due anni di approfondimento, poteva confessare. Entrare in
quella forma mistica di fare da tramite fra il peccatore e dio, di
dare l’assoluzione dai peccati per suo conto e nel suo nome.
Era con apprensione che
prese posto nel confessionale e con molta insicurezza che si
approntava ad esercitare il sacramento della confessione.
Era solo un
collaboratore della parrocchia dove era stato destinato, doveva
aiutare nelle mansioni religiose il parroco effettivo.
Quel giorno…
successe che fu visto dalle parrocchiane, anziane, timorate di dio e
le uniche a frequentare assiduamente la chiesa, come una novità
sgradita e venne ignorato aprioristicamente, il suo confessionale era
sconsolatamente ignorato mentre a quello del maturo parroco c’era
la fila.
Finché… successe che, passando davanti alla chiesa, a
Monica... una ventitreenne bella e intelligente, venisse l’impulso
improvviso e irrefrenabile di confessarsi. Questo era quantomeno
strano dato che Monica non entrava in una chiesa da molti anni.
Entrò e si diresse
senza nessuna titubanza verso il confessionale dove era in attesa il
giovane prete, si inginocchiò e salutò.
-Buon giorno… padre…-
-Dominus vobiscum…-
-Voglio confessarmi…-
-Sono qui apposta per
ascoltarti… da quanto non ti confessi…?-
-Da molti anni…-
-Molti anni… figliola?
Hai rischiato molto a vivere così a lungo nel peccato!-
-Si…? Sono una
peccatrice, padre… saltiamo i preamboli? Sono perennemente in preda
ad una sfrenata lussuria! La mia libidine non mi consente di negarmi
a nessuno! Basta chiedermelo e io apro le gambe! E devo masturbarmi
continuamente… sette, otto, a volte anche più volte al giorno…
non ho davvero pace. Anche oggi, poco fa? Prima di entrare in chiesa?
Sa… che sono entrata al bar in piazza, ho chiesto di poter usare la
toilette e lì… ho appoggiato una mano alla parete per sostenermi,
ho messo un piede sul wc e con l’altra mano mi sono masturbata
furiosamente? Credo che gli avventori del bar abbiano sentito i miei
gemiti e le mie urla, infatti… poi al mio ritorno nel locale mi
hanno guardato strano. Uhm…! Se avessero chiesto di scoparmi,
tutti e in ogni modo e a loro piacimento, non avrei potuto dire di
no!-
Il giovane prete cercò
di interrompere il fiume di parole che lo sommergeva, sentiva la
testa ronzare e la voce di lei smuovere e stimolare delle leve
particolari nel suo cervello, ora mancava poco che avesse delle
visioni! Era senza difesa.
-Anche ora… padre! Lo
sa che sto strusciando le cosce? Comprimendo forte i muscoli
dell’inguine? Lo faccio spesso… in treno, nel bus o ovunque abbia
voglia di godere. Ecco… ora lo sento arrivare…! Sento l’orgasmo
crescere ed esplodere! Oraaaaaaaaaaaaaa… dio… che bellooooo! Sto
morendo…!-
-Figliola…! Ti prego…
ti scongiuro! Ricordati dove sei! Sei un luogo sacro! Stai facendo un
orribile sacrilegio! Smettila subito…! E non nominare il Suo nome
in questo orribile frangente!-
Non si accorse subito
che stava parlando a vuoto. La ragazza aveva nel frattempo lasciato
il confessionale e si stava dirigendo veloce verso l’uscita, la
scorse in ritardo e poté solo vedere la sua figura da lontano.
Era completamente in
preda alla più completa confusione, mai si era sentito così
inadeguato, così impreparato e con la sua massima riprovazione si
trovò anche eccitato, sentiva il suo membro premere, la sua durezza
diventare fastidiosa e dolorosa. Si inginocchiò e prese a pregare…
chiese di essere aiutato, che smettesse quella eccitazione che non lo
lasciava respirare. Chiese inoltre se era giusto sperare che la
ragazza non venisse più in chiesa ma sapeva dentro di se la
risposta, lei era una pecorella smarrita e lui il pastore, doveva
accettare la sfida. Non ritenne di doverne parlare al parroco che era
anche il suo confessore, voleva cercare di risolvere la questione da
solo.
Fra i suoi compiti era
prevista la prima messa del mattino e nei giorni seguenti, in queste
occasioni, alcune fedeli chiesero di confessarsi. Ma quante cose
banali! Il peccato più rilevante era quello dell’invidia, della
maldicenza o altre debolezze simili!
E lui pensava alla vera
peccatrice, alla ragazza che ormai vedeva come una novella Maddalena,
la peccatrice da salvare da una vita altrimenti destinata alla
dannazione. Un sogno, quello di redimerla che se avverato gli avrebbe
permesso di acquisire merito!
Passarono alcuni giorni
fra il primo contatto e il successivo, Monica entrò in chiesa,
attese pazientemente che il prete si liberasse, voleva essere
l’ultima e gli si inginocchiò davanti.
-Buona sera… padre…-
-Figliola… ti ho
pensato. Grazie al cielo sei tornata… devo aiutarti a lasciare la
via dissoluta che stai percorrendo, ma tu… devi essere
collaborativa, aiutarmi nella mia opera…-
-Padre… ho appena
fatto sesso! Sono corsa subito per dirglielo! Ho ancora dentro di me
lo sperma del mio occasionale amante… sa che sta scivolando fuori
dalla mia natura lungo le cosce? Ora… lo raccolgo con le dita e lo
lecco. Uhm… desidera che mi masturbi? Adesso… ancora calda di
lui? Ancora scossa dagli innumerevoli orgasmi che mi ha fatto
provare? Ecco… lo faccio… vengo in un attimo… magari gli
orgasmi saranno più di uno? Mi piace godere qui! Provo un piacere
folle, infinitamente potente, che mi lascia senza forze! Questo lo
dedico a lei… padre! Siiiiiiiiii… ora… ora…!!!-
Nuovamente era talmente
confuso da non sapere neanche dove fosse! Cercò ancora una volta con
parole sconclusionate di interromperla, di convincerla a non fare
queste cose orribili ma nuovamente lei aveva lasciato il
confessionale ed aveva preso l’uscita.
Era in preda ad una
eccitazione terribile. Le parole, la voce lo avevano completamente
destabilizzato. Cercò di trovare conforto nella preghiera ma non
funzionò e senza una vera determinazione si lasciò invece condurre
da una volontà irresistibile nel piccolo gabinetto. Qui… alzò la
tonaca… abbassò i boxer che portava e prese a masturbarsi
furiosamente! La sua mano scorreva veloce lungo l’asta dura come il
ferro. E la pelle del prepuzio scopriva e copriva alternativamente e
velocemente il glande reso addirittura violaceo dalla eccitazione.
Poi… arrivò l’orgasmo, travolgente e che lo lascio stremato. Il
suo seme era schizzato sulla parete e ora scivolava lentamente a
terra in lunghe righe colanti.
E cadde nella
riprovazione, nel rimorso. Si sentì senza difesa. Restò in
ginocchio davanti all'altare per ore, pregando.
Più tardi chiese al
parroco un colloquio e gli raccontò tutto l’accaduto. La sua
mancanza di reazione, la consapevolezza di essere addirittura inerme
di fronte a casi del genere e confessò infine di essersi masturbato.
Il parroco, un uomo maturo, alto e robusto, gran mangiatore, lo
rassicurò. Nulla è perfetto e tutto è perfettibile, essere caduto
non impedisce di rialzarsi e proseguire. In quanto alla ragazza…
doveva affrontarla, lui credeva che fosse una prova nella quale
doveva cimentarsi. Gli diede l’assoluzione per il peccato di
lussuria e andarono a cenare. Invero… qualcosa era rimasto nel
cervello del parroco, uomo sanguigno e smaliziato, ma profondamente
onesto e in buonafede, in età giovanile era caduto anche lui nel
peccato della masturbazione ma non aveva mai vissuto la tentazione
del suo giovane collaboratore. L’idea della ragazza e il suo
giovane e bell'aiutante? Non gli lasciava il cervello tanto che
nella notte successiva li sognò. I due giovani erano avvinti in un
abbraccio e lui li guardava, ammirava con libidine i loro corpi nudi
e sognò di masturbarsi mentre li guardava ed ebbe una intensa
polluzione,. Poi a mattina… pregò intensamente, erano anni che non
gli accadeva di eiaculare spontaneamente durante il sonno, chiese
aiuto, ma poi?? L’immagine dei giovani non svaniva. Era rimasta lì,
ben stabile, nella sua mente.
Ambedue, lui e il
giovane, vissero con un strano miscuglio di attesa e di angoscia i
giorni successivi. Non ne parlarono ma la ragazza era nei loro
pensieri.
Finché non si
ripresentò. Il prete giovane aveva fatto molti programmi, aveva
anche un piano ben stabilito per riuscire a contenere la furia
erotica della ragazza, ma appena sentì la sua voce, dimenticò tutto
e lei prese in mano la situazione.
-Padre… stavolta
vorrei fermarmi un po’ di più, le ultime volte ero di fretta, mi
aspettavano a casa. Le va di ascoltarmi?-
-Ma devi promettermi che
farai di tutto per pentirti di quello che hai fatto! E che non
ricadrai più nel peccato. E’ Lui che te lo chiede!-
-Padre… vuole sapere
di come è cominciato tutto? Si, vero? E’ stato con mio cugino,
il mio magnifico cuginone. Lui ha quattro anni più di me. Ancora
oggi mi scopa ed è uno dei miei amanti fissi. Ma allora? Ci
trovavamo spesso nel bagno di casa, uno che usciva e l’altra che
entrava o viceversa e avevo notato il gonfiore che spesso aveva al
ventre, immaginavo più che saperlo veramente di cosa si trattasse.
Lui era perennemente eccitato e si masturbava spesso, meno di quanto
facevo io ma comunque molto. Io… nel bagno annusavo i suoi slip e
sentendo quell'odore di sperma rappreso… mi masturbavo. Poi…
successe che una sera eravamo soli in casa, seduti accanto sul divano
e il discorso cadde sul sesso… ambedue non avevamo nessuna
esperienza, e parlammo francamente di come riuscivamo a saziare la
fame di godimento. Anche lui lavorava solo di mano… mi capisce
padre? Si masturbava. E altrettanto facevo io e allora decidemmo una
cosa. Premettendo che volevo e dovevo restare vergine, stabilimmo che
anziché masturbarci personalmente potevamo farlo vicendevolmente.
Lui a me… e io a lui. Detto e fatto, comprese al volo l'indicazione
e sentii la sua mano sotto la gonna, avviarsi verso le mutandine,
ormai già stra bagnate, che furono scostate delicatamente per
consentirgli di fare per la prima volta la conoscenza della mia
natura assolutamente smaniosa di godere.
La mano si posò,
aperta, sulle mie grandi labbra, e un dito vi si introdusse e titillò
il clitoride. Mano santa e benedetta, sa padre? Davvero benedetta!
Finalmente, lì, una mano che non era la mia. Incredibile, bastarono
pochi stimoli, pochi tocchi, del resto meravigliosi, e riuscii a
raggiungere un orgasmo di un genere completamente sconosciuto e di
una intensità inimmaginabile, imprevedibile, eccezionale!-
-Figliola… ti prego
basta. Non dire eresie! Basta! Ora smettila, ti invito a pregare con
me… ora, e chiedere che ti venga concessa la forza per superare
queste aberrità!-
Ma intanto il prete si
era enormemente eccitato e la sua mano stringeva violentemente il
membro diventato enorme e durissimo. La sua mano lo accarezzava…
-Gli aprii i jeans, giù
la zip, con risolutezza, dentro la mano, una bella palpata e fuori la
parte che mi interessava. Sembrava attendere da sempre la mia mano,
sa padre? Un grosso tronco di carne dura, con gonfie vene pulsanti e
un glande veramente potente, completamente scoperto: un bel fungo
paonazzo, dalla testa a forma slanciata. Sembrava proprio fatto
apposta per penetrare, ah… quanto ho desiderato in quel momento
sentirlo dentro di me! La mia mano lo stringeva convulsamente ma lo
masturbavo con carezze disordinate e solo dopo un po' mi resi conto
che dovevo agire diversamente se volevo dare anche a lui il piacere
che aveva dato a me.
Presi a menarlo con
ritmo e determinazione, la mia mano scorreva ora veloce e
non gli volle comunque molto e non fu facile arginare quella inondazione che fu la sua eiaculazione! Diversi forti schizzi, ne fui davvero meravigliata da quanto riuscì a spruzzare fuori dal suo grosso cazzo… ah… scusi padre, non volevo usare questa parola, mi è proprio sfuggita. Mi perdoni. Dovetti poi ripulire bene tutto e andammo a risistemarci, stavano rientrando i nostri rispettivi genitori. Ma padre…? Che ha? Si sente bene?..-
non gli volle comunque molto e non fu facile arginare quella inondazione che fu la sua eiaculazione! Diversi forti schizzi, ne fui davvero meravigliata da quanto riuscì a spruzzare fuori dal suo grosso cazzo… ah… scusi padre, non volevo usare questa parola, mi è proprio sfuggita. Mi perdoni. Dovetti poi ripulire bene tutto e andammo a risistemarci, stavano rientrando i nostri rispettivi genitori. Ma padre…? Che ha? Si sente bene?..-
Era successo che il
giovane prete non era riuscito a gestire e a frenare la sua
eccitazione e pur solo stringendo il suo membro aveva subito un
violento orgasmo ed ora era bagnato del proprio seme. Era
profondamente a disagio, aveva urlato e forse avevano sentito i suoi
gemiti nella navata della chiesa? Chissà che chiacchiere sarebbero
nate!
-Padre… ci stiamo
trattenendo troppo… lo sa? Ci sono delle donne fuori che ci
osservano, dovremmo trovare un posto diverso per confessarmi, che ne
dice se ci vediamo fuori da qui? Potremo essere faccia a faccia…!
Ho tanta voglia e vorrei masturbarmi qui… con lei… ma devo
andare. Faccia come le ho detto, ci pensi così potremo vederci
fuori. Venerdì prossimo me lo dirà…-
Lui restò senza parole,
ancora sotto l’effetto del potente orgasmo che aveva provato. A
fatica segui le successive confessioni e poi cercò il parroco e gli
si buttò ai piedi.
Gli disse che non era
degno di svolgere il compito di pastore di anime e gli raccontò ogni
cosa. Ne parlarono a lungo e alla fine il giovane religioso riuscì a
raggiungere un po’ di calma interiore. Ma dentro di sé covava la
lussuria. E covava anche dentro il prete maturo. Decisero di comune
accordo che dovevano cercare di riportare la giovane donna alla fede
ma che era troppo pericoloso lasciare il giovane prete da solo ad
affrontarla. Il parroco lo avrebbe sostenuto a distanza, ma sarebbe
bastato?
Quando la ragazza arrivò
il venerdì seguente si diresse con la massima sicurezza al
confessionale e si inginocchiò davanti. Il prete subì subito la
strana sensualità animale che emanava.
La pregò di essere
concisa e di stare attenta al proprio linguaggio, la giovane donna lo
ascoltò distratta, non confermò nulla, non assicurò nulla.
-Padre… ricorda dove
ero rimasta? Io e mio cugino? Ora ci masturbavamo a vicenda,
capitava ogni giorno e spesso anche la notte in quanto lui mi
raggiungeva nella mia stanza. Succedeva anche che lo facevamo mentre
guardavamo film e video di sesso, ci toccavamo lentamente attendendo
l’attimo per godere assieme. La sua mano mi dava la luce, mi faceva
diventare la farfalla che volava altissima grazie agli orgasmi
provati. Guardavamo scene nelle quali i due amanti si baciavano le
parti intime vicendevolmente, sa che si chiama “fare 69”…
padre? E lo facevamo anche noi. Sento ancora adesso la sensazione che
mi dava la sua bocca, uhm…! Come sapeva e sa leccare, baciare e
mordere e io lo succhiavo, lo prendevo davvero fino in gola, sa…
padre? Guardavamo le coppie fare sesso in tutte le maniere e ci
interessò particolarmente il sesso anale. E’ vero che dovevo
restare vergine ma il mio didietro? Quel buco non è protetto da un
imene, sa padre? Ora… dovevamo avere delle precauzioni è evidente
e gli chiesi di farmelo mettendosi un preservativo. La prima volta?
Ah… padre mio! Fu doloroso e piacevole insieme! Erano notti e notti
che mi puntava il suo sesso fra le natiche mentre mi masturbava! Lo
puntava proprio… sa padre? Sentivo la sua cappella liscia
strofinare proprio sulla increspatura del mio buchino…-
Il prete giovane non era
davvero in grado di contrastarla, la poteva solo subire, la sua mano
si stava toccando e stavolta si muoveva… lo accarezzava piano
strofinandolo con movimenti lenti e continui.
-Mio cugino si procurò
un valido lubrificante e cominciò a lavorarmi dietro… oh… che
voglia ho ancora! Non dica nulla padre… ma devo assolutamente
masturbarmi mentre le racconto, perché non si tocca anche lei? Non
vuole godere con me? Mentre le racconto bene le mie porcate? Sapesse
quante ne ho poi combinate! Uhm… io seguiterò a venire, sa? Non
si preoccupi per le mie pause… magari i miei orgasmi saranno così
forti che non riuscirò neanche a parlare! Lui mi mise sul fianco con
le ginocchia piegate fino quasi sul petto e iniziò con un dito,
prese un po’ di crema e me lo introdusse, non mi faceva male… era
solo una presenza strana nel mio culo… oh scusi! Volevo dire nel
mio buchino… lui… il porco lo introduceva e lo toglieva e mi
caricava di voglia, io intanto… ahhhh… ora godo! Uhm… che
bello, padre! Uhm… che orgasmo fortissimo e lungo… sa? Allora…
io intanto mi toccavo il clito e aiutavo l’introduzione spingendo
verso lui il culo… scusi… il sedere, poi furono due le dita,
spinte con forza dentro. Ancora unguento e le grosse dita sempre più
dentro, non mi faceva male, però. Percepivo il contatto, la
penetrazione e mi piaceva un casino! Ora mi sembrava che erano
riuscite ad entrare del tutto e devo dire che quello strofinio, quel
penetrare e lavorare nel mio culo… scusi… nel mio retto, si
ripercuoteva nella mia figa… scusi… vagina, era come una specie
di carezza prolungata e indiretta che provocava una piacevolissima
sensazione voluttuosa, come dire? Mi teneva permanentemente nella
piacevole anteprima dell'orgasmo. Aveva poi smesso, aveva ritirato le
dita ma ora di nuovo qualcosa di grosso faceva pressione sul mio
buchetto, ma era qualcosa di diverso, ben più consistente del dito e
spingeva anche più forte. Le sue mani mi mantenevano ben aperte le
natiche. E allora chiesi… -cugino… è proprio il tuo cazzo?-
Oh scusi… -E’ lui? Proprio lui?- La pressione contro il mio
buchino aumentò e quel grosso tronco di carne dura avvolto
nell'involucro di lattice ben cosparso di lubrificante mi stava
prepotentemente dilatando lo sfintere e procedeva spedito. Sentivo il
suo volume e le pareti del retto allargarsi, ed era solo un po' di
fastidio, non dolore. Mi afferrò le tette e me le torturò con
forza, poi scese con una mano al mio clitoride e percepii chiaramente
il suo ventre contro i glutei ed anche lo sbattere dello scroto.
Chiesi ancora…- cugino… sei dentro?- Lui mi rispose… -Sono
tutto dentro di te, mi senti?- Si, lo sentivo tutto e mi piaceva, il
lubrificante aveva agito perfettamente, fu quasi inavvertitamente che
contrassi la muscolatura interna e sentii ancora più evidente la
portata del siluro di carne dura che avevo dentro di me! Lui mi
sussurrò all'orecchio che ero meravigliosa. Cominciò a muoversi
adagio, avanti e indietro, sempre carezzando clitoride e piccole
labbra e io cominciavo a eccitarmi sempre più, gli andavo incontro e
mi allontanavo e quel poderoso stantuffo di carne, lì… dietro me,
dentro me, non mi procurava il dolore che temevo... anzi! Ma erano le
prodigiose e impagabili dita di mio cugino che stavano portandomi
rapidamente a godere. Uhm… ancora ancora! Anch'io godo adesso…
come allora… padre… padre… su venga con me… mi piacerebbe che
lei mi riempisse del suo sperma! Ahahh… magnifico! Poi… lo
sentii premere con più forza e vibrare e sembrò diventare ancora
più grosso. Un po’ preoccupata sentii come se qualcosa di caldo si
riversasse nel mio intestino e chiesi… -ti ho sentito venire… ma
hai il preservativo vero?- Mi confermò di averlo e allora mi
rilassai e godetti impetuosamente, con contrazioni che investivano
tutto il mio ventre e stavano golosamente mungendo lo sperma dalla
sua verga!
Ora… devo proprio
andare… mio marito mi aspetta fuori… sa? Ma io voglio raccontarle
tutta la mia vita… padre. Ci ha pensato a vederci fuori? Potrei
confessarmi con maggior calma…-
-No… no… non è
possibile! No, assolutamente no!-
-E ascoltarmi al
cellulare? Potrei stare con lei molto più tempo sa? Anche tutta la
notte… perché mio marito lavora e sono sola e potrei raccontarle
tanto… tutto…-
-Non è possibile! La
smetta di corrompere la mia castità! Lei è venuta per confessarsi!-
-Deve solo ascoltarmi…
che cosa le costa? Guardi padre… lascio qui un foglietto con il mio
numero di cellulare… basta che mi faccia uno squillo o un
messaggino e io la richiamo… mi dica quando preferisce… di
giorno? O la notte? Ma ora devo proprio scappare, mio marito mi
aspetta… e credo che mi troverà molto disponibile… sa dove ho
voglia di prenderlo? Esatto… bravo! Nel mio buchino!-
Che era successo mentre
lei raccontava? Il prete aveva alzato la tonaca e si era masturbato
violentemente ed aveva goduto. Non aveva difesa. Si sentiva strano…
tutti i suoi pensieri erano diretti a lei, a quello che raccontava di
aver fatto. Ora dopo l’orgasmo subentrò il rimorso e la
desolazione, ma mentre lasciava il confessionale per portarsi esausto
nella propria camera, raccolse il bigliettino con il numero. Voleva
eliminarlo. L’intenzione era quella ma invece lo mise in tasca.
Il parroco aveva visto
la ragazza arrivare e poi uscire ma non aveva sentito una sola
parola. Ora… si rese conto che quello che desiderava era poter
guardare i due giovani fare sesso, i loro corpi allacciati nello
spasimo del piacere. Anche lui era eccitato… una strana atmosfera
aveva riempito l’unica navata della chiesa, aveva perennemente il
cazzo duro. Un grosso cazzo largo e con delle strane protuberanze
venose…
Tre giorni e tre notti
durò l’agonia del giovane prete e a sera inoltrata del quarto
giorno… capitolò completamente. Si stese svestito sul letto, era
già eccitato… molto eccitato e mandò un sms. Tempo dieci minuti e
Monica lo richiamò.
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