lunedì 19 novembre 2018

ERA UNO DI QUEI GIORNI NEI QUALI IL DIAVOLO SI ANNOIAVA...

Un episodio della continua partita fra il diavolo e la sua controparte.
Prima parte... la tentazione.

Invece era un giorno particolarmente importante per il giovane prete, finalmente dopo gli anni di seminario minore, del successivo corso di seminario di teologia, dell’anno di tirocinio, del suo ordinamento e degli ulteriori due anni di approfondimento, poteva confessare. Entrare in quella forma mistica di fare da tramite fra il peccatore e dio, di dare l’assoluzione dai peccati per suo conto e nel suo nome.
Era con apprensione che prese posto nel confessionale e con molta insicurezza che si approntava ad esercitare il sacramento della confessione. 
Era solo un collaboratore della parrocchia dove era stato destinato, doveva aiutare nelle mansioni religiose il parroco effettivo. 
Quel giorno… successe che fu visto dalle parrocchiane, anziane, timorate di dio e le uniche a frequentare assiduamente la chiesa, come una novità sgradita e venne ignorato aprioristicamente, il suo confessionale era sconsolatamente ignorato mentre a quello del maturo parroco c’era la fila. 
Finché… successe che, passando davanti alla chiesa, a Monica... una ventitreenne bella e intelligente, venisse l’impulso improvviso e irrefrenabile di confessarsi. Questo era quantomeno strano dato che Monica non entrava in una chiesa da molti anni.
Entrò e si diresse senza nessuna titubanza verso il confessionale dove era in attesa il giovane prete, si inginocchiò e salutò.
-Buon giorno… padre…-
-Dominus vobiscum…-
-Voglio confessarmi…-
-Sono qui apposta per ascoltarti… da quanto non ti confessi…?-
-Da molti anni…-
-Molti anni… figliola? Hai rischiato molto a vivere così a lungo nel peccato!-
-Si…? Sono una peccatrice, padre… saltiamo i preamboli? Sono perennemente in preda ad una sfrenata lussuria! La mia libidine non mi consente di negarmi a nessuno! Basta chiedermelo e io apro le gambe! E devo masturbarmi continuamente… sette, otto, a volte anche più volte al giorno… non ho davvero pace. Anche oggi, poco fa? Prima di entrare in chiesa? Sa… che sono entrata al bar in piazza, ho chiesto di poter usare la toilette e lì… ho appoggiato una mano alla parete per sostenermi, ho messo un piede sul wc e con l’altra mano mi sono masturbata furiosamente? Credo che gli avventori del bar abbiano sentito i miei gemiti e le mie urla, infatti… poi al mio ritorno nel locale mi hanno guardato strano. Uhm…! Se avessero chiesto di scoparmi, tutti e in ogni modo e a loro piacimento, non avrei potuto dire di no!-
Il giovane prete cercò di interrompere il fiume di parole che lo sommergeva, sentiva la testa ronzare e la voce di lei smuovere e stimolare delle leve particolari nel suo cervello, ora mancava poco che avesse delle visioni! Era senza difesa.
-Anche ora… padre! Lo sa che sto strusciando le cosce? Comprimendo forte i muscoli dell’inguine? Lo faccio spesso… in treno, nel bus o ovunque abbia voglia di godere. Ecco… ora lo sento arrivare…! Sento l’orgasmo crescere ed esplodere! Oraaaaaaaaaaaaaa… dio… che bellooooo! Sto morendo…!-
-Figliola…! Ti prego… ti scongiuro! Ricordati dove sei! Sei un luogo sacro! Stai facendo un orribile sacrilegio! Smettila subito…! E non nominare il Suo nome in questo orribile frangente!-
Non si accorse subito che stava parlando a vuoto. La ragazza aveva nel frattempo lasciato il confessionale e si stava dirigendo veloce verso l’uscita, la scorse in ritardo e poté solo vedere la sua figura da lontano.
Era completamente in preda alla più completa confusione, mai si era sentito così inadeguato, così impreparato e con la sua massima riprovazione si trovò anche eccitato, sentiva il suo membro premere, la sua durezza diventare fastidiosa e dolorosa. Si inginocchiò e prese a pregare… chiese di essere aiutato, che smettesse quella eccitazione che non lo lasciava respirare. Chiese inoltre se era giusto sperare che la ragazza non venisse più in chiesa ma sapeva dentro di se la risposta, lei era una pecorella smarrita e lui il pastore, doveva accettare la sfida. Non ritenne di doverne parlare al parroco che era anche il suo confessore, voleva cercare di risolvere la questione da solo.
Fra i suoi compiti era prevista la prima messa del mattino e nei giorni seguenti, in queste occasioni, alcune fedeli chiesero di confessarsi. Ma quante cose banali! Il peccato più rilevante era quello dell’invidia, della maldicenza o altre debolezze simili!
E lui pensava alla vera peccatrice, alla ragazza che ormai vedeva come una novella Maddalena, la peccatrice da salvare da una vita altrimenti destinata alla dannazione. Un sogno, quello di redimerla che se avverato gli avrebbe permesso di acquisire merito!
Passarono alcuni giorni fra il primo contatto e il successivo, Monica entrò in chiesa, attese pazientemente che il prete si liberasse, voleva essere l’ultima e gli si inginocchiò davanti.
-Buona sera… padre…-
-Figliola… ti ho pensato. Grazie al cielo sei tornata… devo aiutarti a lasciare la via dissoluta che stai percorrendo, ma tu… devi essere collaborativa, aiutarmi nella mia opera…-
-Padre… ho appena fatto sesso! Sono corsa subito per dirglielo! Ho ancora dentro di me lo sperma del mio occasionale amante… sa che sta scivolando fuori dalla mia natura lungo le cosce? Ora… lo raccolgo con le dita e lo lecco. Uhm… desidera che mi masturbi? Adesso… ancora calda di lui? Ancora scossa dagli innumerevoli orgasmi che mi ha fatto provare? Ecco… lo faccio… vengo in un attimo… magari gli orgasmi saranno più di uno? Mi piace godere qui! Provo un piacere folle, infinitamente potente, che mi lascia senza forze! Questo lo dedico a lei… padre! Siiiiiiiiii… ora… ora…!!!-
Nuovamente era talmente confuso da non sapere neanche dove fosse! Cercò ancora una volta con parole sconclusionate di interromperla, di convincerla a non fare queste cose orribili ma nuovamente lei aveva lasciato il confessionale ed aveva preso l’uscita.
Era in preda ad una eccitazione terribile. Le parole, la voce lo avevano completamente destabilizzato. Cercò di trovare conforto nella preghiera ma non funzionò e senza una vera determinazione si lasciò invece condurre da una volontà irresistibile nel piccolo gabinetto. Qui… alzò la tonaca… abbassò i boxer che portava e prese a masturbarsi furiosamente! La sua mano scorreva veloce lungo l’asta dura come il ferro. E la pelle del prepuzio scopriva e copriva alternativamente e velocemente il glande reso addirittura violaceo dalla eccitazione. Poi… arrivò l’orgasmo, travolgente e che lo lascio stremato. Il suo seme era schizzato sulla parete e ora scivolava lentamente a terra in lunghe righe colanti.
E cadde nella riprovazione, nel rimorso. Si sentì senza difesa. Restò in ginocchio davanti all'altare per ore, pregando.
Più tardi chiese al parroco un colloquio e gli raccontò tutto l’accaduto. La sua mancanza di reazione, la consapevolezza di essere addirittura inerme di fronte a casi del genere e confessò infine di essersi masturbato. Il parroco, un uomo maturo, alto e robusto, gran mangiatore, lo rassicurò. Nulla è perfetto e tutto è perfettibile, essere caduto non impedisce di rialzarsi e proseguire. In quanto alla ragazza… doveva affrontarla, lui credeva che fosse una prova nella quale doveva cimentarsi. Gli diede l’assoluzione per il peccato di lussuria e andarono a cenare. Invero… qualcosa era rimasto nel cervello del parroco, uomo sanguigno e smaliziato, ma profondamente onesto e in buonafede, in età giovanile era caduto anche lui nel peccato della masturbazione ma non aveva mai vissuto la tentazione del suo giovane collaboratore. L’idea della ragazza e il suo giovane e bell'aiutante? Non gli lasciava il cervello tanto che nella notte successiva li sognò. I due giovani erano avvinti in un abbraccio e lui li guardava, ammirava con libidine i loro corpi nudi e sognò di masturbarsi mentre li guardava ed ebbe una intensa polluzione,. Poi a mattina… pregò intensamente, erano anni che non gli accadeva di eiaculare spontaneamente durante il sonno, chiese aiuto, ma poi?? L’immagine dei giovani non svaniva. Era rimasta lì, ben stabile, nella sua mente.
Ambedue, lui e il giovane, vissero con un strano miscuglio di attesa e di angoscia i giorni successivi. Non ne parlarono ma la ragazza era nei loro pensieri.
Finché non si ripresentò. Il prete giovane aveva fatto molti programmi, aveva anche un piano ben stabilito per riuscire a contenere la furia erotica della ragazza, ma appena sentì la sua voce, dimenticò tutto e lei prese in mano la situazione.
-Padre… stavolta vorrei fermarmi un po’ di più, le ultime volte ero di fretta, mi aspettavano a casa. Le va di ascoltarmi?-
-Ma devi promettermi che farai di tutto per pentirti di quello che hai fatto! E che non ricadrai più nel peccato. E’ Lui che te lo chiede!-
-Padre… vuole sapere di come è cominciato tutto? Si, vero? E’ stato con mio cugino, il mio magnifico cuginone. Lui ha quattro anni più di me. Ancora oggi mi scopa ed è uno dei miei amanti fissi. Ma allora? Ci trovavamo spesso nel bagno di casa, uno che usciva e l’altra che entrava o viceversa e avevo notato il gonfiore che spesso aveva al ventre, immaginavo più che saperlo veramente di cosa si trattasse. Lui era perennemente eccitato e si masturbava spesso, meno di quanto facevo io ma comunque molto. Io… nel bagno annusavo i suoi slip e sentendo quell'odore di sperma rappreso… mi masturbavo. Poi… successe che una sera eravamo soli in casa, seduti accanto sul divano e il discorso cadde sul sesso… ambedue non avevamo nessuna esperienza, e parlammo francamente di come riuscivamo a saziare la fame di godimento. Anche lui lavorava solo di mano… mi capisce padre? Si masturbava. E altrettanto facevo io e allora decidemmo una cosa. Premettendo che volevo e dovevo restare vergine, stabilimmo che anziché masturbarci personalmente potevamo farlo vicendevolmente. Lui a me… e io a lui. Detto e fatto, comprese al volo l'indicazione e sentii la sua mano sotto la gonna, avviarsi verso le mutandine, ormai già stra bagnate, che furono scostate delicatamente per consentirgli di fare per la prima volta la conoscenza della mia natura assolutamente smaniosa di godere.



La mano si posò, aperta, sulle mie grandi labbra, e un dito vi si introdusse e titillò il clitoride. Mano santa e benedetta, sa padre? Davvero benedetta! Finalmente, lì, una mano che non era la mia. Incredibile, bastarono pochi stimoli, pochi tocchi, del resto meravigliosi, e riuscii a raggiungere un orgasmo di un genere completamente sconosciuto e di una intensità inimmaginabile, imprevedibile, eccezionale!-
-Figliola… ti prego basta. Non dire eresie! Basta! Ora smettila, ti invito a pregare con me… ora, e chiedere che ti venga concessa la forza per superare queste aberrità!-
Ma intanto il prete si era enormemente eccitato e la sua mano stringeva violentemente il membro diventato enorme e durissimo. La sua mano lo accarezzava…
-Gli aprii i jeans, giù la zip, con risolutezza, dentro la mano, una bella palpata e fuori la parte che mi interessava. Sembrava attendere da sempre la mia mano, sa padre? Un grosso tronco di carne dura, con gonfie vene pulsanti e un glande veramente potente, completamente scoperto: un bel fungo paonazzo, dalla testa a forma slanciata. Sembrava proprio fatto apposta per penetrare, ah… quanto ho desiderato in quel momento sentirlo dentro di me! La mia mano lo stringeva convulsamente ma lo masturbavo con carezze disordinate e solo dopo un po' mi resi conto che dovevo agire diversamente se volevo dare anche a lui il piacere che aveva dato a me.

Presi a menarlo con ritmo e determinazione, la mia mano scorreva ora veloce e
non gli volle comunque molto e non fu facile arginare quella inondazione che fu la sua eiaculazione! Diversi forti schizzi, ne fui davvero meravigliata da quanto riuscì a spruzzare fuori dal suo grosso cazzo… ah… scusi padre, non volevo usare questa parola, mi è proprio sfuggita. Mi perdoni. Dovetti poi ripulire bene tutto e andammo a risistemarci, stavano rientrando i nostri rispettivi genitori. Ma padre…? Che ha? Si sente bene?..-
Era successo che il giovane prete non era riuscito a gestire e a frenare la sua eccitazione e pur solo stringendo il suo membro aveva subito un violento orgasmo ed ora era bagnato del proprio seme. Era profondamente a disagio, aveva urlato e forse avevano sentito i suoi gemiti nella navata della chiesa? Chissà che chiacchiere sarebbero nate!
-Padre… ci stiamo trattenendo troppo… lo sa? Ci sono delle donne fuori che ci osservano, dovremmo trovare un posto diverso per confessarmi, che ne dice se ci vediamo fuori da qui? Potremo essere faccia a faccia…! Ho tanta voglia e vorrei masturbarmi qui… con lei… ma devo andare. Faccia come le ho detto, ci pensi così potremo vederci fuori. Venerdì prossimo me lo dirà…-
Lui restò senza parole, ancora sotto l’effetto del potente orgasmo che aveva provato. A fatica segui le successive confessioni e poi cercò il parroco e gli si buttò ai piedi.
Gli disse che non era degno di svolgere il compito di pastore di anime e gli raccontò ogni cosa. Ne parlarono a lungo e alla fine il giovane religioso riuscì a raggiungere un po’ di calma interiore. Ma dentro di sé covava la lussuria. E covava anche dentro il prete maturo. Decisero di comune accordo che dovevano cercare di riportare la giovane donna alla fede ma che era troppo pericoloso lasciare il giovane prete da solo ad affrontarla. Il parroco lo avrebbe sostenuto a distanza, ma sarebbe bastato?
Quando la ragazza arrivò il venerdì seguente si diresse con la massima sicurezza al confessionale e si inginocchiò davanti. Il prete subì subito la strana sensualità animale che emanava.
La pregò di essere concisa e di stare attenta al proprio linguaggio, la giovane donna lo ascoltò distratta, non confermò nulla, non assicurò nulla.
-Padre… ricorda dove ero rimasta? Io e mio cugino? Ora ci masturbavamo a vicenda, capitava ogni giorno e spesso anche la notte in quanto lui mi raggiungeva nella mia stanza. Succedeva anche che lo facevamo mentre guardavamo film e video di sesso, ci toccavamo lentamente attendendo l’attimo per godere assieme. La sua mano mi dava la luce, mi faceva diventare la farfalla che volava altissima grazie agli orgasmi provati. Guardavamo scene nelle quali i due amanti si baciavano le parti intime vicendevolmente, sa che si chiama “fare 69”… padre? E lo facevamo anche noi. Sento ancora adesso la sensazione che mi dava la sua bocca, uhm…! Come sapeva e sa leccare, baciare e mordere e io lo succhiavo, lo prendevo davvero fino in gola, sa… padre? Guardavamo le coppie fare sesso in tutte le maniere e ci interessò particolarmente il sesso anale. E’ vero che dovevo restare vergine ma il mio didietro? Quel buco non è protetto da un imene, sa padre? Ora… dovevamo avere delle precauzioni è evidente e gli chiesi di farmelo mettendosi un preservativo. La prima volta? Ah… padre mio! Fu doloroso e piacevole insieme! Erano notti e notti che mi puntava il suo sesso fra le natiche mentre mi masturbava! Lo puntava proprio… sa padre? Sentivo la sua cappella liscia strofinare proprio sulla increspatura del mio buchino…-

Il prete giovane non era davvero in grado di contrastarla, la poteva solo subire, la sua mano si stava toccando e stavolta si muoveva… lo accarezzava piano strofinandolo con movimenti lenti e continui.
-Mio cugino si procurò un valido lubrificante e cominciò a lavorarmi dietro… oh… che voglia ho ancora! Non dica nulla padre… ma devo assolutamente masturbarmi mentre le racconto, perché non si tocca anche lei? Non vuole godere con me? Mentre le racconto bene le mie porcate? Sapesse quante ne ho poi combinate! Uhm… io seguiterò a venire, sa? Non si preoccupi per le mie pause… magari i miei orgasmi saranno così forti che non riuscirò neanche a parlare! Lui mi mise sul fianco con le ginocchia piegate fino quasi sul petto e iniziò con un dito, prese un po’ di crema e me lo introdusse, non mi faceva male… era solo una presenza strana nel mio culo… oh scusi! Volevo dire nel mio buchino… lui… il porco lo introduceva e lo toglieva e mi caricava di voglia, io intanto… ahhhh… ora godo! Uhm… che bello, padre! Uhm… che orgasmo fortissimo e lungo… sa? Allora… io intanto mi toccavo il clito e aiutavo l’introduzione spingendo verso lui il culo… scusi… il sedere, poi furono due le dita, spinte con forza dentro. Ancora unguento e le grosse dita sempre più dentro, non mi faceva male, però. Percepivo il contatto, la penetrazione e mi piaceva un casino! Ora mi sembrava che erano riuscite ad entrare del tutto e devo dire che quello strofinio, quel penetrare e lavorare nel mio culo… scusi… nel mio retto, si ripercuoteva nella mia figa… scusi… vagina, era come una specie di carezza prolungata e indiretta che provocava una piacevolissima sensazione voluttuosa, come dire? Mi teneva permanentemente nella piacevole anteprima dell'orgasmo. Aveva poi smesso, aveva ritirato le dita ma ora di nuovo qualcosa di grosso faceva pressione sul mio buchetto, ma era qualcosa di diverso, ben più consistente del dito e spingeva anche più forte. Le sue mani mi mantenevano ben aperte le natiche. E allora chiesi… -cugino… è proprio il tuo cazzo?- Oh scusi… -E’ lui? Proprio lui?- La pressione contro il mio buchino aumentò e quel grosso tronco di carne dura avvolto nell'involucro di lattice ben cosparso di lubrificante mi stava prepotentemente dilatando lo sfintere e procedeva spedito. Sentivo il suo volume e le pareti del retto allargarsi, ed era solo un po' di fastidio, non dolore. Mi afferrò le tette e me le torturò con forza, poi scese con una mano al mio clitoride e percepii chiaramente il suo ventre contro i glutei ed anche lo sbattere dello scroto. Chiesi ancora…- cugino… sei dentro?- Lui mi rispose… -Sono tutto dentro di te, mi senti?- Si, lo sentivo tutto e mi piaceva, il lubrificante aveva agito perfettamente, fu quasi inavvertitamente che contrassi la muscolatura interna e sentii ancora più evidente la portata del siluro di carne dura che avevo dentro di me! Lui mi sussurrò all'orecchio che ero meravigliosa. Cominciò a muoversi adagio, avanti e indietro, sempre carezzando clitoride e piccole labbra e io cominciavo a eccitarmi sempre più, gli andavo incontro e mi allontanavo e quel poderoso stantuffo di carne, lì… dietro me, dentro me, non mi procurava il dolore che temevo... anzi! Ma erano le prodigiose e impagabili dita di mio cugino che stavano portandomi rapidamente a godere. Uhm… ancora ancora! Anch'io godo adesso… come allora… padre… padre… su venga con me… mi piacerebbe che lei mi riempisse del suo sperma! Ahahh… magnifico! Poi… lo sentii premere con più forza e vibrare e sembrò diventare ancora più grosso. Un po’ preoccupata sentii come se qualcosa di caldo si riversasse nel mio intestino e chiesi… -ti ho sentito venire… ma hai il preservativo vero?- Mi confermò di averlo e allora mi rilassai e godetti impetuosamente, con contrazioni che investivano tutto il mio ventre e stavano golosamente mungendo lo sperma dalla sua verga!
Ora… devo proprio andare… mio marito mi aspetta fuori… sa? Ma io voglio raccontarle tutta la mia vita… padre. Ci ha pensato a vederci fuori? Potrei confessarmi con maggior calma…-
-No… no… non è possibile! No, assolutamente no!-
-E ascoltarmi al cellulare? Potrei stare con lei molto più tempo sa? Anche tutta la notte… perché mio marito lavora e sono sola e potrei raccontarle tanto… tutto…-
-Non è possibile! La smetta di corrompere la mia castità! Lei è venuta per confessarsi!-
-Deve solo ascoltarmi… che cosa le costa? Guardi padre… lascio qui un foglietto con il mio numero di cellulare… basta che mi faccia uno squillo o un messaggino e io la richiamo… mi dica quando preferisce… di giorno? O la notte? Ma ora devo proprio scappare, mio marito mi aspetta… e credo che mi troverà molto disponibile… sa dove ho voglia di prenderlo? Esatto… bravo! Nel mio buchino!-
Che era successo mentre lei raccontava? Il prete aveva alzato la tonaca e si era masturbato violentemente ed aveva goduto. Non aveva difesa. Si sentiva strano… tutti i suoi pensieri erano diretti a lei, a quello che raccontava di aver fatto. Ora dopo l’orgasmo subentrò il rimorso e la desolazione, ma mentre lasciava il confessionale per portarsi esausto nella propria camera, raccolse il bigliettino con il numero. Voleva eliminarlo. L’intenzione era quella ma invece lo mise in tasca.
Il parroco aveva visto la ragazza arrivare e poi uscire ma non aveva sentito una sola parola. Ora… si rese conto che quello che desiderava era poter guardare i due giovani fare sesso, i loro corpi allacciati nello spasimo del piacere. Anche lui era eccitato… una strana atmosfera aveva riempito l’unica navata della chiesa, aveva perennemente il cazzo duro. Un grosso cazzo largo e con delle strane protuberanze venose…

Tre giorni e tre notti durò l’agonia del giovane prete e a sera inoltrata del quarto giorno… capitolò completamente. Si stese svestito sul letto, era già eccitato… molto eccitato e mandò un sms. Tempo dieci minuti e Monica lo richiamò.

Nessun commento: