Il
Capitano. Viaggio a Napoli.
Il
Capitano organizza il viaggio, un passaggio ottenuto da un gozzo
diretto a Bari che li lascerà a Pescara, poi il proseguimento in una
carrozza a noleggio fino a Napoli. Ma non prevede una cosa, scesi a
Pescara vengono confinati in quarantena nel Lazzaretto, in città c'è
una epidemia di vaiolo, ma non nella forma più pericolosa e comunque
sia il Capitano che il Casanova l'hanno avuto e ne sono immuni.
Ah...
il Casanova!
E'
una sorpresa continua per il Capitano! Il giovane lo diverte, certo
non ne condivide la vita, ha questa fissazione delle donne che lo
castiga, non è facile essere un seduttore continuo, ma delle buone
qualità le ha, è sincero, mantiene la parola data ed è un buon
compagno.
Però?
Mettersi alla prova continuamente? Lo guarda, sorridendo e
compatendolo, sedurre e portarsi a letto una donna di settantanni! E
poi... dire...
-Non
era male...-
A
Pescara da subito mostra della sua improvvisazione geniale, chiede un
colloquio al Governatore, un nobile spagnolo, ha saputo che sua
figlia è stata colpita da una forma blanda della malattia e si dice
disponibile a visitarla in cambio del poter lasciare il lazzaretto.
Il governatore accetta, trascorreranno così il periodo di quarantena
in città.
Il
fatto è che il Casanova durante la sua permanenza nel collegio dei
Gozzi, ha letto, anzi divorato ogni testo che parla di malattie e dei
relativi rimedi, insomma è meglio di qualsiasi cerusico, di
qualsiasi luminare di medicina.
Visita
la giovane... che è un fiore. Bella come poche.
La
fa denudare e passa sulle piccole pustole un unguento che ha
composto lui stesso... e le dice.
-Come
vi chiamiate...?-
-Dolores...-
-Siete
bellissima, Dolores e di sicuro vorrete restare cosi, bella come
nessuna, non dovrete mai grattarvi le pustolette... mai...-
Passa
le dita sul seno e le fa inturgidire i capezzoli, continua la lunga
carezza sul corpo, sull'inguine... la tocca, la masturba
sapientemente,
la
porta velocemente al piacere.
E
la bacia.
Poco
dopo i corpi dei due giovani sono avvinti! Sesso che ripetono per
alcuni giorni. Dolores guarisce completamente e non rimane traccia
del vaiolo sulla sua pelle di seta.
Casanova
racconta tutto al Capitano che ride.
Hanno
preso dimora in una locanda dove si gioca d'azzardo e mentre il
giovane da fuoco al suo temperamento, il Capitano aspetta il momento
di poter lasciare la città, gioca spesso e naturalmente riesce a
vincere.
Poi?
Casanova
che si invaghisce di una greca, oh... davvero bellissima!
Una
notte rientra e dice al Capitano...
-Da
non credere, Giovanni! E' un ermafrodito! E la gà tete, el cazo e la
mona... na meravigia!-
Il
Capitano ride...-
-Giacomo?
A volte... ti xe propio un cojon xenza zerveo! Ma chiaro... no? Ti lo
ga messo nel so bueo... nel culo...! Ahah-
-No...Giovanni,
no! Nela mona! Go ciavà la mona...-
In
ogni caso, la greca, greco o ermafrodito che sia gli fa un regalo.
Per
la prima volta Giacomo prende lo scolo, la gonorrea... infezione che
comunque si cura da solo e in pochi giorni ne guarisce. Sarà
comunque il primo episodio di una lunghissima serie.
Ahah...è
il destino dei seduttori!
Una
sera rientrando Giacomo trova Il Capitano al tavolo di gioco, sta
discutendo con due uomini...
-Ben
arrivato Giacomo, i signori che non ti presento, stanno mettendo in
dubbio la mia onestà di giocatore. Ora... loro sono in due e ora lo
siamo anche noi, voglio chiedere loro soddisfazione, sei con me?-
Escono,
i veneziani con cappa e spada, gli altri con spada e pugnale.
Casanova
chiude subito la questione, la sua lama inchioda l'avversario contro
il muro. Lo uccide,
il
Capitano ha trovato un competitore più tosto e la cosa si dilunga un
po', alla fine lo colpisce gravemente alla spalla e il duello non può
più continuare.
Mentre
stanno per andare... l'uomo a terra minaccia.
-Ti
troverò, Veneziano... e ti ucciderò, puoi esserne sicuro...-
Il
capitano torna sui suoi passi, estrae il pugnale e glielo pianta
nella gola.
-Dovevi
star zitto, non lascio mai dietro di me qualcuno che potrebbe
nuocermi.-
Il
Casanova.
-Ma
quanto hanno perso?
-Un
centinaio di mezzi ducati d'argento...-
-Appena?
E ci hanno rimesso la pelle...-
-Siciliani,
mezzi spagnoli... gente dal sangue caldo, ma è ora di andarcene,
Giacomo.-
Il
giorno dopo partono per Napoli.
Qui
le loro strade si dividono, Giacomo con il Vescovo raggiunge
Martirano, ma la povertà del posto? La mancanza di donne gli fanno
presto cambiare idea sul piacere di fare l'Abate, torna veloce a
Napoli.
Si
frequentano certo, ma il giovane è preso dalla brillante vita della
nobiltà napoletana, dalle sue donne bellissime e dal gioco. E'
frequentatore assiduo delle case della Duchessa Bovino, di Lellio,
duca di Maddaloni, dei Carafa, dei Cafiero., ma poco dopo decide di
andare a Roma, al servizio del Cardinale di Acquaviva.
Parte.
Più
tardi scriverà l'accaduto al Capitano in una lunga lettera.
Il
viaggio a Roma? Accetta un passaggio offertogli da un avvocato
napoletano che opera presso la Santa Sede e dalla moglie, Lucrezia.
Ebbene? Nel corso del viaggio riesce a sedurla e ci fa sesso più e
più volte anche a Roma.
Il
suo incarico?
Dura
poco, da ricovero nella sede cardinalizia a una principessina
Borromeo, giovanissima che ha sedotto, scoperto e cacciato... lascia
Roma inseguito dai parenti della giovane.
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