martedì 10 novembre 2020

LA "SUA" LOLITA. CONCLUSIONE.

 



Ormai ha passato il suo Rubicone, adesso non gli importa più di niente. La prende, la spoglia, la stende sul letto e inizia a baciarla in bocca a lungo e profondamente mentre con le mani le manipola le belle tette, lei gli succhia la lingua con maestria e lui si perde in lei, le strizza i capezzoli fino a farla gemere, le lecca il collo, le orecchie e poi i seni, li bacia, li lecca, li morde, passa i capezzoli fra i denti e prova a procurarle quel piacere particolare, fermandosi un po’ prima che intervenga il dolore.

Con una mano l’accarezza fra le cosce, le accarezza le grandi labbra in rilievo, le apre e cerca il suo bottone magico. La sua lingua lascia il seno e scende fino al paradiso. Passa e ripassa la lingua su quel tesoro della sua vagina, insiste fino a sentirla gemere e sente tirargli con forza i capelli. 

Le fa aprire le gambe e prova ad entrare con il medio insalivato, prova il buchetto poco distante, lo accarezza, anche questo è fradicio, spinge con il dito e la penetra, mentre la sua lingua continua. 

Si inginocchia fra le sue gambe, prepara la verga… si… è più che pronta, un momento… dimentica una cosa… la bacia. 

-Torno subito… il preservativo…-.

Lei lo attende sul letto a gambe divaricate….

-L.?-.

-Si…-.

-Voglio fare io…-.

La guarda interrogativo, lei gli fa cenno di stendersi sul letto, gli prende di mano la bustina del preservativo e la pone sul comodino.

-Prima voglio sentirlo senza…-.

Lo scavalca con una gamba, prende in mano il pene rigido come un pezzo di legno, lo strofina lungamente sul clitoride, lo posiziona e si penetra, si ferma un attimo e poi si infila fino in fondo, dalla sua gola esce un gemito appena percepito, comincia piano ad alzarsi e abbassarsi sul suo ventre, a poco a poco i suoi movimenti diventano più violenti, lui l‘aiuta con le mani poste suoi fianchi, poi… geme… grida e si abbandona senza forza sul suo petto.

Lui continua a penetrarla mentre lei è ferma, ansante, l’alza e la dispone in ginocchio sul bordo del letto, la testa posata sulle coltri, si inginocchia e la bacia fra le gambe, bacia la sua fica che ha il sapore del mare e il suo delizioso buchetto fra le natiche, poi in piedi si mette velocemente il preservativo… e… via così…! La penetra e comincia a montarla con forza, posa un piede sul letto, una mano la tiene e l’altra la passa sotto il suo ventre e le accarezza con forza il clitoride, Laura ha una vagina stretta da sogno, calda e soffice, sente l’orgasmo partire da lontano e comincia a gemere, si…! Ora è vicino… arriva… e lo travolge come un treno in corsa!

Continua a montarla anche dopo, poi si accascia, prima su di lei poi accanto, ora lei è distesa sul letto.

L’abbraccia e la bacia e lentamente si abbandonano al sonno.

Quando si sveglia lei dorme, è distesa sul fianco, ammira la linea del suo bacino, dalla vita sottile si allarga la linea dei fianchi… splendida! 

Va in bagno e torna in camera, l’accarezza lungo la linea delle natiche, lei sospira, si distende sulla schiena e sbadiglia allargando le braccia, i seni seguono in parte i movimenti.

Le allarga le gambe…

-No… aspetta… devo fare pipì…-.

Corre in bagno.

-Non te la lavare…-.

Torna… si distende, le apre le gambe e la bacia, la lecca a lungo, da consumarsi la lingua, lei gode… lo sente da come gli tiene la testa contro di sé, da come gli tira i capelli.

-Dai… prendimi… fottimi… come ieri sera…-.

Si mette in ginocchio sul letto, testa sul cuscino, altro preservativo ed è dentro di lei, la tiene per i fianchi e affonda con forza, le accarezza il clitoride, la scopa a lungo, infine… l’orgasmo… potente… lungo!

Un po’ di meritato riposo, colazione e lei torna alla carica… accidenti… 

-non ho più vent'anni…- pensa lui, ma avviene il solito miracolo, con lei ha delle erezioni portentose e nuovamente la prende, cambia posizione su posizione, lei è ricettiva e disponibile a tutto.

Pranzo… qualcosa preparato in fretta, poi ancora lei… per tutto il pomeriggio.

Aspetta con timore l’arrivo di Marta.

Arriva… la figlia l’accoglie con un bacio, lei lo guarda interrogativa, Lui? E’ piuttosto abbacchiato e lei capisce… che bisogno c’è di parlare?

Durante la serata Laura è particolarmente affettuosa con la madre. La mattina tornano ambedue in città, dapprima prova sollievo, torna al suo lavoro, poi con il passare delle ore sente la mancanza di Laura, ha voglia di lei, di vedersela girare intorno semi nuda, delle sue risate argentine.

La chiama al cellulare, risponde. 

Si… tutto bene, non sa quando ritorna, per ora sta in città… gli farà sapere!

Ecco…! 

E’ successo quello che temeva, la ragazza lo ha preso al laccio, la cerca ancora, lei è un po’ scocciata!

Alla sera Marta rileva il suo nervosismo e se ne lamenta, ha ragione, cerca di farsi perdonare scopandola con passione, ma il pensiero è sempre lontano.

Smette di telefonarle e allora è lei che si fa viva, è nuovamente nella fase delle smancerie e delle fusa, si… ha voglia di vederlo, perché non torna in città per un po’? Lei non ha più voglia di venire in montagna, si annoia.

La mattina successiva torna in città, dice a Marta che ho bisogno di fare delle ricerche, lei lo guarda un po’ dubbiosa, senz'altro immagina cosa gli sta capitando, ma è consapevole che anche lei ha contribuito a provocato la cosa.

Dal suo appartamento telefona e lei gli dice che passerà a trovarlo, non sa esattamente quando, forse nel pomeriggio.

Le ore non passano mai, non riesce a concentrarsi su nulla, aspetta.

Finalmente suona il campanello, apre… è lei, è splendida! 

-Come va…? Hai sentito la mia mancanza…?-.

Si lascia baciare… poi si divincola e vuole qualcosa di fresco.

L’accontenta… si fa desiderare, prima che succedesse era sfrontata, adesso fa la difficile, la leziosa.

Alla fine riesce ad abbracciarla…

-Su… Dimmi cosa vorresti farmi…-

Deve smetterla di fare così. La desidera ma vuole metterla di fronte al fatto che ha dinnanzi un uomo e non un suo compagno di giochini. Deve smettere di fare la puttanella leziosa. Deve smettere di prenderlo per il culo. Deve essere consapevole della differenza.

-Il mio culetto…? Mi vorresti inculare…? Vergogna…! Sei proprio un satiro!-.

Continua…

-Sai… non potremo vederci per un mese, vado in Sardegna con mio padre, perché non vieni anche tu con mamma? Se vieni ti darò il mio culetto... non ti negherò nulla….-

-No… il tuo bel culetto me lo dai ora…-

-No… lo avrai in Sardegna… se vieni…-

L’ha voluto lei. La prende e la rigira a pancia in giù, la comprime con il suo peso e prende a spogliarla, le strappa il poco che ha, fino ad averla nuda sotto di se. Con la mano fruga fra le sue natiche, trova il suo garofano chiuso e lo violenta, entra in lei con tutto un dito. Tutto questo mentre lei si dimena… grida… lo offende.

Bagna le dita e le passa sul buchino. Bagna anche la cappella. Prova a puntarlo…

Lei…

-No no… ti prego… mi fai male… ti prometto che te lo do… ma non mi fare male, prometto… prometto…!!-.

-Me lo dai? Senza far storie? Giura… lo so che sei una puttanella bugiarda…-

-Giuro… giuro… ma non violentarmi così… mi fai troppo male…-

Intende darle credito. La lascia…

-Porco… stronzo! Mi hai fatto male! Ma davvero mi avresti violentata? Porco…-

-Si… l’avrei fatto e non è che non lo faccio se non me lo dai…-

Vuole mettere alla prova la sua affermazione, La mette carponi, a pecora, si inginocchia dietro e le apre le natiche. Ha un meraviglioso fiore appena appena raggrinzito. La bacia… ci lascia la sua saliva… lo bacia ancora. Con le dita ora lo stimola ad allargarsi… è un gioiello il suo culo. Preferisce coglierlo così, non gli piace la violenza. Passa e ripassa la lingua… la sente farsi ricettiva. Si chiede… ma questa puttanella ha già provato tutto? Perché gli è evidente che il suo culetto è già stato violato. E non una volta sola.

Il cazzo è durissimo. Pronto. Lo bagna ripetutamente nella sua vagina bagnata e calda… poi lo avvicina. Lei… la puttanella… dimena vogliosa il suo culo. Puttana!

Lo punta e spinge un pochino. Lo ritira e riprova. Più volte… ogni volta sente il suo buchino farsi più tenero, malleabile, ogni volta riceve un po’ di più della sua verga dura. E’ un bel giocare… il suo culo è meraviglioso. Ora ha dentro quasi la cappella… nuovamente ritira e rimette… spinge. La tiene forte per i fianchi e non la lascia scantonare. Ma lei… non lo fa, ha voglia quanto lui. Vuole farsi inculare. Vuole prenderlo dentro…

Ecco! Entra la cappella… spinge… e a fatica è tutto dentro. Lo ritira per l’ultima volta. Ormai il buco è aperto… lo rimette con un colpo e la sente espirare tutto il fiato che ha in corpo. Comincia a montarla. Colpi forti… profondi fino a sbattere contro le sue natiche. Ansimano ambedue sotto lo sforzo e il piacere. Stringe tantissimo l’anello del suo buchino. Con una mano la tiene forte e con l’altra le strofina il clitoride diventato duro come un sassolino…

-Porco… davvero mi avresti violentato? Uhm… se mi fa godere sta cosa! Davvero mi avresti preso con la forza? E’ una cosa che mi fa morire… fammelo dai…! Violentami, fammi vedere come avresti fatto! Fammi male… voglio che mi sfondi… dai fammelo! Porcooo!-

Ecco… riesce a pensare, siamo alle solite, rifuggono dalla violenza ma poi la cercano per moltiplicare il loro piacere. Lei non è diversa da mille altre.

Ora le sue penetrazioni sono violente, portate con forza e a fondo! La tiene forte, le stringe le tette per farle male, le tira forte i capelli e costringe il suo corpo ad arco, la testa verso di se.

Mugola e si lamenta, a lui fa male il cazzo dai colpi ma non desiste, fino a che non gode, urla mentre si svuota dentro di lei. Non riesce a staccarsi subito, crolla sulla sua schiena… si abbatte.

Ora che ha goduto gli spiace. Gli spiace di tutto, di non essere stato in grado di controllarsi, di aver ceduto alla libidine. Di averle fatto male. 

Lei?

E’ ancora stesa sulla pancia, il suo seme le esce lentamente dal buco arrossato, largo…

-Porco… mi hai sfondata… mi hai fatto violenza… potrei farti passare un mare di guai…-

Non la sta ad ascoltare. Ora la sta baciando, lecca il suo culo e beve quanto esce…

-Ne voglio anch'io… tienilo in bocca e baciami…-

-Puttana!-

-Verrai in Sardegna? Potrai avermi in ogni modo che vorrai… potrai violentarmi, fottermi tutta… corpo e cervello, su vieni… dimmi di si…-

Ha troppa voglia di lei, del suo corpo agile ed aggraziato come quello di una silfide. Ma come fa? 

-Non lo so… e tua madre? Capirà tutto e non vorrà venirci… e tuo padre? Non ci pensi?-

-Mio padre? Si scopa quella giovane troia che ha per compagna e non capisce nulla. Siete come degli animali voi uomini maturi, volete ridiventare giovani scopando carne fresca… come te!! Ti piace la mia carne eh? Le mie tette, la mia figa e il mio culo? Ti senti giovane?-

Ha ragione. 

-Non cercherò di convincere Marta, so che non ci riuscirei…-

-Lo faccio io… le dirò che mi annoierò a morte nell'isola da sola e non so cosa combinerò, ha paura di me, sai? Che mi droghi o che mi faccia fottere da negri, marocchini o altro. Credo che preferisca così… che mi scopi tu, sei più affidabile…-

Che mente contorta. Minaccia la madre per averlo a portata di mano? La minaccia di drogarsi? Di darsi a sconosciuti con chissà che conseguenze? Di fare, altrimenti, chissà che pazzie?

Si vedrà…

E’ da quel momento che il loro rapporto si guasta, si ammala, entra in gioco e pesantemente la violenza, l’inganno è qualcosa di altrettanto deleterio. E si guasta anche il rapporto con Marta. Che nei giorni seguenti è proprio lei che gli prospetta la possibilità di andare in Sardegna, ospiti del marito. Le fa presente il problema di Laura. Non può promettere nulla ora, ha ceduto e cederà ancora. Le chiede se ne è cosciente. Si, risponde, la cosa la rattrista e contemporaneamente la turba e la gelosia aumenta la sua voglia. Che strana cosa. Dovrebbe essere furibonda che le scopa la figlia e invece è eccitata. E’ perennemente sotto tensione.

Quindi la partenza e il soggiorno nella casa del padre di Laura. Lui, il padre, ora vive con una ragazza, di appena qualche anno più grande di Laura, dalla quale ha avuto un figlio. E’ questa la causa del cambiamento? Una manifesta forma di rivalsa verso il padre? Forse…! Intanto vivono uno strano e delirante momento. Laura che non perde occasione per fare del sesso. Vuole essere presa con violenza, posseduta e penetrata, sculacciata, frustata, gode in particolar modo ad essere scopata in situazioni di pericolo, con la reale possibilità di essere scoperta. La sua libidine si moltiplica, è in perenne ricerca del piacere. Ah… quegli orgasmi rubati sul momento! 

Lo aspetta nel corridoio che porta alla sala da pranzo, appena lui arriva gli sussurra che vuole essere scopata lì… a due metri dalla porta aperta, a pochi metri dalla tavola dove sono seduti il padre, la madre, la compagna di lui. Lui la fa appoggiare con le mani alla parete e la prende così… spinge forte dentro di lei mantenendo una mano sulla sua bocca per non farla gemere. La riempie del suo sperma, gode… gode tremendamente. Ogni occasione è buona per spingerla contro una parete e metterle la mano direttamente in figa! Infilare dentro le dita e buona parte della mano e fotterla forte come fosse un cazzo enorme! O appena dietro la siepe del giardino, in ginocchio e mani a terra per essere presa nel culo con forza! E la violenza… la frusta sempre più spesso, sulle tette, sul culo e fra le cosce… proprio sul clito e questo la fa godere moltissimo. Oppure la lega… la lega e minaccia di lasciarla così, la incapretta legandole i polsi alle caviglie e costringendola a rendersi completamente disponibile. La violenza lo ubriaca. Non esiste vero sadismo in lui o almeno solo in minima parte ma il ferino rapporto con Laura lo esalta. Lo droga. 

Marta diventa strana. Si assenta per ore e per intere notti, come se non volesse assistere a quanto succede. Poi capita. Lei torna a casa, ha bevuto e nella casa al momento deserta lo accusa, gli rimprovera di trascurarla completamente, di offenderla, lui che cerca inutilmente di giustificarsi, poi sono scintille, non scambiano più una parola ma vivono attimi roventi di sesso. La prende in tutte le stanze e in tutti i modi, lei che lo graffia profondamente sulla schiena da farlo sanguinare, in un accesso di libidine e gelosia, come se volesse marchiarlo, usare i graffi e i morsi come un simbolo sessuale di proprietà. Sono morsi e graffi che segnano non solo fisicamente. Lui e lei ne sono segnati dentro. Lui vuole farle male, la prende violentemente mettendogli il cazzo segnato in bocca tenendola forte per i capelli, spingendoglielo in gola, tirandola a se… 

Dopo sono distrutti, sanno che è la fine, il loro ultimo rapporto. 

Laura vede i graffi, capisce e non lo ammette, non vuole che lui faccia sesso con la madre e cerca il modo di vendicasi. La sera stessa non rientra se non a notte inoltrata e appena in casa lo cerca in camera…

-Mi sono fatta scopare… porco… mentre tu ti scopi la troia di mia madre, mi sono fatta scopare! Guardami… sono ancora piena, erano in diversi sai? Li ho rimorchiati al pub, mi hanno portato fuori e mi hanno scopato tutti nel parcheggio, non so il numero preciso, guardami dai…! Non ne sei geloso? Violentami… porco! Vediamo se sei meglio di loro… vuoi che ti racconti dei loro cazzi duri? Di come mi hanno scopata?-

Lui è inferocito ed è eccitato, non solo per l’atto in sé, per la sua pazza gelosia, non ammette che lei lo voglia deridere, umiliare. 

La prende per il collo e stringe, le urla…

-Puttana… puttana… ora ti farò passare la voglia di fare la puttana… hai reso la mia vita un inferno… Puttana!-

E intanto la possiede con estrema violenza e stringe, lei si sente mancare l’aria mentre le mani stringono forte la sua gola, il suo respiro si fa un rantolo, istintivamente si difende piantandogli le unghie sul viso, sulle spalle. Hanno ambedue fortuna che lui viene quasi subito. Godono ambedue del feroce amplesso ma poi, lui… nell'attimo che riprende lucidità vede con orrore le ecchimosi che le ha provocato alla gola e si chiede angosciato cosa potrebbe succedere se continua in questo folle rapporto…!

Non sa spiegarsi come ha fatto a precipitare all'inferno. Perché ora lui è all'inferno.

Si rende conto che è stato ad un attimo dall'ucciderla. Un solo brevissimo attimo e sarebbe successo. E constata che a lei la cosa è piaciuta, piaciuta in una maniera folle. Gode forse nel sentire la propria vita legata a un filo? Forse ama la morte e non la vita. Sa che se non fugge lo rifarà, lo rifaranno, arriveranno alla estrema conseguenza?

Lui ha paura di se stesso. Si rende conto di aver perso la sua razionalità, di non potersi più controllare.


L’epilogo è presto detto. 

E’ l’ultima volta. 

Si sente talmente sbagliato. 

E’ nel posto sbagliato. Con la persona sbagliata.

Cerca un modo per districarsi da una situazione che gli è diventata sgradevole.

La mattina stessa lascia la Sardegna, torna a casa senza spiegazioni.

In realtà non vuole più né Laura, né Marta.


A casa prova un senso grandissimo di sollievo. 

Ritrova con piacere le cose che gli erano prima insignificanti e che ora riconsidera importanti.


Riprende se stesso e si rimette nuovamente nel fiume della vita.


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