domenica 11 novembre 2018

IL GIOVANE MONACO.

Il viaggio.
Heradiana.
Il viaggio per raggiungere la chiesa del manoscritto dura alcuni giorni.
Il viaggio gli è di gran beneficio, il ricordo del monaco suo amante si smarrisce. La fatica fisica fa si che la notte dorma profondamente.
Da lontano la chiesa non lo colpisce particolarmente.

Piccola e non interessante, vicino ad essa quella che deve essere la canonica si presenta come una casa mal tenuta, con orto e giardino trascurati.
Nell'avvicinarsi maggiormente vede una figura sull'aia. E' una donna. Si ferma ad osservarla prima di annunciarsi.
E' una giovane.

Quello che colpisce istantaneamente sono i capelli. Colore del fuoco e mossi, dei capelli fiammeggianti. E... il suo abbigliamento, veste un corsetto che espone due globi di carne bianca. 
Danno l'impressione di esplodere da tanto sono pieni e sodi.
Gerbert ne e' immensamente turbato.
Prende coraggio e si avvicina, quando e' a portata di voce chiede del curato.

Se e' presente, se per favore lo può chiamare.
Vuole la presenza rassicurante di un uomo. Ha paura delle donne. Ne subisce troppo la sconvolgente presenza.
La ragazza gli fa cenno di avvicinarsi.

Non risponde subito alla domanda, gli chiede invece se e' il monaco mandato per esaminare il manoscritto.
Vuole sapere come si chiama. Lo guarda, lo esamina. Gli dice che lei e' Heradiana, nipote del curato. Non sa dove sia lo zio, forse a dare conforto religioso a qualche bisognoso.
Il nome colpisce Gerbert, non trova compatibile con l'ufficio religioso dello zio un nome pagano del genere: Hera... la moglie di Zeus, donna crudele e vendicativa e amante di Crono. Diana... dea della luna e immaginata al tempo come complice del diavolo nell'organizzare i Sabba... i congiungimenti delle streghe con il demonio.
Lo invita ad entrare e gli da del pane e del formaggio, gli porta una brocca di vino.

Mentre lo serve mostra abbondantemente il seno, un seno che pare vivere di vita propria. Si muove... sobbalza, causa sconcerto e disperazione nel monaco che non sa dove rivolgere gli occhi provocando le risate e i motteggi della ragazza.
No... il manoscritto e' custodito dallo zio.

Vuole il reverendo frate vedere dove sarà alloggiato?
Gerbert è impensierito dal fatto che dormirà sotto lo stesso tetto con questa femmina.
Spera di poter resistere a ogni tentazione.
Chiama in suo aiuto i santi del paradiso morti vergini.
La tentazione inizia subito. Non passa neanche una decina di minuti che la ragazza entra nella camera con un mastello. Lo invita a lavarsi. Gli porterà dell’acqua che ha messo a riscaldare. Poco dopo ritorna, riempie la tinozza e esce. Convinto di poter contare sulla riservatezza si spoglia e entra nell'acqua, ha appena iniziato a lavarsi che lei rientra con dell'altra acqua calda... lui e' in piedi dentro la tinozza, si copre i genitali con le mani.
Rosso come i capelli della ragazza, la prega di uscire. Le ricorda che lui e' un religioso e che la regola vieta contatti del genere. Lei ride... versa l'acqua e poi prende un grossa pietra porosa di fiume e inizia a passargliela sulla schiena, lo massaggia, gli dice che lo fa anche allo zio. E che anche lo zio e' un religioso. Lui non deve vedere il male dove il male non c'è'!
Gerbert e' senza parole. Con le mani si copre il pube ma contro la sua volontà la sua verga inizia a ingrossarsi.
Ora sono le mani della giovane a portare l'acqua sulle sue spalle e lavargliele, sente le sue unghie scorrere lungo la sua schiena in una lunga felina carezza e raggiungere i suoi glutei e la voce di lei esclamare che e' bello, che ha il corpo di una divinità pagana.
Ora e' eccitato e le sue mani non riescono più a coprire nulla.


Heradiana si porta davanti e alla vista della verga dura le esce una esclamazione di eccitato stupore. E mentre allunga una mano e fa per scostare quelle di lui... una voce la chiama dall'atrio...
Con una risata argentina lo deride e dice che avranno ancora modo di conoscersi e lo lascia. La cosa non consola affatto Gerbert, vede già che la sua permanenza in questo luogo sarà un calvario.
La voce sentita e' quella del curato. Poco dopo ne fa la conoscenza. Un uomo robusto e rubizzo, con la tonaca in disordine e sporca. Terminati i convenevoli Gerbert chiede di poter esaminare il manoscritto, l'uomo lo accompagna nella sagrestia della chiesa, lo estrae da un armadio e glielo consegna. Ad un primo esame sembra antico... o almeno antico e' l'esterno, la rilegatura composta da due tavolette di legno che tiene unito il contenuto, molti fogli di pergamena legati da cordicelle di cuoio.
Lo apre... una lingua sconosciuta alla prima occhiata. Non latino...
Cerca il ductus del testo, la disposizione e l'orientamento delle lettere per poterne determinare la datazione. Chiede di spostare il tavolo sotto la finestra e di essere lasciato solo.
Il curato gli porta una candela da accendere quando il sole scenderà e lo lascia.
Gerbert nota subito che il manoscritto non e' comune. A margine sono riportate annotazioni di numeri e simboli che non capisce. Ogni tanto legge una parola che comprende ma che nel contesto non significa nulla. Dimentica tutto e presto passano le ore. 

E' Heradiana che entra e lo distoglie dal suo compito. Gli si appoggia contro e lui sente il suo seno morbido premere. La riprende severamente... le dice che deve aver rispetto, rispetto per lui e per il luogo. Sono in una chiesa! Lei ride... e lo informa che è in tavola la cena.
Siedono in tre alla tavola. I due religiosi ai due capi e la ragazza fra loro, serve un'anziana donna che mangia sulla porta in piedi e che lo guarda con curiosità e malizia. La cena non e' proprio frugale, abbastanza consistente per il tempo, una zuppa di segale, della carne, pane, formaggio, frutta secca e vino. Gerbert mangia con appetito.
Non guarda la ragazza, mai. La evita ma subisce la sua presenza. E' elettrizzato, sente dei brividi lungo la schiena ed e' eccitato.
Poi succede un fatto strano... inspiegabilmente vede il proprio cucchiaio muoversi e cadere a terra... si china per raccoglierlo e vede sotto il tavolo le gambe della ragazza completamente scoperte, nude, vede il biancore delle sue cosce. Gli sembra di percepire un afrore forte che immagina sia della sua femminilità e si illanguidisce, sente il proprio sangue scorrere nelle vene come un torrente in piena...

La notte...

E non basta anche il curato ha le gambe scoperte... aperte... nude!
E mostra una grossa verga dura nodosa, rigida... ! Si sta toccando...
Si rialza ed e' sbalordito! Senza parole li guarda e incontra i loro sguardi tranquilli... interrogativi. Si sente perdere nel vuoto nero dei loro occhi, si alza da tavola e si ritira in fretta senza una parola. Nella sua camera, alla luce della candela, cerca di decifrare il manoscritto, cerca di non pensare al biancore di quelle cosce, cerca di stordirsi. Ad un certo momento crede di poter catalogare lo scritto, ha sentito parlare della Scrittura Beneventana, di provenienza longobarda in uso nell'Italia meridionale ma non ne conosce i particolari... e poi perché' ogni tanto rileva una parola comprensibile? Di un tratto... si sente aprire la mente, un lampo di luce improvvisa e una voce che gli dice...:
"come il bue arando percorre il campo..." e ricorda la scrittura bustrofedica, antica scrittura greca in cui le lettere si susseguono in un rigo da sinistra a destra e nella successiva da destra a sinistra. Prova a leggere con questo sistema ma ancora tutto gli e' incomprensibile...
E ancora la voce nella mente... "quattro e ancora quattro...".
Cosa? Quattro righe e quattro parole? O ogni quarta riga e la quarta parola?
E di chi è la voce? E perché?
Mentre e' intento nella sua opera inizia a sentire dei colpi ritmati e dei gemiti, dapprima cerca di ignorarli... ma ora oltre ai gemiti sente delle urla ricorrenti e delle imprecazioni, la sua prima interpretazione e' che lo zio stia picchiando la ragazza sua nipote, vuole intervenire, apre la porta e segue la provenienza di quei gemiti...
Da una porta socchiusa esce della luce e Gerbert si avvicina e quanto vede lo colpisce al basso ventre... lo eccita istantaneamente.
Heradiana e' seduta nuda a cavalcioni sulle gambe dello zio e si alza e si abbassa ritmicamente tenendosi con le mani alle spalle dell'uomo. Lo zio le sta gridando che e' un vero demonio, che lo sta svuotando di ogni energia, che e' una puttana, lei ogni pochi minuti si inarca e prende a muoversi più violentemente ancora e urla, urla e dice di godere, di godere della sua verga infaticabile... e riprende a muoversi. Gerbert sente l'odore... odore di femmina e odore dello sperma maschile e nota appoggiata alla parete una figura allucinante... una nera figura alata, riconosce le sembianze della vecchia domestica, ma che subito la vede trasformarsi. Nuda... anch'essa come la ragazza e l'uomo, ma non più curva e invecchiata, no...! Ora e' nelle forme di una bellissima donna, procace, dal grosso seno e dai fianchi larghi.
La ragazza sente la sua presenza... alza gli occhi, lo guarda mentre geme e gode, le sue mammelle si alzano e si abbassano seguendo i movimenti del suo corpo e in quel momento esplode in un lungo orgasmo e grida... smania... mentre le mani dell'uomo le tengono fortemente le natiche e le lasciano i segni delle dita.
Si alza, lascia l'uomo e si rivolge verso lui, le cosce rigate dallo sperma dell’amplesso e il viso pieno di libidine lo guarda fisso
E la sua voce, ora roca e deformata dalla lussuria gli dice... che lo vuole... che deve essere suo...


E si muove anche l'altra figura di donna
Gerbert lascia la stanza precipitandosi in camera sua e qui barricando la porta con un pesante cassettone, si mette in ginocchio e chiede soccorso pregando. Ha il respiro affannoso e il cuore che gli batte in gola
Rivede i corpi provocanti delle due donne risente i gemiti, i forti colpi che la mano dell'uomo portava sulla natica della ragazza, le parole con le quali le si rivolgeva

Sente spingere la porta vede il pesante cassettone muoversi...

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