Lisa... la chiamiamo Lisa questa ragazza?
Vada per
Lisa, tanto non ha importanza, è solo una favola sia pur per
adulti.
Lisa appena torna a casa da scuola trova la madre ad aspettarla, la quale come "al solito" le chiede dove è stata, dove si è fermata, perché ha fatto così tardi e lei... "come al solito"... le racconta che si è fermata con le amiche fuori da scuola, mentre la verità è che... "come al solito"... si è vista con il suo ragazzo.
Si sono appartati e si sono baciati a lungo. Lei stretta a lui sentiva il duro del suo ventre, come le altre volte lo ha accarezzato mentre lui accarezza lei fra le cosce. Hanno goduto così in mancanza di meglio, lei con la mano di lui che le strofinava il solco umido e gonfio, lui con lei che lo masturbava fino a farlo venire.
Ora è ancora bagnata, ancora eccitata, non sazia.
Vuole raggiungere la sua camera e spogliarsi, vuole portarsi la mano al naso, sentire l'odore forte del suo sperma, annusare... leccare le dita e vuole godere ancora. Userà quel pennarello bello grosso. Lo struscerà, si penetrerà spingendolo forte con una mano, mentre con l'altra strofinerà il suo bel clito.
Ma non è così che va.
La madre le dice che deve andare a casa del sig. Luigi, che oggi lei non può andarci per un impegno, deve portargli delle medicine.
E' malato da tempo il pover'uomo.
Lisa cerca di eludere la cosa.
Dice che è stanca, dice che ha da studiare, dice che ha mal di testa e che vuole distendersi. Ma la madre non vuole sentir ragione e Lisa deve cedere.
Brontolando prende il sacchetto con i medicinali.
E' autunno inoltrato, fa già freddo e mentre inforca la sua bicicletta indossa il suo berretto.
Un berretto con tanto di ponpon.
Un cappuccetto rosso, rosso fiammante.
Il sig Luigi non abita distante, giusto cinque minuti.
La madre vi si reca in macchina ogni giorno da tempo ormai.
Ma cinque minuti in una grande città sono pericolosi quanto una volta attraversare il bosco del lupo cattivo.
Ma ora?
I lupi cattivi, se ce ne sono ancora, sono tutti a giocare a dama in qualche bettola, invecchiati... imbolsiti. Sono un pericolo invece le Cappuccetto Rosso... smaliziate e senza più decoro, perennemente affamate.
Lisa appena torna a casa da scuola trova la madre ad aspettarla, la quale come "al solito" le chiede dove è stata, dove si è fermata, perché ha fatto così tardi e lei... "come al solito"... le racconta che si è fermata con le amiche fuori da scuola, mentre la verità è che... "come al solito"... si è vista con il suo ragazzo.
Si sono appartati e si sono baciati a lungo. Lei stretta a lui sentiva il duro del suo ventre, come le altre volte lo ha accarezzato mentre lui accarezza lei fra le cosce. Hanno goduto così in mancanza di meglio, lei con la mano di lui che le strofinava il solco umido e gonfio, lui con lei che lo masturbava fino a farlo venire.
Ora è ancora bagnata, ancora eccitata, non sazia.
Vuole raggiungere la sua camera e spogliarsi, vuole portarsi la mano al naso, sentire l'odore forte del suo sperma, annusare... leccare le dita e vuole godere ancora. Userà quel pennarello bello grosso. Lo struscerà, si penetrerà spingendolo forte con una mano, mentre con l'altra strofinerà il suo bel clito.
Ma non è così che va.
La madre le dice che deve andare a casa del sig. Luigi, che oggi lei non può andarci per un impegno, deve portargli delle medicine.
E' malato da tempo il pover'uomo.
Lisa cerca di eludere la cosa.
Dice che è stanca, dice che ha da studiare, dice che ha mal di testa e che vuole distendersi. Ma la madre non vuole sentir ragione e Lisa deve cedere.
Brontolando prende il sacchetto con i medicinali.
E' autunno inoltrato, fa già freddo e mentre inforca la sua bicicletta indossa il suo berretto.
Un berretto con tanto di ponpon.
Un cappuccetto rosso, rosso fiammante.
Il sig Luigi non abita distante, giusto cinque minuti.
La madre vi si reca in macchina ogni giorno da tempo ormai.
Ma cinque minuti in una grande città sono pericolosi quanto una volta attraversare il bosco del lupo cattivo.
Ma ora?
I lupi cattivi, se ce ne sono ancora, sono tutti a giocare a dama in qualche bettola, invecchiati... imbolsiti. Sono un pericolo invece le Cappuccetto Rosso... smaliziate e senza più decoro, perennemente affamate.
Lisa per esempio?
Ha perso
la verginità alle medie e il sesso è il suo trastullo principale.
Lisa ha la chiave così evita al sig. Luigi di alzarsi.
Nell'entrare getta una voce... lo avvisa del suo arrivo.
L'uomo è sul letto... disteso.
Ha sempre fatto un effetto contrastante a Lisa il sig. Luigi.
Sa che ha affetto per lei, la copre infatti di regali, di gentilezze, di carinerie.
Nel contempo la guarda strano, sente a volte le sue occhiate scivolarle lubriche sulle cosce, sul seno, sulle natiche, lo sguardo fissarsi su di un punto del suo ventre e non staccarsi più.
Lo saluta, lui stranamente non chiede perché viene lei e non la madre.
E' pallido, soffre di dolori alla schiena da tempo.
Lisa vuole espletare in fretta il suo compito e tornare a casa ma lui la trattiene.
La fa sedere a fianco letto.
Chiede della scuola, di come sta.
Le chiede se ha il ragazzo, alla sua risposta negativa ride dubbioso dicendole che non è possibile che una bella figliola come lei non abbia il ragazzo.
Poi le chiede se può fargli un massaggio alla schiena.
La mamma di Lisa glielo fa ogni pomeriggio e lui ne ha gran beneficio.
Lisa tituba, si schernisce, si dice incapace ma dietro le sue insistenza cede.
L'uomo è alto e robusto, grosso tutto. Si toglie la giacca del pigiama e si gira mostrando una schiena larga, pelosa.
Fa uno strano effetto a Lisa appoggiare la sua manina e spalmare la crema lenitiva, sente la muscolatura potente dell'uomo. Non ha mai pensato a lui come soggetto sessuale ma ora ne sente l'attrazione.
Sente che si sta eccitando, si sente bagnare sotto, diventare gonfia e sensibile, sente il clito spingere fra le grandi labbra, il vuoto al basso ventre.
E quando l'uomo si rigira, si abbassa i pantaloni e si mostra non si meraviglia più di tanto.
E' una cosa che in pochi attimi diventa da temuta a desiderata.
Si mostra l'uomo.
E' nudo ora il porco e mostra un grosso cazzo duro, diritto, grosso, scappellato, una cappella tesa e lucida a forma di cuneo, Lisa non immaginava che esistessero cazzi tanto larghi. Ne ha conosciuti, pensava di averne visti anche di notevoli, ma questo?
E' una forza della natura questo cazzo.
L'uomo le prende la mano e la guida. Accompagna il suo movimento. Lisa sente sotto le dita le grosse vene turgide, la nervatura tesa sotto l'asta, lascia che la sua mano venga guidata sul grosso scroto, constata la potenza di quei coglioni da toro.
Sente la sua voce, seducente ora, calda e si scioglie sotto. Le lascia la mano e lei continua la lenta masturbazione da sola. Spinge con le dita la pelle del prepuzio sull'asta e poi ritorna a ricoprire la cappella. Si bagna con la lingua le labbra diventate asciutte.
Sente la grossa mano dell'uomo sulla sua testa, le dita intrecciarsi nei capelli e poi tirarla giù costringerla sul suo ventre.
Le ingiunge di leccarlo, di succhiarlo, di prenderlo in bocca, tutto... tutto fino ai coglioni, lei prima ancora di raggiungerlo con la bocca ne sente il forte odore, odore di maschio, odore di sudore misto a quello proprio dell'inguine maschile.
Lecca, lecca la cappella, con la lingua scivola lungo la nervatura sotto l'asta fino a raggiungere lo scroto per poi tornare su e riempirsi la bocca di lui, il grosso cazzo entra a fatica, lei deve aprire completamente le labbra, si sente riempire la bocca, le provoca un conato di vomito tempestivamente domato mentre lui le spinge la testa sul ventre e il grosso bastone di carne le violenta la bocca, le arriva in gola.
E sente la voce dell'uomo, roca, impastata di passione, di libidine, di bestialità... parlarle...
La chiama puttanella, le dice che e' una piccola troia calda e disponibile, piena di libidine, una vera mangia cazzi.
Le dice che è meglio di sua madre, che è puttana quanto lei ma che almeno è giovane e fresca e che i suoi capelli profumano di gelsomino... di primavera.
La cosa della madre la colpisce direttamente fra le cosce, sapere che quest'uomo fa queste stesse cose con sua madre le fa un effetto devastante.
Ora davvero sa che non esistono limiti.
Se ne compiace, non è lei diversa, lo pensa mentre si sente dilaniare dalla libidine.
E quando l'uomo glielo chiede, lei si spoglia, lentamente, proprio per farlo impazzire dalla voglia, per dimostrargli che è più porca della madre.
Si accarezza... si accarezza il bel seno, strizza fra pollice e indice i capezzoli, li fa indurire, passa la mano sul ventre e raggiunge la sua figa. Si accarezza, passa l'indice lungo lo spacco fra le grandi labbra che ora sono tumide e irrorate, spinge....entra fra loro e strofina il suo umidore. Allarga la figa e si mostra, si mostra all'uomo che si sta masturbando lentamente... che scuote con la mano il grosso cazzo.
Sale sul letto, l'uomo deve stare sdraiato. Lo scavalca con una gamba e in piedi sopra lui insiste nella sua carezza intima, poi guardandolo sempre negli occhi si abbassa lentamente e prende il cazzo con le due mani e lo strofina a lungo sulla figa... a lungo... inizia dal tratto perineo e gli fa percorrere tutto fino al ventre, lo fa strusciare sulla sua figa aperta.
Sente la forza belluina di questo cazzo enorme.
Lo punta infine e piano... mentre la cappella l'allarga... mentre sforza... lentamente si lascia impalare completamente... lo prende tutto... tutto... fino alla radice.
Si sente piena... si sente aperta... si sente sformata... larga...
Lui la prende per i fianchi e l'alza, l'alza fino a quasi uscire e poi la fa ricadere con forza causando in ambedue un sospiro... un gemito.
Ancora... ancora.
E Lisa gode... gode... gode mille volte più che con il suo ragazzo. Gode del cazzo... gode nel sentirsi più puttana della madre, gode nel sapere che piace al suo amante più di lei.
Sente l'urlo dell'uomo mentre si svuota in lei, mai riteneva che si potesse avere tanto sperma, sente la sborra calda rifluire da lei e colare fino sul ventre dell'uomo... una quantità incredibile.
L'uomo la prende ancora quel lungo pomeriggio, le fa raggiungere livelli incredibili di libidine. Alla fine la costringe a leccargli il suo culo peloso e la lascia andare. Le promette o meglio la minaccia di prendere anche il suo bel culo, di sfrangiare completamente quel bel garofano, di rovinarla, di farla camminare a gambe larghe per giorni!
E le dà... cento euro.
A casa... alla domanda della madre su come è andata con il sig. Luigi, Lisa... risponde pari pari...
-E' andata bene... devo ringraziarti di aver mandato me. Mi ha detto di dirti che domani vuole ancora me, dice che sono più puttana di te, che lo faccio godere di più...-.
Ah... non esiste più Cappuccetto Rosso! Si è persa nel percorrere la difficile strada della vita...
Un saluto.
T.
Lisa ha la chiave così evita al sig. Luigi di alzarsi.
Nell'entrare getta una voce... lo avvisa del suo arrivo.
L'uomo è sul letto... disteso.
Ha sempre fatto un effetto contrastante a Lisa il sig. Luigi.
Sa che ha affetto per lei, la copre infatti di regali, di gentilezze, di carinerie.
Nel contempo la guarda strano, sente a volte le sue occhiate scivolarle lubriche sulle cosce, sul seno, sulle natiche, lo sguardo fissarsi su di un punto del suo ventre e non staccarsi più.
Lo saluta, lui stranamente non chiede perché viene lei e non la madre.
E' pallido, soffre di dolori alla schiena da tempo.
Lisa vuole espletare in fretta il suo compito e tornare a casa ma lui la trattiene.
La fa sedere a fianco letto.
Chiede della scuola, di come sta.
Le chiede se ha il ragazzo, alla sua risposta negativa ride dubbioso dicendole che non è possibile che una bella figliola come lei non abbia il ragazzo.
Poi le chiede se può fargli un massaggio alla schiena.
La mamma di Lisa glielo fa ogni pomeriggio e lui ne ha gran beneficio.
Lisa tituba, si schernisce, si dice incapace ma dietro le sue insistenza cede.
L'uomo è alto e robusto, grosso tutto. Si toglie la giacca del pigiama e si gira mostrando una schiena larga, pelosa.
Fa uno strano effetto a Lisa appoggiare la sua manina e spalmare la crema lenitiva, sente la muscolatura potente dell'uomo. Non ha mai pensato a lui come soggetto sessuale ma ora ne sente l'attrazione.
Sente che si sta eccitando, si sente bagnare sotto, diventare gonfia e sensibile, sente il clito spingere fra le grandi labbra, il vuoto al basso ventre.
E quando l'uomo si rigira, si abbassa i pantaloni e si mostra non si meraviglia più di tanto.
E' una cosa che in pochi attimi diventa da temuta a desiderata.
Si mostra l'uomo.
E' nudo ora il porco e mostra un grosso cazzo duro, diritto, grosso, scappellato, una cappella tesa e lucida a forma di cuneo, Lisa non immaginava che esistessero cazzi tanto larghi. Ne ha conosciuti, pensava di averne visti anche di notevoli, ma questo?
E' una forza della natura questo cazzo.
L'uomo le prende la mano e la guida. Accompagna il suo movimento. Lisa sente sotto le dita le grosse vene turgide, la nervatura tesa sotto l'asta, lascia che la sua mano venga guidata sul grosso scroto, constata la potenza di quei coglioni da toro.
Sente la sua voce, seducente ora, calda e si scioglie sotto. Le lascia la mano e lei continua la lenta masturbazione da sola. Spinge con le dita la pelle del prepuzio sull'asta e poi ritorna a ricoprire la cappella. Si bagna con la lingua le labbra diventate asciutte.
Sente la grossa mano dell'uomo sulla sua testa, le dita intrecciarsi nei capelli e poi tirarla giù costringerla sul suo ventre.
Le ingiunge di leccarlo, di succhiarlo, di prenderlo in bocca, tutto... tutto fino ai coglioni, lei prima ancora di raggiungerlo con la bocca ne sente il forte odore, odore di maschio, odore di sudore misto a quello proprio dell'inguine maschile.
Lecca, lecca la cappella, con la lingua scivola lungo la nervatura sotto l'asta fino a raggiungere lo scroto per poi tornare su e riempirsi la bocca di lui, il grosso cazzo entra a fatica, lei deve aprire completamente le labbra, si sente riempire la bocca, le provoca un conato di vomito tempestivamente domato mentre lui le spinge la testa sul ventre e il grosso bastone di carne le violenta la bocca, le arriva in gola.
E sente la voce dell'uomo, roca, impastata di passione, di libidine, di bestialità... parlarle...
La chiama puttanella, le dice che e' una piccola troia calda e disponibile, piena di libidine, una vera mangia cazzi.
Le dice che è meglio di sua madre, che è puttana quanto lei ma che almeno è giovane e fresca e che i suoi capelli profumano di gelsomino... di primavera.
La cosa della madre la colpisce direttamente fra le cosce, sapere che quest'uomo fa queste stesse cose con sua madre le fa un effetto devastante.
Ora davvero sa che non esistono limiti.
Se ne compiace, non è lei diversa, lo pensa mentre si sente dilaniare dalla libidine.
E quando l'uomo glielo chiede, lei si spoglia, lentamente, proprio per farlo impazzire dalla voglia, per dimostrargli che è più porca della madre.
Si accarezza... si accarezza il bel seno, strizza fra pollice e indice i capezzoli, li fa indurire, passa la mano sul ventre e raggiunge la sua figa. Si accarezza, passa l'indice lungo lo spacco fra le grandi labbra che ora sono tumide e irrorate, spinge....entra fra loro e strofina il suo umidore. Allarga la figa e si mostra, si mostra all'uomo che si sta masturbando lentamente... che scuote con la mano il grosso cazzo.
Sale sul letto, l'uomo deve stare sdraiato. Lo scavalca con una gamba e in piedi sopra lui insiste nella sua carezza intima, poi guardandolo sempre negli occhi si abbassa lentamente e prende il cazzo con le due mani e lo strofina a lungo sulla figa... a lungo... inizia dal tratto perineo e gli fa percorrere tutto fino al ventre, lo fa strusciare sulla sua figa aperta.
Sente la forza belluina di questo cazzo enorme.
Lo punta infine e piano... mentre la cappella l'allarga... mentre sforza... lentamente si lascia impalare completamente... lo prende tutto... tutto... fino alla radice.
Si sente piena... si sente aperta... si sente sformata... larga...
Lui la prende per i fianchi e l'alza, l'alza fino a quasi uscire e poi la fa ricadere con forza causando in ambedue un sospiro... un gemito.
Ancora... ancora.
E Lisa gode... gode... gode mille volte più che con il suo ragazzo. Gode del cazzo... gode nel sentirsi più puttana della madre, gode nel sapere che piace al suo amante più di lei.
Sente l'urlo dell'uomo mentre si svuota in lei, mai riteneva che si potesse avere tanto sperma, sente la sborra calda rifluire da lei e colare fino sul ventre dell'uomo... una quantità incredibile.
L'uomo la prende ancora quel lungo pomeriggio, le fa raggiungere livelli incredibili di libidine. Alla fine la costringe a leccargli il suo culo peloso e la lascia andare. Le promette o meglio la minaccia di prendere anche il suo bel culo, di sfrangiare completamente quel bel garofano, di rovinarla, di farla camminare a gambe larghe per giorni!
E le dà... cento euro.
A casa... alla domanda della madre su come è andata con il sig. Luigi, Lisa... risponde pari pari...
-E' andata bene... devo ringraziarti di aver mandato me. Mi ha detto di dirti che domani vuole ancora me, dice che sono più puttana di te, che lo faccio godere di più...-.
Ah... non esiste più Cappuccetto Rosso! Si è persa nel percorrere la difficile strada della vita...
Un saluto.
T.
1 commento:
Queste favole!
Queste favole intendevo...
Rocco
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