domenica 11 agosto 2019

IL SEGRETO DELLA BIBLIOTECA- 2^ episodio.

Boccasile - Artist.



I ragazzi mi precedono, noto la rotondità del fondo schiena di Anais e i glutei raccolti e muscolosi del fratello, saliamo una rampa di scale, aprono una porta e mi fanno entrare. 



-Ecco la tua stanza. C’è il bagno, per ogni tua necessità rivolgiti ad Anita o a noi, cercheremo di fare del tuo soggiorno un periodo indimenticabile…- 



Sorrido ma sento sta dicendo sul serio. 



-Grazie, siete molto gentili e anche bellissimi, per contraccambiare il vostro complimento di poco fa…-.
-Ora andiamo…-. 
-Io vorrei tornare in biblioteca…-. 
-Puoi fare tutto quello che vuoi, se vuoi qualcosa chiamaci, siamo a tua completa disposizione per ogni cosa. Siamo in giro o nella nostra stanza che è quella proprio di fronte alla tua -. 

Dormono nella stessa stanza? Magari nello stesso letto? Inizio a pensarci e mi agito, mi eccito. Queste cose mi fanno perdere la testa. Torno in biblioteca e prendo un altro volume e mi perdo nel suo esame, nel tardo pomeriggio torno in camera. Provo il materasso, guardo dalla finestra che da sulla piscina al momento deserta, in bagno mi spoglio e faccio una veloce doccia, mentre sono sotto l’acqua penso ai due gemelli che dormono assieme e mi eccito. 
Ho un accenno di erezione non completa. 
Cerco l’asciugamano ma non c’è, poi si apre la porta ed entra Anita, porta in braccio un set di asciugamani e le lenzuola per il letto. 

-Scusi, ho bussato ma non mi ha sentito, torno più tardi…-. 
-Ma no… Anita, è lo stesso… arrivi in tempo, mi allunghi un asciugamano per favore? Sono sotto la doccia…-.

Entra in bagno. 

-Ecco…-. 

Prendo il telo dalle sue mani, il suo sguardo passa sul mio corpo e si sofferma sul mio ventre, non è uno sguardo di sfuggita ma un vero e proprio esame. Questo solletica il mio ego, mi fa piacere il suo sguardo aperto di approvazione, ora l’erezione è completa, mi metto in mostra dato che vuol vedere. Vorrei prenderla, tirarla nella la doccia e scoparla contro la parete ma non succede altro, mi trattengo. Mi rivesto e torno in biblioteca mentre lei fa il letto. Passa il tempo, entra Miro e mi avvisa che mi aspettano per la cena. Li raggiungo e mi scuso. 

-Puoi mangiare con noi o a tuo gradimento mangiare quando desideri, basta chiedere a Anita…-. 

Ha avvisato la madre che ancora deve decidere, presume che sarà d’accordo con la mia proposta ma si riserva di darmi la conferma. Passo la serata nella biblioteca, dovrei procedere nel mio lavoro, catalogare… fare un elenco ma sono assorto nell'esaminare una specie di catalogo di oggetti sessuali dell’epoca per donne, ricordo che già dai tempi di Ippocrate si credeva che la mancanza di attività sessuale nuocesse alla salute delle donne nubili che non potevano, come gli uomini, ricorrere a "rimedi" come le prostitute. Per risolvere problemi tipo l'amenorrea- la mancanza di mestruazioni- il medico consigliava quindi di avvalersi di primitivi giocattoli erotici. Nell'anno mille Trotula de Ruggiero, influente medico-donna salernitano, suggeriva, laddove il coito non fosse possibile, l'inserimento in vagina di un curioso fallo di lana cardata ricoperto di unguento. 
Il XV secolo venne persino definito il secolo d'oro della sessualità in convento. 
Nel Seicento invece fioriva intorno alla Veneta Accademia degli Incogniti una produzione di letteratura erotica mentre in Francia prosperava un sotto mercato di libretti osé a sfondo religioso come Venere nel chiostro (1682). Nel Cinquecento, si consigliava alle donne terapie per l'isteria dove una levatrice doveva solleticare la parte superiore del collo dell'utero con oli essenziali. 
Ma niente sex toy. 
Pietro Aretino parla di un -vetriolo di Bernardo-, riempito dalle monache con acqua calda attraverso un apposito –bucolico-. Questi oggetti erano secondo lui piuttosto diffusi. 
Nelle carte di un processo celebrato a Dieppe nel 1717, si legge poi di un tornitore che fabbricava oggetti infami e impudici in avorio, più prestigiosi e costosi di quelli in osso. Erano vuoti per essere riempiti con latte. Nel Settecento i sex toy vissero il loro periodo più clandestino. I giocattoli erotici trovavano quindi posto solo nel filone medico che considerava curativa la masturbazione femminile. E così, sia nel Settecento che nell'Ottocento, si trova traccia di giocattoli erotici mirati alle donne come la "doccia vaginale", un getto d'acqua per curare depressione, irritabilità, nervosismo, insonnia. Fu proprio l'uso terapeutico del massaggio vulvare a dare un impulso alla tecnologia dei sex toy sulla fine dell'Ottocento, quando vennero perfezionati i vibratori: ne nacquero a manovella, ad acqua, a pedale, e dal 1883, elettrici. Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito si potevano persino comprare sui cataloghi postali, che li presentavano come "l'aiuto che ogni donna apprezza". 
Sono preso dalla lettura e contemporaneamente sono eccitato, mi trovo a passare la mano nervosamente sul ventre, ho il cazzo duro e prendo a menarlo sopra i calzoni, quando mi accorgo di essere osservato, alzo gli occhi e vedo i due gemelli che mi fissano, mi chiedo da quanto sono lì. 
E’ Anais che parla, mi chiede se possono fermarsi, dice che le piace guardarmi lavorare e io capisco da come lo dice che mi hanno visto toccarmi. Si siedono, chiedo loro se conoscono i libri che sto esaminando e lei risponde candidamente di si, che si sono masturbati e si masturbano ancora tantissimo a leggerli. 
Sarà l’atmosfera della biblioteca? 
Credo di sapere come evolverà la cosa ma ho timore di un passo falso. E lei mi sorprende ancora, mi dice che Rula, la sorella, sa che sono qui con me. Sono senza parole ed ho un vuoto significativo al basso ventre. Chiedo se si masturbavano assieme. Si… conferma… assieme e che il Maestro li guardava mentre lo facevano. 
Chi? Loro padre? 
Il pensiero mi infiamma. 
Ormai sono privo di volontà, non voglio certo eludere il loro offrirsi, sono disorientato ma ho una intuizione. E’ una prova, si… mi stanno mettendo alla prova e sono tutti d’accordo. 
Loro, Rula e la madre. 
Cosa davvero vogliono da me? 
Con voce roca… dico loro di farlo, di masturbarsi davanti a me. Di farlo come facevano con il Maestro. Loro si spogliano e nudi salgono sul grande tavolo, si stendono una a fianco all'altro. Sono bellissimi… Lei? Un seno già pieno, due coppe perfette con dei capezzoli che sembrano piccole fragole, un corpo snello eppur seducente, le curve dei fianchi morbide ma decise e fra le cosce una vagina depilata, uno spacco gonfio. Splendida! Lui? Un corpo di uomo non ancora completamente maturo ma un cazzo duro, teso. Lungo e curvo verso l’alto, coperto… 
E' sempre lei che prende l’iniziativa, si accarezza, prima il magnifico seno e poi fra le cosce. Passa le dita in lunghe carezze. Ora preme… cerca il suo clitoride e lo strofina. Si bagna di saliva ripetutamente le dita che sanno di lei, la sua conchiglia mostra i primi segni della sua eccitazione. Gocce di rugiada. Milo si masturba lentamente mentre il suo sguardo non mi abbandona un attimo. Li guardo con bramosia, Anais mi chiede se sono eccitato, se voglio unirmi a loro. Mi spoglio… il mio cazzo è durissimo, il glande violaceo e lucido sembra un ariete pronto a sfondare un portone di castello. Lei… sfrontata eppur candida, dice che Anita ha avuto ragione nel descrivermi, che lo aveva detto che avevo un gran cazzo! Ne hanno parlato? Del mio cazzo? Loro? Ora si stanno masturbando lentamente ma determinati e io mi meno altrettanto piano. Ci guardiamo… no, non è così che mi va di gestire sta cosa! 
E non è questo che loro si aspettano da me. 
Non mi basta, non so cosa vogliano ma la mia eccitazione vuole ben altro per essere soddisfatta! Allontano la sua mano e incollo la bocca alla figa di Anais, la mangio! Passo ripetutamente la lingua lungo tutto lo spacco per cercare poi il suo piccolo clitoride turgido, lo spingo, lo succhio e lo stringo fra le labbra e lo tiro a me, lo mordo, uso due dita e poi tre per penetrarla, la strofino forte… Con l’altra mano cerco il cazzo di Milo, stringo la mia mano sulla sua che si masturba. Li voglio tutti e due. Sento il piacere di Anais, gode presto. Si inarca mentre insisto con le dita e con la lingua. Seguo il suo orgasmo… lo curo, voglio farla godere più che posso. Poi… quando sento il suo ansito forte ridiventare respiro passo a Milo. Resto con le dita ferme e profondamente inserite dentro lei, sento che sta stringendo la vagina. Usa le mie dita per prolungare il piacere. Ora sto leccando il cazzo di Milo. Passo la lingua forte sotto, lungo la nervatura, mi fermo sul frenulo e poi bagno bene la cappella per prenderlo in bocca. Lo ricevo tutto fino al pelo e ritorno sulla cappella. Ripeto e lo sento fremere... ma non voglio che venga. Non subito, deve soddisfare pienamente la mia libidine. Mi stacco. Ora l’afrore forte di Anais riempie il locale. E ho le dita grondanti del suo umore vaginale. Voglio vederli unirsi. Voglio vederli scopare. 
Prendila… scopa tua sorella…! 
Gli ordino. 
Fallo… scopala forte… da animale, dai! 
Scopala fino a farla godere, sborrale dentro. Sto gridando ora! Non chiedo nulla che non abbiano già fatto. L’hanno fatto una molteplicità di volte e ora lo faranno ancora per il mio piacere. Lui si pone fra le gambe della sorella, con la mano si tiene la verga, strofina brevemente il glande e la penetra. Ora il suo movimento è continuo e fluido, la sorella alza le gambe e lui spinge con maggior forza. 
Voglio di più… mi sento senza limiti, quasi incapace di soddisfare la mia libidine. 
Chiedo loro urlando se il Maestro, se loro padre, li scopava e rispondono di si… li scopava eccome, tutti e due e tutta la notte. 
Impazzisco. 
Li faccio scendere. 
La dispongo con il busto sul piano del tavolo, lei apre le gambe e il fratello la prende così, da dietro. Mi metto dietro di lui, il mio cazzo che spinge sulle sue natiche e incremento il suo movimento, la scopiamo assieme. Una frenesia davvero folle mi ha preso. Loro due, la loro sensualità perversa e la strana atmosfera della biblioteca hanno contribuito a rendermi pazzo, pazzo di desiderio, ora sarei capace di fare qualsiasi cosa. 
Aspetto che godano… ambedue! Uno e l’altra raggiungono l’orgasmo. 
Allontano Milo e mi abbasso a baciare la figa della sorella. Con la lingua. Raccolgo l’abbondante sborra ma non la inghiotto. La tengo in bocca, tiro Miro a me e lo bacio mentre lo tengo forte per la nuca. Divido con lui il suo sperma condito con il miele della sorella. Lo costringo a deglutire. Voglio il mio piacere. Voglio godere… voglio sborrare anche l’anima. Stendo Milo sul tavolo e mentre Anais gli succhia il cazzo chinata in avanti, io le lecco il culo in ginocchio dietro lei. Lo bagno con la mia saliva. La apro con le dita, la penetro in profondità. La penetro, forte, prima fra le cosce e nella sua figa bagnata, piena ancora dello sperma del fratello, è calda e stretta. Sento che raggiunge nuovamente l’orgasmo. Non voglio certo venire ora, mi ritraggo e cerco il suo fiore fra le natiche. Spingo e rilascio più volte fino a entrare in lei. La inculo con forza. Potenti colpi che l’alzano. La tengo forte per le anche mentre lo faccio e sento arrivare da lontano il mio orgasmo, esco… non ho ancora finito. Mi ritiro completamente e cambio obiettivo. Ora voglio il culo del ragazzo, di Milo. Non faccio alcuna fatica a penetrarlo. Lo monto con vigore, forti colpi mentre con la mano sento il suo cazzo diventare sempre più duro. Vengo con urlo poderoso nel suo culo, lo riempio. Ma non mi sono placato. 
Seguono ore di pazzia erotica. 
Mi vedo disteso sul pavimento di legno, intrecciato con loro in un triangolo, io che lecco Anais, lei che sta ingoiando il cazzo del fratello e quest’ultimo che si dedica a me. Non so quante volte prendo Anais, so che la mia eccitazione non scema, che la faccio ancora scopare da Miro, che la prendiamo assieme alternandoci nella sua figa e nel suo culo. So di aver succhiato il cazzo di Miro fino a sentirmi la bocca piena di lui. Poi… sfiniti lasciamo la biblioteca per andare a dormire, rifiuto la loro proposta di dormire assieme.

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