Ricordo...
Una
giornata fantastica, una nelle quali la voglia di esserti dentro,
essere la tua pelle, la tua carne, il tuo respiro era forte, cosi’
forte da sentir male giù nello stomaco.
Tu
mi trascini dentro in macchina, ci è impossibile partire subito.
No, ti prego, aspetta ad accendere, fatti guardare, baciami, toccami.
Aspetta che slaccio i bottoni del mio cappotto, allenta la tua
cravatta, ho bisogno di toccarti, devo toccarti, ferma la mia pazzia,
la mia voglia di te. Mi prendi la mano e la posi sopra i tuoi
pantaloni, poi veloce raggiungi le mie gambe, alzi tutto, cerchi... cerchi.
La
tua bocca è il mio piacere, prendi la mia tra le labbra, è una
corsa, una folle corsa, verso cosa... nulla ci calma, nulla ci dà pace, non ancora.
E
poi la nostra camera d’albergo... le scale, la porta... ma come si
apre? E ancora, noi, il nostro mondo, i vestiti che volano, le mani
che iniziano.
Mani
affamate, quanta fame, troppa e tanta per trovare soddisfazione in
cosi’ poco tempo, tempo tiranno, tempo che ci ruba momenti, vita.
Sento
ancora la tua bocca danzare sul mio corpo, lo vuoi esplorare, è una conquista, centimetro dopo centimetro lo scopri. E il mio petto
si solleva in respiri profondi, veloci, il cuore non ha mai battuto
così per nessuno, i miei occhi che si aprono e chiudono, sono via,
sono lontana da quelle mura. Mi inarco, mi abbasso, fremo e trema
ogni parte del mio corpo, ti chiedo pietà, basta... amore, mi sembra
di morire, tutto questo piacere, tu, sei troppo.
Poi
le parole, i corpi caldi e sudati vicini, avvinghiati, fusi, la bocca
al tuo orecchio, la tua sulla mia, finalmente vicine, una
confessione, intima, eccitante, non lo siamo mai stati con altri, io
e te siamo speciali.
Ancora...
E’
ora di fare la doccia, il giorno è lungo e noi ci guardiamo ancora
con la passione negli occhi.
Vuoi
vestire la tua bambina, papi? Ho portato il cambio, lo sai quanto amo
queste cose, godimi dai. Metti tutto sul letto sfatto, si sente
ancora il nostro odore che riempie la stanza. Mi infili le
autoreggenti, seduta sul bordo della poltrona allungo la gamba verso
te e appoggio il piede sulle tue ginocchia. Le tue mani, le tue dita
si allungano sulla mia coscia, passano tra le gambe, le allarghi, gli
occhi incollati ai miei, la tua bocca è come se fosse sulla mia.
Poi l’altra calza, mi stendo sul letto, porto le mani sui seni, li
accarezzo, vorrei sentirti ancora dentro, vorrei che mi venissi sopra
e mi dessi piacere ancora.
No, bimba, non ora. Il tuo papi vuol godere di te in tutti i modi, ora
vuol goderti come non ha fatto mai con nessun’altra. Mi fai calzare
le scarpe, le mie bellissime decoltè, comprate per te, alte,
altissime.. due trampoli verso il cielo. Mi fai alzare e col viso
arrivi fino all'ombelico, le mani ai fianchi. Ti odio e ti amo lo
sai... le mani si allungano sul reggicalze e mi fai indossare anche
quello, niente slip, ti piace vederla così, la tua conchiglia,
morbida, scura, calda.
Sali
ancora e la tua bocca si ferma sui capezzoli ritti dalla tensione,
dall'eccitazione. E’ la tua lingua che li bagna appena, li
titilla e io sento l’orgasmo! Amoreeee, sei sadico, ora scende la
tua bocca, non vuol perdersi una goccia del mio piacere. Mi appoggio
alle tue spalle, rido dal piacere... cosa vuoi farmi, dimmelo ti
prego.
Niente
da fare, un sorriso in volto, non parli, piace anche a te la mia
sofferenza, il mio non sapere, il mio voler sapere.
Allacci
il reggiseno mentre ci guardiamo allo specchio di fronte, le tue
braccia così forti, così abbronzate ancora dall'estate, così calde, lo so che ti stai trattenendo anche tu, i tuoi occhi e non
solo loro me lo stanno dicendo, sussurrando.
E... ti fermi, mi guardi,
sembro una dea davanti a te, raccogli la collana e mentre alzo i
capelli allacci anche quella.
Vuoi
farmi uscire così, papi?
Perchè no, sei così bella che vorrei che tutti ne godessero.
Mi
infili il vestito e sono pronta. Mano nella mano scendiamo le scale
nella grande hall fino ad arrivare alla sala dove ceneremo. Il
cameriere ci accompagna al nostro tavolo riservato.
Ci
sediamo, chiedi subito il loro miglior vino rosso con antipasto della
casa.
E al brindare mi dici “Ora scegli, sceglilo tra loro, dai
piccolina, fammi vedere fin dove sai arrivare, quanto sai essere
puttana. Non ti dò nessun limite, il tuo piacere sarà mio”.
Gli
occhi mi si illuminano... limiti? Non so se ne ho, non sono mai
arrivata a tanto ma ti guardo e tu sei la mia coscienza, il mio uomo
che mi legge dentro, nel più profondo. Iniziamo a mangiare,
parliamo ma ora la situazione è carica di sensazioni. Non mi
chiedi, sai che ho bisogno di parlarne, sto per scoppiare, so che ti
piace torturare i miei pensieri. Scruti i miei occhi che da gatta si
guardano intorno ma una forchetta cade a terra e un cameriere si
abbassa proprio di fianco a me. Lo sguardo, la sua mano che si
allunga sotto il nostro tavolo, sfiora la mia caviglia, la sua voce
nel chiedere scusa.
Eccolo, mi piace.
Gli sorrido e ci guardiamo... quanto? Attimi, secondi nei quali voglio che capisca. La mia lingua
passa sulle labbra ora asciutte, i denti le mordono, sono calde,
belle, lucide. Non stacco gli occhi dai suoi. Sorridi, avevi forse
perso le speranze visto che siamo al dolce? Sono difficile lo sai, in
un uomo guardo tutto. Quando ripassa gli chiedo se mi mostra dove
sono i bagni.
ECCOCI...
Ti
guardo, si papi, lo voglio adesso, voglio farmi scopare da lui mentre
tu al tavolo mi aspetterai. Lui mi indica la direzione e io insisto...
“Spero di non perdermi, è cosi’ grande qui. Mi accompagna per
favore?”
Parlo a lui ma guardo te, ora sono in piedi e sto
appoggiando il tovagliolo al tavolo. Sei eccitato amore, eccome se lo
sei. I tuoi occhi sono fiamme, fuoco, socchiudi appena la bocca, stai
respirando il mio desiderio, mi fai vedere la lingua passare sui tuoi
denti.
“Amore
torno subito, ordina pure il caffè ”.
E, con la borsetta in mano
e lui davanti mi incammino. Mi abbasso al tuo orecchio e ti sussurro
“Lo sai vero quanto sono bagnata?”
...la tua mano in un movimento
quasi d’impeto passa sotto, due dita si infilano, sospiri e io vado
dietro al cameriere. Lui è eccitato, forse non crede a quel che
sta accadendo ma appena arrivati davanti alla porta lo prendo per
mano e lo porto dentro con me. Chiudo la porta e con le mani ai
fianchi lo tiro a me, lo incito a scoparmi, gli dico che mi piace,
che ho voglia del suo cazzo, subito... mi giro e alzo il vestito. Che
visione ha davanti a se’. Un culo nudo, con autoreggenti e
reggicalze, lo spacco della fica bagnata e il mio profumo. Si slaccia
i pantaloni che cascano a terra, me lo fa sentire, è già duro.
Lui è giovane, alto, pieno di muscoli. Lo sento appoggiarsi e
inizio a gemere. Lui ha fretta ora, vuol godere, mi tira forte con le
sue mani e sento i suoi colpi, forti, inarrestabili.
Mi
guardo allo specchio, ti penso. Sei al tavolo, scommetto che te lo
sei tirato fuori e lo stai toccando, piano, tiri la pelle a fondo
come ti piace fare, stai pensando a me, sai come godo, sai che
effetto faccio... sono droga, dò alla testa. Sento i tuoi respiri e
tu senti i miei. Sento l’odore del tuo sesso, tu senti il mio. Lui
gode, è un toro, mi solleva da terra, io devo tenermi forte sul
lavandino e mi fa godere. Sono così eccitata, chiudo gli occhi, mi
fa venire e poi viene lui, difficile trattenere le voci, i versi di
quel piacere così forte. Si appoggia alla mia schiena, qualche
gesto di tenerezza, poi gli dico di andare prima che qualcuno inizi a
cercarlo. Mi asciugo, sistemo il trucco e torno al tavolo. Hai le
mani sotto, ho immaginato bene. Mi siedo di fronte a te e ti guardo.
Conosco quello sguardo, quegli occhi, mi ci perderei per l’eternità.
Vuoi
che ti racconti, lo faccio. Al tavolo, seduti, ti stai toccando e mi
fai impazzire nel farlo lì in mezzo al ristorante con tutta quella
gente intorno. Tu chiedi e io rispondo, non ti concedo una parola di
più, godo troppo della tua curiosità e tu godi del mio
resisterti.
Poi
ti alzi, mi prendi per mano e usciamo fuori. Cerchi la nostra
macchina nel posteggio, eccola. Mi appoggi e mi allarghi le gambe. E’
buio, freddo ma hai voglia ora e mi scopi con tutta la voglia che hai
di me. Sei porco, lo sei con la voce, con le parole, mi vuoi prendere
dopo di lui e mi dici di urlare, di farmi sentire. Quanto godiamo, il
tempo passa e noi non ce ne accorgiamo...
Poi
di corsa saliamo in camera, la notte e’ tutta nostra...
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