martedì 6 agosto 2019

RICORDO...

Ancora un racconto di BORDERLINE.





Ricordo...
Una giornata fantastica, una nelle quali la voglia di esserti dentro, essere la tua pelle, la tua carne, il tuo respiro era forte, cosi’ forte da sentir male giù nello stomaco.
Tu mi trascini dentro in macchina, ci è impossibile partire subito. No, ti prego, aspetta ad accendere, fatti guardare, baciami, toccami. Aspetta che slaccio i bottoni del mio cappotto, allenta la tua cravatta, ho bisogno di toccarti, devo toccarti, ferma la mia pazzia, la mia voglia di te. Mi prendi la mano e la posi sopra i tuoi pantaloni, poi veloce raggiungi le mie gambe, alzi tutto, cerchi... cerchi.
La tua bocca è il mio piacere, prendi la mia tra le labbra, è una corsa, una folle corsa, verso cosa... nulla ci calma, nulla ci dà pace, non ancora.
E poi la nostra camera d’albergo... le scale, la porta... ma come si apre? E ancora, noi, il nostro mondo, i vestiti che volano, le mani che iniziano.
Mani affamate, quanta fame, troppa e tanta per trovare soddisfazione in cosi’ poco tempo, tempo tiranno, tempo che ci ruba momenti, vita.
Sento ancora la tua bocca danzare sul mio corpo, lo vuoi esplorare, è una conquista, centimetro dopo centimetro lo scopri. E il mio petto si solleva in respiri profondi, veloci, il cuore non ha mai battuto così per nessuno, i miei occhi che si aprono e chiudono, sono via, sono lontana da quelle mura. Mi inarco, mi abbasso, fremo e trema ogni parte del mio corpo, ti chiedo pietà, basta... amore, mi sembra di morire, tutto questo piacere, tu, sei troppo.
Poi le parole, i corpi caldi e sudati vicini, avvinghiati, fusi, la bocca al tuo orecchio, la tua sulla mia, finalmente vicine, una confessione, intima, eccitante, non lo siamo mai stati con altri, io e te siamo speciali.

Ancora...
E’ ora di fare la doccia, il giorno è lungo e noi ci guardiamo ancora con la passione negli occhi.
Vuoi vestire la tua bambina, papi? Ho portato il cambio, lo sai quanto amo queste cose, godimi dai. Metti tutto sul letto sfatto, si sente ancora il nostro odore che riempie la stanza. Mi infili le autoreggenti, seduta sul bordo della poltrona allungo la gamba verso te e appoggio il piede sulle tue ginocchia. Le tue mani, le tue dita si allungano sulla mia coscia, passano tra le gambe, le allarghi, gli occhi incollati ai miei, la tua bocca è come se fosse sulla mia. Poi l’altra calza, mi stendo sul letto, porto le mani sui seni, li accarezzo, vorrei sentirti ancora dentro, vorrei che mi venissi sopra e mi dessi piacere ancora.
No, bimba, non ora. Il tuo papi vuol godere di te in tutti i modi, ora vuol goderti come non ha fatto mai con nessun’altra. Mi fai calzare le scarpe, le mie bellissime decoltè, comprate per te, alte, altissime.. due trampoli verso il cielo. Mi fai alzare e col viso arrivi fino all'ombelico, le mani ai fianchi. Ti odio e ti amo lo sai... le mani si allungano sul reggicalze e mi fai indossare anche quello, niente slip, ti piace vederla così, la tua conchiglia, morbida, scura, calda.
Sali ancora e la tua bocca si ferma sui capezzoli ritti dalla tensione, dall'eccitazione. E’ la tua lingua che li bagna appena, li titilla e io sento l’orgasmo! Amoreeee, sei sadico, ora scende la tua bocca, non vuol perdersi una goccia del mio piacere. Mi appoggio alle tue spalle, rido dal piacere... cosa vuoi farmi, dimmelo ti prego.
Niente da fare, un sorriso in volto, non parli, piace anche a te la mia sofferenza, il mio non sapere, il mio voler sapere.
Allacci il reggiseno mentre ci guardiamo allo specchio di fronte, le tue braccia così forti, così abbronzate ancora dall'estate, così calde, lo so che ti stai trattenendo anche tu, i tuoi occhi e non solo loro me lo stanno dicendo, sussurrando. 
E... ti fermi, mi guardi, sembro una dea davanti a te, raccogli la collana e mentre alzo i capelli allacci anche quella.
Vuoi farmi uscire così, papi?
Perchè no, sei così bella che vorrei che tutti ne godessero.
Mi infili il vestito e sono pronta. Mano nella mano scendiamo le scale nella grande hall fino ad arrivare alla sala dove ceneremo. Il cameriere ci accompagna al nostro tavolo riservato.
Ci sediamo, chiedi subito il loro miglior vino rosso con antipasto della casa. 
E al brindare mi dici “Ora scegli, sceglilo tra loro, dai piccolina, fammi vedere fin dove sai arrivare, quanto sai essere puttana. Non ti dò nessun limite, il tuo piacere sarà mio”.
Gli occhi mi si illuminano... limiti? Non so se ne ho, non sono mai arrivata a tanto ma ti guardo e tu sei la mia coscienza, il mio uomo che mi legge dentro, nel più profondo. Iniziamo a mangiare, parliamo ma ora la situazione è carica di sensazioni. Non mi chiedi, sai che ho bisogno di parlarne, sto per scoppiare, so che ti piace torturare i miei pensieri. Scruti i miei occhi che da gatta si guardano intorno ma una forchetta cade a terra e un cameriere si abbassa proprio di fianco a me. Lo sguardo, la sua mano che si allunga sotto il nostro tavolo, sfiora la mia caviglia, la sua voce nel chiedere scusa. 
Eccolo, mi piace. 
Gli sorrido e ci guardiamo... quanto? Attimi, secondi nei quali voglio che capisca. La mia lingua passa sulle labbra ora asciutte, i denti le mordono, sono calde, belle, lucide. Non stacco gli occhi dai suoi. Sorridi, avevi forse perso le speranze visto che siamo al dolce? Sono difficile lo sai, in un uomo guardo tutto. Quando ripassa gli chiedo se mi mostra dove sono i bagni.
ECCOCI...
Ti guardo, si papi, lo voglio adesso, voglio farmi scopare da lui mentre tu al tavolo mi aspetterai. Lui mi indica la direzione e io insisto... 
“Spero di non perdermi, è cosi’ grande qui. Mi accompagna per favore?” 
Parlo a lui ma guardo te, ora sono in piedi e sto appoggiando il tovagliolo al tavolo. Sei eccitato amore, eccome se lo sei. I tuoi occhi sono fiamme, fuoco, socchiudi appena la bocca, stai respirando il mio desiderio, mi fai vedere la lingua passare sui tuoi denti.
“Amore torno subito, ordina pure il caffè ”. 
E, con la borsetta in mano e lui davanti mi incammino. Mi abbasso al tuo orecchio e ti sussurro “Lo sai vero quanto sono bagnata?” 
...la tua mano in un movimento quasi d’impeto passa sotto, due dita si infilano, sospiri e io vado dietro al cameriere. Lui è eccitato, forse non crede a quel che sta accadendo ma appena arrivati davanti alla porta lo prendo per mano e lo porto dentro con me. Chiudo la porta e con le mani ai fianchi lo tiro a me, lo incito a scoparmi, gli dico che mi piace, che ho voglia del suo cazzo, subito... mi giro e alzo il vestito. Che visione ha davanti a se’. Un culo nudo, con autoreggenti e reggicalze, lo spacco della fica bagnata e il mio profumo. Si slaccia i pantaloni che cascano a terra, me lo fa sentire, è già duro. Lui è giovane, alto, pieno di muscoli. Lo sento appoggiarsi e inizio a gemere. Lui ha fretta ora, vuol godere, mi tira forte con le sue mani e sento i suoi colpi, forti, inarrestabili.
Mi guardo allo specchio, ti penso. Sei al tavolo, scommetto che te lo sei tirato fuori e lo stai toccando, piano, tiri la pelle a fondo come ti piace fare, stai pensando a me, sai come godo, sai che effetto faccio... sono droga, dò alla testa. Sento i tuoi respiri e tu senti i miei. Sento l’odore del tuo sesso, tu senti il mio. Lui gode, è un toro, mi solleva da terra, io devo tenermi forte sul lavandino e mi fa godere. Sono così eccitata, chiudo gli occhi, mi fa venire e poi viene lui, difficile trattenere le voci, i versi di quel piacere così forte. Si appoggia alla mia schiena, qualche gesto di tenerezza, poi gli dico di andare prima che qualcuno inizi a cercarlo. Mi asciugo, sistemo il trucco e torno al tavolo. Hai le mani sotto, ho immaginato bene. Mi siedo di fronte a te e ti guardo. Conosco quello sguardo, quegli occhi, mi ci perderei per l’eternità.
Vuoi che ti racconti, lo faccio. Al tavolo, seduti, ti stai toccando e mi fai impazzire nel farlo lì in mezzo al ristorante con tutta quella gente intorno. Tu chiedi e io rispondo, non ti concedo una parola di più, godo troppo della tua curiosità e tu godi del mio resisterti.
Poi ti alzi, mi prendi per mano e usciamo fuori. Cerchi la nostra macchina nel posteggio, eccola. Mi appoggi e mi allarghi le gambe. E’ buio, freddo ma hai voglia ora e mi scopi con tutta la voglia che hai di me. Sei porco, lo sei con la voce, con le parole, mi vuoi prendere dopo di lui e mi dici di urlare, di farmi sentire. Quanto godiamo, il tempo passa e noi non ce ne accorgiamo...

Poi di corsa saliamo in camera, la notte e’ tutta nostra... 

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