martedì 24 aprile 2018

IMMEDESIMAZIONE. di Ambra.




Hey… ricordi la promessa?
Un testo tutto per te?
Eccolo qui, questo, una mia fantasia, che ti spiegherò in ogni dettaglio.
Ti piacerebbe esserne protagonista?
Puoi immedesimarti se vuoi… sappi che la donna del racconto sono io.
Dove si svolge? Dove sono?
Questo non lo so… apro gli occhi e vedo il buio.
Vorrei toccarmeli ma non posso, ho le mani legate dietro la schiena, una corda liscissima mi cinge i polsi e le caviglie.
Sono poggiata su di un giaciglio morbido, lo sento se vi sfrego le gambe e i piedi, ho un vestitino leggero, corto, se mi sposto sento la gonna alzarsi e scoprirmi le gambe.
L’aria della stanza è fresca ma non fastidiosa, sento un respiro nella stanza, rimbomba… vorrei parlare ma per dire cosa?
Dove sono?
Cosa ci faccio qui?
In effetti non ricordo come ci sono finita qui….
Ma sento dei passi… passi di piedi scalzi e un peso che siede affianco a me.
E’ un uomo, me ne accorgo dal timbro di voce, ma non so chi sia… non lo riconosco.
Mi dice di tacere, di rimanere immobile, dice che se lo farò ne trarrò solo vantaggio altrimenti… sarà tutta colpa mia.
La sua voce è bassa e calma, sussurra al mio orecchio come se nessuno dovesse sentirci, ma il suo sussurrare mi mette i brividi.
Si alza, si allontana poco e poi torna mentre io cerco con l’udito di indovinarne i movimenti.
Mi mette una mano dietro la nuca e me la fa chinare.
Sento un freddo improvviso sul collo e sulla schiena, è il contatto della mia pelle col metallo di un oggetto. Fa scorrere la punta l’oggetto sulle mie spalle scendendo giù verso il mio sedere, poi con questo mi risale le gambe, dai piedi alle cosce infilandosi sotto il vestito.
Mi chiede se ho capito, se so che oggetto brandisce… rispondo di no.
Mi toglie la benda e la luce mi investe gli occhi all’improvviso. Mi accorgo di essere in una stanza dalle pareti scure, avvolti in una leggera penombra ma riesco ad intravedere la sagoma di un uomo, indossa solo un pantalone largo e nero, è scalzo, a torso nudo.
E’ in piedi di fronte a me e mi mostra un coltello dalla lama sottile e l’impugnatura lavorata, sembra un oggetto antico.
Si avvicina sinuoso, quasi strisciando, e me lo punta al mento… lo fa scendere giù per la gola fin sui seni e sul ventre e gode del fremito del mio corpo causato dalla paura verso l’arma.
Due sono le domande che mi sto ponendo: per cosa lo userà? Soprattutto, lo saprà usare?
Spero non mi faccia male.
Parte ancora dai miei piedi risalendo su, verso le cosce e scansandomi il vestito lasciandomi con le gambe del tutto scoperte.
“Basta giocare” mi dice.
Si avvicina e sale a cavalcioni su di me spingendomi sul letto con una mano al collo.
Passa la punta del coltello dentro il vestito e inizia a tagliarlo… una spallina, quella del vestito e del reggiseno… una spalla rimane scoperta, lui la bacia, la lecca, la morde.
Poi l’altra spalla con uno strappo più forte… chiudo gli occhi per la paura. Quando li riapro mi guarda compiaciuto.
Lo fisso diritto negli occhi, potessi muovermi lo ammazzerei! Gli farei sparire quello stupido sorrisino dalla faccia!
Lo guardo con aria di sfida… lui mi spinge il collo forte sul letto e con l’altra mano mi fruga tra i seni in modo veloce… li scopre e li morde facendomi urlare e gemere mentre i capezzoli si fanno all’improvviso duri e ritti.
Prende ancora il coltello e me lo passa tra i due seni, su e giù, lo punta al centro, tra le costole, e sogghigna… più mi fissa più ho paura ma… al contempo… il suo sguardo voglioso mi eccita... mi sento bagnare….
Passa la lama sul mio ventre facendo a brandelli il vestito e l’intimo e lasciandomi nuda sul letto, esposta ai suoi occhi, senza possibilità di nascondermi o, per lo meno, di coprirmi.
Sai cosa fa ora?
Tu cosa mi faresti a questo punto, eh?
Distesa su un letto… legata… nuda… eccitata… sono lì e non aspetto altro, non è il fendente di una lama che voglio… la mia figa pulsante reclama a gran voce… pulsa forte mentre cola, umida… desidera il suo cazzo… paura ed eccitazione mescolate, amplificano il piacere esasperandolo.
Lui mi slega i piedi e mi allarga le gambe… con le mani mi trattiene dalle ginocchia e si spinge in avanti per guardarmi meglio… osserva con occhio curioso e inizia a frugarmi con le mani mentre io mi contorco dal piacere.
Socchiudo gli occhi e mi abbandono ma d’improvviso sento un forte brivido e mi sfugge un gemito più forte. Sento di nuovo il freddo della lama poggiata sulle grandi labbra… sudo freddo, lui tiene il coltello davanti e la sfiora nei più svariati punti, ogni volta mi sfugge un gemito di paura.
“E’ bella la tua fica… è così bella che voglio rovinartela… voglio vederla sfatta, sgualcita…”.
Si cala i pantaloni e mi mostra un membro durissimo, bello come il tuo… si… somiglia proprio al tuo… lungo… molto lungo e spesso, da spaccarmi in due… una bella cappella liscia, scoperta, dura da mordere… lo desidero, lo voglio dentro subito, senza tanti preamboli.
E lui mi accontenta.
Spunta su una mano e se la passa sul membro accarezzandolo come si pulisce un ottone, ci passa più volte sopra e si compiace della sua erezione.
Mi allarga le gambe e mi penetra con sforzo fissandomi in volto.
“Non chiudere gli occhi! Non ti azzardare, sai!!!” mi intima.
Li apro e lo vedo su di me, sento nel ventre un colpo secco e un improvviso fremito di dolore, un fuoco che si propaga dentro fino a risalirmi in volto e sento le guance arrossarmi.
Inizia a scoparmi da animale, mi tiene per le cosce e lo spinge tutto dentro, colpo dopo colpo, colpi lenti e forti che mi fanno sussultare. Mi viene la pelle d’oca e i crampi in fondo al ventre dove il suo cazzo tocca il mio fondo e lo spinge, spinge tanto da premermi lo stomaco, da sentirlo nel profondo. Grida, mi grida che sono una puttanella, che lui è certo che io lo voglio tutto dentro fino alle palle, anzi anche quelle dentro, perché le puttanelle come me godono così.
Mi allarga sempre di più le gambe e aumenta il ritmo, molti colpi ma più veloci, sento il suo pelo solleticarmi il clitoride e l’orgasmo approssimarsi ma lui me lo impedisce.
“Non devi venire! No! Verrai quando te lo dico io!” urla.
Esce e mi volta, mi solleva dalla pancia e mi mette a pecora.
Non riesco a oppormi, ho le gambe tremolanti e indolenzite.
Lo sento aprirmi le natiche e leccarmi il buco mentre con le dita lo allarga.
Infila prima un dito insalivato, poi due, poi tre e il pollice. Mi scopa con le dita, non riesco a resistere e mi inarco, tanto è forte l’effetto che mi fa.
“Ti piace, eh? Lo so che ti piace prenderlo nel culo, sei porca… ti piace tutto… e io ti vengo pure nel culo!”.
Lo infila, spinge un po’ a fatica ma dentro scorre liscio e sento le sue palle sbattermi contro la figa.
Mi mette le mani sul culo e spinge piano, cerca di scorrere, un po’ sforza, ma pian piano accellera il ritmo. Si abbassa su di me, poggia il suo petto alla mia schiena e si artiglia con le mani ai miei seni mentre dietro mi sbatte.
“Vuoi venire?” mi dice in un orecchio mentre io ansimo “Ora ti faccio venire io, ti faccio vedere com’è che si viene… in che modo un uomo deve possedere e deve far godere… non come tutte quelle mezze seghe che ti porti a letto… puttana che sei!”.
Si alza da me e continua a fottere piano, si lecca un dito e lo mette sul mio clitoride. Lo fa vibrare, spingendolo da destra a sinistra ad un ritmo velocissimo mentre sento l’orgasmo che si approssima, il piacere che sale… non riesco a smettere di ansimare sempre più forte… i miei respiri pesanti si trasformano in veri e propri gemiti di godimento. L’orgasmo mi coglie all’improvviso, come un’ondata… un orgasmo multiplo… sento il piacere che sale, tocca l’apice e poi ridiscende per risalire ancora e ancora… più volte… non smette… quasi impazzisco… lo imploro di smettere.
Lui grugnisce forte e viene dentro me, nel mio culo.
Sento i fiotti di sperma che mi colano tra le gambe… mi accascio distrutta dal troppo piacere.
Lui si alza, mi volto a guardarlo e mi accorgo che ha il tuo viso… ha i tuoi occhi… la tua faccia da porco.
Inizio a chiedermi com’è possibile… noi non ci siamo mai incontrati… dio sa se ci incontreremo mai…. ma che diav…………………!
Mi sveglio di soprassalto, col fiatone… sono nel mio letto… il piumone l’ho rovesciato a terra a calci per l’eccitazione… ti ho sognato stanotte.
Vado in bagno… mi abbasso gli slip e mi accorgo di avere la figa allargata e arrossata e di essere tutta bagnata….

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