Nei
panni di una bionda… lo sciamano
La
bella infermierina è tornata a darsi da fare tra le mie gambe e, in
quel po’ di lucidità che mi viene, vedo le sue tette ondeggiare…
dio mio… ma quanto cazzo godono le donne?
Sento
quella lingua piccola e appuntita che penetra ed esce inumidendo i
contorni della mia figa e poi sul clitoride… DIOOOOOOOO MI FA
MORIREEEE!
La
mia figa, poi? Stranissimo dirlo… solo che ho una insolita voglia
di cazzo….
Cazzo,
a proposito di cazzo… chissà il mio corpo che fine ha fatto!
Scanso la ragazza e le chiedo dei vestiti. Lei me ne porta ma li
infilo a fatica… il solo sfiorarmi mi eccita ancora! Mica è facile
abituarsi!
L’infermiera
mi aiuta a vestirmi… non ha trovato un reggiseno e allora infilo la
maglietta senza, con i capezzoli durissimi che sporgono dalla stoffa.
Mentre mi aggiro per i corridoi dell’ospedale chiedo informazioni
agli infermieri che rispondono biascicando dopo avermi ben fissato le
tette… stronzi, ecco perché le donne si lamentano… davanti a due
poppe si rincoglioniscono! Sveglia!!!
Dopo
tanta fatica e tanto chiedere finalmente trovo la stanza… vuota…
nessun parente o altro. Quella puttana della modella non è
venuta… che sia ancora incazzata perché l’ho inculata? Toh! Un
mazzo di fiori! Indovina indovina di chi è? E’ di mio padre…
tanti saluti dal Marocco… mi spiace per il tuo incidente, bla bla
bla… si, ma chissenefrega… dove sta il mio corpo?
Mentre
mi aggiro per la stanza sento dei rumori provenire dallo stanzino a
fianco… apro la porta, è il cesso!
Ci
trovo dentro me cioè la bionda che tenta invano di pisciare nella
tazza senza ben riuscirci.
DIO
MIO, LA MIA POVERA MINCHIA! Sembra un uccello spaurito…!
Però
osservandolo pensavo peggio… non lo ha tagliato di netto coi denti
ma certo un po’ di punti se li ritrova… mmm… a vederlo è così
bello che mi ci scoperei... dio mio, che vado a pensare?
La
tipa mi molla un ceffone sulla spalla… ahia! Cavolo se fa male! Ma
ha le mani di ferro?
Si
siede incazzata sul letto.
“Scommetto
che mi hai toccato le tette!” urla arrabbiata.
Se
sapesse cosa ci ho fatto con il suo corpo… ho ancora la saliva
fresca dell’infermiera tra le cosce.
“Hai
una famiglia schifosa… non è venuto nessuno a trovarti! Solo
questi terribili fiori di tuo padre!” li butta rabbrividita nel
cestino.
“In
compenso è venuta la tua di famiglia e il tuo ragazzo… sapessi
come l’ho cacciato! Povero coglione!” sorrido.
“Ma
si, hai fatto bene… e ora come facciamo a riprenderci il nostro
corpo?”
Mmm…
ci penso… mi viene in mente lo sciamano che ho incontrato tempo fa
vicino al mio chalet in montagna… caspita se era fumato… però
Gianluca mi disse che i suoi riti funzionavano.
Vabbè
che Gianluca era fumato pure lui ma tentar non nuoce no?
“Appena
usciti dall’ospedale ci andiamo” le dico e sei giorni dopo siamo
bagagli alla mano e belli e pronti.
Cazzo…
perché nascondere questo ben di dio??? Continuo a toccarmi tutto…
mi ci stavo abituando… mi piace il mio culo femminile!
“Perché
dobbiamo andare dallo sciamano???” le chiedo lamentandomi.
“Per
questo, deficiente” si sbottona i pantaloni e mi mostra il cazzo…
sembra una fava moscia… e poi come cavolo si è vestita? Sembro un
damerino… certo che anche io… l’ho addobbata come se dovesse
andare a puttaneggiare in giro!
“E’
uno dei pochi sciamani emigrati in Italia” le dico durante il
viaggio nel mio fuoristrada nuovo da 100.000 euro “il mio amico
Gianluca dice che si trova in montagna e me lo ha segnato su una
cartina… eccolo qui… lasciamo la macchina in questo punto e lo
raggiungiamo a piedi”.
Sara
sbraita “Sicuro che lo troviamo?”
“Si,
sicuro, tranquilla”… no, sicuro un corno! Non lo so se lo
troviamo… mica quel tossico di Gian è affidabile… però se non
troviamo lo sciamano dovremo andare a cercarne uno chissà dove e poi
non ho voglia di sentire i suoi piagnistei.
Purtroppo
non me ne risparmia neanche uno nonostante il mio impegno… sono
stanca di camminare… odio i boschi… fa freddo… quando
arriviamo… mi illudevo che con il mio corpo resistente e da
strafigo non si sarebbe lamentata e invece l’esplorazione sta
diventando un incubo.
Sono
tre ore che ci aggiriamo per le montagne senza trovare traccia del
tizio, fa un freddo boia e inizio davvero a rompermi i coglioni che
non ho più.
E
pochi passi dopo… lo vedo!
Cioè
non vedo lui ma una tenda… allora Gian non si sbagliava!
E’
una grossa tenda bianco sporco e fuori c’è un fuoco spento.
Dall’interno fuoriescono strani fumi di svariati odori…
avvicinandoci riconosco l’odore della maria… ecco, mi sembra il
momento giusto per chiedermi a chi ci stiamo affidando!
Quando
entriamo troviamo l’uomo seduto a terra su un cuscino zozzo a
fumare beato.
“Permesso?”
chiedo.
“Prego,
entrate… risolverò il vostro problema” risponde a occhi chiusi.
“Grazie
mille, si ecco, noi… NOOOO, COME LO SA LEI???” risponde Sara “Non
siamo neanche arrivati che già sa che abbiamo un problema… lei è
davvero uno sciamano!” esclama con gli occhi pieni di gioia.
“No”
risponde l’uomo “mi ha telefonato il mio amico di città, quello
che compra da me l’erba!”
“Si,
Gian… vabbè, facciamola finita con questa storia” mi siedo
stizzito di fronte a lui e gli racconto tutto a sommi capi.
Lo
sciamano ci riflette un pochino… “Dovete fare sesso” conclude
“dovete fare sesso fra di voi… solo una volta che sarete fusi
anima e corpo i vostri spiriti ritorneranno nel tempio di
appartenenza!”
Ci
guardiamo in faccia, guardiamo lui… dove qui??? Glielo chiediamo
all’unisono.
“Si,
certo!” risponde “Io intanto preparo gli infusi e le candele per
il rito e cerco le formule giuste…” si alza e va in cerca.
Dopo
un po’ siamo nudi davanti al fuoco, circondati da candele che
neanche in chiesa ne accendono così tante… gli spifferi di freddo
mi fanno indirizzire i capezzoli e indurire le tette. Sara tenta
invano di tirar su il cazzo ma pochi secondi dopo essersi indurito le
si smolla.
Fortuna
che era una bella gnocca perché da uomo proprio non ci sa fare!
Lo
sciamano ci porge due scodelle con un intruglio puzzolente e ci
chiede di bere… Sara fa una faccia schifata e cerca di mandarlo
giù… mi osservo… caspita se sono figo… pure da schifato sono
uno schianto.
Beviamo
entrambi e l’effetto è immediato… sento il fuoco tra le gambe e
una voglia incontenibile. Osservo Sara che cerca di gestire il mio
cazzo, ormai preso da una erezione potente… non credo di averlo
avuto mai così, mi prende la voglia di succhiarmelo e lo faccio
chiedendole di avvicinarsi.
Tolgo
i capelli biondi dal viso e inizio a succhiarmi il glande. E’
strano sentirlo in bocca dopo aver potuto solo toccarlo e menarlo per
tutta la vita. Lo inumidisco ben bene e inizio a fare con la lingua
tutti quei giochetti che mi piacciono… lecco tutta l’asta, con le
mani accarezzo le palle, poi lo faccio affondare nella mia bocca e
mordicchio il glande. I brividi sulla pelle sono il segno che il mio
corpo sta godendo e Sara infatti ha reclinato la testa. Inizio a
segarmi con le mani mentre lo tengo stretto tra le labbra come a
risucchiarlo facendo attenzione a non esagerare per evitare che mi
venga in bocca.
E
lei cosa fa? Mi ferma e mi fa alzare in piedi. Mette la testa tra le
mie gambe e comincia a leccare il clitoride. Sento quelle gradevoli
scosse dell’ultima volta con l’infermiera e inizio ad accaldarmi…
la porca affonda le dita grosse nella figa e mi scopa con quelle…
ora si che mi sento un lago, un immenso lago di lava bollente.
Lo
sciamano si aggira intorno a noi recitando strane litanie e dopo un
po’ di sue parole sento l’impulso di essere scopato… “Scopami”
le chiedo e lei, come fosse in trance, smette di leccarmi e mi fa
distendere.
Ecco…
ora si che temo! Caspita se è grosso il mio cazzo e duro così non
ricordo di averlo mai avuto.
Allargo
le gambe e lei scivola dentro… sono così bagnato che quasi non lo
sentivo ma quel pompare… eccome se lo sento! Mi si aggrappa ai
glutei e me lo ficca tutto dentro facendomi gridare!
Mi
sento stordito… troppo donna per l’uomo che sono… appena
recupero il mio corpo mi scopo tutte quelle che mi capitano a tiro…
vedranno che stallone sono!
Ora
che sono più rilassato sento meglio i colpi… lo sciamano incita
Sara a scoparmi più forte e lei accellera col fiatone che le sale.
Cambiato il ritmo cambiano le sensazioni dentro me. Sento le vampate
di fuoco in tutto il corpo e il formicolio di sfregamento contro le
pareti della figa. Che sia l’orgasmo vaginale che si avvicina? Non
posso più riflettere, non riesco, so solo che ho forti contrazioni,
sento il cazzo che mi tocca lo stomaco e spinge e Sara che grugnisce
quasi… dio mio che sensazione… quasi sembra di cadere nel vuoto.
Il
piacere si concentra tutto in quell’unico punto dopo il cazzo
strofina… non sento nulla se non le contrazioni e i brividi sulla
pelle… vengo… dio mio vengo… vengooooooooooo!!!
E
un getto caldo dentro… è venuta anche lei contemporaneamente… ha
sborrato e ora si è accasciata.
Anche
io ho una strana debolezza e la testa che gira….
Caspita
che pugno nello stomaco che sento… ad occhi socchiusi rifletto…
cos’è che ho fatto l’ultima volta? Perchè sono qui?
…
Siiiiiiii!!!
Il mio corpo… mi tocco… no… nooooooooo! Ho le tette ancora!!!
Vorrei
quasi piangere… lo sapevo che non dovevo fidarmi di quel cannista
di Gian.
Sveglio
Sara e la trascino nel fuoristrada ancora mezza assonnata lasciando
lo sciamano con un bel vaffanculo come ringraziamento.
Io
guido e lei parla a venvera… ha uno strano luccichio negli occhi e
mi guarda le cosce….
“Sto
guidando… non fare la stronza Sara che non è giornata” le dico
ma lei se ne frega.
“Mmmm…
che belle cosce… che profumo di figa… lo sento che stai
sbrodolando, sai?” mi risponde e infila una mano sotto la gonna di
jeans.
Quel
tocco è qualcosa di irresistibile e non posso fare a meno di
allargare le cosce… caspita che goduria, che tocco delicato… e
quando si insinua a toccare il clitoride??? Wow!!!
Guido
quasi scivolando sulla strada mentre ho di nuovo i tremori di un
orgasmo… siamo in curva, tento di frenare ma vengo… mollo il
pedale del freno e ci schiantiamo contro un albero… sobbalziamo
battendo contro gli airbag… esce il fumo dal cofano… sento il
freddo… poi… il buio.
Apro
gli occhi. Stavolta sono già in un lettino.
“Ben
svegliato” risponde l’infermiere “per fortuna tu e le ragazza
siete ancora vivi.” termina con la flebo ed esce dalla stanza.
Mi
volto… a lato sul comodino altri fiori e un biglietto, “tanti
saluti dal Perù… ti auguro di riprenderti presto figliolo… bla
bla bla…”
…???
Sono
uomo??? Sono di nuovo me stesso???
Mi
alzo a fatica e mi osservo le braccia, le mani, le gambe… mi scopro
e mi osservo tutto… DIO GRAZIE! SONO TORNATO UOMO!
Entra
Martina, smagrita da paura più di quanto non fosse, e mi salta al
collo piangente.
“Vuoi
farmi morire di crepacuore?” mi dice “Non farmi più scherzi del
genere, stronzo!”
“Io
stronzo??? Ma se l’ultima volta che ho fatto un incidente non ti
sei neanche degnata di vedere come stavo!” eh no… stronza sarà
lei!
“Ultima
volta quale???”
“Quello
di una settimana fa!” le rispondo.
Mi
guarda… mi tocca la fronte… non ho febbre “Quando??? Ma se sei
rimasto in coma per dieci giorni!”
Nessun commento:
Posta un commento