sabato 28 aprile 2018

NEI PANNI DI UNA BIONDA... LO SCIAMANO! (racconto di Ambra!)



Nei panni di una bionda… lo sciamano

La bella infermierina è tornata a darsi da fare tra le mie gambe e, in quel po’ di lucidità che mi viene, vedo le sue tette ondeggiare… dio mio… ma quanto cazzo godono le donne?
Sento quella lingua piccola e appuntita che penetra ed esce inumidendo i contorni della mia figa e poi sul clitoride… DIOOOOOOOO MI FA MORIREEEE!
La mia figa, poi? Stranissimo dirlo… solo che ho una insolita voglia di cazzo….
Cazzo, a proposito di cazzo… chissà il mio corpo che fine ha fatto! Scanso la ragazza e le chiedo dei vestiti. Lei me ne porta ma li infilo a fatica… il solo sfiorarmi mi eccita ancora! Mica è facile abituarsi!
L’infermiera mi aiuta a vestirmi… non ha trovato un reggiseno e allora infilo la maglietta senza, con i capezzoli durissimi che sporgono dalla stoffa. Mentre mi aggiro per i corridoi dell’ospedale chiedo informazioni agli infermieri che rispondono biascicando dopo avermi ben fissato le tette… stronzi, ecco perché le donne si lamentano… davanti a due poppe si rincoglioniscono! Sveglia!!!
Dopo tanta fatica e tanto chiedere finalmente trovo la stanza… vuota… nessun parente o altro.  Quella puttana della modella non è venuta… che sia ancora incazzata perché l’ho inculata? Toh! Un mazzo di fiori! Indovina indovina di chi è? E’ di mio padre… tanti saluti dal Marocco… mi spiace per il tuo incidente, bla bla bla… si, ma chissenefrega… dove sta il mio corpo?
Mentre mi aggiro per la stanza sento dei rumori provenire dallo stanzino a fianco… apro la porta, è il cesso!
Ci trovo dentro me cioè la bionda che tenta invano di pisciare nella tazza senza ben riuscirci.
DIO MIO, LA MIA POVERA MINCHIA! Sembra un uccello spaurito…!
Però osservandolo pensavo peggio… non lo ha tagliato di netto coi denti ma certo un po’ di punti se li ritrova… mmm… a vederlo è così bello che mi ci scoperei... dio mio, che vado a pensare?
La tipa mi molla un ceffone sulla spalla… ahia! Cavolo se fa male! Ma ha le mani di ferro?
Si siede incazzata sul letto.
“Scommetto che mi hai toccato le tette!” urla arrabbiata.
Se sapesse cosa ci ho fatto con il suo corpo… ho ancora la saliva fresca dell’infermiera tra le cosce.
“Hai una famiglia schifosa… non è venuto nessuno a trovarti! Solo questi terribili fiori di tuo padre!” li butta rabbrividita nel cestino.
“In compenso è venuta la tua di famiglia e il tuo ragazzo… sapessi come l’ho cacciato! Povero coglione!” sorrido.
“Ma si, hai fatto bene… e ora come facciamo a riprenderci il nostro corpo?”
Mmm… ci penso… mi viene in mente lo sciamano che ho incontrato tempo fa vicino al mio chalet in montagna… caspita se era fumato… però Gianluca mi disse che i suoi riti funzionavano.
Vabbè che Gianluca era fumato pure lui ma tentar non nuoce no?
“Appena usciti dall’ospedale ci andiamo” le dico e sei giorni dopo siamo bagagli alla mano e belli e pronti.
Cazzo… perché nascondere questo ben di dio??? Continuo a toccarmi tutto… mi ci stavo abituando… mi piace il mio culo femminile!
“Perché dobbiamo andare dallo sciamano???” le chiedo lamentandomi.
“Per questo, deficiente” si sbottona i pantaloni e mi mostra il cazzo… sembra una fava moscia… e poi come cavolo si è vestita? Sembro un damerino… certo che anche io… l’ho addobbata come se dovesse andare a puttaneggiare in giro!
“E’ uno dei pochi sciamani emigrati in Italia” le dico durante il viaggio nel mio fuoristrada nuovo da 100.000 euro “il mio amico Gianluca dice che si trova in montagna e me lo ha segnato su una cartina… eccolo qui… lasciamo la macchina in questo punto e lo raggiungiamo a piedi”.
Sara sbraita “Sicuro che lo troviamo?”
“Si, sicuro, tranquilla”… no, sicuro un corno! Non lo so se lo troviamo… mica quel tossico di Gian è affidabile… però se non troviamo lo sciamano dovremo andare a cercarne uno chissà dove e poi non ho voglia di sentire i suoi piagnistei.
Purtroppo non me ne risparmia neanche uno nonostante il mio impegno… sono stanca di camminare… odio i boschi… fa freddo… quando arriviamo…  mi illudevo che con il mio corpo resistente e da strafigo non si sarebbe lamentata e invece l’esplorazione sta diventando un incubo.
Sono tre ore che ci aggiriamo per le montagne senza trovare traccia del tizio, fa un freddo boia e inizio davvero a rompermi i coglioni che non ho più.
E pochi passi dopo… lo vedo!
Cioè non vedo lui ma una tenda… allora Gian non si sbagliava!
E’ una grossa tenda bianco sporco e fuori c’è un fuoco spento. Dall’interno fuoriescono strani fumi di svariati odori… avvicinandoci riconosco l’odore della maria… ecco, mi sembra il momento giusto per chiedermi a chi ci stiamo affidando!
Quando entriamo troviamo l’uomo seduto a terra su un cuscino zozzo a fumare beato.
“Permesso?” chiedo.
“Prego, entrate… risolverò il vostro problema” risponde a occhi chiusi.
“Grazie mille, si ecco, noi… NOOOO, COME LO SA LEI???” risponde Sara “Non siamo neanche arrivati che già sa che abbiamo un problema… lei è davvero uno sciamano!” esclama con gli occhi pieni di gioia.
“No” risponde l’uomo “mi ha telefonato il mio amico di città, quello che compra da me l’erba!”
“Si, Gian… vabbè, facciamola finita con questa storia” mi siedo stizzito di fronte a lui e gli racconto tutto a sommi capi.
Lo sciamano ci riflette un pochino… “Dovete fare sesso” conclude “dovete fare sesso fra di voi… solo una volta che sarete fusi anima e corpo i vostri spiriti ritorneranno nel tempio di appartenenza!”
Ci guardiamo in faccia, guardiamo lui… dove qui??? Glielo chiediamo all’unisono.
“Si, certo!” risponde “Io intanto preparo gli infusi e le candele per il rito e cerco le formule giuste…” si alza e va in cerca.
Dopo un po’ siamo nudi davanti al fuoco, circondati da candele che neanche in chiesa ne accendono così tante… gli spifferi di freddo mi fanno indirizzire i capezzoli e indurire le tette. Sara tenta invano di tirar su il cazzo ma pochi secondi dopo essersi indurito le si smolla.
Fortuna che era una bella gnocca perché da uomo proprio non ci sa fare!
Lo sciamano ci porge due scodelle con un intruglio puzzolente e ci chiede di bere… Sara fa una faccia schifata e cerca di mandarlo giù… mi osservo… caspita se sono figo… pure da schifato sono uno schianto.
Beviamo entrambi e l’effetto è immediato… sento il fuoco tra le gambe e una voglia incontenibile. Osservo Sara che cerca di gestire il mio cazzo, ormai preso da una erezione potente… non credo di averlo avuto mai così, mi prende la voglia di succhiarmelo e lo faccio chiedendole di avvicinarsi.
Tolgo i capelli biondi dal viso e inizio a succhiarmi il glande. E’ strano sentirlo in bocca dopo aver potuto solo toccarlo e menarlo per tutta la vita. Lo inumidisco ben bene e inizio a fare con la lingua tutti quei giochetti che mi piacciono… lecco tutta l’asta, con le mani accarezzo le palle, poi lo faccio affondare nella mia bocca e mordicchio il glande. I brividi sulla pelle sono il segno che il mio corpo sta godendo e Sara infatti ha reclinato la testa. Inizio a segarmi con le mani mentre lo tengo stretto tra le labbra come a risucchiarlo facendo attenzione a non esagerare per evitare che mi venga in bocca.
E lei cosa fa? Mi ferma e mi fa alzare in piedi. Mette la testa tra le mie gambe e comincia a leccare il clitoride. Sento quelle gradevoli scosse dell’ultima volta con l’infermiera e inizio ad accaldarmi… la porca affonda le dita grosse nella figa e mi scopa con quelle… ora si che mi sento un lago, un immenso lago di lava bollente.
Lo sciamano si aggira intorno a noi recitando strane litanie e dopo un po’ di sue parole sento l’impulso di essere scopato… “Scopami” le chiedo e lei, come fosse in trance, smette di leccarmi e mi fa distendere.
Ecco… ora si che temo! Caspita se è grosso il mio cazzo e duro così non ricordo di averlo mai avuto.
Allargo le gambe e lei scivola dentro… sono così bagnato che quasi non lo sentivo ma quel pompare… eccome se lo sento! Mi si aggrappa ai glutei e me lo ficca tutto dentro facendomi gridare!
Mi sento stordito… troppo donna per l’uomo che sono… appena recupero il mio corpo mi scopo tutte quelle che mi capitano a tiro… vedranno che stallone sono!
Ora che sono più rilassato sento meglio i colpi… lo sciamano incita Sara a scoparmi più forte e lei accellera col fiatone che le sale. Cambiato il ritmo cambiano le sensazioni dentro me. Sento le vampate di fuoco in tutto il corpo e il formicolio di sfregamento contro le pareti della figa. Che sia l’orgasmo vaginale che si avvicina? Non posso più riflettere, non riesco, so solo che ho forti contrazioni, sento il cazzo che mi tocca lo stomaco e spinge e Sara che grugnisce quasi… dio mio che sensazione… quasi sembra di cadere nel vuoto.
Il piacere si concentra tutto in quell’unico punto dopo il cazzo strofina… non sento nulla se non le contrazioni e i brividi sulla pelle… vengo… dio mio vengo… vengooooooooooo!!!
E un getto caldo dentro… è venuta anche lei contemporaneamente… ha sborrato e ora si è accasciata.
Anche io ho una strana debolezza e la testa che gira….
Caspita che pugno nello stomaco che sento… ad occhi socchiusi rifletto… cos’è che ho fatto l’ultima volta? Perchè sono qui?
Siiiiiiii!!! Il mio corpo… mi tocco… no… nooooooooo! Ho le tette ancora!!!
Vorrei quasi piangere… lo sapevo che non dovevo fidarmi di quel cannista di Gian.
Sveglio Sara e la trascino nel fuoristrada ancora mezza assonnata lasciando lo sciamano con un bel vaffanculo come ringraziamento.
Io guido e lei parla a venvera… ha uno strano luccichio negli occhi e mi guarda le cosce….
“Sto guidando… non fare la stronza Sara che non è giornata” le dico ma lei se ne frega.
“Mmmm… che belle cosce… che profumo di figa… lo sento che stai sbrodolando, sai?” mi risponde e infila una mano sotto la gonna di jeans.
Quel tocco è qualcosa di irresistibile e non posso fare a meno di allargare le cosce… caspita che goduria, che tocco delicato… e quando si insinua a toccare il clitoride??? Wow!!!
Guido quasi scivolando sulla strada mentre ho di nuovo i tremori di un orgasmo… siamo in curva, tento di frenare ma vengo… mollo il pedale del freno e ci schiantiamo contro un albero… sobbalziamo battendo contro gli airbag… esce il fumo dal cofano… sento il freddo… poi… il buio.
Apro gli occhi. Stavolta sono già in un lettino.
“Ben svegliato” risponde l’infermiere “per fortuna tu e le ragazza siete ancora vivi.” termina con la flebo ed esce dalla stanza.
Mi volto… a lato sul comodino altri fiori e un biglietto, “tanti saluti dal Perù… ti auguro di riprenderti presto figliolo… bla bla bla…”
…???
Sono uomo??? Sono di nuovo me stesso???
Mi alzo a fatica e mi osservo le braccia, le mani, le gambe… mi scopro e mi osservo tutto… DIO GRAZIE! SONO TORNATO UOMO!
Entra Martina, smagrita da paura più di quanto non fosse, e mi salta al collo piangente.
“Vuoi farmi morire di crepacuore?” mi dice “Non farmi più scherzi del genere, stronzo!”
“Io stronzo??? Ma se l’ultima volta che ho fatto un incidente non ti sei neanche degnata di vedere come stavo!” eh no… stronza sarà lei!
“Ultima volta quale???”
“Quello di una settimana fa!” le rispondo.
Mi guarda… mi tocca la fronte… non ho febbre “Quando??? Ma se sei rimasto in coma per dieci giorni!”

Nessun commento: