Quello
che a me manca
E
così, tutto nudo disteso a fianco a me e io nuda a mia volta, ti
chiedo di lasciarti osservare.
Mi
accontenti senza storie e mentre parli io do poca retta ai tuoi
discorsi.
Mi
spiace, lo so, sono così. Spesso distratta. Non che non ti ascolti
ma a volte non posso fare a meno di rifuggire i tuoi pensieri e
soffermarmi sui particolari che attirano il mio sguardo.
E
mentre tu perseveri ad espormi i tuoi ragionamenti la mia mano scorre
sulla tua schiena liscia fino a sfiorare il tuo sedere.
Ci
passo più volte le mani sopra strizzandolo di poco, tastandolo,
palpandolo, massaggiandolo alternativamente.
Mi
sollevo da semidistesa com’ero e ti scavalco sedendomi proprio su
di te, in corrispondenza delle tue natiche e continuo a toccarle,
sollevandole con entrambe le mani in brevi movimenti circolari.
Hai
smesso di parlare, conscio dell’assenza della mia attenzione, e ti
sei concentrato su di me e su ciò che io faccio.
Mi
calo di poco e col naso sfioro la tua pelle.
Ti
lecco con la lingua, ti bagno ben bene, ti addento.
Inizio
a mordere e a suggere la tua pelle così soda… godo del tuo culo
che mi fa impazzire.
Succhio
più volte, rilascio e risucchio, stringo coi denti fino a lasciarci
i segni.
Sollevo
il volto e li contemplo. Studio le sfumature del rosso stampate sulla
tua pelle pallida e i miei denti leggermente impressi nella tua
carne.
Se
potessi… se potessi ti scoperei.
E il
pensiero spontaneo che mi sorge mi spinge istintivamente a muovermi
su di te.
Simulo
una penetrazione nei movimenti.
Ondeggio
su di te più volte carezzandoti la schiena.
Inizio
a scoparti come fai tu con me. Inizio a fantasticare sul farlo.
Il
mio ondeggiare si trasforma in spinte più forti e le mie mani non ti
avvolgono più in sensuali carezze ma si trasformano in schiaffi e
sculacciate.
Mi
spingo più forte smuovendo te e il letto su cui siamo.
Lo
sai cosa sei ora? Lo sai?
Sei
la mia puttana.
E’
questo che sei.
Sorridi,
quasi ridi di me.
Cosa
c’è? Vorrei avere il cazzo ora… vorrei averne uno mio tra le
gambe, sentire lo strisciare della mia carne che ti penetra e provare
i brividi del godimento. Non un piacere mentale ma fisico. Godere
come gode un uomo.
E sai
cosa farei ora bella puttana?
Ti
inculerei.
Infilerei
la punta del mio cazzo dentro te e ti sentirei sussultare dallo
sforzo di contenermi mentre tento di fotterti.
Così
dicendo mi sfioro il clitoride turgido di eccitazione e con
nervosismo e foga riprendo a fingere di scoparti, a dirti che sei
troia perché mi dai il culo, a incitarti a gridare come tu fai con
me.
Grida
puttana, grida!
Sorridi
ancora ma rimani inerme sul letto, disteso sotto il mio corpo nudo.
Cazzo,
grida puttana! Grida mentre ti scopo!
Con
un colpo più forte delle anche ti scuoto mentre le mie dita sono
ormai impresse su di te in più colpi che schioccano. Prima uno, poi
due, poi tre botte e il rumore degli schiaffi rimbomba sordo nella
stanza.
Ti
volti scrollandomi di dosso e d’improvviso ti ritrovo su di me ad
afferrarmi con forza schiacciandomi sul materasso.
Ora
basta… Ambra, ora basta.
E
piazzato tra le mie cosce ti sento penetrarmi mentre mi reggi stretta
dalle braccia.
Socchiudo
gli occhi, poco mi inarco e mi sfuggono alcuni gemiti.
Così
mi vuoi… potermi piegare, se puoi, se ci riesci. Con il sesso e con
la forza.
Ti
adoro quando fai così.
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