Te lo ricordi cosa eravamo noi?
Ricordi com’eravamo folli?
Te lo ricordi come bruciavamo? Fuoco
e miccia.
Io ricordo bene quei pomeriggi
assurdi, passati ad inseguire gli orgasmi letto. Quelle volte in cui
la follia prendeva il sopravvento. Non eravamo lucidi, eravamo
straordinariamente persi.
Chissà che se avessimo avuto più
tempo… sarebbe stata una spirale, la forza centripeta della nostra
voglia ci avrebbe trascinato sempre più fino in fondo, fino al
centro. Fino a distruggerci? Fino ad implodere in un profondo buco
nero? Che questa distanza ci stia salvando da noi stessi?
Dall’incendio in cui rischiamo di trasformarci ogni volta se
avessimo qualche minuto in più? Se lo avessimo avuto?
Sono varie le immagini che si
susseguono a rievocare quei momenti di blackout della ragione.
Io a bordo letto, i soldi
accartocciati, buttati in un angolo tra le lenzuola sgualcite.
La tua voce che mi dice “sei la
mia troia… oggi ti pago, se la mia troia”.
Mi rivedo nitidamente accucciata a
letto. Tu che ti alzi e rimuovi la cinta dai pantaloni ben piegati
sulla sedia. La tua mania di metterli ben a posto ogni volta che ti
spoglio anche se io tento invano di gettare all’aria tutti i tuoi
vestiti e ti chiedo di fare altrettanto coi miei.
Mania di perfezionismo la tua? Non
sai che la tua donna potrebbe insospettirsi anche se ti vedesse
troppo in ordine?
O stupida incoscienza la mia? Forse
sopravvaluto la mia capacità di mentire al mio uomo? Di fargli bere
la bugia che inventerò per giustificare la mia assenza nel
pomeriggio o i segni che troverà sul mio corpo?
Pazzia la nostra? Pazzia lucida?
Vedo nitidamente la cinta. Di pelle
nera con fibbia argentata.
La tua voce perentoria mi dice
“girati”.
Ti starebbe bene il tono da duro,
peccato che io ti conosca abbastanza da non vedertelo calzare
affatto.
Fai il cattivo? Vuoi giocare? Bene,
facciamolo.
Gattono a letto, dal centro fin
verso il bordo. Rivolgo il culo verso te.
So cosa mi aspetta, schiocchi la
cinta e sorridi.
Cosa devo dirti? Non esagerare? Non
farmi male?
O fammi male purchè io goda?
Chi cazzo se ne frega ora? Ora che
la figa pulsa e il cervello brucia? Tutto questo è droga. E noi
siamo fatti.
Primo schioppo. Fa male sai?
Piagnucolo.
Tu mi dici di smettere e sferri un
secondo colpo.
Mi dici che mi farai il culo a
strisce, che già vedi stampati i due segni sulla mia pelle bianca.
Che dovrò mentire al mio uomo perché non sappia che porcate combino
quando non sono con lui.
Stringo i denti, dici che stavolta
sarà più forte e lo fai, terzo colpo che risuona schioccando sulla
mia pelle dura.
Un sobbalzo e un gridolino… io che
istintivamente avanzo verso il centro delle letto.
Basta! Sii buono, suuuu… basta!
Percepisco il tuo sorriso alle mie
spalle… so bene che le mie moine ogni tanto producono i loro
effetti! Ti impietosisci, lo so!
E mi volto, gattono ancora una volta
verso te che impugni stretta la cinta tra le mani.
Hai il cazzo duro, più duro di
prima. Punta prepotentemente in avanti e mi diverto a muoverlo verso
il basso con una mano per vederlo sobbalzare in su irrigidito.
Scopami! Dai, ora! Prendimi!
Mi volto in fretta, culo a bordo
letto e tu ancora in piedi alle mie spalle.
E sento un dardo di fuoco entrarmi
dentro. Il mio vuoto riempirsi, il tuo cazzo turgido come non mai
scavarmi a colpi alterni e le vampate di calore che mi risalgono dai
piedi fino ai capelli… brividi di assoluto piacere che seguono i
tuoi movimenti.
Non fermarti! Ti chiedo.
Mi sculacci mentre mi scopi. Porco
sadico… se non mi avessi frustata il culo non avresti un cazzo così
duro! Un fallo di ferro ti ritrovi!
Sai come si spegne il mio cervello
in quei momenti, vero? Sai che non capisco più nulla, sai che i tuoi
ceffoni che mentre mi scopi infieriscono sul mio culo già segnato di
rosso dalla tua cinta dolgono poco, un attimo, il tempo di lasciar
spazio al piacere di sentirsi usata? Sai come i miei orgasmi spengono
del tutto la mia mente, facendomi tremare tutta, gridare e miagolare
di piacere?
Proprio in quegli istanti, gli occhi
colgono le banconote arrotolate sulle lenzuola sgualcite cui io mi
aggrappo per resistere ai tuoi poderosi assalti.
Sono la tua puttana oggi… .
Sono la tua puttana… .
Sono la tua… .
Te lo ricordi cos’eravamo noi?
Ricordi come eravamo folli?
Nessun commento:
Posta un commento