domenica 30 giugno 2019
sabato 29 giugno 2019
Lo zio e Hélène. (2)
Passano
quattro giorni.
Hélène
è davvero distratta, oggi... dopo le lezioni pomeridiane si ferma a
parlare con un ragazzo, molto bello e simpatico, si siedono su una
panchina del parco e il tempo passa, quando sente vibrare il
cellulare...
E'
lo zio! Furente!
E' tremendamente in ritardo, colpa della luce della
tarda primavera che ha allungato la giornata! Corre affannata verso
casa, sa già che sarà punita... che lo zio non avrà pietà!
Poco
dopo è in ginocchio, il culo nudo all'aria, le mutandine levate e
buttate a terra. Stavolta le cosce sono dischiuse.
Ha
già preso i primi colpi, secchi... dolorosi e lo zio la sta
interrogando...
-Sentiamo...
culona, quale è la scusa di oggi... e che sia accettabile altrimenti
non potrai sederti per giorni!-
-Ho
perso il senso del tempo... perdonami zio... non battermi più-
-Eh
no! Devi imparare a comportarti! Hai degli obblighi verso di me che
ho accettato di tenerti a casa... io ho delle responsabilità... con
chi ti sei fermata? Dimmelo... stupida!-
-Con...
una amica...-
-Amica?
E perché titubi a dirlo? Non sarà invece stato un ragazzo! E...
stupida culona... non è che ti sei fatta toccare?-
-No...
zio... ti prego. No... abbiamo solo parlato...-
L'uomo
ha incollato lo sguardo fra le cosce della ragazza, le vede la vagina
gonfia... appena dischiusa.
Pensa...
vuoi vedere che questa piccola stupida troietta si è fatta scopare?
Poi viene quel disgraziato di suo padre e se la prende con me?
Intanto
continua la punizione e Hélène al solito si sente diventare
liquida, soffre tremendamente dei colpi ma... inizia quello strano
inquietante piacere, gode della umiliazione e della violenza.
-Sei
una stupida, dimmi se ti ha toccato, cosa ci hai fatto... ti ha
toccato qui?-
E
le mette la mano sul culo.
-No...
zio...-
-Qui...?
E
le mette la mano fra le cosce a contatto con la sua vagina ora
bagnata, l'uomo se ne accorge, lo sente l'umidore sulle dita, estrae
la mano e l'annusa... lecca le dita.
-Troietta...
si che ti ha toccato... minimo ti sei fatta masturbare... sei ancora
tutta bagnata!-
-No...
zio... non è così... -
L'uomo
la gira a forza, ora è distesa sulla seduta del divano, le apre la
blusa, Hélène ha un casto reggiseno bianco, l'uomo le abbassa
selvaggiamente le coppe del reggiseno e le palpa feroce le mammelle!
Hélène
cerca di allontanare quelle mani violente che le strizzano i
capezzoli, ma l'uomo è ormai inferocito e continua a palparla mentre
urla...
-E
qui? Ti hanno palpato queste tettone? Stupida troietta!-
Poi
in piena alterazione erotica costringe Hélène a gambe larghe.
-Voglio
proprio vedere se sei ancora vergine... stupida troietta! Se non lo
sei... io non voglio avere responsabilità con tuo padre!-
E
scansando le mani che la ragazza ha messo a difesa del suo inguine
l'uomo appoggia un suo ditone che sembra una salciccia proprio sul
solco, allarga... preme, entra nella natura di Hèlène... sfrugola
e trova l'imene intatto, si rassicura... leva il dito.
Ma
intanto il suo cazzo ha raggiunto il massimo della eccitazione e
spinge contro il tessuto come se volesse sfondarlo.
La
gira... la rimette in ginocchio e ora le apre le sontuose chiappe,
vede il fiore scuro dell'ano, ci passa su le dita e le chiede con la
voce affannata...
-E
qui... non ti avrà preso qui...-
E
spinge con il dito proprio sui petali del fiore.
-No
zio... no... ti prego...-
L'uomo
riprende il controllo.
La
tira i piedi...
-Fila
in camera e non farti vedere fino a ora di cena! Stupida culona!-
E'
eccitato, sa che questa ragazza riuscirà a farlo uscire di senno. Si
deve calmare, si deve masturbare, levare dal cervello quel culo
maestoso!
Sborra.
Hélène
corre in stanza, l'accaduto l'ha davvero sconvolta! Ha il sedere in
fiamme, dolorante ma quello che sente di più al momento è
l'eccitazione! Ha la sua fica vergine calda e la sente gonfia,
bagnata e con gli umori che continuano a uscire, il clitoride lo
sente turgido e fremente, sembra battere.
Si
butta sul letto, porta la mano fra le cosce e si tocca, fa
prestissimo a godere.
venerdì 28 giugno 2019
Lo zio ed Hélène. (1)
Lo
zio ed Hélène.
Alfredo
ha un diavolo per capello.
Maledice
quello scriteriato del fratello che gli ha lasciato l'incombenza di
prendere in casa e di controllare la figlia di diciassette anni! Per
cosa poi? Per fare una lunga vacanza con una cubana! Ma cazzo... si
dice! Avrebbe potuto, anzi dovuto rifiutare. Ma ha titubato
quell'attimo di troppo, quel senza testa non gli ha lasciato scampo,
in due e due quattro se ne era già partito!
Ora?
Il
primo giorno?
Ecco
il primo problema, lei... Hélène già avrebbe dovuto essere a casa,
aiutare per far cena, studiare e chissà cosa anche... e invece? Non
c'è, ha ore di ritardo e lui non sa neanche dove iniziare a
cercarla!
Il
cellulare? Muto.
Il
fratello gli ha detto che la ragazza non è cattiva ma è distratta,
a volte si comporta come una stupida e deve essere punita severamente
e l'unica cosa che funziona è sculacciarla con molta determinazione
sul suo culone.
Forte
e a lungo fino a farla piangere. Davvero non funzionano altri
deterrenti.
Eccola!
Sente
aprirsi la porta, si impone di stare calmo e freddo. Di lasciarla
parlare e giustificarsi.
-Ciao...
zio.-
-Hélène...
sei in ritardo! Non mi hai chiamato, ora dammi una buona ragione per
non arrabbiarmi con te...-
-Perdonami...
mi sono attardata con le amiche e mi è volato il tempo e... ho
lasciato scaricare il cellulare...-
-Ma
allora ha ragione tuo padre... a volte ti dimostri la stupida che
sei... eppure sei intelligente, ora ti devo punire...-
-No
zio... ti prego! Perdonami, non lo farò mai più!-
-Su...
poche storie! Mettiti in ginocchio sulla poltrona, alza la gonna e
abbassa le mutandine...-
Hélène
con gli occhi bassi ubbidisce, abbassa alle ginocchia le mutandine
bianche di tipo ordinario, alza la gonna... si mette in ginocchio
sulla seduta del divano e abbassa il busto fino ad avere la testa
posata sul tessuto.
Lei
sa cosa prova ora, paura... eccitazione e umiliazione per essere
considerata una stupidella sempre con la testa per aria, mai presente
e sempre dietro a sogni campati per aria e sa anche che prova piacere
a essere colpita, forte, dolorosamente sul sedere, che soffrirà e
godrà... un pervertito e raffinato orgasmo mentale nell'essere
umiliata. Ma di questo solo lei è consapevole.
Lo
zio inizia, ha una mano pesante, larga e dura e i colpi schioccano
regolari e lei urla dal dolore, lo prega di smettere, di risparmiarla
ma fintamente perché ne vuole ancora, vuole avere il culo tutto
rosso e dolorante.
Ha
un bel culo... Hélène, burroso e morbido, candido come la neve,
largo e paffuto e niente affatto sgradevole, ha una bella forma
rotonda.
Lo
zio... continua, in verità ora è soggiogato dal rumore forte dei
colpi, dalla morbidezza del culo e dalla sua forma arrotondata, senza
volerlo si eccita, sente crescere nel pantalone la sua verga,
diventare un vero ramo d'albero.
Ora...
smette di colpirla e passa le mani sulla pelle martoriata, violacea e
segnata, le apre un attimo le natiche... le fa distanziare le cosce e
guarda la sua vagina, le labbra gonfie... poi torna in sé, le ordina
di alzarsi e rivestirsi, di andare in camera sua e poi... fra una
mezz'ora di preparare il tavolo per la cena.
La
ragazza piangente lascia il soggiorno.
Lui...
va nel bagno più vicino, tira fuori l'enorme verga dura e pensando
al bel culo della nipote si masturba, gode veloce... sborra nel
lavabo.
-Mi
devo controllare... -si dice...- sono mesi che non ho una donna...-
giovedì 27 giugno 2019
IL MAGO.
kees van dongen - artist.
Le
donne sono davvero irrazionali?
La maggior parte degli uomini ci
scommetterebbe sopra l'ultimo euro.
Certo che come si comportano
con il Mago lo fa pensare.
Lui stimola loro l'istinto protettivo.
Forse quello materno?
Fa nascere in loro la voglia di
curarlo, di accudirlo, di soddisfare ogni suo desiderio e ciò contro
ogni logica.
Ma il lato sessuale?
Esiste anche
quello.
Attrae.
Innumerevoli quante si sono innamorate di lui,
innamorate pur sapendo che il Mago non poteva essere di nessuna.
Che
sarebbe stato un amore mai corrisposto.
Che sarebbe stato come un
fiore non destinato ad essere frutto e che vive solo pochi istanti di
eternità.
Lui è in viaggio... lo dice, avverte che lui non può
fermarsi, che presto dovrà ripartire.
Cosa le attrae
veramente?
Forse il suo viso segnato?
Le rughe verticali che
gli tagliano le guance e sembrano piaghe di antiche privazioni?
Un
viso alla Michelangelo, una lo definì, colto in quell'attimo nel
quale un guizzo di luce ne evidenzia le gote scavate, segnate da
mille peripezie.
La faccia scabra e angolosa, i cui tratti
sembrano aver subito tutte le intemperie del tempo.
Un quid di
pericoloso che piace alle donne.
E nonostante ciò due occhi
ridenti ed appassionati.
Cosa le affascina?
Il suo silenzio
che assorda?
Il suo ciarlare infantile che fa sorridere di
partecipazione?
Il suo sguardo che sfugge via distratto? Preso
forse da qualcosa di intenso, da qualcosa di fortemente erotico?
Il
suo atteggiarsi?
E un po' alchimista, un po' ciarlatano e poi...
via via... falsario, venditore ambulante, sensale, mediatore, balordo
e infine sicario.
E forse anche eroe.
Gaia è una donna
adulta quando incontra il Mago, una donna una volta sposata e ora
sola.
Sente passato il suo tempo.
La sua vita è piatta. Casa
e lavoro.
Non ha più sogni, non ha più fantasie, non ha più
desideri. Non vede i colori.
Poi... incontra il Mago e il Mago
compie la sua magia, il suo grigio sparisce di colpo e si trasforma
nei colori dell'arcobaleno.
Gaia svuota i suoi armadi, i suoi
vestiti li mette in grossi sacchi neri e li butta.
E mentre si
veste a nuovo con la fantasia della primavera si chiede ad ogni
indumento che prova se piacerà al Mago.
Avviene la sua
trasformazione da grigia falena a variopinta farfalla.
Dal buio
alla luce.
Il Mago veste come un divo del cinema ma ha un solo
vestito.
Il Mago non ha denaro, non gli da importanza e non lo
cerca.
Gaia lo porta a casa sua e lui le fa l'amore.
E lei
vive con lui qualcosa di intenso e di disperato.
Sente accanto a
se un uomo diverso dagli altri conosciuti.
Lui... mentre lei gli
passa la mano sul petto le chiede...
-Sei una donna fedele
tu... Gaia?-
-Si che lo sei... tu non sai quanto sei libera e non
approfitti della tua libertà...-
-E a me tocca essere libero e
infedele per tutti, lo sai? Ma sono alla fine...-
Gaia gli si
stringe contro, preme il seno contro il suo braccio.
Il Mago
continua...
-Gaia... coloro che sono senza fede perseguitano
coloro che l'hanno. Tu hai fede in me o mi perseguiti?-
Poi
vuole uscire, è ormai notte fonda ma le dice che ha bisogno di
camminare e le chiede di accompagnarlo.
Lei si veste con qualcosa
di caldo ed escono.
Gaia fa fatica a stargli dietro, lui cammina
veloce e i loro passi risuonano sulle strade selciate del centro
storico.
Per poi improvvisamente fermarsi ed osservare qualcosa,
ora la facciata antica di una casa o un vecchio portone.
Parla
fra se e se di come erano un tempo antico.
Ricorda gente passata.
Le antiche fontane vengono loro incontro nella leggera nebbia che
e' scesa.
Si fermano a lungo su di un ponte, si affacciano al
parapetto e guardano l'acqua scorrere.
Gaia sente il Mago
pronunciare queste parole...
-Strano vagare nella nebbia...
nessun albero conosce gli altri alberi...-
Poi come un bambino
è attratto dalla musica che esce da un locale dove un anziano
pianista sta suonando vecchie canzoni, si ferma e accompagna le
melodie con i movimenti del suo corpo, abbraccia Gaia e la guida in
un ballo sfrenato sulla strada bagnata.
Il Mago dice che ha fame,
entrano nel bar e ordina qualcosa, assaggia appena quanto richiesto
ed è di nuovo in movimento, le dice di pagare che devono
andare.
Cammina in silenzio poi la ferma e la spinge contro il
muro di una casa. Le passa una mano fra i folti capelli in una lunga
carezza.
-Gaia... sono stanco. E sono vecchio. Oggi mi sono
guardato per la prima volta nello specchio della verità, non
deformato dalla mia vanità e mi sono visto come sono veramente. Sono
vecchio. Ho dato amore e ho ricevuto amore, forse troppo e per troppo
tempo, ora voglio ritornare ad essere me stesso. Il vero me stesso.
Sarà come un rinascere anche per me... sai, come sei rinata
tu...-
Gaia intuisce l'addio imminente e lo prega...
-Portami
con te... ovunque sia il posto dove andrai...-
-Non posso, non
posso offrirti nulla. E condividere nulla. Non sprecarti con me. Ti
ho mostrato la strada da percorrere... tu seguila e troverai qualcosa
che assomiglierà alla felicità, quanto di più possibile si
avvicini alla felicità, te lo prometto... ti prometto che
l'avrai...-
Gaia sente la verità in quelle sue parole, una
grande fiducia ora le riscalda il cuore.
Vive insieme la
tristezza per l'addio e una gioia strana e inspiegabile per il suo
futuro.
Il Mago glielo mostra, lei vive un attimo del suo
futuro.
Si vede... lei ed un uomo, lei e lui innamorati una
dell'altro, legati insieme in un lungo percorso di vita.
E mentre
lui si allontana nella nebbia senza voltarsi gli manda il suo
silenzioso...
-Grazie...-
Perché non credere che
esista il Mago?
Esiste.
T.
mercoledì 26 giugno 2019
LA PROFESSORESSA CON LA VAGINA DALLE ALI DI FARFALLA.
Una avventura sessuale giovanile di Vic.
La
professoressa di francese di Vic era una donna di circa cinquant'anni, bruna, raffinata, separata da diversi anni. Su di
lei non girava a scuola nessun pettegolezzo, conduceva una vita
piuttosto riservata, ma che fosse una gran figa era indubbio.
Quando
lui andò a casa sua per renderle il libro, lei lo fece entrare e
accomodare in salotto, era abbronzata e vestiva una tunica piuttosto
ampia, non portava reggiseno e il suo seno si muoveva libero.
Questo
non mancò di suscitare l’interesse di Vic.
-Bene
Vic! Finalmente una nuova vita? Cosa hai deciso di fare? Che corso di
studi e dove?-
-Mi
interessa lo sport… lo sa… Prof, ho fatto domanda per l’ISEF a
Roma, ma è difficile! I miei crediti sportivi sembra che non siano
sufficienti, forse dovrò accontentarmi di una altra sede. Prof…
approfitto dell’occasione per ringraziarla di tutto, lei mi ha
sempre aiutato…-
-Che
piacere sentire le tue parole! E’ duro il mestiere di insegnante,
sempre contestata e anche odiata dalla gran parte degli studenti… e
dei loro genitori a volte così infantili…-.
-Ma
no! Non è vero! Non lei…! Odiata? Mai! Anzi… ora lo posso dire,
ho avuto una cotta per lei… come la maggior parte dei miei
compagni.-.
-Ma
che dici…-.
-E’
vero! Ho perso delle notti a pensare a lei, a fantasticare su cosa le
avrei fatto se n’avessi avuto la possibilità… e poi ne
parlavamo, sa? E ognuno ne faceva delle fantasie strane!-.
-Dai,
smettila con questi discorsi, vieni in cucina, ci facciamo un caffè
e poi ti lascio andare…-.
Si
alzarono contemporaneamente e mentre lei gli passava vicino per
precederlo in cucina le passò la mano direttamente sulle natiche,
lei fece un balzo…!
-Ma
che fai? Sei impazzito?!-.
-E’
da sempre che desideravo farlo, quando passavi tra i banchi morivo
dalla voglia di toccarti il sedere e poi, dopo la scuola ero
costretto a masturbarmi per farmi passare l’eccitazione…-.
Lei
si era appoggiata alla parete e lo guardava, Vic le si avvicinò, le
mise le mani intorno alla vita e chinò il viso per baciarla, passò
le labbra sulle sue e con la lingua cercò di farle aprire le labbra,
in un primo momento lei tenne serrate, ma poi le aprì e rispose al
bacio.
Poi
ansimante…
-Non
posso farlo… smettiamola…-.
-Lasciami
questo ricordo di te, probabilmente non ci vedremo più…-.
Continuava
a stringerla e a baciarla.
Aveva
preso a palparle i seni, grossi e liberi sotto la tunica, ambedue
ansimavano dall'eccitazione, la prese e la distese sul tappeto e
mentre continuava a baciarla le alzò la tunica sulle gambe, lei gli
aveva posto le mani sulla nuca… gli occhi chiusi.
Portava
delle mutandine verdi, Vic introdusse la mano fra le cosce e cominciò
a massaggiarle la vagina, lei prese ad inarcarsi e ad aprire di più
le gambe, quindi la fece sedere e a fatica le abbassò la tunica
dalle spalle, liberò il seno, bello con due capezzoli con un areola
larga e chiara, ora aveva il vestito intorno alla vita.
Prese
a baciarle il collo, a mordicchiarle i lobi delle orecchie, intanto
la accarezzava sopra gli slip, abbassò la testa e prese a baciarle i
seni, lei gli teneva la testa con le mani e lo tirava a se, passò
poi a sfilarle le mutandine, lei gli agevolò l’operazione con i
suoi movimenti e quando ebbe il bacino libero, Vic prese a toccarla
nuovamente. Passò la mano sulla sua figa, l’aprì e iniziò ad
accarezzarla, era bagnata e calda, il suo pelo pubico molto curato,
era davvero una donna di classe!
Collaborava
pienamente e ora gli passava la mano sulla patta dei pantaloni, Vic
si inginocchiò, aprì i pantaloni e abbassando anche le mutande
liberò il suo cazzo, lei prese a toccarlo. Le dimensioni l’avevano
sbalordita! Mai aveva accarezzato un esemplare simile, mai lo aveva
immaginato!
Vic
si mise allora fra le sue gambe e cercò la sua fessura con la testa
dell’uccello, lei agevolò l’entrata allargando le gambe e
spingendo il bacino verso l’alto, entrò dapprima a fatica ma dopo
alcuni movimenti si mise a penetrarla con forza e completamente, lei
teneva le gambe aperte e leggermente piegate e spingeva in sincronia
con i suoi movimenti, con le mani gli teneva il bacino per farsi
penetrare più profondamente, lui era appoggiato sulle braccia
distese poste a fianco del suo corpo, abbassava il viso ogni tanto
per baciarle e morderle i capezzoli.
La
montava con forza, tanto che iniziò ad emettere una specie di
grugnito quando si abbassava su di lei, lei invece faceva lunghi
sospiri alternati al suo respiro affannoso e quando veniva s’inarcava
tutta, alzando il busto e spingendo il bacino verso il cazzo che la
penetrava.
La
scopata durava ormai da diversi minuti, erano ambedue in un bagno di
sudore e quando Vic sentì arrivare l’orgasmo, l’avvertì: “
sto per venire… sto per venire…”.
Lei
lo abbracciò con forza e l’incitò a penetrarla ancora con maggior
forza, gli circondò i fianchi con le sue gambe e fece in modo da
riceverlo in lei ancora più profondamente.
Infine
arrivò per lui l’orgasmo liberatore, devastante nei suoi spasmi di
piacere, lei emetteva lunghi sospiri mentre le irrorava l’interno
della figa con potenti getti di sperma, infine crollò su di lei
sfinito.
Restarono
in quella posizione per qualche istante, poi si distese accanto a lei
e baciandola disse: “ si è esaudito un sogno della mia vita…
fare l’amore con te… è stato meraviglioso, non sarà così con
nessuna altra donna…”.
Le
parole carine non hanno mai rovinato nessuno e, infatti, lei prese a
baciarlo, “ è stato bellissimo anche per me, sei un vero toro, mi
hai fatto venire innumerevoli volte….” Le sue labbra morbide e
umide presero a baciargli il collo, il torace, posò la testa sul
ventre mentre gli guardava il cazzo, ora mezzo moscio. “ E’
bellissimo… il tuo cazzo…”. Allungò la lingua e prese a
leccargli la cappella, prendendola poi in bocca, lo succhiava mentre
con la mano gli palpava i coglioni, passando le dita anche fra le
natiche fradice dal sudore e toccandolo sull'ano.
Ancora
qualche momento e sarebbe stato pronto a riprendere, ma lei si alzò
e l’invitò a seguirla in bagno.
Qui
aperse la doccia e si lavarono insaponandosi a vicenda, continuava a
massaggiarle le belle tette strizzandole i capezzoli, poi il ventre
leggermente prominente, i fianchi larghi, il bel sedere con le
natiche formose e rotonde, lo spacco deciso fra loro e le gambe
snelle.
Lei
gli lavò il cazzo scappellandolo completamente e menandolo
leggermente e ancora fra le gambe, i coglioni e fra le natiche.
I
suoi maneggi gli avevano restituito un’erezione considerevole,
continuando a toccarlo lei lo fece uscire, l’asciugo e lo portò
nella sua camera, lo fece distendere sul letto, si mise con le gambe
aperte sulla sua testa e s’abbassò, Vic aveva la sua figa
direttamente sulla bocca e cominciò a leccarla, con le mani le
palpava il culo, lei si piegò e cominciò a prendergli il cazzo in
bocca, ora lo introduceva fino a quanto poteva ora lo leccava sulla
cappella e lo menava leggermente, lui intanto con una mano le apriva
le labbra della sua figa, labbra larghe come delle ali di farfalla,
le baciava e le mordeva, l’apriva bene per leccarla meglio, le
mordeva il clitoride indurito dall'eccitazione, con l’altra mano
le accarezzava il grosso culo, le allargava le natiche e le toccava
la rosellina dell’ano, anche lei ora gli accarezzava i coglioni e
l’ano, con le dita poi cercava di penetrarlo, questo gli dava i
soliti brividi di piacere e lo stimolava a penetrarla nel culo a sua
volta, si bagnò le dita della mano in figa e lentamente introdusse
nel suo culo prima un dito e poi due mentre continuava a leccarla.
Passò
poi a leccarglielo il culo, mentre ora le dita le introduceva nella
figa, prima due… poi tre e infine tutte, massaggiandole forte la
zona interna sotto il clitoride.
Sentì
dai suoi tremiti che passava da un orgasmo all’altro, fino a che
s’alzò e s’abbassò poi sull’uccello ritto e duro come una
colonna, introducendolo a forza, cominciando a sollevarsi e
abbassarsi sulle ginocchia, lui vedeva le grosse natiche e con le
mani le aprì fino ad arrivare al suo ano che iniziò a tormentare.
Poi
ancora si girò con il viso verso di lui sempre continuando a
scoparlo, si sedette sul suo ventre, introducendosi completamente la
verga e cominciando un movimento rotatorio con il bacino che gli dava
sensazioni violente di piacere, con la mano dietro la sua schiena gli
strapazzava i coglioni, tirandoli e strizzandoli.
Si
sollevò quindi e si mise con il culo in su sul bordo del letto
invitandolo a prenderla a pecora, Vic si mise in piedi dietro di lei
e iniziò un violento ciclo di penetrazioni, alternando movimenti più
lenti e penetranti e altri circolari, con le mani le teneva i fianchi
con forza, quando rallentava i movimenti con una mano le passava le
dita sull'ano, introducendo nel suo buco le dita.
Questa
scopata durò a lungo, Vic era stanco ma voleva portarla al massimo
del godimento e ci stava riuscendo alla grande, lei continuava a
gemere di voluttà, appoggiata con la testa sulle lenzuola, aveva le
mani fra le gambe e cercava di prendergli i coglioni e li tirava per
farsi penetrare più profondamente. Il cazzo entrava completamente e
a Vic sembrava di toccarle il fondo della vagina, ora era
completamente aperta e così bagnata che entrava in lei con troppa
facilità, gli venne voglia di penetrarla nel culo, il suo buco era
più stretto e prensile e gli avrebbe dato più piacere.
Tolse
quindi il cazzo e provò ad inserirlo nel suo culo, ma lei con uno
scatto si rifiutò, la mise allora con il viso davanti al cazzo e
volle chiavarla in bocca, prendeva buona parte dell’asta ma ancora
non gli dava lo stimolo di venire, la distese allora sulla schiena e
mise il cazzo fra le sue tette, stringendole e cominciando a scoparla
così. La cappella finiva nella sua bocca, ogni qualvolta portava a
fondo il movimento.
Finalmente
sentì crescere il piacere, affrettò i movimenti stringendole ancora
di più le tette intorno all'asta che fremeva e la inondò con
lunghi getti di sperma che la presero sul viso, sul collo e nella
bocca aperta, tirò a se la testa per aiutarla a prendere in bocca la
cappella mentre veniva.
Vic
non la vidi mai più…
siderodromofilia
Questo termine scientifico si riferisce all'attrazione sessuale per le ferrovie, e più in particolare l'eccitazione di avere, durante un viaggio, una relazione romantica in un treno.
martedì 25 giugno 2019
HARRYSOHN E LADY CORINNE.
Quando il marito entra nella stanza, Greta è accovacciata accanto
al suo corpo disteso sul tappeto e gli sta accarezzando il dorso
muscoloso.
-Sono arrivati…
-Li hai fatti accomodare? E
lei... com'è...?
-Bellissima... forse un po' nervosa, la
presenza di tutta quella gente la inquieta un po'... .
-Precedimi...
arriviamo in un istante....
Lo ritrova nel salone quando entra
seguita da Harrysohn, lungo la parete sono disposte delle poltroncine
sulle quali sono sedute, nella penombra, diverse persone.
Lei...
la giovane Lady Corinne, all'ingresso di Harrysohn, non ha occhi che
per lui. I suoi occhi sono lucidi e teneri.
Sa cosa aspettarsi e
non ne vede l'ora, apprezza l'aspetto maschio di Harrysohn, la
vigoria fisica e la sua particolare situazione glielo fa desiderare.
Vuole essere posseduta da lui.
Greta si scosta, li lascia al
centro della sala, Gli occhi dei presenti ammirano la bellezza di
entrambi. Sono giovani e belli.
Ma nonostante l’evidente
disponibilità di Lady Corinne e il suo manifesto desiderio,
Harrysohn non prende l'iniziativa. Resta bloccato. Un mormorio di
delusione corre nella sala.
Il marito raggiunge Greta e le chiede
di intervenire. Deve aiutare Harrysohn a prendere l'iniziativa. Si
tratta infine di non deludere i numerosi spettatori
intervenuti.
Greta interviene.
Per prima cosa passa la mano
sulla vagina di Lady Corinne, la intinge nel succo profumato di
calore di femmina e poi la passa sul naso e sulla bocca di Harrysohn.
Gli s’inginocchia a fianco e raggiunge con la mano il suo ventre,
prende il pene in mano e inizia a scoprirlo. I suoi movimenti sono
determinati. Ora sente inturgidirsi la verga e continua. Opera fino a
renderlo completamente eretto. Sente la durezza sotto le dita, il
grosso groppo e il sacco dello scroto. Harrysohn ora respira
affannosamente.
Lady Corinne lo sta aspettando. Mostra il suo
didietro posta a quattro zampe. Greta lo conduce a lei. Harrysohn le
si sistema sopra... la grossa verga cerca di penetrarla ma non trova
il giusto pertugio. Greta allora lo prende in mano e lo aiuta. Ora la
sta penetrando... con forza... con dei veloci colpi. Lui appoggiato
sul suo dorso, il bacino che ora ha preso un ritmo forsennato e viene
per la prima volta, eiacula abbondantemente dentro Lady Corinne,
tanto abbondantemente che parte dello sperma, molto liquido, scivola
fuori in lunghi rigurgiti.
Ora il grosso pene si e' inserito
profondamente nella vagina, il suo movimento sempre frenetico ed e'
evidente il godimento di entrambi. Ancora eiacula abbondantemente e
ancora non smette. La sua eccitazione non scema. Lady Corinne emette
versi animaleschi di piacere che si confondono con quelli affannosi
di Harrysohn.
Il marito raggiunge Greta...
-Lasciali
continuare ancora un po'... dobbiamo avere la certezza.
Ancora
Harrysohn la sta possedendo, e' instancabile. Per la soddisfazione di
Greta che lo sta guardando.
Quando infine Harrysohn la lascia e
si stacca, è stremato, Greta lo accarezza e si complimenta con lui
con parole affettuose.
Ora il marito accende le luci e si porta al
centro della sala...
"Gentili Signore e egregi Signori...
siamo onorati della vostra presenza, avete or ora assistito alla
monta di Harrysohn XVI di Cornovaglia, magnifico esponente della
razza canina di Riesen Schnautzer, vincitore di tutti i maggiori
concorsi di bellezza mondiali, il suo pedigree risale a innumerevoli
generazioni di campioni come e quanto lui, alla monta… dicevo di
Harrysohn con Lady Corinne Cheryl IV, a sua volta campionessa e
proveniente da altrettanti campioni. E' probabile... anzi certo che i
cuccioli nati dalla loro unione siano validi quanto loro. Avete
accanto a voi un foglietto.
Vi preghiamo se interessati di fare la
vostra offerta e di specificare il sesso del cucciolo desiderato.
Esaudiremo le richieste tenendo conto della graduatoria delle offerte
e della disponibilità della cucciolata. Ricordate di mettere il
vostro onorato nome e il recapito telefonico.
Vi ringraziamo di
essere intervenuti, Vi preghiamo di farci l'onore di partecipare ad
un piccolo rinfresco. Grazie ancora."
Harrysohn guarda
ancora con bramosia Lady Corinne, ma sfortunatamente per lui per
quella sera non è previsto un seguito.
T.
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