lunedì 29 ottobre 2018

JULES ET JIM. (1)



Avete visto quel bellissimo film con la Jeanne Moreau, intitolato così e tratto dal racconto di Henri-Pierre Rochè, con lei che aveva una relazione con due uomini e passava da uno all'altro, insomma un "mènage à trois"?
Datato... eh? Addirittura in bianco e nero. 

Ricordo che mi innamorai pazzamente di Jeanne Moreau... ma ero ragazzino...


Ecco la mia versione di Jules et Jim... la faccio narrare  dalla moderna Jeanne... che per l'occasione si chiama Giulia...

T.


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...All'inizio dell'estate avevo trovato alloggio in una villetta bifamiliare sul mare o meglio dentro il mare, dato che era costruita su uno sperone di roccia a strapiombo sulle onde, una ripida scala di pietra portava ad una piccola caletta di sassi e sabbia. 

Certo costava una cifra da giugno a fine agosto, ma dato che pagava il mio lui, chi se ne frega...! 

Lui e' anche il mio datore di lavoro, o meglio lavoro per la sua casa editrice, traduco e immagino commenti più' o meno sintonizzati con i reportage fotografici che una sua rivista pubblica. 

Avete intuito qualcosa? 

No...? 

Vi aiuto io, si chiama Giulio, anagraficamente intendo, ma per vezzo si fa chiamare Jules, alla francese, ha un quarant'anni, è alto e biondo, longilineo e piuttosto belloccio. 

Abbiamo una relazione burrascosa e nel corso del mio racconto capirete perché. 

Quanto guadagno con il mio lavoro non e' granché, diciamo che lui è piuttosto generoso... e esigente!

A questo punto vi chiederete... e Jim? 


Un momento che ci arrivo, fatemi raccontare...

Allora... il giorno della consegna dell'alloggio passiamo a prendere l'incaricato dell'agenzia e andiamo alla villetta, l'agente e Jules in una macchina, io nella mia piccola Clio, arriviamo, provvediamo al tutto, noto che il parcheggio per le vetture e' veramente poca cosa. Le due parti della struttura sono unite, il lato davanti e' diviso da una alta cannicciata, un piccolo cancelletto si apre per ogni abitazione sul minuscolo spiazzo del parcheggio. 


L'incaricato mi assicura che mi troverò benissimo, l'altro inquilino e' anche lui una persona di cultura, ma che fa? Mi pare che sorrida lubricamente mentre lo dice, forse e' la mia immaginazione, dato che vedo maiali dappertutto! 

Guardo, esamino, mi piace, l'incaricato della consegna prende congedo e se ne va. 

Dovrò accompagnare Jules alla sua macchina, ma intanto per prima cosa mi spoglio completamente, ho intenzione di stare nuda tutta l’estate.

Jules è sceso intanto al mare.

Nell'ingresso c'è uno specchio, mi guardo, sono bianca da fare schifo, mi esamino criticamente, forse se madre natura mi avesse dato un pelo di più di seno e un po' meno di sedere, ma dai... non sono male... proprio per niente!



Raggiungo Jules alla piccola spiaggetta, proprio minuscola e faccio il primo bagno della stagione, l'acqua e' fredda ma ritemprante, invito il mio uomo a raggiungermi, mi fa segno di no, anzi mi mostra l’orologio, ma si... so che devo accompagnarlo alla sua macchina. 


Esco e risaliamo all'abitazione, sono bagnata e ho tutti gli asciugamani ancora nelle valigie, ne apro una sperando che sia quella giusta, intanto sento una macchina arrivare e fermarsi davanti a casa. 

Il tempo di asciugarmi che Jules mi raggiunge e con il dito davanti alle labbra, in segno di far silenzio, mi fa cenno di seguirlo, mi trascina fino alla cannicciata che divide il cortile piastrellato, mi fa segno di abbassarmi e di guardare di la' attraverso una piccola fessura fra le canne, è il nostro vicino penso… che motivo c'è...?!


Guardo... oddio...! 
Uno splendore...!


Un bronzo di Riace... però nero come l'ebano... no... di quel nero che sembra dare riflessi sul blu, mi dà la schiena, alto, muscoloso e insieme snello... ed e' nudo! I suoi glutei sono raccolti e sodi, si gira e tombola… il viso bellissimo e il gioiello che adorna il suo basso ventre è una banana nera!


Sta portando in casa quello che ha scaricato dalla vettura, vedo i suoi muscoli muoversi sotto la pelle. 

Sto chinata completamente in avanti, il viso accostato alla parete di canne, quando sento Jules appoggiarsi con forza al mio culo, mi si strofina addosso e ho modo di sentire la sua erezione, io mi sono eccitata... d'accordo, ma lui perché? 

Ora la sua mano mi tocca, le dita mi penetrano con violenza, mi fanno male anche se sono parzialmente bagnata, sento il suo pene che cerca di prendere il posto delle dita, entra... ma non sono pronta, si... poco a poco mi bagno, chiudo gli occhi e penso a quella bellezza d'ebano che ho visto, in breve collaboro con Jules andando a incontrare le sue spinte... sto per venire... ecco...!

Mi alza dalla posizione chinata che avevo assunto e mi tira a se, appoggia la bocca all'orecchio, mi morde il lobo, mi fa male....



Sussurra... 


"Hai visto che maschione nero? E che affare che ha... vorresti fartelo, vero...? Dimmi che te lo faresti... qui... in piedi... dillo...". 

"Si... me lo farei qui in piedi...". 

"E dove... lo prenderesti?". 

"Dappertutto... in bocca... davanti... dietro...".

Mi fa chinare nuovamente, il mio viso e' nuovamente vicino alle canne della separazione, lo cerco con lo sguardo... intanto vengo sbattuta sempre più' violentemente. 


Chiudo gli occhi.... 

Ho emesso dei gemiti? 

Spero che il mio vicino non abbia sentito, riapro gli occhi... ora e' fermo e sembra tendere le orecchie come una bestia nella savana, poi riprende il suo lavoro.

Jules continua e continua, poi finalmente viene dentro di me e mi provoca un altro orgasmo, io gemo... lui grugnisce... solo un sordo non sentirebbe...!



Ma non ho il tempo neanche per ricominciare a connettere, Jules si pulisce sommariamente con l'asciugamano caduto per terra e mi fa fretta, devo portarlo subito alla macchina, e' in ritardo, cerco di prendere tempo, devo lavarmi... no... no... non c'è tempo! 

Mi rivesto, maglietta, short e via, ha lasciato la macchina all'inizio della strada sterrata che raggiunge la villetta, a pochi minuti...

"Che bel vicino, vorrei che tu ne facessi la conoscenza, devi invitarlo da noi per domani sera, a cena, porterò io tutto dalla città, questa sera telefonami per riferirmi, va bene...?". 


Mi bacia frettolosamente e corre alla sua auto, che gli succede? 

Io devo rimorchiare il bel nero e portarlo a cena con lui? 

Boh... fra le tante sue stranezze registro anche questa!

Torno, mi tolgo di dosso i vestiti, fra le cosce ho ancora lo sperma rappreso di Jules, scendo la scala e mi getto in mare. 


Che goduria, l'acqua e' frizzante, mi stendo e galleggio sulle onde, alzo lo sguardo verso l'abitazione, lui e' lassù e mi sta guardando, gli faccio un cenno di saluto da buona vicina, lui risponde. 

Esco e mi sdraio sui ciottoli misti a sabbia della minuscola spiaggia, chiudo gli occhi.... 

Non lo sento arrivare....


"Ciao vicina... benvenuta in paradiso...".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ricordo questo racconto Tibet!! E' uno dei più belli ed eccitanti che tu abbia scritto. Non chiedermi il perchè ma, per me, è così. Non vedo l'ora che posti anche il seguito!
Un bacio, Tata

Tibet ha detto...

Lieto di risentirti. Grazie dei complimenti...

Un abbraccio.

T.