Un semplice SMS.
-Vieni. Hotel Scribe Parigi. Ho
prenotato una stanza da lunedì a tuo nome. Non rispondere. Non
telefonare. Mi faccio sentire io-.
Arriva e all'albergo chiede una
camera all'ultimo piano, ha una pessima esperienza con gli alberghi
di questa città, una volta non l'hanno fatto dormire per notti. Il
letto della camera del piano di sopra cigolava all'infinito. Pochi
momenti di pausa e poi ricominciava. Aveva pensato ad una coppia in
luna di miele o qualcosa del genere ed aveva, sospirando, portato
pazienza, salvo poi accertarsi che il portiere, uno schifoso fottuto
pied noir algerino ruffiano, affittava la stanza ad ore a delle
puttane.
L'hotel Scribe è di un altro livello ma non si mai con i
portieri di hotel, sono una brutta razza.
E' un periodo di
confusione.
Lui che non sa più in quale porto rifugiarsi.
Sembra un fuscello in balia delle onde.
Poi incontra lei. Una
donna sposata e un marito geloso, paranoico e violento.
E lei puttana.
Lei che gioca al limite. Gioca con la sua vita.
E' in quella particolare fascia d'età nella quale si vuole
approfittare delle ultime opportunità.
Sente svanire la gioventù e vedersi sfiorire non le è
sopportabile.
Lui che cade di nuovo nel suo debole per le donne sposate. Vortice
nel quale da sempre annaspa.
La conosce in una vacanza, lei è con il marito. S'intuisce subito
la disponibilità di una donna e capisce che lei cerca un'avventura.
Cerca un uomo, un cazzo.
Lui o un altro qualsiasi le va bene.
Un attimo di passione dietro ad una porta mentre il marito va in
camera con il figlioletto.
Un feroce amplesso. Lei appoggiata di schiena, lui che le sostiene
prima una gamba all'altezza del ginocchio poi la alza e spinge dentro
di lei come un pazzo. Attimi di follia, la sua bocca su quella della
donna per non farla gridare, sente solo i suoi gemiti mentre hanno
quasi contemporaneamente un orgasmo incredibile.
Veloce il suo,
diverso, intenso. Violento, animalesco.
Lei che scivola lentamente e lui che la
lascia fino a farle rimettere i piedi a terra.
Ansimanti.
Poi
inizia la cosa.
Vera, completa e meravigliosa pazzia.
E tutte
le difficoltà per incontrarsi?
Niente di razionale in questo
rapporto, lei che si trasferisce temporaneamente a Parigi per il
lavoro del marito.
Poi il suo messaggio. E lui che parte senza
pensarci.
L'hotel guarda verso il Boulevard des Capucines.
E' alla finestra e osserva il traffico e il cielo plumbeo di Parigi. Pensa al quadro di Monet che lo raffigura, gli sembra che sia il “Carnevale a Boulevard des Capucines”, gli alberi spogli. Cerca di richiamarlo alla mente, di ricordare se è ambientato in primavera o autunno.
Una sua chiamata.
-Sono in bus. Arrivo. Dietro di me ho un
maiale che mi preme il cazzo contro il culo. Che faccio?-.
-Lascialo
fare. Porta la mano dietro e strizzalo bene.-
-Sei un porco. Porto
anche lui?-
-Solo se è giovane e bello...-
-E' grosso. Lo
sento grosso sotto la mano. Ha un cazzo enorme...-
-Sei
bagnata...? Quanto sei puttana...!-
-Ehm... si. Poi ti faccio
sapere che devi fare...-.
Gli telefona più tardi da un telefono
interno.
E' nello SPA dell'albergo che ha un'entrata a parte, di fianco a
quella principale dell'hotel in Rue de Scribe.
Deve andare giù e
aprirle la porta di comunicazione con la tessera a chip della
stanza.
Lei è in accappatoio.
I capelli neri che cadono sulle spalle. Gli occhi che
risplendono.
In ascensore la spinge contro la parete mentre le
mangia la bocca. Con la mano raggiunge la sua fica. E' bagnata
all'inverosimile. Entra con le dita, cerca il suo clitoride. Vuole
farla godere.
Ora. Ora, mentre sono in ascensore.
Sente il suo odore, un odore che lo fa impazzire. L'odore forte
della sua fica eccitata. Lei appoggiata di schiena, la testa riversa
all'indietro, gli occhi chiusi, gode della carezza.
Deve urlare!
Vuole che ora goda alla sua maniera, come solo lei sa fare.
L'ascensore si apre, nessuno al piano. Lo rimanda giù. Ora l'altra
sua mano è sul suo culo, cerca il suo buco. E' bagnato fradicio
anche questo, la penetra con violenza con le dita.
Lei gode una
volta, rimanda su l'ascensore. lei gode ancora, le sue mani ad
accarezzarlo.
La porta si apre di fronte ad una coppia anziana.
Si ricompongono velocemente ed escono mentre provocano l'occhiata
scandalizzata del vecchio signore e quella più comprensiva della
signora.
In camera non arrivano al letto, nel piccolo atrio...
lei, puttana, si appoggia con le mani alla parete e lo incita, gli dà
del porco, gli dice di fotterla come una cagna in calore e lui con i
pantaloni a terra la tiene per i capelli e sbatte contro le sue
natiche.
Urla...!
-Dai! Puttana... godi! cagna che sei...! Ti
devono sentire fino a piano terra! Dai!-
Non riescono a
raggiungere il letto, è ancora sul pavimento che scopano, sono due
animali, lui che a forza di colpi le fa raggiungere la parete
opposta.
Poi il breve riposo.
Lei nuda a gambe aperte che si tocca pigramente, la bella mano che
s'accarezza, lui appoggiato con la testa alla sua coscia, è a pochi
centimetri dalla sua fica, l'annusa... la guarda.
-Vuoi sapere...
porco? Quello del cazzo grosso del bus mi ha fatto godere solo
strofinandosi al mio culo, è venuto anche lui. Quando sono scesa
all'Opera mi sono girata per guardarlo. Aveva una macchia di sborra
sui pantaloni il maiale. Non era male, sui cinquanta, alto come me,
grosso... distinto--
-Sei una puttana... dai masturbati! Fallo...!
Che facevi? Ti sei strofinata le cosce mentre lui premeva il
cazzo?-.
-Uhm... strofinavo il culo su quel bastone di carne, se
avesse osato e mi avesse alzato la gonna gli avrei permesso di avermi
lì in mezzo alla calca, sai che lo volevo proprio nel culo? Nel
culo... tutto... tutto fino ai coglioni. Dio se sono
eccitata...-
-Troia... fammelo vedere! Mettiti in ginocchio...
testa sul letto!-
Ammira il suo culo, la profonda valle fra le
natiche. Il fiore simile ad un garofano scuro e l'alone che ha
intorno. Fra le cosce vede la fica, larga, rossa, slabbrata, piena
della sua sborra che tracima.
Tocca il culo, il suo garofano. le
sue pieghe.
Prima piano, bagnandosi le dita, poi forte a
penetrarla con violenza. Ritira e rimette fino a ficcarle dentro due
dita fino al palmo, lei si dimena.
-Toccati tu... puttana che sei!
Toccati la fica... voglio che vieni così...--
Lei esegue, la sua
mano fra le cosce che strofina, entra... si bagna e strofina, mentre
lui, con le sue dita, le lavora il culo. Con l'altra mano se lo mena,
vuole che diventi duro.
La sprona.
-Più forte puttana... più
forte! Menati quella cazzo di fica... dai! Che ti fotto il culo con
le dita...-
Lei con la mano che si muove frenetica e infine il suo
orgasmo! Le sue urla, il suo dimenarsi e le dita di lui a fondo.
E
sborra!!
Un momento...!
Sborra o piscia?
Cazzo... lui non ha mai creduto a chi dice di
squirtare!
Eppure ne ha scopate di puttane!
E' un getto trasparente! Uno
spruzzo che continua forte!
E' una vita che aspetta di vedere una
cosa così! Una che sborra!
Ma... squirta davvero? O... piscia?
Allunga le dita, le intinge, annusa e lecca.
-... piscio...
mi hai pisciato addosso...!-
-Siii... cazzo se godo di più con la
vescica piena! L'orgasmo brucia dentro e alla fine non riesco più a
tenerla... e lascio andare...-
La gira violento e le incolla la
bocca alla fica, si sente impazzire, beve, succhia, lecca, morde,
beve la sua piscia, ecco in quel particolare momento potrebbe fare
qualsiasi cosa!
Qualsiasi... anche la più aberrante che possa
essere, sa che non saprebbe eludersi.
Da infoiato scala il suo corpo, entra in lei, mentre la sua bocca
piena travasa parte del contenuto nella bocca di lei, bevono
assieme.
E la monta... la monta... la monta!
La monta all'infinito!
Lei che infine, in un attimo di
razionalità, lo scrolla da sé!
Dice... cazzo...!
Deve
andare! Il marito l'aspetta all'uscita dello SPA... se la cerca
dentro sono guai!
-Porco... porcone... a domani... stessa ora. Ti chiamo
io...-
Raccoglie l'accappatoio e lascia la stanza.
Ha
voglia di un caffè, di vedere gente.
Vuole andare in quel locale nel Boulevard des Italiens, come si
chiama? Ah si... Le Cardinal... o al Patata Café?
Chissà che
stagione è raffigurata nel quadro di Monet e dove l'ha visto? Ha un
vuoto di memoria. Perché continua a scervellarsi su questo?
Ma
che gran coglione!
Se è Carnevale deve essere febbraio o marzo!
Dove l'ha visto? In una mostra d'impressionisti certo, di sicuro
non dove è esposto, non c'è mai stato al Museo Puskin a Mosca.
T.
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