mercoledì 17 ottobre 2018

HOTEL SCRIBE - PARIS



Un semplice SMS.

-Vieni. Hotel Scribe Parigi. Ho prenotato una stanza da lunedì a tuo nome. Non rispondere. Non telefonare. Mi faccio sentire io-.

Arriva e all'albergo chiede una camera all'ultimo piano, ha una pessima esperienza con gli alberghi di questa città, una volta non l'hanno fatto dormire per notti. Il letto della camera del piano di sopra cigolava all'infinito. Pochi momenti di pausa e poi ricominciava. Aveva pensato ad una coppia in luna di miele o qualcosa del genere ed aveva, sospirando, portato pazienza, salvo poi accertarsi che il portiere, uno schifoso fottuto pied noir algerino ruffiano, affittava la stanza ad ore a delle puttane.

L'hotel Scribe è di un altro livello ma non si mai con i portieri di hotel, sono una brutta razza.

E' un periodo di confusione. 

Lui che non sa più in quale porto rifugiarsi.

Sembra un fuscello in balia delle onde.

Poi incontra lei. Una donna sposata e un marito geloso, paranoico e violento.

E lei puttana.
Lei che gioca al limite. Gioca con la sua vita.
E' in quella particolare fascia d'età nella quale si vuole approfittare delle ultime opportunità.
Sente svanire la gioventù e vedersi sfiorire non le è sopportabile.
Lui che cade di nuovo nel suo debole per le donne sposate. Vortice nel quale da sempre annaspa.
La conosce in una vacanza, lei è con il marito. S'intuisce subito la disponibilità di una donna e capisce che lei cerca un'avventura.
Cerca un uomo, un cazzo.
Lui o un altro qualsiasi le va bene.
Un attimo di passione dietro ad una porta mentre il marito va in camera con il figlioletto.

Un feroce amplesso. Lei appoggiata di schiena, lui che le sostiene prima una gamba all'altezza del ginocchio poi la alza e spinge dentro di lei come un pazzo. Attimi di follia, la sua bocca su quella della donna per non farla gridare, sente solo i suoi gemiti mentre hanno quasi contemporaneamente un orgasmo incredibile. 

Veloce il suo, diverso, intenso. Violento, animalesco.

Lei che scivola lentamente e lui che la lascia fino a farle rimettere i piedi a terra. 

Ansimanti. 

Poi inizia la cosa. 

Vera, completa e meravigliosa pazzia.

E tutte le difficoltà per incontrarsi? 
Niente di razionale in questo rapporto, lei che si trasferisce temporaneamente a Parigi per il lavoro del marito.
Poi il suo messaggio. E lui che parte senza pensarci.

L'hotel guarda verso il Boulevard des Capucines.

E' alla finestra e osserva il traffico e il cielo plumbeo di Parigi. Pensa al quadro di Monet che lo raffigura, gli sembra che sia il “Carnevale a Boulevard des Capucines”, gli alberi spogli. Cerca di richiamarlo alla mente, di ricordare se è ambientato in primavera o autunno. 

Una sua chiamata.

-Sono in bus. Arrivo. Dietro di me ho un maiale che mi preme il cazzo contro il culo. Che faccio?-.

-Lascialo fare. Porta la mano dietro e strizzalo bene.-

-Sei un porco. Porto anche lui?-

-Solo se è giovane e bello...-

-E' grosso. Lo sento grosso sotto la mano. Ha un cazzo enorme...-
-Sei bagnata...? Quanto sei puttana...!-
-Ehm... si. Poi ti faccio sapere che devi fare...-.
Gli telefona più tardi da un telefono interno.


E' nello SPA dell'albergo che ha un'entrata a parte, di fianco a quella principale dell'hotel in Rue de Scribe.

Deve andare giù e aprirle la porta di comunicazione con la tessera a chip della stanza.

Lei è in accappatoio.

I capelli neri che cadono sulle spalle. Gli occhi che risplendono.

In ascensore la spinge contro la parete mentre le mangia la bocca. Con la mano raggiunge la sua fica. E' bagnata all'inverosimile. Entra con le dita, cerca il suo clitoride. Vuole farla godere.

Ora. Ora, mentre sono in ascensore.
Sente il suo odore, un odore che lo fa impazzire. L'odore forte della sua fica eccitata. Lei appoggiata di schiena, la testa riversa all'indietro, gli occhi chiusi, gode della carezza.
Deve urlare!

Vuole che ora goda alla sua maniera, come solo lei sa fare. L'ascensore si apre, nessuno al piano. Lo rimanda giù. Ora l'altra sua mano è sul suo culo, cerca il suo buco. E' bagnato fradicio anche questo, la penetra con violenza con le dita.

Lei gode una volta, rimanda su l'ascensore. lei gode ancora, le sue mani ad accarezzarlo. 

La porta si apre di fronte ad una coppia anziana. Si ricompongono velocemente ed escono mentre provocano l'occhiata scandalizzata del vecchio signore e quella più comprensiva della signora.

In camera non arrivano al letto, nel piccolo atrio... lei, puttana, si appoggia con le mani alla parete e lo incita, gli dà del porco, gli dice di fotterla come una cagna in calore e lui con i pantaloni a terra la tiene per i capelli e sbatte contro le sue natiche.

Urla...! 

-Dai! Puttana... godi! cagna che sei...! Ti devono sentire fino a piano terra! Dai!-

Non riescono a raggiungere il letto, è ancora sul pavimento che scopano, sono due animali, lui che a forza di colpi le fa raggiungere la parete opposta.
Poi il breve riposo.


Lei nuda a gambe aperte che si tocca pigramente, la bella mano che s'accarezza, lui appoggiato con la testa alla sua coscia, è a pochi centimetri dalla sua fica, l'annusa... la guarda.

-Vuoi sapere... porco? Quello del cazzo grosso del bus mi ha fatto godere solo strofinandosi al mio culo, è venuto anche lui. Quando sono scesa all'Opera mi sono girata per guardarlo. Aveva una macchia di sborra sui pantaloni il maiale. Non era male, sui cinquanta, alto come me, grosso... distinto--

-Sei una puttana... dai masturbati! Fallo...! Che facevi? Ti sei strofinata le cosce mentre lui premeva il cazzo?-.

-Uhm... strofinavo il culo su quel bastone di carne, se avesse osato e mi avesse alzato la gonna gli avrei permesso di avermi lì in mezzo alla calca, sai che lo volevo proprio nel culo? Nel culo... tutto... tutto fino ai coglioni. Dio se sono eccitata...-

-Troia... fammelo vedere! Mettiti in ginocchio... testa sul letto!-

Ammira il suo culo, la profonda valle fra le natiche. Il fiore simile ad un garofano scuro e l'alone che ha intorno. Fra le cosce vede la fica, larga, rossa, slabbrata, piena della sua sborra che tracima.

Tocca il culo, il suo garofano. le sue pieghe. 
Prima piano, bagnandosi le dita, poi forte a penetrarla con violenza. Ritira e rimette fino a ficcarle dentro due dita fino al palmo, lei si dimena.
-Toccati tu... puttana che sei! Toccati la fica... voglio che vieni così...--
Lei esegue, la sua mano fra le cosce che strofina, entra... si bagna e strofina, mentre lui, con le sue dita, le lavora il culo. Con l'altra mano se lo mena, vuole che diventi duro.
La sprona.
-Più forte puttana... più forte! Menati quella cazzo di fica... dai! Che ti fotto il culo con le dita...-
Lei con la mano che si muove frenetica e infine il suo orgasmo! Le sue urla, il suo dimenarsi e le dita di lui a fondo.
E sborra!! 
Un momento...!


Sborra o piscia?

Cazzo... lui non ha mai creduto a chi dice di squirtare!

Eppure ne ha scopate di puttane!

E' un getto trasparente! Uno spruzzo che continua forte!

E' una vita che aspetta di vedere una cosa così! Una che sborra! 

Ma... squirta davvero? O... piscia? 

Allunga le dita, le intinge, annusa e lecca. 

-... piscio... mi hai pisciato addosso...!-

-Siii... cazzo se godo di più con la vescica piena! L'orgasmo brucia dentro e alla fine non riesco più a tenerla... e lascio andare...-
La gira violento e le incolla la bocca alla fica, si sente impazzire, beve, succhia, lecca, morde, beve la sua piscia, ecco in quel particolare momento potrebbe fare qualsiasi cosa!
Qualsiasi... anche la più aberrante che possa essere, sa che non saprebbe eludersi.


Da infoiato scala il suo corpo, entra in lei, mentre la sua bocca piena travasa parte del contenuto nella bocca di lei, bevono assieme.

E la monta... la monta... la monta!

La monta all'infinito!

Lei che infine, in un attimo di razionalità, lo scrolla da sé! 

Dice... cazzo...! 

Deve andare! Il marito l'aspetta all'uscita dello SPA... se la cerca dentro sono guai!

-Porco... porcone... a domani... stessa ora. Ti chiamo io...-

Raccoglie l'accappatoio e lascia la stanza.



Ha voglia di un caffè, di vedere gente.

Vuole andare in quel locale nel Boulevard des Italiens, come si chiama? Ah si... Le Cardinal... o al Patata Café? 

Chissà che stagione è raffigurata nel quadro di Monet e dove l'ha visto? Ha un vuoto di memoria. Perché continua a scervellarsi su questo? 

Ma che gran coglione! 

Se è Carnevale deve essere febbraio o marzo!


Dove l'ha visto? In una mostra d'impressionisti certo, di sicuro non dove è esposto, non c'è mai stato al Museo Puskin a Mosca. 





T.

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