martedì 23 ottobre 2018

LA LETTERA




Caro Tibet,
Vorrei raccontarti cosa mi sta succedendo in questo periodo, senz'altro ti interesserà per via della particolarità della cosa.
Ricordi che ho perso l'impiego? Si... licenziata per via della crisi.
Dopo qualche tempo di riposo forzato, trovo qualcosa. Nulla di importante, poche ore in casa di un professore, uomo sposato e con figli, devo mettere ordine nelle sue carte, ne ha una moltitudine, sai?
Carte, riviste, libri, tutti sistemati o meglio accatastati lungo le pareti del suo studio.
La casa è una casa signorile senza dubbio.
Mi da dieci euro all'ora, assolutamente in nero. Una miseria, non trovi?
Nessun contratto, vado quando voglio. Ma meglio che dormire fino a mezzogiorno e sentirsi una nullità.
Mi da le chiavi di casa.
Strano... ci vado la mattina e non c'è nessuno.
Ci vado il pomeriggio... pure.
Mi fa comodo comunque, gli segno le ore su un foglio e sembra che a lui va bene così.
La maggior parte delle cartacce che ha accantonato, la elimino. Non ha detto che si fida della mia capacità di analisi? Butto via quasi tutto.

Sarà forse il ventesimo giorno che sto lì da sola a coprirmi di polvere e li sento entrare... lui, la moglie e i due figli.
Li saluto, lui mi presenta, la signora... gentilmente mi dice di fermarmi, di mangiare con loro.
Mi chiedi dei ragazzi?
Oh... Tibet! Sei lungimirante o sei davvero il mago che sostieni di essere?
Si... due meraviglie!
Il più grande... Francesco ha ventidue anni ed è biondo, due occhi verde-azzurro e un sorriso che ti fa sciogliere sotto!
Il fratello... Giacomo, bruno... occhi neri, bello come suo fratello ma diverso!
Completamente!
Hai presente un dio nordico e un principe arabo? Ecco... per farti presente la situazione.
Non sembrano fratelli salvo il sorriso e gli occhi assassini.
Per fartela breve, caro Tibet, mangiamo e sotto il tavolo sento le loro manovre di avvicinamento.
I loro piedi si accostano ai miei, e poi... e poi... le loro mani che sento appoggiarsi sulle mie cosce, uno da una parte e l'altro dall'altra.
Sai Tibet... mi ricordano due predatori che circondano la preda per potersene cibare! Due affascinanti, crudeli predatori e io la loro vittima, poco disposta a resistere, anzi... diciamo consenziente?
Mangiamo, chiedo se devo aiutare ma la signora, oh... bella donna sai? Piacerebbe a quel porco che sei. La signora dice di no.
Vado ancora un po' a sistemare le cartacce, mentre i fratelli asseriscono che vanno in camera loro.
Lasciamo assieme la sala da pranzo e nel lungo corridoio nel quale si aprono numerose porte, loro due... assieme, mi stringono, sento le loro mani curiose e violente cercarmi fra le cosce e sul seno, sento che mi baciano a turno la bocca, ambedue famelici, ambedue con il respiro rotto dalla passione.

Non avevo proprio la voglia di respingerli...

Sento che premono contro di me il loro sesso rigido e io mi sciolgo letteralmente, mi tirano nella loro camera e iniziano a spogliarmi, uno davanti a me e l'altro dietro, sento il loro cazzo duro che preme.
Uno, oh... non so chi è, il dio nordico o il principe arabo, che mi da la sua lingua da succhiare e l'altro... dietro che mi morde la nuca, uno davanti che fruga fra le mie cosce, mi tocca la figa e mi fa istantaneamente godere e l'altro che mi stringe i capezzoli da dietro.
Non è forse il sogno di ogni donna essere presa così?
Mi spogliano... sai, si spogliano... che meraviglia sono! Te li devo proprio descrivere, sono altrettanto belli e diversi anche da nudi, il biondo ha un cazzo roseo, la cappella appena leggermente più scura, largo e lungo, dritto però... dritto come una spada. Quello del principe arabo? Scuro... Tibet! Quasi nero! E... sentimi bene, curvo in su come una scimitarra!

Vuoi sapere come mi hanno scopato?

Dio... a turno, Tibet! Uno mi tiene da dietro contro di se, mi alza da sotto le cosce, mi tiene con le gambe larghe, spalancate e l'altro... che sprofonda in me con il cazzo che sembra un coltello caldo che affonda nel burro!

E ho goduto!
Sono addirittura andata in deliquio, in una specie di trans orgasmico!
Oh si...!
Mi hanno scopato, li ho succhiati, mi hanno leccato e scopato ancora, e ne avevano di riserve, sai? E io non dicevo certo di no, anzi!
Il momento più bello? Fra i molti belli?
Il nordico dietro, sai... ha il cazzo leggermente più largo del fratello, che mi scopava e il principe che succhiavo, dio! Sentire i due cazzi che... mi facevano godere... duri, oh... duri oltre ogni limite! Quello in bocca, curvo... mi graffiava la gola da tanto era duro!

Ora però... Tibet. La cosa si è complicata, non so se riesco a gestirla, è capitato che...

Oh... Tibet!
La sorpresa...!
Fra la il cumulo di vecchie riviste!
Una cartellina, la apro e... oh! Il professore ha una sessualità! Eccome! Immagini sue, nudo... con l'arnese in tiro.
Ritengo che le abbia mandate a qualche donna, no? Un uomo se le fa per quel motivo di solito.
Vedo che è messo bene. Non era davvero da immaginarsi che avesse un cazzo del genere!
Tibet...! Grosso... largo, due coglioni che pendono come quelli di un toro!
Che faccio...?
Passo in rivista tutta la cartelletta e poi la rimetto sotto il mucchio.
Tu dici che l'ha messa apposta? Oh no... non ha la tua mente libidinosa.
Ammetto... confesso che ci ho rimesso più volte gli occhi su quel cazzo.
Mi chiedi se mi sono anche toccata?
Ebbene... si.
Ma una cosa rapida, sai? Giusto per togliermi quel senso di oppressione al ventre.
Insomma... un pomeriggio capita il padre e sto lavorando nel suo studio,
non come sia esattamente successo, ma finisce che mi scopa.
Io chinata con il busto sul piano della scrivania e lui... dietro che mi monta.
E mi piace... che posso farci? Mi piace...
Gli dico delle foto che ho trovato.
Gli dico che si... mi piace il suo cazzo grosso.
Lui naturalmente non sa dei figli e questi non sanno di lui...
Oh... io sono contenta, abbastanza insomma...
Il padre non parla di sospendermi l'incarico, figurati! E a me va bene, qualche euro lo guadagno così, onestamente... non ti pare? E posso anche trovarmi con i suoi figli.
Ma sai che mi scopano sempre assieme?
Il dio nordico e il principe arabo?
Per ore... Tibet!
Per ore!
Strano... padre e figli usano le stesse parole per definirmi, dicono che sono la loro puttana, ma sai... mi piace essere chiamata così, mi eccita.

Non vorrei che nascessero dei casini però, secondo me la moglie sta subodorando qualcosa. Le donne hanno un sesto senso in questo. Mi fa paura essere sorpresa in fragrante.
E non sopporterei la scenata.


Che devo fare, Tibet?

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