domenica 28 ottobre 2018

L'UOMO CHE VIAGGIA NEL PASSATO.






L'UOMO
CHE VIAGGIA NEL PASSATO.








Racconto
di Tibet Libero
in PDF






Nessuno ci crede quando affermo che posso viaggiare nel passato. Neanche la mie ex mogli ci credevano. Alla fine ho rinunciato a spiegare come accade. L’ultima delle mie ex era stata sposata precedentemente con uno psicoanalista e, influenzata da questi, nella causa di divorzio mi citò per danni.
Affermava che per lunghi periodi vivevo in uno stato catatonico e subito gli stregoni della mente dichiararono una schizofrenia.
L’inventario dei sintomi lo decisero al momento, non dimenticarono nulla.. disturbi del pensiero? C’erano. Disgregazione? Pure. Perdita delle connessione logica? Anche. Idee deliranti, vissuti di interpretazione morbosa, logorrea, allucinazioni, illusioni ottiche e sonore, movimenti affettati, perdita della flessibilità, autismo…? C’erano tutti.
Invece le cose non stavano così, semplicemente mentre viaggiavo nel passato vivevo anche nella dimensione temporale attuale, ma qui vivevo in maniera assolutamente ripetitiva, mi alzavo la mattina, mi lavavo.. andavo al lavoro e ritornavo, sempre le stesse medesime cose fino al mio ritorno dal viaggio. Capisco che la cosa poteva non piacere alle mie ex signore.. mi addebitarono anche la mia mancanza di libido, ma la mia libido mi seguiva nei viaggi e subito videro in questo una introiezione-regressione narcisistica con una proiezione che portava alla sostituzione della libido con le pulsioni di distruzione e di morte.
Mi ricoverarono quindi in questa clinica dove sono ora, a me va bene.
Posso viaggiare quanto voglio, non meraviglia più nessuno il mio stato assente e distratto.

Il viaggio a Vienna. Anni 1907-1908.

Il desiderio di questo viaggio nacque ammirando la Danae di Klimt. La conoscete l’opera? E’ l’eros che diventa icona.
Una bellissima giovane donna rannicchiata quasi in posizione fetale, si.. la so la versione mitologica, ...Danae, figlia di Acrisio re di Argo, fecondata nel sonno. Ma Klimt non voleva raffigurare questo, ve lo assicuro. Dalla vagina di Danae escono stelle d’oro, è il segno del suo orgasmo, del suo piacere solitario, si… Danae si sta masturbando.
Klimt ritrae sempre Eva, la donna per eccellenza, esposta in tutte le pose immaginabili, anche le più ardite. La donna seduce non più con la mela ma attraverso le sinuosità del suo corpo nudo. Klimt ama essere attorniato nel suo atelier da due o tre donne nude anche quando non dipinge. Questo gli permette di cogliere la donna nelle posizioni più eccitanti e subitaneamente riportarle su tela. Non solo, Klimt ama la donna e la sua rappresentazione a tal punto che non esita a ritrarre l’amore lesbico.
Mi viene facile innamorarmi pazzamente di Danae o meglio della sua versione materiale, umana… della donna che ha prestato la sua immagine al pittore.
Ma chi è la modella?
Margaret Stonborough-Wittgenstein?
Adele Bloch-Bauer ?
O la bella, fulva, slanciata Emilie Floge, sua compagna e sua musa per un ventennio?
Forse Wally Neuzil, modella di Klimt e poi amante di Schiele? E' lei la donna sensuale del quadro? Questa donna condizionerà anche Schiele. Si sa di quest’ultimo che le sue modelle preferite sono le ragazzine, spudorate lolite tutte ossa, occhi e genitali, dedite all'autoerotismo. Questo esercizio solitario, su cui Schiele insiste maniacalmente fino a ritrarre anche se stesso mentre si masturba, non ha nulla a che vedere con il languoroso, estatico appagamento che permea i disegni erotici di Klimt, e' al contrario un atto della desolazione e dell'inerzia che somiglia a un supplizio auto inflitto. L'eros non e' qui dinamica vitale, piuttosto e' una lebbra e una punizione a cui la propria natura condanna.
Iniziare un viaggio nel passato non è facile, devi essere consapevole che il passato ti può fagocitare, ti può trattenere a forza e che saresti finito. Invece devi avere la voglia di tornare al presente per ricominciare, conscio che dovrai abbandonare amori e persone e magari questo sarà doloroso. Insomma devi tornare per poter ripartire.

La Vienna dove precipito è la Vienna asburgica, dove vive il mito dell’ancora vivente Francesco Giuseppe, l’anziano imperatore sopravvissuto alla sua epoca come un vecchio dinosauro ormai fuori tempo e luogo. Ma già si vedono le crepe che fra non molto faranno precipitare tutto.
Klimt, Schiele e Kokoschka… sono parte delle avvisaglie dei tempi nuovi.
Faccio presto ad immedesimarmi in Klimt e a condividere la sua vita. Con lui conosco la bellissima Alma Mahler, la protagonista della vita sociale-artistica di Vienna, rivedo tramite lui gli attimi di passione e l’innamoramento, vivo l’attimo nel quale lui, uomo adulto, prende la verginità di lei appena adolescente.
Vivo il piacere del sesso, i momenti rubati, gli incontri a Venezia e le difficoltà di trovare un futuro per il loro amore contrastati come sono dalla madre di lei, la vedova del paesaggista Schindler.
Mi annoio durante i lunghi incontri che Klimt ha con gli altri pittori, lunghe discussioni sul valore di questo o di quel movimento artistico, in quei momenti preferisco seguire la vita di una delle modelle. Entrare nella sua casa e nel suo letto e appoggiarmi alla sua schiena e al suo culo e annusare il profumo dei suoi capelli.
Mi piace molto Emilie, il suo corpo slanciato, i suoi capelli che sembrano fuoco. I capelli sembrano quelli Danae… ma il viso no. Non è lei la modella della quale sono innamorato. Dormo spesso con lei e ci faccio l’amore. E’ una cosa inconsueta far godere una donna solo con il pensiero ma è fattibile. Pian piano entro in lei, nella sua mente e la condiziono, tanto da riuscire a stimolarne il desiderio ed è come se la possedessi veramente, come se penetrassi in lei fisicamente con il mio pene. Posso prolungare questo suo piacere e fare del suo piacere il mio. Non vorrei darvi una impressione sbagliata di troppa tenerezza e di attenzione, non è così, in verità stimolo anche i desideri più lascivi, Emilie desidera molto la penetrazione anale, violenta e dolorosa e io l’accontento con piacere.
Godo diverse volte in quei momenti, eiaculo ripetutamente. Non so cosa accadde in quei precisi istanti al mio collegato fisico che vive nel vostro presente, so solo che spesso.. ritornando mi sono trovato contenuto nella costrizione della camicia di forza. Usano molto Pentothal con me, ma non sembra sortire effetto, so anche che stanno parlando di una terapia di elettro-shock.
Più di tutto apprezzo quando Klimt dipinge o ricerca l’ispirazione. Usa più modelle che tiene nell’atelier nude e devono essere naturali.. senza affettazione. Piace a lui e piace a me vedere quei giochi fra corpi di donna. Niente di troppo passionale e affrettato ma abbracci morbidi e inquadrature plastiche. Le bocche che si cercano, le lingue che giocano mentre si intravvede il biancore dei bei denti. E poi.. il bacio che prosegue lungo la curva della gola e arriva al seno. La punta della lingua che titilla, la bocca che bacia e sugge, i leggeri morsi sui capezzoli ormai turgidi.
In questo gioco è maestra Emilie che sa come guidare la bocca della compagna. Le infila le lunghe dita fra i capelli e le indica la strada. Klimt vuole che arrivino al piacere, vuole rubare quell’attimo nel quale l’orgasmo annebbia i sensi. Vuole poter portare sulla tela qualcosa che ritragga i gemiti e le urla di piacere. A volte Klimt si masturba mentre guarda e io lo imito. Ambedue meniamo velocemente la nostra verga di carne dura, scappelliamo e ricopriamo con il prepuzio il glande reso violaceo dall’eccitazione e sborriamo nello stesso medesimo istante sul pavimento. Altre volte si avvicina per vedere i particolari e io faccio come lui, altrettanto curioso. Guarda la vagina aperta e la lingua dell’altra donna che stuzzica il clito fino a causare l’orgasmo. Raramente partecipa.. quelle volte prende di solito quella che sta leccando, la penetra da dietro, a volte in figa e a volte nel culo. Io invece lo faccio abbastanza spesso, mi piace la posa, la prospettiva di quel culo e difficilmente riesco a resistere. Qualche volta ci capita di prendere una delle modelle nello stesso momento e nello stesso pertugio del piacere, in figa o nel culo. E’ molto piacevole sentirsi sfregare contro un altro cazzo duro e godere dello stesso buco. Anche chi ci riceve gode molto.. riesco a condizionarla e farle credere davvero di avere due cazzi dentro, infilati assieme.
Ma tutto questo è per vivere il momento della attesa, non è per questo che sono venuto. Aspetto Danae, la mia Danae. Mentre Klimt dipinge esco e giro per la città, mi scelgo una donna e mentre viaggio con lei in carrozza la stuzzico un po’, giocando ad eccitarla. A volte mi basta questo.. uno o due ditalini in carrozza, a volte proseguo nel gioco. La faccio scendere davanti a qualche hotel di lusso e la prendo nella toilette per signore, lei chinata in avanti e appoggiata con le mani alla tazza. Questo eccita tutte in maniera eccezionale. Le fa sentire tanto puttane.
Rincontro anche Alma, ormai la signora Malher, dato che ha sposato il compositore ma tutto le sta stretto e lo si nota, avrebbe poi sposato l’architetto Gropius, suo amante durante il matrimonio con Mahler.. relazione questa che porterà il musicista in analisi da Freud, poi ancora sposerà il poeta Werfel dopo una relazione distruttiva con Kokoschka e molte brevi avventure. Ma Klimt non lo ha mai dimenticato. Lui che oscillava nell’indecisione, lei che subiva i condizionamenti della famiglia, “la cosiddetta buona educazione che mi era stata impartita distrusse il mio primo miracolo d’amore” sono le parole che mi dice. Continuano a braccarsi e a incespicare senza mai trovarsi davvero. Accade che si rivedano, Klimt non allenta la presa e le dice… “Il tuo fascino non smette di catturarmi, anzi, diventa sempre più forte”. Alma è sibillina… “Fosti il primo grande amore della mia vita, ma allora ero solo una bambina, immersa nella musica e lontana dal mondo…” Molto più tardi in fase di bilancio dirà.. - Devo a Klimt molte lacrime, ma anche il mio risveglio-. Klimt resta uno snodo cruciale nell’andante mosso che fu la vita sentimentale di Alma, una sorta di vorace incontinenza di amare ed essere amata.
Passo un pomeriggio intero con lei. Parliamo di tutto, è una donna estremamente affascinante. L’accompagno nella sua stanza da letto e la faccio spogliare nuda, si mette supina sul letto matrimoniale. Accarezzo le sue carni sode e le faccio credere che sono le mani di Klimt a toccarla. L’annuso fra le cosce. Sa un buon odore. Un “Mischmasch” di miele, acqua di mare e ribes.
Alma mi racconta della folgorazione di Klimt per l’oro, dovuto alla visione dei mosaici bizantini di Ravenna, infatti da quel momento lo usa permanentemente nei suoi dipinti.
A Monaco di Baviera con Klimt incontro anche Munch, altro uomo problematico, la tragicità e la dissoluzione della sua vita si fondono e si combinano con la tragicità e la dissoluzione delle sue opere. L’incontro mi riempie d’angoscia, come angoscia provo ogni volta che vedo un suo quadro. Evito di conoscerlo, ho paura di quello che potrei trovare nel suo cervello.
Al nostro ritorno da Monaco? Finalmente Danae! Mi sorprende però.. è una giovane donna solo quindicenne quando la conosco. Bella.. bellissima, colpisce la chioma di capelli rosso fulvo mossi, sembra davvero la chioma di un leone. Il suo corpo? E’ pieno e nello stesso tempo sinuoso. Non vi dico il suo vero nome, non ha importanza dato che è passata alla storia come Danae.
Klimt la fa spogliare e tituba, è indeciso se utilizzarla ma io intervengo e lui si decide a prenderla come modella. Vedete come a volte ho modificato il corso della storia?
Subito dopo convinco Klimt di ritrarla come Danae. Lui le chiede se ha problemi a posare nuda, le spiega il quadro che vuole dipingere e che è necessario che lei si masturbi e goda, vuole immortalare l’attimo subito seguente l’orgasmo.
Lei accetta…
Le sedute durano molto e lei è costretta a toccarsi più e più volte e più e più volte gode. Io passo le ore a masturbarmi e godere con lei. E’ bellissima. Convinco Klimt ad anticiparle una cinquantina di corone, con queste Danae potrà risolvere i suoi problemi di denaro, in seguito vivrà con noi.
Klimt esegue molti bozzetti a carboncino ma sono io che insisto per la versione finale. La notte la passo sempre con Danae. Lei è esausta.. dato che Klimt la costringe a godere molte volte, a me basta accarezzarla, guardarla dormire e sentire il suo odore, le parlo di amore.. di un amore che non avrà fine, che durerà per l’eternità. Bacio l’angolo della sua bocca rubandole quell’accenno di sorriso che ha. Voglio rassicurarla sul suo futuro che lei vede come aleatorio, troppi sgambetti le ha fatto la vita. Le dico che la proteggerò come una sorte di angelo custode. Al suo risveglio bevo dalla sua bocca il nuovo giorno e facciamo l’amore. A volte è una cosa dolce… io sopra di lei con le bocche unite che dividono lo stesso respiro, a volte sono attimi passionali… intensi… con sudore e afrore di sesso. La prendo nella posizione del quadro con lei che mi porge le natiche e che mi guarda. Sono certo di non aver mai goduto così una altra donna. Per quanto lei abbia avuto una breve esperienza di prostituta la sua vagina è stretta e quando faticando entro in lei è come conoscere ogni volta il paradiso. Poi si riaddormenta e l’accompagno nel sonno tenendole la mano fra le cosce. La sveglio e assisto alla sua toelette, l’accompagno nelle sue passeggiate… godo delle occhiate di ammirazione che gli uomini le rivolgono, Danae è il fiore del mio giardino, non mi disturba che la guardino.
Klimt non si decide a terminare il quadro, la usa anche per altri dipinti e la fa abbracciare da Emilie, la cosa le piace. Si vede che fra le due donne c’è quel trasporto che rende l’atto sessuale un vero piacere. Non sono geloso e sono coinvolto dalla loro esibizione.
Klimt userà più avanti il bozzetto per il dipinto “Bisce d’acqua” nella simbiosi assoluta dell’oro e dell’eros.
Il mio tempo corre veloce ma presto arrivano le nubi minacciose di un disastro. E’ presto detto… Danae si ammala di polmonite e in pochi giorni la malattia me la rapisce. Seguo con Klimt il corteo funebre che la trasporta all’Hietzinger Friedhof, per un caso del destino verrà sepolto anche Klimt in questo cimitero e non troppo distante da lei.
Resto solo dopo la tumulazione a guardare la miseria della morte.
E’ ora di tornare…

Riprendo l’altro me stesso proprio nel momento che mi stanno esaminando in una specie di consulto. Che strana gente questi medici.. ti guardano come se tu fossi trasparente, vivono di opzioni preconcette e fanno i salti d’acrobata per far quadrare il cerchio delle loro convinzioni. Uno di loro parla della terapia d’urto che hanno usato. Io giusto per facilitargli il compito do segni di vita e mi mostro collaborativo ma non li convinco.
Non mi interessa cosa decidono per me, io torno da Danae… rivivrò all’infinito gli attimi nei quali lei era mia, il mio amore non può morire, so che non morirà mai. Tornerò qui dopo aver assistito al suo funerale e subito dopo ripartirò nuovamente per ritrovarla viva e bellissima. Questo per sempre.

Gli alieni in camice rimandano ancora per un po’ il ciclo di elettroshock che hanno intenzione di farmi subire, non tutti sono d’accordo sulla sua validità, uno o due lo ritengono anche una pratica crudele, i più convinti invece dicono che è l’unica possibilità, nessuno ha il coraggio di usare il termine elettroshock, ci girano intorno ipocritamente.. lo definiscono… "electroconvulsant therapy", usano termini elogiativi per dei nuovi medicinali sperimentali da usare come miorilassanti.

Mi basta che non mi uccidano con le loro frenesie terapeutiche, con il loro accanimento, con la loro rivalità professionale. Per il resto mi va bene tutto.

Io mi preparo a tornare da Danae.


Da qui all’eternità… 

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