Il fado è un sotto-prodotto della
saudade?
Quel sentimento di malinconia che si prova a pensare a
persone che ti hanno dato gioia o a posti e tempi diversi e felici?
O è viceversa?
Ascolti il fado e ti viene la saudade?
La
cosa non ha molta importanza, è la mia mente sempre più strana che
si avventura in queste considerazioni strampalate.
Sono bevuto.
Di brutto.
Il fatto è che siamo in un locale di fado, in una
cantina dove ancora si può (o si deve obbligatoriamente?) fumare, a
Bairro Alto, Lisbona, e dove si suona solo fado, niente altro che
fado, fado fino allo sfinimento, alla nausea, al vomito.
Parliamo
poco, beviamo molto. Lui fuma e io non più da anni.
Ognuno sceglie il proprio metodo per distruggersi, no?
Lui
birra chiara, io negra, ambedue accompagnandola con aguadiente a 50
gradi, una roba che fa schifo e brucia maledettamente, ma è
distillata clandestinamente e allora fuorilegge.
Ascoltiamo la cantante che ci sa fare con il fado. Una
bella voce melodiosa accompagnata da una chitarra lusitana a dodici
corde. Nonostante l'impegno che ci ho messo in passato con il
portoghese non ci capisco molto, lui mi traduce, sono storie d'amore
e di lontananza sempre eguali e sempre diverse.
Donne e uomini
perennemente infelici.
Un vero dramma continuo, la sfortuna
profusa a piene mani, i guai come se piovessero dal cielo.
Ogni
tanto sbotta...
-Ti ricordi di...
Di volta in volta si tratta
di un amico scomparso o di una situazione vissuta e lontana, ma lo
vuol capire questo coglione che abbiamo chiuso con quella vita? Siamo
obsoleti per il mestiere, ci manca la carica di adrenalina e il tempo
di reazione giusto.
Siamo vecchi, in disarmo, fuori squadra, da rottamare.
La
mia risposta è sempre la medesima.
-Fanculo...! Bevi... ma devi
parlare sempre di morti...?
Ormai si fa fatica a distinguere la
cantante per via del fumo denso, ma che importa? Non voglio vedere
lei, non voglio vedere lui, non voglio vedere me stesso.
-Hai
voglia di scopare?
Scopare?
No. Non ne ho voglia.
-No? Dio,
se scopavi allora! Non ti bastava mai! Ti sei fatto tutte le puttane
del mondo in quei tempi!
Vero.
Scopare era la mia medicina.
Puttane, bere e... dimenticavo.
-Non ne ho voglia...
-Questa è
speciale... non è una vera puttana. Scopa per soldi si ma solo se le
piaci, non è che vai sul sicuro ma se ti accetta è la fine del
mondo! E' una posseduta...!
-Posseduta? Vuoi dire tipo vudù o
roba del genere?
-Nooo...! Nulla di distruttivo... ma quando la
scopi senti che ti stai scopando lei e chissà chi altra! Insomma
devi provarla...-
-Provarla? Da come sono messo non so neanche se
mi tira e mi hai detto che magari neanche ha voglia... o che voglia
farlo con me...
-Che ci costa provare? Se ci sta la scopiamo
ambedue, come ai vecchi tempi... ricordi Morenita? Dio... se ci
sapeva fare!
-Ancora con i ricordi? Andiamo, così la pianti.
Basta che non ci sia da camminare...
Poi mentre procediamo
barcollanti spero che 'sta posseduta non abbia voglia, che abbia il
ciclo, che abbia le palle girate, insomma che ci mandi subito fuori
dai coglioni.
E' notte fonda ma il quartiere è vivo. Gente
locale e turisti in cerca di trasgressione si fondono, interagiscono
fra loro, c'è chi cerca un guadagno e c'è chi cerca un fremito di
eccitazione. Uomini e donne sistemati agli angoli dei vicoli offrono
sesso in ogni salsa e metodi diversi per viaggiare in altri mondi.
Noi procediamo trascurati da costoro, neanche ci considerano come
potenziali clienti, sentono a fiuto chi siamo e cosa siamo.
Tempo
cinque minuti e arriviamo. Entriamo in una porta che sembra
l'ingresso di un vero tugurio, poi lui bussa ad una porta
interna.
-Que è?
-Gomez, ho un amico con me che vuole
conoscerti...-
-Un amico?
La porta viene aperta e intravvedo
una figura che ci fa entrare, una donna vestita in nero, snella,
scalza.
Poi... vedo una gran massa di capelli anche neri,
spettinati e gonfi. Nella stanza c'è odore di donna, un misto fra il
suo sudore e si.. odore di sesso.
Il suo.
Mi fa segno di
avvicinarmi e mi guarda.
-Uhhhh...! "L'uomo che vuole giocare
con le mie mele..."
E con le mani si indica il
seno...
Trasecolo!
Sono notti che faccio sempre lo stesso
sogno!
Un sogno che vorrei proseguisse e che invece sempre si
interrompe.
Io e due donne.
Che non conosco.
Una più
grande che mi porta per un motivo sconosciuto una ragazza più
giovane... forse quindici anni, meno? Poi la più grande le scopre il
bel seno, un seno adolescente con i capezzoli che guardano il cielo e
mentre accarezza i bei globi di carne soda e tira i capezzoli mi
dice...
-Vuoi giocare con le sue mele?
E mi sveglio...
eccitatissimo e spero sempre che il sogno continui, spero di godere
nel sonno, di avere una polluzione e che importa se poi, bagnato di
sperma, dovrò alzarmi e lavarmi?
Chiedo...
-Perché il sogno?
Sei tu...? Perché?
-No... è lei, una di quelle che vivono dentro
di me, il perché? Non lo so...
Nonostante l'inquietudine che mi
causa non mi importa più nulla, ora voglio giocare con quelle mele.
D'improvviso mi è tornata quella eccitazione che provo ogni notte,
il cazzo è talmente duro che mi fa male e spinge contro la stoffa
dei jeans.
Lei passa leggermente la mano sul mio gonfiore, sento
un fremito al ventre.
Ho voglia, una voglia pazzesca.
-Vuoi
scopare. Va bene, ma modo mio... a modo mio...
Si apre quella
specie di vestaglia che porta, sotto è nuda e mostra così il seno.
-Guardami...
Non è lei... quella del sogno... non vedo le due
coppe straordinariamente formate, con i capezzoli che, turgidi, nel
sogno guardano in su. Ma questa è altrettanto bella, due seni più
pesanti, che leggermente insistono sullo sterno, due larghe areole
scure e due capezzoli puntuti. Il seno non grosso mette in risalto la
fragilità del suo corpo. Sento la sensazione di essere alla presenza
di qualcosa di ferino, di belluino, di animalesco.
-Toccami...
Le
mie mani si posano sulle mammelle, che sensazione di sodo e di
morbido nello stesso momento! Prendo fra le dita i capezzoli e li
strizzo, sento pienamente la loro tensione, palpo le due cupole
mentre lei si assoggetta in piedi con le braccia abbandonate contro
il corpo.
Si stacca e si spoglia.
Ha il corpo di un felino. Mi
si rinnova questa sensazione di selvatico, di un essere
elementarmente sensuale.
Mi apre la camicia, me la toglie. Poi è
la volta dei calzoni e delle scarpe. Sono nudo. Il membro spicca
nella semi oscurità. Teso, diritto, completamente scappellato. Lei
lo accarezza, ci passa sull'asta le unghie assurdamente
lunghe.
-Stenditi...
Voglio che sia lei a scoparmi.
Guarda
G. e...
-Siediti e non muoverti...
La sua bocca vorace cerca la
mia, mi bacia, e io succhio con voluttà la sua lingua. Sa di
sesso, sa di tutto. Sa di fica, di culo, di cazzo, di sborra e di
umori vaginali. Quanti cazzi e fiche avrà leccato stasera? Mi
ubriaca. Abbandono le braccia sopra la testa mentre la sua bocca mi
divora. Ora mi sta leccando il collo, scende e arriva ai capezzoli,
li bacia e li morde causandomi il solito fremito incontrollato che va
diritto al ventre. Scende ancora e con la mano mi tiene forte per la
base mentre inizia a baciarmelo. Lunghe linguate bagnate su tutta
l'asta, lecca e bagna tutto... cappella, tronco, la sacca dei coglioni, bagna e poi prende a inghiottirlo, cappella... parte
dell'asta... tutto! Tutto...! Mi prende tutto in bocca e sento le sue
labbra stringermi.
Mi inarco, preso dal piacere che mi fa
provare.
La sua mano mi tiene forte alla base dell'asta. L'altra
mi tormenta i capezzoli.
Ora i suoi movimenti sono frenetici e la
mano lascia l'asta e mi cerca fra le natiche, sento il suo dito
insistere e che mi penetra nell'ano, manca poco che mi provochi
l'orgasmo, lo intuisce e mi lascia, il suo corpo mi scavalca e mi si
siede sulla faccia.
Ah...! L'odore ferino della sua natura!
Adoro
le donne che si lavano poco! Quando si tratta di scopare è ovvio!
Si
strofina forte e a lungo sulla mia faccia e poi si stende e riprende
a inghiottirmi mentre io la mangio, la lecco, la penetro fra le
natiche con le dita.
E' lei ad avermi. Non io. Lei a condurre il
gioco che io subisco. Quando pensa che il momento sia arrivato si
leva dalla mia bocca, striscia il ventre lungo il mio torace e,
tenendomi ritto con una mano, si impala!
Ecco il momento!
E'
vero quello che ha detto G.!
Si alza e si abbassa, muove il
bacino e sembra che oltre a lei mi stiano scopando altre mille!
Come
faccio a mettere in parole quelle sensazioni? Sento voci e sento mani
addosso.
Sento di star penetrando mille altre donne oltre a lei.
Mille fiche che mi stringono in maniera diversa!
Non posso
durare di più.
Non voglio durare di più.
Godo in un orgasmo
squassante.
Urlo come un invasato mentre le mille donne che mi
scopano continuano a muoversi, a stringermi, a possedermi.
Si
abbandona sul mio ventre.
E mentre io cerco di riprendere fiato e
forze, lei chiama a sé G.
G. si stende accanto a me, a contatto
fisico, sento e vedo lei che lo scopa come ha scopato me.
Vorrei
riprendermi abbastanza da alzarmi, mettermi dietro di lei e prenderla
nel culo, possederla io stavolta mentre lei è impalata su G. ma
desisto, sono esausto, senza forze.
Mi accontento di inalare ad occhi
chiusi l'odore del sesso.
E sentire il rumore del coito.C'è solo un poi a questa storia. Lei che prende i nostri soldi. G. è soddisfatto, mentre io ho ancora una domanda nella mente.
Il
perché del sogno. Di come faccia lei a saperlo.
Chiedo e risponde
semplicemente...
-Non lo so... io non so nulla...
Torniamo
nel mondo notturno del Bairro Alto. Ci fermiamo a mangiare pasteis de
bacalhau appena fritte, riprendiamo a bere. Nessuno vuole dormire in
una notte come questa o almeno non noi.
Assistiamo al sorgere del
sole stando su una panchina sul bordo del Tajo... poi andiamo a
dormire in quella cosa orribile che G. chiama casa sua.
Il
sogno?
Si sa come sono i sogni, mica vengono e fanno come desideri
tu. A volte c'è qualcosa di inerente a un fatto reale, a volte sono
pura fantasticheria senza logica.
Ripensando però ad un mio
lontano passato... ricordo un vissuto particolare.
Non credo
centri, è un'altra storia.
Tibet.
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