mercoledì 19 settembre 2018

VITE DISORDINATE... ROMA



Vite disordinate - Roma...
dal Gianicolo a Viale Somalia.
e poi Piazza Mazzini.






Quando rientrai quel tardo pomeriggio trovai la mia padrona di casa che mi aspettava.

"Tu fai la valigia e te ne vai...".

Che dire? 

La facevo disperare con l'affitto di quella stanza alla salita al Gianicolo, tergiversavo, la evitavo.

Non avevo mai soldi al momento giusto, sembrava che le banconote nelle mie mani bruciassero e svanissero immediatamente.

Ormai mi ero giocato anche le promesse! 

Ormai erano diventate vane come le precedenti fatte ma che comunque provai a sciorinarle come delle verità assolute ma senza riscontro da parte sua. 

Mi guardava senza animosità, così come un qualcosa da mettere nel passato. Un piccolo inconveniente.

"Vieni in cucina, ti faccio un caffè poi sgombri senza storie...".

Era estate e faceva caldo.

Il caldo di allora, della Roma di allora, dei tempi del concerto live di Venditti al Circo Massimo.
Quello di... Grazie Roma e dei miei vent'anni. 

Spesso mi aveva lavato e stirato quelle due o tre camicie che possedevo, rammendato e cucito i bottoni dell'unico vestito estivo blu scuro che avevo e con il quale peregrinavo in cerca della mia strada.

Non era una cattiva donna.
Non so se una affittacamere possa affezionarsi a un affittuario inadempiente e moroso come ero io.
Erano i tempi che credevo al SMO, Self Man Only... alla mia presunzione di modificare il corso della vita.
I tempi della Grande Illusione! 

Quante avversità avrei dovuto poi incontrare e quanta angoscia mi avrebbe riservato il futuro. 

Vivevo e tutto mi sembrava senza importanza, la sera mi rintanavo in un vicolo vicino Via Margutta dove c'era una serie di trattorie a buon mercato, una strada... allora... piena di gatti e stranamente il menù di queste osterie prevedeva sempre spezzatino. C'era di tutto, pittori, scrittori, comparse, pseudo attricette, con un unico denominatore comune... essere degli sbandati in cerca di fortuna. Si leggeva delle poesie, si pensava di essere il centro del mondo, le pareti dei locali erano piene di dipinti dati in cambio del cibo.

E ti facevano credito se ti accontentavi di spezzatino di gatto.
Aver avuto soldi allora?
Ti scopavi fiche infinite con la sola spesa della cena.
Fiche di tutto il mondo capitate a Roma per chissà quale motivo.
Ma bisognava aver soldi, almeno un po'.
Per sbalordirle o prenderle per fame.

Sarei andato a stare da Jean-Pierre, il mio amico nero della Costa d'Avorio che si stava laureando in medicina. Aveva un appartamento in Viale Somalia con una stanza libera, minuscola ma con due letti. 

Il problema era che questo fottuto-bastardo aveva sempre da scopare.

Romane porche che gli sbavavano dietro.
La fila aveva.
E lui era un cesso.
Che fiche si scopava. Senza fatica. 

Vedere per credere.


Chissà quante ore avrei dovuto passare per strada mentre lui faceva andare il pennello.


Seduti in cucina la guardavo mentre metteva la moka sul gas. 

-Peccato, mi piaceva qui...-

-Tu sei un paraculo...-


Così gira il mondo.

Presi... mi sembra, tre bus o filobus per arrivare in Viale Somalia, io e la mia valigia mezza vuota.



Lì elemosinai da Jean-Pierre un posto da dormire.



Per adesso mi dice lui.

Non ti voglio come ospite fisso.

Ah... dimenticavo, sono sulla porta d'ingresso e mentre sto per suonare si apre la porta ed esce una strafica, alta, bruna, capelli lunghi alle spalle, occhi di un verde smeraldo!
Bella quanto e più di una attrice.

Lui è alto un metro e sessanta? Si... forse! Lei lo passa via di venti centimetri.

Un perfido nano, storto e brutto come il peccato. 

Ed è anche uno stupido coglione. Ora... sto porco gira per casa nudo con il cetriolo tutto sborrato che penzola e si vanta.

Lei lo ha visto dalla finestra di casa sua e ha voluto scoparselo.

Al solito.

Non è la sola.

Beato lui.

Vedere per credere.


Il cazzo nero tira a Roma.
Sbavano.
Lo vedono e si sciolgono. Diventano liquide.
Vedere per credere.

Il nero era trendy, non come ora o si?

Il perfido nano ha un incarico alla ambasciata ivoriana, in realtà non fa assolutamente un cazzo, è spesato, studia gratis. Mangia e scopa, non fa un cazzo di niente.
Fanculo.

La stanza è piccola, ci sono due materassi sul pavimento e basta. La valigia devo metterla per terra.
Lui entra, chiarisce...
-Quando scopo tu sparisci, resti chiuso nella tua stanza, non voglio che le mie donne si incontrino con te nel bagno o nell'atrio, come poco fa, oppure io ti avviso e tu smammi, ok? Rientri quando ho finito.-
Giusto.

-Vuoi fumare...?.
Siamo stesi ognuno su un materasso, fumiamo roba sua. Forte, gli arriva direttamente da Abidjian.
Ha voglia di raccontare...
-Hai visto che fica, prima? Sai cosa vogliono queste puttane? Vogliono il cazzo del negro. Il big bambù. Vogliono sentirsi riempire da un cazzo come il mio...-
E mentre parla inizia a menarselo... stronzo coglione.
-Sai... che trovo i biglietti nella buca delle lettere? Non mi costa nessuna fatica scoparle... sono loro che mi cercano, mi vogliono provare...-

Non voglio entrare nella mente femminile, ma io... fossi donna... un cazzo storto e bitorzoluto come il tuo non lo vorrei neanche se fossimo naufragati assieme in un isola deserta!

Donne!
Affamate!
Pazze!
Libidinose!
Troie!

Il nano ora si mena.
Scapocchia la verga, è lunga e non è proprio durissima, sembra il cazzo di un cavallo.
Sarà che è fumato, sarà che prende anche qualcosa di chimico? Anfetamine? Lsd...? Non lo dice.
E' fuori.
-Voglio vedere il tuo cazzo...-
Perché no?
Lo libero, è duro.
Dritto quanto il suo è storto, duro a differenza del suo, bello... almeno secondo i miei canoni di bellezza cazzesca, ma anche questo è relativo.
-Menati...-
Non so come ci arriviamo, siamo fumati, siamo fatti.
-Il mio cazzo è il doppio del tuo... ahah... noi africani vi scopiamo tutte le donne...-
-Quella che è uscita... chi è? Fammela scopare...-
-No... è mia... è sposata... -

Dio!
Ma questo è un mondo illogico! Lungi da me il voler pontificare, ma lei ha il viso d'angelo e invece tradisce il marito con questo?
Troia.
Non puoi  scopare me?

L'effetto sfuma...

Dopo due giorni non ne posso più.
Il coglione mi tiene sveglio con le sue scopate. E' un via vai continuo, sento i gemiti delle troie, sento i suoi grugniti.
Cazzo! Anche di notte? Ma dove sono i mariti? Torno, sono stanco e mi entra in camera.
E' sempre nudo, eh?
E si vanta... mi dice della scopata. L'ultima.
Entra nei particolari. Dice che questa l'ha preso tutto dentro! Tutti i suoi trentaquattro centimetri. E che smaniava!
Dice che le troie hanno dietro il metro da sarta e gli misurano il cazzo!
Ed è geloso da mania. Qualcuna che intravvedo è anche figa, altre sono cessi come lui.
Quelle fighe me le farei anch'io.
Lui non divide.

-C'è un affare...-
-Un affare...?-
-Si... serve uno come te, ti presenti bene, a me... non darebbero mai retta...-

Vanteria la sua o verità?
Non avrò mai modo di saperlo.

Lui... dice che può far arrivare da Abidjian delle casse esenti controlli di dogana, come valigia diplomatica, contenenti pelli di leopardo. Io devo cercare di trovare un compratore.
Una pellicceria, un grossista, un altro intermediario.

Probabile che mi ero fumato il cervello perché due giorni dopo ero in via Veneto.
Tirato.
Vestito blu e camicia bianca.
Cravatta.
Sbarbato.
Occhiali a goccia.
Scarpe lucide.
Figo.

Pellicceria di lusso, specchi, tappeti.
Commesse gran fiche.
Chiedo del direttore, del proprietario, di chi manda avanti la baracca.
Ora sinceramente... 
Non rifarei una figura del genere neanche dopo morto, ma allora?
Mi sembrava una cosa normale, fattibile, non assurda come era in realtà!

Gli propongo l'affare...
Lui mi guarda con un atteggiamento di pura sopportazione, probabile che mi ritenesse uno squilibrato.
E mi fredda...

-Ma non sa... che è proibito dalla legge il commercio e la vendita delle pelli di leopardo, ghepardo, ocelot...? C'è da andare in galera... meglio che se ne vada...-

Maledetto Jean-Pierre!
E io coglione a starti a seguire nelle tue stronzate!
Come fai a stare nella stessa casa con un coglione così?
Appena recupero un po' di soldi mi trasferisco in Piazza Mazzini.

Ma lui, coglione e nano... dio! Se ne scopava di romane troie!
La fila aveva quel bastardo.
Vedere per credere.

Non lo rividi più.
Si sarà poi laureato?
Fa il medico? In Africa?
Non credo, in Africa sono seri, secondo me fa il medico in Italia. Qui tutto è possibile.
Non so, ma non voglio pensare ai suoi pazienti.



T.



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