venerdì 19 luglio 2019

LE CONSEGUENZE QUASI TRAGICHE DI UN TRADIMENTO.

(L'ENTRATA IN SCENA DI GINO)















LUI:

Accidenti a Gino… è il mio migliore amico e mi fotte la moglie!
Lei è contenta… guarda come ride! Se la sta spassando, ora lui le ha messo una mano fra le cosce e la sta palpando e per la miseria…! A me non dispiace vederlo fare… che mi succede…?

LEI:

Fate il vostro gioco!
Fosse sempre così facile manovrare così questi uomini!
Invece esiste sempre una variabile, la mano di Gino comincia a darmi piacere, la mia corre verso la sua patta… accarezzo fuori dai pantaloni la sua verga, quando è possibile l’altra mano tocca Franco allo stesso posto, Gino mi sorride soddisfatto, bastardo…!
Aspetta e vedrai!
Rido, sorrido… tocco e mi faccio toccare, ormai sono cotti al punto giusto e la cena finisce.
Propongo a Gino di finire la serata a casa nostra.
Arriviamo… mentre Franco sistema la macchina nel garage condominiale io e Gino ci prendiamo un anticipo… mi bacia… lingua in bocca… mi palpa i seni… mi passa le mani sul culo… pensa di aver capito la situazione e non sta neanche attento.
Poi la recita di Franco.
Accidenti ho dimenticato la carta di credito al ristorante, devo ritornarci subito.
Vedo il cervello di Gino calcolare, una mezz'ora andare e altrettanto tornare, minimo un ora…

“Togliti la giacca… io torno subito… sai dove c’è da bere…”.

In camera preparo tutto, mi tolgo il vestito… anche il perizoma e ritorno da lui con le sole scarpe… e la catena d’oro intorno alla vita.
Lui si alza di scatto e mi viene incontro, mi stringe e mi bacia, mi strapazza i seni.

“Piano… piano… abbiamo un ora… vieni andiamo di là…”.

Mentre mi segue in camera mi palpa il sedere… cerca di violare il canale fra le natiche.
Sono bagnata… i miei umori vaginali, il mio afrore si sente nella stanza.

“Ti spoglio io…”.

Comincio a sbottonargli la camicia… poi gli ultimi bottoni glieli strappo in preda a raptus erotico, quanto mi piace recitare queste parti! Gli slaccio la cinta e gli faccio cadere i pantaloni ai piedi… gli tolgo le scarpe e calze e poi…!
Come uomo è piuttosto normale… neanche particolarmente attraente, ma…
TA TA TA…TAN…!
Ecco qui signore e signori il famoso cazzo di …GINO! Un applauso prego!
Accidenti… madre mia... aiutami!
E' veramente un cazzo da applauso! Franco non me detta giusta, sarà lungo almeno venti centimetri e largo in proporzione… e ben fatto.
Lo prendo subito per mano, mi inginocchio di fronte a lui e prendo ad adorarlo.
Quanto mi piaci bel cazzone! Oh… come ti amo, ora ti bacio… ti lecco e ti ingoio, ti adoro!
Gino mi preso per la testa e mi sta scopando in bocca.

“Gino… aspetta… ho un piccolo desiderio… sai… sono un po’… viziosa… mi piace fare la puttana con te… fammi contenta…”.
“Tutto quello che vuoi… bella troia, fammi morire…”.
“Stenditi sul letto…”.

Obbedisce.

“Allarga le braccia…”.

Prendo i lacci che ho preparato e gli lego le braccia alla spalliera del letto… lui è arrapato come un mandrillo, il suo cazzo è un monumento a Priapo, poi le gambe e ora…
Sei mio!
Salto sul letto e lo bacio… baci profondi in bocca la lingua che lo esplora tutto, con le unghie gli graffio il petto, gli strizzo i capezzoli, la mano corre al suo articolo migliore e lo mena… lo strizza… corro con la testa sul suo ventre e riprendo a sbocchinarlo, lui collabora come può con delle spinte pelviche.
Poi mi siedo sulla sua faccia e gli faccio assaggiare la mia fica in calore, è un po’ scomoda come situazione… ma dai che funziona, mi dà un assaggio d’orgasmo… al resto provvedo io, mi abbasso sul suo obelisco , passo il glande su tutta la figa, mi strofino il clitoride e poi…
UHAM…!
Discesa verticale… m’impalo!
La sua asta entra tutta fino a toccarmi il fondo dell’utero.
Tombola! Che palo…!
Poi su e giù, come mi piace comandare l’azione, ora accelero fino ad incontrare l’orgasmo, ora vado piano con movimenti lenti e profondi, lui sta boccheggiando, quando sento o immagino che stia per venire sospendo per qualche attimo le operazioni. Poi sento che parte… il suo cazzo ha dei sussulti… sta per venire e io cerco di prendere il treno in corsa e aumento la velocità e profondità dei miei colpi e si… si…! Veniamo assieme… un concerto di grida… gemiti… grugniti… sospiri…

“Che cazzo hai, non ho mai goduto… così tanto…”.

Ed è vero. Il cazzo... la situazione, l'umiliare Franco!

“Sei una bellissima troia, non avrei mai immaginato che sei così… calda…”.

E ancora dentro di me, lo sento ritrarsi mentre ancora lo lavoro con i muscoli vaginali.

“Mara… slegami… devo andare in bagno… con tutto quello spumante devo orinare…”.
“Falla qui… fammi contenta…”.

Comincia a sospettare qualcosa…?
Ma ormai non può scapparmi.
Prendo due asciugamani da bagno e ritorno sul letto… e glieli metto sotto il bacino.
Prendo il suo cazzo in mano è ancora consistente e me lo introduco.

“Falla … dai Gino... che mi piace così… falla…”.
“Non posso… non mi viene…”.
“Rilassati… su… non fare resistenza…”.

Quando sento il suo getto irrorarmi la vagina, un sospiro di soddisfazione mi sfugge dalla bocca, com'è calda, poi la sento bagnarmi le cosce e inzuppare gli asciugamani.

“Mara slegami ora, fra poco è di ritorno Franco…”.
“Non aver paura, è ancora presto, manca mezz'ora buona, ora ti farò un regalo, la cosa che voi maschietti più volete da una donna, voglio darti il mio culo, per la prima volta, ma prima dovrai leccarmelo e chiedermelo…”.
Mi siedo nuovamente sulla sua faccia, mi posiziono in modo da mettergli sulla bocca proprio il buco del culo, e sento la sua lingua passare e ripassare sul mio buchetto.

“Chiedimelo…”.
“Mara… dammi il culo…”.
“Ancora…”.
“Fatti inculare…”.

Faccio passare il tempo con questi giochetti, guardo l’orologio, si… è ora che Franco faccia il suo ingresso…
Mi alzo… prendo il flaconcino di lubrificante del mio amico del pomeriggio e mi ungo abbondantemente lo sfintere, fuori e dentro.
Poi mi dedico al cazzo di Gino, mi faccio in due e ritorna l’obelisco di prima nonostante tutto.
Mi posizione nuovamente su di lui, mi abbasso e provo, la cappella spinge sulla rosa dello sfintere, provo a fare più forza… e oplà! La cappella passa, l’anello elastico si rinchiude sull'asta, spingo ancora piano piano, ora va… si parte…! Signori in carrozza…!
Ora l’introduzione del grosso palo di carne mi dà piacere, mi sto toccando davanti con forza e… su e giù… su e giù!
Sto tirando alla lunga perché è il momento che dovrebbe tornare Franco, ma lui ancora non si vede, e allora lo mando al diavolo e penso al mio piacere, monto il mio stallone con più forza, lo sento fremere e il suo liquido caldo irrorarmi l’intestino, arriva anche il mio momento e inseguo l’orgasmo fino a raggiungerlo.
Ora sono esausta, ferma seduta sul suo ventre con ancora il suo palo dentro fino in fondo, mi levo e lascio che buona parte del suo liquido gli coli sul suo uccello.
E la porta si apre…!

LUI:

Rientro e il soggiorno è deserto, la luce accesa e la giacca di Gino sulla poltrona, raggiungo la camera da letto e apro la porta…
Mi gira la testa… vedo Gino disteso sul letto a braccia e gambe aperte... è legato al letto!
E Mara è seduta sul suo ventre, nuda… scarmigliata, rivolta verso i suoi piedi, verso di me, la vedo alzarsi e intravedo il cazzo di Gino che ormai gli pende molliccio fra le cosce, dalle cosce di Mara scendono rivoli di sperma….
Ormai gelosia non ne provo più e una potente eccitazione mi prende il basso ventre!
Gino mi vede e….

“Franco…”.

Lo rassicuro…


“Va tutto bene Gino… va tutto bene…”.

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