LUI:
Accidenti a Gino… è il mio migliore amico e mi
fotte la moglie!
Lei è contenta… guarda come ride! Se la sta
spassando, ora lui le ha messo una mano fra le cosce e la sta
palpando e per la miseria…! A me non dispiace vederlo fare… che
mi succede…?
LEI:
Fate il vostro gioco!
Fosse sempre così facile manovrare così questi
uomini!
Invece esiste sempre una variabile, la mano di
Gino comincia a darmi piacere, la mia corre verso la sua patta…
accarezzo fuori dai pantaloni la sua verga, quando è possibile
l’altra mano tocca Franco allo stesso posto, Gino mi sorride
soddisfatto, bastardo…!
Aspetta e vedrai!
Rido, sorrido… tocco e mi faccio toccare, ormai
sono cotti al punto giusto e la cena finisce.
Propongo a Gino di finire la serata a casa nostra.
Arriviamo… mentre Franco sistema la macchina nel
garage condominiale io e Gino ci prendiamo un anticipo… mi bacia…
lingua in bocca… mi palpa i seni… mi passa le mani sul culo…
pensa di aver capito la situazione e non sta neanche attento.
Poi la recita di Franco.
Accidenti ho dimenticato la carta di credito al
ristorante, devo ritornarci subito.
Vedo il cervello di Gino calcolare, una mezz'ora andare e altrettanto tornare, minimo un ora…
“Togliti la giacca… io torno subito… sai
dove c’è da bere…”.
In camera preparo tutto, mi tolgo il vestito…
anche il perizoma e ritorno da lui con le sole scarpe… e la catena
d’oro intorno alla vita.
Lui si alza di scatto e mi viene incontro, mi
stringe e mi bacia, mi strapazza i seni.
“Piano… piano… abbiamo un ora… vieni
andiamo di là…”.
Mentre mi segue in camera mi palpa il sedere…
cerca di violare il canale fra le natiche.
Sono bagnata… i miei umori vaginali, il mio
afrore si sente nella stanza.
“Ti spoglio io…”.
Comincio a sbottonargli la camicia… poi gli
ultimi bottoni glieli strappo in preda a raptus erotico, quanto mi
piace recitare queste parti! Gli slaccio la cinta e gli faccio cadere
i pantaloni ai piedi… gli tolgo le scarpe e calze e poi…!
Come uomo è piuttosto normale… neanche
particolarmente attraente, ma…
TA TA TA…TAN…!
Ecco qui signore e signori il famoso cazzo di
…GINO! Un applauso prego!
Accidenti… madre mia... aiutami!
E' veramente un cazzo da applauso! Franco non me
detta giusta, sarà lungo almeno venti centimetri e largo in
proporzione… e ben fatto.
Lo prendo subito per mano, mi inginocchio di
fronte a lui e prendo ad adorarlo.
Quanto mi piaci bel cazzone! Oh… come ti amo,
ora ti bacio… ti lecco e ti ingoio, ti adoro!
Gino mi preso per la testa e mi sta scopando in
bocca.
“Gino… aspetta… ho un piccolo desiderio…
sai… sono un po’… viziosa… mi piace fare la puttana con te…
fammi contenta…”.
“Tutto quello che vuoi… bella troia, fammi
morire…”.
“Stenditi sul letto…”.
Obbedisce.
“Allarga le braccia…”.
Prendo i lacci che ho preparato e gli lego le
braccia alla spalliera del letto… lui è arrapato come un
mandrillo, il suo cazzo è un monumento a Priapo, poi le gambe e
ora…
Sei mio!
Salto sul letto e lo bacio… baci profondi in
bocca la lingua che lo esplora tutto, con le unghie gli graffio il
petto, gli strizzo i capezzoli, la mano corre al suo articolo
migliore e lo mena… lo strizza… corro con la testa sul suo ventre
e riprendo a sbocchinarlo, lui collabora come può con delle spinte
pelviche.
Poi mi siedo sulla sua faccia e gli faccio
assaggiare la mia fica in calore, è un po’ scomoda come
situazione… ma dai che funziona, mi dà un assaggio d’orgasmo…
al resto provvedo io, mi abbasso sul suo obelisco , passo il glande
su tutta la figa, mi strofino il clitoride e poi…
UHAM…!
Discesa verticale… m’impalo!
La sua asta entra tutta fino a toccarmi il fondo
dell’utero.
Tombola! Che palo…!
Poi su e giù, come mi piace comandare l’azione,
ora accelero fino ad incontrare l’orgasmo, ora vado piano con
movimenti lenti e profondi, lui sta boccheggiando, quando sento o
immagino che stia per venire sospendo per qualche attimo le
operazioni. Poi sento che parte… il suo cazzo ha dei sussulti…
sta per venire e io cerco di prendere il treno in corsa e aumento la
velocità e profondità dei miei colpi e si… si…! Veniamo
assieme… un concerto di grida… gemiti… grugniti… sospiri…
“Che cazzo hai, non ho mai goduto… così
tanto…”.
Ed è vero. Il cazzo... la situazione, l'umiliare
Franco!
“Sei una bellissima troia, non avrei mai
immaginato che sei così… calda…”.
E ancora dentro di me, lo sento ritrarsi mentre
ancora lo lavoro con i muscoli vaginali.
“Mara… slegami… devo andare in bagno… con
tutto quello spumante devo orinare…”.
“Falla qui… fammi contenta…”.
Comincia a sospettare qualcosa…?
Ma ormai non può scapparmi.
Prendo due asciugamani da bagno e ritorno sul
letto… e glieli metto sotto il bacino.
Prendo il suo cazzo in mano è ancora consistente
e me lo introduco.
“Falla … dai Gino... che mi piace così…
falla…”.
“Non posso… non mi viene…”.
“Rilassati… su… non fare resistenza…”.
Quando sento il suo getto irrorarmi la vagina, un
sospiro di soddisfazione mi sfugge dalla bocca, com'è calda, poi
la sento bagnarmi le cosce e inzuppare gli asciugamani.
“Mara slegami ora, fra poco è di ritorno
Franco…”.
“Non aver paura, è ancora presto, manca mezz'ora buona, ora ti farò un regalo, la cosa che voi maschietti
più volete da una donna, voglio darti il mio culo, per la prima
volta, ma prima dovrai leccarmelo e chiedermelo…”.
Mi siedo nuovamente sulla sua faccia, mi posiziono
in modo da mettergli sulla bocca proprio il buco del culo, e sento la
sua lingua passare e ripassare sul mio buchetto.
“Chiedimelo…”.
“Mara… dammi il culo…”.
“Ancora…”.
“Fatti inculare…”.
Faccio passare il tempo con questi giochetti,
guardo l’orologio, si… è ora che Franco faccia il suo ingresso…
Mi alzo… prendo il flaconcino di lubrificante
del mio amico del pomeriggio e mi ungo abbondantemente lo sfintere,
fuori e dentro.
Poi mi dedico al cazzo di Gino, mi faccio in due e
ritorna l’obelisco di prima nonostante tutto.
Mi posizione nuovamente su di lui, mi abbasso e
provo, la cappella spinge sulla rosa dello sfintere, provo a fare più
forza… e oplà! La cappella passa, l’anello elastico si rinchiude sull'asta, spingo ancora piano piano, ora va… si parte…!
Signori in carrozza…!
Ora l’introduzione del grosso palo di carne mi
dà piacere, mi sto toccando davanti con forza e… su e giù… su
e giù!
Sto tirando alla lunga perché è il momento che
dovrebbe tornare Franco, ma lui ancora non si vede, e allora lo mando
al diavolo e penso al mio piacere, monto il mio stallone con più
forza, lo sento fremere e il suo liquido caldo irrorarmi l’intestino,
arriva anche il mio momento e inseguo l’orgasmo fino a
raggiungerlo.
Ora sono esausta, ferma seduta sul suo ventre con
ancora il suo palo dentro fino in fondo, mi levo e lascio che buona
parte del suo liquido gli coli sul suo uccello.
E la porta si apre…!
LUI:
Rientro e il soggiorno è deserto, la luce accesa
e la giacca di Gino sulla poltrona, raggiungo la camera da letto e
apro la porta…
Mi gira la testa… vedo Gino disteso sul letto a
braccia e gambe aperte... è legato al letto!
E Mara è seduta sul suo ventre, nuda…
scarmigliata, rivolta verso i suoi piedi, verso di me, la vedo
alzarsi e intravedo il cazzo di Gino che ormai gli pende molliccio
fra le cosce, dalle cosce di Mara scendono rivoli di sperma….
Ormai gelosia non ne provo più e una potente
eccitazione mi prende il basso ventre!
Gino mi vede e….
“Franco…”.
Lo rassicuro…
“Va tutto bene Gino… va tutto bene…”.
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