LEI:
Lo stavo aspettando, arriva in ritardo… e ormai
quando entra abbiamo già fatto, ma voglio che veda tutto per bene,
il suo amico fidato che mi ha inculato, io che perdo la sua sborra
dal culo…
“Spogliati…”.
Si toglie in fretta tutti gli indumenti, ha il
cazzo duro…
“Menati mentre mi guardi…”.
Obbedisce.
“Hai visto come il tuo amico mi rispetta! Prima
mi ha fottuto in figa poi nel culo! Hai perso la scommessa…
ricordati i patti…!”.
Quanto godo mentre glielo sto dicendo!
“Raggiungici…”.
Obbedisce in fretta… nudo in piedi sul letto mi
si accosta e io prendo a menargli il suo cazzo fino a farlo diventare
di pietra.
Gino deve aver preso un coccolone quando ha visto
entrare il suo amico e ora non sa dove guardare, lo tranquillizzo,
mentre meno il cazzo di Franco lo lavoro con la bocca, ci metto un
po’… ma alla fine raggiungo quanto sperato, è nuovamente in
tiro, mi alzo e mi impalo nuovamente, ora l’ingresso nel culo
avviene senza fatica.
Mi sdraio su Gino e mi apro la figa invitando
Franco a penetrarmi, mi si inginocchia davanti e via con lo
spettacolo, sento due tubi di carne che mi riempiono tutta…
l’intestino e la vagina. Si muove solo Franco che affonda in me
come nel burro… anche lui deve sentire la consistente verga del suo
amico.
Avanti…!
Dacci dentro…! Lo stimolo a incrementare i suoi
movimenti. Arriva l’orgasmo, potente e lungo, lo fermo e lo faccio
alzare, mi alzo e il cazzo di Gino esce dal mio intestino, mi stendo
su di lui e mi impalo in figa, apro le gambe e raccolgo le ginocchia
e mi divarico le natiche con le mani, Franco è lì e approfittando
del buco aperto lasciato dal precedente ospite entra senza
difficoltà.
Così anch'io li posso avere come la tedeschina!
Quanto va avanti?
Perdo la nozione del tempo, sento prima uno e poi
l’altro inondarmi di sperma.
Dopo loro sono imbarazzati, si guardano appena, io
non sono mai stata meglio!
Slego Gino, è senza parole, certo che ha passato
un brutto momento quando è entrato Franco!
LUI:
Il giorno dopo in ufficio racconto tutto a Gino,
mi dà giustamente del coglione, ma mi confessa di non aver mai
goduto così, però che paura quando sono rientrato…!
Io sono eccitato e contemporaneamente atterrito
dalla nuova situazione, come finirà?
Il gioco è tutto in mano a Mara….
LEI:
Ho preso a vestirmi e truccarmi con particolare
cura, la vita ha un'altra dimensione, ho girato una boa…
direzionale.
Passa qualche giorno.
Mi guardo gli uomini, in ufficio o in strada e
faccio delle fantasie su di loro.
Sto studiando quale è il più idoneo per i miei
propositi, intanto che mi decido, ogni due o tre giorni dopo lavoro
vado a casa di Gino, tutto a posto… lui posso frequentarlo quanto
voglio, Franco ha perso la scommessa!
Scopiamo, e mi dà molto gusto farlo con lui,
mentre Franco che lo sa mi aspetta. Poi a casa… una altra dose,
Franco vuole sapere tutto e io glielo racconto e si trasforma in un
maschio eccezionale… senza limiti!
Per adesso andiamo avanti così, serate a tre…?
Si certo…! Il sabato o la domenica e prima o poi il numero dei
partecipanti maschili aumenterà, credetemi!
L’ALTRO:
E’ proprio vero che non tutti i mali vengono per
nuocere o almeno… non per tutti protagonisti. Franco… povero
coglione… ora è cornuto e contento, Mara si è trasformata in
una splendida femmina… più bella di prima, calda e disponibile….
A me va alla grande…!
E penso che non sia finita…!
LEI:
Devo mettere in pratica la parte mancante del mio
programma, fargli le corna, mi prendo tutto il tempo necessario,
valuto e studio gli uomini che mi capitano a tiro, poi un bel giorno
trovo finalmente il giusto, un bell'uomo che bazzica il bar dove
andiamo a bere il caffè con le colleghe, scuro di pelle e di
capelli, gli occhi verdi, un naso leggermente arcuato, e poi… alto,
alto e prestante. Grosso.
E’ sposato, ma è un donnaiolo della malora. Mi
intriga subito e faccio di tutto per farmi notare, faccio la
sfacciata e gli chiedo del fuoco, scambiamo due parole, ma è già
tutto chiaro, si butta, voglio uscire con lui…?
Si, …stasera? Va
bene!
Torno a casa dall'ufficio e informo Franco di
quello che accadrà di li a poco, gli farò le corna, scoperò con un
uomo appena conosciuto, non so quando rientrerò…
“Mi aspetterai?”.
“Si…”.
“Ti masturberai pensando a quello che starò
facendo…?”.
“Si…”.
“E quando ritorno, vorrai scoparmi…?”.
“Si…”.
Mi preparo alla grande!
Jeans Fiorucci, camicetta, sandaletti
infradito, niente reggiseno e un minuscolo tanga è quanto indosso
per l’occasione, bacio il mio uomo e parto, con la macchina
raggiungo il parcheggio dove ho appuntamento. Lui mi sta aspettando,
salgo sulla sua macchina, che si fa? Voglio mangiare qualcosa? O
vogliamo andare a far due chiacchiere in un posticino isolato?
Non
so!
Un alberghetto che conosce? Questa va bene! Via allora, mi porta
velocemente fuori città, nella mezz'ora di viaggio si prende
qualche anticipo, palpandomi le tette, di più non può fare per via
dei jeans stretti che porto, allora mi prende la mano e se la porta
sulla patta dei pantaloni e mi fa sentire la sua prorompente
virilità, lo massaggio e lui bramisce come un cervo in amore, si
apre la patta e a fatica fa uscire un attrezzo veramente notevole,
lungo e grosso, una cappella tumida e gonfia d’eccitazione, glielo
meno, lui mi prende la testa e me la porta sul suo ventre, si, ho
capito, non occorre fare il violento!
Lecco la cappella, la bagno per bene di saliva e
poi me la inserisco in bocca, che buon sapore ha il suo cazzo!
Comincio a lavorarlo, dentro e fuori, cerco di inserirmelo per quanto
è possibile….
“Basta, basta, mi stai facendo venire, smettila,
siamo quasi arrivati…”.
A fatica mi stacco dal suo cazzo, ci stavo
veramente prendendo gusto, lui prende una stradina e poco dopo si
ferma in un parcheggio davanti a un locale illuminato, si sistema ed
esce dicendomi d’aspettarlo. Pochi minuti e ritorna, lo seguo e
entriamo, rampa di scale e entriamo in stanza.
Poi… è una corsa frenetica verso il piacere,
togliersi i vestiti di dosso, le mani che frugano dappertutto, le
lingue che si intrecciano, abbiamo urgenza di placare la voglia che
teniamo uno per l’altra, si mette velocemente un preservativo e mi
penetra, un sospiro di soddisfazione mi sfugge, quanto è lungo! Mi
tocca l’apice dell’utero e mi da come delle scosse elettriche,
abbraccio la sua schiena con le gambe mentre mi penetra
violentemente, sento dal suo ansimare che sta per venire e collaboro
alle sue spinte per raggiungerlo.
Si… si… lo raggiungo e lo sorpasso nel godere,
sento i miei gemiti aumentare di intensità man mano che l’orgasmo
mi prende e mi conduce nell'incoscienza. Riprendo senso di me dopo
alcuni istanti, sul letto uno sull'altra, ansimanti, accidenti che
scopata!
Si sdraia accanto e riprendiamo fiato….
Raggiungo il bagno, mi lavo velocemente, bagno una
salvietta e torno in camera, mi abbasso sul suo ventre, il suo cazzo
si è ammosciato ma è ancora notevole, gli tolgo il preservativo e
con la salvietta lo pulisco della sperma residua, mi sento tanto
troia e ho una voglia pazza di scopare, comincio a leccarlo, mi piace
il sapore della sua sborra, mi metto d’impegno e miei sforzi
ottengono soddisfazione, si alza… si alza…! S’indurisce e in
breve torna una torre, mi piace, mi piace la grossa cappella, la
grossa asta piena di vene in rilievo, i coglioni duri come noci, gli
sto facendo un pompino da sballo, gli faccio capire cosa voglio da
lui e mi trovo sistemata con la sua bocca incollata alla mia figa,
nella classica posizione di 69, la sua lingua serpeggia instancabile
sul mio clitoride, torna poi a leccarmi tutta per riprendere a
leccarmi il grilletto inturgidito che mi tira tanto da farmi
sobbalzare al contatto.
Ha veramente un cazzo da premio nobel, me lo
gusto infilandomelo fino dove mi arriva, poi sento salire da lontano
nuovamente l’orgasmo, lo sento arrivare, arriva… si… si…!
Smetto di lavorarlo per urlare il mio piacere, lui
ne approfitta per togliersi da sotto, mi prende e mi sistema carponi
sul bordo del letto, con la testa posata verso il centro, sento la
sua cappella cercarmi, spinge… e entra, mi sbatte ancora con
violenza, quando il suo ventre incontra le mie natiche causa dei
forti schiocchi, si dai… lo incito a scoparmi con maggior forza e
lui si presta! Continuo a gemere e sono in preda ad un orgasmo dietro
l’altro, ora breve, brevissimo, ora lungo e potente… mentre sento
il grosso cazzo montarmi con forza.
Quanto dura? E chi lo sa! Ho perso la nozione del
tempo, ormai ragiono solo con la figa, so solo che non ne ho mai
abbastanza, lo sento inarcarsi, urlare e il caldo della sua sborra
dentro la vagina, lo ho preceduto nel piacere, godo assieme a lui e
godo anche dopo, un piacere continuo…!
Mi si abbandona sulla schiena, sempre dentro di
me, sento gli ultimi spasimi dell’eiaculazione e faccio forza con
la vagina per stringerlo e spremerlo, mi pesa addosso, è grande e
grosso, poi si toglie e mi si butta a fianco e io mi corico accanto a
lui. Qualche minuto e realizzo che non ha usato il preservativo.
Ma ormai…!
Andiamo in bagno, prima lui e poi io, quando
rientro non è in camera, aspetto, passa un quarto d’ora e entra
con un vassoio, vino due bicchieri un piatto di salame, prosciutto,
formaggio, pane.
Ci buttiamo a pesce e in breve finiamo tutto, poi
una sigaretta sul letto e cerchiamo di scambiare qualche parola, ma
senza molto successo, lui mi interessa solo per la sua parte
inferiore, per il suo cazzo… e so già che non ci sarà alcun
seguito a questa sera.
Ma voglio ancora usarlo, sto pascolando fuori dal
mio prato e voglio approfittarne.
Guardo l’orologio, il tempo è volato, penso a
Franco, starà aspettandomi e anch'io non vedo l’ora di
raccontargli fin nei minimi dettagli questa serata e farlo
impazzire…!
Mette il vassoio fuori dalla porta, un'altra
sigaretta e poi torno alla carica, questa lo costringo sul dorso e lo
monto io, prima faccia a faccia, lui mi tormenta i seni strizzandomi
i capezzoli fino a farmi gridare, poi gli mostro la schiena, mentre
continuo a cavalcarlo con forza, ora mi strizza le natiche, con le
dita mi forza il buchetto posteriore, sono tentata di farmi inculare,
ma no… ancora l’altalena degli orgasmi, ma quanti ne ho avuti?
Perdo ancora una volta il senso del tempo, tutto passa attraverso il
buco che ho fra le gambe, poi il suo inarcare, i suoi gemiti e ancora
una volta, l’ultima sento il suo liquido seminale caldo irrorarmi
le pareti della vagina.
Qualche attimo di riposo, poi ho fretta di
tornare, lo sprono a fare presto, io non mi lavo, mi metto della
carta igienica fra le gambe per evitare che lo sperma mi si riversi
fra le cosce, lui si lava, ci rivestiamo, scendiamo, paga e torniamo
in città.
Al parcheggio lo saluto con un bacio, ma lui dice
che vuole rivedermi, niente da fare gli rispondo, sei da una botta e
via… penso, mi lascia biascicando e io lo mando mentalmente a fare
in culo.
Quando rientro, la luce è ancora accesa in
soggiorno e lui mi sta aspettando, sono contenta di rivederlo, di
trovarlo ad aspettarmi….
Mi chiede come è andata, gli racconto tutto nei
dettagli, lui comincia a masturbarsi, il cazzo gli tira, ma io voglio
ancora tormentarlo.
“Caro, sono esausta, mi ha scopato in una
maniera incredibile, aveva un cazzo superlativo, lungo e grosso il
doppio del tuo, la figa mi fa male da tanto mi ha chiavato… puoi
leccarmela…”.
Mi tolgo i jeans, la carta igienica che avevo
messo fra le cosce e mi adagio a gambe larghe sul divano.
Lui non protesta, si inginocchia fra le gambe e
prende a passare linguate sulla figa impregnata dalla sborra
dell’altro.
“Sei piena di sperma…”, mi dice “…ti sei
fatta chiavare senza preservativo…”.
“Le prime le abbiamo fatte con il preservativo,
ma poi ho perso la testa, mi devi leccare se vuoi scoparmi…”.
Obbedisce, ormai è un burattino nelle mie mani,
lecca e succhia, succhia e lecca, mi eccito e gli chiedo:
“Allora… mi vuoi scopare?”.
“Si…”.
“Ti sei menato mentre mi aspettavi?”.
“Si, continuamente…”.
“E pensavi a me che mi facevo sbattere?”.
“Si…”.
“E ti piace, vero?”.
“Si…”.
“Ti piace immaginare mentre mi scopano…”
“Si…”.
“In figa e nel culo… vero?”.
“E ora mi vuoi scopare anche tu?”.
“Si…”.
“Chiedimelo…”.
“Ti prego… ti prego… fammi scopare…”.
“Va bene… ma piano… mi fa male…”.
Mi sistemo in ginocchio sul bordo del divano,
gambe larghe… appoggio la testa e con la mano lo cerco….
Mi penetra lentamente, ho la figa infiammata,
sento montare l’eccitazione e in breve lo stimolo a fottermi con
maggior forza, lui obbedisce e comincia a vangare….
Sarà l’eccitazione della situazione, ma in
breve sono oggetto di un orgasmo squassante, lui continua nella sua
opera.
“Aspetta…”.
Lui si toglie.
“Leccami il culo…”.
“Si, cosi…”.
“Inculami…”.
Sento appoggiare la sua cappella al mio sfintere e
spingere, mi adeguo e spingo in fuori per favorire la sua
penetrazione, spinge, spinge… mi fa male, e un dolore che mi piace,
ora è dentro… si dai montami… lo incito, ora ha preso un buon
ritmo, mi incula con forza… entra fino a percuotermi le natiche con
il ventre, mi piace, mi strofino il clitoride, godo, ma anche non
vedo il momento che finisca, che possa alzarmi e trascinarmi sul
letto.
Si… sta venendo, si inarca e geme e mi inonda
l’intestino, un piacere particolare mi prende… e mi porta
lontano….
In bagno mi pulisco sommariamente con una
salvietta bagnata, poi sul wc e mi butto sul letto, il resto rimando
alla mattina.
Lui mi raggiunge.
“Franco…?”.
“Si, amore…?”.
“Ora siamo pari… la questione è chiusa. Vuoi
che tutto torni come prima? Smettiamo… e dimentichiamo?”.
Un attimo di silenzio….
“No… andiamo avanti… abbiamo aperto una
porta che non si può più rinchiudere…”.
“Va bene, caro… come vuoi tu… buonanotte”.
“Ti amo…”.
“Anch'io ti amo…”.
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