giovedì 18 luglio 2019

LE CONSEGUENZE QUASI TRAGICHE DI UN TRADIMENTO,


TOM BOULTON - ARTIST

Questo vuole essere un SERIO monito rivolto agli uomini che tradiscono le proprie compagne!
Leggete le vicende di Franco, Mara e Gino! 
Guardate cosa succede a Franco per una innocente scappatella.
Dovete sapere che è vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!
NON TRADITE...! (Se riuscite a resistere alla tentazione, ma è difficile si sa... forse impossibile. Ma cazzo! Fatevi furbi! Insomma... SVEGLIATEVI!)

E non misuratevi MAI in astuzia con una donna, perdereste sempre!

Tibet.



LUI:

E’ domenica… esco a prendere un caffè e il giornale, qualche chiacchiera con la gente del bar. Quando rientro la trovo ad attendermi nell'ingresso, non mi lascia neanche il tempo di rinchiudere la porta.

“Maledetto figlio di puttana… finalmente ti ho beccato… bastardo che non sei altro…”.

E’ infuriata e mi getta in faccia una scatola, non capisco, poi guardo la scatola in terra... cazzo! 
La scatola dei preservativi che ho comprato a Dusseldorf, che stupido! Ho dimenticato di gettarla e l’ho lasciata nella borsa.
Comincio a negare tutto, non è mia, è di Gino, il collega che mi accompagnava alla Fiera, non so come ha fatto a trovarsi nella mia valigia, forse Gino… per sbaglio… è uno scherzo di quel coglione!
Lei non mi da tregua, mi aggredisce, mi strattona, dice di non credere una parola, poi mi lascia e corre a rinchiudersi piangente in camera da letto.
Accidenti che stupido, rivedo brevemente in flashback tutto l’accaduto...

Io e Gino, i più giovani funzionari del reparto commerciale, veniamo comandati di presenziare allo stand della ditta alla fiera del settore di Dusseldorf. Gino è uno scapolo impenitente e sempre a caccia di gonnelle, non è gran che come uomo ma riesce sempre a rimorchiare. Siamo amici da tempo e lavoriamo bene assieme.
In fiera siamo affiancati da alcuni impiegati della filiale tedesca, fra gli altri una splendida moretta, una piccoletta tutta pepe, un baschetto di capelli corvini e due occhi verdi da diavoletto. Lei mi guarda un paio di volte interessata, io abbozzo, Gino invece non le da tregua, i visitatori del nostro stand non sono poi moltissimi e lui non si schioda dal suo fianco.
Questo continua per tutta la durata dell’esposizione, poi per la serata finale andiamo tutti assieme al ristorante, qui i nostri colleghi tedeschi ci danno dentro alla grande, specialmente nel bere. Gino continua a tampinare la moretta, Fiona.
In fin della serata, raggiante mi raggiunge.

“Franco, ci sta... ci raggiunge al nostro albergo appena terminiamo qui la cena…”.
“Buon per te, ma io che faccio intanto…”.
“Ma no, non hai capito, ci vuole tutti e due, tutti e due capisci…!”.
“Niente da fare, non ne voglio sapere…”.
“Non fare lo stronzo, guarda che pezzo di fica, è una settimana che la tampino, ora che finalmente ha mollato, vuoi rovinare tutto…”.

Sono sempre del parere di non starci ma alzo gli occhi e cerco la ragazza con lo sguardo, lei è lì che aspetta e mi sorride, ora è il mio basso ventre a comandare.
La compagnia comincia a disperdersi, saluti e auguri a tutti i presenti. Chiediamo di chiamarci un taxi, Gino mentre aspetta mi chiede di scendere ai WC, nel piano inferiore e comprare dei preservativi al distributore automatico, scendo di corsa e compro una confezione maxi da otto.
Raggiungiamo l’albergo, in stanza facciamo appena a tempo a darci una rinfrescata che ci raggiunge la ragazza, porta mezza bottiglia di cognac fregato al ristorante e tira fuori un paio di spinelli di quelli buoni.
Poi la nottata, lei non ne ha mai abbastanza, mentre uno la scopa lei prende in bocca l’altro, poi cambia cavallerizzo, provo anche a prenderla nel culo, mi aspetto un rifiuto, invece… altroché!
Ci alterniamo a montarla, dandoci il cambio quando stiamo per venire e alla fine ci troviamo a scoparla assieme, sento il cazzo di Gino attraverso la sottile membrana fra vagina e ano.
Infine non ce la facciamo più, lei ci cerca ancora, ma inutilmente, non ci sono più frecce ai nostri archi. Allora si sistema un po’ e ci lascia, forse un po’ delusa da questi maschi italiani.
Accidenti, conto i preservativi rimasti, due, uno buttato prima dell’uso, una volta le sono venuto in bocca, siamo venuti tre volte ciascuno, penso che potrebbe essere contenta, no?
In quel momento faccio il grandissimo errore, anziché buttare la scatola dei preservativi nel cestino, la butto nella valigia aperta….
Grandissimo cretino…!
E ora…?

LEI:

Non che sia particolarmente gelosa, ma certo scoprire che il marito ti fa le corna dopo appena otto mesi di matrimonio!
La domenica mattina quando apro la valigia per mettere la biancheria in lavatrice e prendere le camicie da portare in lavanderia, trovo la scatola di preservativi sotto gli indumenti e mi cade il mondo addosso.
Mi prende una furia cieca, vorrei ucciderlo quel bastardo, gli indirizzo tutti gli insulti che conosco, lo maledico e con lui tutte le generazioni che l’hanno preceduto, conto i preservativi mancanti, erano otto, sono tedeschi, allora li ha comprati durante l’ultimo viaggio, ora sono due, ne ha consumato sei quel grandissimo figlio di puttana, accidenti se si è dato da fare!
Porco! PORCO!
Cosa faccio?
Faccio la valigia e torno da mamma?
No, quella non aspetta altro, non ha mai potuto sopportare Franco e senz'altro la prima cosa che dirà sarà: “TE L’AVEVO DETTO!!”.
No, il bastardo dovrà pagarla in un'altra maniera, gli renderò pan per focaccia e lui dovrà essere consenziente e presente quando gli farò le corna!
Vado in bagno e seduta sul WC studio la situazione, cosa e come fare, accidenti a lui… sono anche eccitata, incazzata nera e ho voglia, ma voglio fargli vedere di che cosa sono capace di fare!
Quando rientra, scena madre, tutta preparata, poi mi rifugio in camera da letto, non chiudo la porta, mi butto sul letto… piangente e aspetto.

LUI:

Mi accosto alla porta chiusa, ascolto, sento dei lamenti… sta piangendo. Busso alla porta.

“Cara… ti prego ascoltami, ti assicuro che sei la sola donna della mia vita…”.

Un gemito più forte dei precedenti fa eco alle mie parole, provo la maniglia, la porta è aperta, la raggiungo sul letto e le metto una mano sulla spalla, lei si scosta con rabbia…

“Cara, ti prego, ti amo da morire, non rischierei mai di perderti, ti assicuro che sono innocente, non ne so niente…”.

Lei si gira come una furia, e mi aggredisce.

“Mi fa rabbia che tu mi prenda per una deficiente, pretendo da te la sincerità, ma non ne sei capace…! Mi hai tradito, ora voglio sapere come e perché…”.
“Ma no, che dici, sono di Gino, lo sai che donnaiolo è, li avrà messi per sbaglio nella mia valigia…”.
“Bugiardo…! Riempi nuovamente la valigia e vattene, non ti posso più vedere, almeno tu avessi il coraggio d’essere sincero…”.

E qui purtroppo contravvengo al principio assoluto di negare sempre, anche l’evidenza!

(N.d.A. Ecco! L'errore principale! Mai ammettere nulla!! Negare sempre!! Negare anche l'evidente! Ricordate... negare SEMPRE!)

Forse, penso… se sono sincero mi perdonerà, capirà che si è trattato di un episodio isolato, unico.
Povero sciocco, stava giocando con me, come il gatto con il topo.

(N.d.A. Secondo errore! Una donna tradita non perdonerà... MAI!)

Tra le sue lacrime e il mio senso di colpa… la minaccia di perderla, in breve mi trovo a raccontarle tutto, dapprima cerco di stare sul vago, mi interrompe ed esige che le racconti anche i minimi particolari.
Quando lo evito, lei lo intuisce e insiste fino a che non viene a sapere tutto, quante volte abbiamo fatto sesso, com'era la ragazza, il suo sesso, entra nei particolari, per esempio: …se era depilata, come godeva, se gemeva o gridava, se godeva di più con me o con Gino… e come era Gino, se il suo è più lungo e grosso del mio!
Io stupido... rispondo alle sue richieste e addirittura aggiungo del mio, mi sfugge anche della doppia penetrazione, sono veramente un cretino!
Apriti cielo…!

“Come tutti e due assieme! Che maiali… le avete anche... l’avete scopata anche nel… povera ragazza…!”.

E io a protestare… era stata lei a volerlo fare con tutti e due! Lei a voler fare….
Urli e pianti…!

“Ecco…! A me non l’hai mai chiesto di prenderlo …di dietro, è perché non mi ami… non mi desideri… non sono abbastanza bella…”.

E giù altri pianti…

“Ma che dici… è solo… perché ti rispetto… e pensavo che tu non volessi…”.
“Non lo voglio… non lo so… ma tu avevi il dovere di provarci… se mi volevi bene e mi desideravi…”.
“Ma io ti desidero…”.

LEI:

Piangevo e urlavo, sembravo fuori di me… ma ero lucida e lo stavo portando dove volevo… quel gran bastardo!

“Mi desideri… e allora provamelo… dai… adesso…”.

Ero certa che aveva il cazzo ritratto dalla paura e volevo godere della situazione.

“Adesso… ma cara, la situazione…”.

Fingo un'altra crisi di pianto.

“Vedi… non mi vuoi più… per quello vai con altre donne …”.
“Ma no… io desidero te…”.

Mi abbraccia e cerca di rabbonirmi con bacetti e smancerie.
Lo allontano e mi strappo di dosso la vestaglietta che indosso, mi tolgo le mutandine e il reggiseno.

“Dimostralo…”.

Lui è di sasso, si torce le mani e vorrebbe essere distante mille chilometri.

“Mi stai umiliando… vattene… lasciami sola…”.

Lo spingo fuori dalla porta e chiudo a chiave, sono incredibilmente eccitata, mi accarezzo i capezzoli inturgiditi… scappuccio il clitoride e lo accarezzo, mi tocco sotto… dio! Come sono bagnata…!
Apro l’armadio e da sotto la biancheria prendo il mio amico segreto, sempre pronto… disponibile e discreto…! Lo tolgo dalla sua scatola, è lungo venticinque centimetri… largo, molto,largo, lo lecco… me lo inserisco fino in gola, oggi non serve lubrificarlo… mi strofino prima dolcemente e poi con forza il clitoride con la sua punta liscia, mi stendo e apro le gambe… alzo le ginocchia… e… me lo metto… si fino in fondo e poi… si… dentro… si… fuori, ancora… ancora… sento l’orgasmo partire dal cervello e precipitare giù come un ascensore con i tiranti rotti… e boom…! Arriva… e mi escono gemiti e gridolini strozzati dalla bocca spalancata!

Che il bastardo fuori pensi quello che vuole…
Sono esausta e mi riprendo lentamente sempre con il mio amico dentro di me, poi mi sorge una curiosità… come sarà dietro?
Si… ora voglio provare, la scatola contiene una boccetta di lubrificante adatto alla bisogna, la prendo e mi ungo abbondantemente, ungo la testa del mio amico, poi… come mi devo mettere? In ginocchio… con il culo in su, no, non riesco a manovrare bene, provo sdraiata… alzo le gambe e si, ora va meglio….
Provo prima il buchetto con le dita della mano unte, si entrano… appoggio il glande del mio amico e… entra… spingo… e entra….

Appena entrato il glande… lo sfintere si stringe sull'asta come un anello elastico, aspetto e riprendo a spingere, sento solo una sensazione di fastidio, dove sarà mai il piacere... dico, provo… a manovrarlo, dentro e fuori, con l’altra mano mi masturbo, mi penetro in figa con due o tre dita e mi strapazzo il clitoride.. Ora mi da piacere averlo nel culo, forse con un bel cazzo vero… caldo e pulsante!
Precipita nuovamente l’ascensore dell’orgasmo e nuovamente grido e mi agito….


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ahhh io sarei corsa a cercarne uno di carne di cazzone!!!

P.