giovedì 25 luglio 2019

IL SOLDATO (3. parte e epilogo)



Il soldato uccide per la seconda volta.
La donna che ha preso non l’ha soddisfatto. Ora è seduto al banco di un bar e beve, il suo sguardo livido scorre sugli avventori. All'altro lato del bancone c’è un tipo che sembra tenere una conferenza da tanto è pieno di sé. Subito monta la sua antipatia. Lo odia irrazionalmente, immagina che sia uno di quelli che non hanno mai rischiato la vita per il proprio paese al contrario di lui. Quando l’uomo esce lui lo segue, camminano a distanza per un po’ fino a che il soldato non lo raggiunge. Lo colpisce duramente alla nuca e poi lo gira, lo tiene forte per i capelli, gli scopre la gola indifesa e ancora lo colpisce due volte al pomo d'Adamo. Gli rompe la trachea e si ferma a guardarlo agonizzare.
Poi rientra e lo dimentica.
Prende le sue medicine.
Dorme, sogna passati momenti, vecchie vicende di guerra che sono ancora scorie nella sua mente.


Non le va male. Auto e carta di credito aziendale.
Le costa cedere alla sua libidine? Ok, certo che si!
Ma alla fine cosa lui le fa che davvero lei non lo desidera? Lei urla un po’ quando lui le fa del male ma lo fa più per soddisfare il sadismo di lui che per il vero dolore. Le usa più il culo che la figa? Bene e allora? Questo non le dispiace, prova degli orgasmi talmente forti che la lasciano stordita.
Stamattina il principale la chiama. Davvero non bada al suo orario, lei può venire ed andare quando vuole, gli basta che lei sia disponibile quando gli monta la voglia.
-Stasera usciamo. Gente importante… fatti bella. Parrucchiera, manicure, visagista e depilazione. Comprati qualcosa di fine. Di elegante. Non vestirti da puttana. Hai carta bianca sulle spese, basta che il risultato valga il conto. Sei libera tutto il giorno, ti vengo a prendere alle nove.-
Lei esegue fedelmente le disposizioni, alla fine cosa desidera di più una donna bella e vanesia?
I soldi! E spenderli!
Compra un vestito nero aderente di Balenciaga, elegante e non vistoso, scarpe Gucci, dell’intimo talmente trasparente che sembra fatto di rugiada. E passa ore allo SPA.
Alle nove è pronta e ottiene la piena approvazione del suo capo. Questi la conduce ad un ristorante di lusso dove sono attesi da una piccola compagnia. Tre uomini e una donna. La presenta, loro sono persone molto importanti, capitani d’industria e manager. I tre uomini sono maturi, robusti, la donna un tipo magro e taciturno.
Gli uomini passano presto da discussioni di affari a roba di sesso. Il suo principale sta raccontando con dovizia di particolari come l’ha posseduta legata sul tavolo. Usa parole molto volgari e ottiene il loro massimo interesse.
La guardano, stanno immaginando come è nuda?
Aperta?
Disponibile ad ogni loro capriccio libidinoso?
Ebbene si!
Uno dei tre chiede.
-Possiamo averla stasera?-
-L’ho portata apposta…-
Le passa la mano sulla coscia.
-Non è vero, mia cara…?-
Lei capisce che in questo momento, in questa situazione, è solo un oggetto, lei o un’altra per loro, per gli uomini, non avrebbe importanza. 
Vogliono avere una figa, delle tette e un culo da seviziare. 
E si eccita, anche se ha paura di cosa vogliono farle. 
Si eccita di essere vittima, immagina mille cose ed è bagnata in una maniera incredibile.
Lasciano il locale senza fretta. Ma prima la donna le chiede di accompagnarla alla toilette. Qui… prima di rifarsi il trucco e ripassare il rossetto sulle labbra, la donna la costringe contro la parete e la bacia.
La cerca sotto e trova un lago. Le comanda di togliersi le mutandine che sono bagnate e la tocca…
La bocca crudele le morde le labbra a sangue, la mano è esperta e implacabile!
Le sta dicendo che vuole il suo primo orgasmo mentre con la mano la cerca fra le cosce, strofina forte sulle labbra della figa bagnata e le impone di godere!
Vuole davvero farla godere così! 
E intanto parla… le sta dicendo cosa le farà lei! Con cosa le romperà la figa e il culo… e che dopo… alla fine le piscerà in bocca!
Presto, quasi istantaneamente raggiunge il suo scopo e la sente godere! Lunghi fremiti del corpo e dei singulti. 
Ora si stacca, prende dalla borsa un vibratore e glielo infila, lo accende, il ronzio è percettibile. Le impone di tenerlo dentro e di stare attenta a non lasciarlo uscire mentre percorrono il percorso fino all'uscita. Le ricorda che figura farebbe… lì in mezzo alla gente, a farsi scivolare fuori il cazzo di silicone! Non solo… se succederà lei le frusterà così forte il culo da farla sanguinare!
Si sistemano ed escono nel locale.
Cerca di camminare tenendo le cosce chiuse il più possibile.
Le sembra che gli avventori sentano il ronzio, ma non le importa… trova che essere la puttana di questi crudeli padroni sia il massimo della eccitazione.
Il vibratore le da continui stimoli, sente che il suo umore vaginale le sta scivolando lungo le cosce!
Spera che questo non dispiacerà agli uomini! Riesce ad arrivare alla macchina e sedendosi riesce ad far penetrare a fondo l’aggeggio che ha in figa.
Partono… quattro macchine che si seguono, il suo capo la tocca, sente la vibrazione e le strizza ferocemente il clito facendola godere di un orgasmo per troppo tempo trattenuto.
Arrivano, scendono, entrano in una casa che pare una residenza di campagna. Gli uomini e la donna bevono. La donna la fa bere dal suo bicchiere. Deve bere, la costringe a farlo.
Poi… tirano lunghe strisce di coca sul tavolo e la sniffano.
Lo fanno fare anche a lei.
L’alcol e la droga la stordiscono.
Sa che la legano, che le torturano il seno martirizzandole i capezzoli, che la penetrano con oggetti vari.
Che le scopano il culo e le sborrano dentro.
La donna… nuda e con i capelli scarmigliati è la più crudele, è femmina e sa dove ha più sensibilità al dolore.
Ma… nonostante tutto sente montare orgasmi mentali pazzeschi!
Non le basta il dolore e vorrebbe di più! La legano con una corda talmente stretta che i seni diventano bluastri e i capezzoli hanno la misura di una mora matura.
L’appendono al soffitto.
La figa è talmente allargata che la sente proprio sfasciata!
Hanno usato un divaricatore ginecologico per farlo e dentro si sente bruciare! Alla fine la usano come orinatoio, le pisciano addosso tutti e questa ultima umiliazione le piace, le da altro piacere. Beve la pioggia calda e dorata.
Finisce e la riportano a casa.
Non ha la forza di lavarsi e precipita in un sonno che le fa dimenticare i dolori che sente per tutto il corpo.


Il soldato.
Le sue crisi sono sempre più ravvicinate. Uccide per la terza volta. Altro quartiere, un bar nel quale non è mai stato. Non ha neanche cercato una puttana stavolta. Vuole soddisfare il suo bisogno primario e, questa sera, il sesso non lo attira. Trova la sua vittima, la ragione per la quale la sceglie è molto superficiale, non serve più che sia o che sembri un ufficiale, basta che monti quella particolare antipatia che glielo fa odiare.
Lo segue.
Lo uccide.
Una cosa troppo facile.

Ma sarà il suo ultimo omicidio.

Epilogo.


Una notte, è quasi mattina, lei sta rientrando con la sua macchina da una riunione di sesso alla quale ha partecipato con il suo principale.
E’ sfatta… piena di alcol e droga, ha la mente intorpidita anche dai troppi orgasmi che l’hanno sfinita, Il suo corpo mostra tutti i segni delle depravazioni che ha subito.
Stavolta coloro che hanno goduto di lei erano davvero tanti, forse troppi.
Corre ad altissima velocità percorrendo le strade periferiche della città, stordita come è non si accorge che una figura sta attraversando la strada e la investe in pieno trascinandola per qualche decina di metri. Infine urta con violenza contro un palo della luce e non avendo la cintura sbatte violentemente il capo contro il parabrezza nonostante la protezione dell‘airbag.

L’ultimo pensiero del soldato è di essere incappato in una maledettissima mina antiuomo lungo la strada per Vukovar, si chiede… ma perché non l’hanno sminata?
Maledetti lecca palle!

L'ultima cosa percepita da lei... è il rumore dello schianto... poi null'altro.


Ecco cosa unisce le loro vite, ma è solo un attimo che condividono, l’attimo della loro morte.
Nessuno sentirà la loro mancanza, ambedue sono pedine facilmente sostituibili nel grande gioco crudele della vita.


N.d.A.

Sono consapevole che i miei racconti non sono sempre a lieto fine, ma questo non dipende dalla mia volontà, cerco di essere aderente alla realtà che vivo, e trovo che è la vita ad essere crudele, certe persone nascono davvero con un destino avverso.
Ringrazio chi ha, generosamente, la costanza di leggermi comunque.

T.




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