Il
soldato uccide per la seconda volta.
La
donna che ha preso non l’ha soddisfatto. Ora è seduto al banco di
un bar e beve, il suo sguardo livido scorre sugli avventori. All'altro lato del bancone c’è un tipo che sembra tenere una
conferenza da tanto è pieno di sé. Subito monta la sua antipatia.
Lo odia irrazionalmente, immagina che sia uno di quelli che non hanno
mai rischiato la vita per il proprio paese al contrario di lui.
Quando l’uomo esce lui lo segue, camminano a distanza per un po’
fino a che il soldato non lo raggiunge. Lo colpisce duramente alla
nuca e poi lo gira, lo tiene forte per i capelli, gli scopre la gola
indifesa e ancora lo colpisce due volte al pomo d'Adamo. Gli rompe la
trachea e si ferma a guardarlo agonizzare.
Poi
rientra e lo dimentica.
Prende
le sue medicine.
Dorme,
sogna passati momenti, vecchie vicende di guerra che sono ancora
scorie nella sua mente.
Non
le va male. Auto e carta di credito aziendale.
Le
costa cedere alla sua libidine? Ok, certo che si!
Ma
alla fine cosa lui le fa che davvero lei non lo desidera? Lei urla un
po’ quando lui le fa del male ma lo fa più per soddisfare il
sadismo di lui che per il vero dolore. Le usa più il culo che la
figa? Bene e allora? Questo non le dispiace, prova degli orgasmi
talmente forti che la lasciano stordita.
Stamattina
il principale la chiama. Davvero non bada al suo orario, lei può
venire ed andare quando vuole, gli basta che lei sia disponibile
quando gli monta la voglia.
-Stasera
usciamo. Gente importante… fatti bella. Parrucchiera, manicure,
visagista e depilazione. Comprati qualcosa di fine. Di elegante. Non
vestirti da puttana. Hai carta bianca sulle spese, basta che il
risultato valga il conto. Sei libera tutto il giorno, ti vengo a
prendere alle nove.-
Lei
esegue fedelmente le disposizioni, alla fine cosa desidera di più
una donna bella e vanesia?
I
soldi! E spenderli!
Compra
un vestito nero aderente di Balenciaga, elegante e non vistoso,
scarpe Gucci, dell’intimo talmente trasparente che sembra fatto di
rugiada. E passa ore allo SPA.
Alle
nove è pronta e ottiene la piena approvazione del suo capo. Questi
la conduce ad un ristorante di lusso dove sono attesi da una piccola
compagnia. Tre uomini e una donna. La presenta, loro sono persone
molto importanti, capitani d’industria e manager. I tre uomini sono
maturi, robusti, la donna un tipo magro e taciturno.
Gli
uomini passano presto da discussioni di affari a roba di sesso. Il
suo principale sta raccontando con dovizia di particolari come l’ha
posseduta legata sul tavolo. Usa parole molto volgari e ottiene il
loro massimo interesse.
La
guardano, stanno immaginando come è nuda?
Aperta?
Disponibile
ad ogni loro capriccio libidinoso?
Ebbene si!
Uno
dei tre chiede.
-Possiamo
averla stasera?-
-L’ho
portata apposta…-
Le
passa la mano sulla coscia.
-Non
è vero, mia cara…?-
Lei
capisce che in questo momento, in questa situazione, è solo un
oggetto, lei o un’altra per loro, per gli uomini, non avrebbe
importanza.
Vogliono avere una figa, delle tette e un culo da
seviziare.
E si eccita, anche se ha paura di cosa vogliono farle.
Si
eccita di essere vittima, immagina mille cose ed è bagnata in una
maniera incredibile.
Lasciano
il locale senza fretta. Ma prima la donna le chiede di accompagnarla
alla toilette. Qui… prima di rifarsi il trucco e ripassare il
rossetto sulle labbra, la donna la costringe contro la parete e la
bacia.
La
cerca sotto e trova un lago. Le comanda di togliersi le mutandine che
sono bagnate e la tocca…
La
bocca crudele le morde le labbra a sangue, la mano è esperta e
implacabile!
Le
sta dicendo che vuole il suo primo orgasmo mentre con la mano la
cerca fra le cosce, strofina forte sulle labbra della figa bagnata e
le impone di godere!
Vuole
davvero farla godere così!
E intanto parla… le sta dicendo cosa le
farà lei! Con cosa le romperà la figa e il culo… e che dopo…
alla fine le piscerà in bocca!
Presto,
quasi istantaneamente raggiunge il suo scopo e la sente godere!
Lunghi fremiti del corpo e dei singulti.
Ora si stacca, prende dalla borsa un vibratore e glielo
infila, lo accende, il ronzio è percettibile. Le impone di tenerlo
dentro e di stare attenta a non lasciarlo uscire mentre percorrono il
percorso fino all'uscita. Le ricorda che figura farebbe… lì in
mezzo alla gente, a farsi scivolare fuori il cazzo di silicone! Non
solo… se succederà lei le frusterà così forte il culo da farla
sanguinare!
Si
sistemano ed escono nel locale.
Cerca
di camminare tenendo le cosce chiuse il più possibile.
Le
sembra che gli avventori sentano il ronzio, ma non le importa…
trova che essere la puttana di questi crudeli padroni sia il massimo
della eccitazione.
Il
vibratore le da continui stimoli, sente che il suo umore vaginale le
sta scivolando lungo le cosce!
Spera
che questo non dispiacerà agli uomini! Riesce ad arrivare alla
macchina e sedendosi riesce ad far penetrare a fondo l’aggeggio che
ha in figa.
Partono…
quattro macchine che si seguono, il suo capo la tocca, sente la
vibrazione e le strizza ferocemente il clito facendola godere di un
orgasmo per troppo tempo trattenuto.
Arrivano,
scendono, entrano in una casa che pare una residenza di campagna. Gli
uomini e la donna bevono. La donna la fa bere dal suo bicchiere. Deve
bere, la costringe a farlo.
Poi…
tirano lunghe strisce di coca sul tavolo e la sniffano.
Lo
fanno fare anche a lei.
L’alcol
e la droga la stordiscono.
Sa
che la legano, che le torturano il seno martirizzandole i capezzoli,
che la penetrano con oggetti vari.
Che
le scopano il culo e le sborrano dentro.
La
donna… nuda e con i capelli scarmigliati è la più crudele, è
femmina e sa dove ha più sensibilità al dolore.
Ma…
nonostante tutto sente montare orgasmi mentali pazzeschi!
Non
le basta il dolore e vorrebbe di più! La legano con una corda
talmente stretta che i seni diventano bluastri e i capezzoli hanno la
misura di una mora matura.
L’appendono
al soffitto.
La
figa è talmente allargata che la sente proprio sfasciata!
Hanno
usato un divaricatore ginecologico per farlo e dentro si sente
bruciare! Alla fine la usano come orinatoio, le pisciano addosso
tutti e questa ultima umiliazione le piace, le da altro piacere. Beve
la pioggia calda e dorata.
Finisce
e la riportano a casa.
Non
ha la forza di lavarsi e precipita in un sonno che le fa dimenticare
i dolori che sente per tutto il corpo.
Il
soldato.
Le
sue crisi sono sempre più ravvicinate. Uccide per la terza volta.
Altro quartiere, un bar nel quale non è mai stato. Non ha neanche
cercato una puttana stavolta. Vuole soddisfare il suo bisogno
primario e, questa sera, il sesso non lo attira. Trova la sua
vittima, la ragione per la quale la sceglie è molto superficiale,
non serve più che sia o che sembri un ufficiale, basta che monti
quella particolare antipatia che glielo fa odiare.
Lo
segue.
Lo
uccide.
Una
cosa troppo facile.
Ma
sarà il suo ultimo omicidio.
Epilogo.
Epilogo.
Una
notte, è quasi mattina, lei sta rientrando con la sua macchina da
una riunione di sesso alla quale ha partecipato con il suo
principale.
E’
sfatta… piena di alcol e droga, ha la mente intorpidita anche dai
troppi orgasmi che l’hanno sfinita, Il suo corpo mostra tutti i
segni delle depravazioni che ha subito.
Stavolta
coloro che hanno goduto di lei erano davvero tanti, forse troppi.
Corre
ad altissima velocità percorrendo le strade periferiche della città,
stordita come è non si accorge che una figura sta attraversando la
strada e la investe in pieno trascinandola per qualche decina di
metri. Infine urta con violenza contro un palo della luce e non
avendo la cintura sbatte violentemente il capo contro il parabrezza
nonostante la protezione dell‘airbag.
L’ultimo
pensiero del soldato è di essere incappato in una maledettissima
mina antiuomo lungo la strada per Vukovar, si chiede… ma perché
non l’hanno sminata?
Maledetti
lecca palle!
L'ultima
cosa percepita da lei... è il rumore dello schianto... poi
null'altro.
Ecco
cosa unisce le loro vite, ma è solo un attimo che condividono,
l’attimo della loro morte.
Nessuno
sentirà la loro mancanza, ambedue sono pedine facilmente
sostituibili nel grande gioco crudele della vita.
N.d.A.
Sono consapevole che i miei racconti non sono sempre a lieto fine, ma questo non dipende dalla mia volontà, cerco di essere aderente alla realtà che vivo, e trovo che è la vita ad essere crudele, certe persone nascono davvero con un destino avverso.
Ringrazio chi ha, generosamente, la costanza di leggermi comunque.
T.
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