Il
soldato esce come ogni giorno.
Ha
voglia di scopare al solito, per annullarsi nell'orgasmo, ma si
accorge di avere qualcosa d’altro nella mente. Dopo quanto accaduto
nel vicolo buio ha un tarlo che lavora… lavora senza smettere mai,
ma quanto successo è in una nebulosa nella quale non vede che
contorni non definiti.
Non
sa decifrare veramente cosa è successo.
Comunque
si comanda di non pensare, ha bisogno solo di bere e di una puttana
che sappia fargli anche un massaggio. Ricorda una puttana grassa e
vecchia, che dopo esser stata scopata alla sua maniera, pesante come
era gli si era messa nuda a cavalcioni sulla schiena e aveva usato
sapientemente le mani sui suoi muscoli intorpiditi, poi lo aveva
fatto girare e si era impalata nuovamente dandogli sollievo.
Si
ferma in un bar, beve, mangia e si mette alla sua ricerca, la trova,
lei è contenta di rivederlo e lo porta a casa sua.
Rientra
quasi all'alba.
Ascolta
la sua musica.
Prende
gli antidolorifici.
Dorme.
Per
lei le disposizioni arrivano presto. Appena posa la borsa sulla
scrivania, lui, il suo capo si fa vivo.
-Stasera
serata speciale. Andremo nel mio appartamento in collina, voglio
trovarti bagnata, pronta per essere usata!-
Serata
speciale?
Pensare
a cosa le farà, immaginare, la disgusta e nello stesso tempo la
agita, la eccita, che vorrà farle il vecchio porco? Non può
accontentarsi di una semplice scopata, di un pompino?
La
giornata passa, non ha nulla di costruttivo da fare, si annoia.
Più
volte le viene ricordato con frasi sconce cosa lui le farà più
tardi. Perché prova questo strano piacere?
Il
soldato passa la serata e la notte al suo solito. Beve, mangia
qualcosa, cerca una donna, scopa per poi tornare all'alba nella sua
stanza. A quella di questa sera le tiene forte mani sopra la testa
mentre le percuote a mano aperta il seno, poi la possiede con foga.
Come fosse una violenza. Gode, divide con lei del fumo, del liquore e
poi ricomincia.
Torna
in stanza, prende le sue medicine.
Dorme.
Lei invece… all'ora giusta si prepara, si vesta da puttana e aspetta.
Non
ha mai goduto di lui, quale è il piacere che prova allora? E’
davvero strana la sua mente. Si sente malata, sente di vivere un
piacere insano.
Quando
suona scende senza paura né apprensione.
Sale
in macchina, lui l’abbranca come un orso e le ruba la bocca
baciandola, mordendole le labbra, le mani brancicano brevemente il
suo corpo e la cercano fra le cosce. Sente le grosse dita penetrarla
e spingersi dentro fino al palmo.
Poi
la sua voce resa roca dal desiderio.
-Stasera
ti lego… puttana. Ti lego sul tavolo che ho in cucina e ti scopo
così… ti scopo fino a sfasciarti…!-
Mentre
raggiungono la casa in collina, lui muove la mano fra le sue cosce,
strofina e penetra, strizza forte il suo clitoride diventato turgido
e lei per la prima volta gode fisicamente con lui. Gode di una serie
di orgasmi sempre più forti e ravvicinati.
Raggiungono
intanto la casa, scendono ed entrano sempre con lui che la tiene
stretta.
Dentro
la spoglia, le dice che ora la legherà, lei fa resistenza, non vuole
essere legata, non vuole essere in balia della libidine del grosso
uomo, ma presto deve arrendersi e viene legata polsi e caviglie alle
gambe di un tavolo. Ora è inerme, il suo corpo oscenamente offerto
alle voglie di lui.
Lui
passa le sue mani avide sul culo sodo e liscio, lo stringe, divide le
opulenti natiche e scruta il buchino, passa le dita sul garofano
chiuso.
-Stasera
ti faccio il culo… puttana! Te lo spacco! Te lo violento! Non ti
potrai sedere per giorni!-
-No…
no… non farmi male!-
-Zitta!
Ora ti metto un bavaglio!-
Svelto
cerca qualcosa che serva al bisogno e la imbavaglia, ora lei può
solo emettere dei sordi suoni gutturali.
E
prende a colpirla con la grossa e dura mano, forti colpi che
risuonano come schioppettate, deve subire una lunga e dolorosa
sculacciata, poi l’uomo libera la cinta e la colpisce con quella.
Il
dolore è atroce, ma perché le sta sorgendo questo bisogno di
soffrire fisicamente? Ora le dita stanno impegnando il suo culo,
sforzano il buco, allargano, entrano. Lei sente affiorare il piacere
dal fondo della sua mente.
L’uomo
velocemente si spoglia, prende a masturbarsi la grossa verga per
renderla ancora più dura, lei con lo sguardo lo vede approssimarsi,
intuisce che sta per puntare la grossa cappella al suo ano, lo sente
premere.
E
contro la sua volontà sente montare l’orgasmo! Gode dell’uomo
malvagio che la sevizia. Per la prima volta gode di un coito con lui.
L’orgasmo parte dal cervello e la prende. Poi lo sente entrare,
profanarle violentemente il culo, inserirsi a forza e poi possederla
senza nessun riguardo. Si è appoggiato al suo dorso, le ha preso la
testa e la tira verso di se, le sta dicendo che gode, che ha un culo
favoloso che lo sta contenendo come un guanto, si alza e riprende a
montarla da animale tenendola forte per i fianchi. Dura un eternità
prima di godere e quando viene emette dei forti versi gutturali, lei…
subisce provando un ulteriore forte orgasmo.
Sente
l’epidermide dei glutei infiammata dai colpi, sente il dolore
dell’ano violentemente posseduto ma con sua enorme sorpresa vuole
di più. L’uomo non è soddisfatto e la libera dalle corde ma solo
per portarla in camera da letto e qui nuovamente legarla. Ora sono le
grosse tette ad essere torturate, lui usa delle mollette che le
martirizzano i capezzoli e la grossa mano la cerca fra le cosce.
Spinge le dita dentro, lei si sente allargare provando spasmi di
dolore e piacere, spinge e lei si sente assurdamente sfasciare, la
mano spinge ed entra e lei, contro il suo volere, gode ancora.
Ora
le libera le gambe e se le pone sulle spalle, è nuovamente turgido e
la prende, cerca direttamente il suo culo, entra subito e prende a
scoparla forte, lo spinge fino ad entrare tutto, lei è ancora
imbavagliata e può solo emettere dei ripetuti gemiti.
Si
libera nuovamente nel suo intestino, gode con urla belluine. Lei gode
ancora.
Ora
la libera, le fa fretta. La riporta sotto casa e la lascia. Senza una
parola.
Lei
sale.
Si lava lungamente ma non basta per levarle di dosso il senso
di squallore che le inquina la mente.
Ha male dappertutto.
Nessun commento:
Posta un commento