mercoledì 24 luglio 2019

IL SOLDATO (2.parte)



Il soldato esce come ogni giorno.
Ha voglia di scopare al solito, per annullarsi nell'orgasmo, ma si accorge di avere qualcosa d’altro nella mente. Dopo quanto accaduto nel vicolo buio ha un tarlo che lavora… lavora senza smettere mai, ma quanto successo è in una nebulosa nella quale non vede che contorni non definiti.
Non sa decifrare veramente cosa è successo.
Comunque si comanda di non pensare, ha bisogno solo di bere e di una puttana che sappia fargli anche un massaggio. Ricorda una puttana grassa e vecchia, che dopo esser stata scopata alla sua maniera, pesante come era gli si era messa nuda a cavalcioni sulla schiena e aveva usato sapientemente le mani sui suoi muscoli intorpiditi, poi lo aveva fatto girare e si era impalata nuovamente dandogli sollievo.
Si ferma in un bar, beve, mangia e si mette alla sua ricerca, la trova, lei è contenta di rivederlo e lo porta a casa sua.
Rientra quasi all'alba.
Ascolta la sua musica.
Prende gli antidolorifici.
Dorme.


Per lei le disposizioni arrivano presto. Appena posa la borsa sulla scrivania, lui, il suo capo si fa vivo.

-Stasera serata speciale. Andremo nel mio appartamento in collina, voglio trovarti bagnata, pronta per essere usata!-

Serata speciale?
Pensare a cosa le farà, immaginare, la disgusta e nello stesso tempo la agita, la eccita, che vorrà farle il vecchio porco? Non può accontentarsi di una semplice scopata, di un pompino?
La giornata passa, non ha nulla di costruttivo da fare, si annoia.
Più volte le viene ricordato con frasi sconce cosa lui le farà più tardi. Perché prova questo strano piacere?

Il soldato passa la serata e la notte al suo solito. Beve, mangia qualcosa, cerca una donna, scopa per poi tornare all'alba nella sua stanza. A quella di questa sera le tiene forte mani sopra la testa mentre le percuote a mano aperta il seno, poi la possiede con foga. Come fosse una violenza. Gode, divide con lei del fumo, del liquore e poi ricomincia.
Torna in stanza, prende le sue medicine.
Dorme.

Lei invece… all'ora giusta si prepara, si vesta da puttana e aspetta.
Non ha mai goduto di lui, quale è il piacere che prova allora? E’ davvero strana la sua mente. Si sente malata, sente di vivere un piacere insano.
Quando suona scende senza paura né apprensione.
Sale in macchina, lui l’abbranca come un orso e le ruba la bocca baciandola, mordendole le labbra, le mani brancicano brevemente il suo corpo e la cercano fra le cosce. Sente le grosse dita penetrarla e spingersi dentro fino al palmo.
Poi la sua voce resa roca dal desiderio.

-Stasera ti lego… puttana. Ti lego sul tavolo che ho in cucina e ti scopo così… ti scopo fino a sfasciarti…!-

Mentre raggiungono la casa in collina, lui muove la mano fra le sue cosce, strofina e penetra, strizza forte il suo clitoride diventato turgido e lei per la prima volta gode fisicamente con lui. Gode di una serie di orgasmi sempre più forti e ravvicinati.
Raggiungono intanto la casa, scendono ed entrano sempre con lui che la tiene stretta.
Dentro la spoglia, le dice che ora la legherà, lei fa resistenza, non vuole essere legata, non vuole essere in balia della libidine del grosso uomo, ma presto deve arrendersi e viene legata polsi e caviglie alle gambe di un tavolo. Ora è inerme, il suo corpo oscenamente offerto alle voglie di lui.
Lui passa le sue mani avide sul culo sodo e liscio, lo stringe, divide le opulenti natiche e scruta il buchino, passa le dita sul garofano chiuso.

-Stasera ti faccio il culo… puttana! Te lo spacco! Te lo violento! Non ti potrai sedere per giorni!-
-No… no… non farmi male!-
-Zitta! Ora ti metto un bavaglio!-

Svelto cerca qualcosa che serva al bisogno e la imbavaglia, ora lei può solo emettere dei sordi suoni gutturali.
E prende a colpirla con la grossa e dura mano, forti colpi che risuonano come schioppettate, deve subire una lunga e dolorosa sculacciata, poi l’uomo libera la cinta e la colpisce con quella.
Il dolore è atroce, ma perché le sta sorgendo questo bisogno di soffrire fisicamente? Ora le dita stanno impegnando il suo culo, sforzano il buco, allargano, entrano. Lei sente affiorare il piacere dal fondo della sua mente.
L’uomo velocemente si spoglia, prende a masturbarsi la grossa verga per renderla ancora più dura, lei con lo sguardo lo vede approssimarsi, intuisce che sta per puntare la grossa cappella al suo ano, lo sente premere.
E contro la sua volontà sente montare l’orgasmo! Gode dell’uomo malvagio che la sevizia. Per la prima volta gode di un coito con lui. L’orgasmo parte dal cervello e la prende. Poi lo sente entrare, profanarle violentemente il culo, inserirsi a forza e poi possederla senza nessun riguardo. Si è appoggiato al suo dorso, le ha preso la testa e la tira verso di se, le sta dicendo che gode, che ha un culo favoloso che lo sta contenendo come un guanto, si alza e riprende a montarla da animale tenendola forte per i fianchi. Dura un eternità prima di godere e quando viene emette dei forti versi gutturali, lei… subisce provando un ulteriore forte orgasmo.
Sente l’epidermide dei glutei infiammata dai colpi, sente il dolore dell’ano violentemente posseduto ma con sua enorme sorpresa vuole di più. L’uomo non è soddisfatto e la libera dalle corde ma solo per portarla in camera da letto e qui nuovamente legarla. Ora sono le grosse tette ad essere torturate, lui usa delle mollette che le martirizzano i capezzoli e la grossa mano la cerca fra le cosce. Spinge le dita dentro, lei si sente allargare provando spasmi di dolore e piacere, spinge e lei si sente assurdamente sfasciare, la mano spinge ed entra e lei, contro il suo volere, gode ancora.
Ora le libera le gambe e se le pone sulle spalle, è nuovamente turgido e la prende, cerca direttamente il suo culo, entra subito e prende a scoparla forte, lo spinge fino ad entrare tutto, lei è ancora imbavagliata e può solo emettere dei ripetuti gemiti.
Si libera nuovamente nel suo intestino, gode con urla belluine. Lei gode ancora.
Ora la libera, le fa fretta. La riporta sotto casa e la lascia. Senza una parola.
Lei sale. 
Si lava lungamente ma non basta per levarle di dosso il senso di squallore che le inquina la mente. 
Ha male dappertutto.


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