martedì 4 giugno 2019

IL SOGNO – INCONTRO A “LA NEBBIA”.


E' un sogno, un sogno strano dove io torno dalla mia solita nuotata e mi trovo a parlare con due uomini che non conosco, so che uno assomiglia ad un comico visto in TV.
Mi dicono... "dovresti andare a nuotare alla spiaggia di La Nebbia... ci puoi arrivare a piedi o in bicicletta..."

La Nebbia? 

E dov'è? E cos'è? 

Non conosco nulla che abbia questo nome.

Il sogno continua, la cosa mi rimane impigliata nel cervello, ogni tanto viene fuori, mi incuriosisce.

Nulla che assomigli a questo nome esiste nelle vicinanze del lago dove vivo. 

La Nebbia?

E' forse un termine metaforico?

Non lo so, forse è così perché è troppo evidente che in questo momento sono immerso profondamente nella foschia oleosa dell'incertezza. 
Chi o cosa sono e che cazzo faccio.

Poi, tempo dopo (sempre nel sogno), non è specificato dove, in macchina passo per un posto che si chiama La Nebbia ed è un vecchio albergo o qualcosa di simile, è posto subito dopo una curva stretta e in una infelice posizione.

E' disabitato e in cattive condizioni, le sue finestre vuote sembrano le cavità delle orbite di un teschio.

Mi fermo e raggiungo la spiaggia sabbiosa scendendo un breve tratto scosceso, non so se sia la spiaggia del mare o del lago, come clima mi sembra più tardo autunno che estate. L'acqua è calma e grigia e abbastanza lontano sulla spiaggia c'è una unica figura, stesa e solitaria.

Mi avvicino alla figura ed ho l'impressione che sia un incontro programmato, come fosse un appuntamento.

E' una donna..... e indossa un bikini nero.

Mi avvicino e le chiedo se dovevamo incontrarci lì.

Lei si gira e non ha volto, ha capelli ma l'ovale del viso è bianco... senza naso, bocca, occhi, insomma vuoto.
Le chiedo perché è così e lei dice che devo essere io a comporre il suo viso, ci devo mettere i tratti delle donne che ho amato, il naso di una... la bocca di un'altra e via così.
So che ci provo, cerco disperatamente nella memoria i tratti che vorrei inserire in quel viso, ma non mi riesce di definirli neppure sommariamente tanta è la confusione che trovo.

Ho il vuoto del caos nella mente. 
Se è il tentativo di comporre artificiosamente la donna ideale, con me non funziona.

Le dico che non mi riesce.

Lei... sempre distesa si toglie il costume e rimane nuda, il seno è impreciso, due collinette senza areole né capezzoli così come l'inguine è un tratto di epidermide chiara e vuota. Non ha seno, non ha vagina, non ha sedere.

Posso riempire almeno quei vuoti?

Mi dice di farlo perché dovrò far l'amore con lei. 

Dovrò farlo? 
Il pensiero mi preoccupa non poco. 
Ora... nei miei sogni e nelle mie polluzioni notturne ho scopato di tutto, quanto di più improbabile era immaginabile. Non ne faccio la lista ma credetemi. 

Quindi perché questa ritrosia? Perché non metterle sul busto due tette grosse e sode? Con dei capezzoli scuri e larghe areole? Oppure due tettine adolescenziali con i capezzolini spavaldamente rivolti al cielo?

E fra le cosce uno spacco deciso come una rasoiata?
O al contrario una bella fica aperta e con le ali di farfalla?
Sul culo la scelta è facile, basta che si allarghi da una vita assurdamente stretta.

Ci provo! Cerco di comporre il tutto come un puzzle ma il tutto si scombina repentinamente! 

E non c'è verso che mi eccito! 

Quindi il nulla... 

Le volto le spalle per andarmene e mi insegue la sua risata beffarda.

-Non puoi perché tu non hai avuto veramente nessuna donna! Tu sei come un ciottolo di ruscello sul quale scorre l'acqua che finirà al mare! Un attimo... e poi non ricordi nessuna e nessuna ti ricorda...-



...Non è stato un bel sogno.  

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