domenica 30 dicembre 2018

SLAVE.



MARCEL DUCHAMP - CASCATA D'ACQUA,



CARRACCI ANNIBALE. ARTISTA.




JUPITER ET JUNION.

COSI'!

xxchaos-kittenxx:
“Need
”

PUSSYBOY.



BACIO

sexybikegirls

sexgearshift:
“Come in Sexgearshift for girls that like play in/with/on cars
”

LETTURA...

L'UOMO DI MADRID.







Lui è un basco di Bilbao, è falso, infingardo ed è stupido.
Sono nel suo ristorante, un locale di lusso proprio vicino alla Plaza Mayor.
Non mi piace il locale, troppo pretenzioso per mangiare bene, c'è troppo personale, troppe luci, ha speso troppi soldi.
I miei soldi. I nostri soldi.
Lui ci deve dei soldi.
Molti.

E' stupido.
Non capisce come vanno queste cose.
Sto mangiando una aragosta, è bella ma è insipida, non viene certo dal golfo di Biscaglia, direi proveniente da acque calde.


-Hai ipoteche? Di quanto?-


Mi dice del mutuo con il Banco de Bilbao, mi dice che...
che...
che...
tante parole, solo parole...

parole... parole... parole...

-E... hai anche un socio, quanto? fifty... fifty? E' fittizio vero?-.
-Dammi tempo... trenta giorni e saldo tutto...-
-Ybanez
... tu non ricordi quello che ti dissi a Monaco, vero? Tu stavi caricando le casse nel sottofondo del furgone, vuoi che ti ripeta quelle parole?-
-Ti avvisai... ti dissi... non giocare con me, perché ti scotti! Non ricordi...?-

Che stupido è!
Odio le persone stupide, costringono a cose estreme e io le faccio controvoglia, ma non capiscono, cercano di ciurlare nel manico fino alla fine, non cedono all'evidenza.
-E tua moglie quella? Lì alla cassa? So che sei sposato da poco...-
-Ti ho mandato l'invito...-.
-E io... le mie congratulazioni e i miei auguri, ero in buona fede quando ti auguravo una lunga vita felice...-.
Sorseggio il vino, è diventato caldo.

-Bella donna... davvero...-

-Ti prego... un po' di tempo...-

Continua a non capire, è stupido.
Tiro fuori il biglietto da visita e glielo metto davanti.


-Hai un appuntamento domani mattina alle 11.30 a questo indirizzo, tu e il tuo socio, l'atto di voltura è già pronto, il notaio sa tutto, cerca di essere puntuale...-


-Lu... no! Non posso, il mio socio è fuori Madrid, dai... parliamone... se ti cedo il locale non mi rimane più nulla...-


Continua a non capire, è stupido!
Quanto odio gli stupidi!


-Va bene Ybanez, aspettiamo il tuo socio... tranquillo...-.

Il locale sta chiudendo
Cuochi, camerieri stanno uscendo, utilizzano una uscita in un vicolo.
Lui e la moglie sono ancora nel locale.
Quando escono e si accingono a salire sulla loro macchina, mi avvicino.
La macchina è una Mercedes S, nuova.
Ha comprato anche l'auto, con i miei soldi.
Non capisce come vanno queste cose.
E' stupido.


-Ybanez...? Mi presenti la tua signora...?-.
-Muy onorado Senora, non ti dispiace certo darmi un passaggio...?-


Salgo dietro, ha capito perché tengo la mano nella tasca dell'impermeabile?
Lo spero.
Lo spero per lui, per lei e per me.
Lo spero perché è stupido.


-Vedi quelle luci? Quello stop che si accende e spegne? Segui quella macchina e vedi di non perderla di vista...-


Sono terrorizzati, lo sento dall'odore del loro sudore, odio questo odore, ricordo tutte le volte che l'ho sentito, ne ho nausea!
Il viaggio dura una mezz'ora, siamo nel Barrio, lui cerca di rimediare, prega, implora, mi fa schifo!
Come si umilia di fronte alla sua donna!
Non capisce. E' stupido.
Odio gli stupidi come lui.
Odio lui perché mi costringe ad odiare... me, quello che sono, quello che faccio.
La casa è isolata, fermiamo le vetture nel cortile.
Entriamo in casa.
Ho fretta di finire questa cosa, spero che lui capisca, presto.


-Ybanez... ora i miei amici ti condurranno a casa, ti faranno compagnia, la tua donna si fermerà qui con me, sarà mia gradita ospite fino a domani a mezzogiorno, se sarai ragionevole la riavrai...-
-Ma prima di lasciarti andare... ti voglio far vedere una cosa, voglio farti vedere cosa succederà se domani le cose non andranno nel verso giusto, tua moglie diventerà una puttana, si... una puttana di bordello, nel sudamerica, si farà tutti i peggiori bordelli, la scoperanno uomini di tutte le razze, ti dovrai augurare la morte per lei...-


Ora finalmente ha capito, ma ormai è tardi, la cosa è iniziata e deve trovare il suo giusto compimento, è la prassi.
Lei è bella, molto, la sua chioma corvina scende fluente lungo l'ovale perfetto del viso, gli occhi neri, le sopracciglia folte, il naso diritto e la bocca generosa, poi... la scollatura del suo abito mostra l'inizio di un seno florido e sodo, lo si intuisce, poi il corpo voluttuoso, le belle gambe.
Faccio un cenno ai due uomini, lo prendono e lo legano ad una sedia, gambe e polsi.
Mi avvicino a lei e lei indietreggia... fino a trovarsi schiena al muro, dalla parte opposta della stanza.
Penso...
Dai... dai... facciamo in fretta, non ne ho voglia, ti violento... ma violento anche me, cazzo... ho nausea, tra poco vomito...
Mi guarda implorante, i seni sono mossi da un respiro affannoso, le mani a lato del corpo sono a sostenerla contro il muro.
Potrei dirle di spogliarsi, farglielo fare, ma non è abbastanza forte il messaggio, devo strapparle gli abiti d'addosso, farla sentire vittima, far capire a quello stupido del marito come vanno queste cose.
Le metto le mani fra seno e vestito... e tiro.
Le sue mani cercano di impedire ma nulla può, i suoi gesti sono inutili.
Ora... è in reggiseno e slip, grigio perla, ha un corpo bellissimo, è patetica quando cerca di coprirsi con le mani, un gesto istintivo, femminile.
Le prendo la testa per i capelli, la tiro a me, le cerco la bocca, le voglio mordere forte le labbra, voglio farla sanguinare, lei alza le mani, vuole usare le unghie come artigli sul mio viso,
la fermo subito.
-Fallo... graffiami e castro il tuo uomo, gli taglio i cojones e me li mangio, come quelli dei tori, dai fallo...-.
Abbassa le mani.
La stringo, le abbasso il reggiseno sotto i seni, è bellissima, le coppe perfette sono così maggiormente in evidenza, glieli strizzo forte, tanto da lasciare i segni delle mie dita su quella carne tenera e sensibile, le stringo i capezzoli fra le dita, voglio che si lamenti.
Che pianga, lui deve sentire... deve capire.
Le cerco la vagina, voglio entrare con le dita, subito, senza alcuna preparazione... deve subire, incontro il bosco del suo pelo, ma quanto ne ha? E' pelosissima, il suo vello soffice e serico le copre l'inguine, cerco l'ingresso e spingo con le dita, è stretta, sento che inizia a farmi effetto, si... quell'effetto.
E' una vera delizia.
Non devo lasciarmi prendere, per me è un lavoro.
Sempre per i capelli la tiro a terra, levo giacca e mi apro la patta,
lo tiro fuori, lo meno, deve essere duro, deve entrare e farle male, deve urlare, piangere, lamentarsi, implorare, far capire a quello stupido del suo uomo come vanno queste cose.
Mi stendo su lei, lei si difende... chiude le cosce, le metto una mia gamba fra le sue, la costringo ad aprirle, le tengo le mani con una delle mie, le cerco e mordo la bocca, con l'altra lo prendo e cerco di infilarla, lo appoggio e spingo, con violenza, lei ancora cerca di impedirlo, muove il bacino... vuole sfuggire, ma nulla può, ora l'ho proprio in posizione, la sento aprirsi anche se controvoglia, spingo ancora e sono dentro di lei, è asciutta... ma calda... bollente, inizio a martellarle il ventre, lo spingo fino a sentire il fondo della sua vagina, mentre le cerco ancora la bocca, poi accade...
Non ci credo subito, ma me ne accorgo, la sento diventare tenera, disponibile, la bocca non mi rifiuta, morde anche lei le mie labbra, la sento bagnarsi, il suo ventre mi cerca. spinge!
cazzo...!
No... non va bene, mi rovina tutto, questa è una violenza!
Se diventa partecipe, se mostra di collaborare, di provare piacere, quello non capisce.
Va bene... facciamo in un altro modo.
Inizio a prenderla a ceffoni, forti, ripetuti sul viso, la picchio con violenza, mentre le urlo...
-Non vuoi... puttana, non vuoi? Allora ti gonfio di botte, te lo faccio accettare a forza il mio cazzo, ti rompo tutta... troia che sei...!-
Lei???
Gode...!
Si... gode...!
Per fortuna i gemiti del suo orgasmo possono essere considerati dei gemiti di dolore, i suoi movimenti di piacere passare per dei movimenti di rifiuto.
Stavolta spero che lo stupido non capisca.
Che non capisca che la sua donna è puttana, che gode dello stupro.
Lo stupido ha sposato una puttana.
Non deve capirlo altrimenti dovrò pensare a una soluzione diversa.
E non voglio.
Ma devo finire il lavoro, riesco a godere, vengo dentro di lei, mentre la sento arrendevole, la sento vogliosa.
Non era in programma, cazzo!
No... non era in programma!
Le sussurro... mentre mi alzo.


-Fagli capire che godi, che ti piace e devo uccidervi tutti e due, mi capisci? Chiudi gli occhi se mi hai capito...-



Chiude gli occhi, per fortuna lei non è stupida, a differenza di lui.
Mi tolgo da lei, mi pulisco con il suo vestito.
Ora devo finire il lavoro e il lavoro va fatto bene.
E' importante.
Faccio segno ai due di farsi avanti.
Confido in lei, nella sua volontà di continuare a vivere, infatti subisce l'ulteriore violenza mostrando tutti i segni giusti, sofferenza, umiliazione, si comporta in maniera conforme al caso, ma io so, intuisco che sta godendo, è una cosa più forte di lei, lei non si può negare al piacere.
Lo stupido sta mugolando, sembra straziato dal dolore, speriamo che capisca come vanno queste cose.
Lo spero proprio.

Poi... più tardi, lo faccio accompagnare a casa, sono certo che domani lui e il suo socio fittizio si presenteranno puntuali dal notaio.
Lego lei con del nastro adesivo da pacchi, le metto una striscia anche sulla bocca, non voglio sentirla parlare.
Mi accorgo che guardo insistentemente il suo corpo nudo.
Sento nascere il desiderio... ora, si... vorrei entrare in lei, nella sua vagina piena di sperma, mi darebbe piacere e lei parteciperebbe, sentirei le sue urla di piacere, i suoi... si, i suoi... ancora, quelli che ha tenuto dentro di se, prima.

Ma non sarebbe professionale.



IL PARADISO?

branswood:
“a-cunning-linguist-13:
“The one who reads never stops learning…
”
I can nearly hear the quiet and smell the books
”

venerdì 28 dicembre 2018

BUON NATALE!!




AHAHAH...

En su ADN está llevar siempre la contra… Mujeres!!!

INTRECCIO.

maximeballesteros:
“ © maxime ballesteros
”

SPLENDIDO!

LA STORIA DI HAMELIN.



Hamelin osserva il riflesso della luna sul mare.
Il mare non gli piace, lo teme, è uomo di terra... Hamelin.
E dal mare è venuta l'ultima delle sue sventure.
L'ultima di una lunga serie.
Hamelin è un uomo segnato, marchiato dal destino.
Si guarda le mani, sconsolato, le sue mani... le sue mani sono tutto quello che gli è rimasto dopo una vita passata a combattere.
Hamelin è un mercenario, un soldato, un capitano di ventura, sopravvissuto a mille e mille battaglie, una vita passata a distruggere, razziare, violentare, uccidere, rubare, incendiare.
Il suo viso, il suo corpo raccontano la sua vita, tanti anni e patimenti, tante cicatrici, sulla pelle e nell'anima.

Aveva un reggimento... Hamelin, dei magnifici soldati, picchieri svizzeri, rodati, esperti, rotti ad ogni astuzia, richiestissimi sul mercato della morte, 1200 uomini che quando formavano il quadrato con le lunghe picche fermate a terra dal cuneo, ah...! Era entusiasmante vedere come erano in grado di interrompere qualsiasi carica della cavalleria e la loro ferocia e il loro attaccamento al reggimento, ai compagni d’arme, a Hamelin... il loro condottiero!


Ora Hamelin è solo, il suo reggimento è stato inghiottito dal mare, affondato con le galee e i trasporti veneziani che li portavano in oriente, le navi sorprese e affondate al largo di Ragusa da una flotta immensamente superiore dei normanni.

Ora Hamelin è stanco, stanco di lottare.
Stanco di vivere...
Pensa... mentre osserva la luna, pensa all'inizio, da dove è iniziata la sua sventura.

...Hamelin era di nobile stirpe.
Era il terzogenito del Conte di Mont Vernon, la sua era stata una infanzia e una adolescenza dorata, l'addestramento alle armi, le lunghe ore passate con l'istitutore, la caccia e poi i balli, i tornei cavallereschi, i cavalli.
Era bello Hamelin.
La pratica delle armi gli avevano formato il corpo già da giovinetto, era muscoloso, agile, svelto di mano e di parola.
I capelli biondi, gli occhi celesti gli davano un'aria di innocenza, mentre innocente non era e aveva fascino.
Sapeva cantare e il canto fu la sua rovina... la loro rovina.
Il padre... il Conte, si era risposato alla morte della madre di Hamelin, aveva sposato la giovanissima figlia di un nobile suo vicino, Elsynor si chiamava la giovane donna.
Il Conte era assente spesso per i suoi incarichi feudali, i fratelli maggiori anche.
Hamelin e Elsynor erano coetanei, vivevano le stesse ore nel castello e presto si innamorarono, presto il loro amore divenne pazzia, frenesia.
Fu il canto, la sua voce intonata... la passione che metteva, gli occhi... legati a quelli di lei, il vedere il bel seno... affannato e immaginare di baciare quei frutti, di scoprirli, ammirarli, accarezzarli, questo lo faceva impazzire di desiderio e la sua voce mentre cantava lo faceva capire.
Erano soli...
E successe, diciamo che la natura volle che si compisse quello che era naturale fra i due giovani.
Un bacio, il primo... a labbra appena socchiuse, il secondo e i mille successivi.
Aveva già ucciso il suo primo uomo... Hamelin e cinghiali e orsi, ma non aveva conosciuto la donna, e vederla... conoscerla, gli fece capire cosa fosse il paradiso in terra.
Nuda... Elsynor gli si offriva, gli mostrava il suo corpo di giovanetta e già pieno di seduzione, lo guidava, guidava le sue mani e la sua bocca, lei che pur già posseduta ripetutamente dal vecchio conte... non conosceva il piacere, non aveva ancora provato l'orgasmo.
E lo provò con lui... il primo, squassante, violento, lungo, infinito, mentre lui la penetrava a fondo, ripetutamente, fra le sue gambe, che grugniva di passione e spingeva, si sentiva aprire da quel bastone di carne, si inarcava, si teneva forte alle spalle di lui.
Poi... la curiosità, lui disteso sulla schiena, lei che lo esaminava, gli occhi che guardano e le mani che toccano, accarezzano le ampie spalle muscolose, il petto, le dita scorrono lievi sui capezzoli, il ventre, le cosce e il sesso, ancora bagnato dell'amplesso, si sofferma qui... le mani lo manipolano, scoprono la cappella, la ricoprono, di nuovo tira la pelle del prepuzio sul tronco... a fondo, la pelle della cappella si tira... diventa lucida, e lei?
Lei non lo aveva mai fatto prima ma sentì il bisogno, la voglia, il desiderio di baciare quella splendida verga e lo fece, prima appoggiò la bocca e poi la aprì completamente e se la introdusse tutta dentro... e la sentiva crescere e si accorgeva che non poteva trattenerla tutta, le piaceva quella rinascita, il sentirla lievitare e con le labbra... con la bocca prese ad accarezzarla, spingere in giù il prepuzio e a rilasciarlo.
Sentiva i muscoli di lui tendersi, il suo corpo inarcarsi, sapeva per istinto cosa lui voleva ed era la medesima cosa che voleva lei, con una gamba lo scavalcò e prese quell'asta in mano, si abbassò fino ad avere la grossa cappella fra le grandi labbra e si strofinò, e... quando toccava il suo clito inturgidito un sospiro le sfuggiva dalle labbra aperte, si abbassò ancora fino ad esserne penetrata, appoggiò tutto il suo peso e si senti riempire, riempire fino al più irraggiungibile angolo della sua conchiglia, prese ad alzarsi e poi a lasciarsi ricadere, i suoi ansiti facevano eco a quelli di lui.
Prese ad accarezzarsi le belle mammelle, a stringersi i capezzoli, mentre le mani di lui sui suoi fianchi la aiutavano, su e giù e ancora... ancora, poi l'orgasmo mentre lui continuava a spingere e lei a riceverlo fino al traguardo finale... quella esplosione di piacere. Che li coinvolse entrambi.
Poi... poi... diventò frenesia, ogni attimo si cercavano, la giornata era scandita dai loro amplessi, sempre meno prudenti... sempre più a rischio.
La sera... dopo il pasto serale che avveniva con tutti i familiari nella grande sala di rappresentanza, dopo i canti e le storie raccontate ed ascoltate, lui si ritirava nella stanza che divideva con tutti i suoi fratelli, si coricava nudo sotto le pellicce nel letto comune e attendeva e se il padre era assente, appena il castello cadeva nel silenzio la raggiungeva, nudo... e lei nuda lo attendeva e nel letto del padre la possedeva fino al mattino.
Hamelin... era passionale, era senza limiti, la cercava anche con il Conte al castello e si trovavano nei sotterranei, nelle scuderie, in ogni altro posto dove potevano trovare un minimo di intimità, la spogliava in preda a frenesia, le mordeva forte i seni, le alzava l'abito e la cercava, con le dita la penetrava violentemente e la trovava pronta, pronta per essere montata, la faceva appoggiare con le mani alla parete e da dietro la prendeva, forte... senza risparmiarla e lei godeva... godeva, godeva a sentire il fiume di sperma che ogni volta la riempiva.
Ma persero ogni cognizione con la realtà tanta era la passione, persero ogni prudenza, il castello sapeva e taceva, tutti... o tanti sapevano o immaginavano, meno il marito... al solito.
Quando successe... era pomeriggio, il Conte fuori per una partita di caccia, lei... a terra, in ginocchio appoggiata sui gomiti, il bel sedere sodo offerto, lui sopra di lei a gambe larghe e leggermente flesse che la montava, il pene bagnato dal miele di lei, lucido che entrava a fondo e usciva, il rumore... quell'afrore.
E...
Si!
Il Conte li sorprese, che fosse perché lo sospettasse o per caso ma li trovò così, li vide in questo amplesso violento... selvaggio e in preda all'ira estrasse la spada che portava al fianco si avventò sui giovani.
Hamelin... riuscì a frenarne l'impeto, gli fermò il braccio e in un istinto di conservazione riuscì ad estrarre il pugnale che il padre portava alla cintura, riuscì ad affondarlo nel suo collo... recidendogli la iugulare come a un animale.

Poi... poi... la disperazione.
Il padre riverso a terra in una pozza di sangue.
La fuga... prima che i fratelli maggiori potessero scoprire l'accaduto, la corsa affannosa dei cavalli spinti al galoppo, il ricovero sicuro di Elsynor presso il convento delle Benedettine, il sentito addio... gli ultimi baci, le promesse di amore eterno.

Hamelin non vide mai più la sua Elsynor, continuò ad amarla e a sperare di poterla riavere fra le braccia, di poter tornare, ma il suo nome fu bandito dalla genealogia dei Mont Vernon, fu condannato a morte e scomunicato, chiunque poteva ucciderlo, c'era una ricompensa per la sua testa.seppellita viva, rinchiusa in un convento di clausura, dove mise alla luce un figlio, un piccolo Hamelin.

La fine della storia?
E' un inno al destino, il destino che può essere benigno e come una madre amorevole può prendersi cura dell'oggetto delle sue attenzioni.

Hamelin sbarca a Venezia e da lì prende la via per il nord, per vivere prende servizio come guardia del corpo in attesa di meglio, è un uomo possente, alto, robusto, la lunga chioma bionda striata di grigio, il viso segnato da cicatrici, gli occhi vigili... vivi, è un uomo che da affidamento.
Il suo compito?
Scortare un uomo, un giovane di 22 o 23 anni, biondo, bello e ricercatissimo dalle donne.
Una notte... Hamelin lo attende in strada, mentre lui, il giovane, è impegnato in un convegno amoroso, quando esce... un sicario all'angolo della via, probabilmente ingaggiato da un marito beffato, alza la balestra e prende la mira.
Un attimo prima che il dardo lasci l'arma l'occhio attento di Hamelin percepisce il movimento... e d'istinto protegge il giovane con il suo corpo.
La punta piramidale del dardo si conficca profondamente nel suo petto, muore all'istante Hamelin.
Non ha il tempo di sussurrare il nome di Elsynor, ma ha la sorte sublime di salvarne il figlio!


Che è anche suo figlio!

Destino!


STO SMONTANDO L'ALBERO.

DONO DI NATALE.

twitchyvag-eater:
“ ~T
”

BUON PRIMO DELL'ANNO.

giovedì 27 dicembre 2018

Dustin Bailard - artist

lilygoat:
“Dustin Bailard
”

NOTTE DELL'ULTIMO...

noisyobservationist:
“Getting in the holiday spirit 😉
”

PIZZA CON SALCICCIA.




LA STORIA DI REGINE.

La FINE.... finalmente!

-E poi? Come sei finita con Sara?-
-Beh... quella sera, dopo aver avuto quell'orgasmo mi volto e vedo il suo compagno che si era alzato. Era di fronte a noi, un omone sai? Grosso ma grosso, alto e con un bel cazzo, non tanto lungo quanto largo. La prende li', sul pavimento, mentre mi ordina di sedermi sulla bocca di Sara. Io la guardo leccarmi con fatica... osservo tutte le smorfie che fa mentre gode. Arriccia quel nasino sottile che ha e stringe gli occhi.. mi lecca con fatica a bocca spalancata per prendere aria! Ma ci credi che sono diventata gelosissima? Ma verde di gelosia! Quel porco si scopava la mia Sara... era mia ormai! Fortuna che dura poco, quello spettacolino di poco prima di noi due che ci davamo piacere aveva messo a dura prova la resistenza del suo uomo. Le viene dentro e quando si alza da terra tra le cosce ha un rigagnolo lucido che scende giù denso.
Prima di andare via raccoglie di nuovo i capelli e si riassesta un po'. Mi abbraccia e mi da un bacio.. ho avuto i brividi! Le ho sussurrato di venirmi a trovare ancora e lei mi ha risposto che le piacevo tantissimo... ero al settimo cielo!-

-Puttana che sei! Si e' innamorata di te anche lei... vero?-
-Si... dopo pochi giorni io mollo Giacomo e lei Marco... te l'avevo detto che poi mi ha detto si chiamava Marco? No? Vabbè, comunque lo molla e andiamo a vivere insieme, io e lei, sotto lo stesso tetto!!!-
-Marco? Ma si tiriamo fuori tutte le leggende di Venezia! Ora Marco Polo! E Casanova? Non ha detto nulla?-
-Giacomo dici? No... povero... se non gli e' venuto un infarto allora non gli verrà mai più! Ho raccolto tutto e sono andata a vivere da Sara. Lui, sempre tanto carino, mi ha aiutata a traslocare e a portare tutte le cose belle che mi aveva regalato! Mi ha comprato persino un'auto! Quella che tu conosci che tengo a Mestre.-
-La mini...-
-Siiii! Così potevo tornare a trovarlo tutte le volte che volevo! Che uomo Giacomo! Lui si che sapeva come trattare una donna! Regali... cene... tu invece? Quand'è che mi regali qualcosina? Tu... sei un uomo delle caverne, capisci solo fottere, fottere e fottere!
Ma ero troppo innamorata di Sara... non abbiamo fatto altro che scopare per giorni e giorni ma e' durato poco il nostro amore.-
-Ti mancava Giacomo forse?-

-Scherzi? No no, lo andavo a trovare ogni tanto... non mancavo di dargli un po' delle mie attenzioni e lui era contento ma voleva una nuova inquilina per la stanza e dopo un po ho smesso di andare da lui.
Dopo un paio di mesi Sara viene chiamata per un lavoro importante in Australia.. io mi propongo di seguirla ma non ho abbastanza soldi per vivere fuori, ho l'università qui da finire e non mi va di lasciarla. Lei invece ha da fare 18 mesi nell'altro emisfero. Sai cosa mi dice? Che non crede all'amore
-Povera Regine.. potevi tornare dal tuo Casanova, no?-
-Macché... aveva trovato una nuova ragazza, l'ho vista sai? Sono passata vicino casa sua e nel portone entrava una ragazza bruna, carina davvero! E poi era un po' che non mi facevo vedere! Che uomo, Giacomo! Pero' una visitina un giorno di questi...-


a distanza! E cosi' tronca di netto con me!-

-Porca che sei... ma ora sei di nuovo con lei... andiamo a dormire... hai visto che ora si e' fatta con i racconti delle tue porcate?-
-Perché? Non ti hanno forse eccitato? Ne ho fatte tante anche con Sara sai? Magari un giorno di questi te ne racconterò...-

APOLLONIA SAINTCLAIR. ARTIST.




HA DIMENTICATO QUALCOSA...

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mercoledì 26 dicembre 2018

Lee Hye Seung by Ahn Joo Young for Singles Korea Dec 2016

Lee Hye Seung by Ahn Joo Young for Singles Korea Dec 2016

LA STORIA DI REGINE.

Sesta parte.




-Dai... ora finisci la storia... dimmi di Sara...-
-Sara... ah... Sara! Il giorno che la conosco l'ho segnato sul calendario, ho messo il suo nome circondato da cuoricini rosa! Giacomo mi prepara sai? Adora depilarmi lui... ascelle e inguine. Dice sempre che i miei peli sono adorabili! Ci mette tutta la sua dedizione! Mi vuole sempre depilata tutta. Tu? Come preferisci la tua donna ideale?-
-Mi piace il pelo... non una foresta ma voglio la fica pelosa. Adoro sentirlo bagnato e odoroso... ma sai io sono sempre controcorrente, come fare a far capire che non e' vero che una fica depilata si lecca meglio? E' una sciocchezza!-
-Tu! Grand'uomo! dovresti mettere in pratica le tue convinzioni e rimetterti a leccarmela bene! Senza mordermi... perché mi fa male! Guarda come e' conciata! Colpa tua... aborigeno!-
-Dai continua... eri rimasta alla depilazione...-
-Ah si... preparazione da grande evento. Massaggio, parrucchiera, unghie. E poi il vestito... sai che ormai hanno le mie misure esatte nei negozi dove vado? E mi porta a casa un vero capolavoro! Un vestitino di satin grigio perla che lui dice che si intona con la mia carnagione. Vero che anche tu la pensi così?-
-Ma smettila con queste sciocchezze... e arriva al momento...-
-Stupido! Ha anche un girocollo di perle nere. Sotto il vestito non devo indossare nulla, non vuole che si veda nessun segno di intimo, mi trucca lui sai? Dimmi... troglodita... mi truccheresti tu? Ne saresti capace?-
-Se non la smetti di fare la gatta ottusa... prendo la cinghia e ti segno a sangue! Continua...-.
-Cattivo... allora il programma e' questo. Io resto in camera mia fino a quando lui non mi viene a prendere. Dice che vuole sbalordirli con la mia bellezza! Carino... no? Una donna a sentire queste cose si scioglie...-
-Se andiamo avanti cosi'... due le cose... o mi addormento... o ti strozzo e ti butto nel canale...!-
-Ecco come siete voi uomini! Appena avete scopato e siete soddisfatti... addio carinerie! Sei proprio un cafone!
Allora... li sento arrivare e sento le loro voci nel salone, ho appena appena un po' di trepidazione e sono eccitata, ho voglia di trasgressione e questa sarà comunque una serata speciale. Passano dei minuti.. e poi Giacomo viene a prendermi e mi accompagna da loro, e io vedo Sara.. non è esagerazione dire che mi infatuo istantaneamente! E' vestita... come faccio a descriverti? Si vede che e' donna... con quel seno che ha! Ma indossa qualcosa che richiama lo smoking. Una pettorina bianca inamidata, farfalla nera e una giacca nera molto sfiancata che valorizza la curva dei suoi fianchi e poi pantaloni neri e sandali alti, altissimi. I capelli raccolti indietro, insomma si intuisce che gioca a fare il maschietto e questo mi fa bagnare in una maniera incredibile! Non ha fretta sai? Io giuro... che mi sarei fatta baciare e scopare li appena vista, ma lei no! Per tutta la cena mi guarda ma non esagera con i complimenti, fa solo una cosa che ancora ora a ricordarla mi distrugge.. pensa che mi prende la mano, se la porta alla bocca e mi bacia il palmo! I suoi occhi mi dicono... "sei bella... bella! Ti voglio...". Dopo la cena gli uomini... ah dimenticavo! Anche loro in scuro, gli uomini si siedono e come sempre aspettano e mentre aspettano e bevono parlano di affari. Ma dovete proprio? Sara dice a Giacomo di mettere della musica, vuole farmi ballare. E mi stringe a se.. guancia a guancia, sento il suo respiro all'orecchio, sul collo seguita a sussurrarmi quanto le piaccio e sento le sue mani accarezzarmi. Mi causano dei brividi di attesa, di piacere, mentre scorrono lungo la mia schiena e seguono la linea dei miei fianchi. Senza essere invadenti le mani ora scendono sul mio sedere, ne seguono i contorni, ne saggiano la consistenza. Poi la sua voce che dice... "e tu mi vuoi? Vuoi essere la mia puttana, Regine?", e la mia voce ansimante che risponde... " Si.. Sara... sono la tua puttana..".
Non vedo più nulla, non concepisco più nulla... se non il desiderio di lei. Desiderio della sua bocca sulla mia, della sua lingua che giochi con la mia. E lei... pienamente consapevole dei miei desideri mi accontenta. Sento le sue labbra lievi sulle mie, esplorare e poi farsi più decise... aprirsi e diventare voluttà! Le lingue ora sono avvinte... stanno preannunciando quanto avverrà dopo, in seguito... e le sue mani iniziano ad essere decise, audaci. Vogliono farmi impazzire. Raggiungono il seno. Sente i capezzoli che sono turgidi e spingono contro il tessuto del vestito e li strizza forte... sembra che conosca i miei desideri.. che sappia sempre cosa voglio... e io voglio la sua mano fra le cosce, voglio che mi tocchi e che senta quanto sono calda, bagnata, piena di desiderio di lei.
E lei lo fa lì nella sala, sento la sua mano che si insinua sotto il vestito mentre ondeggiamo ancora nel ballo. Dapprima mi accarezza piano, le dita seguono la linea chiusa delle labbra esterne e poi poi.. sento che cerca e trova il varco che le permette di arrivare al mio clito... e... il contatto mi fa fremere e non riesco ad impedire alla mia voce di emettere un flebile ma rilevabile gemito che gli uomini attenti sentono. E.. mentre sono in fase orgasmica sento la voce del compagno di Sara dire che ora inizia lo spettacolo e questo mi piace sentirlo, voglio essere di Sara... voglio che sia lei ad avermi. Lei che ora mi alza il vestito e mi mostra.. che mostra loro come mi tocca. E io che godo... di tutto.

 
Ora sono nuda e lei vestita completamente.
Sfila una sedia da un tavolino e la posiziona al centro della sala. Con una galanteria unica mi prende per mano e mi conduce, mi invita a sedermi.

Mica come te che mi butti sul letto quando sono fortunata! Quella volta che mi hai tirato a terra per i capelli? Ho avuto un livido blu grosso, proprio sul culo per tre giorni! Neanche potevo sedermi!-
-Ma la smetti di divagare? Continua.... guarda che la cinghia è ancora nell'altra stanza che aspetta di incontrare il tuo culo..-

-Beh... lei, Sara... mi aiuta a sollevare le gambe e me le fa poggiare sui braccioli imbottiti della sedia. Sono aperta, spalancata davanti a lei! Il suo uomo, un gran porco lui... si siede e lo vedo armeggiare... si sbottona il pantalone nero e tira fuori un cazzo duro ma duro! Le fa cenno di continuare e lui inizia a menarselo.
Io? Guardo Giacomo compiaciuto. Lui e' in piedi, sai? Ogni tanto si avvicina un po' per guardarci meglio ma mai troppo, ci lascia fare. Sara è bravissima con la lingua.. sa esattamente ciò che voglio e mi fa gridare di piacere mentre, con la testa tra le mie gambe, mi lecca la fica! Sono in preda al piacere e le spingo la testa contro di me. Lei non si scompone neanche un po' anzi..! Lecca di più e infila dentro due dita! Mi causa degli orgasmi incredibili... mi innamoro di lei in quell'istante! Mi sale una voglia dal fondo dello stomaco di leccarla come fa lei con me, ma mi sento offuscata, persa nel piacere. Lei non si ferma, raccoglie tutto il miele dei miei orgasmi e dopo l'ultimo e il più forte si sposta con la bocca lucida di me e i capelli scompigliati. Mi bacia... che bacio meraviglioso! Dolce e sensuale! Sapeva della sua bocca e della mia fica! Mi infila la lingua in bocca lentamente e io gliela succhio come fosse un piccolo cazzo. Succhio tutto il sapore della mia fica fino a che non sento il profumo della sola sua bocca.

E' adesso che si spoglia, sai? Ha un seno magnifico.-


-Descrivimela bene, Regine...-
-Porco... ti interessa sapere di Sara, vero? Vuoi arraparti di lei?
Lei e'... bellissima, stupenda. Due seni grossi e tondi, con i capezzoli chiari e all'insù. Una vita sottile che si congiunge ad un bel culo e gambe lunghe ma lunghe, si spoglia nuda del tutto davanti a noi e resta solo con i suoi sandali altissimi e la farfalla al collo. E io sono persa di lei e la desidero tantissimo! Mi alzo dalla sedia e lei mi fa capire cosa vuole. Prende il mio posto ma appoggia le mani sulla seduta della sedia mostrandomi il culo, capisco cosa desidera e all'istante infilo la mia faccia in mezzo alle sue natiche.
Il suo culo ha un profumo che adoro! Leggero, poco muschiato... e' umido e la sua fica e' già grondante e inizio a leccarla. Con la lingua la percorro tutta, dal clitoride fino al buco del culo che si apre come un fiore! Ha un leggero alone scuro che prosegue fino alla fica per poi schiarirsi. Ha le labbra carnose come frutti e gliele succhio, provo a farle ciò che piacerebbe a me.
E geme! Eccome se geme! Dio che emozione ho in quel momento! Neanche immagini! La faccio godere, faccio godere una donna bellissima.. e sono sempre più eccitata e contenta di essere la sua puttana!
Libidinosa com'è, mi chiede di infilarle due dita in culo e io lo faccio. Le lecco e le spingo sul buco, lo vedo schiudersi e inizio a scoparla con quelle. Mi incita.. "più forte, puttana... sei la mia  puttana... fottimi più forte!" e io la scopo come desidera e aggiungo anche un terzo dito appena il suo buco si allarga. Ha il respiro affannoso e dopo un po' grida il suo orgasmo.. avresti dovuto sentirla! Godeva con il culo e gridava, si muoveva tutta!-

-Che porca che sei, Regine! Lo vorresti anche tu un paio di dita nel culo adesso, vero?-
-Ma poi l'ho goduto anch'io l'orgasmo anale con lei...-
-Ti sei fatta inculare da Sara?-.

-Si! E ho avuto un orgasmo forte... ma davvero davvero! Mi ha fatta mettere a pecora a terra dicendomi che avrebbe ricambiato le mie attenzioni. Appena poggio ginocchia e mani sul pavimento mi dice che sono una bella cagnetta, e' una gran troia... Sara, ma anche molto carina con me. Mi accarezza il culo e mi dice che sono bellissima. Dopo un po' si lecca anche lei le dita e inizia a violarmi il buchetto. Quando mi volto, Giacomo ha tirato fuori anche lui il cazzo e se lo mena come l'uomo di Sara. Hanno tutti e due le verghe dure, le coprono e scoprono entrambi mentre ci guardano ma non si avvicinano, ci fanno giocare.
Sara mi gratta nel buco con le sue dita sottili, poi la sento pizzicarmi anche il clitoride.. mi dice di avvertirla quando sto per venire che vuole avere la bocca sotto la mia fica per bere il mio orgasmo. Io resisto un po'... sono piena di brividi lungo la pelle e mi sento sciogliere tutta! Quando inizia ad arrivare l'orgasmo la avverto, grido che sto venendo e lei.. tenendo le dita nel mio culo si cala in fretta tra le mie cosce e incolla la bocca alla mia fica come una ventosa!
Arriva un orgasmo... il più forte che io abbia mai avuto!!!"

-Esagerata!-
- Ecco la vanità maschile!! No no! Neanche tu mi hai mai fatto avere un orgasmo cosi' forte!-
-Vuoi scommettere, Regine? Vuoi provare? Fammi toccare il tuo bel buco... e' tutto bagnato, umido... ti sei eccitata a ricordare raccontandomi, vero? Ferma che ti metto il cazzo dentro e vediamo se non godi.. così... brava... grida...!-

OROLOGIO

MOVIMIENTO 19.

fuhked:
““Frank Ocean - Nikes
” ”

LA FIABA DELL'UOMO DEL FARO E DELLA SIRENA.




Il suo compito era semplice, accendere all'ora stabilita la lampada Argan ad olio combustibile del faro, curare che il serbatoio fosse sempre pieno, pulire il grande specchio parabolico.
Un paio di visite di controllo durante la notte e la mattina, a giorno fatto, spegnere.

Il resto della giornata poteva utilizzarla come voleva.
Il problema di quell'incarico era la solitudine poiché si chiedeva di restarci almeno un anno intero.
Solo lui aveva accettato di farlo.

Una volta al mese, una motolancia, quando il tempo lo permetteva, gli portava i rifornimenti. Olio per la lampada, farina, carne secca, scatolame, burro salato, della verdura e frutta fresca, limoni per evitargli l'avitaminosi che poteva sfociare nello scorbuto. Tabacco. L'acqua dolce veniva pompata nel grande serbatoio dalla bettolina della motolancia, oltre a quella piovana, che vi confluiva naturalmente.

Altra cosa fresca era il pesce, il posto era più uno scoglio che un'isola, proprio una virgola di terra e roccia, senza vegetazione, battuta di continuo dal vento e dai marosi.

Durante la cova delle sterne, c'era la possibilità di raccogliere uova, ma il sapore era così nauseante che ci aveva rinunciato con ribrezzo.

Aveva una minuscola scialuppa e quando il tempo era magnanimo, poteva portarsi appena al largo e sistemare una rete per il pesce, che poi metteva vivo in una vasca ricavata fra gli scogli.

Per tutto il tempo libero che rimaneva, pensava.
La sua mente si fermava su un particolare della sua vita, ci tornava, lo riviveva, si tormentava.

Alla fine, scegliere di vivere un anno su quello scoglio, era il suo auto condannarsi ad una specie di carcere all'aperto.

Voleva aver modo di espiare. Non aveva intenzione di tornare a vivere.

Ogni giorno faceva il giro dell'isolotto, fra i tratti di sabbia e ciottoli, scogli, rocce, raccoglieva la legna portata dal mare e l'usava per cucinare e riscaldarsi. Legna di varia origine, con storia, proveniente anche da naufragi, di posti lontani.

Si fermava e guardava il succedersi delle onde.
Quel movimento continuo. Incessante.

Ammortizzava così le proprie sensazioni. A volte ci restava per l'intera giornata, perso nel rumore della risacca.

Di indumenti aveva ben poco, dei pantaloni, grossi maglioni d'inverno e camicie d'estate, un giaccone blu da marinaio, cerata per la pioggia, stivali. Un berretto.

Quel giorno doveva recuperare la rete messa la sera prima. Il pesce di passaggio, in quel periodo grossi cefali migranti, era sempre numeroso perché attirato, nella notte, dalla luce del faro.

Arrivato ai galleggianti che sostenevano la rete, li vide particolarmente appesantiti e tirando la corda di sostegno, la trovò molto resistente.

C'era pesce? Così tanto pesce?
No, non era quello che appesantiva.

Era una donna. Una donna nuda! Bellissima!

La tirò a se, sperando di trovarla ancora in vita. La sollevò in barca con angoscia.
Come era possibile? Una donna?

Poi si accorse dei piedi palmati, della mani palmate.
Era una Sirena! La creatura fantastica del mare!

Non aveva la pinna caudale come veniva raffigurata nelle leggende, le gambe erano libere, bellissime e flessuose, solo i piedi aveva diversi, era una vera Sirena!

Sentì un battito auscultandole il cuore e subito la rimise nell'acqua, nel suo ambiente naturale, immaginando che non potesse resistere molto fuori e la trascinò a riva, usando la rete.

La mise nella vasca del pesce vivo e attese, pregò che non fosse anche lei una vittima della fatalità.

Attese, vedeva la sua bocca muoversi come se ispirasse, aveva lo stesso sistema respiratorio dei delfini? Aveva dei polmoni? O aveva le branchie? Doveva respirare? Se non era rimasta troppo tempo senza aria poteva salvarsi.

Lo sperò.
Lo sperò con tutto se stesso!
Se respirava c'era ancora una possibilità.

Accese un fuoco per passare lì la notte. Aspettando e guardandola.

Non era la Sirena immaginata dai libri di favole. Non c'erano i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle, invece i capelli scuri erano tenuti corti, sicuramente più pratici nella vita sottomarina.

Perché immaginava che i suoi occhi fossero neri? Certo dovevano essere neri! Poi guardava il corpo, snello, il seno sostenuto, le piccole areole, i capezzoli, il ventre, il pube.
Era bella.

Continuava ad alimentare il fuoco e il leggero vento faceva danzare le fiamme, il legno crepitava e si consumava in mille faville che volavano nell'aria.

Era una splendida notte senza luna. Le stelle spiccavano come una coperta fatta da diamanti.

Mai aveva vissuto un attimo più partecipativo, voleva che lei vivesse! Era disposto a qualunque cosa! Anche a cederle la sua di vita!

Quando notò un leggero movimento del suo corpo, si precipitò nell'acqua, noncurante di essere vestito, le sorresse la bella testa, con la mano sotto la nuca.

Lei respirava.
Lui la sorreggeva e lei respirava, poi la lasciava immergere brevemente.

-Ti prego... vivi! Ti prego... vivi!-

Passò la notte assistendola così e alle prime luci dell'aurora, lei, riprese vita.

Aprì gli occhi e lui ebbe conferma che fossero neri, un nero splendente.

Poi parlò e lui capì quanto diceva.

-Ah... l'uomo del faro!-

-Si.-

-Ricordo che mi sono impigliata nella tua rete.-

-Si, ti ho trovata appena in tempo-

-Mi hai salvato...

-Si.-

-Vengo spesso a guardarti quando sei seduto in riva al mare, ma non mi mai hai vista.-

-Se ti avessi vista non l'avrei scordato, mai! Sei bellissima, l'essere più bello del creato.-

-Mi ha colpito la tua infelicità, ho capito il tuo intendimento.-

-Intendimento?-

-Tu non tornerai alla vita, vero?-

Lui non capì come potesse leggergli dentro, poi l'accettò.
Gli sembrò naturale.

-Spogliati...-

-Si.-

-Voglio far l'amore con te...-

-Si.-

-L'ho desiderato guardandoti, tutte le volte che sono stata qui.-

Lui si spogliò velocemente e l'abbracciò, la sua pelle era diversa da ogni altra, liscia come seta, serica, la baciò.

Ogni cosa diventò magia.

Si immergevano lungamente avvinti, poi riemergevano e tornavano a respirare.

Sentiva i capezzoli puntuti contro il petto, sentiva le gambe avvinghiate al suo corpo, sentiva il calore nel penetrarla, sentiva come e quanto lei rispondesse al suo ardore.

Le bocche unite in un bacio infinito, le lingue coinvolte in un lungo gioco.

Poi il piacere!
I gemiti di lei, il ruggito di lui.
E tornare a respirare.

-Cosa è successo? Come è stato possibile?-

-Abbiamo fatto l'amore...-

-Ma come ho fatto? A stare immerso per questo tempo?-

-Ti ho insegnato.-

-Non capisco...-

-Conosci la storia di Atlantide?-

-Il mondo sommerso?-

-Si, non è una leggenda-

-Dimmi... spiegami-

-Sono venuta a prenderti, se vorrai-

-A prendermi? Per portarmi dove?-

-Nel mio mondo...-

-Atlantide?-

-Si...-

-Ma stare sommerso, non respirare, non sarà possibile per me.-

-Tutto è possibile, basta volerlo-

-Non posso, se lascio il faro possono morire delle persone, morirebbero per causa mia.-

-Ti stai castigando oltre ogni colpa. So cosa pensi, l'ho letto nella tua mente, quando stavi in riva al mare, finito l'anno... sparirai. Non ti troveranno.-

-E' vero.-

-Basta volerlo. Lascia il faro acceso, per il tempo che rimane fino al rifornimento, noi torneremo a controllare, a riempire il serbatoio, poi dal rifornimento successivo, non avrai più nessuna responsabilità.-

-Come farò? A nuotare? A vivere sott'acqua...-

-Ti insegnerò.-

-E staremo insieme, io e te?-

-Si...-

-Sempre?-

-Si, sempre, nel nostro mondo è per sempre...-

-Dimmi ancora...-

-Ti evolverai, ti cresceranno la mani palmate, i piedi cambieranno forma, da subito potrai vivere sott'acqua senza difficoltà, io starò con te. Starò con te ogni momento. Non temere, non temere...-

-Sei la cosa più bella che ho mai visto, che mai ho avuto-

-Puoi avermi... tua. Per sempre. Basta che lo desideri.-

-Dimmi il tuo nome... dimmelo-

-Mi chiamo Aglàe la Splendida, la tua Aglàe.-

-E io...? Chi sarò?-

-Tu sarai Seirà, l'Incantatore.

-Tu sei mia... Aglàe.-

-Io sono tua, per sempre, Seirà. Abbracciami, portami nel nostro mare e facciamo di nuovo l'amore, ma nel mare, nel nostro mare, nel nostro mondo...-

Qualche tempo dopo, i marinai della lancia trovarono solo dei vestiti abbandonati sugli scogli.

Null'altro dell'Uomo del faro.

^^^^^^^^^^^^^^^^

Qualcuno amò qualcuno?
Accadde tutto oppure nulla
là oppure non là.

Qualcuno invocò qualcosa.
Nessuno nulla.

(Alcuni versi della poesia di Atlantide di Wisława Szymborska)
^^^^^^^^^^^^^^^^^

Un augurio a tutti. Male non può fare.
A tutte le Sirene, a chi le aspetta, al fortunato che già ne ha una.

PIEDI.

whitetrashjetsetter:
“escroto-esquizofrenico:
“Khe
”
ain’t no party like the trailer park party ~ WTJS©
”

SE LO SAI DARE...

......
E' COME AVERE UN DIAMANTE...


martedì 25 dicembre 2018

INTIMO

LATEX LUCY

lustrous-latex:
“ Latex Lucy
”

L'IMPORTANTE...





CHE SIA CHAMPAGNE DI GRAN MARCA,
BAPTISTE...
ALTRIMENTI NON RIESCO A GODERE!

LA STORIA DI REGINE.

Quinta parte.




-Dammi il tuo Handy... che le telefono, l'avviso che non rientro stanotte, anche se... con te non vedo un granché di esaltante... ah... non ci sono più gli uomini di una volta...-.

Le telefona, come al solito passa una vita per dire due parole o fanno tutte così? Probabile... che non concepiscono e conoscono cosa sia la sintesi, donne...!
Le dico di salutarmela e lei ricomincia e le fa un breve riassunto della giornata, le chiede se vuole venire, raggiungerci, Sara dice che non può.
Peccato!
Poi chiude e riattacca con il suo racconto...

-Ora la nostra relazione fila a meraviglia, ogni tanto viene Antonio a ravvivare l'ambiente e riesce a soddisfare ambedue, a volte mi prendono assieme, facendomi godere in modo strepitoso. 

Conosci... vero? Maiale...! Chissà quante volte l'hai fatto... brutto porco...! -

Lei... Regine... continua.

-Che esaltazione! Lui Antonio... sotto... io che m'impalo e mi apro le chiappe con le mani e Giacomo dietro a prendermi nel culo.. viene e si mette il dildo... uhm... due cazzi enormi che mi aprono... che mi sfrugolano dentro... che si strofinano... uno nella fica e l'altro nel culo... uhm...

...Toccami dai... fammi godere ancora... fallo piano e non mi leccare più'! Basta mordermi... guarda come mi hai conciata... porco che sei!
Un momento che ricordo? Io e Giacomo... fianco a fianco in ginocchio sul bordo di un divano... uhm... e lui Antonio... in piedi dietro di noi, io che lo guardo voltando il capo mentre si sta menando il grosso cazzo. 

E poi ci prende a turno... nel culo... prima me e poi lui... io che mi tocco... e poi ancora me... e lui.. e me... e lui... e me... e lui...

Una sera sul tavolo... altro pacchetto, un filo di platino e un brillante a goccia, semplice ma vedi subito che non e' cosa da poco, il diamante e' simile a quello dell'anello.

Ah... che uomo! Quello si che trattava da regina la propria donna, non come te... che sei un maschio egoista e bastardo! Quando mi regali qualcosa del genere?

Capisco che desidera qualcosa di speciale.

Vuole che faccia sesso con una donna, con lui presente.
L'idea mi attira... altroché! E' una delle cose che mi attizzano di più... io e una donna... uhm... e degli uomini che guardano, che si eccitano, che sbavano ammirandoci.

Mi piace esibirmi... mostrarmi, fare ancora di più la puttana e mi piace leccare la fica di una donna... sentire il suo afrore e il suo sapore sulla labbra, sul viso.
Faccio la difficile solo per sfizio, per tormentarlo un po', sai quanto voi uomini godete a convincere una donna.. che già è convinta per conto suo...
Il sabato successivo trovo a cena Sara e Alfredo.


Ah ah... aspetta... aspetta...!

Questa te la devo raccontare! Sai che l'ho mandato all'ospedale? Una cosa...! Sai... proprio con il motoscafo della croce azzurra e le sirene...?.-
-Un infarto...? Con tutto quello scopare...-
-Maccheè... una cosa da raccontare, ma davvero davvero...-.


-Succede una notte... guarda... io credo che lui deve aver provato chissà che diavoleria ma in quella occasione è un vero toro, un cazzo duro ma duro.. e scopa da dio. Non viene neanche... continua a fottermi per ore, mi fotte la bocca fino a farmi male, fa come fai tu... porcone... mi stende sul letto con la testa fuori dall'orlo e mi scopa la bocca tenendomi forte per la testa! Insomma... e' una delle poche volte che gli chiedo tregua... lo già sono venuta una infinità di volte!
Niente... non me lo concede.
Dice che vuole godermi... che vuole ogni mio buco. Me lo mette fra le tette e io gliele stringo contro, persino le ascelle mi fotte! Le ascelle... l'incavo del gomito... mi scopa la gamba facendomi chiudere sul suo cazzo l'incavo dietro il ginocchio. Incredibile!


E poi? Inizia ad urlare! Dal dolore.!!
Ha il cazzo paonazzo, come tumefatto e... grosso!! Grosso! Grossissimo! E neanche si può più toccare! Ora che e' cosi' grosso lo volevo provare... ma no! Neanche toccarlo!
Aspettiamo un po'... ma le cose non migliorano e ci decidiamo di chiamare il soccorso medico! Neanche vestirsi può da tanto che il suo arnese e' sensibile!

-Che cazzo ridi... imbecille!!!!! Sapessi che figura di merda che ho fatto con gli infermieri e poi al pronto soccorso!-

-Rido perché mi immagino che comunque la cosa ti sia piaciuta... tu... sentirti puttana fra tutti quegli uomini incuriositi!-
-E vero... stronzo che sei! Già gli infermieri del motoscafo che ridacchiano, poi dopo la visita li ho tutti intorno, sembrano mosche sopra un barattolo di miele!

-Comunque, gli fanno una iniezione di miorilassante e lui sta meglio quasi subito. Il dottorino mi dice che e' un attacco di priapismo e mi chiede cosa e' successo.
Stavamo scopando dico... in un attimo l'ufficio si riempie di uomini: dottori, infermieri e portantini che pendono dalle mie labbra... si... porco che sei... hai ragione! La cosa mi eccita e tengo banco. Veramente sono anche vestita poco... e sotto l'abitino che indosso si intuisce che non ho altro. Giusto per far si che si godano il momento... apro un pochino le cosce... ah-ah... dovresti vedere! Tutti a far cadere qualcosa a terra giusto per potersi chinare e sbirciare!
Infine l'atto conclusivo. Il dottorino, un ragazzo carino, alto e bruno con gli occhiali alla Clark Kent, manda tutti fuori. Dice che deve chiedermi una cosa delicata.
Mi chiede se lui... ma si... Giacomo ha assunto qualche droga. Non mi risulta dico, lui dice che per dovere dovrebbe fare delle analisi. E nel caso positivo... dovrebbe informare il posto di polizia dell'ospedale. Ma vuole evitare... Giacomo e' una persona importante.
Ma perché lo dice a me?
Ah.. capito! Lentamente alzo il vestitino sulle cosce... va bene cosi'? E' questo che vuoi? Vuoi fottermi... dottorino? Mi va bene! Poi prendo il mio Giacomo e me lo porto a casa.
Non sembrava così porco il simil Clark Kent, invece si dimostra un gran libidinoso. Prima devo prenderglielo in bocca e lui me lo spinge fino in gola e poi mi scopa con me appoggiata al carrello dei farmaci, i colpi scuotono tutte le bottiglie e boccette varie e alla fine spinge tanto che ci fermiamo contro una parete. Neanche si mette un preservativo il porco! Mi viene dentro... per fortuna che non vuole il culo che e' dolorante da questa nottata infinita!
Giacomo sta meglio. Torniamo a casa... non gli dico del dottorino Clark Kent.


Capito il mio spirito di sacrificio? Mi sono fatta scopare per salvarlo! Non ammiri il mio spirito di dedizione assoluto?

Lo farei ANCHE PER TE...-

-Ma smettila! Ti è piaciuto...! Non credo neanche una parola che sia stato il dottorino a pretendere la scopata! Mi viene invece da pensare che te lo sei scopato Tu! Ah ah... ti adoro.. puttana quanto sei!-
-Porco.. ma devi sempre leggermi dentro?-



-Comunque... continuo? Ti voglio raccontare della prima volta con Sara... poi dormiamo?-

-Regine... ho voglia di caffè ma presumo che chiederti di farlo sia molto al di sopra delle tue possibilità, vado io...-
-Bravo! Pensi bene...!-

SULLE SCALE.

INTERSCAMBIABILITÀ'.

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lunedì 24 dicembre 2018

LO SPETTACOLO.

QUESTO RACCONTO NON E' MIO. LO SCRIVE UNA AUTRICE CHE A ME PIACE MOLTO.
LUCEDIRIVAOMBROSA
CHE RINGRAZIO PER IL PERMESSO
DI PUBBLICARLO.





La solita giornata quella di Linda.
Sì, di quelle noiose. Trascorsa tra le incombenze di lavoro, e il resto della vita, incolore.
Con quella fretta, cadenzata, ed irritante.
Di sottofondo la voglia di distendersi ad ogni passo, ad ogni gesto, stendere le fibre, adagiarsi lenta sui suoi pensieri, osceni, in attesa di una scossa per darsi da fare.
Di recente, nel palazzo al lato opposto della via, c’è vita nell’appartamento all’altezza del suo.
Sfitto da anni, il movimento della ristrutturazione aveva attirato da un po’ la sua attenzione.
Operai, mobilieri, un formicolare di gente varia. Tutta da studiare, da immaginare nelle situazioni più svariate. E non per forza lecite, parliamoci chiaro.
Da alcune settimane ci abita un tizio, da solo.
La tipologia degli orari, e certe assenze di giorni, suggeriscono occupi una posizione di management per una multinazionale, o qualcosa di simile.
Non da meno l’abbigliamento. Nelle rare circostanze in cui si sono incrociati, si è presa il tempo per osservarlo.
Abito per lo più scuro, camicia bianca o celeste, cravatta sempre perfettamente abbinata.
A suo dire un piacente 40enne in carriera, che non vive di solo lavoro. O meglio, che allieta il lavoro con intermezzi di puro piacere.

Tra le stanze che guardano sul suo lato, anche la camera da letto.
Una prospettiva troppo invitante, per lo spirito di osservazione di una donna.

Ha la mente in fibrillazione, Linda.

Ecco – pensa – questa sarebbe la sera giusta, capitasse l’occasione la coglierei al volo.
Ho voglia di spiarlo, a sua insaputa. L’idea mi eccita da morire.
Ricordate? Parlavo di una scossa, di adrenalina in circolo.
Lui potrebbe darmene, e parecchia.

Aspetto le luci accendersi.
A forza di osservarlo, potrei quasi penetrarlo, coglierne i pensieri più nascosti.
Una sorta di invasione senza violenza, la mia, ma in fondo che male ci sarebbe?
Quest’idea mi da una sensazione dolce ed intensa al tempo stesso.
Lo guardo ed immagino la sua vita, il suo corpo nudo, il suo modo di scopare.
Che tipo di donne ama, come le fa godere?

Forse i miei pensieri si stanno facendo sconci e rumorosi.
Cazzo, mi accorgo di essere stata notata.

Lo vedo venire, a camicia slacciata, verso la finestra e fermarsi, “davanti a me”.
La mia tenda è tirata, ma la sagoma è chiara.
È immobile, fissa la finestra.
Sento il desiderio di farmi vedere.
O sono io che ho le visioni o ammicca qualcosa su quel viso.

Vada, allora, rischiamo.
Slaccio lentamente i bottoni del vestito e apro la tenda.
Sento gli occhi puntati sul seno, mi seguono nel movimento di scivolare in ginocchio e posare la bocca all'altezza del sesso, dall'altra parte della via.
Le labbra contro il vetro, io che disegno spirali con la lingua, negli occhi l’immagine del suo cazzo che spinge contro la patta dei pantaloni per essere libero.

Cazzo – esclamo tra me – è duro, è già duro.

Per un attimo chiudo gli occhi, sono talmente eccitata che ho il respiro corto.
Lo divoro con lo sguardo, senza poterlo distogliere.
Appoggia la punta sulla finestra, lo fa scivolare sul freddo del vetro, e comincia a segarlo.

Devo far qualcosa, fremo.
E voglio una sua reazione forte.
Mi alzo, sfilo il vestito e gli slip e comincio a muovermi lenta, dondolando i fianchi perché
possa saziarsi della mia figura, nuda, intera.
Schiaccio il seno contro il vetro, lo accarezzo.
Gli piace quel che vede, prende il cazzo in mano e riprende a toccarsi.

Occhi negli occhi.

Ha uno sguardo che (mi) fotte a distanza.
La scia di umori lungo le cosce mi è testimone.
La poltrona davanti alla finestra … un lampo nella mente.

Mi siedo a gambe aperte sui braccioli e comincio a masturbarmi, per lui;
le dita entrano ed escono, come coltello nel burro, e succhio gli umori con foga, deve cedere. Mentre godo.
Dio se mi piace, sono ad un passo dal venire.
Ha aumentato il ritmo – gode penso.

Le reni arcuarsi, sollevarsi dalla poltrona, i gemiti gonfiarsi fino ad esplodere in un urlo di liberazione, immaginatemi così, persa di piacere ma consapevole del fatto che lui mi guarda con bramosia.

Ed è al limite, sta per scoppiare.

Ha il volto teso, mentre il getto di sperma riga il vetro. Cola, piano, come il piacere che si placa, a palle vuote.
Mi lancia un’ultima occhiata, poi lascia la stanza.
Maledizione, dove va? – mi spiazza questa “fuga”.
Bastardo, così sa che il pensiero non mi abbandona. Mi pulserà in testa ancora, per ore.
Provo a dormire, godere così mi ha sfinita, ma mi sveglio presto.

Mi sollevo seduta sul letto, il primo impulso è quello di guardare la finestra.
Ho voglia di lui, di godere ancora.
Nell’attimo in cui penso, la luce si accende.
Oh sì, questo sincronismo alimenta il desiderio, mi sento di nuovo bagnata.
Accendo anche io la luce, che veda che ci sono.

La sua sagoma che si muove, e subito un’altra. Di donna.

Cazzo, non è solo.
No, si è portato una per scopare.

Mi disturba l’idea.

Lei è alta, formosa, abbigliata “un po’ da puttana”…

Mi disturba l’idea.

Però, son sincera, potrei goderne ugualmente.
Ne voglio godere ugualmente.

Occhi negli occhi.

La tenda non è tirata.
Intuisco che vuol ricambiare e dar(mi) spettacolo.

La donna si appoggia alla finestra, mentre lui comincia a pomparla da dietro.
Si distinguono i gemiti. La bocca di lei è socchiusa e sbatte ritmicamente sul vetro
Il ritmo dei colpi aumenta, la sua bocca si apre.
Gode, la fortunata.
Inarca la schiena, i capelli le coprono a malapena i senti grossi e sodi.
I capezzoli son premuti al vetro, così grandi che riesco a vederli.
Ogni tanto chiude gli occhi, mentre la sbatte con tutti i crismi.
Ora mi guarda, le afferra i seni, le strizza i capezzoli; la immagino urlare, mentre le afferra i capelli e la tira a sè.
Le dice qualcosa, non riesco a decifrarlo leggendo il labiale, è troppa la distanza.
Lei si gira. Glielo prende in bocca, cazzo!
Muove il capo con ritmo la donna, lo prende fino in gola.
Ci sa fare, si vede. Entra ed esce dalla bocca, tutto, fino alle palle, alternando lunghe leccate.
Lui ha entrambe le mani sulla testa, la spinge con forza sul cazzo, evidentemente non gli basta quanto in fondo lei lo stia ingoiando.
O sta per schizzare, probabile.
D’impulso mi avvicino alla finestra, poggio la bocca avida all’altezza del cazzo, fra i palmi aperti delle mani, e simulo anche io di succhiare….succhiare e ancora succhiare.
Sono fradicia tra le cosce. Se non viene alla svelta, avrò il secondo orgasmo …ma lo voglio in contemporanea. So che lui vuole farmi godere e sapermi li in adorazione lo sta facendo impazzire.
Elettrica di piacere. Scossa, dentro e fuori.
Inarca la schiena, spalanca la bocca, ecco sta per godere. Con me.
Sento la figa pulsarmi impazzita, mentre lui si stacca dalla donna e sborra sul vetro.
Lecco la finestra, il suo orgasmo è per me.

Che spettacolo, questo spettacolo.

Nu Muses by David Bellemere

Keilani Asmus
Nu Muses by David Bellemere

SENZA PAROLE.

PER DARE PEPE AL MOMENTO...






LA STORIA DI REGINE.

Quarta parte.



-Vuoi uscire Regine? Ti porto in un bel locale, risotto al nero di seppia, un rombo ai ferri, una bottiglia di Riesling...-
-Non ho voglia di uscire dal letto… fa freddo! C'è la nebbia e l'acqua alta, dai ordina due pizze. La mia… capricciosa… e chissà' che il ragazzo non mi intrighi, ah ah…-

Riprende il racconto…

-Il sedere mi duole dalla violenta penetrazione del dildo, lui e' molto premuroso... me lo bacia a lungo... mi fa un mucchio di carinerie...-

Si ferma di nuovo... mentre mi abbraccia.
-Non come te... Bastard, Schwein... che mi tratti come una vacca da monta... mi fa male il culo... me l'hai rotto!-.

Riprende... ancora.

-Poi... sdraiati sul letto mi chiede com'è stato... se ho sentito male, quanto piacere ho provato.
No, rispondo, non e' eccessivamente doloroso ed e' molto piacevole, pero' mentre mi facevi con il tuo cazzo era molto meglio...-

Poi... la sua richiesta che mi lascia di sasso.


-Senti... vorrei provare anch'io a prenderlo... vuoi farlo...?-.
Uhm... vuole che lo prenda dietro con il dildo, quanto m'intriga possedere un maschio nel culo... non lo ho mai provato...
Dopo il clistere, prendo a leccargli le palle, il cazzo moscio e anche il suo culo, e' peloso e ha un sapore aspro ma eccitante.
Lo lubrifico per bene con la vaselina, lui e' disteso sul letto con dei cuscini sotto il ventre, mi cingo il dildo, gli apro le natiche e gli punto il dildo proprio nel buco... Lo lavoro per qualche momento, quando riesco a penetrarlo con la punta, spingo in profondità!
Lui ha preso a mugolare, dal dolore e anche dal piacere, quando tutta l'asta e' introdotta... prendo a montarlo con forza. Lo tengo per le anche e lo penetro con tutto il dildo. Godo della mia posizione di dominatrice di un maschio. Immagino dai suoi gemiti che sta raggiungendo l'orgasmo, un orgasmo lungo e consistente... ha il cazzo durissimo e si sborra sul ventre, levo il grosso palo che lo apre in due, e vedo che ha un consistente residuo d'erezione anche dopo l'eiaculazione, lo prendo dolcemente in bocca, leccandolo per un po'...
Dopo distesi mi dice che ha goduto molto, di più' che scopando normalmente, al che mi viene naturale dirgli che con un cazzo vero, bello duro e sufficientemente grosso, il godimento e' moltiplicato, ciò evidentemente gli dà... da pensare.
Difatti, in tutti gli incontri successivi, dopo avermi penetrato prima con il cazzo e poi con il dildo nel culo, mi riempie di domande, con quale ho goduto di più e via di seguito e probabilmente ciò gli da spunto per migliorare la nostra situazione...-

-Suonano... sarà il ragazzo delle pizze...-.
-Vado io... dove hai i soldi...?-.


Si alza dal letto e nuda va alla porta e apre cosi' sistemata e gode della faccia stravolta del ragazzo.


-Ciao carino... quanto e'...? Ecco... tieni il resto. Uhm... ti darei anche un altro tipo di mancia... mi capisci, si? Non vorresti un pompino? Una sveltina? Ma non sono sola... sono con un uomo... torna quando puoi... d'accordo?-.


Porta sul letto le pizze.
-Tu sei una pazza... Regine...-
Ride...
-La mancia gliela dai tu quando torna, mi raccomando...!-.

-Devo andare a far pipi'... con quella bottiglia di spumante che mi hai fatto bere...-.
-Spumante...? Piccola unna... sei proprio una discendente da quella razza di barbari! Cartizze... ti sei scolata una bottiglia di Cartizze... un nettare... dai vengo anch'io...-.
-Vieni.... andiamo assieme... io sarò' una unna ma tu sei un Walsch... sai cose e' un Walsch? No...? Meglio cosi'...-.
-Aspetta a farla... Regine... uhm... dai ti voglio vedere... dai... monta con i piedi sul wc..

 su accucciati... cosi'... fammela vedere... mi piace vederla... uscire... sprizzare fuori... uhm... sentire il suo scroscio... che voglia di berti...-.
-E fallo... porco... mettimi la mano sotto mentre piscio e bevimi... devo riconoscere che sei il più porco di tutti quelli che ho conosciuto!-


Poi sul letto...
-Che hai intenzione di fare...? Io mi annoio, a questo punto se sei senza risorse potremo farci una partitina a carte, che ne so... ci facciamo un ramino? Ah... se ci fosse Antonio...-.
-Senza risorse? O sei tu che sei una puttana scatenata e senza limiti...? cazzo! Tre volte... in poche ore... e chi e' sto' Antonio? Dai..- vieni qui e raccontami..-.

-Ora le sue prestazioni, di Giacomo... sono notevolmente migliorate, non è  più il corridore di un tempo, riesce a farmi raggiungere, sempre o quasi, l'orgasmo, insomma e' soddisfacente, merito del Viagra? Probabile!
Gli piace una cosa... si... piace a tutti voi uomini maiali, mi fa sedere sulla sua faccia, devo

strofinargliela lì proprio forte, devo farlo soffocare, devo mettergliela sulla bocca e spingere forte, fargli mancare il fiato... e una volta vado in trance, ma davvero davvero... e forse esagero e lui mi si sta proprio soffocando... che paura! Ma ha goduto come un pazzo! Dice... che ha visto i lampi di luce, come se fosse in agonia... mezzo morto.

Poi una sera, a cena, avviene un cambiamento sostanziale.
C'e' un ospite, Antonio, bello e bruno, un vero splendore. Succede che lui... il mio amico, Giacomo, vuole provare la cosa dal vivo, cioè veramente... insomma vuole un cazzo vero e lo ha ingaggiato per l'occorrenza. Si, Antonio e' un mercenario, un prostituto, va con uomini e donne per soldi ed e' un buon scopatore, con lui provo degli orgasmi stratosferici, multipli e continui.
Uhm... ho ancora i brividi a pensarci! E come e' fornito.. uhm.. un.. vero toro! Uno scroto grosso e pesante, il cazzo lungo ma davvero davvero e grosso, la prima sera... non finiamo la cena, quello si che era instancabile! Non come te... che dopo tre volte sei kaputt! Beh... fra loro due... uhm... che voglia mi viene! Riescono a soddisfarmi... eccome!


-Basta... basta... dai... Regine... vieni qui...-


Ormai e' molto tardi quando la lascio, ansimo come un mantice...sono proprio sfinito, lei sembra fresca come una rosa... no... ha la fica che è gonfia e rossa. 

Gonfia da far impressione.

sabato 22 dicembre 2018

GENOCIDIO.

vox:
“ 16 maps that Americans don’t like to talk about Above, the theft of Native American lands in one gif.
”

ORIGINE DEL MONDO.





Anche notizie di cronaca, perché no?

Un'artista di nome Deborah de Robertis, per provocazione, ha posato nuda davanti al celebre quadro di Coubert, l'Origine du Monde. 
La polizia parigina ha interrotto la sua esibizione.

Per la prima volta mi trovo d'accordo su una censura,
la differenza di sensualità fra la giovane artista e
il capolavoro esposto era talmente stridente... da rendere la cosa insopportabile.

E' esposto al Museo D'Orsay.