Inutile
dirlo ma il vero veneziano è signore dentro.
Così
era mio cugino L. che portava anche un cognome illustre che aveva
contraddistinto parecchi Doge della Serenissima. Poco importava se
gestiva solo un baretto, l'unico per sua fortuna, al mercato generale
della frutta e verdura che apriva alle due di notte e chiudeva alle
dieci di ogni mattina, lui si sentiva Signore e gli riusciva facile
con la barca di soldi che faceva con un buco di locale con due
tavolini, vendendo una infinità di ombre di vino, grappini, cognac,
panini e un brodo di trippe che propagandava come la fine del mondo.
Dove
esprimeva al meglio la sua vena di signorilità?
Ora
si sa che il Lido di Venezia è famoso per il Festival del Cinema,
che va dall'ultima parte di agosto ai primi di settembre. Affittare
un capanno proprio all'Excelsior, sede del festival, gli era
umanamente impossibile ma all'hotel di lusso accanto? Al C.I.G.A.?
Oh... li si che era possibile e pagava una cifra incredibile per
averci un capanno, salvo poi andarci con meno frequenza di quella
voluta e prevista.
Ci
portava la splendida moglie e la sua piccola figlia e si sentiva, per
la vicinanza fisica al mondo della celluloide, realizzato come e
quanto loro.
Era
uno dei pochi parenti, nella loro moltitudine immensa, che ancora
sentivo con piacere e così, avevo già vent'anni, quando mi invitò
a casa sua verso metà settembre, accettai... mi andava un diversivo,
mi andava di poter vivere qualche giorno nella città dove ero nato e
avevo passato la fanciullezza.
Venezia
già a settembre ha un'aura strana, diciamolo o meglio l'aveva,
unica... credo, i colori e la grande malinconia che imprime l'autunno
imminente e io, quest'ultima... la malinconia, la subivo pienamente
quasi presentendo il cambiamento repentino della mia vita da lì a
poco.
Passai
una decina di giorni loro ospite, cercando di disturbare il meno
possibile. Il trend era semplice, mi svegliavo e uscivo, tornavo a
sera per cenare con loro, uscivo nuovamente. Lui, mio cugino,
rientrava a mezzogiorno, pranzava e andava a dormire con la sua bella
moglie, dopo cena con calma andava ai mercati, quindi? Meno
intervenivo nel loro ménage meglio era.
Le
giornate erano belle, non ricordo un giorno di pioggia o coperto,
prendevo il vaporetto da Riva Schiavoni e andavo al Lido, con il
filobus arrivavo al capanno e ci stavo fino a sera anche se la
spiaggia era deserta o quasi.
Quella
mattina particolare c'erano due ragazze vicino alla biglietteria, una
bruna e una bionda, belline ambedue, la bruna formosetta... l'altra
diafana.
Mentre
acquistavo il biglietto chiesi loro dove andassero, in spiaggia
risposero, allora proposi di venire con me che avevo un capanno a
disposizione. Avevano da mangiare con loro? Certo che si, eccome...
anche per me.
Salimmo
a bordo e sedemmo sul ponte più alto del battello, le solite frasi
per conoscersi, la bruna ciarliera… Clara, la biondina taciturna...
Alice. Ambedue universitarie, cugine inseparabili, amiche... e un
rapporto fra loro che da subito mi apparve intrigante.
La
mia convinzione di ventenne era (e lo è anche ora): la figa, se la
vuoi, te la devi meritare, la devi chiedere e non smettere mai di
mostrare di desiderarla. E in questo senso iniziai il gioco con la
bruna, volevo la sua figa e sembrava che lei volesse darmela. Ma la
sua amica? La biondina diafana? Consapevole che se esci con due
ragazze finisci in bianco per tanti motivi ero dubbioso sull'esito
del mio assalto. Eravamo su questa panchina del battello, io... lei
al centro e la biondina al suo lato. Misi volutamente la mano sulla
sua coscia facendo capire le mie intenzioni e come risposta me lo
permise e sorrise, le sussurrai all'orecchio.
-E
la tua amica...?-
Rispose
a voce normale e naturalmente mi sbalordì.
-Oh...
Alice guarda. E' innamorata di me, viviamo insieme. Lei guarda... ti
urta questo?-
-Mi
eccita... invece...-
-Alice...
digli cosa vuoi... cosa ti piace.-
-Clara...
lo sai, voglio guardare mentre fai sesso, mentre godi.-
La
mia mano aveva possesso del suo inguine, di Clara, intendo. Spostai
brevemente il fondo dello slip e la toccai.
Lei
alzò la gonna in modo che la biondina potesse vedere, che originale
modo di vivere la sessualità pensai, ma la stranezza della cosa mi
aveva causato una eccitazione pazzesca, mentale e fisica.
Clara
continuò.
-Mi
piace tanto che mi guarda mentre mi masturbo... sai come? Appoggio la
schiena alla spalliera del letto... apro le gambe e piego le
ginocchia e mi tocco e la guardo e lei guarda me, è come se mi
conducesse all'orgasmo e io godo per lei... e per me. Si mette fra le
mie gambe a pochi centimetri dalla figa ma non mi tocca. E non si
masturba, sai? E' vergine, prova solo piacere mentale. A volte penso
che sia una aliena ma mi piace vivere con lei, questa sua stranezza
mi tiene eccitata permanentemente.-
Lo
sentivo questo, la sua figa era una fontana, le mie dita erano dentro
di lei e pompavo. Due dentro e il pollice sul clitoride che sentivo
inturgidito.
-E
con gli uomini? I ragazzi? Non sei gelosa, Alice?-
Che
strano ed eccitante momento, Clara... appoggiata allo schienale con
gli occhi chiusi che godeva del ditalino, Alice che aveva gli occhi
fissati sulle mie dita e sulla sua figa. L'unico movimento? Il
leccarsi a volta le labbra? Oh... quanto mi avevano coinvolto nella
loro straordinaria situazione!
-Oh
no! Li cerchiamo insieme gli uomini che scopa, devono piacere anche a
me, voglio che siano in grado di darle orgasmi, tanti, forti e che
questo porti anche la mia mente a godere...-
Intanto
sussurravo all'orecchio di Clara:
-Dammelo
il tuo orgasmo, dai! Vienimi sulle dita... mentre Alice
guarda...vieni dai... bagnami la mano...-
Lo
fece. Un inarcarsi... un gemito trattenuto. Alice che respirava in
affanno.
Mi
prese il polso quasi volendo togliere la mia mano ma non volevo certo
darle tregua. Rallentai solo i movimenti, fermandomi dentro di lei
aspettando che le sue contrazioni ricominciassero ma ormai eravamo
quasi al Lido e si avvicinava l'approdo.
Mi
leccai golosamente le dita, dicendole.
-Hai
un magnifico odore e sapore...-
Durante
il percorso fino al capanno la discussione non si staccò dal sesso.
Io le volevo tenere incandescenti ma in questo non facevo per nulla
fatica.
Pensavo
ancora di averle conquistate io? Uhm... molti dubbi al riguardo,
cercavano, mi avevano scelto loro, ma che importava?
Nei
dieci minuti di percorso mi raccontò come capitava, uscivano, di
comune accordo sceglievano un ragazzo, mai un uomo adulto, lo
interessavano poi lo mettevano di fronte ad una scelta, era disposto
a scoparla mentre Alice guardava? Succedeva nella loro camera la
maggior parte delle volte. E lei si scatenava, sapeva che Alice
godeva di ogni sua esagerazione e questo la stimolava a eccedere
sempre più, in una gara infinita fra loro.
-Ma...
non avete mai fatto qualcosa fra voi? Nulla di nulla?-
-Oh...
io vorrei! Vorrei tutto da lei, leccarla e toccarla, rubarle la sua
verginità, ficcarle in figa e nel culo la mia mano, ma non vuole
assolutamente essere toccata! E neanche toccare lei me... e abbiamo
raggiunto un nostro compromesso...-
Alice
ridendo...
-Consideratemi...
un essere superiore! Tornata dal futuro, è certo che fra due secoli
non ci sarà più sesso attivo ma solo quello mentale, io sono
avanti... ahah!-
La
guardavo ridere ed era diventata bella.
Clara...
ridendo pure lei.
-Di
certo c'è... che tu sei troia quanto e più di me.-
Con
questo scambio di affermazioni reciproche eravamo arrivati allo
stabilimento balneare e al capanno.
Frenesia?
Non proprio... evidentemente ero eccitato e lo mostravo ma non
avevamo intenzione di affrettare le cose, né io, né loro. Il
capanno era davvero lussuoso, ampio a sufficienza.
Ci
spogliammo. Una cosa era evidente, loro avevano voglia quanto me,
nudi ci guardammo con desiderio e curiosità. Beh... io con il cazzo
estremamente teso, Clara aveva un corpo morbido, due tette piene e un
culo largo e tondo, l'inguine guarnito da una striscia di pelo nero.
Alice aveva la sua bellezza androgina, un seno appena accennato ma
con i capezzoli assurdamente grossi e in rilievo e poi giù dritta
senza curve, solo il culo appariva sufficiente formato e morbido, la
sua figa depilata appariva un frutto chiuso e inviolato.
Il
fatto che Alice assistesse aumentava in maniera esponenziale la mia
voglia, presto ero appoggiato di schiena alla parete del capanno con
Clara in ginocchio che mi succhiava il cazzo, Alice con il viso a
poca distanza.
Clara
staccò brevemente la bocca dalla mia cappella lucida di saliva…
-L'hai
il preservativo?-
E
riprese con lena rinnovata il pompino.
Uno
ne avevo! Erano giorni (settimane) che stava dormiente in uno
scompartimento del mio portafoglio, ma qui intervenne Alice.
-Ne
ho io… -
Lei?
Che neanche scopava? Ma era così tanto previdente?
Clara…
-Non
li sopporto i tuoi! Colorati e che sanno di fragola!-
Sapevo
cosa intendesse! Era una moda del momento, condom made in USA,
colorati fragola, menta e altre stronzate simili e avevano il gusto
collegato al colore.
Comunque
non lo rifiutò, fu lei a metterlo sapientemente e poi appoggiare il
busto sul piano del tavolino. Non era solo bagnata! Era di più!
Affondai in lei come un coltello nel burro e mi impegnai a fondo per
soddisfare lei, me stesso e infine la particolare libidine di Alice.
Averla a fianco che guardava? Uhm… un motivo maggiore per scoparla
al meglio della mie possibilità!
Per
il piacere visivo di Alice le misi ambedue i pollici nel suo bel buco
del culo fradicio e li tenni inseriti fino all'orgasmo.
Ehm…
il condom era verde menta, non attirava ma il proprio compito lo
svolse egregiamente.
Un
bagno in mare e poi una sosta sui lettini e qui Clara dette
spettacolo.
A
me incuriosiva Alice, ma poteva davvero provare mentalmente
l'orgasmo? Volevo parlarne ma lei aveva altri piani.
-Clara?
Fammelo… ora…-
Si
capirono al volo. Clara girò il lettino verso noi, Alice si sedette
accanto a me di fronte a Clara appoggiata di schiena, questa sposto
il fondo dello slip e prese a masturbarsi. Qualche bagnante distante?
Aumentava la nostra libidine, lei si toccava a due mani, dita nella
figa, dita a tormentare il clitoride, ancora dita a penetrarsi fra le
natiche. Io che mi masturbavo seguendo il suo ritmo. Aveva abbassato
il reggiseno mostrando le tette, i capezzoli turgidi, si toccava più
per Alice che per me, ne ero consapevole, ma che importava? Lo
spettacolo era di un erotico particolare e andava gustato in pieno.
Ci diede uno splendido esempio di un orgasmo completo, con
inarcamento, gemiti, urla trattenute… roba da applausi!
Mangiammo...
tornammo nel capanno. Questa volta Clara distesa parzialmente sul
piano del tavolino, le gambe in alto oscillanti e poi infine premute
piegate sul suo petto e io che non avevo in quel momento altro scopo
nella vita che sfasciarle la figa a colpi di cazzo!
Il
condom era color fragola.
Altro
bagno in mare e sosta sui lettini.
Clara
si appennicò e io parlai nel frattempo con Alice, di cosa? Ma del
suo modo di provare piacere… è logico! Lei volenterosamente cercò
di spiegarmi e mentre parlava le guardavo la bocca e la desideravo,
in quel momento avrei voluto scopare lei. Più parlava meno capivo e
più la desideravo. Ma era anche per me un qualcosa di mentale, non
molto fisico anche se avevo una erezione da spavento.
Ancora
una volta nel capanno, da dietro… poi io disteso e Clara a
cavalcarmi, ma fu Alice a scegliere il modo di finire la giornata.
-Nel
culo… Clara! Ora lo prendi nel culo!-
Il
suo buco? Uhm… bagnato, disponibilissimo, arrendevole, fu il modo
assolutamente fantastico di finire, affondavo… affondavo il cazzo
in quello splendido pertugio che era il suo culo! È li sborrai
l'anima mentre lei si sgrillettava per godere di più.
Ehm…
il condom? Vaniglia… non credo ne esistessero alla cioccolata.
Il
resto della giornata? Il ritorno a Venezia?
Noi
amici ora, risa, battute e scherzi, eravamo saturi di sesso, Clara e
io che avevamo scopato, Alice con il suo godimento mentale.
Un
bacio finale e diventammo tutti noi un ricordo.
Cosa altro mi è rimasto impresso di quei giorni? Non molto… ah si! Quando giravo di notte per le calli, il tremendo odore del piscio dei gatti, nessun gatto può puzzare quanto quelli di Venezia!
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